XIV LEGISLATURA
PROGETTO DI LEGGE - N. 1340
Onorevoli Colleghi! - Il continuo aumento del
fabbisogno energetico registra già oggi, nell'Unione europea,
un mercato che ha raggiunto 1.370 milioni di tonnellate
equivalenti di petrolio (42 per cento da petrolio e il
rimanente da gas naturale, da combustibili solidi e da altre
fonti).
Alla combustione di tali carburanti corrisponde una
emissione di 3.496 milioni di anidride carbonica (per l'Italia
una media di 7,5 tonnellate per persona).
Le previsioni indicano che il fabbisogno energetico
aumenterà del 15 per cento nel 2010 e del 20 per cento nel
2020.
L'Italia è un Paese essenzialmente dipendente da terzi per
i consumi energetici ed esposto alla instabilità dei Paesi
produttori e del mercato, che ha fatto registrare sensibili
aumenti dei costi del greggio e dei prodotti petroliferi.
La riduzione del fabbisogno e la soluzione dei problemi di
impatto ambientale rappresentano due obiettivi urgenti e
irrinunciabili per il futuro.
L'Unione europea nel rispetto del protocollo di Kyoto del
1997, per ridurre le emissioni inquinanti, ha individuato
nello sviluppo delle fonti di energia rinnovabile un valido
strumento di intervento. In questo quadro le biomasse possono
assumere una funzione decisiva per raggiungere il raddoppio
dell'energia rinnovabile nel 2008-2012, così come aveva
stabilito il Comitato interministeriale per la programmazione
economica nel 1999.
L'agricoltura è interessata a questa prospettiva sia per
la sua potenzialità produttiva sia per le alternative alla
previsione di un aumento del 20 per cento delle superfici non
coltivate nell'Unione europea ed in Italia.
Va inoltre considerato che l'introduzione di colture
energetiche rappresenta una opportunità considerevole nella
normale rotazione agraria.
Onorevoli colleghi, il continuo aumento del prezzo del
petrolio ha reso di pressante attualità la ricerca di fonti
energetiche alternative, fra le quali un posto particolare
occupano l'etanolo e il biodiesel.
In merito si fa presente che le energie rinnovabili hanno
un costo superiore a quello delle fonti energetiche
tradizionali e un loro sviluppo richiede un rapporto sinergico
tra la fase produttiva e il regime fiscale.
Pertanto l'utilizzo massiccio nel settore energetico di
fonti rinnovabili di provenienza agricola può essere
realizzato in tempi rapidi, sempre che si manifesti la volontà
politica e legislativa del Parlamento e del Governo per la
messa a punto di un organico programma agro-energetico che si
basi sulle seguenti iniziative:
1) defiscalizzare l'etanolo di provenienza agricola
utilizzato come carburante;
2) defiscalizzare totalmente il biodiesel di provenienza
agricola usato come carburante;
3) promuovere la nascita di impianti per la produzione
di etanolo e biodiesel concedendo quote legate alla produzione
annuale;
4) sostenere la ricerca e la sperimentazione sul
miglioramento dei processi di trasformazione industriale;
5) elevare gradualmente in tre anni a 150.000/200.000
ettari le coltivazioni di oleaginose (colza e girasole) per la
produzione di biodiesel;
6) raggiungere gradualmente in tre anni 500.000 ettari
di coltivazioni alcoligene per ottenere, a seconda della
colture energetiche utilizzate, una produzione di tonnellate
1.350.000/1.400.000 di etanolo, quantità sufficiente ad
additivare la benzina consumata annualmente in Italia;
7) autorizzare una percentuale minima del 5 per cento e
massima del 10 per cento di additivazione di etanolo nella
benzina.
La direttiva europea sulla qualità dei carburanti del 13
ottobre 1998 definisce le norme minime richieste per i
carburanti nel 2000 e nel 2005. Essa condurrà ad una notevole
riduzione del benzene e degli aromatici nella composizione
delle benzine, il che comporterà un accrescimento
dell'utilizzo dei composti ossigenati. Essa riconosce altresì
il ruolo dei composti ossigenati nel miglioramento della
qualità dell'aria. Queste benzine riformulate contribuiranno,
parallelamente all'introduzione di tecnologie automobilistiche
più efficaci, a migliorare la qualità dell'aria.
