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Seduta del 4/3/2004


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Audizione del sostituto procuratore della Repubblica presso il tribunale di Napoli, Paolo Fortuna.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione del sostituto procuratore della Repubblica presso il tribunale di Napoli, dottor Paolo Fortuna.
Ricordo che è in atto la pubblicità dei lavori attraverso impianto audiovisivo a circuito chiuso; comunque, avverto fin da questo momento il dottor Fortuna che, laddove ritenga di dover rendere dichiarazioni


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che non è opportuno pubblicizzare, potrà darci adeguate indicazioni al riguardo.
Avverto, altresì, il dottor Fortuna, come ho avvertito tutti coloro che fino a questo momento sono transitati dinanzi alla Commissione, che è ascoltato con le forme previste dall'atto istitutivo della Commissione stessa, cioè come testimone, quindi con gli obblighi di legge che certamente non devo ricordargli e che richiamo soltanto per ragioni di forma.
Chiedo ora al dottor Fortuna di declinare le sue generalità.

PAOLO FORTUNA, Sostituto procuratore della Repubblica presso il tribunale di Napoli. Paolo Fortuna, nato a Napoli, il 15 agosto 1961.

PRESIDENTE. E attualmente in servizio?

PAOLO FORTUNA, Sostituto procuratore della Repubblica presso il tribunale di Napoli. Presso la procura della Repubblica di Napoli.

PRESIDENTE. Mi pare di ricordare che lei sia stato ascoltato anche in altre occasioni da parte di Commissioni parlamentari di inchiesta.

PAOLO FORTUNA, Sostituto procuratore della Repubblica presso il tribunale di Napoli. No, da Commissioni parlamentari di inchiesta non sono mai stato ascoltato.

PRESIDENTE. Nemmeno dalla Commissione sul ciclo dei rifiuti?

PAOLO FORTUNA, Sostituto procuratore della Repubblica presso il tribunale di Napoli. No.

PRESIDENTE. Quindi è la prima volta che lei riferisce, bene.
Dottor Fortuna, io mi richiamo ad un'inchiesta che si è svolta a Torre Annunziata, dove lei è stato sostituto procuratore. Fino a che anno?

PAOLO FORTUNA, Sostituto procuratore della Repubblica presso il tribunale di Napoli. Fino all'ottobre 2003.

PRESIDENTE. Mi riferisco, dicevo, ad una inchiesta che a noi risulta essere stata svolta anche da lei e che riguarda la cosiddetta inchiesta cheque to cheque, che a noi, in questa sede, interessa con particolare riferimento ad alcuni accertamenti svolti sul traffico di armi ed altro ed in particolare con riguardo alla Somalia. Lei ricorda di aver svolto questa inchiesta e, se sì, di cosa si è interessato in particolare?

PAOLO FORTUNA, Sostituto procuratore della Repubblica presso il tribunale di Napoli. Spiego subito. Nell'ambito di questa indagine, denominata per l'appunto cheque to cheque, che si è snodata, operativamente, dal settembre 1995 al 1997, con una propaggine di udienze preliminari sino alla fine 1998-inizio1999, indagine che aveva ad oggetto «associazione per delinquere finalizzata al riciclaggio e al reimpiego di valori, a intermediazione valutaria e finanziaria abusiva e al contrabbando», ci siamo imbattuti, dopo le prime implicanti cautelari, in un personaggio, tale Francesco Elmo, il quale, dopo un po' che era stato posto in stato di custodia cautelare, ha cominciato una fase di collaborazione, per così dire, nel senso di narrare fatti e circostanze relativi a tante altre vicende delittuose.

PRESIDENTE. Era anche indagato, imputato?

PAOLO FORTUNA, Sostituto procuratore della Repubblica presso il tribunale di Napoli. Sì, lui era indagato, arrestato e poi ha assunto anche la veste di imputato.

PRESIDENTE. E per quali reati? In altri processi o anche in questo?

PAOLO FORTUNA, Sostituto procuratore della Repubblica presso il tribunale di Napoli. Aveva precedenti per altri processi, ma non ricordo a che titoli delittuosi


