XIV LEGISLATURA
PROGETTO DI LEGGE - N. 4971
Onorevoli Colleghi! - I recenti accadimenti che hanno
coinvolto alcune importanti aziende del nostro Paese non solo
hanno recato un danno economico a centinaia di migliaia di
investitori, sia azionisti che obbligazionisti, ma hanno
prodotto altresì un danno di immagine di vastissima portata
per il nostro Paese.
Gli investitori truffati tentano oggi di percorrere ardue
vie legali per il risarcimento. Ma al di là degli esiti delle
azioni giudiziarie è indubbio che il panico dei risparmiatori
e l'ondata di sfiducia che ne è derivata indeboliscono le
fondamenta stesse del nostro sistema economico.
Non vi è più infatti alcuna certezza: è anzi assai forte
il timore che altre grandi aziende potrebbero seguire
l'esempio di Parmalat, timore peraltro avvalorato dalle
cronache.
Nemmeno le banche costituiscono più, agli occhi degli
investitori, un interlocutore affidabile o del tutto
trasparente, considerato l'evidente conflitto di interessi
esistente tra coloro che vendono i prodotti dell'azienda
(obbligazioni) a cui prestano il denaro.
Le istituzioni deputate al controllo, d'altra parte,
evidentemente non hanno poteri sufficienti per esercitarlo
efficacemente oppure, per motivi disparati, non applicano gli
strumenti che hanno a disposizione.
Dalla necessità che venga un segnale forte ai
risparmiatori nasce l'esigenza di istituire un Fondo di
indennizzo a tutela dei sottoscrittori di obbligazioni non
intermediari, il cui scopo è quello di indennizzare almeno
parzialmente gli investitori
nell'ipotesi di insolvenza del soggetto che ha emesso le
obbligazioni.
Secondo la presente proposta di legge l'emissione di
obbligazioni per importo superiore a un milione di euro
comporta l'adesione dell'azienda emittente a un apposito fondo
di garanzia. Questo può risolvere tre tipi di problemi:
1) riguadagnare la fiducia dei cittadini, che si vedono
come il terminale di ogni disavventura finanziaria o
politica;
2) dare sollievo a tutte le strutture ora
sovrasollecitate dalla vastità della portata dell'evento
Parmalat, che ha rappresentato un evento mediatico,
finanziario e politico;
3) riportare serenità nell'ambiente finanziario. Nelle
vicende Argentina, Cirio e Parmalat, le famiglie coinvolte
sono tra le 600 e le 650.000, con un coinvolgimento diretto o
indiretto di una massa vastissima di cittadini, che oggi si
stanno allontanando dalla borsa e dall'investimento
obbligazionario. Il processo è lento ma chiaramente visibile:
si tolgono forze fresche di approvvigionamento di danaro alle
aziende sane e con esse possibilità di crescita e prospettive
di sviluppo; con il rischio di aumentare ancora l'anomalia
delle quotazioni del "mattone" percepito come unico e vero
bene rifugio, ma innestando una spirale pericolosissima che
somiglia sempre più alla "bolla" borsistica esplosa nel
2001.
Il costo del Fondo di indennizzo non graverebbe sulla
generalità dei cittadini, ma unicamente su quelli che decidono
di operare nel settore finanziario, e che già oggi sono
soggetti a tassazione attraverso la "cedolare secca", cioè
alla fonte dei capital gain (guadagni di borsa), che
oggi è del 12,50 per cento percentuale piuttosto modesta,
soprattutto se la si paragona con altri Paesi: ad esempio, in
Francia e in Germania è, rispettivamente, del 25 e del 30 per
cento. Proprio un lieve incremento della cedolare secca
potrebbe essere destinato ad alimentare il Fondo di indennizzo
del quale si propone l'istituzione.