Legge 1 marzo 2002, n. 39
pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 72 del 26 marzo 2002 - Supplemento Ordinario n. 54
CAPO I.
DISPOSIZIONI GENERALI SUI PROCEDIMENTI PER L'ADEMPIMENTO DEGLI OBBLIGHI COMUNITARI
ART. 1.
(Delega al Governo per l'attuazione di direttive comunitarie).
1. Il Governo e' delegato ad emanare, entro il termine di un anno dalla data di entrata in vigore della presente legge, i decreti legislativi recanti le norme occorrenti per dare attuazione alle direttive comprese negli elenchi di cui agli allegati A e B.
2. I decreti legislativi sono adottati, nel rispetto dell'articolo 14 della legge 23 agosto 1988, n. 400, su proposta del Presidente del Consiglio dei ministri o del Ministro per le politiche comunitarie e del Ministro con competenza istituzionale prevalente per la materia, di concerto con i Ministri degli affari esteri, della giustizia, dell'economia e delle finanze e con gli altri Ministri interessati in relazione all'oggetto della direttiva.
3. Gli schemi dei decreti legislativi recanti attuazione delle direttive comprese nell'elenco di cui all'allegato B nonche', qualora sia previsto il ricorso a sanzioni penali, quelli relativi all'attuazione delle direttive elencate nell'allegato A, sono trasmessi, dopo l'acquisizione degli altri pareri previsti dalla legge, alla Camera dei deputati e al Senato della Repubblica perche' su di essi sia espresso, entro quaranta giorni dalla data di trasmissione, il parere dei competenti organi parlamentari. Decorso tale termine i decreti sono emanati anche in mancanza del parere. Qualora il termine previsto per il parere dei competenti organi parlamentari scada nei trenta giorni che precedono la scadenza dei termini previsti ai commi 1 o 4 o successivamente, questi ultimi sono prorogati di novanta giorni.
4. Entro un anno dalla data di entrata in vigore di ciascuno dei decreti legislativi di cui al comma 1, nel rispetto dei principi e criteri direttivi fissati dalla presente legge, il Governo puo' emanare, con la procedura indicata nei commi 2 e 3, disposizioni integrative e correttive dei decreti legislativi emanati ai sensi del comma 1.
5. In relazione a quanto disposto dall'articolo 117, quinto comma, della Costituzione, i decreti legislativi eventualmente adottati nelle materie di competenza legislativa regionale e provinciale entrano in vigore, per le regioni e province autonome nelle quali non sia ancora in vigore la propria normativa di attuazione, alla data di scadenza del termine stabilito per l'attuazione della rispettiva normativa comunitaria e perdono comunque efficacia a decorrere dalla data di entrata in vigore della normativa di attuazione di ciascuna regione e provincia autonoma.
ART. 2.
(Princípi e criteri direttivi generali della delega legislativa).
1. Salvi gli specifici principi e criteri direttivi stabiliti negli articoli seguenti
ed in aggiunta a quelli contenuti nelle direttive da attuare, i decreti legislativi di cui
all'articolo 1 saranno informati ai seguenti principi e criteri direttivi generali:
a) le amministrazioni direttamente interessate provvederanno all'attuazione dei
decreti legislativi con le ordinarie strutture amministrative;
b) per evitare disarmonie con le discipline vigenti per i singoli settori
interessati dalla normativa da attuare, saranno introdotte le occorrenti modifiche o
integrazioni alle discipline stesse;
c) salva l'applicazione delle norme penali vigenti, ove necessario per assicurare
l'osservanza delle disposizioni contenute nei decreti legislativi, saranno previste
sanzioni amministrative e penali per le infrazioni alle disposizioni dei decreti stessi.
Le sanzioni penali, nei limiti, rispettivamente, dell'ammenda fino a 103.291 euro e
dell'arresto fino a tre anni, saranno previste, in via alternativa o congiunta, solo nei
casi in cui le infrazioni ledano o espongano a pericolo interessi generali
dell'ordinamento interno, ivi compreso l'ecosistema. In tali casi saranno previste: la
pena dell'ammenda alternativa all'arresto per le infrazioni che espongano a pericolo o
danneggino l'interesse protetto; la pena dell'arresto congiunta a quella dell'ammenda per
le infrazioni che rechino un danno di particolare gravita'. La sanzione amministrativa del
pagamento di una somma non inferiore a 103 euro e non superiore a 103.291 euro sara'
prevista per le infrazioni che ledano o espongano a pericolo interessi diversi da quelli
sopra indicati. Nell'ambito dei limiti minimi e massimi previsti, le sanzioni sopra
indicate saranno determinate nella loro entita', tenendo conto della diversa potenzialita'
lesiva dell'interesse protetto che ciascuna infrazione presenta in astratto, di specifiche
qualita' personali del colpevole, comprese quelle che impongono particolari doveri di
prevenzione, controllo o vigilanza, nonche' del vantaggio patrimoniale che l'infrazione
puo' recare al colpevole o alla persona o ente nel cui interesse egli agisce. In ogni caso
saranno previste sanzioni identiche a quelle eventualmente gia' comminate dalle leggi
vigenti per le violazioni che siano omogenee e di pari offensivita' rispetto alle
infrazioni alle disposizioni dei decreti legislativi;
d) eventuali spese non contemplate da leggi vigenti e che non riguardano
l'attivita' ordinaria delle amministrazioni statali o regionali potranno essere previste
nei soli limiti occorrenti per l'adempimento degli obblighi di attuazione delle direttive;
alla relativa copertura, nonche' alla copertura delle minori entrate eventualmente
derivanti dall'attuazione delle direttive, in quanto non sia possibile fare fronte con i
fondi gia' assegnati alle competenti amministrazioni, si provvedera' a norma degli
articoli 5 e 21 della legge 16 aprile 1987, n. 183, osservando altresi' il disposto
dell'articolo 11-ter, comma 2, della legge 5 agosto 1978, n. 468, e successive
modificazioni;
e) all'attuazione di direttive che modificano precedenti direttive gia' attuate
con legge o decreto legislativo si procedera', se la modificazione non comporta
ampliamento della materia regolata, apportando le corrispondenti modifiche alla legge o al
decreto legislativo di attuazione della direttiva modificata;
f) i decreti legislativi assicureranno in ogni caso che, nelle materie trattate
dalle direttive da attuare, la disciplina disposta sia pienamente conforme alle
prescrizioni delle direttive medesime, tenuto anche conto delle eventuali modificazioni
comunque intervenute fino al momento dell'esercizio della delega;
g) quando si verifichino sovrapposizioni di competenze fra amministrazioni
diverse o comunque siano coinvolte le competenze di piu' amministrazioni statali, i
decreti legislativi individueranno, attraverso le piu' opportune forme di coordinamento,
rispettando i principi di sussidiarieta', differenziazione e adeguatezza e le competenze
delle regioni, le procedure per salvaguardare l'unitarieta' dei processi decisionali, la
trasparenza, la celerita', l'efficacia e l'economicita' nell'azione amministrativa e la
chiara individuazione dei soggetti responsabili.
ART. 3.
(Delega al Governo per la disciplina sanzionatoria di violazioni di disposizioni
comunitarie).
