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PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'esame testimoniale di Valentino Casamenti, al quale faccio presente che in questa sede è sentito come testimone e, quindi, con tutte le responsabilità che il codice penale prevede per la testimonianza falsa e per la reticenza nella testimonianza. So bene che non c'è bisogno di avvertimenti di questo genere, ma la legge mi impone di farlo.
La prego di fornire le sue generalità.
VALENTINO CASAMENTI. Mi chiamo Valentino Casamenti e sono nato a Dovadola in provincia di Forlì, il 15 giugno 1949. Attualmente risiedo a Dovadola, Casa Rivalta, frazione San Ruffillo.
PRESIDENTE. Signor Casamenti, lei è stato in Somalia?
PRESIDENTE. Ci dica quando e per quanto tempo e se ci sta ancora.
VALENTINO CASAMENTI. Sono stato in Somalia, dove fui chiamato per la cooperazione italiana, nell'ottobre del 1992. Arrivai lì per la missione «cooperazione italiana».
PRESIDENTE. In che mese del 1992?
VALENTINO CASAMENTI. Mi sembra ottobre, mi sembra di ricordare così. Ci sono stato, mi sembra, per tre turni, quindi circa un anno, a Mogadiscio, poi si è concluso il mio contratto e sono passato ad una ONG italiana, Africa 70, a Bosaso.
Poi sono tornato in Somalia nel 2002, ho fatto un anno a Baidoa con l'Unicef.
PRESIDENTE. Quindi, c'è stato nel 1992, da ottobre. C'è stato un anno di seguito?
VALENTINO CASAMENTI. Ho fatto un po' di vacanza a casa.
PRESIDENTE. Grosso modo, in un anno quanto tempo è stato in Somalia?
VALENTINO CASAMENTI. Tolga un mese, un mese e mezzo.
PRESIDENTE. E la seconda volta, quando è andato nel 2002?
VALENTINO CASAMENTI. Un anno a Baidoa con l'Unicef.
PRESIDENTE. Anche in questo caso salvo il mese, il mese e mezzo in cui si trovava in Italia?
VALENTINO CASAMENTI. No, con l'Unicef si fa un po' di più.
VALENTINO CASAMENTI. Quando nel 1993 finì il contratto con la cooperazione italiana, andai con Africa 70 a Bosaso.
PRESIDENTE. E ci rimase per quanto tempo?
VALENTINO CASAMENTI. Sei o sette mesi, non ricordo.
PRESIDENTE. Non ricorda in che mese nel 1994?
PRESIDENTE. Quando è morta Ilaria Alpi lei stava lì?
VALENTINO CASAMENTI. Sì, ero lì, a Bosaso.
PRESIDENTE. E dopo quanto tempo dalla morte di Ilaria se ne è andato?
VALENTINO CASAMENTI. Mi perdoni, non lo ricordo, perché poi, verso la fine
del 1994, sono andato in Ruanda per qualche mese e poi sono andato per una missione in Azerbaijan.
PRESIDENTE. Lei ha parlato di cooperazione, è andato lì per la cooperazione: parliamo del 1992. Nel 1994, invece, con chi è andato a Bosaso?
VALENTINO CASAMENTI. Con Africa 70.
PRESIDENTE. Parliamo prima del 1992. Lei è andato per la cooperazione. Che significa «per la cooperazione»?
VALENTINO CASAMENTI. La cooperazione italiana, il Governo, il Ministero.
VALENTINO CASAMENTI. Dal Ministero degli affari esteri.
PRESIDENTE. Da chi è stato mandato.
VALENTINO CASAMENTI. Dal programma «Urgenza», in via Contarini.
PRESIDENTE. Con quale settore del Ministero degli esteri ha trattato?
VALENTINO CASAMENTI. Quello dell'urgenza.
PRESIDENTE. Con quali funzionari, con quali dirigenti?
VALENTINO CASAMENTI. Laggiù il capo era l'ambasciatore Augelli. Quando fui mandato giù mi sembra che il responsabile in Italia fosse il dottor Miozzo, del Ministero degli esteri.
PRESIDENTE. In che senso fu ingaggiato? Quali sarebbero stati i suoi compiti?
VALENTINO CASAMENTI. Io avevo già fatto una missione di quattro anni con la cooperazione nello Zaire dal 1988 al primo pillage, nel novembre del 1991.
PRESIDENTE. Quindi, era una sorta di specialista della cooperazione, aveva particolari competenze nella cooperazione?
VALENTINO CASAMENTI. No. Sono solo un tecnico, faccio riabilitazioni di ospedali, di centri di salute, questi piccoli lavori.
PRESIDENTE. Nel 1992 come ci è andato, con quali compiti?
VALENTINO CASAMENTI. Andai a fare la riabilitazione del grosso ospedale Benadir e del più piccolo ospedale, ex italiano, De Martino. Riabilitammo il Benadir, che cominciò a lavorare, c'era un chirurgo italiano che lavorava, perché laggiù c'erano molti feriti. Poi feci la riabilitazione di questo piccolo ospedale italiano, che si chiamava De Martino, e lì facemmo sala parto e assistenza a donne in stato di gravidanza.
PRESIDENTE. E nello Zaire faceva le stesse cose?
VALENTINO CASAMENTI. Nello Zaire sono andato a fare una diga, una piccola diga. Ho fatto tutto, poi il contratto mi è stato rinnovato ed ho fatto delle stalle, dei CRAL, dei DP tank, c'era una falegnameria, c'era un'officina.
PRESIDENTE. Adesso lei che cosa fa?
VALENTINO CASAMENTI. Adesso lavoro per l'Unicef, continuo a fare riabilitazioni di scuole, piccoli ospedali, centri di salute. Questo è il mio mestiere, che faccio da tanti anni.
PRESIDENTE. E dove sta adesso?
VALENTINO CASAMENTI. Sono a Kinshasa, nella Repubblica democratica del Congo.
PRESIDENTE. Quando stava in Somalia - parliamo del primo periodo, del 1992 - dov'era di stanza?
VALENTINO CASAMENTI. A Mogadiscio. Andavo a fare questo ospedale, che era a 700 metri, e poi andavo a fare il De Martino, che era a due chilometri, sempre con le macchine.
PRESIDENTE. Quindi, con Bosaso non ha avuto niente a che spartire nel 1992?
VALENTINO CASAMENTI. No, non sapevo neanche dove fosse Bosaso.
PRESIDENTE. Quanto è distante Bosaso da Mogadiscio?
VALENTINO CASAMENTI. Mi sembra che ci vogliano tre o quattro ore di volo, con il Super Hercules.
PRESIDENTE. Invece, nel 1994 lei va con Africa 70. È esatto?
PRESIDENTE. Questa volta a Bosaso.
VALENTINO CASAMENTI. Sì, a Bosaso.
PRESIDENTE. Di stanza a Bosaso?
PRESIDENTE. Che significa «di stanza a Bosaso»?
VALENTINO CASAMENTI. Che avevamo la base lì.
PRESIDENTE. Cosa avevate come base?
VALENTINO CASAMENTI. Un compound, che era un piccolissimo vecchio hotel somalo. Ci interessava perché c'erano più stanze, qualche bagno in più, una cucina.
PRESIDENTE. Questo passaggio ad Africa 70 da cosa è stato determinato? Che cos'è Africa 70, che cosa fa?
VALENTINO CASAMENTI. È una ONG. A quei tempi, io riabilitavo un vecchio ospedale italiano, fatto dagli italiani, forse negli anni cinquanta, non ricordo. Poi ho fatto qualche laboratorio di analisi per veterinari, ho riabilitato dei centri di salute in giro per la Migiurtinia, leggermente fuori Bosaso. Questi sono i lavori che faccio io.
PRESIDENTE. Qual è la ragione per la quale lei, ad un certo punto, si è interessato di Africa 70?
VALENTINO CASAMENTI. Perché mi era scaduto il contratto con la cooperazione italiana. Non lo rinnovarono più perché a Mogadiscio era diventato estremamente pericoloso. Ci fu un'evacuazione, credo di tutti gli italiani, compreso me, ed io ebbi questa opzione di entrare con Africa 70 e ci sono andato.
PRESIDENTE. Com'è arrivato ad Africa 70?
VALENTINO CASAMENTI. Non lo ricordo.
PRESIDENTE. Chissà se ci riesce a dire tramite chi.
VALENTINO CASAMENTI. Non lo ricordo. Quando andai a Bosaso, vi andai perché, a dire la verità, ero ancora con la cooperazione italiana, cioè tutti furono evacuati ed io fui mandato a Bosaso per vedere cosa si potesse fare.
PRESIDENTE. Da chi fu mandato a Bosaso?
VALENTINO CASAMENTI. Dalla cooperazione italiana, da quelli che gestivano...
PRESIDENTE. Quindi, non è esatto quello che ha detto prima? Lei prima ha detto: sono stato sempre e soltanto a Mogadiscio, nel primo periodo del 1992.
VALENTINO CASAMENTI. Sì, ma fui mandato per quindici giorni, poi mi scadde il contratto. Mi sembra di ricordare questo.
PRESIDENTE. Quindi, all'interno dell'esecuzione del contratto, comunque c'è stato un periodo, per quanto breve, nel quale lei stava a Bosaso come cooperazione italiana?
VALENTINO CASAMENTI. Sì, quindici giorni - mi sembra - poi il logista di Africa 70 se ne andò, mi scadde il contratto e mi dissero: ci servirebbe proprio una persona per continuare a fare questi lavori; te la senti di farlo? Io dissi di sì, mi parlarono dello stipendio ed accettai, tanto di là non si poteva più fare niente.
PRESIDENTE. Chi sarebbe questa persona che l'ha contattata e le ha fatto l'offerta?
VALENTINO CASAMENTI. Laggiù c'era il dottor Enrico Fregonara, di Africa 70.
PRESIDENTE. Africa 70 come si finanzia?
VALENTINO CASAMENTI. Non lo chieda a me, perché non lo so. Io sono un tecnico.
VALENTINO CASAMENTI. Africa 70. Mandano gli stipendi a casa, perché laggiù eravamo spesati di tutto; la mensa la pagano loro, non pagavo l'affitto della mia camera.
PRESIDENTE. Quindi, grosso modo, è stato un anno con Africa 70?
VALENTINO CASAMENTI. Non ricordo bene quando sono andato via, ma non sono stato molto laggiù. Francamente - glielo giuro - non lo ricordo, però ci si può arrivare.
PRESIDENTE. Perché ha lasciato Africa 70 poi? Ha lasciato Africa 70 ed è tornato con la cooperazione italiana?
VALENTINO CASAMENTI. Ho lasciato Africa 70 e sono andato con un'altra ONG, Nuova Frontiera. Andai a fare un progetto...
PRESIDENTE. Perché lasciò Africa 70?
VALENTINO CASAMENTI. Forse anche lì non c'era più lavoro per me, non lo ricordo. Sicuramente era finito l'ospedale; sa com'è, le ONG se possono risparmiare soldi... se non c'era più il mio lavoro, era inutile.
PRESIDENTE. Quindi, da Africa 70 dove è andato?
VALENTINO CASAMENTI. Sono andato, se non sbaglio, in Azeirbaijan con Nuova Frontiera, un'altra ONG italiana, ma ci sono stato quattro mesi. Poi sono rientrato e sono andato in Ruanda.
