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Seduta dell'1/4/2003


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Audizione del presidente del Consorzio volontario basso Lazio, Cesare Fardelli, e delle direttore tecnico dell'impianto di riciclaggio e recupero di Colfelice, Gian Maria Fargnoli.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione del presidente del Consorzio volontario basso Lazio, Cesare Fardelli, e del direttore tecnico dell'impianto di riciclaggio e recupero di Colfelice, Gian Maria Fargnoli.
La Commissione ha ritenuto opportuno procedere all'audizione del dottor Fardelli, presidente del Consorzio basso Lazio, in ordine ai profili di attività del Consorzio medesimo, che svolge un importante ruolo nell'ambito della gestione del ciclo dei rifiuti nella provincia di Frosinone.
La Commissione sentirà in audizione anche l'ingegner Fargnoli, direttore tecnico dell'impianto di riciclaggio e recupero rifiuti di Colfelice, al fine di poter acquisire dati ed elementi informativi sugli aspetti connessi alla gestione ed al funzionamento dell'impianto medesimo.
Nel rivolgere un saluto ed un ringraziamento per la disponibilità manifestata, do la parola al dottor Fardelli, che è accompagnato dal dottor Manzi, nonché all'ingegner Fargnoli, riservando eventuali domande dei colleghi della Commissione al termine dei loro interventi.

CESARE FARDELLI, Presidente del Consorzio basso Lazio. Signor presidente, onorevoli parlamentari, io sono presidente del Consorzio basso Lazio dal 2001. Ho ritenuto opportuno predisporre una relazione, che lascerò alla presidenza...

PRESIDENTE. La acquisiamo con piacere.


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CESARE FARDELLI, Presidente del Consorzio basso Lazio. ... al fine di chiarire cosa sia il consorzio, come sia nato questo impianto di riciclaggio, con quali modalità lavori e cosa intenda il consiglio d'amministrazione da me presieduto - e del quale fa parte anche l'onorevole Savo - dire a questa onorevole Commissione rispetto a quanto è stato fatto, a quanto intendiamo fare ed agli scopi che vogliamo raggiungere. Peraltro, presidente, già nel 1998 il Consorzio fu convocato dalla Commissione parlamentare, credo per lo stesso identico problema per cui oggi sono stato convocato io. In quella occasione la Commissione espresse dei giudizi ed io gliene lascio copia, anche se sicuramente lei già ne dispone, trattandosi di atti parlamentari.
Credo che l'opinione pubblica debba sapere in cosa consiste questo Consorzio. Spesso si dice che esso non funziona: a mio giudizio - lo dico chiaramente - non è giusto fare una simile affermazione. L'impianto funziona: nel modo in cui è stato progettato e per il modo in cui è stato realizzato. Funziona per le modalità secondo le quali è stato costruito. Oggi l'impianto di Colfelice ricicla circa il 17 per cento, per arrivare ad un massimo del 18,8 per cento: si tratta di dati ufficiali, che non sto certo improvvisando. Perché ricicla questo materiale? Perché è stato costruito per riciclare questo tipo di materiale.
Devo ricordare che, in base ad un decreto del Presidente del Consiglio, il Presidente Storace e l'onorevole Verzaschi sono i commissari per l'emergenza rifiuti. Noi abbiamo già ricevuto un finanziamento di 12 miliardi e la regione Lazio già sta predisponendo tutti gli atti per ammodernare l'impianto. Con la delibera n. 1762 del 23 novembre 2001, la Giunta regionale del Lazio ha stanziato 12 miliardi per il triennio 2001-2003 specificatamente per il completamento dell'impianto del comune di Colfelice e la regione sta operando di conseguenza.
Come Consorzio noi abbiamo fatto dei lavori, secondo quanto previsto dal decreto Ronchi con riferimento alla frazione secca e al CDR. Inizialmente, l'impianto di termocombustione di San Vittore era stato costruito per bruciare frazione secca; successivamente, in base al decreto Ronchi è stato modificato; conseguentemente, in parte noi abbiamo modificato il nostro impianto ed in parte lo stiamo modificando. Riteniamo che entro la metà di giugno l'impianto di Colfelice sarà all'avanguardia in Italia per quanto riguarda il riciclaggio di rifiuti: passeremo dall'attuale 18,8 per cento al 52 per cento minimo. Il nostro impianto riceve giornalmente 590 tonnellate di rifiuti e abbiamo avuto grossi problemi: in questi anni la provincia di Frosinone ha vissuto una grande emergenza riguardo al problema dei rifiuti. Ci sono stati problemi per quanto riguarda le discariche, che sono state sette o otto e sempre improvvisate. C'è stato il problema che siamo dovuti andare a scaricare i nostri rifiuti a Malagrotta e Colleferro. Si è andati addirittura - allora io non ero presidente - a nord, con i treni; si è andati a sud. Vi è stata questa emergenza, che io adesso trovo riportata negli atti. Tuttavia, ritengo di poter dire, con molta franchezza, che il Consorzio ha lavorato ed ha messo in atto tutti i meccanismi necessari a portare all'avanguardia la provincia di Frosinone. Da tutte le parti d'Italia, da nord come da sud, ci sono delegazioni che vengono a visitare il nostro impianto e - cosa assai importante - nella relazione si dice addirittura che il Consorzio di Colfelice è all'avanguardia nell'uso dei biofiltri per il trattamento dei cattivi odori.
Detto questo, non va nascosto che, certo, abbiamo avuto grossi problemi. Forse, chi mi ha preceduto è stato più impegnato nell'affrontare l'emergenza quotidiana per quanto riguarda le discariche ed ha messo un po' in secondo piano il problema dell'impianto. Ma oggi la politica del Consorzio è quella di dare una spinta maggiore all'impianto, mentre la fase dei rifiuti è ormai chiusa. Infatti, possiamo dire che abbiamo un termovalorizzatore, abbiamo una discarica ed abbiamo l'impianto di Colfelice. Ci sono, ora, da fare degli migliorie, c'è da aggiustare