1. Al fine di assicurare la piena integrazione delle norme comunitarie nell'ordinamento nazionale, il Governo, fatte salve le norme penali vigenti, e' delegato ad emanare, entro due anni dalla data di entrata in vigore della presente legge, disposizioni recanti sanzioni penali o amministrative per le violazioni di direttive comunitarie attuate in via regolamentare o amministrativa ai sensi della legge 22 febbraio 1994, n. 146, della legge 24 aprile 1998, n. 128, e della presente legge, e di regolamenti comunitari vigenti alla data di entrata in vigore della presente legge, per i quali non siano gia' previste sanzioni penali o amministrative.
2. La delega di cui al comma 1 e' esercitata con decreti legislativi adottati a norma dell'articolo 14 della legge 23 agosto 1988, n. 400, su proposta del Presidente del Consiglio dei ministri o del Ministro per le politiche comunitarie e del Ministro della giustizia, di concerto con i Ministri competenti per materia. I decreti legislativi si informeranno ai principi e criteri direttivi di cui all'articolo 2, comma 1, lettera c).
3. Sugli schemi di decreto legislativo di cui al presente articolo il Governo acquisisce i pareri dei competenti organi parlamentari che devono essere espressi entro sessanta giorni dalla ricezione degli schemi stessi. Decorsi inutilmente i termini predetti, i decreti legislativi possono essere comunque emanati.
ART. 4.
(Oneri relativi a prestazioni e controlli).
1. Nell'attuazione delle normative comunitarie, gli oneri di prestazioni e controlli da eseguire da parte di uffici pubblici in applicazione delle normative medesime sono posti a carico dei soggetti interessati in relazione al costo effettivo del servizio, ove cio' non risulti in contrasto con la disciplina comunitaria. Le tariffe di cui al precedente periodo sono predeterminate e pubbliche.
ART. 5.
(Riordinamento normativo nelle materie interessate dalle direttive comunitarie).
1. Il Governo e' delegato ad emanare, con le modalita' di cui ai commi 2 e 3 dell'articolo 1, entro diciotto mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, testi unici delle disposizioni dettate in attuazione delle deleghe conferite per il recepimento di direttive comunitarie, al fine di coordinare le medesime con le norme legislative vigenti nelle stesse materie, apportando le sole integrazioni e modificazioni necessarie a garantire la semplificazione e la coerenza logica, sistematica e lessicale della normativa.
2. I testi unici di cui al comma 1 riguardano materie o settori omogenei. Le disposizioni contenute nei testi unici non possono essere abrogate, sospese o comunque modificate se non in modo esplicito,mediante l'indicazione precisa delle disposizioni da abrogare, derogare, sospendere o modificare.
3. Il presente articolo non si applica alla materia della sicurezza e igiene del lavoro.
ART. 6.
(Modifiche alla legge 9 marzo 1989, n. 86).
1. Alla legge 9 marzo 1989, n. 86, e successive modificazioni, sono apportate le
seguenti modificazioni:
a) all'articolo 1-bis, comma 1, dopo le parole: "alle Camere per
l'assegnazione alle Commissioni parlamentari competenti, nonche'", sono inserite le
seguenti: "alla Conferenza dei presidenti delle regioni e delle province autonome di
Trento e di Bolzano, ai fini dell'inoltro";
b) all'articolo 3, comma 1, dopo la lettera a) e' inserita la seguente:
"a-bis) disposizioni modificative o abrogative di vigenti norme di
attuazione di direttive comunitarie che costituiscono oggetto di procedure di infrazione
avviate dalla Commissione delle Comunita' europee nei confronti dell'Italia;";
CAPO II
DISPOSIZIONI PARTICOLARI DI ADEMPIMENTO, CRITERI SPECIFICI DI DELEGA LEGISLATIVA
ART. 7.
(Modifica all'articolo 8 della legge 11 ottobre 1986, n. 713, in materia di prodotti
cosmetici).
1. All'articolo 8 della legge 11 ottobre 1986, n. 713, e successive modificazioni, il
comma 2 e' sostituito dal seguente:
"2. I composti odoranti e aromatizzanti e le loro materie prime devono essere
indicati con i termini "profumo" o "parfum" e
"aroma". Gli ingredienti in concentrazione inferiore all'1 per cento possono
essere menzionati in ordine sparso dopo quelli in concentrazione superiore all'1 per
cento".
ART. 8.
(Modifica all'articolo 18 del decreto legislativo 4 agosto 1999, n. 339, in materia di
acque minerali naturali e acque di sorgente).
1. All'articolo 18 del decreto legislativo 4 agosto 1999, n. 339, dopo il comma 1 e'
aggiunto il seguente:
"1-bis. Le acque di sorgente che alla data di entrata in vigore del presente
decreto risultano conformi alle norme igienico-sanitarie prescritte dalla direttiva
96/70/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 28 ottobre 1996, possono essere
commercializzate fino al 31 marzo 2002".
ART. 9.
(Modifica all'articolo 11 del decreto legislativo 25 gennaio 1992, n. 105, in materia
di utilizzazione e di commercializzazione delle acque minerali naturali).
1. All'articolo 11, comma 1, del decreto legislativo 25 gennaio 1992, n. 105, e
successive modificazioni, la lettera c) e' sostituita dalla seguente:
"c) l'indicazione della composizione analitica, risultante dalle analisi
effettuate, con i componenti caratteristici;".
ART. 10.
(Modifiche al decreto legislativo 9 novembre 1998, n. 427, in materia di tutela
dell'acquirente di diritto di godimento a tempo parziale di beni immobili).
1. Al decreto legislativo 9 novembre 1998, n. 427, sono apportate le seguenti
modificazioni:
a) l'articolo 11 e' sostituito dal seguente:
"Art. 11. (Diritti dell'acquirente nel caso di applicazione di legge
straniera). - 1. Ove le parti abbiano scelto di applicare al contratto una
legislazione diversa da quella italiana, all'acquirente devono comunque essere
riconosciute le condizioni di tutela previste dal presente decreto legislativo,
allorquando l'immobile oggetto del contratto sia situato nel territorio di uno Stato
membro dell'Unione europea";
b) all'articolo 12, il comma 1 e' sostituito dal seguente:
"1. Salvo che il fatto costituisca reato, il venditore che contravviene alle norme di
cui agli articoli 2, comma 1, lettere a), b), c), n. 1), d),
n. 2) e n. 3), e), f), g), h), i), 3, comma
3, 4 e 6 e' punito con la sanzione amministrativa pecuniaria da 500 euro a 3.000
euro".
ART. 11.
(Modifica all'articolo 3 della legge 30 luglio 1998, n. 281, recante disciplina dei
diritti dei consumatori e degli utenti).
1. Al fine di completare l'attuazione della direttiva 98/27/CE del Parlamento europeo e
del Consiglio, del 19 maggio 1998, relativa a provvedimenti inibitori a tutela degli
interessi dei consumatori, all'articolo 3 della legge 30 luglio 1998, n. 281, dopo il
comma 5 e' inserito il seguente:
"5-bis. In caso di inadempimento degli obblighi stabiliti dal provvedimento
reso nel giudizio di cui al comma 1, ovvero previsti dal verbale di conciliazione di cui
al comma 4, il giudice, anche su domanda dell'associazione che ha agito in giudizio,
dispone il pagamento di una somma di denaro da 516 euro a 1.032 euro, per ogni giorno di
ritardo rapportato alla gravita' del fatto. Tale somma e' versata all'entrata del bilancio
dello Stato per essere riassegnata con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze
al Fondo da istituire nell'ambito di apposita unita' previsionale di base dello stato di
previsione del Ministero delle attivita' produttive, per finanziare iniziative a vantaggio
dei consumatori".
