XIV LEGISLATURA

PROGETTO DI LEGGE - N. 710




        Onorevoli Colleghi! - Da oltre venti anni la questione dell'uso degli animali negli spettacoli circensi è posta sotto accusa da una crescente sensibilità dei cittadini nei confronti dei diritti degli animali.
        Lo spettacolo circense, infatti, apprezzabile e da sostenere per i suoi contenuti artistici rappresentati da clown, giocolieri, acrobati, trapezisti, illusionisti, viene ormai considerato manifestazione di violenza proprio per la presenza degli animali, costretti per la loro intera esistenza in anguste gabbie da cui possono uscire solamente per compiere esercizi contrari alla loro natura.
        Prova emblematica di questo orientamento è la crescente disaffezione del pubblico, prevalentemente costituito dai bambini, non solo per la crescente offerta di intrattenimenti alternativi, ma soprattutto per la maggiore sensibilità animalista evidenziata anche da un sondaggio effettuato dal comune di Livorno fra gli studenti della città, per il 75 per cento a favore del circo senza animali.
        In Italia, Paese con la maggiore concentrazione europea di imprese circensi, il circo rischia di scomparire: il pubblico si allontana, gli incassi diminuiscono, la popolarità degli spettacoli con animali è in costante declino.
        Occorrono degli interventi decisi a sostegno dell'arte circense, che non possono prescindere però da un provvedimento urgente per porre fine all'inutile, superfluo ed anacronistico utilizzo di animali-schiavi, costretti a prigionia e trattamenti coercitivi per offrire al pubblico uno spettacolo comunque diseducativo, poiché induce soprattutto i più giovani a pensare che ogni violenza sia lecita anche per un puro fine di intrattenimento.
        La Lega anti vivisezione, principale associazione animalista italiana e rappresentante italiano di "Europe for Animal Rights", ha promosso la proposta di legge che sottoponiamo alla vostra attenzione, la quale prevede la dismissione degli animali dei circhi, unitamente a interventi di comunicazione a favore dei nuovi spettacoli senza animali e sostegni economici, in parte già previsti dal Fondo unico per lo spettacolo, finalizzati comunque all'emancipazione dei circhi dall'utilizzo degli animali.
        Non intendiamo quindi mettere in pericolo l'occupazione in questo settore, ma al contrario creare le condizioni per una maggiore presenza e valorizzazione degli artisti negli spettacoli.
        L'occupazione viene piuttosto messa in discussione dal mantenimento dello status quo, che condurrà inevitabilmente alla chiusura, già in parte preannunciata, di importanti complessi circensi, e all'aggravamento delle accuse di maltrattamento di animali mosse da aree sempre più vaste dell'opinione pubblica.
        Non entrando nel merito delle modalità di addestramento degli animali, su cui esistono interessanti e gravi testimonianze, il maltrattamento esiste palesemente dal momento in cui la vita degli animali viene confinata in anguste gabbie, condizione "incompatibile con la loro natura", e vengono costretti ad eseguire esercizi che nulla hanno a che vedere con le "loro caratteristiche etologiche", situazione palesemente in contrasto con quanto stabilito dall'articolo 727 del codice penale. Sono oramai numerosi i procedimenti penali aperti da diverse procure italiane nei confronti dei maggiori e famosi circhi italiani, mentre emblematico è lo stato di applicazione della legge n. 150 del 1992, che prevede il rilascio dell'idoneità alla detenzione di animali pericolosi per la salute e l'incolumità del pubblico, palesemente violata finanche dai più prestigiosi circhi italiani, nonostante l'elevato numero di incidenti, anche mortali, soprattutto ai danni di giovani spettatori e lavoratori del circo.
        Tale situazione è ulteriormente avvalorata dalla decisione dell'Ente nazionale per la protezione degli animali di annullare l'accordo sottoscritto con l'Ente nazionale circhi per il buon mantenimento degli animali, considerato alla fine inutile anche per via della accertata impossibilità nel voler fare scaturire un seppur minimo beneficio per gli animali, tale da far rendere meno palese la crudele condizione di chi è imprigionato e maltrattato senza ragione.
        La diffusione e la trasversalità di questa sensibilità crescente sono evidenti e si auspica che essa riceva una risposta a livello legislativo in tempi brevi. Si invitano tutti i colleghi ad aggiungere la loro adesione, che ci consentirà di riconoscere agli animali detenuti nei circhi un destino diverso ed eviterà che nuovi animali vengano acquisiti.
        Se riusciremo a salvare gli animali dai circhi, avremo molte più possibilità di salvare i circhi con la loro arte, che non dovrà più confondersi con alcuna forma di violenza.




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