XIV LEGISLATURA

PROGETTO DI LEGGE - N. 851




        Onorevoli Colleghi! - I fatti verificatisi nella casa circondariale di Sassari nell'aprile dell'anno 2000 hanno riproposto all'attenzione dell'opinione pubblica, delle forze politiche, del Governo e del Parlamento, la necessità di una incisiva riforma penitenziaria.
        Oltre ai gravi ed inquietanti episodi registrati nella città sarda, sui quali la ultima parola spetta alla magistratura, è infatti indubbio che la questione di fondo riguardi le modalità con le quali perseguire concretamente le finalità rieducative della pena.
        Buone strutture costituiscono una delle risorse essenziali affinchè la condizione dei reclusi possa essere mantenuta nei limiti del rispetto dei bisogni individuali della persona.
        L'indagine svolta dagli architetti Scarcella e Di Croce sul patrimonio edilizio penitenziario italiano, aggiornata al 1997, ha messo in evidenza la necessità urgente di un programma di largo ammodernamento delle strutture immobiliari penitenziarie.
        La legge finanziaria per l'anno 2001 prevede uno stanziamento triennale di complessivi 800 miliardi di lire per investimenti immobiliari finalizzati agli istituti di prevenzione e pena. Essa prevede, inoltre, che nuovi istituti di prevenzione e pena possano essere resi disponibili all'amministrazione penitenziaria, ricorrendo alla locazione finanziaria, alla finanza di progetto ed alla permuta delle aree e degli edifici dismessi con edifici messi a disposizione da altri soggetti.
        La proposta di legge che formuliamo riguarda la realizzazione di nuove case circondariali nelle città di Cagliari, Sassari, Tempio Pausania, Oristano e Lanusei e la dismissione degli attuali edifici da parte dell'amministrazione penitenziaria.
        La casa circondariale di Cagliari, denominata "Buon Cammino", deriva da un complesso di edifici pre-unitari e risale al secolo scorso.
        L'istituto penitenziario di Cagliari sorge in una delle zone più antiche e storiche della città, adiacente alle mura che cingevano originariamente il centro urbano.
        L'edificio fu eretto alla fine dell'800 ai margini del viale del Buon cammino da cui prende il nome ed attualmente copre una superficie di 15 mila metri quadrati, rappresentando la più grande struttura edilizia della città.
        Nel corso di questo secolo, la vecchia struttura dell'istituto è stata notevolmente migliorata e resa più funzionale a seguito di molteplici interventi di carattere edilizio, quali la caserma, la mensa dell'amministrazione, le sale colloquio, il centro clinico, gli uffici matricole, i reparti di sicurezza, i cortili passaggi ed altre strutture.
        Tuttavia, la manutenzione ordinaria del fabbricato non ha ancora potuto raggiungere tutti i settori dell'istituto, per la vastità di quest'ultimo; l'edificio, inoltre, è soggetto a vincolo storico-architettonico.
        Per quanto concerne il lavoro della popolazione detenuta, anche in questo istituto è prevalente ed esclusiva l'attività del lavoro domestico (operatori ecologici, inservienti, addetti alla cucina ed altre attività similari).
        Infine, per quanto riguarda la capienza degli ospiti - reclusi, questa risulta essere determinata nel limite di 235 unità come capienza tollerabile e di 316 come capienza massima.
        Con il passare degli anni si è verificato un continuo incremento della popolazione detenuta sino a superare le 600 unità negli anni ottanta e novanta.
        La popolazione detenuta, allo stato attuale, ha una presenza media giornaliera che si attesta intorno alle 360 unità di cui una parte è costituita da una limitata presenza femminile (circa 16 unità).
        Le condizioni della struttura sono nel complesso mediocri.
        Per quanto concerne la casa circondariale di Sassari, essa è stata progettata nel 1862 e consegnata nel 1870. Le condizioni delle strutture in muratura sono mediocri.
        L'edificio denominato di "San Sebastiano" è sottoposto a vincolo storico-artistico ed insiste su una superficie demaniale di 13.655 metri quadrati.
        Le drammatiche condizioni di decadimento del carcere di San Sebastiano sono state ripetutamente denunciate dalle organizzazioni sindacali del Corpo della polizia penitenziaria.