ART. 12.
(Delega al Governo per la disciplina sanzionatoria in materia alimentare).
1. Il Governo, fatte salve le norme penali vigenti, e' delegato ad emanare, entro un anno dalla data di entrata in vigore della presente legge, disposizioni recanti sanzioni penali o amministrative per le violazioni dei regolamenti di cui al comma 1 dell'articolo 50 della legge 22 febbraio 1994, n. 146, in materia di regolamentazione dei prodotti alimentari.
2. La delega di cui al comma 1 e' esercitata con decreti legislativi adottati a norma dell'articolo 14 della legge 23 agosto 1988, n. 400, su proposta del Presidente del Consiglio dei ministri o del Ministro per le politiche comunitarie e del Ministro della giustizia, di concerto con i Ministri competenti per materia. I decreti legislativi si informeranno ai principi e criteri direttivi di cui all'articolo 2, comma 1, lettera c). Gli schemi di decreto legislativo di cui al presente articolo sono trasmessi, dopo l'acquisizione degli altri pareri previsti dalla legge, alla Camera dei deputati e al Senato della Repubblica perche' su di essi sia espresso, entro quaranta giorni dalla data di trasmissione, il parere dei competenti organi parlamentari. Decorso tale termine i decreti sono emanati anche in mancanza del parere.
ART. 13.
(Modifiche all'articolo 1 del decreto legislativo 14 maggio 2001, n. 223, recante
norme sanzionatorie in materia di aiuto comunitario alla produzione di olio di oliva e
alla trasformazione delle olive da tavola).
1. All'articolo 1 del decreto legislativo 14 maggio 2001, n. 223, sono apportate le
seguenti modificazioni:
a) al comma 2, le parole: "ai sensi dell'articolo 6 della decisione n.
227/2000/CE della Commissione, del 7 marzo 2000" sono sostituite dalle seguenti:
"ai sensi della decisione n. 2001/658/CE della Commissione, del 10 agosto 2001";
b) al comma 4, le parole: "di cui all'articolo 6, paragrafo 2, della
decisione n. 227/2000/CE della Commissione, del 7 marzo 2000" sono sostituite dalle
seguenti: "di cui alla decisione n. 2001/658/CE della Commissione, del 10 agosto
2001".
ART. 14.
(Modifica all'articolo 53 del decreto legislativo 5 febbraio 1997, n. 22, in materia
di traffico illecito di rifiuti).
1. All'articolo 53 del decreto legislativo 5 febbraio 1997, n. 22, il comma 1 e'
sostituito dal seguente:
"1. Chiunque effettua una spedizione di rifiuti costituente traffico illecito ai
sensi dell'articolo 26 del regolamento (CEE) n. 259/93 del Consiglio, del 1° febbraio
1993, o effettua una spedizione di rifiuti elencati nell'allegato II del citato
regolamento in violazione dell'articolo 1, comma 3, lettere a), b), c)
e d), del regolamento stesso, e' punito con la pena dell'ammenda da 1.549
euro a 25.822 euro e con l'arresto fino a due anni. La pena e' aumentata in caso di
spedizione di rifiuti pericolosi".
ART. 15.
(Modifiche all'articolo 9-quinquies del decreto-legge 9 settembre 1988, n.
397, in materia di raccolta e riciclaggio di batterie esauste)
1. All'articolo 9-quinquies del decreto-legge 9 settembre 1988, n. 397,
convertito, con modificazioni, dalla legge 9 novembre 1988, n. 475, sono apportate le
seguenti modificazioni:
a) al comma 6 sono aggiunte, in fine, le parole: "o autorizzati, in base
alla normativa vigente, a esercitare le attivita' di gestione di tali rifiuti. L'obbligo
di conferimento non esclude la facolta' per il detentore di cedere le batterie esauste ed
i rifiuti piombosi ad imprese di altro Stato membro della Comunita' europea";
b) dopo il comma 6, e' inserito il seguente:
"6-bis. I soggetti non incaricati dal consorzio che effettuano attivita' di
raccolta di batterie esauste o di rifiuti piombosi, devono trasmettere al consorzio,
contestualmente alla comunicazione di cui all'articolo 11, comma 3, del decreto
legislativo 5 febbraio 1997, n. 22, e successive modificazioni, copia della comunicazione
stessa. Alla violazione dell'obbligo si applicano le medesime sanzioni previste per la
mancata comunicazione di cui al citato articolo 11, comma 3".
ART. 16.
(Modifica all'articolo 8 della legge 9 febbraio 1982, n. 31, recante libera
prestazione di servizi da parte degli avvocati cittadini degli Stati membri dell'Unione
europea).
1. All'articolo 8 della legge 9 febbraio 1982, n. 31, le parole: "otto anni" sono sostituite dalle seguenti: "dodici anni".
ART. 17.
(Modifica dell'articolo 12 della legge 8 marzo 1991, n. 81, recante legge-quadro per
la professione di maestro di sci e ulteriori disposizioni in materia di ordinamento della
professione di guida alpina).
1. L'articolo 12 della legge 8 marzo 1991, n. 81, e' sostituito dal seguente:
"Art. 12. (Maestri di sci stranieri). - 1. Le regioni disciplinano
l'esercizio non saltuario nel proprio territorio dell'attivita' di maestro di sci da parte
di cittadini in possesso di titoli rilasciati da Paesi diversi dall'Italia e non iscritti
in albi regionali italiani.
2. Per i cittadini degli Stati membri dell'Unione europea o degli altri Stati
aderenti all'Accordo sullo spazio economico europeo, in possesso di titoli professionali
per l'esercizio dell'attivita' di maestro di sci, rilasciati da altri Stati membri
dell'Unione europea o facenti parte dell'Accordo sullo spazio economico europeo,
l'autorizzazione all'esercizio della professione e' subordinata al riconoscimento
professionale di cui al decreto legislativo 2 maggio 1994, n. 319, e successive
modificazioni.
3. Per i cittadini provenienti da Stati diversi da quelli indicati al comma 2 e
in possesso di titoli rilasciati da tali Stati, l'autorizzazione all'esercizio della
professione e' subordinata all'applicazione di quanto previsto dal testo unico delle
disposizioni concernenti la disciplina dell'immigrazione e norme sulla condizione dello
straniero, di cui al decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286.
4. La Federazione italiana sport invernali comunica alle regioni l'elenco
aggiornato dei titoli di cui ai commi 2 e 3 corrispondenti all'abilitazione di cui
all'articolo 6".
ART. 18.
(Modifica all'articolo 27 del decreto legislativo 17 agosto 1999, n. 368, di
attuazione della direttiva 93/16/CEE in materia di libera circolazione dei medici e di
reciproco riconoscimento dei loro diplomi, certificati e altri titoli).
1. All'articolo 27 del decreto legislativo 17 agosto 1999, n. 368, il comma 7 e' abrogato.
ART. 19.
