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 Risoluzione approvata dalle Commissioni III e XIV della  Camera in data 10 febbraio 2000 sulla Conferenza  intergovernativa per la revisione dei Trattati

Commissioni Riunite III e XIV - Resoconto di giovedì 10 febbraio 2000

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RISOLUZIONI

Giovedì 10 febbraio 2000. - Presidenza del Presidente della III Commissione, Achille OCCHETTO. - Interviene il sottosegretario per gli affari esteri Umberto Ranieri.

La seduta comincia alle 15. 35.

7-00860 Occhetto: Conferenza intergovernativa per la revisione dei trattati (CIG).
(Seguito della discussione e conclusione - Approvazione di un nuovo testo).

Achille OCCHETTO, presidente, ricorda che il presidente Ruberti nella seduta di ieri ha affermato l'esigenza che non si proceda alla revisione dei Trattati e alla successiva ratifica senza che il Parlamento italiano esprima preliminarmente al riguardo la propria posizione. Tale esigenza si inquadra nell'ambito del nuovo processo di revisione dei Trattati, in quanto dopo l'elaborazione del Trattato di Amsterdam si era giunti ad un punto limite. L'obiettivo è quello di far sì che i Parlamenti nazionali ed il Parlamento europeo possano partecipare a pieno titolo alle decisioni assunte dagli organi esecutivi dell'Unione.
Illustra quindi le modifiche che intende apportare alla risoluzione in esame, di cui è primo firmatario, sulla base delle considerazioni emerse nel corso della seduta di ieri, che riguardano, in particolare, la parte dispositiva della risoluzione e che vertono sull'opportunità che la decisione finale degli Stati membri sia sottoposta al Parlamento europeo secondo la procedura del parere conforme, sull'opportunità di adottare ogni possibile iniziativa per consentire la più rapida elaborazione della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea ed, infine, sulla necessità di adottare un metodo negoziale, che veda una effettiva partecipazione delle Camere alla definizione degli indirizzi relativi alla posizione italiana in sede alla stessa Conferenza intergovernativa.

Il sottosegretario Umberto RANIERI si scusa preliminarmente per non aver potuto prendere parte alla seduta di ieri. In merito al contenuto della risoluzione, condivide la questione di fondo che si intende porre con tale atto di indirizzo al Governo e che si pone in sintonia con il rilevante

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contributo che il nostro Paese ha fornito sin dall'inizio alla costruzione di un'Europa unita. È d'accordo altresì sulla necessità che si affermi il carattere di vero e proprio soggetto politico dell'Unione europea. La medesima aspirazione, del resto, era stata seguita dal Governo nel corso dell'ultima Conferenza intergovernativa. Il Governo, infatti, espresse all'epoca, insieme alla Francia e al Belgio, insoddisfazione in riferimento ai risultati ai quali si era giunti. L'allargamento dell'Unione rende indispensabile, infatti, una riorganizzazione dei meccanismi decisionali e dell'assetto istituzionale dell'Unione stessa.
Ritiene, quindi, opportuno mantenere un approccio ambizioso e costruttivo alla prossima CIG, che si aprirà a Bruxelles il prossimo 14 febbraio. La scelta di una Europa integrata e federale resta un obiettivo fondamentale, sebbene non di breve periodo.
In merito alla revisione dei Trattati, esprime l'opportunità di una accelerazione, anche per affrontare il tema di una politica comune nel campo della difesa.
Quanto al preambolo della risoluzione, suggerisce l'opportunità di espungere dal testo il contenuto della lettera c), che riguarda la revisione del sistema finanziario dell'Unione e prevede l'introduzione di vere e proprie risorse proprie e di una adeguata perequazione finanziaria fra le regioni dell'Unione, ispirata al sistema federale tedesco. Rileva, infatti, che tale questione non figura nell'ordine del giorno della prossima Conferenza intergovernativa, così come non figura nell'ordine del giorno medesimo la materia di cui alla lettera b). Condivide, invece, il contenuto della lettera d), auspicando che l'elaborazione della Carta dei diritti fondamentali dei cittadini europei si concluda prima della chiusura della CIG, in quanto ciò agevolerebbe l'integrazione della stessa nei Trattati e costituirebbe inoltre il primo passo per un processo di costituzionalizzazione europeo.
Quanto infine alla parte dispositiva, è d'accordo con l'esigenza di tenere conto delle valutazioni del Parlamento europeo, sebbene esprima qualche perplessità sulla procedura del parere conforme.

