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Si svolgono le elezioni in tredici regioni a statuto ordinario. I risultati della consultazione fanno registrare una flessione della coalizione di centro destra.
15 aprile 2005La direzione dell’UDC approva la decisione di ritirare i propri Ministri e i Sottosegretari dal Governo.
16 aprile 2005Un comunicato del Quirinale annuncia la consegna alla Presidenza della Repubblica delle lettere di dimissioni del Vice Presidente del Consiglio Follini, dei Ministri Buttiglione, Giovanardi e Baccini, del Vice Ministro Tassone e dei Sottosegretari Bosi, Drago, Galati, Delfino e Vietti.
18 aprile 2005Il Presidente della Repubblica Ciampi riceve il Presidente del Consiglio Berlusconi; il Capo dello Stato firma i decreti (due D.P.R. in data 18 aprile 2005, pubblicati nella G.U. 20 aprile 2005, n. 91) con cui, su proposta del Presidente del Consiglio, vengono accettate le dimissioni rassegnate dai Ministri e dai Sottosegretari dei Partiti dell’UDC, già menzionati, e del Nuovo PSI (i Sottosegretari Caldoro e Ricevuto).
Come risulta dal comunicato del Quirinale, il Presidente del Consiglio illustra la situazione politica determinatasi a seguito di tali dimissioni al Capo dello Stato, il quale, preso atto delle comunicazioni, lo invita a presentarsi senza indugio al Parlamento, sede propria di ogni chiarimento politico.
Si riunisce la direzione di Alleanza nazionale; nel comunicato finale, letto dal Presidente del partito Fini, viene precisata la linea di AN sulla situazione politica e si annuncia che i Ministri, i Viceministri e i Sottosegretari di AN hanno rassegnato al Presidente le dimissioni dai loro incarichi, dandogli mandato, se sarà necessario, di farle ratificare dalla direzione nazionale.
20 aprile 2005Nel pomeriggio il Presidente del Consiglio rende comunicazioni al Senato, al termine delle quali annuncia le dimissioni del proprio Governo. Alle sue dichiarazioni non segue un dibattito.
Nel suo intervento il Presidente del Consiglio chiarisce che il Governo si presenta in Parlamento per un atto di chiarimento politico a seguito delle difficoltà incontrate dalla maggioranza e del disagio espresso dagli elettori nelle recenti consultazioni regionali e che intende affrontare la situazione formando un nuovo Governo, coerente con il programma con cui la Casa delle libertà si è presentata agli italiani, nella convinzione che la maggioranza debba e possa governare sino alla fine della legislatura.
Egli intende rafforzare la compagine di Governo e la coalizione che lo sostiene e realizzare un positivo aggiornamento del programma, mirando alla difesa del potere d'acquisto delle famiglie, al sostegno della competitività delle imprese e allo sviluppo del Mezzogiorno, oltre che alla prosecuzione dell'azione riformatrice già avviata.
Annuncia infine che ha convocato il Consiglio dei ministri, al termine del quale si recherà al Quirinale per aprire la formale crisi di Governo, passaggio ineludibile nell’attuale ordinamento costituzionale, a differenza di quanto avviene nelle altre maggiori democrazie occidentali e a conferma della necessità di proseguire il percorso avviato delle riforme istituzionali.
Il Presidente del Senato, in relazione a quanto dichiarato dal Presidente del Consiglio, sospende la seduta, che riprenderà qualche ora dopo con la lettura della lettera con cui il Presidente del Consiglio informa di aver rassegnato al Presidente della Repubblica le dimissioni del Gabinetto da lui presieduto.
Dopo l'intervento al Senato, il Presidente del Consiglio riunisce il Consiglio dei ministri, che approva la decisione sulle dimissioni del Governo. Si reca quindi alla Camera, al cui Presidente consegna il testo del discorso pronunciato al Senato, che viene pubblicato in calce al resoconto della seduta.
Il Presidente della Repubblica riceve il Presidente del Consiglio il quale rassegna le dimissioni del Governo da lui presieduto. Il Capo dello Stato si riserva di decidere e invita il Governo a rimanere in carica per il disbrigo degli affari correnti.
Il Presidente della Repubblica inizia le consultazioni per la formazione del nuovo Governo incontrando i Presidenti del Senato Pera e della Camera Casini; i Presidenti del gruppo parlamentare misto del Senato e della Camera; le rappresentanze parlamentari Vallée d’Aoste; Sudtiroler Volkspartei; Movimento Idea Sociale; Lega per l’autonomia lombarda; “La Casa delle Liberta”; Il Cantiere; Unione Autonomista Ladina; Liberal-Democratici; Ecologisti Democratici; il Gruppo parlamentare per le Autonomie del Senato; i Gruppi parlamentari Democratici di Sinistra-L’Ulivo, Margherita DL-L’Ulivo e Socialisti Democratici Italiani – Unita’ Socialista, costituenti la Federazione Dell’Ulivo; il Gruppo parlamentare Verdi-L’Unione; il Gruppo parlamentare del Partito della Rifondazione comunista; la rappresentanza parlamentare dei Popolari – UDEUR; dei Comunisti Italiani; dell’Italia dei valori; del Nuovo PSI; del PRI; i Gruppi parlamentari della Lega Nord e dell’UDC.