(Delega al Governo per la modifica del decreto legislativo 25 novembre 1996, n. 624,
recante attuazione di direttive comunitarie in materia di sicurezza e salute dei
lavoratori nelle industrie estrattive).
1. Il Governo e' delegato ad emanare, entro un anno dalla data di entrata in vigore della presente legge, disposizioni integrative e correttive del decreto legislativo 25 novembre 1996, n. 624, nel rispetto dei principi e criteri direttivi e con l'osservanza delle procedure indicate dagli articoli 1 e 34 della legge 22 febbraio 1994, n. 146, e dall'articolo 6 della legge 6 febbraio 1996, n. 52, prevedendo che, per talune tipologie di attivita' estrattive, con decreto del Ministro delle attivita' produttive, di concerto, ove d'interesse, con il Ministro dell'istruzione, dell'universita' e della ricerca, possano essere individuati i requisiti professionali per la nomina di direttore responsabile, anche diversi da quelli di cui all'articolo 20 del citato decreto legislativo n. 624 del 1996.
ART. 20.
(Modifiche all'articolo 36 del decreto legislativo 19 settembre 1994, n. 626, di
attuazione di direttive comunitarie riguardanti il miglioramento della sicurezza e della
salute dei lavoratori).
1. Il termine di cui al comma 8-bis dell'articolo 36 del decreto legislativo 19 settembre 1994, n. 626, introdotto dall'articolo 3, comma 3, del decreto legislativo 4 agosto 1999, n. 359, di recepimento della direttiva 95/63/CE del Consiglio, del 5 dicembre 1995, concernente le attrezzature di lavoro, e' differito al 5 dicembre 2002 limitatamente alle attrezzature individuate ai punti 1.3 e 1.4 dell'allegato XV.
ART. 21.
(Delega al Governo per l'esecuzione della sentenza della Corte di giustizia delle
Comunita' europee del 15 novembre 2001, nella causa C-49/00 e parziale attuazione).
1. Il Governo e' delegato ad emanare, nel termine di cui al comma 1 dell'articolo 1 della presente legge, un decreto legislativo recante le modifiche al decreto legislativo 19 settembre 1994, n. 626, e successive modificazioni, necessarie ai fini dell'adeguamento ai principi e criteri affermati dalla sentenza della Corte di giustizia delle Comunita' europee del 15 novembre 2001, nella causa C-49/00. Il decreto legislativo e' emanato con le modalita' di cui ai commi 2 e 3 dell'articolo 1, e nel rispetto dei principi e dei criteri stabiliti nell'articolo 2.
2. L'articolo 4, comma 1, del citato decreto legislativo n. 626 del 1994, e' sostituito
dal seguente:
"1. Il datore di lavoro, in relazione alla natura dell'attivita' dell'azienda ovvero
dell'unita' produttiva, valuta tutti i rischi per la sicurezza e per la salute dei
lavoratori, ivi compresi quelli riguardanti gruppi di lavoratori esposti a rischi
particolari, anche nella scelta delle attrezzature di lavoro e delle sostanze o dei
preparati chimici impiegati, nonche' nella sistemazione dei luoghi di lavoro".
3. All'articolo 8, comma 6, del citato decreto legislativo n. 626 del 1994, dopo la parola: "lavoro", la parola: "puo'" e' sostituita dalla seguente: "deve".
4. Agli eventuali oneri derivanti dall'applicazione dei commi 1, 2 e 3 si provvede ai sensi dell'articolo 2, comma 1, lettera d).
ART. 22.
(Delega al Governo per l'attuazione delle direttive 93/104/CE in materia di orario di
lavoro, 2000/34/CE di modifica della direttiva 93/104/CE, 1999/63/CE relativa all'accordo
sull'organizzazione dell'orario di lavoro della gente di mare, 2000/79/CE relativa
all'attuazione dell'accordo sull'organizzazione dell'orario di lavoro del personale di
volo nell'aviazione civile).
1. Il Governo e' delegato ad emanare, su proposta del Ministro per le politiche comunitarie e del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, entro un anno dalla data di entrata in vigore della presente legge, uno o piu' decreti legislativi recanti le norme per l'attuazione organica delle direttive 93/104/CE del Consiglio, del 23 novembre 1993, in materia di orario di lavoro, 2000/34/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 22 giugno 2000, di modifica della direttiva 93/104/CE, 1999/63/CE del Consiglio, del 21 giugno 1999, relativa all'accordo sull'organizzazione dell'orario di lavoro della gente di mare, 2000/79/CE del Consiglio, del 27 novembre 2000, relativa all'attuazione dell'accordo sull'organizzazione dell'orario di lavoro del personale di volo nell'aviazione civile.
2. L'attuazione delle direttive sara' informata ai seguenti principi e criteri
direttivi:
a) recezione dei criteri di attuazione di cui all'avviso comune sottoscritto
dalle parti sociali il 12 novembre 1997;
b) riconoscimento degli effetti dei contratti collettivi vigenti alla data di
entrata in vigore del provvedimento di attuazione della direttiva.
3. Il Governo, ai sensi della delega di cui ai commi 1 e 2, e al fine di garantire un corretto ed integrale recepimento delle predette direttive, sentite le associazioni dei datori e prestatori di lavoro comparativamente rappresentative, potra' apportare modifiche e integrazioni al decreto legislativo 26 novembre 1999, n. 532, in materia di lavoro notturno e al decreto-legge 29 settembre 1998, n. 335, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 novembre 1998, n. 409, in materia di lavoro straordinario, nonche' alle singole discipline vigenti per i singoli settori interessati dalla normativa da attuare, con particolare riferimento al commercio, turismo, pubblici esercizi ed agricoltura.
4. Dall'attuazione del presente articolo non devono derivare oneri aggiuntivi per la finanza pubblica.
ART. 23.
(Delega al Governo per la modifica del decreto legislativo 27 gennaio 1992, n. 119,
recante attuazione di direttive comunitarie relative ai medicinali veterinari).
1. Il Governo e' delegato ad emanare un decreto legislativo volto a riordinare la
disciplina relativa ai medicinali veterinari recata dal decreto legislativo 27 gennaio
1992, n. 119, apportandovi ulteriori modificazioni e integrazioni, nel rispetto dei
principi e delle disposizioni comunitarie in materia, nonche' dei seguenti principi e
criteri direttivi:
a) riorganizzare la disciplina relativa al medicinale veterinario, con riguardo,
in particolare, agli aspetti della distribuzione, del rifornimento, della detenzione,
dell'utilizzo, della tenuta delle scorte, delle modalita' di prescrizione, della
registrazione e dei campioni gratuiti, nonche' agli aspetti comunque funzionalmente
connessi;
b) prevedere, limitatamente all'impiego di farmaci su animali non produttori di
alimenti per l'uomo, nei casi di cui all'articolo 3, comma 5, del decreto legislativo 27
gennaio 1992, n. 119, la possibilita' e le modalita', da parte dei medici veterinari, di
approvvigionarsi, utilizzare e detenere a tale fine scorte di medicinali ad uso umano,
compresi quelli cedibili solo a ospedali e case di cura;
c) delegificare le disposizioni relative alle procedure e ai procedimenti
amministrativi.