PRESIDENTE. Per la cooperazione italiana?
VALENTINO CASAMENTI. Sì, con la cooperazione italiana.
PRESIDENTE. Quindi, quando riprende il suo rapporto con la cooperazione italiana?
VALENTINO CASAMENTI. Nel 1995 in Ruanda. Sono stato poco tempo, poi sono ritornato e poi sono tornato a casa. Poi sono ritornato nel 1996-1997, durante l'operazione «Grandi laghi». Posso sbagliare qualcosa...
PRESIDENTE. Quindi, complessivamente per la cooperazione italiana lei quando ha lavorato?
VALENTINO CASAMENTI. In Zaire la prima volta, in Somalia la seconda volta, in Ruanda la terza volta e in Albania la quarta volta.
PRESIDENTE. Realizzando quali progetti, in particolare nel 1994?
VALENTINO CASAMENTI. Nel 1994, come le ripeto, sono passato con Africa 70 e ho fatto un piccolo ospedale a Bosaso, dei centri di salute, eccetera. Ho fatto anche molte riabilitazioni di pozzi dell'acqua.
PRESIDENTE. Che cos'è il Fronte democratico per la salvezza della Somalia?
VALENTINO CASAMENTI. Non me lo chieda perché non lo so.
PRESIDENTE. Non lo ha mai saputo?
PRESIDENTE. Non ha mai avuto rapporti con voi?
VALENTINO CASAMENTI. Con me no di certo, ma credo neanche con gli altri.
VALENTINO CASAMENTI. Non lo so. Non faccio politica in Italia e non la faccio neanche all'estero.
PRESIDENTE. Lei ricorda che ci fu un momento, nel periodo in cui lei stava con Africa 70, in cui foste diffidati, invitati, tra virgolette, a lasciare la Somalia?
VALENTINO CASAMENTI. Sì, questo lo ricordo. Andammo a Gibuti.
PRESIDENTE. Quando è avvenuto questo fatto?
VALENTINO CASAMENTI. Il giorno non lo ricordo.
VALENTINO CASAMENTI. Dovrebbe essere nel 1994.
PRESIDENTE. Prima della morte di Ilaria?
VALENTINO CASAMENTI. Credo di sì.
PRESIDENTE. Chi vi ha fatto questa intimazione?
VALENTINO CASAMENTI. Non lo so. Erano problemi di cui si occupava Enrico Fregonara.
PRESIDENTE. Però lo ha vissuto in prima persona?
VALENTINO CASAMENTI. Sì. È stato detto: bisogna andare via perché abbiamo ricevuto...
PRESIDENTE. Chi le ha detto questo?
VALENTINO CASAMENTI. Enrico Fregonara.
PRESIDENTE. Bisogna andare via perché...
VALENTINO CASAMENTI. Perché abbiamo ricevuto un'intimidazione di andare via. Non ti sembrava neanche vero di andare a fare una vacanza pagata a Gibuti.
PRESIDENTE. Insomma... Le intimidazioni là come sono? Vengono fatte tanto per farle oppure c'è qualche pericolo? Eravate di stanza a Bosaso?
PRESIDENTE. Avevate la base, avevate il campo, eccetera.
VALENTINO CASAMENTI. No, avevamo una base, un compound.
PRESIDENTE. Ma una base che ha una sua rilevanza nello svolgimento delle attività delle quali lei ha parlato.
VALENTINO CASAMENTI. Infatti, io caricai il generatore elettrico e lo portai
presso le Nazioni Unite, in modo che non venisse rubato, se fosse rimasto nel nostro compound, e poi chiudemmo. Non avevamo niente di valore.
PRESIDENTE. Vorrei capire: siccome siete stati raggiunti da questa intimazione di lasciare Bosaso, era una cosa che, prima di tutto, ovviamente non era piacevole per voi; in secondo luogo, presupponeva una certa gravità della situazione, valutata da altri, non da voi, tant'è che poi appunto, come lei sta dicendo, ve ne siete andati da Bosaso.
VALENTINO CASAMENTI. Sì, ce ne andammo.
PRESIDENTE. Fregonara non le ha detto le ragioni di questa intimazione, da chi proveniva? Le ha fatto riferimento al Fronte democratico per la salvezza della Somalia?
VALENTINO CASAMENTI. Magari lo avrà anche detto, ma io non ci ho fatto caso.
PRESIDENTE. Magari lei non se lo ricorda?
VALENTINO CASAMENTI. Ma non credo. Disse che qualcuno ci aveva intimato di andare.
PRESIDENTE. Ma che significa «qualcuno ci ha intimato»?
VALENTINO CASAMENTI. Era lui che riceveva, è sempre il capo missione che fa...
PRESIDENTE. Ma lei non era uno sconosciuto. Vivevate tutti i giorni insieme, stavate nello stesso compound, magari nella stessa casa?
VALENTINO CASAMENTI. Sì, eravamo tutti nella stessa casa.
PRESIDENTE. È possibile che lei non abbia avuto indicazione da dove provenisse questa intimazione, seguita dalla partenza da Bosaso?
VALENTINO CASAMENTI. Lo avrà detto, ma non ricordo. Non so chi lo abbia detto.
PRESIDENTE. Mi pare un po' strana questa sua risposta, a dire la verità.
VALENTINO CASAMENTI. La vita di Bosaso era una vita particolare.
PRESIDENTE. Lo so che la vita di Bosaso era particolare, ma se io sto in un posto e mi arriva la minaccia di andarmene... Non credo si sia trattato di una minaccia fatta così tanto per farla o blanda, perché ve ne siete andati.
VALENTINO CASAMENTI. No, in Somalia non si può prendere sottogamba niente.
PRESIDENTE. Esattamente questo le volevo dire. Siccome alla minaccia seguono i fatti in Somalia, come abbiamo visto più volte, al di là del fatto del quale ci stiamo interessando, noi vogliamo capire fino in fondo che cosa succedeva e, quindi, sapere soprattutto da quale fonte potessero provenire le minacce, tanto più che siamo vicini al periodo in cui poi sarebbe stata uccisa Ilaria.
VALENTINO CASAMENTI. Non so chi abbia detto questo. Lo avrà anche detto, ma io non lo so. Mi perdoni, non lo so.
PRESIDENTE. Lo dobbiamo chiedere a lui? Esiste ancora Fregonara?
VALENTINO CASAMENTI. Sì, non so dove sia, ma esiste.
PRESIDENTE. Quindi, lei non è in grado di rispondere a questa domanda.
VALENTINO CASAMENTI. No, veramente.
PRESIDENTE. E la ragione gliel'ha detta Fregonara o qualcun altro?
VALENTINO CASAMENTI. No, era arrivata questa intimidazione, una lettera, qualcosa, che dovevamo evacuare entro un certo numero di ore, un paio di giorni, non ricordo. Come le ripeto, non ricordo se mi abbia detto chi era stato, tanto non mi interessava più di tanto - mi creda - e siamo andati via.
Siamo stati via una decina di giorni a Gibuti; ci siamo fatti una vacanza, abbiamo fatto degli acquisti che dovevamo fare e siamo rientrati.
PRESIDENTE. E poi siete rientrati alla base?
VALENTINO CASAMENTI. Sì, siamo rientrati alla base. Laggiù avevamo lasciato uno dei nostri, un logista locale, il quale via radio ci diceva come andavano le cose. Evidentemente, ad un certo punto ha chiamato e ha detto che le cose si erano messe a posto e potevamo rientrare.
PRESIDENTE. Quali cose si erano messe a posto?
VALENTINO CASAMENTI. Non mi chiedete le date, perché non le ricordo.
PRESIDENTE. Le ricordo il giuramento che ha fatto.
VALENTINO CASAMENTI. Glielo giuro. Sono consapevole di questo, però le date non le ricordo.
PRESIDENTE. Ma come? Lei sta in Somalia, a Bosaso, state insieme, le viene detto che dovete mandare tutto «a carte quarantotto» e andarvene, e non le viene detto per quale ragione. Poi per dieci giorni state fuori a fare la vacanza, come dice lei. Fate la vacanza, con il telefonista che vi comunica quello che sta accadendo e vi dice: adesso potete tornare perché il pericolo è cessato. Magari quale pericolo fosse cessato forse le sarà stato detto?
VALENTINO CASAMENTI. Sì, ci disse di tornare perché...
PRESIDENTE. Qual era il pericolo cessato?
VALENTINO CASAMENTI. Non lo so. I contatti erano fra Enrico Fregonara e quell'uomo laggiù, che era un somalo.
PRESIDENTE. Ho capito, questo era il contatto con il somalo. Ma le chiedo: Fregonara, quindi, la teneva all'oscuro di tutto?
VALENTINO CASAMENTI. Gli avrà detto: adesso non ci sono più dei problemi, potete rientrare. E noi siamo rientrati.
PRESIDENTE. Lei capirà che il presidente della Commissione sia un po' incredulo che si possa dire...
VALENTINO CASAMENTI. Mi dispiace...
PRESIDENTE. ...che i problemi non ci sono più. Il presidente è incredulo sul punto: quali problemi che lei possa non conoscere, quali erano i problemi di allora.
VALENTINO CASAMENTI. La Somalia era anche un paese un po' strano.
PRESIDENTE. Sarà strano come vuole, ma voi siete italiani. Lei e Fregonara non siete somali, siete italiani. Quindi, è un rapporto fra di voi, non fra somali e italiani.
VALENTINO CASAMENTI. Io immagino che quello di Bosaso abbia chiamato su; si tenevano in contatto...
PRESIDENTE. L'immaginazione non ci serve. Sentì parlare a questo riguardo di una storia di pescherecci?
VALENTINO CASAMENTI. Questa storia dei pescherecci la sento dire da mille
anni. Già quando eravamo a Mogadiscio con la cooperazione italiana, che aveva dato dei pescherecci...
PRESIDENTE. Io ho letto, ad esempio, nelle testimonianze che lei ha già reso all'autorità giudiziaria - dalle quali partiamo, non vogliamo ripeterle - che lei non ha mai sentito parlare della Shifco.
VALENTINO CASAMENTI. Glielo giuro, io non so che cosa sia. Dopo, con il passare del tempo, ho sentito parlare di navi, dopo che ero già in un altro...
PRESIDENTE. Parliamo di questi pescherecci. In che senso ha detto «questa storia dei pescherecci»?
VALENTINO CASAMENTI. Ricordo che si parlava a tavola a Mogadiscio del fatto che la cooperazione italiana anni prima aveva dato dei pescherecci. Fra l'altro, ce ne era uno che si era impigliato fuori dal porto, era una cosa così, era una cosa ridicola. Poi basta, non so più niente.
PRESIDENTE. Lei ha fatto la cooperazione per l'Italia per anni, perché è andato nello Zaire, poi con Africa 70, poi è tornato alla cooperazione, eccetera. Come fa a dire che non ha mai sentito parlare della Shifco?
VALENTINO CASAMENTI. Glielo giuro.
PRESIDENTE. Le navi Shifco, che stavano a Bosaso nel 1994... Lei nel 1994 stava a Bosaso?
VALENTINO CASAMENTI. Nel 1994 ero a Bosaso.
PRESIDENTE. E delle navi Shifco nel porto di Bosaso lei non ha mai sentito parlare?
