Resoconto stenografico dell'Assemblea
Seduta n. 411 del 22/1/2004
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(Iniziative per l'ammodernamento infrastrutturale del versante ionico calabrese - nn. 2-01016, 2-01036)

PRESIDENTE. Avverto che le interpellanze Oliverio n. 2-01016 e Volontè n. 2-01036, che vertono sullo stesso argomento, saranno svolte congiuntamente (vedi l'allegato A - Interpellanze urgenti sezione 2).
L'onorevole Bova ha facoltà di illustrare l'interpellanza Oliverio n. 2-01016, di cui è cofirmatario.

DOMENICO BOVA. Signor Presidente, onorevoli colleghi, signor rappresentante


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del Governo, illustro questa interpellanza urgente il cui primo firmatario è il collega Oliverio. Essa nasce dalla decisione adottata da Trenitalia di sopprimere a partire dal 14 dicembre 2003 il treno Intercity 692-693 Reggio Calabria-Bari, nonché dalla decisione di privare del servizio cuccette e della prima classe il treno che conduce a Roma. Con queste decisioni Trenitalia ha privato di un importante servizio ferroviario interregionale tutta la dorsale ionica, da Reggio Calabria fino a Sibari. Tale provvedimento, come si può immaginare, ha causato gravi disagi per gli utenti ed i viaggiatori ed ha provocato forti e vibrate proteste da parte delle autorità civili, amministrative e financo religiose, nonché dei comitati di utenti che sono nati spontaneamente per difendere la linea ferrata ionica. Iniziative di contestazione e di lotta sono state adottate nelle aree della Locride, dove addirittura il vescovo è sceso in piazza e ha fatto suonare le campane a morto; e iniziative analoghe sono state adottate nella Sibaritide e nel Crotonese. Lungo tutta l'intera linea investita da questo provvedimento di Trenitalia si è protestato in quanto il disagio per tale decisione è molteplice e deriva anche dal fatto che il servizio soppresso ha assolto per lungo tempo a funzioni di trasporto pubblico locale, dal momento che questo treno attraversa, per 312 chilometri, tutta la Calabria lungo la dorsale ionica, consentendo così anche un collegamento ferroviario tra le province calabresi. La decisione assume un'ulteriore rilevanza negativa se si considera che non sussiste in tutta l'area un'altra valida alternativa di mobilità, dal momento che i collegamenti stradali sono fortemente condizionati dalla assoluta inadeguatezza strutturale della strada statale n. 106; ma di questo dirò tra poco.
Quella di Trenitalia è l'ultima misura di un disegno - lo vorrei sottolineare, onorevole sottosegretario - che tende a smantellare il servizio di trasporto che collega la Calabria al resto del paese lungo il versante ionico. Quanto dico è supportato dal dato che già l'anno scorso è stato soppresso l'unico treno Intercity, il 744, che, lungo la dorsale ionica, collegava Reggio Calabria con Roma; inoltre, prima ancora, negli anni passati sono stati soppressi i collegamenti con Milano, Bologna e Torino.
Come lei può notare, siamo in presenza di una situazione grave, che richiama ai vari livelli le responsabilità di Trenitalia, della regione Calabria e del Governo. Quest'ultimo, malgrado gli impegni, non garantisce gli investimenti necessari alla infrastrutturazione di quell'area, di quella terra.
Infatti, né nei programmi del Governo né nella legge finanziaria per il 2004 sono previste risorse per l'ammodernamento della ferrovia e per la strada statale 106. Sappiamo di aver posto, con questa interrogazione, un problema fondamentale per quanto riguarda la Calabria, che è quello dei trasporti, soprattutto lungo la dorsale ionica, che è stata fortemente penalizzata dalle decisioni di Trenitalia e dalla incapacità, da parte dei Governi e della regione Calabria, di garantire il finanziamento dell'infrastrutturazione stradale della statale 106.
Noi tutti sappiamo quanta importanza rivesta questa questione, questo aspetto dell'innervatura infrastrutturale e ci preoccupiamo per il fatto che, in documenti fondamentali, come dicevo - sia nella finanziaria, sia nel piano delle 21 opere prioritarie individuate dal CIPE - non vi sia alcun riscontro in questa direzione, mentre noi avvertiamo l'esigenza che la Calabria e, in particolare, questa parte del territorio calabrese, venga ben collegata con il resto d'Italia per realizzare quell'ammodernamento che noi riteniamo indispensabile.
Vorrei introdurre una nota positiva. Lo scorso 15 gennaio vi è stata una riunione organizzata dal viceministro Tassone, il quale ha convocato le parti, a seguito di queste proteste; si è riusciti ad istituire un primo tavolo per ragionare insieme al Governo, alla regione Calabria e a Trenitalia al fine di individuare soluzioni funzionali all'ammodernamento ed alle esigenze dei cittadini calabresi che necessitano di questi servizi. In quella sede abbiamo