2. La delega di cui al comma 1 e' esercitata nel termine di cui all'articolo 1, comma 1, e in osservanza delle disposizioni di cui agli articoli 2 e 4. Lo schema di decreto legislativo e' trasmesso, dopo l'acquisizione degli altri pareri previsti dalla legge, alla Camera dei deputati ed al Senato della Repubblica perche' su di esso sia espresso, entro quaranta giorni dalla data di trasmissione, il parere dei competenti organi parlamentari. Decorso tale termine il decreto e' emanato anche in mancanza del parere.
ART. 24.
(Modifiche all'articolo 1 della legge 23 giugno 2000, n. 178, recante istituzione del
Centro nazionale di informazione e documentazione europea).
1. All'articolo 1 della legge 23 giugno 2000, n. 178, e successive
modificazioni, sono apportate le seguenti modificazioni:
a) al comma 5-bis, dopo le parole: "e' istituito", sono
inserite le seguenti: "per l'anno 2000";
b) al comma 6, le parole: "2.000 milioni di lire a decorrere dal 2000"
sono sostituite dalle seguenti: "2.000 milioni di lire per l'anno 2000 e di 1.500
milioni di lire a decorrere dall'anno 2001".
ART. 25.
(Modifica all'articolo 1 del decreto-legge 31 maggio 1994, n. 332, in materia di
procedure di dismissione di partecipazioni dello Stato e degli enti pubblici in societa'
per azioni).
1. All'articolo 1, comma 5, del decreto-legge 31 maggio 1994, n. 332, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio 1994, n. 474, le parole: "iscritti da almeno cinque anni negli albi previsti dalla legge" sono soppresse.
ART. 26.
(Attuazione della direttiva 2000/35/CE, in materia di lotta contro i ritardi di
pagamento nelle transazioni commerciali).
1. Al fine di contrastare i ritardi di pagamento che costituiscono un ostacolo al buon funzionamento del mercato interno e di garantire l'applicazione di norme uniformi sia alle operazioni interne che a quelle transfrontaliere, il Governo e' delegato ad emanare, entro il termine di cui all'articolo 1, comma 1, uno o piu' decreti legislativi per adeguare la normativa vigente in materia di ritardi di pagamento ai principi e alle prescrizioni della direttiva 2000/35/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 29 giugno 2000, relativa alla lotta contro i ritardi di pagamento nelle transazioni commerciali.
2. L'attuazione della direttiva 2000/35/CE sara', in particolare, informata ai seguenti
principi e criteri direttivi:
a) prevedere che il provvedimento di ingiunzione di cui all'articolo 633 del
codice di procedura civile sia adottato dal giudice nel termine di trenta giorni dalla
data di presentazione del ricorso;
b) prevedere l'abrogazione dell'ultimo comma dell'articolo 633 del codice di
procedura civile;
c) prevedere che il termine di cui all'articolo 641, primo comma, del codice di
procedura civile, in caso di notifica in uno degli Stati europei, sia di cinquanta giorni,
che puo' essere ridotto fino a venti giorni ed aumentato fino a sessanta giorni, quando
concorrono giusti motivi, e che lo stesso termine, in caso di notifica in altri Stati, non
possa essere inferiore a trenta giorni ne' superiore a centoventi giorni; di conseguenza,
sopprimere il secondo periodo del secondo comma dell'articolo 641 del codice di procedura
civile;
d) prevedere che nell'ipotesi di cui all'articolo 648, primo comma, del codice di
procedura civile, il giudice istruttore conceda l'esecuzione provvisoria parziale del
decreto ingiuntivo opposto, in relazione alle somme non contestate, salvo che
l'opposizione riguardi aspetti procedurali;
e) coordinare la nuova disciplina con le disposizioni in materia di subfornitura
nelle attivita' produttive di cui alla legge 18 giugno 1998, n. 192, apportando ad essa le
opportune modifiche in modo da uniformare il saggio degli interessi moratori di cui
all'articolo 3, comma 3, della medesima legge n. 192 del 1998 al livello degli interessi
di mora (tasso legale) previsto dalle disposizioni in materia di ritardi di pagamento, di
cui all'articolo 3, paragrafo 1, lettera d), della direttiva;
f) prevedere che le azioni di accertamento di cui all'articolo 3, paragrafo 5,
della direttiva possano essere esperite in ogni sede dalle associazioni di categoria degli
imprenditori presenti nel Consiglio nazionale dell'economia e del lavoro (CNEL)
prevalentemente in rappresentanza delle piccole e medie imprese e degli artigiani;
g) prevedere che le associazioni di cui alla lettera f) siano
legittimate ad esperire, oltre che le suddette azioni di accertamento, anche azioni
inibitorie dei comportamenti abusivi.
ART. 27.
(Attuazione della direttiva 2000/13/CE, relativa al ravvicinamento delle legislazioni
degli Stati membri concernenti l'etichettatura e la presentazione dei prodotti alimentari,
nonche' la relativa pubblicita).
1. L'attuazione della direttiva 2000/13/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 20 marzo 2000, relativa al ravvicinamento delle legislazioni degli Stati membri concernenti l'etichettatura e la presentazione dei prodotti alimentari, nonche' la relativa pubblicita', sara' informata al principio e criterio direttivo della introduzione, accanto al sistema di etichettatura obbligatorio, di un sistema di etichettatura volontario aggiuntivo, certificato da organismi di controllo riconosciuti dalla Comunita' europea, che consenta di evidenziare le caratteristiche qualitative e di tipicita' del prodotto commercializzato.
ART. 28.
(Attuazione della direttiva 2000/36/CE, relativa ai prodotti di cacao e di cioccolato
destinati all'alimentazione umana).
1. L'attuazione della direttiva 2000/36/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del
23 giugno 2000, relativa ai prodotti di cacao e di cioccolato destinati all'alimentazione
umana, sara' informata ai seguenti principi e criteri direttivi:
a) garantire che l'etichettatura dei prodotti di cacao e di cioccolato, oltre ad
assicurare la trasparenza, rechi una distinta indicazione a seconda che il bene sia
prodotto con aggiunta di grassi vegetali diversi dal burro di cacao o che sia prodotto
utilizzando esclusivamente burro di cacao; nel primo caso l'etichetta dovra' contenere la
dizione "cioccolato" mentre nel secondo caso potra' essere utilizzata la dizione
"cioccolato puro";
b) individuare meccanismi di certificazione di qualita' per i prodotti tipici che
utilizzano esclusivamente burro di cacao per la produzione di cioccolato.
ART. 29.
(Attuazione della direttiva 2000/43/CE, che attua il principio della parita' di
trattamento fra le persone indipendentemente dalla razza e dall'origine etnica).