VALENTINO CASAMENTI. Nel porto di Bosaso non credo ci fossero delle navi. Noi ne ricevemmo una con degli aiuti e sono ancora qui che rido perché andò a cozzare contro il porto, una cosa incredibile. Ma altre navi italiane lì non ne ho mai viste.
PRESIDENTE. Navi della cooperazione?
VALENTINO CASAMENTI. Navi della cooperazione non ne ho mai viste, e il porto era lì.
PRESIDENTE. Lei nel marzo del 1994 stava a Bosaso?
VALENTINO CASAMENTI. Sì, stavo a Bosaso.
PRESIDENTE. E non c'erano navi al porto di Bosaso?
VALENTINO CASAMENTI. Io non ne ho mai viste. Poi se c'erano... Glielo giuro, non ho mai visto delle navi.
PRESIDENTE. Ma lei ci andava al porto?
VALENTINO CASAMENTI. Siamo andati a scaricare una nave - russa, credo - noleggiata da uno di Bologna, di una ONG bolognese, che era piena di alimenti. Noi aiutammo a scaricare, perché erano tutti alimenti che poi andavano distribuiti. Ricordo che questa nave andò dritta ed andò a cozzare contro il porto, facendo saltare un pezzo.
PRESIDENTE. Quindi, lei non ha mai saputo che la cooperazione italiana donò navi.
VALENTINO CASAMENTI. Sì, questo l'ho saputo, ma...
VALENTINO CASAMENTI. A proposito di pescherecci, di navi, mi sembra che fosse l'ambasciatore Augelli che la sera a tavola, mentre si mangiava, parlava di queste tre navi, di cui una era affondata al
porto di Mogadiscio - era una cosa ridicola -, che avevamo dato delle navi come cooperazione.
PRESIDENTE. Ma le navi o i pescherecci, comunque, provenivano dalla cooperazione italiana? Questo lei lo sapeva?
VALENTINO CASAMENTI. Penso di sì.
PRESIDENTE. Ma lei le ha viste?
PRESIDENTE. Quindi, non ha visto né navi né pescherecci né battelli.
VALENTINO CASAMENTI. Lei si è fatto un'opinione di me come se io fossi una persona importante.
PRESIDENTE. No, siccome io non c'ero e neanche i componenti della Commissione, vorrei sapere quello che succedeva. Noi abbiamo già raccolto una cinquantina di dichiarazioni diverse da quella che lei sta rendendo adesso, ad esempio a proposito del punto del quale ci stiamo interessando, cioè della presenza di pescherecci o navi Shifco donate dalla cooperazione italiana alla Somalia e che ormeggiavano al porto di Bosaso. Lei vorrà, quindi, consentire ancora una volta di sottolineare questo dato, magari per sollecitare meglio la sua memoria, perché, se tutti quelli che abbiamo sentito dicono così, possono aver detto il falso loro, però vorremo sentire la sua versione.
VALENTINO CASAMENTI. Le ripeto: sono andato al porto - mica tutti i giorni - due o tre volte mentre eravamo là ed io queste navi non le ho mai viste. Ricordo che c'era un grande zatterone, c'era questa nave che, ripeto, cozzò contro il porto ed è stata lì un paio di giorni. Poi, glielo giuro, navi italiane non ne ho mai viste lì.
PRESIDENTE. Ha mai sentito parlare di un peschereccio che era stato sequestrato e che era ormeggiato al porto di Bosaso?
VALENTINO CASAMENTI. Io ho sentito parlare dopo mesi che erano stati sequestrati...
PRESIDENTE. Che significa «dopo mesi», da quando?
VALENTINO CASAMENTI. Qualche mese dopo, quando io ero anche già andato via.
PRESIDENTE. Quindi, lei è andato via dopo la morte di Ilaria?
PRESIDENTE. Quindi, lei ha sentito parlare del sequestro di questo peschereccio tanto tempo dopo?
VALENTINO CASAMENTI. Tanto tempo dopo, non so quanto tempo.
PRESIDENTE. Non all'epoca in cui stava lì?
VALENTINO CASAMENTI. No. Glielo posso assicurare. Voglio spiegare una cosa, per chiarire: quando ho fatto i primi quattro anni di cooperazione, li ho fatti in mezzo alla foresta del Bandundu, per fare una piccola diga. Quindi, io la cooperazione sapevo che esistesse, ma ero stato mandato giù perché prima avevo fatto parecchi anni con l'Italstrade di Milano, a fare dighe.
Avevano bisogno di qualcuno per fare una piccola diga nello Zaire, ma, chiuso laggiù, cosa vuole che sapessi di cooperazione. Praticamente venivo su una volta l'anno.
PRESIDENTE. Ma come cosa vuole che sappia di cooperazione! Lei era un emissario della cooperazione.
PRESIDENTE. È vero che lì era con Africa 70, in quel periodo...
VALENTINO CASAMENTI. A parte quello, io sono un tecnico. Non ho neanche una laurea, sono solamente un tecnico. Nella cooperazione valgono i capi progetti. Io sono stato quattro anni in mezzo allo Zaire, laggiù, vicino al confine con l'Angola, avevo un referente in Italia e ne sono cambiati tre o quattro mentre stavo laggiù. Sono proprio una persona piccolina così, non sono una persona importante che possa sapere...
PRESIDENTE. Non si faccia piccolo piccolo.
VALENTINO CASAMENTI. Per farle capire che non ero al corrente di informazioni. Se c'è un capo missione, queste cose se le tengono anche fra di loro, mi creda. Ad esempio, se sapevo qualche cosa era perché...
PRESIDENTE. Lei non sa che nella intimazione fatta per lettera da parte del Fronte democratico per la salvezza della Somalia c'era proprio il riferimento al peschereccio che era stato sequestrato?
VALENTINO CASAMENTI. Non lo so, non me ne è stato parlato. È stato detto: dobbiamo partire.
PRESIDENTE. Che si facesse riferimento a pescherecci in quella intimazione lei non lo ha mai saputo?
VALENTINO CASAMENTI. No, assolutamente. È stato detto: dobbiamo partire da Bosaso, ci hanno intimato di andarcene.
PRESIDENTE. In quel periodo lei incontrava Ilaria Alpi?
VALENTINO CASAMENTI. No. Noi abbiamo incontrato Ilaria Alpi un giorno in cui lei aveva perduto l'aereo.
PRESIDENTE. All'epoca in cui voi riceveste l'intimazione, lei aveva già visto Ilaria Alpi? Parlo del 1994.
VALENTINO CASAMENTI. No, assolutamente. Ilaria Alpi è venuta sicuramente dopo.
PRESIDENTE. Quando siete andati a Gibuti dove stavate, avevate un'altra base?
VALENTINO CASAMENTI. Eravamo appoggiati alla Copi, un'altra agenzia italiana, un'altra ONG italiana.
PRESIDENTE. Che aveva una base a Gibuti?
VALENTINO CASAMENTI. Sì, ed avevamo un ufficio anche noi.
PRESIDENTE. Ha detto che ci siete stati dieci o quindici giorni?
VALENTINO CASAMENTI. Sì, mi sembra, più o meno.
PRESIDENTE. Quando ha conosciuto Ilaria Alpi?
VALENTINO CASAMENTI. Una mattina - non ricordo l'orario...
PRESIDENTE. Quando ha conosciuto Ilaria Alpi?
VALENTINO CASAMENTI. Una mattina; la data non la ricordo.
PRESIDENTE. L'ha conosciuta una mattina, quindi.
VALENTINO CASAMENTI. No, la Alpi la conoscevo già da Mogadiscio.
PRESIDENTE. Mi deve spiegare questo.
VALENTINO CASAMENTI. Di vista.
VALENTINO CASAMENTI. Ci siamo parlati: «buongiorno, signora».
PRESIDENTE. Quando l'ha conosciuta, in quale occasione?
VALENTINO CASAMENTI. A dicembre 1992, quando arrivarono tutti i giornalisti. Molti erano ospiti da noi, presso la cooperazione italiana, perché era un territorio protetto dai carabinieri, poi c'era l'ambasciatore Augelli. Ilaria veniva lì di tanto in tanto.
PRESIDENTE. Dove, a Mogadiscio?
VALENTINO CASAMENTI. A Mogadiscio, al nostro compound.
PRESIDENTE. Dove stavate, a nord o a sud?
VALENTINO CASAMENTI. A sud. Io stavo a sud, però, come lei ben sa, c'era anche una base a nord.
PRESIDENTE. Ma Ilaria dove stava allora?
VALENTINO CASAMENTI. Lei stava a nord. Stava ad Intersos dalle suore, questo lo ricordo.
VALENTINO CASAMENTI. Nel 1992-1993, quando io ero a Mogadiscio. Non stava lì da noi, stava dalle suore.
VALENTINO CASAMENTI. No, mi perdoni, a SOS Kindergarten.
PRESIDENTE. Vi vedevate spesso nel 1992?
VALENTINO CASAMENTI. No, quando veniva lì, qualche volta.
PRESIDENTE. Di cosa si interessava Ilaria nel 1992? Non ne avete parlato?
PRESIDENTE. Che veniva a fare, vacanze, gite?
VALENTINO CASAMENTI. No, c'erano tutti i suoi colleghi. Ce ne erano una quarantina, tutte le testate italiane erano lì. Lei era lassù, mi sembra, con qualcun altro, e stavano a SOS, non Intersos.
PRESIDENTE. Lei ha mai parlato con Ilaria da solo oppure insieme ad altre persone?
PRESIDENTE. Ha mai espresso, ad esempio, valutazioni sulla Somalia, sul lavoro che stava facendo, sui suoi interessi?
VALENTINO CASAMENTI. Non c'era un'amicizia tale che si mettesse a parlare di lavoro con me.
PRESIDENTE. Quindi, molto superficiale.
VALENTINO CASAMENTI. Sì. Veniva a trovare tutti i suoi colleghi e magari scambiavano delle impressioni fra di loro. La conoscevo a questo livello.
PRESIDENTE. Nel 1992 sempre a Mogadiscio?
VALENTINO CASAMENTI. Sì, a Mogadiscio.
PRESIDENTE. E quando lei, Casamenti, andò a Bosaso in quei 15-20 giorni...
VALENTINO CASAMENTI. A Gibuti.
PRESIDENTE. A Gibuti, ma poi al termine andò a Bosaso con la cooperazione italiana.
PRESIDENTE. È in grado di ricordare se incontrò o comunque ebbe rapporti, contatti con Ilaria Alpi a Bosaso?
VALENTINO CASAMENTI. No. Ne sono più che certo, perché venne solamente l'ambasciatore Augelli con un aereo speciale. Stettero qualche ora e poi tornarono.
PRESIDENTE. Veniamo al 1994. Cerchi di essere preciso.
VALENTINO CASAMENTI. Le ripeto che non so la data, non me la ricordo. Una mattina eravamo lì, credo fossimo appena rientrati...
PRESIDENTE. Tanto tempo prima dell'uccisione o poco tempo prima?
VALENTINO CASAMENTI. No, Ilaria Alpi è stata tre giorni con noi, due giorni ...E poi lei è partita. Una mattina la vedemmo arrivare in ufficio, mi salutò calorosamente perché ci conoscevamo.