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discusso e prendiamo atto del fatto che un primo dibattito si è avviato. Abbiamo discusso con il ministro, con Trenitalia, con la regione Calabria, con i comitati, con i parlamentari e con i consiglieri regionali, ma non abbiamo ancora realizzato quell'intesa importante che dovrebbe portare Trenitalia a recedere dalla decisione di sopprimere il treno Intercity e avviare, al contempo, una politica di potenziamento ed ammodernamento della rete. Si è avviato un primo confronto, ma restano in piedi le responsabilità, da parte del Governo e della regione Calabria, e noi oggi chiediamo un impegno preciso al Governo affinché si dia una prima risposta e si avvii una fase che possa restituire speranza e certezza ai nostri concittadini calabresi, perché sentiamo che è arrivato il momento delle risposte concrete. La situazione, infatti, sta diventando veramente esplosiva e non più sostenibile dal punto di vista della tollerabilità sociale.
Credo che oggi dobbiamo chiedere al Governo questo impegno e che il Governo ci possa dare una prima risposta dato che già si sono avute le prime interlocuzioni. Chiedo, quindi, al sottosegretario Sospiri se il Governo non ritenga di assumere iniziative più concrete per addivenire ad una decisione formale, da parte di Trenitalia, per il ripristino dell'Intercity che da Reggio Calabria, lungo la dorsale ionica, arriva fino a Bari. Vorrei inoltre sapere quali iniziative il Governo intenda assumere affinché sia definito un programma di ammodernamento della ferrovia ionica Bari-Reggio Calabria e affinché siano destinate adeguate risorse all'ammodernamento della strada statale 106, dando priorità alla realizzazione dei tratti che presentano maggiore criticità.
Credo che il Governo dovrebbe anche addivenire alla convocazione in tempi brevi di una conferenza dei servizi, alla quale invitare Trenitalia, ANAS, la regione Calabria, le province calabresi interessate e i comuni che ricadono in quell'area, al fine di concertare programmi concreti in direzione dell'ammodernamento infrastrutturale del versante ionico calabrese e di una adeguata organizzazione del servizio ferroviario.

PRESIDENTE. L'onorevole Dorina Bianchi ha facoltà di illustrare l'interpellanza Volontè n. 2-01036, di cui è cofirmataria.

DORINA BIANCHI. Signor Presidente, nell'illustrare brevemente l'interpellanza, intendo sottolineare la sensazione di grande disagio, abbandono e isolamento in cui si trova l'intera popolazione della Calabria jonica.
Come ha testè ricordato il collega Bova, si tratta di territori obiettivamente abbandonati sotto tutti gli aspetti infrastrutturali. Infatti, non esiste soltanto il citato problema della ferrovia e della strada statale n. 106, ma anche quello dei porti, che non sono presenti nella fascia jonica (o, perlomeno, non sono potenziati). Vorrei ricordare, al riguardo, che, nell'intera Calabria, Crotone è la provincia che presenta la più alta percentuale di nuove imprese giovanili.
Mi domando, pertanto, se in una regione come la Calabria, dove l'immigrazione è forte e i giovani vanno via, non sia possibile potenziare una provincia che, nonostante i disagi in cui vive, rappresenta un potenziale di sviluppo non solo per l'intera Calabria, ma anche per l'intera nazione.

PRESIDENTE. Il sottosegretario per le infrastrutture e i trasporti, onorevole Sospiri, ha facoltà di rispondere.

