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PRESIDENTE. Comunico alla Commissione, affinché sia al corrente di tutto il lavoro che si sta compiendo, e in particolare di quello che è stato affidato all'Istituto di medicina legale dell'Università Cattolica di Roma, di aver ritenuto opportuno che il professor Pascali, che è il direttore dell'Istituto, ci fornisca tutte le notizie che sia possibile fornire su quanto finora fatto, su quanto resta da fare e sull'impegno che sta profondendo nell'incarico che gli è stato affidato.
Do pertanto la parola al professor Pascali affinché delinei il quadro della situazione. Naturalmente, essendo la situazione stessa fortemente in itinere, pur potendo ciascun commissario formulare le domande che riterrà più opportune, è evidente che le risposte non potranno certo essere esaustive.
VINCENZO PASCALI, Direttore dell'Istituto di medicina legale dell'Università Cattolica del Sacro Cuore. La ringrazio, presidente. Come sapete, l'incarico mi è stato conferito il 4 marzo scorso. L'oggetto dell'incarico stesso si articolava in una ventina di quesiti, ma, sintetizzando al massimo, gli obiettivi possono essere ridotti a tre: ricostruire l'intero quadro di lesività che è stata inferta alle due vittime, Ilaria Alpi e Miran Horvatin; individuare, se possibile, quali armi e quali munizioni siano state usate in quel particolare contesto; infine, ricostruire la scena dell'omicidio sulla base di una serie di elementi disponibili.
I mezzi attraverso i quali stiamo tentando di formarci un'opinione, per poi esporla alla Commissione, sono essenzialmente mezzi documentali e di prima mano. I mezzi documentali sicuramente non ci difettano: questi sono casi estremamente documentati, sui quali molti colleghi in precedenza si sono espressi, verbalmente e anche per iscritto; pertanto, un primo importante obiettivo è quello di raccogliere tutti gli atti pertinenti, leggerne attentamente il contenuto e formarsi un'opinione. Il secondo mezzo d'indagine è quello documentale di prima mano, per così dire, che può essere articolato in due o tre punti. Il primo è quello di eseguire, ove possibile, analisi sul corpo (quello di Ilaria Alpi, poiché, come sapete, Hrovatin è stato cremato) e svolgere tutte le indagini
che possano consentire di realizzare un quadro pieno della patologia inferta alla vittima.
Sul versante, invece, della ricostruzione delle armi e delle munizioni, si tratta di cercare di acquisire il maggior numero possibile di reperti e sottoporli ad una analisi aggiornata, che integri quanto, probabilmente, non è stato fatto nel corso delle analisi precedenti.
Il terzo obiettivo è quello di ricostruire la scena del crimine, essenzialmente demandato ad una ricostruzione che potremmo definire virtuale o semplicemente documentale, poiché per noi si tratta di raccogliere una serie di filmati d'epoca, stabilirne con buona approssimazione l'autenticità e poi filtrarli con un criterio che potremmo genericamente definire professionalmente medico-legale, in modo da fornire un'idea il più possibile precisa sul come e dove erano i mezzi che hanno agito in quel particolare contesto, dove si trovavano le vittime e qual era la loro posizione relativa nei confronti degli aggressori. Ciò che è stato fatto finora è stato principalmente dedicato ai due aspetti.
Vorrei precisare che nell'eseguire gli accertamenti mi sono riservato fin dall'inizio, a prescindere dal contenuto di know how e dal contenuto di possibilità operative che il mio Istituto possiede, di chiedere questo o quell'aiuto ad opera di esperti esterni che possano consentire di sviluppare il massimo di accertamenti possibile al fine di pervenire alla verità medico-legale. Un esempio di questo approfondimento è dato dalla mia richiesta al nostro dipartimento di radiologia di eseguire una tomografia assiale computerizzata sul corpo di Ilaria Alpi una volta che fosse stato riesumato: questo è, infatti, ciò che stiamo in questo momento facendo. La riesumazione del corpo è avvenuta il primo aprile scorso e nella stessa serata, attorno alle 21,30, abbiamo cominciato una serie complessa di accertamenti, che già annoverano due esami TAC total body ad alta risoluzione, con decine di migliaia di scansioni, e ci riserviamo, naturalmente ove possibile, di fare una risonanza magnetica nucleare.