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particolari. In questo processo era gravemente indiziato, ed è poi divenuto imputato in una serie di udienze preliminari, per i titoli di reato che prima ho elencato: associazione per delinquere, riciclaggio, reimpiego di valori, intermediazione finanziaria e valutaria abusiva.
Nell'ambito di questa collaborazione, dopo aver riferito di ciò che lo riguardava direttamente, cominciò a narrare una serie di fatti che, a suo dire, avrebbe appreso presso uno studio notarile (se si può usare questa espressione) elvetico, nel quale si approvvigionava per questo tipo di meccanismi. Per rendere più intellegibile la vicenda è opportuno indicare quale fosse il meccanismo, altrimenti ben difficilmente si comprende da dove vengono fuori i riscontri inerenti l'oggetto della nostra inchiesta.
L'oggetto specifico dell'indagine che io e il collega Novelli abbiamo gestito aveva a che fare con questi titoli delittuosi ma, nella pratica, si è sostanziata nel fatto di aver rinvenuto, in sede di perquisizione, una incredibile congerie di materiale cartaceo, tutto ascrivibile e riconducibile a delle, chiamiamole così, linee di credito; cioè del materiale, identificato in bond, performance bond, vari titoli e attestati tutti uguali, tutti nella disponibilità di una serie di personaggi che poi noi, per comodità, chiamammo seriali, cioè personaggi che, in buona sostanza, andavano dal nulla (intendo dire dal punto di vista lavorativo) cioè disoccupati, gestori di pescherie (mi viene in mente proprio un personaggio di questo tipo) fino a soggetti che avevano attività di intermediazione in campo immobiliare e ad altre figure e che, però, circolavano tutti presso uno studio notarile di Zurigo. Tutti questi personaggi avevano in comune tra loro...

PRESIDENTE. Ci può dire il nome di questo studio?

PAOLO FORTUNA, Sostituto procuratore della Repubblica presso il tribunale di Napoli. Si chiamava Studio Meroni ed altri e mi risulta che all'esito di questa indagine o, anzi, proprio durante questa indagine, perché feci una rogatoria svizzera, si scisse: gli altri due soci, di cui non ricordo il nome, abbandonarono Meroni, nel senso che separarono lo studio. Meroni già era stata attenzionato dal giudice istruttore svizzero Renato Valti per altre vicende, sempre inerenti meccanismi di illeciti valutari e finanziari.
Quindi, questi personaggi avevano in comune questa caratteristica, cosa che li rendeva indagabili per fatti associativi. Questa quantità incredibile di materiale (ne rinvenimmo scatole e scatole) ad un certo punto lo sottoponemmo ad una perizia, quella che nelle indagini preliminari viene definita consulenza tecnica, perché era l'unico modo per avere un orientamento. Demmo questo incarico ad un professore associato dell'Università di Fisciano, dipartimento di scienze economiche. Questa consulenza venne sviluppata e così ci spiegò che, tendenzialmente, il valore di questi documenti si annidava nel fatto di essere momenti di potenziale costituzione virtuale di denaro, nel senso che erano documenti alcuni dei quali non spendibili sul mercato, non utilizzabili per la spesa immediata, ma che, da un lato, offrivano garanzie e, dall'altro, metacomunicazioni, per indicare all'acquirente, al ricevente di questi documenti ciò che poteva essere o che, comunque, se l'accordo già si era concluso a monte, sarebbe stato un rapporto patrimoniale sottostante.

PRESIDENTE. In realtà, era un rapporto patrimoniale ineseguibile.

PAOLO FORTUNA, Sostituto procuratore della Repubblica presso il tribunale di Napoli. Dal punto di vista cartaceo, in alcuni di questi documenti era assolutamente ineseguibile, perché erano assolutamente fuori corso. E credo di poter dire, perché ricordo di aver avuto un contatto con il collega Tarditi di Asti, che questo si saldava molto bene con lo stesso tipo di documentazione che anch'egli, nel corso della sua indagine, aveva rinvenuto.

PRESIDENTE. Nacque da Tarditi l'inchiesta e arrivò a voi oppure voi già l'avevate?