NINO SOSPIRI, Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti. Signor Presidente, i deputati interpellanti pongono alcune questioni importanti sotto il profilo dei collegamenti della regione Calabria con il resto del territorio nazionale attraverso la costa jonica. Sono state evidenziate, in particolare, due principali tematiche: il trasporto ferroviario, con il collegamento Reggio Calabria-Bari, ed il trasporto stradale, attraverso la statale 106 «Jonica».


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Per quanto attiene alla viabilità stradale, si evidenzia che l'ammodernamento della statale «Jonica» è inserito nel primo programma delle infrastrutture strategiche di preminente interesse nazionale di cui alla legge 21 dicembre 2001, n. 443 (la cosiddetta legge obiettivo). L'ANAS, al riguardo, ha ritenuto opportuno precisare che l'intera progettazione preliminare per le tratte da ammodernare - per un'estensione complessiva di 415 chilometri - è stata sviluppata secondo i regolamenti precedenti la legge obiettivo e le norme CNR/80 sulla progettazione stradale.
A seguito dell'emanazione del decreto ministeriale 5 novembre 2001, recante «norme funzionali e geometriche per la costruzione delle strade», nonché delle indicazioni fornite dalle amministrazioni territoriali competenti e delle disposizioni della legge obiettivo, è emersa la necessità di adeguare e rivisitare tutta la progettazione preliminare. La progettazione della nuova strada statale n. 106 «Jonica» è stata suddivisa in 11 megalotti omogenei di più ampio respiro progettuale.
L'ANAS ha trasmesso, pertanto, un dettagliato prospetto relativo a ciascuno degli 11 lotti, che si mette a disposizione della Camera, e che contiene tutti gli elementi relativi all'iter progettuale e ai finanziamenti, così come richiesto dagli onorevoli interpellanti.
Per quanto attiene ai collegamenti ferroviari, in via preliminare si osserva che le questioni sollevate dagli interpellanti si inseriscono in un quadro caratterizzato, nel settore del trasporto ferroviario, da un delicato momento di transizione dal regime monopolistico a quello della concorrenza del mercato liberalizzato. Ciò in un contesto di norme italiane e comunitarie che escludono la possibilità di interventi, contributi o aiuti di Stato nel settore del trasporto ferroviario a media e lunga percorrenza non sottoposti ad obbligo di servizio pubblico.
La questione sollevata riguarda infatti i servizi intercity, che, com'è noto, rientrano nei servizi di trasporto effettuati da Trenitalia Spa in regime di libertà commerciale, senza alcun contributo pubblico e, quindi, senza alcun controllo diretto da parte dello Stato o delle regioni. Nel settore dei servizi ferroviari di media e lunga percorrenza, inoltre, di fatto è stato disposto, fin dal 2002, il blocco degli aumenti tariffari.
Nel merito della questione specifica, la società Ferrovie dello Stato Spa ha comunicato che, con la nuova offerta-orario del 14 dicembre 2003, l'Intercity 680/695, denominato Pitagora, da Reggio Calabria a Bari, e viceversa, che, nel precedente orario, transitava per le stazioni di Roccella e Crotone, non è stato soppresso, ma è stato instradato in direzione Cosenza e Sibari. La modifica della traccia di tale treno, che ha inteso principalmente razionalizzare e velocizzare il collegamento Reggio Calabria-Bari, si è anche resa necessaria in quanto i livelli di frequentazione del treno stesso sulla tratta jonica risultavano poco soddisfacenti rispetto alle attese commerciali di Trenitalia. Il provvedimento, che consente al treno una velocizzazione media di circa 53 minuti, così collegando i due capoluoghi di regione, Reggio Calabria e Bari, in circa 6 ore e 30 minuti, sebbene abbia, in effetti, apportato la soppressione delle fermate sulla tratta jonica, dove la domanda di servizio proviene prevalentemente da una clientela pendolare, d'altro canto, ha prodotto nuove fermate sia sulla tratta Sibari-Cosenza sia sulla costa tirrenica, a partire da Amantea.
Inoltre, sulla tratta Reggio Calabria-Catanzaro Lido, è stato istituito, nella stessa fascia oraria del mattino, proprio per venire incontro alle esigenze dei pendolari, il nuovo treno del trasporto regionale R/3742, che costituisce una valida alternativa per le località in precedenza servite dall'Intercity Pitagora. Tale nuovo collegamento, che percorrerà la nuova tratta con gli stessi tempi dell'Intercity, interesserà anche le stazioni di Brancaleone, Bianco, Bovalino e Monasterace, che, vigendo il precedente orario, non avevano la fermata del Pitagora.
Ferrovie dello Stato fa conoscere inoltre che, al fine di rendere sistematici i collegamenti tra la costa tirrenica e quella adriatica, è previsto, per la metà del


