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Pier Ferdinando Casini


PRESIDENTE. Ringrazio il Ministro degli affari regionali e tutti gli intervenuti al nostro incontro di lavoro, al nostro seminario. Naturalmente, voglio chiarire - soprattutto al Presidente Ruperto e agli autorevolissimi membri della Corte presenti per l'occasione - che io intuisco perfettamente come vi sia un silenzio istituzionale che è un dato non formale, ma sostanziale; si tratta di un dato di rispetto per un dibattito importante in corso in Parlamento, dibattito di cui il seminario è momento integrante. Eppure, credo che l'onore resoci con la vostra presenza sia molto significativo, proprio perché l'ascolto reciproco è segno della volontà del Parlamento di mantenere un clima di serenità istituzionale ed anche di comprensione reciproca. Ciascuno di noi fa un lavoro assai difficile, cercando di svolgerlo nel modo migliore possibile. Credo che il raccordo interistituzionale sia fondamentale e giovi molto; credo sia l'espressione di una volontà da parte del Parlamento, come la vostra presenza è il segno di una attenzione di cui vi siamo molto grati.
Sono state avanzate proposte per migliorare, in modo chiaro, la conoscenza e l'integrazione della giurisprudenza della Corte costituzionale all'interno della procedura parlamentare. È emersa, nel dibattito, la questione delicata dei rapporti tra Corte costituzionale e funzioni di indirizzo politico. Il dibattito, a mio avviso, ha offerto una risposta abbastanza chiara: non sono, infatti, emerse visioni inedite dei rapporti tra Parlamento e Corte costituzionale. L'inserimento della giurisprudenza della Corte nelle procedure parlamentari non equivale, in alcun modo, a stabilire un rapporto di dipendenza e di automatismo tra le sentenze e le conseguenti attività parlamentari; al contrario, è soprattutto un modo affinché ciascuna istituzione eserciti al meglio il suo ruolo.
Il Parlamento valuterebbe tempestivamente le questioni sollevate dalle sentenze della Corte e accrescerebbe la qualità legislativa del suo lavoro, considerando la Costituzione secondo l'interpretazione fornita dalla Corte costituzionale; il Governo potrebbe esercitare la sua azione di guida politica con maggiore sistematicità e coerenza nei diversi campi di intervento, in quanto più consapevole dell'ambiente costituzionale in cui tali interventi si inseriscono. La Corte, infine, si gioverebbe del confronto con un indirizzo politico vigoroso e costituzionalmente motivato, dal momento che, sempre, quando ciò è avvenuto, la Corte ha potuto esprimere la sua funzione al livello più alto. Il senatore Pastore e l'onorevole Bruno, presidenti delle Commissioni affari costituzionali dei due rami del Parlamento, ed il ministro La Loggia, nei loro importanti interventi, hanno condiviso tale tipo di esigenze e le hanno immediatamente collegate all'attuale fase politico-costituzionale assai complessa.
La riforma del titolo V della Costituzione, appena entrata in vigore, comporta la trasformazione del sistema dei rapporti tra tutti i livelli territoriali di governo e rifonda, su nuove basi, la funzione legislativa, lasciando aperti molti problemi, anzitutto nei rapporti tra le fonti normative. La politica, nelle varie sedi, ha, oggi, il compito di sviluppare una visione di insieme e una strategia capace di fornire la chiave di interpretazione e di funzionamento del sistema. La Corte costituzionale potrà, poi, verificarne la tenuta, alla luce dei principi costituzionali.
Proprio i presidenti delle Commissioni affari costituzionali hanno, già oggi, in questa sede, espresso per primi una risposta a tali esigenze. Il Ministro, dal canto suo, ha ribadito la volontà, già manifestata in seno al Governo, di agire in questo senso attraverso il dialogo tra tutte le istituzioni, in primo luogo con il sistema delle autonomie territoriali. A tal proposito, devo dire che abbiamo sentito il rappresentante delle Assemblee regionali; abbiamo avuto, nei giorni scorsi, le proposte dei presidenti delle regioni a favore di una cabina di regia per l'attuazione delle riforme. Tutto va nella stessa direzione ed io credo che ciò sia un fatto positivo. Tuttavia, la difficoltà del passaggio è chiara: non dobbiamo nasconderci dietro un dito, non basterà la buona volontà per trovare la vasta intesa che è necessaria. Il dialogo, che tutti auspichiamo, tra i diversi livelli di governo non può svolgersi a schema libero ma ha bisogno di inquadrarsi nella complessità del sistema costituzionale e, dunque, ha bisogno del costante confronto con la giurisprudenza della Corte.
