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PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione di Enrico Bobbio, presidente del consorzio per il riciclaggio dei beni in polietilene (Polieco), di Tommaso Campanile, vicepresidente del consorzio Polieco e di Nicola Stolfi, coordinatore del comitato tecnico consultivo del Polieco. La Commissione ha ritenuto opportuno procedere all'odierna audizione in ordine ai profili di
attività del consorzio medesimo, ai compiti ad esso attribuiti ed alle specifiche modalità di intervento nel settore di competenza. Comunico che il dottor Bobbio è accompagnato da Tommaso Campanile, vicepresidente del consorzio Polieco, e da Nicola Stolfi, coordinatore del comitato tecnico consultivo del Polieco.
Ricordo che la Commissione intende acquisire, con un apposito ciclo di audizioni, dati ed elementi informativi in ordine al diverse problematiche connesse alla gestione e al funzionamento dei consorzi di filiera, che rivestono un importante ruolo nel complessivo sistema del ciclo dei rifiuti, soprattutto in relazione alle fasi del recupero e del riutilizzo di specifiche tipologie di rifiuti.
Nel rivolgere un saluto ed un ringraziamento per la disponibilità manifestata, do la parola al dottor Enrico Bobbio, riservando eventuali domande dei colleghi della Commissione al termine del suo intervento.
ENRICO BOBBIO, Presidente del Polieco. Signor presidente, ringrazio lei per la sua sensibilità in occasione delle nostre richieste di audizione ed i membri della Commissione per la loro attenzione. Desidero lasciare agli atti della Commissione una mia memoria.
Come auspicato, vogliamo verificare insieme alla Commissione se sia possibile chiudere una vicenda che si trascina ormai da cinque anni.
Ricordo che il consorzio è nato con la cosiddetta legge Ronchi e che, durante la scorsa legislatura, una delle nostre maggiori problematiche, costituita dall'assenza di sanzioni per i soggetti che non avevano ottemperato all'obbligo di legge, è stata risolta. Nonostante ciò non siamo riusciti ad andare a regime, anche se abbiamo raggiunto diversi obiettivi che la legge impone e ciò va a merito della piccola e media impresa di riciclaggio. Tuttavia, la questione più difficile è rappresentata dai grossi gruppi.
Come sapete, in Italia, il polietilene è la materia plastica più diffusa e se ne consuma per un ammontare pari a circa due milioni di tonnellate. Un milione è prodotto e consumato in Italia, mentre il resto è esportato. Si tratta di un prodotto che è in mano alle aziende petrolifere, come Polimeri Europa dell'ENI. L'altro milione di materiale consumato in Italia è prodotto da aziende estere, come Basel, ESSO, FINA, Solvay, senza però sottostare alle norme legislative nazionali, che hanno previsto, in particolare, con il decreto Ronchi, anche l'istituzione del consorzio.
Malgrado ciò, le aziende straniere, presenti in Confindustria, pensano di essere al di sopra della normativa. Tali aziende, ad esempio, lavorano nel nostro paese ma non pagano alcun contributo previsto; in tal modo lo stesso è dato solo dalle imprese che trasformano. Il risultato è che a pagare sono soltanto le imprese trasformatrici, cioè la piccola e media impresa, che in tal modo aiutano il consorzio, invece di essere sostenute. Il nostro ente fa pulizia ambientale senza avere in cambio le risorse che potrebbero essere disponibili per poter lavorare meglio e di più.
Il nostro consorzio ha in carico circa due milioni di tonnellate dell'immesso sul mercato e noi ne rispondiamo per circa 800 mila tonnellate: nel 2004 siamo riusciti a raggiungere circa il 35 per cento del totale contro il 15 per cento previsto dalla legge Ronchi. Il consorzio compie, quindi, un lavoro di eccellenza, senza risolvere però il totale dei problemi, che al contrario, se fossimo posti nelle giuste condizioni, potremmo raggiungere. Basterebbe, infatti, avere le giuste soluzioni dai Ministeri preposti dell'ambiente e dell'industria.
In altre audizioni la Commissione ha ascoltato Polimeri Europa, che ha riferito di avere compreso i problemi e di essere in trattativa. Successivamente, sono sorti problemi in Confindustria, in quanto i produttori avrebbe accettato l'accordo, mentre una piccola frangia di aziende trasformatrici non era d'accordo. Pur di non arrivare ad un accordo tra parti separate, è stato preferito non raggiungere alcun intesa.