Sul piano della ricostruzione del munizionamento e delle armi da fuoco, proprio in considerazione dell'intero contesto nel quale ci troviamo ad operare e del fatto che già un gran numero di periti è stato interpellato, ho ritenuto opportuno chiedere ed ho ottenuto l'autorizzazione di avvalermi di un esperto esterno, che ho identificato in un esperto del Foreign science service, che potremmo definire come il servizio di polizia scientifica del ministero degli interni inglese, che un tempo aveva una branca operativa molto importante in Scotland Yard (che adesso non esiste più). Dunque, ho chiesto ed ottenuto la loro collaborazione e stiamo tentando di investigare insieme la parte balistica: quello che, credo, faremo a breve è raccogliere tutti i reperti di interesse bandistico, per cui io stesso mi recherò a Londra per completare le analisi che fino a questo momento non sono state fatte. Questo è il quadro della situazione.
Non mi esprimo sul contenuto delle questioni che mi sono state sottoposte poiché ritengo che la cosa sia estremamente prematura. Naturalmente, molti elementi stanno emergendo: ad esempio, sono certo che un'idea abbastanza precisa della lesività sul corpo di Ilaria Alpi noi l'abbiamo già, tuttavia mi riservo di valutarla alla luce delle emergenza dei dati balistici, di cui ancora non dispongo. Dunque, con il permesso di tutti, non vorrei addentrarmi nelle questioni specifiche che riguardano l'accertamento.
PRESIDENTE. Poiché alcune notizie sono emerse, anche attraverso la stampa, vorrei innanzitutto chiederle dove sia conservato in questo momento il corpo di Ilaria Alpi.
VINCENZO PASCALI, Direttore dell'Istituto di medicina legale dell'Università Cattolica del Sacro Cuore. Questa è una domanda alla quale mi piace rispondere. Proprio perché gli accertamenti devono essere completi e senza alcun punto oscuro, noi abbiamo determinato di eseguire le indagini strumentali prima ancora della dissezione anatomica, pertanto il
corpo è nella nostra sala settoria, in condizioni di sicurezza, nel senso che abbiamo predisposto condizioni di sicurezza attiva e passiva affinché non accada nulla. Ci riserviamo di svolgere accertamenti mirati e niente affatto generalizzati sul corpo all'emergenza di questo o quell'elemento che ci vengano dalla TAC o dalla risonanza magnetica nucleare, quando la faremo. Gli obiettivi di quest'atto che non chiamerei autopsia, perché è una dissezione mirata (noi faremo solo quanto strettamente necessario, anche in considerazione del fatto che il corpo è già stato sottoposto ad autopsia in precedenza, e credo che voi conosciate molto bene la situazione), che faremo dopo aver avuto un'idea complessiva e, direi, assai migliore con gli accertamenti strumentali di quanto un accertamento tradizionale potrebbe mai consentire, sono i seguenti: primo, identificare qualsiasi corpo estraneo metallico possa essere ancora presente sul corpo di Ilaria Alpi, dalla testa ai piedi, dal più piccolo al più grande; secondo, ricostruire il forame o i forami di entrata e fornire degli accertamenti definitivi e non equivoci sulla presenza di un forame di uscita osseo disposto alla base del cranio; infine, stabilire dei punti fermi che possano permetterci di ricostruire la traiettoria intrasomatica e quella al di fuori di questa.
PRESIDENTE. Quindi, è accertato che vi sono un forame di entrata ed uno di uscita?
VINCENZO PASCALI, Direttore dell'Istituto di medicina legale dell'Università Cattolica del Sacro Cuore. Sì. Ma, forse, è opportuno chiosare questo aspetto della situazione. Alcuni dei reperti e persino alcuni dei reperti anatomici non erano con il corpo di Ilaria Alpi; pertanto, io personalmente ed alcuni dei miei collaboratori abbiamo dovuto recarci qui e là in Italia per acquisire, ad esempio, parte della teca cranica - mi dispiace dire queste cose, ma è importante conoscere le condizioni in cui lavoriamo - e questo crea una serie di problemi.
ROSY BINDI. Mi faccia capire, professore: il corpo di Ilaria Alpi non era tutto nella tomba?
VINCENZO PASCALI, Direttore dell'Istituto di medicina legale dell'Università Cattolica del Sacro Cuore. No. Ad esempio, una parte molto importante, cioè il forame di entrata, era stata rimossa a mo' di tassello, come un quadrato: con una serie di telefonate e richieste di informazione abbiamo stabilito dove fosse e l'abbiamo recuperato.
