XIV LEGISLATURA
RELAZIONE - N. 518-A
Onorevoli Colleghi! - Il provvedimento in esame è stato
approvato nel corso del 2001 per due volte in sede referente
dalla I Commissione, sia nella XIII che nella XIV legislatura,
percorrendo in ambedue i casi, anche se con modalità
differenti, l'intero iter riguardante le Commissioni
parlamentari.
Il 7 marzo 2001 la I Commissione affari costituzionali,
della Presidenza del Consiglio e interni approvò in sede
referente ed all'unanimità questo stesso testo che viene oggi
affidato all'esame dell'Aula e diede mandato all'allora
relatore on. Giovanni Crema di riferire favorevolmente
all'Assemblea. Il provvedimento fu quindi presentato alla
Presidenza della Camera l'8 marzo 2001 per il successivo esame
dell'Aula. Lo scioglimento anticipato delle Camere non
consentì che esso proseguisse l'iter previsto per
l'approvazione definitiva.
Il 16 ottobre 2001, per la seconda volta, la proposta di
legge per l'istituzione della provincia di
Barletta-Andria-Trani, approdò alla I Commissione, nello
stesso testo licenziato il 7 marzo.
Per il l'esame si è ritenuto opportuno ricorrere alla
procedura abbreviata prevista dal comma 3 dell'articolo 107
del Regolamento della Camera dei Deputati, poiché la
fattispecie in considerazione soddisfaceva pienamente i
presupposti indicati dall'articolo stesso.
L'esame della proposta di legge è stato completato in I
Commissione affari costituzionali, della Presidenza del
Consiglio e interni il 16 ottobre 2001, con il mandato al
relatore a riferire favorevolmente all'Assemblea.
Passando al merito del provvedimento, appare utile
ricordare che la questione della istituzione di una sesta
provincia pugliese, ubicata nell'"area cerniera" tra quelle di
Bari e di Foggia, pur avendo radici molto antiche, trova
fondamento e ragioni d'essere in una analisi approfondita
delle dinamiche socio-economiche del territorio e in una
lettura attenta delle sue linee di tendenza.
L'iter per la sua istituzione fu formalmente avviato nei
primi anni Novanta in vista di un suo conseguimento ai sensi
dell'articolo 63, comma 2, della legge n. 142 del 1990, che
prevedeva la delega al Governo per l'istituzione di nuove
province. La provincia di cui si proponeva l'istituzione
ricomprendeva sette comuni, con capoluogo la città di
Barletta.
Come è noto, relativamente alla provincia di Barletta come
per altre province per le quali sussistevano i requisiti
richiesti dalla legge per prevederne l'istituzione, la delega
è venuta a scadenza, e nonostante sia stata ripetutamente
prorogata, non si è pervenuti all'istituzione della nuova
provincia pugliese.
Nel frattempo la configurazione territoriale originaria
della istituenda provincia si è andata modificando per effetto
dell'adesione di altri comuni quali Andria, Trani e
Bisceglie.
All'adesione della maggioranza delle popolazioni e dei
comuni interessati si è aggiunto poi il parere favorevole
espresso dal Consiglio regionale della Puglia fin dal 12
dicembre 1990 e da ultimo confermato nella seduta del 27
febbraio 2001.
Nel testo licenziato dalla Commissione si è così prevista
l'istituzione di una provincia policentrica denominata
Barletta-Andria-Trani, con capoluogo situato nelle tre città,
la cui delimitazione territoriale ricomprende dodici comuni,
di cui nove attualmente situati nella provincia di Bari e tre
nella provincia di Foggia.
E' un'area-sistema del tutto peculiare, poiché ne fanno
parte città densamente popolate, legate fra di loro da solidi
legami culturali e con un elevato indice di complementarità
economica, raccolta all'interno di un progetto comune di
sviluppo largamente rappresentativo come il patto territoriale
europeo per l'occupazione cui hanno aderito quasi tutte le
comunità interessate.
Nasce così la piena condivisione dell'idea di riunire
questo territorio e le comunità che su di esso insistono
intorno ad una provincia policentrica, le cui funzioni di
capoluogo siano assegnate non ad una sola città, ma al cuore
dell'area-sistema, ovvero alle città di Andria, Barletta e
Trani, che da sole rappresentano una popolazione di oltre 240
mila abitanti, e con la caratterizzazione di un alto livello
di decentramento dei servizi che coinvolga tutte le città
interessate per aderire alla particolare armatura urbana e
funzionale del territorio.
La condivisione del capoluogo risponde quindi non ad una
velleità campanilistica, ma alla volontà di tenere conto dei
processi di inurbazione fra due grandi città come Andria e
Barletta, che contano insieme 185 mila abitanti, e di mettere
a fattore comune alcune istituzioni, come quelle giudiziarie,
già oggi presenti nella città di Trani, sede del tribunale. La
individuazione del capoluogo in più città, peraltro, ha
precedenti nel nostro ordinamento in Massa-Carrara e in Pesaro
e Urbino, e si ritrova nella proposta di legge recante
l'istituzione della provincia del Verbano-Cusio-Ossola, anche
se trovò una diversa definizione nel corso dei lavori.
Sotto il profilo economico il comprensorio della
istituenda nuova provincia, oltre ad essere ricco di risorse
naturali (pesca, agricoltura, turismo), vanta un primato nel
campo manifatturiero e del commercio con la sua fitta rete di
piccole e medie imprese nei più svariati settori, tra cui
quello calzaturiero e lapideo, che per volume di affari,
qualità del prodotto e livello di commercializzazione
rappresentano una miniera per il Mezzogiorno.
Sulla scorta di tali considerazioni la Commissione affari
costituzionali ha quindi proceduto nell'esame delle proposte
di legge nel testo che è ora all'esame dell'Assemblea e del
quale raccomando vivamente l'approvazione.
Giulio SCHMIDT, relatore.