Durante quelle audizioni, il rappresentante, ingegner Raffaelli, confermò di essere
pronto a breve all'accordo. Raggiungere tale intesa avrebbe significato che una parte delle risorse potevano essere incamerate dal consorzio, per essere successivamente trasferite. Al momento, presso il nostro consorzio, sta svolgendosi una riunione, in cui partecipano i rappresentanti delle associazioni agricole, quelli degli armieri, dei produttori di bossoli; in sostanza, tutto il mondo della caccia è riunito. Per la prossima stagione venatoria, è previsto infatti l'avvio di una campagna per non inquinare i boschi italiani. Molto spesso accade che i nostri boschi sono inquinati da montagne di bossoli abbandonati. Attualmente, presso il nostro consorzio, le persone riunite stanno decidendo con quale organizzazione compire tale opera di pulizia.
Il nostro consorzio, attraverso Tommaso Campanile, Nicola Stolfi ed altri rappresentanti di organizzazioni di categoria, può permettersi di mettere in campo una importante capacità propositiva.
Chiediamo che la Commissione comprenda i nostri problemi e che il presidente intervenga per concludere la vicenda descritta.
PRESIDENTE. Do la parola al senatore Specchia.
GIUSEPPE SPECCHIA. Le tematiche affrontate sono conosciute; anche perché, come ricordato, nella scorsa legislatura, attraverso una proposta emendativa del collega onorevole Gerardini dei Democratici di sinistra, e con un sostegno trasversale della Camera si decise di risolvere le questioni che non permettevano al consorzio di continuare il proprio lavoro, in quanto, mancando le sanzioni, le adesioni erano scarse.
Risolta tale materia, si pensava che tutto rientrasse nell'ambito dell'ente; tuttavia, si è saputo che le questioni, attualmente, sono poste in modo diverso. Mi risulta che, attraverso i buoni uffici del Ministero dell'ambiente, sia stato cercato, anche in occasione della presentazione di un provvedimento di legge che rappresentava una sorta di sanatoria del pregresso, un punto di incontro, per soddisfare il consorzio, senza però pesare su coloro non hanno aderito e non hanno pagato fino ad oggi.
Quali sono i motivi per cui non si è giunti ad una conclusione positiva di tali questioni? Vorrei, inoltre, conoscere se sono in atto altre iniziative per chiudere le vicende descritte. Esiste, infatti, una legge che stabilisce le tematiche di cui si deve occupare il consorzio, i soggetti che debbono aderire e, nel caso in cui non ci sia adesione e pagamento delle quote, le sanzioni da comminare. Attraverso tali norme, come già accaduto in passato per altri consorzi, si sarebbe dovuta raggiungere una conclusione positiva delle questioni trattate.
Vorrei, quindi, conoscere i particolari di tali vicende e sapere se sia in corso un contenzioso e se abbiate intrapreso azioni giudiziarie.
Inoltre, chiedo di conoscere quale sia stato l'atteggiamento del ministro dell'ambiente e quello delle attività produttive. Infatti, se è violata una legge, le autorità preposte devono intervenire. A quanto ammonta la somma evasa? Esistono riflessi riguardanti l'ambito economico, generale per la mancata riscossione dell'IVA?
ENRICO BOBBIO, Presidente del Polieco. Ringrazio il senatore Specchia per il suo interessamento. È vero, l'anno scorso iniziammo due trattative, con il Ministero delle attività produttive e con il Ministero dell'ambiente. Quando prima ho detto che l'accordo era vicino, mi collegavo alla vicenda delle due trattative in corso, per il raggiungimento di una intesa.
Il problema maggiore era il rilevante pregresso esistente. Il 50 per cento del totale è a carico di Polimeri Europa ed è pari a circa 20 miliardi di lire di contribuzione evasa per ogni anno.
Il nostro consorzio ha deciso di proseguire le sue iniziative, nonostante non si fosse raggiunto l'accordo. Nell'ultima assemblea di due settimane fa sono state risolte alcune controversie riguardanti lo
statuto ed abbiamo recepito ciò che Confindustria, Unionplast ed i ministeri competenti avevano deciso (Commenti del senatore Specchia).