1. Il Governo e' delegato ad emanare, entro il termine e con le modalita' di cui
all'articolo 1, commi 1 e 2, uno o piu' decreti legislativi al fine di dare organica
attuazione alla direttiva 2000/43/CE del Consiglio, del 29 giugno 2000, e di coordinare le
disposizioni vigenti in materia di garanzie contro le discriminazioni per cause
direttamente o indirettamente connesse con la razza o l'origine etnica, anche attraverso
la modifica e l'integrazione delle norme in materia di garanzie contro le discriminazioni,
ivi compresi gli articoli 43 e 44 del testo unico delle disposizioni concernenti la
disciplina dell'immigrazione e norme sulla condizione dello straniero, di cui al decreto
legislativo 25 luglio 1998, n. 286, nel rispetto dei seguenti principi e criteri
direttivi:
a) assicurare il rispetto del principio della parita' di trattamento fra le
persone, garantendo che le differenze di razza od origine etnica non siano causa di
discriminazione, in un'ottica che tenga conto del diverso impatto che le stesse forme di
razzismo possono avere su donne e uomini, dell'esistenza di forme di razzismo e di forme
di discriminazione a carattere culturale e religioso mirate in modo particolare alle
donne, e dell'esistenza di discriminazioni basate sia sul sesso sia sulla razza od origine
etnica;
b) definire la nozione di discriminazione come "diretta" quando, a
causa della sua razza od origine etnica, una persona e' trattata meno favorevolmente di
quanto sia, sia stata o sarebbe trattata un'altra in una situazione analoga; definire la
nozione di discriminazione come "indiretta" quando una disposizione, un
criterio, una prassi, un atto, un patto o un comportamento apparentemente neutri mettono
persone di una determinata razza od origine etnica in una posizione di particolare
svantaggio rispetto ad altre persone, salvo che tale disposizione, criterio, prassi, atto,
patto o comportamento siano giustificati da ragioni oggettive, non basate sulle suddette
qualita' ovvero, nel caso di attivita' di lavoro o di impresa, riguardino requisiti
essenziali al loro svolgimento; nell'ambito delle predette definizioni sono comunque fatte
salve le disposizioni che disciplinano l'ingresso ed il soggiorno dei cittadini dei Paesi
terzi e il loro accesso all'occupazione e all'impiego; prevedere che siano considerate
come discriminazioni anche le molestie quando venga posto in essere, per motivi di razza o
di origine etnica, un comportamento indesiderato che persista, anche quando e' stato
inequivocabilmente dichiarato dalla persona che lo subisce come offensivo, cosi'
pregiudicando oggettivamente la sua dignita' e liberta', ovvero creando un clima di
intimidazione nei suoi confronti;
c) promuovere l'eliminazione di ogni discriminazione diretta e indiretta e
prevedere l'adozione di misure specifiche, ivi compresi progetti di azioni positive,
dirette ad evitare o compensare svantaggi connessi con una determinata razza od origine
etnica;
d) prevedere l'applicazione del principio della parita' di trattamento senza
distinzione di razza od origine etnica sia nel settore pubblico sia nel settore privato,
assicurando che, ferma restando la normativa sostanziale di settore, la tutela
giurisdizionale e amministrativa sia azionabile quando le discriminazioni si verificano
nell'ambito delle seguenti aree:
1) condizioni di accesso all'occupazione e al lavoro sia dipendente che autonomo, compresi
i criteri di selezione, le condizioni di assunzione, nonche' gli avanzamenti di carriera;
2) accesso a tutti i tipi e livelli di orientamento e formazione professionale,
perfezionamento e riqualificazione professionale, inclusi i tirocini professionali;
3) occupazione e condizioni di lavoro, comprese le condizioni di licenziamento e la
retribuzione;
4) attivita' prestata presso le organizzazioni dei lavoratori o dei datori di lavoro e
accesso alle prestazioni erogate da tali organizzazioni;
5) protezione sociale, compresa la sicurezza sociale;
6) assistenza sanitaria;
7) prestazioni sociali;
8) istruzione;
9) accesso a beni e servizi e alla loro fornitura, incluso l'alloggio;
e) riconoscere la legittimazione ad agire nei procedimenti giurisdizionali e
amministrativi anche ad associazioni rappresentative degli interessi lesi dalla
discriminazione, su delega della persona interessata; prevedere che, in caso di
discriminazione collettiva, anche quando non siano individuabili in modo immediato e
diretto le persone lese dalla discriminazione, la domanda possa essere proposta dalle
suddette associazioni;
f) prevedere criteri oggettivi che dimostrino l'effettiva rappresentativita'
delle associazioni di cui alla lettera e);
g) prevedere che quando la persona che si ritiene lesa dalla discriminazione
fornisce all'autorita' giudiziaria elementi di fatto idonei a fondare, in termini gravi,
precisi e concordanti, l'indizio dell'esistenza di una discriminazione diretta o
indiretta, spetti al convenuto l'onere della prova sull'insussistenza della
discriminazione; tale onere non e' previsto per i procedimenti penali;
h) prevedere le misure necessarie per proteggere le persone da trattamenti o
conseguenze sfavorevoli, quale reazione a un reclamo o a un'azione volta a ottenere il
rispetto del principio di parita' di trattamento;
i) prevedere l'istituzione nell'anno 2003 presso il Dipartimento per le pari
opportunita' della Presidenza del Consiglio dei ministri di un ufficio di controllo e di
garanzia della parita' di trattamento e dell'operativita' degli strumenti di garanzia,
diretto da un responsabile nominato dal Presidente del Consiglio dei ministri o da un
Ministro da lui delegato, che svolga attivita' di promozione della parita' e di rimozione
delle discriminazioni fondate sulla razza o sull'origine etnica, in particolare
attraverso:
1) l'assistenza indipendente alle persone lese dalle discriminazioni nei procedimenti
giurisdizionali o amministrativi intrapresi;
2) lo svolgimento di inchieste indipendenti in materia di discriminazione, nel rispetto
delle prerogative e delle funzioni dell'autorita' giudiziaria;
3) la promozione dell'adozione, da parte di soggetti pubblici o privati, di misure
specifiche, ivi compresi progetti di azioni positive, dirette a evitare o compensare
svantaggi connessi con una determinata razza od origine etnica;
4) la formulazione di pareri e la formulazione di proposte di modifica della normativa
vigente in materia;
5) la formulazione di raccomandazioni su questioni connesse con le discriminazioni fondate
sulla razza o sull'origine etnica;
6) la redazione di una relazione annuale al Parlamento sull'applicazione del principio di
parita' di trattamento e sull'operativita' dei meccanismi di tutela contro le
discriminazioni fondate sulla razza o sull'origine etnica, nonche' di una relazione
annuale al Presidente del Consiglio dei ministri sull'attivita' svolta nell'anno
precedente;
7) la diffusione delle informazioni relative alle disposizioni vigenti in materia di
parita' di trattamento fra le persone indipendentemente dalla razza e dall'origine etnica;
l) prevedere che l'ufficio di cui alla lettera i) possa avvalersi anche
di personale di altre amministrazioni pubbliche, ivi compresi magistrati e avvocati e
procuratori dello Stato, nonche' di esperti e di consulenti.
2. All'onere derivante dall'istituzione dell'ufficio di cui al comma 1, lettere i) e l), valutato in 2.035.357 euro annui a decorrere dal 2003, si provvede ai sensi dell'articolo 21 della legge 16 aprile 1987, n. 183.
3. Fatto salvo quanto previsto dal comma 2, l'applicazione dei criteri e dei principi enunciati nel presente articolo non comporta oneri aggiuntivi per il bilancio dello Stato.
4. Gli schemi di decreto legislativo di cui al presente articolo sono trasmessi alla Camera dei deputati e al Senato della Repubblica perche' su di essi sia espresso, entro sessanta giorni dalla data di trasmissione, il parere dei competenti organi parlamentari. Decorso inutilmente tale termine, i decreti sono emanati anche in mancanza del parere parlamentare.
ART. 30.