PRESIDENTE. «La vedemmo arrivare in ufficio» dove? Lei dove stava?
VALENTINO CASAMENTI. A Bosaso.
PRESIDENTE. Lei, Casamenti, stava a Bosaso. Insieme a Fregonara?
VALENTINO CASAMENTI. A Fregonara e a un'altra signora, Morin. Arrivò, mi salutò...
PRESIDENTE. Di mattina o di pomeriggio?
VALENTINO CASAMENTI. Di mattina. Disse: «Ho perduto l'aereo. Posso restare qui da voi?». «Con piacere», rispondemmo, perché era un piacere averla e non era neanche giusto dire loro di andare fuori. Ci mancherebbe, in Somalia, di mandare... Venne quella mattina e disse: «Ho perduto l'aereo. Posso restare da voi?».
PRESIDENTE. Quella mattina disse «Ho perduto l'aereo». Quindi - mi scusi, questo per noi è molto importante - lei incontra Ilaria perché viene da voi una mattina e vi dice: ho perduto l'aereo. Questo quanti giorni prima si è verificato rispetto al giorno in cui è stata uccisa?
VALENTINO CASAMENTI. Quella mattina aveva perduto l'aereo ed è restata con noi due giorni... tre giorni: quel giorno, un altro e un altro ancora, poi è partita.
PRESIDENTE. E poi è partita per Mogadiscio?
VALENTINO CASAMENTI. Sì, per Mogadiscio.
PRESIDENTE. Quindi, doveva essere il 17.
VALENTINO CASAMENTI. Le ripeto, non ricordo le date.
PRESIDENTE. Se fosse il 17, i tre giorni sarebbero il 17, il 18 e il 19. Il 19 mi pare fosse sabato, se non sbaglio. Il 19 era sabato. Parte il terzo giorno; quando parte, la mattina o il pomeriggio?
VALENTINO CASAMENTI. La mattina, la accompagnammo tutti all'aeroporto.
PRESIDENTE. Parte la mattina. Lei comunque il 17, il giorno che si è presentata da voi - lei giustamente non se lo ricorda - vi ha detto che aveva perso l'aereo.
VALENTINO CASAMENTI. Perfetto.
PRESIDENTE. E questo è importante. La mattina in cui parte per tornare a Mogadiscio, a che ora parte?
VALENTINO CASAMENTI. L'orario non... ma doveva essere verso mezzogiorno.
PRESIDENTE. Vi ha detto perché partiva? Partiva per andare a Mogadiscio per fare che cosa?
VALENTINO CASAMENTI. Andava a Mogadiscio.
PRESIDENTE. Non vi ha detto che cosa avrebbe fatto?
VALENTINO CASAMENTI. No, Ilaria faceva il suo mestiere e noi facevamo il nostro.
PRESIDENTE. Domando: vi ha detto che sarebbe partita?
VALENTINO CASAMENTI. Che sarebbe partita sì, ma che aspettava l'aereo perché...
PRESIDENTE. Un momento. Il 19, cioè il giorno in cui parte da Bosaso alla volta di Mogadiscio, Ilaria Alpi vi dice che va a Mogadiscio per tornare in Italia?
VALENTINO CASAMENTI. No. Va a Mogadiscio. L'aereo arrivava ogni tre giorni, se non sbaglio. Quindi, lei...
VALENTINO CASAMENTI. A Bosaso. Perduto quello del 17...
VALENTINO CASAMENTI. Dopo tre giorni doveva prendere l'aereo per andare a Mogadiscio.
PRESIDENTE. Però a lei non ha detto che, arrivata a Mogadiscio, sarebbe tornata in Italia?
VALENTINO CASAMENTI. No. Assolutamente no.
PRESIDENTE. Quindi, Ilaria Alpi arriva. Che cosa fa Ilaria Alpi in quei tre giorni a Bosaso? Lei l'ha seguita o non l'ha vista più?
VALENTINO CASAMENTI. No, siamo stati insieme. Arrivò ed era molto preoccupata...
PRESIDENTE. Ci deve dire la verità però.
VALENTINO CASAMENTI. Ci mancherebbe! Le dico tutto quello che mi ricordo. Io capisco l'importanza...
PRESIDENTE. Con la coscienza della questione.
VALENTINO CASAMENTI. Le ripeto: non ricordo le date, ma tutto quello che ricordo...
PRESIDENTE. Quindi, era molto preoccupata.
VALENTINO CASAMENTI. Era preoccupata perché aveva perduto l'aereo. Allora partì subito. Dapprima ci chiese: posso restare da voi che...
VALENTINO CASAMENTI. No, era con un signore... non mi viene il nome.
VALENTINO CASAMENTI. Perfetto.
PRESIDENTE. Che lei non aveva mai visto?
VALENTINO CASAMENTI. Come no. È stato lì con noi.
PRESIDENTE. Ma era la prima volta che lo vedeva?
VALENTINO CASAMENTI. Sì, era la prima volta che lo vedevo.
PRESIDENTE. Mi scusi, facciamo un passo indietro. Le altre volte che ha avuto contatti con Ilaria in Somalia, Ilaria con chi era?
VALENTINO CASAMENTI. Sola, sempre sola.
PRESIDENTE. Quindi, questa volta invece...
VALENTINO CASAMENTI. Era con questo signore.
VALENTINO CASAMENTI. Molto simpatico. Noi le garantimmo che sarebbe stata con noi, che non si preoccupasse, che non c'erano problemi per mangiare, bere e dormire. Lei disse che avrebbe chiamato in Italia per dire che aveva perduto l'aereo, e andò all'UNOSOM - questo lo ricordo - dove c'era un telefono. Tornò dopo un'ora - non ricordo il tempo - ed era molto contenta perché disse: Valentino, fortunatamente anche in Italia c'è la RAI in sciopero per tre giorni. Allora mi sembrò che anche la sua ansia si fosse un po' calmata.
Allora ho detto: bene, andiamo al mare, andiamo a mangiare...
PRESIDENTE. Però, quando ha preso contatto con voi lei era forse preoccupata: lei ha detto preoccupata, ma magari anche dispiaciuta del fatto di aver perso l'aereo.
VALENTINO CASAMENTI. Sì. Dispiaciuta forse è il termine più giusto. Dopo era molto più tranquilla perché, chiamando in Italia, le avevano detto che c'erano tre giorni di sciopero: lo ricorderò sempre perché aveva un viso più contento, più rilassato.
PRESIDENTE. Mi ricordi quello che è successo in questi tre giorni.
VALENTINO CASAMENTI. Un giorno è stata con me, siamo andati a Ufein - ricordo ancora il posto perché era ingrato - io andavo là a vedere dei lavori che stavano per finire. Era un piccolo centro di salute a tre, quattro ore da lì. Mi chiese se poteva venire e io le dissi: con piacere, vieni. E andammo a vedere. Io guardai il mio lavoro e lei poi riprese con la telecamera dei bambini; non so cosa abbia fatto, a dire la verità. Poi la sera siamo tornati indietro.
Un giorno siamo stati al mare, di pomeriggio. Consideri che la mattina si lavorava. Io lavoravo all'ospedale. All'una si terminava tutto lì, perché faceva un caldo veramente incredibile. Allora andavamo al mare, a cinque, sei chilometri da lì. Era un bel mare, e siamo stati un pomeriggio lì qualche ora.
PRESIDENTE. Al mare verso il porto?
VALENTINO CASAMENTI. No, andavamo cinque o sei chilometri più su, perché c'era una baia, una bella spiaggia, un bel mare pulito, dove andavamo sempre anche noi.
PRESIDENTE. Ma stavate tutto il giorno insieme? In quei tre giorni siete stati tutti insieme?
VALENTINO CASAMENTI. No. Le ho detto: è venuta con me un giorno e un pomeriggio.
PRESIDENTE. Un giorno era il primo giorno.
VALENTINO CASAMENTI. No, è stato il secondo giorno.
PRESIDENTE. Il secondo giorno siete stati mezza giornata?
VALENTINO CASAMENTI. Oppure il pomeriggio del primo giorno siamo andati al mare, non ricordo bene. Il secondo giorno siamo andati a Ufein.
VALENTINO CASAMENTI. No, quasi tutto il giorno, perché erano quattro ore per andare...
PRESIDENTE. Quindi, siete stati tutto il giorno insieme?
PRESIDENTE. C'è stato un giorno in cui siete stati tutto il giorno insieme?
VALENTINO CASAMENTI. Sì, quando siamo andati ad Ufein.
PRESIDENTE. E siete tornati poi a Bosaso insieme?
VALENTINO CASAMENTI. Insieme. Saranno state le quattro o le cinque del pomeriggio.
PRESIDENTE. Mentre in un altro giorno siete stati a metà giornata?
VALENTINO CASAMENTI. Metà giornata siamo stati al mare.
PRESIDENTE. E la terza giornata?
VALENTINO CASAMENTI. Questo non lo so.
PRESIDENTE. Fu quella della partenza?
VALENTINO CASAMENTI. No, deve essere stato il terzo giorno ancora.
VALENTINO CASAMENTI. Sì, mi sembra che lei sia stata ancora un giorno lì a Bosaso, all'UNOSOM. È andata anche ad intervistare il sultano. Ricordo una frase che mi disse. O disse: «ha detto un mucchio di sciocchezze», o disse. «è uno sciocco». Non mi chieda quale fosse.
PRESIDENTE. Aspetti, poi torniamo su questo. Io vorrei capire. Lei ha detto che è stata tre giorni da voi. Allora sono diventati quattro i giorni?
VALENTINO CASAMENTI. No, perché finito il terzo giorno partiva.
PRESIDENTE. Ma se è arrivata il primo giorno, che potrebbe essere quello in cui siete andati a fare la gita al mare...
VALENTINO CASAMENTI. Sì, al mare.
PRESIDENTE. Poi, il secondo giorno...
VALENTINO CASAMENTI. Siamo andati a Ufein.
PRESIDENTE. Il terzo giorno, le ho chiesto se è stato il giorno della partenza e mi ha detto di no.
VALENTINO CASAMENTI. Mi sembra ... Allora è il giorno dopo ancora, non lo ricordo più.
PRESIDENTE. Allora, tre più uno.
VALENTINO CASAMENTI. Tre più uno. Evidentemente l'aereo veniva dopo tre giorni.
VALENTINO CASAMENTI. Questo non me lo ricordo.
VALENTINO CASAMENTI. Mi sembra di ricordare che sia così.
PRESIDENTE. Allora, il terzo giorno lo ha passato per conto suo?
VALENTINO CASAMENTI. Sì e ricordo che ci fu una volta in cui mi disse che aveva intervistato il califfo.
PRESIDENTE. Ma certamente non l'ha intervistato il primo giorno.
VALENTINO CASAMENTI. Non lo so.
PRESIDENTE. E certamente non il secondo. Non può essere che il terzo giorno.
VALENTINO CASAMENTI. Non glielo posso giurare, perché sono passati tanti anni e non mi ricordo.
PRESIDENTE. Però, mi scusi, il primo giorno che è arrivata sicuramente no?
VALENTINO CASAMENTI. A meno che non fosse stato il primo giorno, che prima di andare al mare fosse andata là. Questo non lo ricordo, però le ho detto che Ilaria mi disse che era andata...