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PAOLO FORTUNA, Sostituto procuratore della Repubblica presso il tribunale di Napoli. No, erano due indagini assolutamente autonome ed eccentriche tra di loro. Ci fu questo punto di contatto allorquando il maresciallo Vacchiano venne a sapere, credo dalla stampa, dell'indagine di Tarditi e creò, appunto, questo contatto, rappresentando che la stessa, identica documentazione che avevamo trovato noi era, per certi versi, stata trovata anche da Tarditi, nell'ambito della sua indagine. Quindi, ricordo che ad un certo punto c'era, tra la fine del 1995 e tutto il corso del 1996, un mare di carte, un mare di documenti, di titoli, di linee di credito, come li definì il consulente, che giravano; documenti che, da una parte, potevano essere letti come modesti ed azzardati tentativi di truffa e, dall'altra, come ci fu spiegato da una consulenza veramente ben fatta, potevano essere serenamente il frutto di un meccanismo finanziario di movimentazione, appunto virtuale, di danaro, che poteva servire ad anticipare un'intesa che si sarebbe perfezionata dopo o a chiudere un'intesa che già si era perfezionata antecedentemente e che il consulente, credo mutuando dalla scienza economica (ma non sono in grado di addentrarmi più di tanto in questo terreno) definì «roll program», proprio nel senso di rollaggio, cioè programmi seriali, continui, mediante i quali si poteva giungere a questo meccanismo. Fatto sta che sulla base di questo procedemmo, andammo avanti e l'indagine si sviluppò, appunto, su questo settore, avendo ad oggetto prevalentemente questo tipo di attività criminale, sulla quale ci eravamo soffermati ad indagare.
Nel corso della prima tornata di implicazioni cautelari questo Elmo comincia a collaborare con il maresciallo Vacchiano, per cui si crea il rapporto tipico che si determina nel corso delle indagini tra investigatore e indagato, e comincia a dare una serie di informazioni: tante, devo dire, tantissime informazioni, alcune inverosimili, alcune incredibili, tirando in ballo di più e di tutto, come, ahimè, spesso accade in questo genere di cose.
Bisognava, quindi, tirare un po' le fila, anche perché ovviamente era necessario comprovarne giudiziariamente l'attendibilità, soprattutto ai fini di ciò che aveva detto su sé stesso, cioè in sede di autoaccusa, e sui correi immediati della vicenda procedimentale che lo ineriva. Per questo fu rilasciata ampia delega al maresciallo Vacchiano di operare i debiti riscontri alle dichiarazioni rese e, quindi, cominciarono questi riscontri.
Tra le dichiarazioni che aveva reso - e vengo al punto, dopo questa premessa un po' lunga, ma, credo, necessaria -, in questi riscontri, tra le altre cose, questo Francesco Elmo, si presenta - è difficile dare una qualificazione concettuale precisa -, diciamo, come ex collaborante di quella che lui chiama una frangia - poi bisogna capire nel suo lessico cosa intendesse, perché era un personaggio, come ripeto, decisamente logorroico e anche destabilizzante quando parlava: ho questo ricordo sufficientemente nitido - dei servizi.

PRESIDENTE. Italiani?

PAOLO FORTUNA, Sostituto procuratore della Repubblica presso il tribunale di Napoli. Sì, dei servizi italiani.

PRESIDENTE. Tutti i servizi?

PAOLO FORTUNA, Sostituto procuratore della Repubblica presso il tribunale di Napoli. Parla del SISMI prevalentemente. Ho ricordato, contattando il maresciallo Vacchiano, che parlava prevalentemente del SISMI.

PRESIDENTE. Come legato a questo tipo di operazioni?

PAOLO FORTUNA, Sostituto procuratore della Repubblica presso il tribunale di Napoli. Come legato ai servizi e - diciamo - come collaborante esterno.

PRESIDENTE. Lui era un collaborante dei servizi?


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PAOLO FORTUNA, Sostituto procuratore della Repubblica presso il tribunale di Napoli. Si presenta come un ex collaborante esterno.

PRESIDENTE. Ma anche questi titoli erano in gestione diretta o indiretta del SISMI?

PAOLO FORTUNA, Sostituto procuratore della Repubblica presso il tribunale di Napoli. No. Lui su questo ...

ELETTRA DEIANA. Sono le sue divagazioni?

PAOLO FORTUNA, Sostituto procuratore della Repubblica presso il tribunale di Napoli. Sicuramente, lui divaga tantissimo, era un personaggio che divagava assai, era logorroico in un modo incredibile.

PRESIDENTE. Ma ha dato risultati per l'inchiesta o no?

PAOLO FORTUNA, Sostituto procuratore della Repubblica presso il tribunale di Napoli. Devo dire quelli interni. Noi ci facemmo il convincimento che per ciò che lo riguardava e quando narrava fatti cui era presente e, quindi, chiamata in correità di persone che hanno svolto con lui un'attività di movimentazione di queste linee di credito, sì, era attendibile.

PRESIDENTE. Per il resto, non lo avete accertato?

PAOLO FORTUNA, Sostituto procuratore della Repubblica presso il tribunale di Napoli. Per il resto non lo abbiamo assolutamente accertato, perché, come spiegavo, nell'ambito di questo tipo ...

PRESIDENTE. E questo collegamento con il SISMI lo avete accertato?

PAOLO FORTUNA, Sostituto procuratore della Repubblica presso il tribunale di Napoli. No, non fummo capaci di accertarlo, perché non avemmo risposta. Più volte su questa interlocuzione il maresciallo Vacchiano mi confermava che non arrivò mai risposta. Ci furono contatti del maresciallo Vacchiano con il SISMI, ma non avemmo mai una risposta decisa su questo punto.
All'esito di questa attività, lui, tra le altre cose, disse che aveva saputo, presso questo studio notarile cui ho fatto riferimento prima, di una movimentazione di armi alla volta della Somalia e, in un memoriale che redasse proprio per il maresciallo Vacchiano, indicò un nome, che era quello, allora per noi assolutamente sconosciuto, scritto - me lo ha fatto ricordare appunto Vacchiano - «Munie», scritto così. Si fecero riscontri circa questa vicenda; so che il maresciallo Vacchiano attivò moltissime fonti informative e svolse una serie di attività, delle quali non ho contezza precisa. So perfettamente che, quando depositò l'informativa finale, sulla base della quale poi vennero emesse ...