PRESIDENTE. È bene chiarire che questa parte importante per l'esame che si sta compiendo era detenuta, se dico bene, da un perito che era intervenuto in precedenza ed al quale il professor Pascali è riuscito a risalire, ottenendone la restituzione.
VINCENZO PASCALI, Direttore dell'Istituto di medicina legale dell'Università Cattolica del Sacro Cuore. Sì. Posso confermare che c'è un certo grado di disordine nella disposizione delle cose sulle quali dobbiamo eseguire gli accertamenti. Anche alcune delle falangi erano state asportate e noi le abbiamo recuperate altrove.
Ora che stiamo affrontando la questione della balistica, la stessa cosa si riproduce esattamente anche in questo particolare settore. Questa mattina ci siamo recati nell'ufficio corpi di reato di Roma per acquisire i proiettili, ma loro non li hanno.
PRESIDENTE. Lei ci sta comunicando che l'ufficio corpi di reato della procura di Roma non ha i corpi di reato, non ha i proiettili?
VINCENZO PASCALI, Direttore dell'Istituto di medicina legale dell'Università Cattolica del Sacro Cuore. No. Però io ho delle idee sul luogo, più o meno preciso, in cui possano essere - idee che, ovviamente, mi nascono dalla lettura delle carte - e sono molto ottimista sulla possibilità di trovarli.
PRESIDENTE. Risulta dagli atti, professore, che sia stata fatta l'autopsia sul corpo di Miran Hrovatin?
VINCENZO PASCALI, Direttore dell'Istituto di medicina legale dell'Università Cattolica del Sacro Cuore. L'autopsia non è stata eseguita in nessuno dei due casi: tengo a precisarlo per ribadire che questo è un aspetto che dobbiamo colmare con accertamenti in qualche misura sostitutivi. Dall'esame degli atti a noi ostensibili emerge che per il caso di Miran Horvatin è stata eseguita una sezione del cranio, ma non un'autopsia generale. Lo stesso è avvenuto per il corpo di Ilaria Alpi, che è stato, tuttavia, sottoposto a sezione anatomica circa venti mesi dopo ad opera della procura di Roma. Questo è il contesto; ma, dopo tutto, penso di essere abbastanza fortunato, poiché sono molto a valle di questi eventi e posso utilizzare molte informazioni, anche doviziosamente fornitemi, per cui non ho lamentele da fare. Non ho particolari problemi.
Vorrei anche aggiungere che il problema, che può suscitare qualche meraviglia, di reperire qui e là alcuni degli oggetti o degli elementi che costituiscono la base per ulteriori accertamenti non mi stupisce più di tanto. Faccio il medico legale e posso dire che esiste un certo livello di fisio-patologia in questo. Peraltro, non credo che nessun altro possa surrogare: abbiamo discusso con i funzionari, che mi aiutano moltissimo, di quest'aspetto della questione, ma credo sia opportuno che siamo noi a fare queste ricerche, poiché ciò permette di risparmiare sensibilmente tempo. Naturalmente, la lettura degli atti filtrata con un certo grano di sale professionale ci permette di capire dove sono quegli elementi.
PRESIDENTE. La parola all'onorevole Bulgarelli.
MAURO BULGARELLI. Vorrei rivolgere al professore una domanda brevissima: è stata ritrovata la borsa con gli indumenti che avrebbe dovuto essere all'interno della bara?
VINCENZO PASCALI, Direttore dell'Istituto di medicina legale dell'Università Cattolica del Sacro Cuore. No. Ma è in agenda di fare questo. Vorrei far leva su questo aspetto della questione ed anche, in parte, sulla vostra meraviglia per anticiparvi che, probabilmente, avremo bisogno di un po' di tempo per districare questa matassa.
PRESIDENTE. Onorevole Cannella, a lei la parola.
PIETRO CANNELLA. Non voglio chiederle accelerazioni sugli accertamenti che sta compiendo, professore, ma ho bisogno di un chiarimento. Lei parla di forame di entrata e di uscita: siccome si era parlato di una pallottola ritenuta alla base del cranio, ritrovata, se non sbaglio, dal dottor De Gasperis durante la sua ispezione, ci riferiamo ora ad altro foro rispetto a questa pallottola ritenuta nel cranio?
