XIV LEGISLATURA
PROGETTO DI LEGGE - N. 55
Onorevoli Colleghi! - La tipologia distributiva dei
centri storici è fortemente caratterizzata dal piccolo
commercio, dal fare la spesa negli esercizi commerciali posti
nelle vicinanze della propria abitazione, con spostamenti
quotidiani a piedi o in bicicletta. Tuttavia, nei centri
storici soprattutto delle grandi città sono ormai troppi i
piccoli commercianti e gli artigiani costretti a chiudere
l'attività a causa della imposizione elevata, della difficoltà
di ricorrere all'autofinanziamento, di una endemica
sottocapitalizzazione tipica di tutte le imprese minori, delle
leggi, delle consuetudini e dei comportamenti che regolano
l'attività finanziaria portati, con la connivenza delle
autorità dello Stato, a privilegiare le grandi aziende, della
crisi economica in corso e soprattutto della costituzione di
grossi centri commerciali e di anonime catene di imprese
multinazionali, con la conseguenza di lasciare il centro
storico delle città, come pure dei comuni, deserto e
snaturato.
Il piccolo commercio si è visto costretto a combattere una
battaglia spesso impari nei confronti della grande
distribuzione e ne sta uscendo sconfitto.
I dati della cessazione delle piccole attività sono
allarmanti e notevoli sono anche le ripercussioni sul piano
dell'occupazione. Oramai, la cessazione quotidiana di numerose
piccole attività commerciali è un fenomeno ancora in atto che
non dà segno di volersi attenuare. Le strade e le piazze dei
centri storici e dei quartieri confinanti si stanno spopolando
e stanno, dunque, perdendo la loro caratteristica vitalità. In
tale modo, comunità intere rinunciano alla loro identità, con
un depauperamento non solo economico ma anche sociale e
culturale. Assistiamo così ad un vero e proprio degrado dei
centri storici i cui effetti negativi, oltre a quelli
culturali, sono di natura sociale in quanto colpiscono le
categorie più deboli; si pensi al caso delle persone anziane,
questione quantomai di attualità vista la crescita demografica
del nostro Paese, che non usano l'autovettura e sono incapaci
di portare pesanti borse anche sui mezzi di trasporto
pubblici: per questi soggetti il negozio di quartiere
rappresenta l'unico modo accessibile di approvvigionamento
quotidiano di generi essenziali alla sopravvivenza. Inoltre,
rappresenta spesso l'unico possibile contatto con le altre
persone, l'unica forma di socializzazione e di evasione dalla
solitudine.
Lo spopolamento dei centri storici favorisce altresì il
diffondersi della piccola criminalità. Quest'ultima trova il
suo terreno ideale nelle zone poco frequentate ed appartate o
in stato di abbandono dei centri storici delle città, dove i
negozi chiudono e la vita ed il via vai giornaliero muoiono.
Non bisogna quindi dimenticare che il piccolo commercio è
parte integrante della vita sociale di una città, ne è il
fondamento e la ragione di vita, strumento di socializzazione
e di prosperità economica.
Un ulteriore effetto destabilizzante per il tessuto
economico-sociale, derivato dall'incidenza della grande
distribuzione sul piccolo commercio, è dato dalla
disoccupazione. Il piccolo commercio costituisce infatti una
valida risposta alla disoccupazione in quanto consente a
singoli individui o a singoli nuclei familiari di esercitare
una attività generatrice di reddito. La concorrenza
sovrastante, esercitata dalla grande distribuzione, ne riduce
drasticamente la capacità di generare reddito e ne provoca la
cessazione.
Vi è poi un altro effetto socio-culturale che non va
sottovalutato ed è rappresentato dal processo di necessaria
riqualificazione professionale indotto dalla modificazione del
tessuto commerciale. Il piccolo commercio, infatti, per
sopravvivere, deve caratterizzarsi con un alto livello di
specializzazione, in quanto ogni attività generica incontra
una forte concorrenza delle grandi tecnostrutture commerciali,
organizzate con migliori economie di scala. Il piccolo
commerciante trova, quindi, un suo ruolo "vitale" quale
esperto del prodotto trattato al quale riesce a conferire, nei
confronti del cliente, un importante valore aggiunto in
termini di educazione al consumo, con evidente beneficio per
il consumatore. Questa professionalità consente il
mantenimento e la trasmissione di alcuni fondamentali valori
culturali del territorio che sono di frequente connessi alla
tipologia del prodotto, alle sue modalità produttive ed a
quelle del suo consumo.
Per tutti questi motivi è innegabile che una corretta
politica di incentivazione a favore delle piccole imprese
commerciali deve essere perseguita con decisione, essendo lo
strumento indispensabile per il rilancio produttivo ed il
miglioramento stabile del livello occupazionale.
Il futuro non può e non deve essere fondato su una
struttura che prevede il ruolo primario delle grandi imprese
monopolistiche sul commercio associato e sul libero e piccolo
commercio; e tanto meno su una rete orientata verso la
drastica eliminazione del piccolo, agevolando innaturali
iniziative di fusione o, come è successo spesso in passato,
sulla liquidazione, la semplice scomparsa dei negozi definiti
"tradizionali" con tono non sempre elogiativo. Una sana
politica deve prevedere la corretta diversificazione
dell'offerta, nell'ottica soprattutto di stimolare
l'integrazione di tutte le strutture distributive presenti sul
mercato, tenendo conto del ruolo economico, sociale e
culturale che un'attività tipicamente urbana come il commercio
ha per la salvaguardia della qualità della vita nei centri
urbani ed in particolare nei loro centri storici ed è appunto
a questo che la presente proposta di legge vuole porre
rimedio.
Pertanto, con la presente proposta di legge si intende
incentivare l'attività svolta dai piccoli commercianti che
operano nei centri storici in quanto solo in questo modo sarà
possibile contrastare la decadenza e la desertificazione del
cuore urbanistico, culturale, sociale ed artistico delle
nostre città e dei nostri paesi.
La mancanza di fonti esterne ad un costo ed a condizioni
adeguate e l'endemica sottocapitalizzazione che
contraddistinguono le piccole imprese commerciali impongono di
ricorrere all'unica forma di reperimento di fondi disponibili:
l'autofinanziamento. Nella presente proposta di legge, per
rendere effettivamente accessibile questo strumento, si è
ritenuto necessario agire con misure di carattere fiscale e
contributivo che, appunto, sembrano le più rapide ed efficaci,
le uniche in grado di fornire risultati concreti a breve
termine, in un ambiente restio ad acquisire tecniche
gestionali innovative. Tra le misure fiscali si è ritenuto che
il regime fiscale sostitutivo assicuri vantaggi in termini di
automaticità e di certezza dell'intervento. All'articolo 1 si
è delimitato l'ambito di applicazione degli incentivi;
infatti, gli incentivi previsti dall'articolo 2 sono rivolti a
tutti gli esercizi commerciali definiti "esercizi di
vicinato", che svolgono attività di vendita al dettaglio in
sede fissa ubicati in aree ben precise. Queste ultime devono
necessariamente essere collocate nei centri storici o comunque
avere valore storico, archeologico o artistico.