PRESIDENTE. Le ordinanze di custodia ...

PAOLO FORTUNA, Sostituto procuratore della Repubblica presso il tribunale di Napoli. Ulteriori ordinanze di custodia cautelare, da una parte, e poi, alla fine del periodo, cioè, mi pare di ricordare, proprio agli inizi di giugno del 1997, le richieste di rinvio a giudizio per un centinaio di persone, tutte con i titoli di reato di cui dicevo prima.
Nella sua informativa finale vi era una sezione intera dedicata alla vicenda somala, a quella che lui chiamò la vicenda somala; vicenda che, così come arrivò - io lessi a malapena, perché ci fu uno stralcio, d'intesa con il procuratore io e Novelli facemmo uno stralcio, e il fascicolo relativo a questa vicenda somala, cioè un ipotizzato traffico di armi tra l'Italia e la Somalia ...

PRESIDENTE. Tramite questo Mugne?

PAOLO FORTUNA, Sostituto procuratore della Repubblica presso il tribunale di Napoli. Tramite questo Munie, era ipotizzato in questi termini esatti. Se lo assegnò


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il procuratore della Repubblica di Torre Annunziata di allora, il dottor Alfredo Ormanni, e gestì lui questa vicenda investigativa.

PRESIDENTE. Quindi, lei non si è più interessato di questa vicenda?

PAOLO FORTUNA, Sostituto procuratore della Repubblica presso il tribunale di Napoli. No, assolutamente, mai.

PRESIDENTE. Però le richieste di ordinanza di custodia cautelare e, comunque, la richiesta di rinvio a giudizio l'avete fatta voi?

PAOLO FORTUNA, Sostituto procuratore della Repubblica presso il tribunale di Napoli. Sì, ma sempre relativamente alla vicenda ...

PRESIDENTE. ... cheque to cheque.

PAOLO FORTUNA, Sostituto procuratore della Repubblica presso il tribunale di Napoli. Esatto.

PRESIDENTE. Quindi, ad esempio, dei contatti e dei collegamenti che sono stati assunti da qualcuno tra Omar Mugne e alcuni esponenti del partito socialista italiano di allora le risulta qualcosa?

PAOLO FORTUNA, Sostituto procuratore della Repubblica presso il tribunale di Napoli. No, questo è un aspetto al quale mi ha fatto riferimento il maresciallo Vacchiano e credo che compaia in una delle sue informative, ma non è stato mai oggetto dell'indagine.

PRESIDENTE. La Edilter le dice qualcosa?

PAOLO FORTUNA, Sostituto procuratore della Repubblica presso il tribunale di Napoli. La Edilter dovrebbe essere una società che si interessa, tra le altre cose, anche di impiantistica navale, credo, e che ha varie sedi - credo Bologna, Viareggio e forse anche Roma - ove vennero fatte delle perquisizioni a riscontro di questa documentazione che cercavamo e che ci indicò questo Elmo.

PRESIDENTE. E l'avete trovata questa documentazione?

PAOLO FORTUNA, Sostituto procuratore della Repubblica presso il tribunale di Napoli. Venne trovata molta documentazione, che confluì proprio nel fascicolo assegnato al procuratore Ormanni inerente a questo traffico di armi con la Somalia, che vedeva tra le persone iscritte, insieme ad altre, proprio questo Mugne, che poi venne identificato in Omar Said Mugne.

PRESIDENTE. Le risultano contatti per il traffico di armi di questo Mugne tra gli Stati Uniti e l'Iran?

PAOLO FORTUNA, Sostituto procuratore della Repubblica presso il tribunale di Napoli. No, direttamente no.

PRESIDENTE. In tutta questa storia, della quale, per quello che capisco, lei si è interessato molto marginalmente, se non come prima battuta, lei ricorda in quali termini la vicenda di Ilaria Alpi attraversò la sua inchiesta o la parte di inchiesta che lei ha fatto? Le dice niente la Shifco?

PAOLO FORTUNA, Sostituto procuratore della Repubblica presso il tribunale di Napoli. La Shifco dovrebbe essere proprio la società armatrice di Mugne, che compariva sicuramente perché gestiva delle navi, October I, October II, October IV, mi sembra di ricordare, di cui anche la parola nei riscontri operati da Vacchiano sulla base delle dichiarazioni e dei memoriali resi da Elmo. In questi riscontri venivano fuori queste cose, che effettivamente Vacchiano evidenziava ed Elmo non poteva conoscere se non per percezione diretta in quei contesti.

