XIV LEGISLATURA
PROGETTO DI LEGGE - N. 2926
Onorevoli Colleghi! - In Italia esistono 6 milioni di
disabili di cui circa il 50 per cento è quotidianamente
afflitto dalla presenza di barriere che compromettono la sua
mobilità e autonomia.
Le barriere architettoniche, unitamente a quelle
culturali, creano per il disabile una serie di disagi che non
gli consentono di condurre una "vita normale".
Nonostante l'esistenza di numerose leggi inerenti la
materia d'interesse già dal 1971, la maggior parte degli
edifici, dei mezzi di trasporto e delle strade non è a norma.
Questa situazione incrementa ulteriormente il grado di disagio
che il disabile vive quotidianamente a causa del suo
handicap.
Il Fondo italiano abbattimento barriere architettoniche
(FIABA), del quale si propone il riconoscimento, nasce come
strumento concreto per dare una risposta completa ed efficace
a quello che attualmente è considerato uno dei maggiori
problemi dei disabili: l'esistenza in Italia di barriere
architettoniche.
Questa è la missione del FIABA: abbattere le barriere
architettoniche per andare oltre, per "dare voce" a chi è
diverso, per far fronte alle sue necessità e contribuire ad
abbattere le barriere culturali.
Il riconoscimento del FIABA è altresì finalizzato ad
evitare che l'abbattimento delle barriere architettoniche sia
limitato dalla mancanza o dall'insufficienza di fondi. Il
FIABA, contribuendo a mettere a disposizione le risorse
necessarie per eliminare le barriere, si propone di "indurre
chiunque", dall'imprenditore al singolo cittadino, a compiere
questa importante iniziativa volta, in primis, a
migliorare la qualità di vita del disabile.
Questo è il primo passo da compiere per educare ogni
singolo cittadino alla diversità, per sensibilizzarlo al
rispetto delle esigenze dell'altro, per abbattere le "barriere
culturali".
I potenziali sostenitori del FIABA sono coloro i quali
hanno a disposizione delle risorse economiche e umane da
investire e sono individuati nelle quattro categorie di
seguito indicate.
L'ente pubblico
L'ente pubblico ha contribuito e continua a contribuire
finanziariamente alla soluzione del problema, con grande
dispendio di risorse finanziarie. Si pensi, ad esempio, al
bisogno di un disabile motorio che per l'accesso al proprio
domicilio viene fornito dall'azienda sanitaria locale di
competenza di presidio montascale (circa 5.165 euro di spesa),
necessita altresì di accompagnatore, di carrozzina speciale, è
impossibilitato ad usare i mezzi pubblici con conseguente
ulteriore spesa per l'adattamento dell'automobile privata. Si
moltiplichino poi queste spese per la molteplicità delle
richieste individuali al fine di avere un'idea della spesa
pubblica necessaria a risolvere i problemi dei disabili. Se
invece le barriere fossero integralmente abbattute, la
fruibilità degli spazi avrebbe un costo iniziale e una spesa
unici e definitivi.
Tra il 1998 e il 2000 lo Stato ha erogato 70 miliardi di
lire per l'abbattimento delle barriere architettoniche in
edifici privati, risolvendo solo parzialmente le richieste
presentate da cittadini che hanno, con difficoltà, superato le
barriere burocratiche e la molteplicità di leggi e di uffici
competenti.
Le fondazioni bancarie.
Istituite nel 1990, a seguito della cosiddetta legge
"Amato-Carli" (legge n. 218 del 1990) rappresentano un
importante punto di riferimento per chi persegue scopi di
utilità sociale.
In Italia esistono 88 fondazioni bancarie il cui
patrimonio ammonta a oltre 36 miliardi di euro. Esse hanno una
missione ben precisa: "perseguire esclusivamente scopi di
utilità sociale e di promozione dello sviluppo economico".
Ogni anno le fondazioni bancarie erogano complessivamente
un ammontare di denaro che si aggira intorno ad 1 miliardo di
euro. Una somma ingente che, se accuratamente erogata,
consente di fare la differenza promuovendo progetti ad alto
impatto sociale. E' compito delle fondazioni bancarie valutare
le organizzazioni no profit e i progetti che le stesse
presentano, sostenendo chi presenta progetti di qualità.
Le imprese.