VINCENZO PASCALI, Direttore dell'Istituto di medicina legale dell'Università Cattolica del Sacro Cuore. No, è lo stesso. Penso di poter anticipare, poiché contenuto in molti degli atti, che la lesione principale è parietale alta lievemente dislocata a sinistra; poi, naturalmente, il proiettile, o frammento di proiettile, deve essere fuoriuscito da qualche parte alla base del cranio. A questo riguardo mancava una descrizione e ciò, forse, ha generato qualche problema; ma mancava una descrizione del forame di uscita alla base del cranio per la semplice considerazione che la dissezione anatomica del corpo è stata fatta in diversi contesti.
PRESIDENTE. Vorrei formulare anch'io una domanda, che potrebbe essere utile per lo svolgimento della nostra attività. Una testimone, la giornalista Simoni, ci ha riferito di aver notato, nel momento in cui soccorse Ilaria, l'esistenza di un forame e della fuoriuscita di sangue sotto l'orecchio sinistro. Le domando: lei è in grado di poterci dire se questa notizia abbia un riscontro anatomico?
VINCENZO PASCALI, Direttore dell'Istituto di medicina legale dell'Università Cattolica del Sacro Cuore. Inizialmente sono stato sorpreso da questa versione degli eventi. Quello che posso dire è che gli esami che stiamo completando, soprattutto gli esami strumentali, realizzeranno una descrizione completa di ogni parte del cadavere al decimo di millimetro e andiamo a rilento anche perché la densità con la quale, generalmente, i fotogrammi si scattano nel vivo, anche per non far prendere raggi alle persone, è cento volte più bassa. Dunque, avremo una descrizione totale, che permetterà di soddisfare ogni genere di curiosità su questo aspetto. Non avremo problemi nella descrizione di qualsiasi tipo di lesività, in qualsiasi distretto corporeo.
PRESIDENTE. Quindi, ora non può né confermare né smentire?
VINCENZO PASCALI, Direttore dell'Istituto di medicina legale dell'Università Cattolica del Sacro Cuore. Soprattutto, non voglio tornare sul tema con ulteriori dati, che non ho ancora. Personalmente sarei in grado di dire qualcosa, ma, se me lo permettete, mi riservo di esprimermi su questo in un secondo momento. C'è una équipe di radiologi che sta lavorando.
PRESIDENTE. La parola all'onorevole Bindi.
ROSY BINDI. Sempre partendo dal presupposto che vi prenderete tutto il tempo necessario per fare chiarezza, quando pensa che il lavoro possa terminare e il corpo di Ilaria Alpi possa tornare, pietosamente, a riposare?
VINCENZO PASCALI, Direttore dell'Istituto di medicina legale dell'Università Cattolica del Sacro Cuore. Io ho a bella posta fissato l'esumazione del cadavere per il 1o aprile, immaginando che ci sarebbe stato un tempo di latenza per l'analisi di questa serie di dati strumentali di cui disponiamo in un momento di stasi com'è quello pasquale. Probabilmente, il martedì di Pasqua avremo l'intero quadro della situazione radiografica. Peraltro, colgo l'occasione per annunciare che abbiamo rinvenuto ben quindici radiogrammi scattati in sede di autopsia su Ilaria Alpi e il cui contenuto è praticamente intonso: probabilmente, i membri della Commissione saranno i primi ad averne contezza, poiché sono stati scattati ma mai valutati a fondo. Li ho reperiti negli archivi dell'Università La Sapienza. In conclusione, per il martedì di Pasqua avremo una ricostruzione dal punto di vista radiologico che sarà veramente molto soddisfacente, tridimensionale della lesività e così via, e ritengo che da qui a dodici, massimo quattordici giorni ogni accertamento sul corpo sarà terminato.
PRESIDENTE. La ringraziamo, professore, per quanto sta facendo. Vorremmo mantenere questo cliché di rapporti con il capo équipe, qual è lei in questo caso, in modo tale che le notizie siano precise, misurate e calibrate su quello che può essere e quello che non può essere detto. Naturalmente, non devo ricordare a lei la necessità di mantenere il massimo della segretezza, poiché la cosa è ovvia per un professionista della sua levatura e della sua morale; per cui torneremo a chiederle di fornirci, quando possibile, ulteriori informazioni.
VINCENZO PASCALI, Direttore dell'Istituto di medicina legale dell'Università Cattolica del Sacro Cuore. Senz'altro. Sono, naturalmente, a vostra disposizione.
PRESIDENTE. Passiamo dunque al successivo punto all'ordine del giorno.
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