Il nostro consorzio ha recepito tutto ciò che era stato chiesto; infatti, per potere agevolare i l'ingresso dei soggetti interessati dal 15 di aprile comincerà un ravvedimento operoso, una sorta di condono, attraverso il quale si riduce del 90 per cento l'entità della contribuzione prevista.
Sono state poi votate alcune modifiche statutarie, che recepiscono alcune rilevanze poste dai ministeri competenti, i quali hanno chiesto un maggior controllo sul consorzio stesso, prevedendo la partecipazione di due componenti ministeriali, delle attività produttive e dell'ambiente, nell'ambito del consiglio di amministrazione dell'ente.
Siamo, ovviamente, soddisfatti per la modifica descritta, che determina, oltre al controllo, anche la possibilità di ottenere un indirizzo politico utile per la nostra attività.
Il condono di cui parlavo comincerà il 15 di aprile e terminerà il 30 di giugno. Inoltre, per agevolare le aziende, si prevede un abbattimento della contribuzione, pari a circa il 50 per cento del dovuto. Ad esempio, il contributo della Polieco è pari a 60 lire al chilogrammo sul prodotto immesso nel mercato, per cui abbiamo pensato di ridurlo a 30 lire, spostando il punto di prelievo dai produttori di materia prima ai trasformatori.
So che il Ministero dell'ambiente ha nominato un esperto che sta illustrando le questioni sollevate alle società collegate e spero perciò che lo sviluppo di tale azione porti ad una soluzione positiva. Allo stesso tempo, il nostro ente si sta difendendo nelle sedi giudiziarie opportune.
Da ultimo, l'associazione ambientalista Ambiente e/è vita ha deciso di fare un esposto alla procura della Repubblica sul mancato rispetto della legge da parte dei grandi gruppi.
Tutti i produttori di tubi sono associati al consorzio, tuttavia, mancano solo tre produttori (Centraltubi, Polieco, Tubicorrugati), appartenenti ad un unico proprietario, che nelle nostre assemblee si vanta, in modo arrogante, di non aver ottemperato alle norme legislative e di non essere stato oltretutto sanzionato: in tal modo, costui fa concorrenza sleale verso i suoi colleghi produttori che hanno seguito invece le leggi.
TOMMASO CAMPANILE, Vicepresidente del Polieco. La mancata partecipazione al consorzio da parte dei produttori di polietilene vergine e da parte di alcuni trasformatori dello stesso prodotto finito deriva da una interpretazione dell'articolo 48 del decreto legislativo n. 22 del 1997, per cui gli stessi si trovavano esclusi dall'obbligo di partecipazione. La norma in questione recita che al consorzio partecipano i produttori e gli importatori di beni in polietilene ed i trasformatori. Si tratta di una interpretazione forzata; tuttavia, il consorzio e le categorie partecipanti hanno chiesto, più volte, pareri pro veritate a diversi esperti, anche presso le sedi ministeriali competenti. È stato risposto che la giusta interpretazione, come da disposizioni comunitarie, è quella che prevede la partecipazione di tutta la filiera alle attività consortili, senza alcun dubbio, altrimenti, si perderebbe lo spirito delle direttive comunitarie.
In ragione della interpretazione errata, i soggetti previsti non sono entrati nel consorzio; successivamente, gli stessi hanno comunicato di aver accumulato molto arretrato e di non potere più entrare, essendo scaduti i termini di legge.
In seguito, attraverso un'altra norma, sono stati riaperti i termini per i soggetti interessati al fine di partecipare al consorzio, concedendo la possibilità agli stessi di associarsi ed affermando, peraltro, che la corretta interpretazione dell'articolo 48 citato prevedeva la partecipazione al consorzio di tutta la filiera.
Ad oggi, tuttavia, tale questione non si è chiusa, permanendo infatti determinate resistenze politiche e amministrative che consentono a tali soggetti di non partecipare al consorzio, con la chiara conseguenza di permettere una concorrenza sleale verso le altre imprese.
PRESIDENTE. Quali sono i criteri di ripartizione dei fondi consortili? Qual è la quota di contributo destinata alle spese di gestione del consorzio e quella ripartita tra i soci?
ENRICO BOBBIO, Presidente del Polieco. A tal proposito, mi ha aiutato la mia esperienza nel campo del riciclaggio, presso la società Replastic.
