XIV LEGISLATURA
PROGETTO DI LEGGE - N. 1260
Onorevoli Colleghi! - La carenza di opportuni strumenti
urbanistici, la rarefazione delle aree edificabili, la
svalutazione e l'inflazione, il bisogno primario di un tetto
che la civiltà impone come fondamentale sede della famiglia
hanno reso gravissimo il problema delle costruzioni spontanee,
che la legislazione vigente punisce come abusive se prive dei
requisiti richiesti, quasi sempre impossibili per inerzie ed
omissioni della pubblica amministrazione.
Un censimento approssimativo stima in milioni i vani
"abusivi" oggi colpiti dalla legge, che, nel furore punitivo,
accomuna l'emigrante o il piccolo risparmiatore al
"palazzinaro", il "sudore sociale", cioè, alla speculazione
affaristica.
Con la presente proposta di legge intendiamo moralizzare
un fenomeno tanto spontaneo quanto necessitato, per sanare
così modeste situazioni sociali esistenti e non eludibili con
il processo penale, versandosi a volte in un atipico stato di
necessità ad opera di chi, avendo accumulato come formica, si
vede perseguito come autore di illeciti penali e costretto a
fermare una speranza esistenziale, tale essendo la casa per
chi crede nel diritto riconosciuto anche all'animale, il
diritto alla tana.
Abbiamo limitato l'applicazione dell'amnistia a
costruzioni che non superino i 200 metri quadrati (è a tutti
nota la mancata certezza giudiziaria a seguito della nota
espressione "di piccola estensione" di un precedente
provvedimento di amnistia) per fondare un riferimento sicuro e
perciò anelastico; abbiamo altresì previsto l'uso abitativo
esclusivo, permanente e diretto, nel rispetto dei vincoli
ambientali e paesaggistici, per evitare furbizie
interpretative e fissare punti fermi di puntuale contenuto
sociale e morale.
Abbiamo infine esteso l'ambito di applicazione sino al 13
maggio 2001, per un uso il più largo possibile della clemenza
legislativa per cittadini di cui lo Stato deve a volte
ricordarsi.
Confidiamo ora nella vostra civile comprensione e nei
tempi brevi non consueti spesso per i problemi urgenti.
Per evenienze drammatiche, strettamente connesse alla
denuncia prima e alla pronuncia penale quindi, in molti centri
abitati (per esempio, vaste aree delle province di Catania e
Caltanissetta, da Adrano a Biancavilla, Paternò, S. Maria di
Licodia, Gela e così via) eroici e civili comitati di difesa
della casa hanno arginato con la protesta assemblando intere
cittadinanze, con decine di migliaia di cittadini in piazza
(sinora senza eccessi), il fenomeno legale ma iniquo della
requisizione di migliaia di costruzioni spontanee,
necessitate, e secondo canone "abusivo".
Ecco perché invochiamo urgenza: per dare segnale serio e
concreto di rispetto dell'umanissimo problema, con soluzioni
chirurgiche, tanto stretti sono i tempi d'intervento
legislativo-tampone, tanto logorate appaiono pazienza e
fiducia di tanti soggetti offesi da supponente, solidificata
incuria!