XIV LEGISLATURA
PROGETTO DI LEGGE - N. 4108
Onorevoli Colleghi! - La presente proposta di legge -
anche alla luce delle recenti risoluzioni adottate dal
Consiglio dell'Unione europea in occasione dell'Anno europeo
delle persone con disabilità 2003 - intende migliorare
l'accesso agli spettacoli delle persone diversamente abili
affrontando, in particolare, le seguenti tematiche: a)
posti riservati ai disabili; b) accesso gratuito agli
spettacoli; c) estensione delle agevolazioni ad almeno
un accompagnatore; d) possibilità di convenzioni con
l'Associazione generale italiana dello spettacolo (AGIS) e il
Comitato olimpico nazionale italiano (CONI), nonché studio di
una ˆâ1card per i disabili che intendono accedere agli
spettacoli; e) agevolazioni fiscali per gli imprenditori
che applicano tali benefìci.
Una persona con handicap fisico ha diritto ad avere
"pari opportunità" di accesso ad uno spettacolo. Il luogo dove
si tiene lo spettacolo deve essere quindi accessibile, cioè
privo di barriere architettoniche; se il luogo non è
accessibile nella sua interezza, l'accessibilità deve essere
garantita almeno in parte, nei cosiddetti "posti riservati ai
disabili".
Il legislatore - con il decreto del Ministro dei lavori
pubblici 14 giugno 1989, n. 236 - ha individuato i criteri di
progettazione dei luoghi dove si svolgono attività ricreative.
Il punto 5.2 del citato decreto prescrive, in particolare, che
nelle sale destinate a riunione, spettacolo o ristorazione,
devono essere previsti per i disabili 2 posti riservati ogni
400 o frazione di 400 nonché 2 spazi liberi, ogni 400 o
frazione di 400 su pavimento orizzontale, di dimensioni tali
da consentire un'agevole manovra ad una persona su sedia a
ruote e collocati in prossimità delle vie di fuga o di un
luogo sicuro statico.
Per quanto riguarda gli impianti sportivi (stadi,
palazzetti, eccetera), la legge 5 febbraio 1992, n. 104
("Legge-quadro per l'assistenza, l'integrazione sociale e i
diritti delle persone handicappate") prevede, all'articolo 23,
che l'accessibilità e la fruibilità delle strutture sportive
da parte delle persone handicappate siano realizzate in
conformità alle disposizioni vigenti in materia di
eliminazione delle barriere architettoniche, a cura delle
regioni, degli enti locali e del CONI, ciascuno per gli
impianti di propria competenza.
Da un'inchiesta condotta sulle modalità che regolano
l'accesso agli stadi di calcio emerge che le norme
sull'accessibilità hanno fatto sì che quasi tutti gli impianti
destinassero alle persone disabili pedane e tribune riservate
(a differenza del passato dove questi trovavano spazio nel
parterre). L'effetto positivo è stato il miglioramento
del comfort, della sicurezza e della qualità della
visione dello spettacolo ma, di conseguenza, i posti a
disposizione sono stati molto limitati (mediamente lo 0,2 per
cento del totale).
Non dissimile è la situazione in altri sport, primo fra
tutti la pallacanestro. La questione centrale è certamente
questa: di fronte all'aumento delle richieste di ingressi da
parte delle persone con disabilità le società non possono ad
oggi che trincerarsi dietro ad un banale "i posti sono
esauriti". Si ritiene pertanto auspicabile un rapido e
significativo aumento dei posti accessibili, attraverso la
costruzione di tribune riservate, e un ripensamento delle
modalità di progettazione dei nuovi palazzetti in modo da
rendere accessibili tutti gli ordini di posti e quindi
risolvere alla radice il problema.
Anche per i concerti e per gli spettacoli musicali in
genere il quadro che emerge non è certo dei più ottimistici.
Il numero di posti riservati alle persone in carrozzina è
sempre esiguo, rispettando alla lettera gli obblighi
normativi.
Il problema - che si protrae ormai da diversi anni - si
ripropone nelle diverse città d'Italia soprattutto quando si
svolge un concerto di richiamo. Riservare trenta "posti
carrozzina" per un concerto che prevede la presenza di 5.000
persone, forse rispetta la legge ma certamente non
corrisponderà mai alle richieste delle persone con
disabilità.
Il numero dei posti riservati ai disabili è sempre più
lasciato alla discrezionalità dei promotori dello spettacolo
(sia esso sportivo che musicale) e nella maggior parte dei
casi succede che i medesimi posti si esauriscano in breve
tempo. Di conseguenza, per chi resta fuori non rimane che
presentarsi al botteghino. Con un biglietto regolarmente
pagato difficilmente qualcuno verrà respinto, nessuno però è
in grado di specificare come tutto ciò si possa conciliare con
le norme in materia di sicurezza.
La proposta di legge, anche al fine di andare incontro
alle legittime richieste avanzate dalle numerose associazioni
dei disabili, prevede un innalzamento al 2 per cento della
soglia percentuale dei posti riservati ai disabili per gli
spettacoli, soglia attualmente fissata allo 0,5 per cento dal
citato decreto del Ministro dei lavori pubblici n. 236 del
1989.