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qualcosa sulla base delle nuove tecnologie. Giorni fa abbiamo avuto la visita della scuola agraria di Monza, che sta girando l'Italia per visitare i vari impianti di trattamento: ci ha dato dei consigli e noi stiamo cercando di metterli in atto.
In conclusione, posso dire che l'emergenza c'è stata; una piccola emergenza ancora permane: ma sono convinto che, attraverso gli atti che come Consorzio abbiamo già adottato, entro il mese di giugno i problemi del riciclaggio, della discarica, del termocombustore saranno risolti. Sappiamo che l'impianto di termocombustione di San Vittore ha dei problemi per quanto riguarda l'energia elettrica ed è a regime non al 100 per cento ma solo in parte; questo, in qualche maniera, ha conseguenze anche per noi, ma sappiamo che entro giugno, quando l'impianto di San Vittore sarà pienamente a regime, quello dei rifiuti sarà per noi un problema risolto.
All'impianto noi abbiamo apportato delle modifiche: stiamo portando una parte di CDR al termocombustore di San Vittore e, con gli atti che abbiamo adottato, entro il mese di giugno il problema dell'impianto di Colfelice sarà risolto.

GIAN MARIA FARGNOLI, Direttore tecnico dell'impianto di riciclaggio e recupero di Colfelice. Più che fare una descrizione del ciclo che subiscono i rifiuti conferiti presso l'impianto di Colfelice - restando naturalmente disponibile a rispondere a qualsiasi quesito vogliate rivolgermi - desidero subito precisare che l'impianto tratta rifiuti indifferenziati: solo ed esclusivamente rifiuti indifferenziati che vengono scaricati dai singoli comuni per proprio conto in una grossa fossa di ricezione, dalla quale partono due linee gemelle, che riescono a trattare circa 25 tonnellate per ora di questo materiale. Dopo una lieve triturazione dei sacchi e delle buste, le linee passano ad una prima vagliatura, nella quale avviene la suddivisione della frazione inorganica dalla frazione organica. Superata questa vagliatura, la frazione organica segue una linea in cui viene deferrizzata attraverso elettocalamite e attraverso aspiratori viene estratto il CDR vero e proprio, che poi va all'impianto di San Vittore; la restante parte viene inviata in discarica ed è la parte su cui si sta lavorando in questo momento, per migliorare l'impianto e, quindi, diminuire i quantitativi che vanno in discarica a favore di quelli destinati all'impianto di San Vittore.
Per quanto riguarda, invece, la parte inorganica, da una prima vagliatura passa ad una seconda vagliatura, sempre meccanica, attraverso la quale viene inviata ad un bacino di digestione, dove permane per circa 28 giorni. A seguito di questa digestione, il materiale viene raffinato e da quello esce la frazione organica stabilizzata o compost grigio, che ha una normativa a parte e può essere utilizzato non tanto nell'agricoltura, quanto nel verde pubblico e nella bonifica delle discariche e delle cave esaurite. Anche in questa seconda fase vi sono scarti che vengono inviati in discarica, che sono lo scarto di fino e lo scarto di compost.
