XIV LEGISLATURA

PROGETTO DI LEGGE - N. 560




        Onorevoli Colleghi! - Il morbo di Parkinson, l'Alzheimer e la sclerosi multipla sono malattie rilevanti che, per numero di pazienti, di famiglie e di strutture sanitarie coinvolte, colpiscono il nostro Paese in forma elevata ed a cui lo Stato deve fornire una risposta adeguata, attraverso la sinergie di interventi e di supporti, finalizzati alla ricerca ed assistenza dei pazienti.
        La malattia di Parkinson, descritta per la prima volta da James Parkinson nel 1817, è un'affezione cronica del sistema nervoso centrale determinata dalla degenerazione di alcune aree encefaliche ed in particolare della sostanza nera (pars compacta) con perdita dei suoi neuroni produttori di dopamina. La malattia si manifesta con tre segni cardinali: la riduzione ed il rallentamento della motilità volontaria (bradi-acinesia), l'ipertonia muscolare (rigidità) ed il tremore. A questi si associa, più tardivamente, la compromissione dei meccanismi posturali utilizzati per il controllo della stazione eretta e della deambulazione. Con tali caratteristiche la malattia compromette in modo progressivo ed invalidante le capacità motorie dei pazienti, condizionando non solo la loro attività lavorativa, ma anche lo svolgimento dei comuni atti della vita quotidiana e, quindi, il loro inserimento socio-familiare.
        Il Parkinson è una condizione morbosa ad elevata diffusione: dagli studi epidemiologici internazionali e nazionali risulta che la prevalenza in Italia è compresa tra 65 e 243 casi ogni 100 mila abitanti e cresce esponenzialmente con l'età. Si calcola che ogni anno compaia un nuovo caso ogni 4000 abitanti (uno ogni 1000 al di sopra dei cinquanta anni di età ma purtroppo con casi che colpiscono anche persone giovani).
        Il morbo di Alzheimer è stato descritto per la prima volta nel 1907 dal neurologo tedesco Alois Alzheimer. E' una malattia degenerativa progressiva, che colpisce il sistema nervoso centrale (cervello e midollo spinale), provocando alterazioni della memoria, del pensiero e del comportamento, con conseguente perdita delle capacità di svolgere le attività di vita quotidiana, e, quindi, perdita di autosufficienza del malato. La malattia ha un decorso graduale. I sintomi comprendono difficoltà cognitive (perdita della memoria) e riduzione delle capacità mentali, di tale gravità da ostacolare il normale svolgimento del lavoro e delle attività quotidiane. Le cause della malattia sono attualmente oggetto di ricerca e non sono state identificate in modo preciso, al punto che la ricerca ne afferma la multifattorialità e la concausalità. Si pensa che un certo ruolo sia attribuibile ad una predisposizione genetica, alla presenza di depositi cerebrali anomali di proteine (una proteina, detta "amiloide", accumulandosi in modo anormale nel cervello, ne impedirebbe il coffetto funzionamento) e a fattori ambientali (virus e prodotti tossici).
        Nel mondo circa 10 milioni di persone sono affette da morbo di Alzheimer. Dopo le patologie cardio vascolari ed il cancro, il morbo di Alzheimer rappresenta una delle principali cause di decesso, anche se per cause indirette. Il morbo di Alzheimer colpisce circa il 10 per cento degli individui oltre i 65 anni di età. Tuttavia, pur essendo diffuso soprattutto tra la popolazione anziana, è stato riscontrato anche in pazienti appartenenti alla fascia di età tra i quaranta ed i ciquant'anni. Secondo alcuni ricercatori, il costo annuo a livello mondiale, relativo all'assistenza ed al sostegno dei malati di "demenza" è pari a 358 miliardi di dollari. Il fatto che questa malattia colpisca in particolare le persone anziane, rende ancora più drammatico il problema, se si pensa al trend demografico; inoltre alcuni studi hanno evidenziato la maggiore prevalenza di questa malattia in base all'età, rispetto ad altre malattie tipiche dell'età senile. Il problema in questo senso non è legato solamente alla perdita di autosufficienza del malato, ma anche alle ripercussioni che esso ha sui familiari.
        Attualmente non esistono terapie farmacologiche efficaci: l'unica possibilità di intervento è l'assistenza. Secondo dati inglesi, il 75-80 per cento dei malati vive in famiglia: poiché l'assistenza di un malato di morbo di Alzheimer richiede un impegno fisico, economico, affettivo e psicologico estremamente elevato, è necessario che la famiglia sia aiutata attraverso un sistema di supporto medico e socio-assistenziale efficace.
        Diverse associazioni in Italia raccolgono familiari, medici ed operatori socio-econonomici, che si occupano in forma volontaria dell'assistenza a questo tipo di malati. E' dunque auspicabile una sempre più stretta collaborazione con le istituzioni e con i centri regionali di riferimento.
        Per quanto riguarda invece la sclerosi multipla, o sclerosi a placche, essa è una malattia che colpisce il sistema nervoso centrale (cervello e midollo spinale). E' chiamata sclerosi, perché comporta un indurimento (cicatrizzazione) dei tessuti nelle zone danneggiate del cervello e del midollo spinale (dette anche placche).
        La sclerosi multipla colpisce individui in età giovanile-adulta, tra i 15 ed i 50 anni, più frequentemente tra i 20 e i 30 anni: la prevalenza è maggiore nelle donne con un rapporto di 3 a 2 rispetto agli uomini. Essa provoca un livello di invalidità alto e crescente nel corso degli anni in cui si evolve, generando condizioni di grave sofferenza, disagio e difficoltà di integrazione sociale. I sintomi più comuni sono: calo del visus, compromissione del movimento, disturbi della sensibilità. I fattori causali della sclerosi multipla non sono ancora noti, ma sulla base dei risultati di molte ricerche è probabile una genesi multifattoriale, ossia l'intervento contemporaneo di più fattori, che concorrono a determinare la malattia: cause virali, ambientali, genetiche ed immunitarie. In Italia i malati di sclerosi multipla sono circa 50 mila.
        Gli ammalati di morbo di Parkinson, di Alzheimer e di sclerosi multipla hanno problemi complessi, per la cui soluzione, seppure parziale, è necessaria l'attività coordinata di specialisti medici e paramedici, oltre che di operatori socio-assistenziali. Essendo essi varie centinaia di migliaia, costituiscono un vero e proprio problema sanitario, economico e sociale.
        La presente proposta di legge intende razionalizzare gli interventi, le strutture esistenti, i centri di diagnosi e di assistenza per garantire a questi cittadini il migliore inserimento sociale, le migliori condizioni di vita e, soprattutto, favorendo la ricerca, che rappresenta una concreta speranza per il loro futuro. Oggi nel campo diagnostico e farmacologico, nuove terapie si stanno dimostrando efficaci nel rallentare e bloccare la progressione della malattia. L'obiettivo della proposta di legge è quello di dare una effettiva ed efficace assistenza ai malati ed alle loro famiglie nel contempo potenziando le strutture di ricerca e informando la collettività.
        Si auspica che il Parlamento voglia prendere in considerazione al più presto questa proposta al fine di dare una risposta concreta alle centinaia di migliaia di persone che convivono quotidianamente con la patologia e il disagio.




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