Venendo alla seconda questione va segnalato che ad oggi
non esiste alcuna norma che preveda l'accesso gratuito dei
disabili agli spettacoli.
Le agevolazioni o le esenzioni dal pagamento dei biglietti
di ingresso a parchi, cinema, teatri, concerti o eventi
sportivi non sono previste per legge e quindi l'unica
"regolamentazione" è fissata dal gestore. Conseguentemente la
disabilità dà diritto alla presenza di uno spazio accessibile
ma non ancora all'accesso gratuito.
Nondimeno si è stabilita un'apprezzabile consuetudine
secondo la quale gli organizzatori di spettacoli riservano un
certo numero di ingressi gratuiti o a prezzi ridotti per i
disabili e per i loro accompagnatori. La logica che sta alla
base di questa agevolazione è la seguente: il disabile non
autosufficiente è costretto a farsi accompagnare e non è
giusto che faccia pagare il biglietto all'accompagnatore o
debba pagare il biglietto per lui.
Si ribadisce, comunque, ancora una volta, il fatto che nel
nostro Paese l'ingresso gratuito non è ancora riconosciuto
come un diritto. Il numero e le modalità di assegnazione dei
posti sono a totale arbitrio degli organizzatori.
Per quanto riguarda gli appuntamenti musicali spetta ad
ogni organizzatore decidere autonomamente le regole di accesso
delle persone disabili ai concerti, sia per la prenotazione
che per l'eventuale elargizione di sconti o di gratuità.
Il numero di posti messi a disposizione dipende
sostanzialmente dal luogo. In tale senso, ci sono strutture
grandi e recenti (come ad esempio il Forum d'Assiago
dove esiste una pedana con una cinquantina di posti fissi) ma
anche teatri e club più vecchi (dove vengono sistemate
pedane solo provvisorie).
Le associazioni e i gruppi che organizzano attività di
tempo libero per disabili lamentano la fatica di raccogliere
informazioni sulle modalità di prenotazione, l'inadeguatezza
delle strutture, il disagio nel ritrovarsi confinati in posti
riservati spesso non funzionali al godimento degli
spettacoli.
Per non parlare, poi, della confusione e del
disorientamento che regnano tra gli addetti ai cancelli quando
si trovano a fronteggiare gruppi di persone, con o senza
biglietti, che richiedono e a volte pretendono di entrare.
Situazioni potenzialmente pericolose e sicuramente lesive
della dignità di chi desidera semplicemente assistere ad un
buono spettacolo.
Trovare soluzioni è possibile e doveroso nell'interesse
dei disabili ma anche degli organizzatori. Per questo motivo è
fondamentale avviare un confronto con i soggetti interessati
al fine di raggiungere un'intesa soddisfacente per tutti.
Una proposta da più parti suggerita, e contemplata dalla
presente proposta di legge all'articolo 4, potrebbe essere
quella di realizzare una "carta" per le persone con
disabilità. Le Ferrovie dello Stato Spa, per esempio, hanno
ideato la Carta blu, offrendo agevolazioni economiche
(biglietto gratis per l'accompagnatore) e servizi riservati
alle persone con disabilità (assistenza per la salita e la
discesa dal treno, consegna del biglietto, eccetera).
Perché non utilizzare gli stessi criteri o la stessa carta
per determinare la platea degli "aventi diritto" alle
agevolazioni e ai servizi specifici? Perché non prevedere
modalità semplici di prenotazione dei biglietti e un numero di
posti riservati che possa soddisfare, almeno in parte, le
potenziali richieste?
Un'altra questione, strettamente collegata alla prima,
attiene alle difficoltà che un impresario si trova ad
affrontare quando organizza uno spettacolo utilizzando
strutture progettate per altri usi e che presentano numerosi
problemi oggettivi. A ciò si aggiunge il potenziale danno
economico che potrebbe subire praticando sconti o
esenzioni.
In conclusione, l'ipotesi che la proposta di legge intende
perseguire al fine di risolvere il problema dell'accesso dei
disabili (e dei loro accompagnatori) agli spettacoli è quella
che prevede la possibilità di siglare convenzioni con gli enti
competenti, quali il CONI e l'AGIS (articolo 3). Solo
aumentando il numero e la localizzazione dei posti accessibili
si potrebbe offrire un servizio di accoglienza dignitoso e
all'altezza della situazione e, soprattutto, si eviterebbe di
dover assumere in futuro provvedimenti discriminatori.
L'articolo 5, infine, prende in considerazione la
possibilità di introdurre agevolazioni fiscali per gli
imprenditori. In particolare, da questo punto di vista, si sta
valutando l'ipotesi di portare in deduzione una quota
dell'imposta versata alla Società italiana degli autori ed
editori in misura corrispondente al numero dei biglietti
gratuiti assegnati ai disabili e ai loro accompagnatori.