Per quanto riguarda i quantitativi, come diceva poco fa il presidente, l'impianto riceve mediamente 590 tonnellate al giorno, secondo i dati dello scorso anno. Possiamo dire che, se non ci fossero le crisi dovuti alla mancanza continua di una discarica, un tale quantitativo potrebbe essere smaltito nell'arco della stessa giornata.
Per quanto riguarda l'aria e le emissioni in atmosfera, l'impianto è dotato di tre biofliltri, ai quali viene convogliata sia l'aria della bacino di digestione che l'aria estratta dai depolverizzatori che sono lungo tutto l'impianto. Questi filtri sono sottoposti ad una verifica biannuale: una verifica viene fatta per legge; la seconda la facciamo noi, per nostro scrupolo. L'unico reparto che emette attraverso filtri a carboni attivi è il reparto della plastica, attualmente non in funzione. Per quanto riguarda, invece, le emissioni delle acque di prima pioggia, abbiamo un sistema di smaltimento delle acque di prima pioggia con cui verifichiamo la qualità dell'acqua: qualora rientri nei limiti imposti dalla normativa, la scarichiamo nel rio di raccolta


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che è fuori dall'impianto; altrimenti la portiamo all'impianto della ASI di Ceccano, dove viene smaltita a parte. Per quanto riguarda, infine, l'acqua raccolta dai tetti, questa viene immessa direttamente nei canali di scolo.
Credo di aver fatto un sunto dell'attività che viene svolta. Per quanto riguarda i quantitativi, come ho detto si tratta di 590 tonnellate/giorno: da cui recuperiamo prevalentemente ferro, compost e CDR. Grazie.

PRESIDENTE. Passiamo alle domande di colleghi.

VINCENZO DEMASI. Vorrei ringraziarla, presidente Fardelli, perché la relazione, sia pure sintetica, che lei ha svolto mi tranquillizza molto rispetto a quanto fino a pochi minuti fa ho ascoltato e che, invece, mi ha lasciato notevolmente perplesso. Per esempio, mi fa molto piacere apprendere che non è vero che ci troviamo di fronte ad un impianto obsoleto: non obsoleto riguardo al ciclo di produzione o al trattamento, ma obsoleto proprio in quanto struttura, che non definisco fatiscente perché sarei irriverente, ma che sarei portato a definire tale se avessi ascoltato con una certa superficialità la descrizione che ne è stata fatta in quest'aula, come dicevo, fino a qualche minuto fa. Dunque, mi fa molto piacere sapere che questi signori - qualcuno dei quali ha detto di avere visitato non più di un mese fa la strutture e di averne riportata un'impressione non esaltante - probabilmente ricordano male ciò che hanno visto.
Ma veniamo ai tanti problemi che lei ha trattato. Ne esaminerò qualcuno a volo d'uccello e, se lo riterrà, lei mi darà qualche spiegazione. Mi è parso di sentire che il ciclo di trattamento dell'impianto al quale ci stiamo riferendo prevede un impegno di 25 tonnellate/ora; con un ciclo di trattamento di dieci ore giornaliere si arriva a 250 tonnellate/giorno.

GIAN MARIA FARGNOLI, Direttore tecnico dell'impianto di riciclaggio e recupero di Colfelice. Poiché le linee sono due, si tratta di 50 tonnellate/ora.