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prossimo mese di febbraio, il prolungamento del suddetto treno R/3742 fino alla stazione di Sibari, in coincidenza con il Pitagora. Tale collegamento verrà allestito con nuovo materiale, allo scopo di rendere più confortevole il servizio per la clientela dei bacini interessati.
Per quanto attiene alla soppressione del servizio «auto al seguito» da Crotone a Milano e viceversa, Ferrovie dello Stato fa conoscere che tale provvedimento è stato attuato a seguito di attente valutazioni di vari fattori, sia dal punto di vista commerciale che da quello strategico. L'analisi del traffico, infatti, ha rilevato un modesto numero di auto trasportate a fronte di costi elevati per il mantenimento del terminal «auto al seguito». Il servizio, attivo solo per alcuni giorni di punta nei mesi estivi, offriva una disponibilità di 256 posti auto a fronte di un utilizzo di soli 140 posti circa.
In ogni caso, la Calabria risulta ben collegata con il nord Italia tramite i terminal «auto al seguito» di Lamezia Terme e di Villa San Giovanni e specificatamente: il collegamento da e per Bologna è assicurato tre giorni alla settimana durante il periodo estivo e un giorno alla settimana per il restante periodo dell'anno; da e per Genova e Milano esistono collegamenti per alcuni giorni durante le feste di Natale fino all'Epifania e durante il giorno di Pasqua, nonché due giorni alla settimana dall'11 giugno all'11 luglio e tre giorni alla settimana dal 12 luglio al 16 settembre, e in più, 14 coppie di treni nel periodo di maggiore affluenza, dal 12 luglio al 6 settembre; da e per Bolzano il collegamento è assicurato un giorno alla settimana dal 19 dicembre al 27 marzo, nonché alcuni giorni durante le feste di Natale fino all'Epifania e durante il periodo di Pasqua, e due giorni alla settimana, dal 18 giugno al 4 settembre; i collegamenti da e per Roma sono assicurati per diversi periodi durante tutto l'anno; dal terminal di Villa San Giovanni esistono collegamenti da e per Venezia tre giorni alla settimana, dal 10 giugno al 20 agosto.
Relativamente al collegamento «auto al seguito» da Crotone per Torino, Ferrovie dello Stato comunica che questo non è più attivo da diversi anni, ma che i terminal di Lamezia Terme e di Villa San Giovanni assicurano i collegamenti da e per Genova e Torino nel modo di seguito indicato: per alcuni giorni durante le feste di Natale fino all'Epifania e durante il periodo di Pasqua; due giorni alla settimana dal 10 giugno all'11 luglio; tre giorni alla settimana dal 12 luglio al 14 settembre e in più 15 coppie di treni nel periodo di maggiore affluenza, dal 12 luglio all'11 settembre.
Relativamente allo scalo di Cutro, RFI, in base ai contenuti del decreto legislativo 8 luglio 2003, n. 188, che disciplina l'utilizzo e la gestione dell'infrastruttura ferroviaria, in qualità di gestore dell'infrastruttura stessa, sta perseguendo una strategia di potenziamento degli itinerari ferroviari dedicati al trasporto merci in correlazione con il sistema logistico terrestre e marittimo esistente. Tale attività, fa conoscere Ferrovie dello Stato, porterà ad una razionalizzazione dei terminali merci esistenti, con eventuali interventi di potenziamento. In questo contesto, anche lo scalo di Cutro sarà inserito nel più vasto piano nazionale di adeguamento e potenziamento del sistema ferroviario per il trasporto merci e sarà oggetto di interventi ad oggi in corso di definizione e di finanziamento.
Relativamente, quindi, al programma di ammodernamento della linea jonica Bari-Reggio Calabria, si fa presente che l'itinerario della linea in argomento è costituito da due tratte terminali.
La prima, da Bari a Taranto e da Melito Porto Salvo a Reggio Calabria, è a servizio delle aree metropolitane di Bari, Taranto e Reggio Calabria e per essa è previsto il raddoppio. La seconda comprende una tratta intermedia (Taranto - Melito Porto Salvo) caratterizzata da un traffico di tipo regionale ed interregionale, per la quale è previsto l'ammodernamento infrastrutturale e tecnologico. Inoltre, la tratta Sibari - Metaponto - Taranto - Bari del suddetto itinerario è comune all'itinerario Gioia Tauro - Cosenza -


