XIV LEGISLATURA
PROGETTO DI LEGGE - N. 1406
Onorevoli Colleghi! - La proposta di legge in oggetto è
legata all'obiettivo complessivo di stimolare tempestivi ed
efficaci interventi a tutela dei beni culturali. Quanto al
contenuto specifico dell'atto che si sottopone all'attenzione
della Camera dei deputati, esso consta di uno scarno ma
significativo articolato, le cui disposizioni normative sono
finalizzate a garantire la salvaguardia di tutti gli immobili
del nostro Paese adibiti ad uso turistico e che presentino
caratteristiche di notorietà nazionale. Tutto ciò a fronte del
rischio di chiusura, che incombe su molti di questi locali,
conseguente ad iniziative di recesso dai contratti di
locazione attivate nei confronti del conduttore nelle ipotesi
in cui i titolari di tali esercizi non siano contestualmente
anche proprietari degli immobili.
Ci si riferisce, in particolare, ad alberghi, ristoranti,
bar e pasticcerie la cui attività, svolta in una cornice di
superba rilevanza artistica e culturale, contribuisce a
rafforzare in tutto il mondo l'immagine del nostro turismo ed
il cui valore è quindi ben superiore a quello connesso alla
contingente destinazione dell'immobile in questione. A titolo
esemplificativo, si segnala che in tale tipologia rientrano
locali prestigiosi e noti in tutto il mondo, quali il
Florian e l'Harris Bar di Venezia; il Villa
D'Este a Como, l'Osteria del Bai a Genova,
Sabatini e Giubbe Rosse a Firenze, il Caffè
Greco a Roma, il Cappuccini di Amalfi e il Caruso
di Ravello.
Appare davvero scandaloso che attività più che centenarie,
tuttora vitali ed economicamente remunerative, continuino a
non ricevere una tutela adeguata, né siano ricondotte a forme
avanzate di regolamentazione del rapporto tra proprietà e
gestione del bene.
Del resto, la fondatezza dell'esigenza di pervenire alla
configurazione di un più maturo ed adeguato quadro normativo
ha ricevuto l'autorevole conforto della Corte costituzionale,
nel momento in cui, con la sentenza n. 118 del 1990, essa ha
sancito che la funzione svolta storicamente in un certo luogo
fa di quest'ultimo un bene di alto valore culturale e sociale,
per cui non può essere immotivatamente alienato. L'interesse
generale in gioco - ha sostenuto la Corte costituzionale - è
infatti tale da comportare in questi casi limiti all'esercizio
dello stesso diritto di proprietà e di iniziativa economica
che, ai sensi dell'articolo 41 della Costituzione, può essere
indirizzata dalla legge a fini sociali.
L'esigenza di una normativa a livello statale si impone,
infine, alla luce del dovere riconducibile al legislatore
statale di garantire l'omogeneità delle normative su tutto il
territorio nazionale; ciò, in particolare, con riferimento
alla sensibilità manifestata rispetto al problema da alcune
regioni italiane che stanno per pervenire, o sono già
pervenute, all'approvazione dileggi regionali recanti norme
per la tutela e la valorizzazione degli immobili di interesse
storico, che si muovono nella direzione indicata dalla
presente proposta di legge.
Giovanni Spadolini scriveva già molti anni orsono: "In un
momento in cui sembra di moda distruggere il passato,
rovesciare valori che sono stati alla base della società
contemporanea, in questa fase della vita italiana e mondiale
che assiste alla più dirompente crisi delle ideologie, che
senso ha la difesa, il recupero, il rilancio dei locali
storici? La difesa della civiltà, innanzi tutto. Non è pura
conservazione del passato (...). Non si tratta oggi di far
vivere e di illustrare dei musei, degli oggetti di
antiquariato, espressione e testimonianza di un passato che
non tornerà più. Si tratta piuttosto di ritrovare un certo
animo, una certa vitalità, la volontà del confronto (...).
Penso all'assenza di vincoli accademici, di pastoie dovute ad
orpelli e feluche. A un modo libero di fare cultura in un
Paese che è e deve restare libero".
E' proprio la "difesa della civiltà" il significato più
intimo e profondo sotteso all'iniziativa che si sottopone
all'attenzione dei colleghi deputati. L'auspicio è che su di
essa possa registrarsi un vasto consenso che ne favorisca la
tempestiva approvazione.