(Attuazione della direttiva 2001/29/CE, sull'armonizzazione di taluni aspetti del
diritto d'autore e dei diritti connessi nella societa' dell'informazione).
1. Il Governo e' delegato ad emanare, entro il termine e con le modalita' di cui
all'articolo 1, commi 1 e 2, un decreto legislativo al fine di dare organica attuazione
alla direttiva 2001/29/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 22 maggio 2001, e di
adeguare e coordinare le disposizioni vigenti dell'ordinamento interno in materia di
diritto d'autore e di diritti connessi, ivi compresa la legge 22 aprile 1941, n. 633, e
successive modificazioni, alle norme derivanti dagli obblighi internazionali in materia,
nel rispetto dei principi e criteri direttivi generali di cui all'articolo 2, oltre che
dei seguenti:
a) ridefinire l'oggetto del diritto esclusivo di riproduzione degli autori e dei
titolari dei diritti connessi, specificando che lo stesso concerne ogni forma di
riproduzione, anche indiretta, temporanea o parziale;
b) ridefinire il diritto esclusivo di comunicazione al pubblico spettante
all'autore, tenendo conto dei modi di comunicazione con filo o senza filo, anche con
riferimento alla messa a disposizione del pubblico delle opere in modo che ciascuno possa
avervi accesso nel luogo e nel momento individualmente prescelti;
c) riconoscere, nell'ambito del diritto di comunicazione al pubblico, il diritto
esclusivo di autorizzare la messa a disposizione del pubblico, in modo che ciascuno possa
avervi accesso nel luogo e nel momento individualmente prescelti, rispettivamente agli
artisti interpreti ed esecutori, nonche' ai produttori di fonogrammi, di opere
cinematografiche ed audiovisive, ed agli organismi di diffusione radiotelevisiva;
d) ridefinire il diritto di distribuzione spettante agli autori, rivedendo
l'esaurimento dello stesso in caso di prima vendita o primo atto di trasferimento di
proprieta' nell'Unione europea, effettuato dal titolare del diritto o con il suo consenso;
e) ridisciplinare le eccezioni ai diritti esclusivi di riproduzione,
distribuzione e comunicazione al pubblico, esercitando le opzioni previste dall'articolo 5
della direttiva senza peraltro trascurare l'esigenza generale di una rigorosa tutela del
diritto d'autore;
f) rideterminare il regime della protezione giuridica contro l'elusione dei
meccanismi tecnologici per la protezione del diritto d'autore e dei diritti connessi,
prevedendo adeguati obblighi e divieti;
g) prevedere un'adeguata protezione giuridica a tutela delle informazioni sul
regime dei diritti, stabilendo idonei obblighi e divieti.
ART. 31.
(Attuazione della direttiva 2000/31/CE, relativa a taluni aspetti giuridici dei
servizi della societa' dell'informazione, in particolare il commercio elettronico, nel
mercato interno).
1. Il Governo e' delegato ad emanare, entro il termine e con le modalita' di cui
all'articolo 1, commi 1 e 2, un decreto legislativo per dare organica attuazione alla
direttiva 2000/31/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, dell'8 giugno 2000, relativa
a taluni aspetti giuridici dei servizi della societa' dell'informazione, in particolare il
commercio elettronico, nel mercato interno, nel rispetto dei principi e criteri direttivi
generali di cui all'articolo 2, nonche' dei seguenti principi e criteri direttivi:
a) definire le informazioni obbligatorie generali che devono essere fornite dal
prestatore di un servizio ai destinatari del servizio stesso ed alle competenti autorita'
da designare ai sensi della normativa vigente nonche' le modalita' per renderle
accessibili, in modo facile, diretto e permanente; in particolare, devono essere indicati
in modo chiaro e inequivocabile i prezzi dei servizi, anche riguardo alle imposte e ai
costi di consegna e deve essere reso esplicito che l'obbligo di registrazione della
testata editoriale telematica si applica esclusivamente alle attivita' per le quali i
prestatori del servizio intendano avvalersi delle provvidenze previste dalla legge 7 marzo
2001, n. 62, o che comunque ne facciano specifica richiesta;
b) definire gli obblighi di informazione sia per la comunicazione commerciale che
per la comunicazione non sollecitata; quanto a quest'ultima, ai sensi della normativa sul
trattamento dei dati personali, devono essere incoraggiati ed agevolati sistemi di
filtraggio da parte delle imprese. In ogni caso, l'invio di comunicazioni non sollecitate
per posta elettronica non deve dare luogo a costi supplementari di comunicazione per il
destinatario;
c) definire l'impiego di comunicazioni commerciali fornite da soggetti che
esercitano una professione regolamentata, nel rispetto delle relative norme applicabili,
nonche' forme e procedure di consultazione e cooperazione con gli ordini professionali,
nel rispetto della loro autonomia, per la predisposizione delle pertinenti norme e per
incoraggiare l'elaborazione di codici di condotta a livello comunitario che precisino le
informazioni che possono essere fornite a fini di comunicazioni commerciali;
d) disciplinare la responsabilita' dei prestatori intermediari con riferimento
all'attivita' di semplice trasporto; in particolare, il prestatore non sara' considerato
responsabile delle informazioni trasmesse a condizione che:
1) non sia esso stesso a dare origine alla trasmissione;
2) non selezioni il destinatario della trasmissione;
3) non selezioni ne' modifichi le informazioni trasmesse;
e) disciplinare la responsabilita' dei prestatori con riferimento alla
memorizzazione temporanea detta "caching"; il prestatore non sara'
considerato responsabile della memorizzazione automatica, intermedia e temporanea di tali
informazioni, effettuata al solo scopo di rendere piu' efficace il successivo inoltro ad
altri destinatari a loro richiesta, a condizione che egli:
1) non modifichi le informazioni;
2) si conformi alle condizioni di accesso alle informazioni;
3) si conformi alle norme di aggiornamento delle informazioni;
4) indichi tali informazioni in un modo ampiamente riconosciuto e utilizzato dalle imprese
del settore;
5) non interferisca con l'uso lecito delle tecnologie ampiamente riconosciute ed
utilizzate nel settore per ottenere dati sull'impiego delle stesse informazioni;
6) agisca prontamente per rimuovere le informazioni che ha memorizzato o per disabilitarne
l'accesso, non appena venga effettivamente a conoscenza del fatto che le informazioni sono
state rimosse dal luogo dove si trovavano inizialmente sulla rete o che l'accesso alle
informazioni e' stato disabilitato oppure che un organo giurisdizionale o un'autorita'
amministrativa ne ha disposto la rimozione o la disabilitazione dell'accesso;
f) disciplinare la responsabilita' dei prestatori con riferimento all'attivita'
cosiddetta di "hosting"; il prestatore non sara' considerato
responsabile delle informazioni memorizzate a richiesta di un destinatario del servizio, a
condizione che egli:
1) non sia effettivamente al corrente del fatto che l'attivita' o l'informazione e'
illecita;
2) per quanto attiene alle azioni risarcitorie, non sia al corrente dei fatti o di
circostanze che rendano manifesta l'illegalita' dell'attivita' o dell'informazione;
3) non appena al corrente di tali fatti, agisca immediatamente per rimuovere le
informazioni o per disabilitarne l'accesso;
g) disciplinare le modalita' con le quali i prestatori di servizi delle societa'
dell'informazione sono tenuti ad informare senza indugio la pubblica autorita' competente
di presunte attivita' o informazioni illecite dei destinatari dei loro servizi o a
comunicare alle autorita' competenti, a loro richiesta, informazioni che consentano
l'identificazione dei destinatari dei loro servizi, con cui hanno accordi di
memorizzazione dei dati;
h) favorire l'elaborazione, da parte di associazioni o di organizzazioni
imprenditoriali, professionali o di consumatori, di codici di condotta per evitare
violazioni dei diritti, garantire la protezione dei minori e salvaguardare la dignita'
umana;
i) prevedere misure sanzionatorie effettive, proporzionate e dissuasive nei
confronti delle violazioni;
l) prevedere che il prestatore di servizi e' civilmente responsabile del
contenuto di tali servizi nel caso in cui, richiesto dall'autorita' giudiziaria o
amministrativa, non ha agito prontamente per impedire l'accesso a detto contenuto, ovvero
se, avendo avuto conoscenza del carattere illecito o pregiudizievole per un terzo del
contenuto di un servizio al quale assicura l'accesso, non ha usato la dovuta diligenza;
m) prevedere che, in caso di dissenso fra prestatore e destinatario del servizio
della societa' dell'informazione, la composizione extragiudiziale delle controversie possa
adeguatamente avvenire anche per via elettronica.