In Assemblea caldeggiai la proposta che non più del 10 per cento dei fondi consortili fossero destinati alla gestione del consorzio e che il 90 per cento delle risorse venisse in tutti i modi riversato alle aziende di riciclaggio. Tale delibera serviva a porre un limite alle spese di gestione ed a quelle di pulizia ambientale.
PRESIDENTE. Potete aiutarci a capire il combinato disposto tra l'articolo 48 del decreto Ronchi, che prevede la partecipazione al consorzio dei produttori e degli importatori di beni in polietilene e l'articolo 4 dello statuto, che per tale partecipazione cita i produttori e gli importatori di materie prime?
TOMMASO CAMPANILE, Vicepresidente del Polieco. Lo statuto, approvato con decreto ministeriale, ha interpretato e specificato il comma 2 dell'articolo 48, indicando, specificatamente chi fossero i soggetti previsti alla lettera a) dell'articolo medesimo, in particolare, chi fossero i produttori e gli importatori di beni in polietilene, ed alla lettera b) chi fossero i trasformatori di beni in polietilene.
È chiaro che lo statuto non poteva che specificare meglio ciò che l'articolo 48 prevedeva: nella prima fascia, come indicato dalle direttive europee, si identificano i produttori della materia prima e nella seconda fascia i trasformatori.
Il problema interpretativo sorge per le parole «beni in polietilene»; tuttavia, secondo la dottrina e le interpretazioni in sede comunitaria, i beni in polietilene prevedono l'inclusione di tutti i soggetti che partecipano alla filiera.
NICOLA STOLFI, Coordinatore del comitato tecnico consultivo del Polieco. Come rappresentanti di un'organizzazione agricola, siamo interessati affinché la situazione sia sbloccata. Gli effetti sono dirompenti sia in campo ambientale sia per la produzione agricola. Stiamo faticando per far rispettare il pagamento del contributo ambientale pari a 60 lire al chilogrammo per gli agricoltori, ai quali di fatto non si garantisce il servizio.
PRESIDENTE. Perché non si vedono garantiti il servizio?
NICOLA STOLFI, Coordinatore del comitato tecnico consultivo del Polieco. Per l'inefficienza del Polieco, il quale risulta privato di tale finanziamento ...
PRESIDENTE. Il Polieco non riesce a svolgere la sua funzione?
NICOLA STOLFI, Coordinatore del comitato tecnico consultivo del Polieco. Per quello di cui dispone compie miracoli.
ENRICO BOBBIO, Presidente del Polieco. Mentre la legge ci impegna per il 15 per cento, raggiungiamo, con le risorse ridotte, il 38 per cento, tuttavia non ci riteniamo soddisfatti. Infatti, tutto il film immesso nel mercato deve essere recuperato. Nelle campagne ci sono infatti cumuli di plastica abbandonata e non mi sembra una dimostrazione di grande civiltà.
PRESIDENTE. Cerchiamo di interpretare l'ordinanza del 2001 del commissario per l'emergenza rifiuti in Sicilia, con la quale sareste sostituiti nella azione...
ENRICO BOBBIO, Presidente del Polieco. Osservo velocemente che l'ordinanza prevista in Sicilia ed in Puglia prevede che l'autorità pubblica faccia proprio il problema della pulizia del territorio, attraverso Polieco, intervenendo sui soggetti non iscritti, che non partecipano ai contributi previsti per il funzionamento del
consorzio, addebitando loro i costi della raccolta.
PRESIDENTE. È quindi il commissario che svolge in proprio tale attività. Ma il danno?
ENRICO BOBBIO, Presidente del Polieco. È a carico degli evasori.
PRESIDENTE. Esiste un precedente?
ENRICO BOBBIO, Presidente del Polieco. No.
PRESIDENTE. Ringrazio il dottor Bobbio, presidente del consorzio per il riciclaggio, il dottor Campanile, il dottor Stolfi, per aver partecipato alla nostra audizione, per aver posto un problema riguardante il Polieco e, soprattutto, per aver esaminato una vicenda più generale di sensibilizzazione ambientale e di tutela del sistema.
Cercheremo di compiere i passi opportuni al fine di risolvere le questioni argomentate e per giungere velocemente ad una efficace e completa azione di tutela ambientale.
Dichiaro conclusa l'audizione.
La seduta termina alle 15.10.
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