XIV LEGISLATURA

PROGETTO DI LEGGE - N. 1408




        Onorevoli Colleghi! - E' fortemente avvertita l'esigenza di costituire una sezione distaccata della corte d'appello di Firenze. Si tratta di un problema che merita di essere affrontato e risolto non solo per le aspettative che attorno ad esso si sono create da parte dei cittadini e degli operatori del diritto della Toscana, ma anche e principalmente perché l'esigenza stessa è misurabile oggettivamente nel quadro di una visione globale, delle scelte di geografia giudiziaria del Paese.
        La proposta in oggetto, già presentata nella XII e nella XIII legislatura, parte da una visione di insieme dei distretti di corte d'appello esistenti in Italia, da cui si evincono facilmente i criteri di guida posti a base della ripartizione territoriale. Quattro distretti in Sicilia (Palermo, Catania, Messina e Caltanissetta); due in Calabria (Reggio Calabria e Catanzaro); due in Puglia (Bari e Lecce, oltre alla sede distaccata di Taranto); due in Campania (Napoli e Salerno); una sezione distaccata in Sardegna (Sassari nell'ambito del distretto di Cagliari); essi indicano chiaramente la stretta connessione storica tra l'istituzione di questi presìdi giudiziari ed il fenomeno della criminalità organizzata. Dall'altra parte, due distretti in Lombardia (Milano e Brescia) evidenziano l'esistenza di un secondo criterio, che è quello della popolosità e dell'estensione territoriale abbinate ad un alto sviluppo dei traffici industriali e commerciali e ad un alto numero di uffici giudiziari e di pratiche trattate.
        Tralasciando un terzo criterio collegato all'esistenza di minoranze etniche in regioni a statuto speciale (sezione distaccata di Bolzano nel distretto di Trento) entrambi i criteri sopra esposti portano a ritenere che nel quadro di una revisione globale della ripartizione distrettuale e di una razionalizzazione della stessa (auspicata dal Consiglio superiore della magistratura nel documento del 27 maggio 1994) debba trovar posto con carattere di priorità il problema di cui alla presente proposta di legge.
        Circa il secondo dei due criteri, è da rilevare che la Toscana conta oltre tre milioni e mezzo di abitanti su un territorio che, con i suoi 23.000 chilometri quadrati, è tra i più vasti d'Italia ed è inserita da sempre tra le regioni più sviluppate della penisola. Nella sua economia trovano, infatti, rilevante spazio tutti i settori di attività: dal turismo all'industria piccola e grande, all'artigianato, al commercio, ai traffici portuali, all'agricoltura, alle attività estrattive. Si aggiunga che vengono a comporre il distretto di corte d'appello dieci circoscrizioni di tribunale delle quali ben nove (quali in alcun altro distretto) corrispondenti a capoluoghi di provincia. Tutto ciò, già di per sé, comporta una mole di lavoro per la corte d'appello tale da richiedere un decentramento dei suoi uffici, onde aversi un sufficiente grado di funzionalità per il carico civile e per il normale carico penale.
        Ma negli ultimi anni la situazione si è molto appesantita per il manifestarsi di un fenomeno prima quasi sconosciuto in Toscana: quello della criminalità organizzata. Come risulta dalle ultime relazioni annuali del procuratore generale della corte d'appello, tale fenomeno è venuto assumendo proporzioni vaste e pericolose. Nel corso di un convegno tenutosi a Firenze sul tema "La Giovane ricerca italiana sulla grande criminalità" sono stati presentati gli studi di dieci giovani ricercatori delle università di Pisa, Firenze, Messina, Palermo, Torino e Berlino sulle organizzazioni criminali italiane e straniere ed è emerso che in Toscana si hanno tre componenti della criminalità organizzata: insediamenti delle formazioni meridionali di mafia, camorra e 'ndrangheta, la criminalità organizzata autoctona toscana ed una terza componente collegata al forte movimento immigratorio.
        La zona maggiormente colpita da questo fenomeno (specialmente nella prima delle tre manifestazioni ora menzionante) è la Versilia. Si tratta di una zona prevalentemente inserita nella provincia di Lucca, ma in parte anche in quella di Massa Carrara, il cui tribunale appartiene al distretto di Genova. Ai motivi storici e geografici che militano a favore dello spostamento del tribunale di Massa nel distretto della corte d'appello di Firenze, se ne aggiunge oggi un altro ed è proprio quello collegato alla necessità di dare una risposta unica a livello giudiziario ad un fenomeno che non può essere affrontato con competenze sparse quando si presenta in modo unitario su un territorio dalla tipologia economico-sociale uniforme.