Marco PEZZONI (DS-U) apprezza la posizione espressa dal Governo in merito al contenuto della risoluzione. Esprime, tuttavia, l'opportunità che l'esecutivo manifesti l'atteggiamento concordato in sede parlamentare sin dall'inizio dei lavori della CIG. In merito, poi, all'elaborazione della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea e all'auspicio manifestato dal Governo di una sua rapida stesura, desidererebbe che tale auspicio divenisse un vero e proprio impegno ad accelerarne i tempi di elaborazione. Non vorrebbe, infatti, che la preoccupazione della Francia di concludere il prossimo semestre di Presidenza dell'Unione, ad essa spettante, con la chiusura della CIG a Nizza nel dicembre del 2000, facesse venire meno tale obiettivo, che ritiene fondamentale.
Altra condizione che considera imprescindibile per il raggiungimento delle finalità enunciate nella risoluzione, è che il Governo manifesti chiaramente la necessità che si adotti la procedura del parere conforme. È questo, pertanto, l'impegno che si chiede al Governo, chiamato ad introdurre questo forte elemento di novità istituzionale nei lavori della CIG. Se tali condizioni non fossero rispettate, il Parlamento sarebbe pienamente libero di non autorizzare alla ratifica dei Trattati.

Antonio RUBERTI, presidente della XIV Commissione, osserva che la posizione assunta dal Governo italiano è avanzata rispetto a quella di molti altri paesi dell'Unione europea, risultando in particolare apprezzabile lo sforzo del Governo di allargare l'agenda della Conferenza intergovernativa. E tuttavia la risoluzione in titolo potrebbe, ove approvata, rafforzare la posizione del Governo italiano in sede internazionale, dando risalto al concetto secondo cui il Governo deve essere portavoce anche delle posizioni espresse dal Parlamento. Sottolinea, quindi, che la scelta di procedere alla ratifica delle

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revisioni dei trattati si baserà non solo su quanto sarà stato nel frattempo realizzato ma anche sulle eventuali lacune ed omissioni verificatesi nel corso dei negoziati. Nel merito della risoluzione in titolo, condivide le osservazioni del sottosegretario Ranieri in ordine allo scarso realismo dell'obiettivo di cui al punto c) delle premesse della risoluzione, mentre non concorda con quanto osservato dal rappresentante del Governo in merito al punto b) delle premesse, ritenendo al contrario possibile assumere iniziative volte a creare le condizioni per lo sviluppo di una politica macro-economica dell'Unione. A tale riguardo, ricorda che la Commissione europea propose l'adozione di un piano volto alla creazione di uno spazio comune per la ricerca, sicché un'analoga indicazione potrebbe essere recepita nei trattati. La stessa Francia - che ora pretende che il negoziato si concluda entro la fine dell'anno - aveva proposto, già in occasione della stipula del Trattato di Amsterdam, che venisse adottato un piano per l'occupazione prima della ratifica del nuovo trattato. In conclusione, sottolinea l'esigenza di un innalzamento del tasso di democraticità dell'Unione e di una sua concretizzazione al di là di invocazioni di natura sentimentale.

Fabio CALZAVARA (LFNIP) condivide i contenuti della risoluzione volti ad affrontare in modo democratico il processo di costruzione dell'Europa politica. Evidenzia, tuttavia, l'esistenza di un certo distacco dalla volontà popolare ed, in tal senso, fa proprie le preoccupazione espresse dal presidente Ruberti e dal deputato Pezzoni. Occorre partire dal basso per costruire l'Europa del futuro, per far sì che essa possa superare le differenze esistenti al suo interno.
Sottolinea poi la contraddizione tra la volontà di realizzare un'Europa federalista e la mancata trasformazione dell'ordinamento del nostro paese in senso federale. In conclusione, riterrebbe, comunque, opportuno indire un referendum popolare approvativo delle modifiche che saranno introdotte nei Trattati.