PRESIDENTE. Quando glielo ha detto? Quando avete fatto la gita lunga?
VALENTINO CASAMENTI. No, quando è tornata, che poi andavamo a pranzo, non ricordo, mi disse: ho intervistato il king, il califfo e mi sembra uno sciocco o ha detto delle sciocchezze.
PRESIDENTE. Lei ha avuto questa frequentazione. Lasciamo da parte il sultano. Ilaria Alpi, in questi giorni che siete stati insieme - lei è uno degli ultimi che l'ha vista - le ha mai rappresentato il tipo di attività che stava svolgendo, la ragione per la quale era venuta in Somalia, quali erano le sue attenzioni, quali erano i suoi interessi professionali?
VALENTINO CASAMENTI. In Somalia era una giornalista. Io ricordo che scriveva, quando era a Mogadiscio. Però, le ripeto, non abbiamo mai parlato di lavoro, glielo posso garantire (Commenti del deputato Bindi). Mi sembra una cosa del genere, che mi disse o «è sciocco» o «ha detto un mucchio di sciocchezze», questo lo ricordo. Poi non abbiamo mai parlato di lavoro. Cerchi di immaginare: ci trovavamo lì, mentre si mangiava... tutto qui.
PRESIDENTE. Ilaria arrivò con Miran Hrovatin. Arrivò anche con altri? C'erano altri colleghi, altri giornalisti?
VALENTINO CASAMENTI. No, quella volta lì era solo lei.
PRESIDENTE. E di voi chi c'era? Parliamo del 16, del marzo 1994.
VALENTINO CASAMENTI. Se era venuto qualche altro giornalista da noi? Ci sto pensando, ma non credo.
PRESIDENTE. E di voi chi c'era? Lei, Fregonara e chi altri?
VALENTINO CASAMENTI. Io, Fregonara e questa signora Morin, che era una veterinaria.
PRESIDENTE. Non c'erano altre persone?
PRESIDENTE. Dove ha alloggiato materialmente Ilaria?
VALENTINO CASAMENTI. Lì da noi. Abbiamo dato una stanza a testa, con un bagno di fuori.
PRESIDENTE. C'è un modo per ricostruire? Avete fatto qualche annotazione, avevate un giornale di Africa 70, da dove risultano i giorni e le cose che sono state fatte o no?
VALENTINO CASAMENTI. Può darsi. Io non credo che esistesse, ma se qualcuno lo avesse fatto, sarebbe stato Enrico Fregonara.
PRESIDENTE. Ilaria le ha detto da dove veniva?
VALENTINO CASAMENTI. No. Questa è una domanda che mi sono posto. Non so da dove venisse, ma lì si veniva solo da Mogadiscio, perché il volo era Mogadiscio-Gibuti, Gibuti-Bosaso e ritorno.
PRESIDENTE. Qual era l'aereo che aveva perso Ilaria?
VALENTINO CASAMENTI. Quello della UNOSOM, il super Hercules.
PRESIDENTE. Che proveniva da Gibuti?
VALENTINO CASAMENTI. Sì, da Gibuti.
PRESIDENTE. Anche lei utilizzava questi aerei?
VALENTINO CASAMENTI. Sì. C'erano solo quelli. Non c'erano orari precisi, tanto che quando arrivava su Bosaso...
PRESIDENTE. Ha conosciuto Carmen Lasorella?
VALENTINO CASAMENTI. Sì, a Mogadiscio, bene, era una signora molto gentile.
PRESIDENTE. È venuta mai a Bosaso?
VALENTINO CASAMENTI. No, non ricordo di averla mai vista.
PRESIDENTE. A noi Carmen Lasorella ha detto di essere venuta più volte a Bosaso e ha detto anche che la volta in cui c'era Ilaria non ci tornò perché conosceva bene Bosaso e, quindi, non era interessata a tornarci.
Lei quando ha conosciuto Carmen Lasorella?
VALENTINO CASAMENTI. A dicembre del 1992, quando tutti i giornalisti vennero.
PRESIDENTE. Nel 1994 non l'ha vista?
VALENTINO CASAMENTI. No, nel 1994 no. A Bosaso no di certo. Durante il 1993 sì, perché frequentava il nostro compound a Mogadiscio, come tutti gli altri.
PRESIDENTE. Con chi vi siete incontrati quando avete fatto queste escursioni, questi viaggi, al mare e poi il giorno in cui siete stati tutto il giorno fuori dal compound? Con chi vi siete incontrati? Lei che faceva? Portava macchine fotografiche? Hrovatin portava la cinepresa?
PRESIDENTE. Si portavano sempre appresso tutto?
VALENTINO CASAMENTI. Al mare non credo. Non mi sembra di ricordarlo. Al mare erano rilassati, ci si rilassava il pomeriggio, era talmente caldo.
Quando sono andato a Ufein con lei, il suo operatore aveva la cinepresa.
PRESIDENTE. L'hanno utilizzata?
VALENTINO CASAMENTI. Ho visto che avevano una macchina, giravano.
PRESIDENTE. Una cosa da turisti?
VALENTINO CASAMENTI. Penso di sì. A Ufein credo ci fosse poco.
PRESIDENTE. Siete rimasti sempre insieme comunque?
VALENTINO CASAMENTI. Sì, ad Ufein sì.
PRESIDENTE. Chi avete incontrato?
VALENTINO CASAMENTI. Io ho incontrato il capo villaggio per sentire come andavano le cose.
PRESIDENTE. Chi era il capo villaggio? Cos'era il villaggio, un clan?
VALENTINO CASAMENTI. Un villaggio di dieci case.
PRESIDENTE. Una tribù, insomma.
VALENTINO CASAMENTI. Sì, una tribù. Era un piccolo villaggio. Noi ci facevamo questo centro di salute perché era sperduto nel mondo.
PRESIDENTE. Lei conosceva il sultano di Bosaso?
VALENTINO CASAMENTI. No. Fu quella volta in cui Ilaria mi disse di aver parlato con il sultano, il king lo chiamava.
PRESIDENTE. Lei sa se Carmen Lasorella avesse contatti e rapporti con il sultano di Bosaso, se l'avesse mai intervistato?
VALENTINO CASAMENTI. Non lo so assolutamente, perché con la signora Lasorella i rapporti erano del tipo: buongiorno, signora, come sta?
PRESIDENTE. Lei non riesce a collocare il giorno in cui è possibile che Ilaria Alpi abbia... Che lo abbia intervistato glielo ha detto.
VALENTINO CASAMENTI. Di questo sono certo.
PRESIDENTE. Il giorno in cui lo abbia intervistato non riesce...
VALENTINO CASAMENTI. No, mi perdoni. Non ricordo se è stato subito il primo giorno, quando è arrivata, o il terzo giorno. Ma ricordo bene questa frase perché rideva dicendo: ha detto un mucchio di sciocchezze.
PRESIDENTE. C'è una dichiarazione che lei ha rilasciato alla Digos di Roma il 16 maggio 1995.
PRESIDENTE. «Infine ho incontrato Ilaria Alpi, unitamente a Miran Hrovatin, che non conoscevo, a Bosaso, pochi giorni prima che venisse uccisa. Ricordo che io ero appena rientrato da Gibuti, nelle prime ore del pomeriggio, con un aereo dell'UNOSOM, aereo che, come ho successivamente appreso, avrebbe dovuto riportare Ilaria e Miran a Mogadiscio».
VALENTINO CASAMENTI. Forse lì mi sono sbagliato, perché io ero già a Gibuti da un giorno o due. Però questo, preso così... adesso ricordo che ero già arrivato, ero lì già da un giorno o due.
PRESIDENTE. «e che invece i due giornalisti avevano perso».
VALENTINO CASAMENTI. Tutto è possibile, ma mi sembra che fossi già lì quando è arrivata Ilaria, che fossi già lì da un giorno o due.
PRESIDENTE. Ilaria le disse che cosa avrebbe fatto? Quando è partita le disse soltanto che sarebbe andata a Mogadiscio? Non le disse che cosa avrebbe fatto?
PRESIDENTE. Non ricorda che le abbia detto qualcosa dal punto di vista delle attività di interesse lavorativo?
PRESIDENTE. Era serena, era tranquilla?
VALENTINO CASAMENTI. Sì, mi sembra di ricordare.
PRESIDENTE. In relazione a questa intervista di cui la mise a parte, la portò a conoscenza di avere...
VALENTINO CASAMENTI. Ma me ne ha messo a parte forse perché era meravigliata anche lei. Infatti, la frase fu: o è uno sciocco o ha detto un mucchio di sciocchezze. Forse anche lei era meravigliata, ma non credo che mi avesse messo a parte di non so quale segreto.
PRESIDENTE. La giornalista Carmen Lasorella ci ha riferito che uno o due giorni prima del 20 marzo - quindi, siamo nel periodo in cui Ilaria era sicuramente con voi -, su richiesta dell'autista di Ilaria, che non l'aveva vista rientrare, fu fatto un riscontro per sapere dove stessero Ilaria e Miran, se stessero bene o male. Lei ricorda di essere stato chiamato da qualcuno per avere notizie su dove si trovasse Ilaria e se Ilaria stesse bene?
VALENTINO CASAMENTI. Io no di sicuro, perché non frequentavo la radio, a meno che non fosse stato avvisato Enrico Fregonara.
PRESIDENTE. Lei non ricorda di avere avuto richieste di informazioni?
VALENTINO CASAMENTI. No, assolutamente no.
PRESIDENTE. Lo stesso Fregonara non le ha detto di essere stato contattato perché volevano sapere?
PRESIDENTE. Non ne sa assolutamente niente.
VALENTINO CASAMENTI. Ma era difficile. Chi ci poteva chiamare, adesso che ci penso?
PRESIDENTE. Questo noi lo sappiamo, ma volevamo sentirlo da lei.
VALENTINO CASAMENTI. Da Mogadiscio non avevamo nessuno con la radio. Noi lavoravamo con la radio...
PRESIDENTE. Dai militari italiani è possibile?
VALENTINO CASAMENTI. Se è possibile, è stato fatto con Fregonara, ma con che cosa? Con la radio? Non credo.
VALENTINO CASAMENTI. No. Comunque, non mi ha detto nulla. Ne sono più che certo.
PRESIDENTE. Chi ha accompagnato Ilaria all'aeroporto?
VALENTINO CASAMENTI. Credo fossimo tutti: io, Enrico Fregonara...
PRESIDENTE. Siete andati con una macchina, con una jeep?
VALENTINO CASAMENTI. Sì, con una macchina.
PRESIDENTE. Avevate una scorta?
PRESIDENTE. Quindi, lei, Fregonara, Hrovatin e Ilaria.
VALENTINO CASAMENTI. E l'autista. Forse ci sarà stato anche un altro, che badava alla macchina, non ricordo bene.
PRESIDENTE. Anche lei partì per Mogadiscio?
VALENTINO CASAMENTI. No, per gentilezza e per amicizia la accompagnammo all'aeroporto.
PRESIDENTE. Quando è arrivata all'aeroporto c'era qualcuno che aspettava Ilaria?
VALENTINO CASAMENTI. A Bosaso?
VALENTINO CASAMENTI. No, c'era l'aereo. Noi arrivammo quasi sotto l'aereo, lei salì, prese la sua valigia, il suo bagaglio e se ne andò.