VINCENZO DEMASI. Dunque, il risultato è di 500 tonnellate/giorno: avanzano 90 tonnellate e, in più, avanza tutto quello che non riusciamo a trattare. Pertanto, ci troviamo di fronte ad una massa notevole che va «a deposito» e della quale dovremo pure fare qualche cosa.
Il presidente ci ha detto che, grazie a degli impegni finanziari già attivati su progetto pluriennale, si passerebbe da un 18 ad un 52 per cento di rifiuto trattato. Io devo pensare che in questo 52 per cento voi intendiate inserire non solo quello che viene conferito giorno per giorno, ma anche quello che nel frattempo tenete stoccato. Ma se questo è vero, mi dovete spiegare come farete, perché, sulla base di quanto ho ascoltato, avete degli stoccaggi che equivalgono a mini città piuttosto che a discariche.
Non voglio fare una questione sul fatto che voi trattiate il 17 o il 18 per cento. Sono convinto che non si tratti né del 17 né del 18, perché - è un'osservazione che faccio non in quanto parlamentare, ma in quanto ingegnere - se dovessi fare una stima «nasometrica», sulla base di quello che ho sentito, direi che non arrivate al 12 per cento. Ma mi sta bene anche il 18 per cento. Quello che vorrei sapere è, visto che prevedete di arrivare entro giugno al 52 per cento del trattamento, quando arriverete ai livelli ottimali che rendono economica la gestione di questo ciclo così come noi lo abbiamo definito. Dico questo, signor presidente, non in maniera peregrina, ma sulla base di una grossa perplessità che mi è rimasta dopo avere ascoltato quanti vi hanno preceduto.
Si è parlato di una società mista pubblico-privato, che, se non ho capito male, si chiama Reclas, la quale percepisce una percentuale dell'ordine del 12-14 per cento sui costi. Ora, per quel che io ricordo, i costi aumentano con l'aumentare dell'emergenza, per tutta una serie di variabili che sono tipiche delle elemento «emergenza».


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Mi è parso di capire che nella definizione di pubblico e privato, quando si parla del primo si intende il consorzio. Poiché quest'ultimo sembrerebbe trarre vantaggio dalla situazione di emergenza in quanto socio della società di cui detiene quota probabilmente maggioritaria, vorrei comprendere come si concili la vostra posizione di personalità giuridica impegnata nella normalizzazione del trattamento del ciclo e di socio di questa società che invece sembrerebbe trarre giovamento dalla mancata normalizzazione.

ORESTE TOFANI. L'ingegner Fargnoli ha concluso dicendo che dall'impianto si recupera ferro, compost e CDR: se i dati forniti dal presidente Fardelli sulla percentuale di rifiuto riciclato sono certi, stiamo parlando di quantità marginali. Sarebbe quindi interessante conoscere le percentuali relative ai tre materiali in questione.
In secondo luogo, visto che il presidente Fardelli ha parlato del 17-18 per cento di riciclato (ed in una sede meno formale anche di una percentuale minore), ciò significa che l'impianto non funziona. Non si tratta di trovare le colpe a tutti i costi: il nostro obiettivo è fare in modo che l'impianto funzioni al meglio e che fornisca un servizio adeguato. Mi permetto quindi di dire, forse in modo semplicistico, che date queste percentuali l'impianto non funziona.
In terzo luogo, il presidente Fardelli ci ha parlato di un finanziamento da parte della regione Lazio, che a quanto ho compreso non è stato ancora incassato perché sono in corso le relative procedure, e sarà la stessa regione Lazio la stazione appaltante dei lavori in programma. Egli ci ha detto che entro giugno dal 17-18 per cento si passerà al 52 per cento di riciclato. Quindi, verosimilmente, questi soldi potrebbero anche non servire più; in effetti, se la capacità di autogestione è stata in grado di prospettare simili dati, la somma potrebbe risultare superflua, atteso che la disponibilità c'era già dal 2001 e che oggi siamo nel 2003, cioè al terzo anno del finanziamento triennale.
I lavori relativi a questo impianto, come sappiamo tutti, sono massicci; sappiamo tutti, inoltre, che esso è nato per uno scopo ed invece sta facendo cose diverse. Lei, presidente Fardelli, ha ragione quando afferma che l'impianto funziona al meglio rispetto alle sue possibilità, tenuto conto di come è nato. Il problema è che l'impianto, rispetto a quello che deve fare, non è efficace né efficiente: questo è il punto centrale sul quale tutti dobbiamo soffermarci, al di là delle responsabilità che, almeno a me, non interessano.
Dobbiamo renderci conto che l'impianto non funziona, nonostante esistano utenze che conferiscono denaro, cioè tutti i cittadini della provincia. Mi sembrerebbe più corretto che la presidenza del consorzio avanzasse la proposta di fermare l'impianto e di adeguarlo per dar vita a quel ciclo virtuoso al quale lei, presidente, e l'ingegner Fargnoli facevate riferimento. In questo modo si darebbe una risposta concreta al problema.
Come società di amministrazione e come compartecipante alla società di gestione cui si riferiva il collega Demasi, da un punto di vista imprenditoriale oltre che politico (si tratta di due facce della stessa medaglia), avanzare una proposta di questo tipo potrebbe significare prospettare una soluzione definitiva al problema, che esiste, e che consiste nel fatto - ripeto - che l'impianto ricicla solo il 17-18 per cento dei rifiuti conferiti.