PRESIDENTE. Ma c'erano dei collegamenti tra il traffico d'armi e la Shifco?


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PAOLO FORTUNA, Sostituto procuratore della Repubblica presso il tribunale di Napoli. L'ipotesi che fecero il maresciallo Vacchiano e il procuratore Ormanni - questo lo so e l'ho anche appurato, dopo la prima convocazione che mi è stata fatta da questa Commissione, per rinfrescarmi le idee - fu che c'erano dei collegamenti con il traffico di armi e la Shifco. Non solo, ma ad un certo punto il procuratore si determinò a trasmettere tutto il fascicolo che era in suo possesso, di cui si era assegnato la titolarità investigativa, alla procura della Repubblica di Roma per competenza funzionale, perché, come mi ha confermato appunto di recente, si ritenne convinto che i fatti relativi al 20 marzo 1994, la morte di Ilaria Alpi e Hrovatin, erano legati al traffico di armi con la Somalia. Lui, per queste ragioni, trasmise il fascicolo per competenza alla procura della Repubblica di Roma, e questo me lo ha confermato anche di recente.

PRESIDENTE. Traffico di armi legato sempre a questo Mugne e alla Shifco?

PAOLO FORTUNA, Sostituto procuratore della Repubblica presso il tribunale di Napoli. Mi ha confermato che li ha trasmessi con Omar Said Mugne iscritto nel registro degli indagati per traffico di armi.

PRESIDENTE. Può andare oltre nelle indicazioni importanti che sta dando oppure si deve fermare qui perché l'inchiesta non è stata la sua?

PAOLO FORTUNA, Sostituto procuratore della Repubblica presso il tribunale di Napoli. Questa è un'osservazione quanto mai opportuna. Io non so che esito abbia avuto questa vicenda. È anche vero che più di questo - che sono, ripeto, relata refero, anche dei dati offertimi dall'ex procuratore Ormanni e dal maresciallo Vacchiano - non sono in grado di dire con compiutezza, perché sono appunto raccolte di idee nella parte finale. Siccome ignoro assolutamente cosa poi di questi atti sia avvenuto, ignoro se in atto ci siano uffici giudiziari che, sulla base di questo materiale, stanno svolgendo indagini preliminari, mi sembra opportuno ...

PRESIDENTE. Sempre con riferimento alla Shifco, i documenti che avete trovato a Bologna riguardavano anche la Shifco?

PAOLO FORTUNA, Sostituto procuratore della Repubblica presso il tribunale di Napoli. Sì. C'era documentazione inerente alla Shifco, come collegamento alla Edilter, però, le ripeto, queste sono tematiche sulle quali con precisione credo possano rispondere soltanto coloro che hanno svolto le indagini e le hanno gestite come ufficio di procura.

PRESIDENTE. Lorenzo Mazzega e Franco Giorgi che le dicono?

PAOLO FORTUNA, Sostituto procuratore della Repubblica presso il tribunale di Napoli. Lorenzo Mazzega e Franco Giorgi, insieme ad un altro personaggio, che risponde al nome di Nicolas Oman, sono stati indagati originariamente nella vicenda cheque to cheque, perché ad un certo punto, nell'ambito dell'ipotesi di riciclaggio e a supporto della stessa, sulla base delle dichiarazioni di Elmo, ma non solo, si fece l'ipotesi investigativa che i soldi movimentati mediante queste linee di credito, apparentemente posticce e insincere - ma, abbiamo detto, spiegateci in quei termini dal consulente tecnico -, fossero destinati alla movimentazione di armi e di armamento bellico. Si fece questa ipotesi.

PRESIDENTE. Qui la Somalia torna ancora?

PAOLO FORTUNA, Sostituto procuratore della Repubblica presso il tribunale di Napoli. No, qui la Somalia non giocava in pieno; giocava in pieno, dal punto di vista territoriale, l'area balcanica ed, in particolare, l'ex Jugoslavia, particolarmente la Slovenia, ed il centro di riferimento veniva individuato in Bled, una cittadina slovena, dove aveva residenza questo Nicolas


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Oman. Sulla base di questa attività di indagine su questi personaggi, in sede di riesame avverso il nostro provvedimento di custodia cautelare, emesso dal GIP di Torre Annunziata su nostra richiesta nei confronti di questi tre personaggi, Oman, Mazzega e ... forse Giorgi no ...

PRESIDENTE. Ma diventò un vostro collaborante Mazzega o no?