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Sibari - Metaponto - Taranto - Bari, oggetto di interventi di potenziamento infrastrutturale mirati alla realizzazione di un corridoio alternativo per il traffico merci da Gioia Tauro verso il Corridoio Adriatico.
In dettaglio, il contratto di programma prevede i seguenti interventi: il raddoppio Bari-Taranto, per un importo di circa 419 milioni di euro; interventi di ammodernamento infrastrutturale consistenti nella velocizzazione degli itinerari di incrocio, nell'adeguamento dei moduli di precedenza e nella costruzione di sottopassi e marciapiedi per le stazioni di Vinosa, Castellaneta e Palagiano della tratta Sibari - Metaponto, per un importo di circa 5 milioni di euro. Nella tratta Sibari - Metaponto, comune all'itinerario alternativo merci Gioia Tauro - Bari, sono previsti anche l'adeguamento del peso assiale in categoria D4, l'ampliamento della sagoma allo standard «P/C 45» per il transito di container a cubatura maggiorata e la messa a piano regolatore e la realizzazione degli ACEI delle stazioni di Sibari e Metaponto, per un importo complessivo di circa 32 milioni di euro. Sono previsti inoltre: interventi di miglioramento sulla linea Metaponto - Melito Porto Salvo, consistenti nella velocizzazione degli itinerari di incrocio nelle stazioni della tratta Metaponto - Melito Porto Salvo, per un importo di circa 7 milioni di euro, e nel restyling architettonico e rinnovo degli impianti di telecomunicazione al pubblico della stazione di Crotone, per un importo di circa 1 milione di euro; il raddoppio Melito Porto Salvo - Reggio Calabria, per un importo di circa 167 milioni di euro; i raccordi per la fluidificazione del traffico ferroviario in corrispondenza dei nodi di Taranto e Bari, che valgono rispettivamente 45 milioni di euro ed 85 milioni di euro circa.
Inoltre, nell'ambito del potenziamento tecnologico della linea Lamezia Terme - Catanzaro lido, Ferrovie dello Stato riferisce che è in corso la messa a piano regolatore e la realizzazione dell'ACEI nella stazione di Catanzaro lido, per un importo di circa 9 milioni di euro, nonché il restyling architettonico della stessa stazione ed il rinnovo degli impianti di teleinformazione al pubblico, per un importo di circa 3 milioni di euro. In ottemperanza alla delibera CIPE del 29 settembre 2002, è stato, infine, avviato lo studio di fattibilità concernente la velocizzazione dell'intero itinerario Sibari-S. Lucido-Rosarno, nell'ambito del quale è stato studiato anche il raddoppio della tratta Taranto-Metaponto.
In conclusione, ferma restando l'attenzione del Governo riguardo a tutti i servizi ferroviari, si evidenzia che il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti è disponibile ad intervenire con le regioni nelle decisioni che coinvolgono sia i servizi di trasporto di media e lunga percorrenza sia quelli regionali.
Peraltro, la stessa società Ferrovie dello Stato ha assicurato che sta attentamente considerando le necessità espresse dalle comunità interessate nell'area ed è quindi disponibile a valutare ipotesi alternative a favore dell'utenza, anche confrontandosi - come è ovvio - con le forze sociali, sindacali e politiche.

PRESIDENTE. L'onorevole Bova ha facoltà di replicare per l'interrogazione Oliverio n. 2-01016, di cui è cofirmatario.