        Nel corso degli ultimi anni si sono avviate una serie di opere di ristrutturazione del vecchio edificio di San Sebastiano con la manutenzione di porte, finestre, docce, servizi igienici, mensa e sezioni detentive, per riportare l'istituto a livelli di vivibilità, e garantire, sia ai detenuti che al personale, dignità, decoro e sicurezza igienica.
        Il carcere di San Sebastiano, sorto come casa circondariale, nel quale dovrebbe essere assicurata la custodia degli imputati a disposizione dell'autorità giudiziaria, si trova di fatto a vedersi assegnati anche detenuti che devono scontare una pena detentiva definita. Conseguenza di siffatte assegnazioni è la presenza contemporanea di un elevato numero di detenuti imputati o condannati in via definitiva che rende particolarmente ardua l'applicazione dei cosiddetti "circuiti penitenziari" ispirati al principio della individualizzazione del trattamento da un lato e al raggruppamento per categorie di detenuti dall'altro. Infatti, l'assegnazione dei detenuti nei singoli istituti e il raggruppamento nelle sezioni sono disposti con particolare riguardo alla possibilità di procedere a un trattamento rieducativo comune e all'esigenza di evitare influenze nocive reciproche. Ma tali fini vengono meno considerata la promiscuità esistente presso la casa circondariale di Sassari. La struttura risulta essere priva di spazi idonei per lo svolgimento di attività trattamentali, con i conseguenti riflessi negativi del caso, considerato che lo svolgimento di siffatte attività diminuirebbe quella carica di aggressività che generalmente esiste nei soggetti sottoposti ad un regime restrittivo della libertà personale. Le uniche attività trattamentali possibili si limitano allo svolgimento di taluni corsi professionali.
        Relativamente al lavoro, pure essendo un elemento fondamentale del trattamento, risulta essere in questa struttura di limitata applicazione e connesso esclusivamente allo svolgimento di attività domestiche; mancano, infatti, officine e laboratori. E, in ogni caso, al fine di garantire un'equa ripartizione delle possibilità lavorative, vengono stilate apposite graduatorie che consentono l'avvicendamento dei detenuti nelle attività lavorative.
        Infine, per quanto concerne la capienza detentiva, questa risulta essere fissata nel limite di 144 unità. Con il passare degli anni si è assistito ad un continuo incremento della popolazione detenuta sino a superare le 350 unità negli anni novanta. Attualmente la presenza media giornaliera si aggira intorno alle 170 unità, di cui una parte è costituita da una limitata presenza femminile.
        La casa circondariale di Tempio Pausania, conosciuta come "la Rotonda" per la sua forma sferica, è anch'essa al di sotto di livelli ancorchè minimi di vivibilità ed efficienza. L'istituto è vetusto e molto umido ed anche un radicale intervento di ristrutturazione non sembra possibile riuscire in un adeguamento ancorché minimo agli standard normativi vigenti, rendendo più umane la condizione di detenzione dei reclusi e quella di lavoro degli operatori penitenziari.
        Dalle risultanze della visita effettuata in data 17 marzo 2000 dal Comitato permanente per i problemi penitenziari della Commissione giustizia della Camera dei deputati della XIII legislatura escono confermati i rilievi messi per iscritto dal vertice dell'istituto: le celle sono prive di servizi igienici appartati; i cortili passeggio non sono altro che cubicoli di cemento di pochi metri quadrati; mancano totalmente locali da destinare al trattamento, alla formazione e in genere a qualunque attività di socialità; le scale di accesso alle sezioni sono fatiscenti e pericolose sia per il personale che per gli stessi detenuti; l'infermeria appare buia e compromessa dall'umidità. Analogamente al carcere di Sassari, la zona intermedia tra la città muraria ed il corpo dell'istituto penitenziario è apparsa in stato di grave degrado ed abbandono.
        Una situazione generale che fa, quindi, ritenere come la struttura (peraltro situata in pieno centro della città) debba essere dismessa al più presto possibile.
        Per quel che riguarda la popolazione detenuta, i dati forniti riferiscono di 45 detenuti, di cui 5 in semilibertà ai sensi dell'articolo 21 dell'ordinamento penitenziario; la situazione giuridica vede invece 14 imputati (10 in attesa di primo giudizio, 3 appellanti e 1 ricorrente) e 31 detenuti definitivi.
