XIV LEGISLATURA
PROGETTO DI LEGGE - N. 383
Onorevoli Colleghi! - Il 25 ottobre scorso, durante i
lavori della Conferenza internazionale sulla immigrazione
clandestina nei Paesi dell'Unione europea, il Ministro
dell'interno della Repubblica di Moldavia lanciò ufficialmente
l'allarme contro il traffico di organi prelevati ai bambini
rapiti o abbandonati dalle madri, vittime anch'esse di
violenze e di miseria. Un mercato turpe, ai confini del
cannibalismo, che evoca in tutti noi reazioni tanto più
agghiaccianti quanto più forte è la nostra impotenza
nell'affrontare il fenomeno. Dopo il crollo del comunismo, nei
Paesi dell'Est europeo imperversa una grande e ramificata
criminalità che, oltre al commercio di droga e alla tratta di
esseri umani, dirige anche il traffico di organi destinato ad
un mercato europeo, nord-atlantico ed arabo che rappresenta la
domanda di questo turpe mercato di "pezzi di ricambio" di vite
umane. Al mercato clandestino, un rene costa 6 milioni di
lire, circa 3 mila dollari. Nel 1989, sempre secondo i dati
diffusi nella citata Conferenza, un cuore acquistato su
INTERNET costava 30 mila dollari (circa 60 milioni di lire) e
un rene 20 mila dollari (oltre 40 milioni di lire). Nel 1999 i
prezzi degli organi al mercato nero quotavano un cuore a 100
mila dollari (oltre 200 milioni di lire), un pancreas a 100
mila dollari ed un rene a 30 mila dollari. La stampa ci
riferisce settimanalmente di questo traffico di organi
prelevati con la violenza a bambini che vivono nelle misere
città della Bielorussia e della Moldavia. E' notizia di pochi
giorni fa che nell'Uzbekhistan, una falsa agenzia turistica di
Burkhara, formata da una coppia di coniugi (marito professore
e moglie chirurgo) uccideva i clienti e, dopo averli fatti a
pezzi, ne vendeva gli organi a bande criminali internazionali
dislocate soprattutto in Russia. I Paesi sotto accusa, oltre a
quelli dell'Est europeo e del Nord-Africa, sono l'India ed il
Guatemala, gran parte dell'America latina, l'Equador, il
Brasile, l'Argentina ed il Paraguay. In alcuni Paesi, poi,
questo commercio è legalizzato. In India, ad esempio, il
commercio di organi prelevati da viventi è legale: in tre
anni, dal 1990 al 1993, sono stati venduti a malati benestanti
provenienti dall'Europa e dal Medioriente oltre 2 mila reni.
In Cina, alcune organizzazioni internazionali hanno denunciato
espianti, autorizzati, di organi di criminali giustiziati. In
Brasile, infine, esistono centinaia di cliniche specializzate
in trapianti di organi, non sempre frutto di donazioni
spontanee, nelle quali i chirurghi "chiudono un occhio" sulla
loro provenienza. In tutto questo miserabile contesto è ancora
più raccapricciante il fenomeno che coinvolge i bambini. Non
solo in India e in Brasile, ma ora anche in Russia e nelle
Repubbliche dell'ex Unione sovietica e negli stessi Balcani,
vengono segnalati traffici di organi espiantati a ragazzi di
strada che vengono uccisi o gravemente mutilati. Il fenomeno
ora si è esteso all'Ucraina e al Kazakhistan dove il mercato
internazionale di organi può fare leva sulla compiacenza di
alcune cliniche "legali" che ricevono gli organi accompagnati
da falsi certificati. Ma, evidentemente, se c'è una offerta di
organi, specie di bambini, è perché esiste una domanda ben
localizzata in alcuni Paesi ricchi dell'Europa, dell'America e
degli Emirati arabi. In Italia, nell'agosto scorso, la procura
per i minori di Lecce ha individuato nella zona del Salento un
crocevia della tratta di bambini, destinati all'espianto di
organi. Dinanzi a questo triste scenario abbiamo, allora, il
dovere, prima come uomini e poi come legislatori, di
individuare tutte le misure possibili, siano esse preventive,
repressive o dissuasive, per contrastare questo fenomeno che
coinvolge ormai anche il nostro Paese. E queste misure, che
vengono individuate nella presente proposta di legge, non
riguardano, ovviamente, solo il mercato dell'offerta, gestito
da vere e proprie bande criminali internazionali, ma quello
ben più mimetizzato ma non meno turpe di chi ricorre alla
morte o alle sevizie sui bambini per salvare se stesso in
tranquille cliniche europee o americane. Avvertiamo anche la
necessità di prevedere pene severissime nel nostro codice
penale contro questo nuovo tipo di crimine, ricorrendo anche
alla confisca dei guadagni ottenuti dai trafficanti o da
medici senza scrupoli che si dedicano a questo tipo di
espianti su bambini inermi e abbandonati. Anche in sede
europea ed internazionale dovremmo sollevare, con più forza,
questa nuova emergenza e inserire nello statuto per
l'istituzione del tribunale penale internazionale un'altra
specie di crimine contro l'umanità che potrebbe essere quello
della "riduzione in schiavitù di bambini con lo scopo di
ucciderli o mutilarli per l'espianto di organi" destinati al
traffico indirizzato soprattutto al ricco occidente. La
presente proposta di legge intende perseguire questi obiettivi
con l'introduzione dell'articolo 601-bis del codice
penale che definisce la fattispecie di reato di "traffico
illegale di organi umani" e l'istituzione, all'interno della
Criminalpol, di una sezione speciale investigativa su questo
nuovo fenomeno criminale. Insieme a queste misure repressive e
a questa nuova struttura investigativa, sono anche introdotte
misure dissuasive come le multe comminate a chi è coinvolto in
tale traffico, misure amministrative come l'interdizione dalla
professione sanitaria o pene detentive con il richiamo a
quanto stabilito dall'articolo 22 della legge 1^ aprile 1999,
n. 91, recante norme sui prelievi e i trapianti di organi e di
tessuti.