Nuove procedure, per collegare il processo legislativo al seguito delle sentenze della Corte costituzionale, si rivelano e sono, a mio avviso, quanto mai necessarie. Esse possono, infatti, integrare il nuovo modo di legiferare caratterizzato da forme approfondite di istruttoria, la cui piena attuazione è ormai ineludibile e che, non a caso, nei giorni scorsi, abbiamo rafforzato proprio riguardo ai pareri della Commissione affari costituzionali. Oggi siamo, forse, già in grado di aggiungere un nuovo tassello grazie alle proposte in questa sede avanzate dal presidente Bruno, che mi sembrano praticabili e concrete.
Mi sembra anche che dall'intervento del professore Ridola siano emerse interessanti indicazioni sull'opportunità di mantenere ferme le attuali procedure per il seguito delle sentenze di eccezionale rilevanza che possono richiedere una autonoma ed immediata discussione. Per il resto, si tratta di incorporare la valutazione delle sentenze della Corte costituzionale come parte necessaria di ogni procedimento legislativo; a tal fine, è necessario rafforzare l'applicazione delle norme regolamentari già esistenti sull'istruttoria legislativa, che prevedono la raccolta e la valutazione degli elementi rilevanti ai fini della costituzionalità fin dal primo esame nelle Commissioni.
Tali elementi dovrebbero diventare oggetto di esplicita considerazione nei rapporti tra Commissioni di merito, Commissioni affari costituzionali ed Assemblee. Le modalità per attivare tale circuito sono varie, lo ha ricordato anche il presidente Violante: l'importante è iniziare subito a sperimentarne qualcuna, senza dimenticare il monito dell'onorevole Mattarella in ordine alla duplicazione degli strumenti, a cui io sono particolarmente sensibile poiché questo rappresenta un rischio possibile. Anche il Comitato per la legislazione potrebbe regolarmente avvalersi di tale istruttoria ai fini delle sue valutazioni sull'uso corretto dei diversi strumenti normativi e sui grandi principi costituzionali, incidenti sulla qualità della legislazione, come ha detto prima il professore Nania.
Da parte mia darò quindi un concreto seguito a questa riunione assumendo immediate iniziative sulle due maggiori questioni che sono emerse oggi. Nei prossimi giorni convocherò la Conferenza dei presidenti delle Commissioni parlamentari e, successivamente, la Giunta per il regolamento, al fine di definire le misure più efficaci per la considerazione della giurisprudenza della Corte costituzionale nell'ambito dell'istruttoria legislativa e per raccordare su questi profili l'intervento delle Commissioni di merito con l'attività consultiva della Commissione affari costituzionali.
Per l'istruttoria sulle sentenze è importante responsabilizzare fino in fondo le Commissioni, che conoscono i singoli problemi, chiedendo loro di darne conto nella relazione all'assemblea e nella richiesta di parere alla Commissione affari costituzionali, e mi sembra che questo fosse il senso dell'intervento del professore Elia. La Commissione affari costituzionali sarebbe così messa in grado di operare le sue valutazioni di coerenza e compatibilità.
Qualora venissero ritenute opportune modifiche al regolamento della Camera, credo che la Giunta per il regolamento potrà adottare le necessarie iniziative dopo una prima fase di sperimentazione. Gli uffici della Camera farebbero la loro parte a sostegno degli organi parlamentari nell'analisi delle sentenze e delle loro motivazioni, e potremo anche pensare a concordare forme di cooperazione con gli uffici del Governo e con quelli della Corte costituzionale e della Corte di cassazione, unendo le forze per migliorare soprattutto le attuali banche dati.
Con la seconda iniziativa intendo porre al Presidente del Senato ed al Presidente del Consiglio l'esigenza di dar seguito alle considerazioni importanti qui svolte dal ministro La Loggia e di accogliere insieme le proposte di dialogo interistituzionale avanzate dalla Conferenza dei presidenti delle regioni e dalla Conferenza dei presidenti delle Assemblee regionali, che credo avranno modo di precisarle in questi giorni. I Presidenti delle Camere potrebbero offrire, infatti, sedi e modalità di incontro nettamente caratterizzati in senso istituzionale, e dunque distinte dal piano ordinario della dialettica politica, per affrontare le massime questioni che coinvolgono il ruolo delle Assemblee elettive ed i loro rapporti con gli esecutivi.
Ringrazio tutti voi, in particolare il Presidente della Corte costituzionale, il quale ha reso possibile questa fattiva riunione, ed il presidente del Comitato per la legislazione, che l'ha impostata ed organizzata. Mi pare che con questo seminario ci siamo prefissi di individuare alcune, concrete misure a vantaggio della qualità della legislazione e questa meditazione, che certamente non sarà l'ultima ma la prima di una lunga serie in questa legislatura, credo sia stata particolarmente positiva. Ringrazio di nuovo tutti.

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