        Dei 45 reclusi, 26 (il 58 per cento) risultano tossicodipendenti; di questi, uno è affetto da sieropositività.
        L'attività lavorativa alle dipendenze dell'amministrazione occupa soltanto 10 detenuti. Viene segnalata l'assenza, in particolare, di un addetto che coordini il lavoro intramurario.
        Il personale di custodia è composto da 43 unità, di cui 5 di polizia penitenziaria femminile.
        L'area trattamentale è rappresentata da un solo educatore, peraltro non fisso a Tempio, con turnazioni periodiche tra i diversi operatori; è, inoltre presente un cosiddetto esperto a contratto ai sensi dell'articolo 80 dell'ordinamento penitenziario nonché un'assistente volontaria che segue le problematiche della tossicodipendenza.
        L'area amministrativa è formata da tre collaboratori (di cui uno in distacco da Nuoro) ed un operatore amministrativo contabile (in segretaria e all'ufficio protocollo operano due unità di polizia penitenziaria).
        Dell'area sanitaria è responsabile un medico incaricato (provvisorio) coadiuvato da due infermiere.
        La casa circondariale di Oristano, in funzione dal 1911 è ospitata nel palazzo della ex Reggia Giudicale: il corpo uffici nella parte più antica dell'edificio risalente al XIV secolo e gli impianti detentivi nella parte risalente al XIX secolo. L'edificio, sottoposto a vincolo monumentale, ha conservato le principali caratteristiche architettoniche.
        La popolazione detenuta è composta attualmente da 107 maschi pur con la capienza massima prevista di 76 persone (71 maschi e 5 femmine).
        Il personale di custodia conta 88 unità; il comparto ministeriale ne conta 14.
        Le attività trattamentali si riducono ad alcuni corsi di formazione poiché la tipologia dell'edificio non consente alcuna altra attività non essendo possibile intervenire sulle strutture a causa del vincolo monumentale.
        Anche la casa circondariale di Lanusei è ospitata in un edificio storico: il vecchio convento dei Cappuccini risalente al XIX secolo; è in funzione dal 1867.
        Per quanto riguarda la popolazione detenuta, i dati riferiscono di 42 unità, 13 oltre la capienza massima.
        Il personale è composto da 48 unità: 42 di polizia penitenziaria e 6 ministeriali.
        Vi è un corso di scuola elementare ed un corso di canto per il coro. Non vi si svolge alcuna altra attività trattamentale.
        Anche in questo istituto l'attività trattamentale è praticamente inesistente soprattutto per la mancanza di locali idonei.
        Dotare le città di Cagliari, Sassari, Tempio Pausania, Oristano e Lanusei di moderne case circondariali è essenziale per l'ammodernamento dell'intero sistema penitenziario sardo. Le disposizioni contenute nella legge finanziaria per l'anno 2001 aprono la strada per conseguire concretamente tale obiettivo. In altri termini, si tratta di cogliere le opportunità offerte dal nuovo contesto finanziario e dalla volontà del Governo e del Parlamento di radicale ammodernamento del sistema penitenziario nazionale. La presente proposta di legge ha, quindi, la finalità di mettere all'ordine del giorno le situazioni degli istituti sardi affinché vengano adeguatamente considerate nelle definizioni del piano nazionale.
        L'articolo 1 dispone che il Ministro della giustizia promuove due accordi di programma con la regione Sardegna e con i comuni di Cagliari, Sassari, Tempio Pausania, Oristano e Lanusei. Tali accordi prevedono:

            a) la dismissione degli edifici attualmente adibiti a case circondariali, in favore dei comuni di Cagliari, Sassari, Tempio Pausania, Oristano e Lanusei con la indicazione delle nuove destinazioni d'uso;

            b) il finanziamento della costruzione di nuovi edifici, con le specificazioni delle risorse provenienti dal bilancio dello Stato o da altre fonti pubbliche e della quota di eventuali finanziamenti privati. Le imprese private sono infatti interessate a concorrere equamente a finanziare la realizzazione delle nuove case circondariali, qualora la nuova destinazione d'uso di quelle preesistenti consenta attività economiche di mercato;

            c) il concorso del bilancio dello Stato alla realizzazione degli interventi con uno stanziamento pari a 25 miliardi di lire per ciascuno degli anni 2001 e 2002.




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