PRESIDENTE. Chi altro rientrava a Mogadiscio quel giorno, che le sappia, da Bosaso? C'erano altre persone del vostro ambiente, della vostra organizzazione?
VALENTINO CASAMENTI. Noi eravamo tre ed eravamo lì.
VALENTINO CASAMENTI. No, non credo, non ho visto nessuno, altrimenti me lo ricorderei, a meno che fossero quelli dell'UNOSOM. Può darsi che fossero loro, ma non ci ho fatto caso..
PRESIDENTE. Noi abbiamo raggiunto una certa tranquillità, dal punto di vista della conoscenza di quello che avveniva a Mogadiscio o, meglio, in Somalia a proposito di certi traffici: parlo di armi, di rifiuti tossici, dell'utilizzazione dello schermo della cooperazione per svolgere
questo tipo di traffici, e via dicendo. Lei non avrà visto niente, però noi abbiamo gli elementi concreti per fare un'affermazione sicura.
VALENTINO CASAMENTI. Se lo dice, evidentemente è così.
PRESIDENTE. Siccome lei ha fatto cooperazione, è stato lì, è stato a Bosaso, è stato a Mogadiscio, c'è stato parecchio tempo, noi teniamo particolarmente al suo contributo di conoscenze.
VALENTINO CASAMENTI. Glielo darei volentieri, ma io...
PRESIDENTE. Lei non sa niente di niente?
VALENTINO CASAMENTI. Glielo giuro su Dio. Adesso vengo a sapere che c'erano dei traffici - ha detto - anche di materiale organico...
VALENTINO CASAMENTI. Lo vengo a sapere da lei adesso, mi creda.
PRESIDENTE. Noi non le crediamo.
VALENTINO CASAMENTI. No, mi creda.
PRESIDENTE. Noi non le crediamo proprio.
VALENTINO CASAMENTI. Mi dispiace.
PRESIDENTE. Non possiamo crederle, oppure lei è stato proprio tenuto in una campana di vetro.
VALENTINO CASAMENTI. Io facevo molto il mio lavoro, ero molto occupato a fare il mio lavoro.
PRESIDENTE. Mugne lo conosce? Lo ha mai sentito?
VALENTINO CASAMENTI. Mugne chi è?
PRESIDENTE. Omar Mugne, non sa chi sia.
VALENTINO CASAMENTI. Un somalo? No, assolutamente, non veniva lì da noi.
PRESIDENTE. Aveva qualcosa a che fare sempre con la Shifco, di cui lei non sa niente e, quindi, giustamente non può sapere niente nemmeno di questo.
VALENTINO CASAMENTI. Ha la mia parola d'onore.
PRESIDENTE. Sa dove abitava Mugne, se abitava in Italia, se avesse una sede in Italia, se avesse una società in Italia?
VALENTINO CASAMENTI. Non so chi è Mugne, mi perdoni.
PRESIDENTE. Sa niente della costruzione della strada Garoe-Bosaso?
VALENTINO CASAMENTI. L'ho fatta tante volte.
PRESIDENTE. L'ha costruita o l'ha fatta?
VALENTINO CASAMENTI. No, ci ho viaggiato sopra molte volte.
PRESIDENTE. Per esempio - qui non abbiamo certezze, per la verità - abbiamo notizie, trasfuse in dichiarazioni rese alla Commissione, che qui - qualcuno dice addirittura sotto la strada, ma forse, più correttamente, lateralmente alla strada - fossero effettuati gli interramenti dei bidoni di rifiuti tossici. Non ne ha mai sentito parlare?
VALENTINO CASAMENTI. Glielo giuro su Dio, no. È la prima volta che sento parlare di questa cosa.
PRESIDENTE. E della costruzione di questa strada, che fu fatta con la cooperazione italiana?
VALENTINO CASAMENTI. È stata fatta tanti anni fa, negli anni settanta, non so. Noi poi arrivavamo fino a 120 chilometri, mi sembra, poi non si andava più in là. Non era neanche una brutta strada, a dire la verità. Il clima che c'era la faceva mantenere bene.
PRESIDENTE. Come ha saputo della morte di Ilaria?
VALENTINO CASAMENTI. Il pomeriggio è venuto Enrico Fregonara in camera mia, aveva le lacrime agli occhi e mi ha detto: la radio ha detto - non so se la radio ricetrasmittente - che è morta una giornalista appena arrivata a Bosaso, e non poteva che essere Ilaria. Mi sono messo a piangere anch'io.
PRESIDENTE. Quanto tempo dopo la partenza?
VALENTINO CASAMENTI. Di pomeriggio, cominciava già ad essere buio, quindi dopo le sei di sera.
PRESIDENTE. Quindi, il giorno della partenza?
VALENTINO CASAMENTI. Sì, il giorno della partenza, dopo le sei di sera. Faceva buio alle sei e un quarto, sei e venti. Ricordo che era buio, eravamo seduti lì che piangevamo.
PRESIDENTE. A Fregonara chi lo aveva detto?
VALENTINO CASAMENTI. Non so se via radio ricetrasmittente o avesse sentito le radio...
PRESIDENTE. Lei non conosce nemmeno Marocchino?
VALENTINO CASAMENTI. Marocchino l'ho conosciuto a Mogadiscio.
PRESIDENTE. Che lavoro faceva Marocchino?
VALENTINO CASAMENTI. Lui ci noleggiava camion, faceva il trasportatore per noi. La cooperazione italiana noleggiò da lui la gru, che montammo. Appena arrivammo, montammo le antenne ricetrasmittenti e poi, se avevamo bisogno di scaricare delle navi al porto, ci affidavamo a lui perché lui aveva i camion. Qualche volta abbiamo affittato i camion da lui.
PRESIDENTE. Al di là di questa attività, per esempio, lei era a conoscenza dei rapporti di Marocchino con le autorità italiane?
VALENTINO CASAMENTI. Veniva spesso lì da noi, l'ho visto.
PRESIDENTE. Parliamo di Mogadiscio adesso.
VALENTINO CASAMENTI. Sì, credo abbia parlato con Augelli. L'ho visto qualche volta, quando veniva da noi a portare i camion si sarà messo a parlare con qualcuno. Ma io di grossi rapporti non...
PRESIDENTE. Le risulta che fosse persona legata ai servizi, in particolare al SISMI, presente in Somalia?
VALENTINO CASAMENTI. No, questo proprio non lo so.
PRESIDENTE. Non ha mai avuto notizie, dirette o indirette, di coinvolgimento di Marocchino in qualche attività illecita di quelle che le ho ricordato prima, ad esempio traffico di armi?
VALENTINO CASAMENTI. No. Non sapendo cosa succedeva, non sapevo neanche questo, mi creda.
PRESIDENTE. Chi l'ha sentita per la prima volta, a livello di autorità italiane o straniere, sulla uccisione di Ilaria Alpi?
VALENTINO CASAMENTI. Venne un signore a Forlì, presso la questura di Forlì. Avvisarono mia moglie perché io ero all'estero, non ricordo dove. Mia moglie disse che stavo arrivando in vacanza, come stavolta. Io arrivavo dopo due o tre giorni e mi resi disponibile. Venne da Roma, però non so chi fosse.
VALENTINO CASAMENTI. Sì, come no, dalla questura di Forlì.
PRESIDENTE. E poi chi altro l'ha sentita?
VALENTINO CASAMENTI. Ero in Albania e sono stato chiamato - ricordo - il giorno in cui ci fu l'attacco americano ed il pericolo era che forse non potessi rientrare ed avrei perduto il contratto, invece, girando per la Grecia in aereo, riuscimmo ad entrare. Al carcere di Rebibbia... c'è un'aula...
PRESIDENTE. Quali altri giornalisti ha conosciuto? Ha conosciuto Alberizzi?
PRESIDENTE. Chi era Alberizzi?
VALENTINO CASAMENTI. Era del Corriere della sera.
PRESIDENTE. Avete mai parlato di Ilaria Alpi con Alberizzi?
VALENTINO CASAMENTI. Non credo, non c'era bisogno di parlarne. Poi, le ripeto, che questi giornalisti venivano lì, ci si salutava, poi si facevano gli affari loro con i loro lavori e io, come il chirurgo faceva il chirurgo, andavo a fare tutti questi piccoli lavori, di piccola edilizia. Non c'erano questi scambi.
PRESIDENTE. Di Ilaria Alpi non avete mai parlato?
VALENTINO CASAMENTI. Non credo che avessimo...
PRESIDENTE. Dell'agguato a Ilaria Alpi avete mai parlato?
VALENTINO CASAMENTI. Quale agguato?
VALENTINO CASAMENTI. Io li ho conosciuti prima.
PRESIDENTE. Ma dopo ne avete parlato?
VALENTINO CASAMENTI. No, ho rivisto Alberizzi, a dire la verità. L'ho rivisto un attimo, ma non ci siamo mai più parlati.
PRESIDENTE. In una dichiarazione resa all'autorità giudiziaria, Alberizzi dice che a Bosaso era presente il SISMI.
VALENTINO CASAMENTI. No! Non credo. Chi c'era? Non c'era nessun militare.
PRESIDENTE. E che c'era un personaggio, che veniva chiamato «l'avvocato», che aveva dei rapporti con le rappresentanze del SISMI a Bosaso.
VALENTINO CASAMENTI. Noi eravamo tre italiani.
PRESIDENTE. Chi era l'avvocato?
VALENTINO CASAMENTI. Non lo so. Non ho mai sentito parlare di un avvocato. Noi eravamo tre italiani: io, Fregonara e la Morin. Non ho mai saputo che ci fossero altri italiani a Bosaso in quel periodo.
PRESIDENTE. Ha mai conosciuto Yusuf Mohamed Ismail, detto Beri Beri?
VALENTINO CASAMENTI. Sì, è stato da noi. Fu ospite lì da noi e serviva per introdurci quando si aprì il progetto iniziale, quando Africa 70 arrivò lì.
VALENTINO CASAMENTI. Ha abitato lì con noi.
PRESIDENTE. Le risulta che avesse una residenza in Italia?
VALENTINO CASAMENTI. No, però parlava un dialetto bolognese, quindi doveva abitare a Bologna o era stato lì.
PRESIDENTE. Da chi veniva pagato?
VALENTINO CASAMENTI. Da Africa 70. Almeno per un certo periodo sarà stato pagato da Africa 70, poi dopo non so.
PRESIDENTE. Che lavoro faceva?
VALENTINO CASAMENTI. Aveva introdotto Fregonara per cominciare i progetti, eccetera. Serve sempre qualcuno...
PRESIDENTE. Insomma, faceva la mediazione?
VALENTINO CASAMENTI. Una specie.
PRESIDENTE. Con quale percentuale?
VALENTINO CASAMENTI. Non lo chieda a me. Avrà avuto un piccolo stipendio.
PRESIDENTE. La mediazione in che senso? Faceva intermediazione? Che faceva, creava il contatto?
VALENTINO CASAMENTI. No, nel senso che, dovendo cominciare un progetto di una ONG che andava in un paese nuovo, lui - lo conoscevano da Milano, non so - venne giù (io lo trovai lì) e avrà fornito i primi contatti per sistemarsi, questo tipo di cose. Non so cosa facesse dopo.
PRESIDENTE. Conosce Mario Casadio?