Fin dall'invenzione del primo motore a scoppio, l'etanolo
è stato usato come carburante, da solo o in miscela con la
benzina, ed è una realtà consolidata in Paesi come gli Stati
Uniti e il Brasile, ove i consumi sono dell'ordine di decine
di milioni di ettolitri.
Il suo potere antidetonante e altoottanico gli permette di
essere un valido sostituto del piombo tetraetile, degli
aromatici e degli ossigenati di sintesi.
L'etanolo ha un buon effetto antidetonante: basta un 10
per cento per trasformare una benzina normale a 93 ottani in
benzina super; il 10 per cento è anche il limite di
solubilità che può essere assunto con sicurezza senza creare
problemi né al combustibile né al motore che l'utilizza.
Combinato con l'isobutilene, l'etanolo si trasforma in
ETBE (etil-ter-butil-etere), additivo totalmente miscelabile
alle benzine. Rispetto all'MTBE (metil-terziario-butil-etere)
i cui residui cancerogeni si depositano inquinando le falde
acquifere, l'ETBE presenta vantaggi che derivano dall'impiego
di una fonte rinnovabile non inquinante quale l'etanolo.
A quanto sopra si aggiunge che i motori degli attuali
veicoli a propulsione diesel possono essere alimentati senza
apprezzabili perdite di rendimento con miscele contenenti fino
al 10 per cento in volume di etanolo.
La misura legislativa interessa tutti i carburanti di
provenienza agricola senza distinzione né sulla loro origine
né sulla natura dei prodotti agricoli di base.
All'interno della categoria "biocarburanti" vengono
individuate due filiere: la filiera benzina e la filiera
gasolio o diesel:
1) filiera benzina. Il carburante considerato è
l'etanolo (alcole assoluto cioè disidratato a 99,9 gradi).
Detto alcole, ottenuto per via fermentativa a partire da
barbabietole, melassi, cereali, patate, sorgo zuccherino e/o
da granella, alcool da vino stoccato dall'Agenzia per le
erogazioni in agricoltura, eccetera, può essere utilizzato tal
quale o in miscela;
2) filiera gasolio. Vengono compresi sotto questa voce
gli oli vegetali destinati ad alimentare i motori diesel.
L'olio vegetale puro (colza, girasole, soia, eccetera)
richiede alcune modifiche di tipo tecnico, mentre il derivato
biodiesel, ottenuto attraverso un processo di
transesterificazione, può essere utilizzato direttamente.
La misura di defiscalizzazione riguarda tutti i possibili
impieghi dei biocarburanti: auto private, trasporti pubblici,
motori agricoli, veicoli industriali, flotte municipalizzate
e, nei caso del biodiesel, impianti di riscaldamento civili.
Tradizionalmente, gli elevati costi di produzione dei
biocarburanti rispetto ai prodotti petroliferi hanno
comportato un'analisi sfavorevole della filiera in termini di
prospettiva di equilibrio economico.
Allo stato attuale, oltre i motivi di politica economica,
l'allineamento graduale in molti settori dei prezzi agricoli
comunitari a quelli mondiali e l'alto prezzo del petrolio
hanno ridotto notevolmente il gap economico fra
biocarburanti e prodotti petroliferi.
Con la presente proposta di legge si intende in
particolare:
definire le caratteristiche della "benzina", della
"benzina priva di piombo", della "benzina contenente piombo" e
dei biocarburanti (articolo 1);
esentare dall'accisa i biocarburanti ottenuti nella
misura corrispondente all'alcole etilico anidro immesso;
defiscalizzare l'alcool etilico anidro denaturato
derivante da materie prime agricole (bioetanolo);
esentare dall'accisa i prodotti ottenuti dalla
esterificazione di oli vegetali usati come carburanti
(biodiesel).
Infine va considerato che la defiscalizzazione dei
biocarburanti compensa le mancate entrate erariali con l'avvio
di una filiera agroenergetica di grande interesse in termini
finanziari, occupazionali e ambientali.