PAOLO FORTUNA, Sostituto procuratore della Repubblica presso il tribunale di Napoli. No, non collaborò. Ma fu proprio lo spazio di un mattino, perché il riesame, nel confermare i provvedimenti, mi pare di ricordare, dichiarò l'incompetenza della procura della Repubblica di Torre Annunziata e per l'effetto disponemmo subito la trasmissione degli atti alla procura della Repubblica di Venezia.

PRESIDENTE. Di rapporti fra Mazzega e Mugne?

PAOLO FORTUNA, Sostituto procuratore della Repubblica presso il tribunale di Napoli. Non ho contezza, assolutamente.

PRESIDENTE. Allo stato degli atti mi può bastare, ma ci ha detto delle cose molto importanti. La vorrei pregare di rispondere alle domande dei componenti della Commissione. L'onorevole Ranieli ha chiesto di intervenire.

MICHELE RANIELI. Vorrei sapere se è in vita il maresciallo Vacchiano.

PAOLO FORTUNA, Sostituto procuratore della Repubblica presso il tribunale di Napoli. Sì, è in vita e fino a qualche giorno fa godeva pure di buona salute.

PRESIDENTE. Siccome qui muoiono tutti ...

PAOLO FORTUNA, Sostituto procuratore della Repubblica presso il tribunale di Napoli. Siccome ha ascendenze napoletane, non glielo dite.

PRESIDENTE. Mi scusi, apro una parentesi: secondo lei, il presidente Ormanni ci può dare indicazioni su questo stralcio che lui ha curato personalmente oppure se ne è liberato in tempi brevi? Quando lo ha trasmesso a Roma, dopo molto tempo oppure ha svolto indagini?

PAOLO FORTUNA, Sostituto procuratore della Repubblica presso il tribunale di Napoli. Qualche mese sicuramente ...

PRESIDENTE. Quindi, ha svolto indagini?

PAOLO FORTUNA, Sostituto procuratore della Repubblica presso il tribunale di Napoli. Ha svolto indagini sicuramente, e peraltro mi ha detto anche lui che ...

PRESIDENTE. ... è disponibile?

PAOLO FORTUNA, Sostituto procuratore della Repubblica presso il tribunale di Napoli. Disponibilissimo.

PRESIDENTE. La ringrazio. Ha chiesto di parlare l'onorevole De Brasi: ne ha facoltà.

RAFFAELLO DE BRASI. La prima domanda riguarda una cosa che lei ha detto, dottor Fortuna. Quando ha parlato - questo è molto importante - di traffico di armi tramite la Shifco, era un'ipotesi o è qualcosa che ha avuto un riscontro?

PAOLO FORTUNA, Sostituto procuratore della Repubblica presso il tribunale di Napoli. No.

RAFFAELLO DE BRASI. È molto importante perché fino ad adesso si è tante volte parlato del rapporto fra la malacooperazione e il traffico di armi, però mai che qualcuno abbia detto concretamente che aveva trovato una prova.

PAOLO FORTUNA, Sostituto procuratore della Repubblica presso il tribunale di Napoli. Ho capito perfettamente la sua domanda, quanto mai pertinente. Ovviamente


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non può che essere un'ipotesi, non poteva - perché bisogna retroagire a far tempo all'epoca dei fatti in cui c'era l'attenzione investigativa sulla vicenda - che essere una ipotesi; una ipotesi filiata, come ripeto, dalle dichiarazioni rese da questo collaborante, chiamiamolo così, questo Elmo, e dall'attività di riscontro estrinseco svolta sulle sue dichiarazioni dal maresciallo Vacchiano e da quella pattuglia di carabinieri che svolgeva questo tipo di attività di riscontro. Quindi, ovviamente non poteva che essere, all'epoca, un'ipotesi. Cosa sia diventata in prosieguo, nelle mani di altri gestori delle indagini, non so. Allora non poteva che essere un'ipotesi, nulla di più che un'ipotesi.

RAFFAELLO DE BRASI. Sempre in riferimento a questo collaborante, cioè a Francesco Elmo, quali sono stati i suoi rapporti con il colonnello del SISMI, Mario Ferraro, e con Vincenzo Li Causi?

PAOLO FORTUNA, Sostituto procuratore della Repubblica presso il tribunale di Napoli. Quando prima ho fatto riferimento alla postura logorroica di Elmo, la mia mente in automatico spaziava anche verso questi personaggi, e non solo questi, perché Elmo nel suo narrare i contatti e i rapporti avuti con questi personaggi dei servizi, mai potuti identificare e di cui non si è mai saputo se esistessero o meno, tra le altre cose, narrava vicende relative alla morte del colonnello Ferraro. Per quanto riguarda Li Causi, il nome mi dice qualcosa, però non ricordo nessun episodio specifico: mi pare fosse un maresciallo del SISMI morto in Somalia.