PRESIDENTE. Chi è Mario Casadio?
VALENTINO CASAMENTI. Era il logista di Africa 70, che io ho sostituito.
PRESIDENTE. In quel periodo stava lì?
VALENTINO CASAMENTI. Sì, poi io lo sostituii. Lui andò via ed io lo sostituii.
PRESIDENTE. Nel 1994 era lì con lei?
VALENTINO CASAMENTI. Sì, mi sembra di sì.
PRESIDENTE. Nei primi mesi del 1994 era con lei?
VALENTINO CASAMENTI. Sì, è stato lì. Poi io ho preso il suo posto.
PRESIDENTE. Conosce Luigi Simone?
VALENTINO CASAMENTI. Era di Africa 70.
VALENTINO CASAMENTI. Era uno che si occupava di agronomia.
PRESIDENTE. Quindi, non eravate in tre. Eravate parecchi.
VALENTINO CASAMENTI. No, in quel momento eravamo in tre, ma prima eravamo di più. C'era Gabriella Colombano. Eravamo quattro o cinque.
PRESIDENTE. Che faceva Simone?
VALENTINO CASAMENTI. L'agronomo, mi sembra di ricordare.
PRESIDENTE. Conosce Giovanni Porzio?
PRESIDENTE. Quando lo ha conosciuto?
VALENTINO CASAMENTI. A Mogadiscio.
PRESIDENTE. Che faceva Giovanni Porzio a Mogadiscio?
VALENTINO CASAMENTI. Il giornalista.
PRESIDENTE. Avete avuto rapporti, avete mai parlato di particolari problemi?
VALENTINO CASAMENTI. No. Abbiamo parlato, quando ci si trova a tavola a mangiare.
PRESIDENTE. Lei ha mai conosciuto la famiglia di Ilaria Alpi? L'ha mai incontrata?
VALENTINO CASAMENTI. Sì, durante l'ultimo processo nell'aula bunker la vidi. Non ci ho mai parlato, ma l'ho vista.
PRESIDENTE. Un fatto meramente occasionale? Ci sono state altre occasioni nelle quali lei è stato, non dico invitato, ma nella condizione di poter parlare con i genitori di Ilaria Alpi e ha ritenuto di non farlo?
VALENTINO CASAMENTI. No, io li ho visti nell'aula bunker e poi non li ho mai più visti.
PRESIDENTE. Giovanni Porzio, sentito nella Commissione parlamentare sulla cooperazione, ha riferito - e abbiamo qui il documento - di un colloquio che avrebbe avuto con lei a proposito dei suoi rapporti con la famiglia di Ilaria Alpi.
Secondo Porzio, lei avrebbe detto di non essere andato a trovare i genitori di Ilaria Alpi perché non si voleva esporre nei confronti del Ministero degli affari esteri. Le leggo la frase: «perché voleva rientrare nella cooperazione e il parlare in quegli ambienti non è gradito». È falso quello che ha detto?
VALENTINO CASAMENTI. Sì, è falso. Io non ho mai detto una cosa del genere. L'unico rapporto che ho avuto con i genitori di Ilaria Alpi è stato durante quell'interrogatorio.
PRESIDENTE. Quindi, ci è stata riferita una cosa falsa.
VALENTINO CASAMENTI. Avrà capito male quello che ho detto, perché io non ho mai detto questo. Non si entra in cooperazione così; in cooperazione ci si entra perché...
PRESIDENTE. No, «rientra». In che anno lei è rientrato in cooperazione?
VALENTINO CASAMENTI. Nel 1996. Ho fatto tutto il Ruanda, nel 1996-1997. Poi ho fatto il 1998, il 1999, il 2000...
PRESIDENTE. Ha mai sentito nominare Luca Rajola Pescarini?
VALENTINO CASAMENTI. A Mogadiscio mi sembra di aver sentito quel nome.
PRESIDENTE. Chi era? Ne ha sentito parlare, non l'ha conosciuto?
VALENTINO CASAMENTI. No. Ne parlavano i militari, ma non credo di averlo mai visto. Ce ne erano tanti di militari.
PRESIDENTE. Questo non era un militare però. Lei ha mai saputo di minacce che ha ricevuto Ilaria Alpi a Bosaso?
VALENTINO CASAMENTI. Le giuro di no.
VALENTINO CASAMENTI. Mai sentito dire.
PRESIDENTE. Conosce Alfredo Tedesco?
VALENTINO CASAMENTI. Era un militare, credo, laggiù. Era spesso lì.
PRESIDENTE. Che rapporti ha avuto?
VALENTINO CASAMENTI. Dormiva due stanze più in là di me.
PRESIDENTE. Non avete avuto altro tipo di rapporto?
VALENTINO CASAMENTI. «Ciao», «buongiorno», abbiamo mangiato insieme.
PRESIDENTE. Do ora la parola all'onorevole Bulgarelli.
MAURO BULGARELLI. Grazie, presidente. Devo dire, signor Casamenti, che lei ci ha tolto alcune certezze. Innanzitutto, noi eravamo convinti che lei era appena rientrato a Bosaso e che l'aereo che era stato perso da Ilaria Alpi e Miran Hrovatin era lo stesso che aveva portato lei a Bosaso.
VALENTINO CASAMENTI. No, di questo non sono sicuro, a dir la verità. Guardi, veramente di questo non ne sono sicuro. Ripensandoci dopo, ho l'impressione che io fossi già stato lì da un paio di giorni, oppure può essere stato così: io sono arrivato con quell'aereo e lei lo ha perduto, forse era da qualche parte. Non ne sono certo di questo, mi creda. Non vedo, poi, quale differenza...
MAURO BULGARELLI. Per noi cambia molto, perché nel tentativo di ricostruire quello che è stato fatto da Ilaria Alpi, in particolare nel periodo tra il 16 e il 20 marzo - cioè i giorni prima dell'uccisione di Ilaria e di Miran Hrovatin - è evidente che questo ci crea dei problemi. Eravamo convinti, ad esempio, che l'intervista fosse stata fatta prima e che la fretta di Ilaria di mettersi in contatto con la RAI - magari gliene ha parlato, forse non si ricorda - fosse dovuta al fatto che Ilaria doveva mandare proprio quell'intervista alla RAI.
VALENTINO CASAMENTI. Guardi, mi ricordo benissimo questo. Se Ilaria doveva prendere il mio stesso aereo, questo non glielo so dire, perché a me sembra di essere arrivato un paio di giorni prima; però, diciamo pure che poteva essere quello il volo che lei ha perduto. Quella mattina Ilaria disse che era molto dispiaciuta per aver perduto quell'aereo, andò a telefonare - venne poi a dircelo, credo che quel giorno mangiasse lì da noi - e ci disse «Sono contenta, perché la RAI è in sciopero», quindi si era rilassata. Poi, quando sia andata dal califfo o dal king, se c'è andata quello stesso giorno, prima di andare al mare, o c'è andata l'ultimo giorno, questo non glielo so dire; purtroppo non glielo so dire, non mi ricordo queste cose.
MAURO BULGARELLI. Comunque, lei ricorda che Ilaria le ha detto di aver fatto l'intervista in quei tre giorni, cioè dopo aver perso l'aereo.
VALENTINO CASAMENTI. Sì, uno di quei giorni che era lì con me. Disse: «ha detto delle sciocchezze» o «È uno sciocco, Valentino» o roba del genere.
MAURO BULGARELLI. Poi le chiederò una precisazione. Ha detto che conosce Tedesco e che dormiva due o tre stanze dopo lei.
MAURO BULGARELLI. Dove? A Bosaso?
VALENTINO CASAMENTI. No, a Mogadiscio.
MAURO BULGARELLI. A Mogadiscio, Tedesco lo aveva incontrato anche con
Marocchino? Lei ha frequentato un po' Marocchino, quando era a Mogadiscio?
VALENTINO CASAMENTI. No, solo quando veniva lì. L'unico da cui potevamo noleggiare i camion per scaricare - ma sarà successo due, tre volte - era Marocchino. Era lui che aveva i camion e la gru.
MAURO BULGARELLI. Quindi, intratteneva rapporti con Marocchino nel periodo in cui lei era nella cooperazione.
MAURO BULGARELLI. Come Africa 70 avete avuto rapporti con Marocchino?
VALENTINO CASAMENTI. No, no. Noi eravamo a Bosaso, lui era a Mogadiscio. Non l'ho mai più visto nella mia vita.
MAURO BULGARELLI. Magari, facendo il trasportatore, a volte era possibile che...
VALENTINO CASAMENTI. No, da Mogadiscio a Bosaso...
MAURO BULGARELLI. Sì, lo so, è una strada lunga. Africa 70 dove ha la sede amministrativa?
VALENTINO CASAMENTI. A Milano. Non so la via, perché credo che abbiano cambiato sede, ma so che è a Milano.
MAURO BULGARELLI. Quindi, lei, attraverso Marocchino non ha conosciuto altri, quando era a Mogadiscio?
VALENTINO CASAMENTI. No, assolutamente. Marocchino sarà venuto lì tre, quattro volte.
MAURO BULGARELLI. E nessun giornalista italiano l'ha cercata per farle un'intervista dopo la morte di Ilaria Alpi?
VALENTINO CASAMENTI. Glielo giuro su Dio: mai. Ho rivisto Porzio in Albania. Ho rivisto Carmen Lasorella...
MAURO BULGARELLI. Benni lo conosce?
VALENTINO CASAMENTI. Sì, Benni lo conosco. Ci siamo visti a Mogadiscio e poi sono tanti anni che non ci vediamo più. So che dopo era in Egitto. Ho rivisto la signora Carmen Lasorella nell'aula bunker per due minuti: io uscivo, lei entrava: «Ciao, come stai?», «Buongiorno, signora» e basta.
MAURO BULGARELLI. Yussuf Mohamed Ismail, detto Beri Beri, le risulta che fosse in qualche modo legato direttamente ad Africa 70 o era semplicemente la persona somala sul luogo, per cui veniva preso come mediatore?
VALENTINO CASAMENTI. Per quel che ne so io, era solo quello che era stato assunto per tre mesi per...
MAURO BULGARELLI. Assunto in Italia o in Somalia?
VALENTINO CASAMENTI. Io credo in Italia. Poiché parlava correntemente l'italiano, credo che avesse avuto dei rapporti in Italia. Lui era stato aggregato ad Africa 70 a Bosaso per aiutarli ad introdursi. In genere si fa così.
MAURO BULGARELLI. E di Mugne non ha assolutamente nessun ricordo?
VALENTINO CASAMENTI. No, assolutamente.
MAURO BULGARELLI. Mi sa che anche Mugne ha abitato a Bologna, vero?
VALENTINO CASAMENTI. Non lo so. Io so che Beri Beri aveva un accento spiccatamente bolognese, faceva anche un po' ridere.
MAURO BULGARELLI. Grazie, ho concluso le mie domande.
PRESIDENTE. Do ora la parola all'onorevole Bindi.
ROSY BINDI. Grazie, presidente. Signor Casamenti, credo che sia importante ritornare sulla data dell'intervista al sultano. Lei è certo, si sente di affermare, per quel che ricorda, che il sultano è stato intervistato in quei tre giorni?