22 aprile 2005Si concludono le consultazioni del Presidente della Repubblica. Ciampi ha colloqui con la rappresentanza dei gruppi parlamentari di Alleanza nazionale e con quella di Forza Italia; incontra infine i Presidenti emeriti della Repubblica Cossiga e Scàlfaro.
In serata, il Capo dello Stato affida l'incarico di formare il nuovo Governo all’on. Berlusconi, il quale, secondo la prassi, si riserva di accettare.
Il Presidente del Consiglio incaricato si reca dal Presidente della Camera e quindi dal Presidente del Senato per comunicare il conferimento dell’incarico.
Il Presidente del Consiglio ha una serie di incontri a palazzo Grazioli con alcuni componenti del Governo dimissionario (il Vicepresidente del Consiglio Fini, il ministro dell'Economia Siniscalco e il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Letta), per approfondire i punti principali, già individuati, del programma economico.
Il Presidente del Consiglio si reca dal Capo dello Stato per sciogliere la riserva e presentare la lista dei ministri. Si conclude dopo tre giorni la crisi di governo.
Il Presidente della Repubblica, con quattro distinti D.P.R. emanati il 23 aprile 2005 (pubblicati nella G.U. 28 aprile 2005, n. 97), accetta le dimissioni che il Presidente del Consiglio Berlusconi ha rassegnato il 20 aprile anche a nome dei Ministri del suo Governo; accetta le dimissioni rassegnate per le rispettive cariche dai Sottosegretari di Stato, i quali restano in carica per il disbrigo degli affari correnti sino alla nomina dei nuovi Sottosegretari; nomina il Presidente del Consiglio on. Berlusconi e, su sua proposta, nomina i Ministri (tra i quali undici Ministri senza portafoglio).
Il Presidente del Consiglio comunica la conclusione della crisi e la composizione del nuovo Governo al Presidente della Camera e al Presidente del Senato.
Al Quirinale il Presidente del Consiglio, e subito dopo i Ministri, prestano giuramento davanti al Presidente della Repubblica pronunciando la formula di rito.
Si svolge la prima riunione del Consiglio dei ministri. Il Consiglio condivide collegialmente le proposte formulate dal Presidente Berlusconi di nomina a Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio, con funzioni di Segretario del Consiglio medesimo, del dr. Gianni Letta; di attribuzione delle funzioni di Vicepresidente all’on. Gianfranco Fini e all’on. Giulio Tremonti; di conferimento degli incarichi ai Ministri senza portafoglio (riforme istituzionali e devoluzione; politiche comunitarie; attuazione del programma di Governo; funzione pubblica; affari regionali; rapporti con il Parlamento; innovazione e tecnologie; pari opportunità; italiani nel mondo; sviluppo e coesione territoriale); le nomine in questione sono disposte con quattro D.P.R. in data 23 aprile 2005, pubblicati nella G.U. 28 aprile 2005, n. 97.
Riunione del Consiglio dei ministri. Il Consiglio condivide le proposte formulate dal Presidente del Consiglio, di concerto con i Ministri, di nomina dei Sottosegretari di Stato (D.P.R. 26 aprile 2005, pubblicato nella G.U. 28 aprile 2005, n. 97). Il Presidente del Consiglio espone le linee generali delle dichiarazioni programmatiche che illustrerà al Parlamento in serata; i contenuti sono condivisi ed approvati all’unanimità dal Consiglio.
A Palazzo Chigi i Sottosegretari giurano nelle mani del Presidente del Consiglio.
Il Presidente del Consiglio si presenta alla Camera per esporre il programma del nuovo Governo. L’inizio del dibattito è rinviato al giorno successivo. Il Presidente del Consiglio si reca al Senato per consegnare il testo delle dichiarazioni programmatiche.
Alla Camera si svolge il dibattito sulle comunicazioni del Governo; dopo la replica del Presidente del Consiglio e le dichiarazioni di voto, viene posta in votazione la mozione di fiducia al Governo n. 1-00447, sottoscritta dagli onn. Elio Vito, La Russa, Volontè, Cè e Moroni. La mozione è approvata con 334 voti favorevoli, 240 contrari e 2 astenuti.
Al Senato, nella seduta pomeridiana, prende avvio la discussione sulle comunicazioni del Presidente del Consiglio.
Al Senato si conclude il dibattito e viene approvata la mozione di fiducia al Governo n. 1-00335, presentata dai senatori Schifani, Nania, D’Onofrio, Pirovano, Crinò, Del Pennino e Lauro, che ottiene il seguente risultato: 170 voti favorevoli; 117 contrari.