Francesco IZZO (DS-U) sottolinea che con l'atto di indirizzo in esame si chiede al Governo di imprimere un carattere maggiormente democratico alla costruzione dell'Europa. È necessario chiarire che il procedimento deve essere tale da porre delle pre-condizioni. Il caso drammatico dell'Austria, del resto, ha dimostrato l'esistenza di notevoli differenze nei modi in cui vengono assunte le decisioni in sede europea e nei singoli Stati membri. La CIG è l'ultima occasione utile per iniziare un vero processo di costituzionalizzazione a livello europeo.

Achille OCCHETTO, presidente, dopo avere constatato che il Governo condivide l'impostazione della risoluzione in esame, rileva la necessità di creare un clima adeguato per consentire il raggiungimento degli obiettivi ivi previsti. Sottolinea, infatti, che spesso si affermano princìpi che, di fatto, il Governo poi non persegue. Occorre, pertanto, affermare non solo i princìpi ma anche la metodologia per il perseguimento degli stessi. Al riguardo, ritiene necessaria una grande fermezza da parte del Governo sin dall'apertura dei lavori della CIG.
Quanto alle modifiche da apportare alla risoluzione, accoglie il suggerimento del rappresentante del Governo circa l'opportunità di espungere la lettera c) del preambolo, mentre ritiene opportuno mantenere la lettera b), per le considerazioni espresse dal presidente Ruberti. Per quanto concerne, infine, la questione della procedura del parere conforme, in merito alla quale il sottosegretario Ranieri aveva espresso talune perplessità, si rimette alla Commissione.

Marco PEZZONI (DS-U) ritiene possibile modificare il secondo paragrafo del dispositivo della risoluzione, prevedendo che la decisione finale degli Stati membri sia sottoposta al Parlamento europeo con la procedura indicata al punto 6 della

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risoluzione approvata dal Parlamento europeo sulla convocazione della Conferenza intergovernativa, del 3 febbraio scorso.

Fabio CALZAVARA (LFNIP) chiede di aggiungere alla lettera a) della parte dispositiva della risoluzione la parola: «ampio».

Achille OCCHETTO, presidente, accoglie le proposte di riformulazione avanzate dai deputati Pezzoni e Calzavara e conseguentemente riformula la risoluzione.

Fabio CALZAVARA (LFNIP) dichiara il voto di astensione del proprio gruppo.

Le Commissioni approvano la risoluzione n. 7-00860, come testé riformulata (vedi allegato).

La seduta termina alle 16.20.

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ALLEGATO

Risoluzione Occhetto 7-00860: Conferenza intergovernativa per la revisione dei Trattati

TESTO APPROVATO DALLA COMMISSIONE

La III e la XIV Commissione,
considerato che:
l'Europa si trova alla vigilia di un processo di unificazione destinato a coinvolgere anche più trenta paesi e di cinquecento milioni di cittadini;
alla vigilia di tale unificazione, è essenziale procedere ad una profonda riforma delle regole costitutive dell'Unione per rendere il suo sistema decisionale più democratico e più efficace, e per permettere ai cittadini di vivere in un'Unione europea che sia più trasparente, più accessibile e che possa ulteriormente sviluppare la propria identità e coesione politica, coerentemente al disegno dei padri fondatori;
la profonda riforma delle regole costitutive dell'Unione deve essere realizzata senza ritardi, poiché è ormai evidente che il suo ampliamento non sarà più effettuato in ondate successive ma nel corso di un processo continuo che coinvolgerà progressivamente tutti i paesi candidati;
considerati i rischi di sottoporre l'Unione a delle riforme parziali successive sempre più complicate dall'aumento del numero dei Paesi membri;
giudicate ancora insufficienti le previsioni riguardo allo svolgimento dei lavori della CIG che sono state proposte dal Consiglio europeo di Helsinki;
viste le proposte espresse dalla Commissione europea nel suo parere del 26 gennaio 2000;
condividendo gli elementi essenziali delle posizioni adottate dal Parlamento europeo il 18 novembre 1999 e il 3 febbraio 2000, sulla preparazione della prossima riforma dei Trattati;
sottoscrivendo le esigenze e le ambizioni espresse da numerose organizzazioni non governative della società civile e dai movimenti europeisti e federalisti;
esprimendo la volontà di avviare un dialogo con le più significative rappresentanze della società civile italiana durante tutti i negoziati per riforma del trattato di Amsterdam, che si prevede chiudersi nel dicembre del 2000 a Nizza;
rinnovando l'impegno del Parlamento italiano a favore di una vera Costituzione federale dell'Unione europea, ricordando il sostegno del popolo italiano - in occasione del referendum di indirizzo del giugno 1989 - al principio del mandato costituente al Parlamento europeo;
auspicando che il Governo possa proporre il prossimo 14 febbraio, all'apertura della Conferenza intergovernativa di revisione dei Trattati, l'adozione di un'agenda allargata, in grado di rendere la prossima riforma dell'Unione conforme ai seguenti tre obiettivi prioritari:
a) una revisione globale e coerente del sistema istituzionale dell'Unione europea che consenta di rafforzare l'autorità ed il carattere democratico della Commissione come organo di governo dell'Unione; che introduca la generalizzazione del voto a maggioranza qualificata nel Consiglio