DOMENICO BOVA. Signor Presidente, sottosegretario Sospiri, la ringrazio per la sua squisita cortesia e per il garbo con cui risponde, per la seconda volta sulla stessa materia, a questa interpellanza che ho presentato in Parlamento insieme ai miei colleghi. Non le nascondo però la mia insoddisfazione per la nota predisposta dagli uffici di Trenitalia e delle Ferrovie dello Stato Spa, nel momento in cui si cerca di rispondere ai quesiti posti con la nostra interpellanza urgente.
Onorevole sottosegretario, tutta la minuziosa illustrazione che ella ha sviluppato in risposta alla interpellanza tratta, però, del versante calabrese tirrenico, mentre io ponevo la questione del versante jonico. In Calabria, infatti, vi sono due dorsali: la jonica e la tirrenica. Il versante tirrenico è caratterizzato dalla velocizzazione della linea ferrata e dell'autostrada


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e, rispetto ad esso, vi sono investimenti notevoli da parte di Trenitalia e delle Ferrovie dello Stato per potenziare ed ammodernare la linea. Al riguardo, prendiamo atto delle dichiarazioni che ella ha fornito al Parlamento.
L'altro versante è quello jonico, che interessa 320 chilometri e che da Reggio Calabria giunge fino a Sibari, a Crotone e via dicendo. Con riferimento a questa parte del versante calabrese, la linea che Trenitalia sta sviluppando è quella della dismissione e della soppressione dei treni a lunga percorrenza, ossia di quei treni che conducono da Reggio Calabria o da Crotone al resto del paese, che collegano, cioè, questa parte del territorio con Roma, Bologna, Milano e Torino.
Questo è il ragionamento che ho cercato di sviluppare nell'interpellanza che ho illustrato. A questa politica di Trenitalia si aggiungono le problematiche che riguardano la strada statale. Mi riferisco alla famosa strada statale n. 106 (o E90, come oggi viene definita).
Onorevole sottosegretario, lei ha affermato che vi sono 11 megalotti che devono essere finanziati e sviluppati, ma ha detto anche qualcosa che, a mio avviso, è preoccupante. Lei ha affermato che questi megalotti devono essere rivisitati come progetto. Pertanto, la vecchia progettazione e tutto il lavoro che nella passata legislatura era stato sviluppato (ricordo l'impegno profuso insieme ai deputati calabresi, di tutti i gruppi parlamentari, per spingere in questa direzione) vengono vanificati. Questo dato conferma la mia preoccupazione, perché - come dicevo prima - tra le 21 opere prioritarie deliberate dal CIPE non c'è la statale 106 (e, se questi progetti devono essere rivisitati, immagino che tempi lunghi si avranno!).
Ciò conferma - ripeto - la mia preoccupazione per quanto riguarda l'impegno del Governo con riferimento alla rete infrastrutturale calabrese nel versante jonico.
Tutto questo, senza parlare dell'ANAS! Non si riescono a rendere cantierabili impegni e stanziamenti che i Governi hanno realizzato in questi anni. Aspettiamo che si realizzi il megalotto che da Marina di Gioiosa Jonica deve arrivare fino a Palizzi; aspettiamo da dieci anni, siamo fortemente preoccupati e denunciamo questa situazione.
A fronte di un contesto di questo tipo, credo vi debba essere da parte del Governo un impegno (oltre a quello di stanziare finanziamenti all'interno della legge finanziaria o del documento di programmazione economico-finanziaria), volto a stimolare e ad attivarsi, affinché, attraverso la mediazione del Governo stesso, si giunga ad un tavolo in cui si convochino le parti e Trenitalia.
Prendo atto che, sulla base delle nostre pressioni, questa iniziativa è stata avviata, ma deve essere portata avanti al più presto, perché noi vogliamo che vi siano da subito risposte concrete, dal momento che la situazione è diventata realmente allarmante. Diventa stucchevole ed avvilente tornare su questi argomenti, far comprendere al Parlamento (considerato che gli atti saranno pubblici) quale sia la politica che sta portando avanti Trenitalia Spa. Si sta creando una situazione di fatto; lei dice infatti che il treno è scarsamente frequentato dagli utenti, ma è chiaro: nessuno è così suicida da affrontare viaggi in carrozze vetuste, come quelle di cui è dotata la linea jonica calabrese, con stazioni fatiscenti!
Si tratta allora di avviare interventi che non riguardino soltanto la stazione di Crotone - prendiamo atto che con riferimento a quest'ultima struttura esiste un finanziamento per l'ammodernamento della stessa, ed è cosa giustissima - ma noi chiediamo che l'intervento interessi anche tutte le altre stazioni della linea jonica che sono state dismesse, chiuse e sigillate e dove si registrano atti vandalici e sconcerie.
Chiediamo allora che vi sia una politica organica da parte del Governo e della regione Calabria finalizzata all'ammodernamento e agli investimenti strutturali su questa linea, perché avvertiamo di essere giunti ad un punto di rottura, che si potrà tradurre nella richiesta delle popolazioni di eliminare completamente la rete ferrata


