XIV LEGISLATURA
PROGETTO DI LEGGE - N. 226
Onorevoli Colleghi! - Tra i dipendenti del Servizio
sanitario nazionale esiste una ingiustificata disparità di
trattamento tra il personale laureato dei ruoli sanitario,
tecnico e professionale e quello laureato del ruolo
amministrativo, che si concreta in una diversità di livello di
inquadramento iniziale (VII per il personale amministrativo e
IX per quello degli altri ruoli), di carriera e stipendiale.
L'origine di tale disparità di trattamento risale
all'emanazione del decreto del Presidente della Repubblica 20
dicembre 1979, n. 761, relativo allo stato giuridico del
personale delle (allora) unità sanitarie locali: a differenza
degli altri ruoli, il cui personale laureato era ascritto a
qualifiche che nelle successive tornate contrattuali
determinarono il loro inserimento nella dirigenza, il
personale amministrativo laureato rimase, commisto al
personale diplomato, nel ruolo di collaboratore amministrativo
che costituiva il punto di accesso obbligato della carriera
amministrativa.
Nel corso degli anni si è addirittura verificato il
paradosso che personale con titolo di studio inferiore, per
effetto di automatismi di carriera disposti su base
contrattuale, si è trovato non solo in posizione stipendiale
migliore, ma anche inquadrato in qualifiche dirigenziali,
fenomeno questo del tutto sconosciuto negli altri ruoli del
personale, laddove il personale laureato ha sempre acceduto
direttamente alle carriere dirigenziali, lasciando ai livelli
subalterni il restante personale non laureato.
Tale sperequazione si è protratta nel corso degli anni e
non è stata superata nemmeno dai processi di riforma che hanno
interessato tutto il pubblico impiego, processi tendenti ad
una privatizzazione del rapporto di lavoro e ad una
"contrattualizzazione" dei problemi relativi alle qualifiche
ed alle carriere:
nonostante il generale riconoscimento in sede sindacale della
citata sperequazione, l'ultimo contratto del comparto sanità
(1^ settembre 1995) ha riproposto ancora una volta tale
illegittima situazione.
Va anche osservato che il processo di privatizzazione di
tutto il settore e la conseguente trasformazione delle unità
sanitarie locali in aziende, ha accresciuto le responsabilità
gestionali del personale amministrativo, rendendo più evidente
tale disparità di trattamento.
La presente proposta di legge è volta a sanare questa
ingiusta situazione; nell'articolo 1 viene riformato
l'articolo 5 del citato decreto del Presidente della
Repubblica n. 761 del 1979, prevedendo la riunificazione in un
unico quadro delle figure laureate del ruolo
amministrativo.
L'articolo 2 rappresenta la conseguenza del precedente
enunciato, laddove si impone l'inquadramento diretto del
personale amministrativo laureato del Servizio sanitario
nazionale, di livello VII, VIII e VIII-bis, nella
qualifica dirigenziale.
L'articolo 3 prevede la copertura finanziaria della
maggiore spesa prevista; poiché i soggetti interessati sono
poco più di 2.000 su tutto il territorio nazionale e
l'adeguamento stipendiale conseguente al nuovo inquadramento è
valutabile in circa lire 20 milioni lordi pro capite il
complesso della spesa da coprire è pari a circa 5 miliardi di
lire annuali.