BENITO SAVO. Ringrazio anzitutto il presidente del Consorzio del basso Lazio, il quale forse ha dimenticato di dire che è stata bandita una gara a carattere europeo per l'adeguamento dell'impianto affinché produca quel CDR che oggi non produce e per consentire la riduzione dei volumi che finiscono nella discarica di cui abbiamo parlato. Le responsabilità a carico di chi non ha adeguato l'impianto mi interessano molto: il problema ruota intorno a quei personaggi.
Non sarà il caso di sentire in questa sede Salvatore Suriano, che ha preceduto il presidente Fardelli? Credo che sarebbe un incontro utilissimo alla causa del denaro


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pubblico e del servizio che bisogna rendere ai cittadini per corrispondere ai soldi che spendono.

ORESTE TOFANI. Caro collega Savo, sono convinto che le responsabilità ci sono e mi auguro che vengano fuori e voi, in quanto attuali gestori, avete il dovere di attivarvi in tale direzione. Se il collega Savo ci riferirà in tal senso, gliene sarò grato.

BENITO SAVO. Il presidente Fardelli ha adottato i provvedimenti che erano necessari: diamogli il tempo di illustrarli!

ORESTE TOFANI. Il problema è un altro. Concordo con voi e con tutti quelli che vogliono mettere l'impianto in condizione di funzionare bene; ma in questo momento va chiuso, in attesa che possa operare adeguatamente. Non c'è quindi alcuna differenza di vedute, ma non possiamo aspettare mesi, se non anni (conosciamo i tempi burocratici legati anche ai bandi), continuando a far pagare i cittadini per un servizio di cui non godono se non per il 18 per cento e a distruggere il territorio della provincia. Conta poco il fatto che si parli di nord, sud, est o ovest: esistono già otto discariche che hanno rovinato il territorio.
È giusto penalizzare ancora un'area ed i cittadini che vivono in essa in attesa di adeguare l'impianto? Non sarebbe meglio invece trovare soluzioni, anche grazie al percorso virtuoso che avete tracciato, per mettere l'impianto in regola? Dobbiamo farci carico di questa grande responsabilità, forse assumendoci anche quella di altri, affinché non si continui a danneggiare quel territorio e ad affermare che esiste un impianto che ricicla: questo non è vero.

PRESIDENTE. Do la parola al presidente Fardelli per la sua replica.

CESARE FARDELLI, Presidente del Consorzio volontario basso Lazio. Signor presidente, poco fa ho consegnato alla Commissione le relazioni per gli anni 1999, 2000 e 2001 del professor Boccia dell'università di Roma, che è nostro consulente per l'impianto. Consegno ora il testo della convenzione tra il Consorzio basso Lazio e la società Reclas: si tratta della bozza originale e delle due proroghe.
Perché non si è proceduto prima? C'era una scadenza, quella del 17 aprile 2003; sei mesi prima abbiamo disdettato la convenzione. L'assemblea dei sindaci, cui spettava la decisione finale, ha deliberato. Come consiglio di amministrazione, in data 24 febbraio 2003, di concerto con l'assemblea dei sindaci, abbiamo predisposto il bando di gara europea relativa al nuovo soggetto gestore. La legge finanziaria ha mutato il quadro perché oggi, come ente pubblico, non possiamo più operare nella gestione; ci siamo adeguati alla normativa nazionale. Pertanto, signor presidente, le consegno tutta la documentazione relativa alla procedura in esame.
Il problema della Reclas è per noi chiuso, anche perché, su indicazione dell'assemblea dei sindaci, tale società gestisce finché non sarà individuato il nuovo soggetto gestore. Poiché si tratta di una gara europea, riteniamo che in tre mesi - accelerando al massimo i tempi - la procedura potrà essere conclusa. Stiamo già predisponendo gli atti necessari in consiglio di amministrazione perché anche noi abbiamo interesse ad una sollecita definizione della questione: ogni settimana stiamo adottando i provvedimenti dovuti per accelerare le cose, poiché è nostra intenzione risolvere entro giugno il problema dell'impatto ambientale.
Onorevole Tofani, un mese fa ho visto Donfrancesco, sindaco di Colfelice, e l'amico Petrucci, sindaco di San Giovanni Incarico: posso dirvi che sono anni che non entrano negli impianti...