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lungo questa via se questi processi di ammodernamento non saranno realizzati. Infatti, se la rete ferrata ha una funzione propedeutica allo sviluppo e all'utilizzo che ne fanno le popolazioni locali, allora va bene; ma se non c'è invece una politica che potenzi il trasporto su rete ferrata, questa rischia di rappresentare solo un problema per l'accesso al mare di questi centri che potrebbero invece avere un diverso futuro.
Spero di averle trasmesso, signor rappresentante del Governo, i sensi della nostra forte preoccupazione (parlo a nome di tutti i colleghi calabresi, che avvertono, come me, questa esigenza). È venuto il momento che il Governo intervenga con la sua autorità per rimuovere le cause che ostacolano il pieno dispiegarsi di un'iniziativa di potenziamento di questa importante infrastruttura che è la rete ferrata. Con riferimento alla statale 106, ho detto delle responsabilità che gravano sul Governo.
In conclusione, esprimo la mia insoddisfazione per come Trenitalia Spa sta agendo, in particolare con riferimento a questa zona del territorio nazionale, e ribadisco i miei rilievi critici nei confronti del Governo e della regione Calabria, auspicando che si assuma un'iniziativa forte per invertire la linea di tendenza che fino ad oggi ha caratterizzato l'azione sia a livello nazionale sia a livello regionale.

PRESIDENTE. L'onorevole Dorina Bianchi ha facoltà di replicare per l'interpellanza n. 2-01036 di cui è cofirmataria.

DORINA BIANCHI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, nel ringraziare il rappresentante del Governo per la sua risposta, non posso fare a meno di sottolineare le inesattezze che sono state dette. Quando si dice infatti che la Calabria è collegata bene al resto d'Italia, si dice cosa non vera. Una parte della Calabria è collegata al resto d'Italia, ovvero la parte tirrenica che, come ha ricordato il collega Bova, è quella nella quale sono concentrati non soltanto la ferrovia, ma anche l'unica autostrada presente in Calabria, - la Salerno Reggio Calabria e gli aeroporti -, nonché, infine, il porto di Gioia Tauro.
Non solo: tra la parte jonica e quella tirrenica della Calabria non esistono strade alternative né ferrovie trasversali che possano rendere più facile lo spostamento della popolazione per accedere ai servizi di cui lei diceva. Se per l'Italia Cristo si è fermato ad Eboli, per la Calabria si è fermato a Sibari! Questa è una realtà che non ci possiamo nascondere.
È vero che i treni non sono appetibili per la popolazione calabrese. Ciò non soltanto per la scomodità delle carrozze, ma anche per i tempi estremamente lunghi. Non dobbiamo dimenticare che la linea ferroviaria presente sulla jonica è obsoleta, a binario unico, e non permette ai treni di raggiungere velocità adeguate.
Vorrei ricordare come sia veramente indispensabile, a questo punto, per non peggiorare maggiormente le condizioni di una parte di Calabria che si mostra, invece, volenterosa di riscatto, un tavolo nazionale in cui la regione, le Ferrovie, le province ed i comuni si attivino per raggiungere qualche risultato.
Come maggioranza abbiamo dato gli oneri di servizio all'aeroporto di Crotone per un unico volo giornaliero per Roma. La regione Calabria in ciò si è dimostrata poco sensibile: mentre negli aeroporti di Reggio Calabria e di Lamezia Terme detiene la maggioranza, nell'aeroporto di Crotone conserva solamente un 5 per cento. Credo che tale politica regionale di isolamento di una parte della Calabria, alla fine, non porti alcun beneficio neanche all'altra parte.
Del resto, diciamo da tanto tempo che per uno sviluppo dell'Italia intera è indispensabile riscattare e sviluppare il nostro Mezzogiorno.

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