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dell'Unione sia nelle materie costituzionali (revisione dei trattati, adesioni e risorse proprie) che legislative, la conseguente generalizzazione del potere di codecisione costituzionale, legislativo e di bilancio del Parlamento europeo - con la soppressione delle residue procedure di consultazione e di cooperazione -, la comunitarizzazione della politica estera, della sicurezza e della difesa nonché la piena comunitarizzazione degli affari interni e giudiziari;
b) il rafforzamento delle grandi politiche comuni, in particolare nell'ambito dell'Unione economica, della lotta alla disoccupazione e della coesione economica e sociale, in modo tale da creare le condizioni per lo sviluppo di una effettiva politica macro-economica dell'Unione, nell'interesse dei suoi cittadini, all'interno della quale si dovrà collocare l'autonoma azione della Banca Centrale Europea;
c) favorire l'elaborazione di un «patto costituzionale fondatore», che possa venire incontro alle ambizioni di tutti quei cittadini e quegli Stati membri che vogliano ulteriormente rafforzare l'identità e la coesione politica europea. Tale patto deve contenere i principi fondamentali dell'Unione, le basi della sua organizzazione costituzionale, le regole che all'interno della stessa rendano possibile il ricorso a cooperazioni rafforzate, nonché le norme relative alla cittadinanza europea, con particolare riferimento alla carta dei diritti e delle libertà fondamentali. Tale «patto costituzionale» andrebbe, quindi, sottoposto alla ratifica da parte dei cittadini europei,

impegnano il governo:
a vigilare, durante i lavori della Conferenza intergovernativa, affinché non venga mai messo in pericolo l'obiettivo ultimo, di tipo federale, dell'integrazione europea, come il solo modo valido per creare una Unione democratica;
ad attivarsi affinché venga adottato un metodo negoziale trasparente che favorisca:
un ampio dibattito pubblico;
il controllo democratico del processo di revisione e di adozione delle modifiche dei Trattati;
la coerenza dei risultati;
a preannunciare che l'Italia esprimerà il suo consenso sul progetto finale di riforma da sottoporre alle ratifiche nazionali solo a condizione che la decisione finale degli Stati membri sia sottoposta al Parlamento europeo con la procedura già indicata al punto 6) della risoluzione del Parlamento europeo sulla convocazione della Conferenza intergovernativa, approvata nella seduta del 3 febbraio 2000;
ad adottare ogni possibile iniziativa per consentire che una Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea, la cui elaborazione è stata decisa dal Consiglio europeo di Colonia, sia conclusa prima dell'adozione definitiva delle previste modifiche dei Trattati, affinché essa possa essere assunta come preambolo fondante e costitutivo dei Trattati stessi;
a riferire periodicamente alle Commissioni competenti della Camera e del Senato sullo stato dei lavori nelle varie fasi della Conferenza intergovernativa, in modo tale da garantire una effettiva partecipazione delle Camere alla definizione degli indirizzi relativi alla posizione italiana in seno alla stessa Conferenza intergovernativa e da permettere di decidere se sono riunite tutte le condizioni indispensabili alla realizzazione degli obiettivi prioritari ripetutamente affermati dal Parlamento italiano.
(Nuova formulazione).Occhetto, Ruberti, Rivolta, Giovanni Bianchi, Pezzoni, Bova, Saonara, Bergamo, Pezzoli.