ORESTE TOFANI. Nessuno ha fatto i nomi di queste persone.

CESARE FARDELLI, Presidente del Consorzio volontario basso Lazio. Siccome nell'impianto non è venuto nessuno, auspico che la Commissione possa visitarlo.


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ORESTE TOFANI. Comunque, ci siamo capiti: dobbiamo impedire che la gente continui a soffrire.

BENITO SAVO. Proprio a questo proposito, è possibile superare l'intervallo dei tre mesi, adottando una soluzione diversa, magari quella proposta dal senatore Tofani?

CESARE FARDELLI, Presidente del consorzio volontario basso Lazio. Non è attuabile perché stiamo già adottando le modifiche necessarie. Parlando poco fa con il senatore Tofani informalmente ho detto che tutte le migliorie possibili sono state apportate: più di questo non si può fare. Il problema sicuramente nascerà fra uno o due anni: sono d'accordo con lei, senatore Tofani, ma oggi come oggi la questione è risolta e non vedo tutta questa emergenza. Bisogna essere seri: sicuramente fra qualche anno bisognerà affrontare questi problemi. Oggi abbiamo modificato l'impianto esclusivamente sotto il profilo dei biofiltri e del CDR nel termocombustore di San Vittore. Sicuramente l'impianto avrà bisogno di altre modifiche, ma non è un problema di oggi: occorrerà adeguarsi alle nuove tecnologie...

ORESTE TOFANI. Stiamo frodando i cittadini che pagano per un servizio che non c'è: questo è il danno morale, e non giuridico, che si sta recando. Dobbiamo fare in modo che questo impianto sospenda la sua attività e venga adeguato e si conferiscano i rifiuti altrove. La risposta non può consistere nel fatto che non si vuole adeguare l'impianto, al contrario: ma non si può continuare a far funzionare un impianto che non ricicla. Il dato che emerge, anche dalla relazione del presidente del consorzio, è che nella migliore delle ipotesi si ricicla il 18 per cento dei rifiuti.

CESARE FARDELLI, Presidente del consorzio volontario basso Lazio. Adesso!

ORESTE TOFANI. Stiamo parlando appunto di quello che si vive oggi, dei drammi cui siamo di fronte. Circa quello che lei ipotizza fra tre o quattro mesi, posso darle tutto l'aggio che vuole, in buona fede, ma si tratta di qualcosa da verificare, perché gli argomenti si ripetono da anni. Non mi riferisco alla sua persona, che è presidente del consorzio da un anno e mezzo (ma da un anno e mezzo anche alla sua persona): questo dato deve emergere in modo eclatante in questa Commissione di inchiesta, perché è qualcosa di insopportabile. Se a giugno (o a luglio) riuscirà a fare quello che afferma, si valuterà l'ipotesi di far ripartire l'impianto con quelle caratteristiche. Questa è la risposta che dobbiamo dare: non possiamo dire che a giugno tutto andrà bene; se sarà così, l'impianto ripartirà e nessuno avrà nulla in contrario.

PRESIDENTE. Ringrazio il presidente del consorzio basso Lazio e il direttore tecnico dell'impianto di Colfelice per le utili indicazioni che ci hanno offerto e per la loro collaborazione volta a far comprendere meglio alla Commissione questa difficile e complessa vicenda. Le loro considerazioni saranno preziose per le nostre ulteriori valutazioni e per suggerire percorsi da seguire a coloro che hanno responsabilità anche istituzionali. La settimana prossima la Commissione ascolterà il commissario straordinario per l'emergenza rifiuti nel Lazio e credo che anche quell'occasione sarà utile per approfondire il tema.
Dichiaro conclusa l'audizione.

La seduta termina alle 15.05.

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