VALENTINO CASAMENTI. Sì, su questo non ho dubbi perché me lo disse Ilaria. Mi disse: «Sono andata dal sultano, ha detto un mucchio di sciocchezze» o «È uno sciocco». Su questo non ho dubbi.
ROSY BINDI. Questo è molto importante perché tutto quello che noi abbiamo letto su Ilaria Alpi parte da un dato di fatto: che l'intervista al sultano fosse stata fatta prima di perdere l'aereo e che il servizio televisivo da mandare fosse proprio sull'intervista al sultano (che ora, a detta di Ilaria Alpi, avrebbe detto delle grandi sciocchezze).
VALENTINO CASAMENTI. Sì, questo me lo ricordo, perché mi è rimasto impresso.
ROSY BINDI. Noi oggi impariamo che l'intervista al sultano è stata fatta dopo aver perso l'aereo, quindi per caso - se Ilaria non avesse perso l'aereo, non avrebbe mai fatto quell'intervista al sultano - e che, invece di cose importanti, il sultano avrebbe detto ad Ilaria delle grandi sciocchezze.
VALENTINO CASAMENTI. Su questo, guardi, sono sicuro.
ROSY BINDI. Va bene, però, in questa mancanza di memoria che la caratterizza, questo è un elemento che lei ricorda molto bene.
VALENTINO CASAMENTI. Molto bene, sì, perché mi ricordo che rideva; mi disse: «Sai, mi ha detto un mucchio di sciocchezze».
ROSY BINDI. Secondo me, presidente, questa è una cosa da sottolineare.
VALENTINO CASAMENTI. A meno che non volesse dire: «Ho intervistato il sultano» e fosse successo prima. Io mi ricordo che un bel giorno mi dice: «Sai, ho parlato col sultano». Mi ricordo questo.
PRESIDENTE. Do ora la parola all'onorevole Ranieli.
MICHELE RANIELI. Presidente, vorrei che lei invitasse il teste a dire la verità, perché ha fatto affermazioni completamente diverse rispetto alle dichiarazioni del 1995; inoltre, ha detto cose che non aveva ricordato prima e che oggi gli arrivano alla mente in un modo diverso. Per cui, presidente, lo avvisi di nuovo che è sotto giuramento, altrimenti chiedo che gli atti vengano trasferiti alla procura della Repubblica, nei confronti di un teste che ci ha detto un cumulo di sciocchezze.
PRESIDENTE. Io ho già avvertito il signor Casamenti all'inizio, in modo tale che fosse consapevole delle sue responsabilità. Naturalmente, tutte le cose sono - come dire? - reversibili o oggetto di ulteriore riflessione, però obiettivamente mi sembra, dagli interventi che si sono succeduti, che la Commissione sia molto dubbiosa sull'esattezza del suo ricordo, anche perché si tratta di affermazioni che non abbiamo la possibilità di riscontrare in alcun modo.
Ad esempio, rispetto alla domanda che le ha fatto l'onorevole Bulgarelli, in merito al fatto che lei sarebbe partito con lo stesso aereo di Ilaria Alpi, c'è un modo per riscontrarlo? C'è un modo per riscontrare quest'affermazione? Si può rinvenire un materiale documentale attraverso il quale poter capire se lei dice la verità oppure
no? Poi, per altri dati, come giustamente è stato osservato dall'onorevole Ranieli, c'è un contrasto con le dichiarazioni da lei rese alla Digos, che è troppo evidente.
Le ripeto: sono qui a dirle, per l'ultima volta, che se per caso intende riflettere ulteriormente, per dare un contributo più concreto, più fattivo e più veritiero, lo faccia. Eventualmente, noi le consentiamo - come suggerisce l'onorevole Bindi - anche la strada di riflettere ulteriormente e di chiedere alla Commissione di essere nuovamente sentito. Questa è una strada che le possiamo consentire, altrimenti siamo obbligati a rimettere gli atti alla procura della Repubblica.
VALENTINO CASAMENTI. Mi state facendo un po' paura, così.
PRESIDENTE. No, non le stiamo facendo paura; lei non deve avere nessuna paura. Noi le abbiamo dato un avvertimento rispetto alle responsabilità alle quali va incontro per testimonianza falsa o reticente; non credo che siamo stati, io o gli altri, vessatori nei suoi confronti. Mi rendo perfettamente conto che il ricordo può non essere sempre di aiuto, però qui c'è un particolare: lei ricorda sempre determinate cose; anche in tempi più recenti rispetto ad oggi, lei ha fatto le medesime dichiarazioni, le quali sono assolutamente non credibili, allo stato degli atti.
VALENTINO CASAMENTI. Quali? Me le rifaccia! Mi creda, quel che ricordo è questo.
PRESIDENTE. Noi le diciamo che, siccome riceverà il resoconto di questa seduta perché venga da lei sottoscritto, avrà a disposizione questo tempo per riordinare i suoi ricordi ed eventualmente dare contributi alla Commissione.
VALENTINO CASAMENTI. Presidente, non ho altri ricordi. Quello di cui vi ho parlato è questo, ve lo giuro su Dio. Non so cosa dirvi! Purtroppo, se mi sono dimenticato qualche data...
PRESIDENTE. No, i giuramenti su Dio ognuno... Io li faccio perché ci credo, ma...
VALENTINO CASAMENTI. Ci credo anch'io.
PRESIDENTE. ...l'importante è dire la verità.
VALENTINO CASAMENTI. E io ho detto la verità! Purtroppo mi dimentico, mi sono dimenticato qualche data, un orario, però...
PRESIDENTE. Mi scusi, io torno sull'intervista al sultano di Bosaso, ma non è possibile una cosa di questo genere!
Do ora la parola all'onorevole Ranieli.
MICHELE RANIELI. Signor Casamenti, rispetto a quel che lei ci ha detto c'è un sistema, un modo perché lei lo possa documentare o dimostrare? Quando è partito da Gibuti ed è atterrato a Bosaso? Il giorno 8? Il giorno 9? Il 10, il 15 o il giorno 16? Faccia mente locale.
VALENTINO CASAMENTI. Non so, sono passati tanti anni, non ricordo. Non ricordo quando sono arrivato a Bosaso...
PRESIDENTE. D'accordo, noi abbiamo adempiuto a tutti i nostri doveri. Grazie.
VALENTINO CASAMENTI. No, se mi dovete far passare dei guai, tenetemi qui sino a mezzanotte...
PRESIDENTE. Noi dobbiamo fare il nostro lavoro.
VALENTINO CASAMENTI. Cosa vuole, io sono un po' preoccupato, adesso, perché...
PRESIDENTE. Ci dispiace. Se lei ci riflette, laddove lei ci dovesse riflettere...
ROSY BINDI. Signor Casamenti, in che giorno ripartirà?
VALENTINO CASAMENTI. Il 17, onorevole. Ma non mi viene in mente niente; le ripeto, ho dei problemi di date. Io questo l'ho detto subito, quando sono arrivato qui. Però, insomma, il concetto era questo, non abbiamo fatto caso a tante cose, non mi sono mai soffermato a pensare...
PRESIDENTE. Mi scusi, ma è possibile che quando Ilaria è arrivata, avesse già fatto l'intervista al sultano di Bosaso?
VALENTINO CASAMENTI. Mi sembra quasi impossibile, perché deve essere stato uno di quei giorni lì, che mi ha detto: «Sai che ho fatto»...
PRESIDENTE. Scusi, io le ho fatto prima una domanda. Com'è venuta Ilaria? Chi è andato a prenderla, se qualcuno ci è andato?
VALENTINO CASAMENTI. Questo non lo so.
PRESIDENTE. Allora le domando: è possibile che Ilaria le abbia comunicato - nei giorni in cui avete fatto questa «vacanzina» - che, trovandosi già a Bosaso, aveva già sentito il sultano?
VALENTINO CASAMENTI. Senta, la frase deve essere stata più o meno così...
PRESIDENTE. No, adesso lasci stare la frase. Io le domando se, cronologicamente, lei è in grado di dire con sicurezza che quel fatto è accaduto nei tre giorni che Ilaria è stata con voi.
VALENTINO CASAMENTI. Mi ha detto: «Sono andata a intervistare»...
PRESIDENTE. Questo lo abbiamo capito, ma quando glielo ha detto?
VALENTINO CASAMENTI. Uno di quei tre giorni.
PRESIDENTE. E dunque può essere stato anche il primo giorno.
VALENTINO CASAMENTI. Potrebbe essere stato anche il primo giorno, non mi ricordo...
PRESIDENTE. Quindi, può essere arrivata da voi dopo aver già intervistato il sultano?
VALENTINO CASAMENTI. Può darsi. Questa è una frase che ha buttato lì. Mi ha detto: «Sai che ho ascoltato il sultano, mi ha detto un mucchio di sciocchezze»...
PRESIDENTE. Mi scusi, vorrei un attimo riflettere con lei. Ilaria arriva e il primo giorno andate al mare, non andate dal sultano; il secondo giorno state tutta la giornata....
VALENTINO CASAMENTI. Potrebbe essere andata da mezzogiorno a...
PRESIDENTE. Aspetti, mi faccia finire. Il secondo giorno siete stati tutta la giornata fuori insieme e, dunque, Ilaria non può essere andata dal sultano...
VALENTINO CASAMENTI. Non mi ricordo.
PRESIDENTE. Il terzo giorno è quello della partenza?
VALENTINO CASAMENTI. Sa che io non mi ricordo se era il terzo giorno, quello di partenza? Arrivava ogni tre giorni...
PRESIDENTE. Faccia mente locale su un punto. Voi avete accompagnato Ilaria Alpi all'aeroporto. Rispetto a questo momento - che è il 20 marzo, il giorno in cui Ilaria muore - lei è in grado di individuare il giorno, l'ora o quanto tempo prima lei le fece la confidenza di aver intervistato il sultano? Può essere stato
l'ultimo giorno? Può essere stata la mattina che l'avete accompagnata all'aeroporto?
VALENTINO CASAMENTI. Potrebbe essere stato anche il giorno in cui ci siamo incontrati e abbiamo parlato, così, prima di andare a pranzo, prima di andare al mare. Io non ricordo...
PRESIDENTE. Quindi, è possibile che Ilaria le abbia fatto una comunicazione di cose già fatte?
VALENTINO CASAMENTI. Può darsi. Mi ha detto: «Sai che ho incontrato»...
PRESIDENTE. Va bene, comunque noi dobbiamo fare il nostro dovere. Lei faccia il suo dovere di tornare a riflettere e a rimettere insieme i pezzi. Noi siamo sempre qui a disposizione. Tenga presente che intanto lei dovrà avere il resoconto - come le ho detto - per sottoscriverlo, quindi ha del tempo a disposizione: si rilegge il verbale, si rende conto se qualche errore c'è stato e siamo nella condizione di poterlo correggere. Va bene?
VALENTINO CASAMENTI. Certamente, ma mi sembrerebbe strano. In questi anni, cosa crede, che non abbia mai pensato a questa storia? Ci ho pensato, ma non mi viene in mente...
PRESIDENTE. Signor Casamenti, ci pensi, perché le altre volte è passata, questa volta non passa. Tutto qua.
VALENTINO CASAMENTI. Così mi fa paura. Va bene. Arrivederci.
PRESIDENTE. Dichiaro concluso l'esame testimoniale.
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