        Da qui un motivo in più per addivenire alla creazione della sezione distaccata della corte d'appello di Firenze. Sarebbero ben dieci, infatti, le circoscrizioni di tribunale capoluoghi di provincia appartenenti al distretto, contro le sei di Milano e le sette di Torino, che sono gli unici due distretti ad avere un numero di circoscrizioni superiore a quello di Firenze. (Per quanto concerne Torino, vi è comunque da dire che con le sue diciassette circoscrizioni di tribunale abbisognerebbe essa pure di una sezione distaccata).
        E' dunque in questa visione d'assieme, cui devono uniformarsi le scelte di geografia giudiziaria, che si colloca la proposta della creazione della sezione distaccata della corte d'appello di Firenze. Certo, una sezione distaccata comporta dei costi di spesa corrente maggiori rispetto a quelli derivanti dal mantenimento di un unica sede. Consapevoli che questa constatazione non è priva di importanza in un momento di particolare scarsità delle risorse globali di bilancio, si è altrettanto consapevoli che risorse aggiuntive devono essere ottenute per il migliore funzionamento della giustizia (oggi esse ammontano appena a 1,1 per cento della spesa globale) e che, comunque, un risultato si può ottenere tagliando certi rami secchi della giustizia a partire da un "super affollamento" di corti d'appello in alcune regioni, così come evidenziato dal documento del Consiglio superiore della magistratura sopra richiamato.
        Per quanto concerne la suddivisione del territorio toscano in due parti, essa è quasi automatica. La Toscana centrale - composta dalle province di Firenze, Prato, Pistoia, Arezzo e Siena con al proprio interno il tribunale di Montepulciano - e la Toscana costiera - composta dalle province di Grosseto, Livorno, Pisa, Lucca e Massa Carrara - sono ben più di due realtà geografiche. Esse rappresentano invece due zone al loro interno omogenee sotto il profilo socio-economico. Se si tolgono l'attività turistica e parzialmente quella agricola, che sono proprie di tutta la regione, la Toscana centrale è contraddistinta da una economia fondata prevalentemente sulla piccola impresa e sull'artigianato, mentre la Toscana costiera vive prevalentemente di grande industria, di attività portuali e di attività estrattive.
        Esse formano due "zone vaste" all'interno della regione, due comprensori allargati la cui caratterizzazione è ancora più netta per un deficit delle comunicazioni (viarie e ferroviarie) est-ovest rispetto a quelle nord-sud. Le prime sono soddisfacenti soltanto sull'asse Firenze- Basso Val d'Arno e sull'asse Firenze-Val Di Nievole-Versilia, mentre le seconde, con l'ormai imminente ultimazione del raddoppio dell'Aurelia, vedono eliminate le maggiori strozzature.
        La scelta di Livorno come sede della sezione distaccata si fonda pure su elementi oggettivi.
        Livorno è infatti la seconda città della Toscana e supera nettamente per numero di abitanti (circa 175.000) le altre città della fascia costiera, la maggiore delle quali (Pisa) conta circa 100.000 abitanti. Città moderna, sede dell'accademia navale, Livorno è porto commerciale ed industriale tra i più importanti d'Italia e che alcuni anni or sono raggiunse il primo posto nel Mediterraneo per la movimentazione dei contenitori.
        Raggiungibile facilmente da Pisa, Lucca, Massa Carrara e Grosseto sia per strada che per ferrovia, Livorno è baricentrica all'interno di tutta questa vasta zona; è, in altre parole, la città (tra quelle centrali della zona) più vicina alle parti più decentrate del territorio della costituenda sezione distaccata, che sono quelle del grossetano (la parte meridionale della provincia di Grosseto - sia detto per inciso ed a completamento delle ragioni a sostegno della creazione della sezione distaccata - dista per ferrovia circa 300 chilometri da Firenze). Inoltre, vi è una parte consistente della provincia di Pisa dalla quale si raggiunge più facilmente Livorno che Pisa stessa. Senza contare la maggiore facilità di comunicazione con la Toscana insulare che la soluzione di Livorno è in grado di garantire.
        Infine, Livorno è città che per la modernità della sua struttura urbanistica è in grado di reperire al proprio interno spazi per servizi più di quanto non sia possibile in città medioevali, già ingolfate ed alterate nel loro delicato equilibrio dal peso di servizi offerti quotidianamente a migliaia di cittadini.
        L'insieme di questi motivi ha portato il Governo ad istituire una sede distaccata a Livorno della Commissione tributaria regionale e ad istituire quattro sezioni distaccate del tribunale. Inoltre i dati concernenti il contenzioso civile e penale evidenziano come nella realtà livornese si svolga un'attività giudiziaria di notevoli proporzioni. Si rileva infine che l'esigenza della istituzione di una sezione distaccata della corte d'appello a Livorno è stata sostenuta unanimemente dal consiglio comunale del capoluogo e dal consiglio provinciale ed è stata oggetto di ripetute prese di posizioni del locale ordine degli avvocati.




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