RAFFAELLO DE BRASI. Ucciso in Somalia.

PAOLO FORTUNA, Sostituto procuratore della Repubblica presso il tribunale di Napoli. Sì, ucciso in Somalia. Disse qualcosa anche su questo, ma sempre in sede di riscontri alle sue dichiarazioni, poi sviluppate dal maresciallo Vacchiano; quindi, probabilmente l'ho sentito da lui.
Invece, lui disse delle cose circa la vicenda del colonnello Ferraro ed io ricordo bene questo fatto perché è stata l'unica volta in tutta la mia carriera in cui, sotto le insistenze del procuratore, dovetti rilasciare una intervista per smentire assolutamente che vi erano attività di indagine da parte della procura di Torre Annunziata sulla morte del colonnello Ferraro, che c'erano indicazioni circa un suo omicidio, ma che era soltanto una sciagurata fuga di dichiarazioni rese da questo Elmo nel corso dell'indagine cheque to cheque. Tra le altre cose, disse anche questo.
Anche per questo il personaggio non ispirava quella necessaria fiducia collaborativa che deve nascere in qualsiasi persona si accinga a svolgere un'indagine di qualsivoglia genere, natura e tipo - uso l'espressione «indagine» nel senso più lato del termine - perché su determinati fatti, eccentrici rispetto alla vicenda che lo riguardava, straparlava, sotto questo versante.
Poi so che venne sentito anche dalla procura di Roma, proprio in occasione e relativamente alla vicenda del colonnello Ferraro; io ebbi anche uno scambio di opinioni con il collega che indagava su questa vicenda, che credo fosse il dottor Agnello Rossi - mi pare di ricordare fosse lui - e al telefono ci scambiammo un po' le impressioni. Lui disse: «Come lo vedi? Ho visto che nel tuo resoconto stenotipico dell'interrogatorio in carcere sei stato particolarmente duro. Mi pare che non ti dia fiducia». Ed io gli dissi: effettivamente, fin quando parla di sé e di cose che ha fatto personalmente e che ha visto personalmente e dei suoi sodali fisici, con i quali ha svolto una certa attività, sì. Quando comincia a parlare di queste cose, trincerandosi dietro queste persone che gli davano questi incarichi di ricerca e rintraccio probatorio, diventa un po' più complesso stargli dietro.

RAFFAELLO DE BRASI. Mi interessava perché, ad un certo punto, lui parla molto e rilascia anche varie interviste, tra cui una su Avvenimenti, in cui appunto si


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sofferma proprio sui rapporti sia di Li Causi che di Ferraro con la Somalia. Anzi, addirittura - le leggo ....

PAOLO FORTUNA, Sostituto procuratore della Repubblica presso il tribunale di Napoli. Chi?

RAFFAELLO DE BRASI. Francesco Elmo.

PAOLO FORTUNA, Sostituto procuratore della Repubblica presso il tribunale di Napoli. Proprio lui? Rilascia un'intervista?

RAFFAELLO DE BRASI. Sì, in cui dice che l'agente del SISMI Vincenzo Li Causi sarebbe stato inviato in Somalia per indagare sui traffici di armi che coinvolgevano le navi italiane della cooperazione. Poi dice che lo stesso colonnello Ferraro - avrebbe raccontato Elmo - gli avrebbe chiesto di sondare i suoi ambienti alla ricerca di notizie sulle navi della cooperazione, così come pure lo stesso Ferraro gli avrebbe detto - scrive Avvenimenti - che un faccendiere italiano era stato inviato in Somalia dal SISMI per indagare sulla Shifco ed era invece passato dalla parte dei trafficanti di armi. Era stato proprio quest'uomo - avrebbe detto il colonnello Ferraro - a far uccidere Li Causi simulando una sparatoria con dei predoni somali. Questa è l'ANSA del 14 maggio del 1996.

PAOLO FORTUNA, Sostituto procuratore della Repubblica presso il tribunale di Napoli. Lei però mi ha parlato di un'intervista.

RAFFAELLO DE BRASI. Sì, ad Avvenimenti.

PAOLO FORTUNA, Sostituto procuratore della Repubblica presso il tribunale di Napoli. Questa è un'intervista?

RAFFAELLO DE BRASI. Sì, ad Avvenimenti. E l'ANSA riprende quell'intervista e lancia...

PAOLO FORTUNA, Sostituto procuratore della Repubblica presso il tribunale di Napoli. Insistevo con le perplessità sul punto, perché riecheggia un po' la scrittura del suo memoriale. Quindi, più che un'intervista rilasciata dal personaggio, sembra la trasposizione del memoriale, anzi di uno dei tanti memoriali, di questi appunti che consegnava nelle mani del maresciallo Vacchiano.