Il mercato delle imprese racchiude enormi possibilità di
sviluppo e di crescita. Una recente ricerca condotta da
Ipsos-Explorer ha prodotto risultati molto significativi:
a) il 76 per cento dei consumatori, a parità di
prezzo e qualità, è disposto ad acquistare un prodotto o un
servizio di un'impresa legata ad una causa sociale;
b) nell'ipotesi di un modesto differenziale di
prezzo, il 72 per cento degli italiani è comunque disposto ad
acquistarlo per sostenere la causa sociale sposata
dall'impresa.
Ciò dimostra che un'impresa legata a una causa sociale è
vincente. Oggi un'impresa deve adottare un approccio
socialmente responsabile, perché solo acquisendo una concreta
responsabilità sociale può collaborare attivamente alla
crescita ed al miglioramento della società in cui opera. In
tal modo l'impresa, nel medio-lungo periodo, potrà godere di
una serie di benefìci, quali ad esempio l'aumento di immagine
e di notorietà presso i vari pubblici di riferimento (clienti,
opinion leader, mass media, comunità locale, eccetera),
la realizzazione di una più forte fedeltà alla marca,
eccetera.
Il FIABA si farebbe carico di una capillare campagna di
informazione volta alle imprese per stimolare un'attività di
donazioni, che comunque andrebbe favorita da snellezza di
procedure e da maggiori ritorni di sgravio. Si eviterebbe così
di perdere, come si è verificato nell'anno 2000, 1200 miliardi
di lire di erogazioni che le imprese avrebbero potuto
effettuare detraendole dal reddito. Il ritorno per le imprese
avrebbe un doppio valore: lo sgravio fiscale e la creazione di
posti di lavoro per l'attività di abbattimento delle barriere
architettoniche; questo è ancora più vero per un'ipotesi che
il FIABA ha di coinvolgere sponsor di settore quali le
imprese di costruzioni.
Le persone.
Le persone costituiscono un'importante e inesauribile
risorsa. Ogni persona può prestare il suo contributo in modo
diverso, in qualità di volontario, di donatore o di
testimonial.
Oggi in Italia i volontari sono 7.500.000. Questo dato
dimostra chiaramente che non mancano le risorse umane da
coinvolgere per diffondere e promuovere l'abbattimento delle
barriere architettoniche. Sarà compito del FIABA formare e
motivare i volontari affinché sposino la causa e si facciano
promotori di un'iniziativa di così alto impatto sociale. I
volontari sono una risorsa inestimabile, dalla quale non si
può prescindere, e che dà ottimi frutti se puntualmente
seguita e alimentata.
In Italia il 46 per cento della popolazione adulta (18-45
anni) ha fatto una donazione. L'ammontare annuo delle
donazioni raccolte si aggira intorno ai 10 milioni di euro per
una media pro-capite di 93 euro.
Strutturando un'adeguata campagna di comunicazione e di
marketing, è possibile contribuire in modo consistente
alla raccolta fondi facendo appello direttamente al singolo
individuo. I risultati delle campagne di "direct
marketing" sono infatti positivi: l'1,5 per cento delle
persone che ricevono un mailing risponde facendo una
donazione.
In conclusione, onorevoli colleghi, al fine di rendere
operativo di fatto quanto esposto, si presenta la proposta di
legge che, pur non abrogando l'impianto normativo preesistente
in materia, è finalizzata a rendere effettivo ed efficiente
l'abbattimento delle barriere esistenti, precludendo anche la
possibilità di costruirne di nuove.
Gli articoli che seguono sono frutto di una attenta
valutazione delle leggi che regolano direttamente o
indirettamente la materia: la pregressa normativa, pur se
completa e onnicomprensiva, risulta carente nella parte in cui
non prevede un efficace controllo sull'applicazione delle
leggi, atteso che tale funzione risulta essere attualmente
demandata ad una molteplicità di organi con la conseguente
difficoltosa interazione tra di essi. E' risultato inoltre
necessario istituire un sistema sanzionatorio unico da
applicare nei confronti di chi non si adegua alla normativa
vigente, prevedendo altresì dei precisi termini per la messa a
norma di tutte le strutture esistenti, sia pubbliche che
private, ed estendendo l'obbligo, al fine di rendere effettiva
la libera e paritaria circolazione dei disabili su tutto il
territorio nazionale, anche ai mezzi di trasporto pubblici o
su concessione.