RAFFAELLO DE BRASI. Questo Francesco Elmo ha parlato anche della vicenda Alpi, della Somalia?

PAOLO FORTUNA, Sostituto procuratore della Repubblica presso il tribunale di Napoli. Ha parlato di tutto e di più.

RAFFAELLO DE BRASI. Però lei dà poca credibilità a quello che dice.

PAOLO FORTUNA, Sostituto procuratore della Repubblica presso il tribunale di Napoli. Sì, dal punto di vista prettamente empatico.

PRESIDENTE. Che fine ha fatto?

PAOLO FORTUNA, Sostituto procuratore della Repubblica presso il tribunale di Napoli. Non ne ho la più pallida idea. Per un periodo è stato addirittura sotto protezione. Potrebbe ancora esserlo.

RAFFAELLO DE BRASI. Lei ha parlato del rapporto Edilter-Shifco. Può approfondire questo aspetto? La Edilter costruiva delle cose in Somalia? Trafficava armi?

PAOLO FORTUNA, Sostituto procuratore della Repubblica presso il tribunale di Napoli. No. Ne ho parlato con un approccio particolarmente timido sotto il profilo anche lessicale, perché ho un ricordo vago di rimando alle conversazioni che scambiavo con il maresciallo Vacchiano o con il procuratore Ormanni. Qui si annida il ricordo, perché il tema non era oggetto specifico dell'indagine che io e Novelli avevamo. Ad un certo punto, si parlò dell'Edilter come società navale, di cantieristica


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navale, nelle cui sedi svolgemmo delle perquisizioni: mi pare di ricordare, Viareggio, Bologna e Roma.

RAFFAELLO DE BRASI. La sede legale è a Bologna.

PAOLO FORTUNA, Sostituto procuratore della Repubblica presso il tribunale di Napoli. Però forse aveva anche degli stabilimenti aziendali a Viareggio e a Roma. Nelle perquisizioni rinvenimmo del materiale anche informatico, che poi venne analizzato dal consulente e dai carabinieri.
Come dicevo, ricordo che c'era questo legame con la Shifco, ma non sono assolutamente in grado di dire che tipo di legame ci fosse.

RAFFAELLO DE BRASI. Ha parlato di carte acquisite.

PAOLO FORTUNA, Sostituto procuratore della Repubblica presso il tribunale di Napoli. Mi pare di ricordare che queste carte portassero anche alla Shifco.

RAFFAELLO DE BRASI. Dove sono adesso? A Roma?

PAOLO FORTUNA, Sostituto procuratore della Repubblica presso il tribunale di Napoli. Trasmigrarono nel fascicolo del procuratore sul traffico d'armi intestato, come indagato, ad Omar Said Mugne ed altri, che poi il procuratore mandò a Roma.

PRESIDENTE. Non per Ilaria Alpi?

PAOLO FORTUNA, Sostituto procuratore della Repubblica presso il tribunale di Napoli. Lo mandò a Roma - me lo ha confermato anche di recente - perché era convinto che la vicenda omicidiaria Alpi-Hrovatin fosse strettamente collegata al traffico di armi con la Somalia.

PRESIDENTE. Allora dovremmo avere queste carte!

PAOLO FORTUNA, Sostituto procuratore della Repubblica presso il tribunale di Napoli. Questa era l'idea del procuratore Ormanni.

PRESIDENTE. Dobbiamo sentirlo.
È iscritto a parlare l'onorevole Cannella. Ne ha facoltà.

PIETRO CANNELLA. Vorrei sapere se lei abbia memoria o consapevolezza di un'informativa del SISDE che indica in Mugne non soltanto un personaggio dai molteplici traffici, così come lei ha detto, che si occupava anche della produzione di moneta somala falsa, ma anche di un personaggio collegato direttamente o indirettamente a Bin Laden.

PAOLO FORTUNA, Sostituto procuratore della Repubblica presso il tribunale di Napoli. Non ne ho assolutamente contezza.

PRESIDENTE. Una risposta positiva sarebbe stata dirompente. Non riusciamo a portare in Commissione Bin Laden, che rappresenterebbe la traccia integralista islamica!
Ringrazio il dottor Paolo Fortuna per la cortesia che ha voluto riservare alla Commissione e anche per le notizie di un certo rilievo che abbiamo avuto attraverso la sua audizione.
Non so se avremo necessità di riascoltarlo, ma sicuramente, come ha consigliato, chiameremo il maresciallo Vacchiano e in primo luogo il procuratore Ormanni, per la specifica attività d'inchiesta che ha svolto sul tema che ci occupa.

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