ART. 32.
(Attuazione della direttiva 2000/59/CE, relativa agli impianti portuali di raccolta
per i rifiuti prodotti dalle navi e i residui del carico).
1. Il Governo e' delegato ad emanare, senza nuovi o maggiori oneri per il bilancio dello Stato, entro il termine e con le modalita' di cui all'articolo 1, commi 1 e 2, uno o piu' decreti legislativi al fine di dare organica attuazione alla direttiva 2000/59/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 27 novembre 2000, relativa agli impianti portuali di raccolta per i rifiuti prodotti dalle navi e i residui del carico, nel rispetto dei principi e criteri direttivi generali di cui all'articolo 2, nonche' dei seguenti principi e criteri direttivi: prevedere per il naviglio militare dello Stato che con decreto del Ministro della difesa, di concerto con i Ministri interessati, siano determinate, tenuto conto della particolare struttura delle unita' navali, le specifiche prescrizioni tecniche cui le navi da guerra ed ausiliarie si devono attenere, con riferimento alle caratteristiche di ogni classe di unita'; prevedere altresi' per le navi delle Forze di polizia ad ordinamento civile che, con decreto del Ministro dell'interno, di concerto con gli altri Ministri interessati, siano determinate, tenuto conto della particolare struttura delle unita' navali, le specifiche prescrizioni tecniche cui le navi delle predette Forze di polizia si devono attenere, con riferimento alle caratteristiche di ogni classe di unita'.
ART. 33.
(Modifiche agli articoli 134 e 138 del testo unico delle leggi di pubblica sicurezza).
1. Al testo unico delle leggi di pubblica sicurezza, di cui al regio decreto 18 giugno
1931, n. 773, sono apportate le seguenti modificazioni:
a) all'articolo 134, secondo comma, dopo le parole: "cittadinanza
italiana" sono inserite le seguenti: "ovvero di uno Stato membro dell'Unione
europea";
b) all'articolo 134, dopo il secondo comma e' inserito il seguente:
"I cittadini degli Stati membri dell'Unione europea possono conseguire la licenza per
prestare opera di vigilanza o custodia di beni mobiliari o immobiliari alle stesse
condizioni previste per i cittadini italiani";
c) all'articolo 138, primo comma, n. 1o, dopo le parole:
"cittadino italiano" sono aggiunte le seguenti: "o di uno Stato membro
dell'Unione europea";
d) all'articolo 138, dopo il secondo comma e' aggiunto il seguente:
"Le guardie particolari giurate, cittadini di Stati membri dell'Unione europea,
possono conseguire la licenza di porto d'armi secondo quanto stabilito dal decreto
legislativo 30 dicembre 1992, n. 527, e dal relativo regolamento di esecuzione, di cui al
decreto del Ministro dell'interno 30 ottobre 1996, n. 635. Si osservano, altresi', le
disposizioni degli articoli 71 e 256 del regolamento di esecuzione del presente testo
unico".
ART. 34.
(Modifica all'articolo 4 della legge 11 febbraio 1992, n. 157, in materia di
protezione della fauna selvatica e di prelievo venatorio).
1. Il comma 4 dell'articolo 4 della legge 11 febbraio 1992, n. 157, e' sostituito dal
seguente:
"4. La cattura per la cessione a fini di richiamo e' consentita solo per
esemplari appartenenti alle seguenti specie: allodola; cesena; tordo sassello; tordo
bottaccio; merlo; pavoncella e colombaccio. Gli esemplari appartenenti ad altre specie
eventualmente catturati devono essere inanellati ed immediatamente liberati".
ART. 35.
(Modifiche all'allegato A al testo unico di cui al decreto legislativo 29 ottobre
1999, n. 490, in materia di valori applicabili alle categorie di beni culturali
illecitamente usciti dal territorio di uno Stato membro dell'Unione europea suscettibili
di restituzione).
1. La lettera B dell'allegato A al testo unico delle disposizioni legislative in
materia di beni culturali e ambientali, di cui al decreto legislativo 29 ottobre 1999, n.
490, e' sostituita dalla seguente:
"B. Valori applicabili alle categorie indicate nella lettera A (in euro):
1) qualunque ne sia il valore
1. Reperti archeologici
2. Smembramento di monumenti
9. Incunaboli e manoscritti
12. Archivi
2) 13.979
5. Mosaici e disegni
6. Incisioni
8. Fotografie
11. Carte geografiche stampate
3) 27.959
4. Acquerelli, guazzi e pastelli
4) 46.598
7. Arte statuaria
10. Libri
13. Collezioni
14. Mezzi di trasporto
15. Altri oggetti
5) 139.794
3. Quadri
Il rispetto delle condizioni relative ai valori deve essere accertato al momento della presentazione della domanda di restituzione. Il valore e' quello del bene nello Stato membro destinatario della richiesta di restituzione".
ART. 36.
(Modifica all'articolo 9 del decreto del Presidente della Repubblica 9 febbraio 2001,
n. 187, in materia di produzione e commercializzazione di sfarinati e paste alimentari).
1. L'ultimo periodo del comma 4 dell'articolo 9 del regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 9 febbraio 2001, n. 187, e' soppresso.
ART. 37.
(Modifica dell'articolo 12 del decreto legislativo 27 gennaio 1992, n. 111, di
attuazione della direttiva 89/398/CE in materia di prodotti alimentari destinati ad
un'alimentazione particolare).
1. L'articolo 12 del decreto legislativo 27 gennaio 1992, n. 111, e' sostituito dal
seguente:
"Art. 12. - (Tariffe) - 1. Le spese relative alle prestazioni rese
dal Ministero della salute per il rilascio dell'autorizzazione o per la procedura di
notifica dei prodotti disciplinati dal presente decreto sono a carico del fabbricante o
dell'importatore, secondo tariffe stabilite con il decreto del Ministro della sanita' 14
febbraio 1991, pubblicato nel supplemento ordinario alla Gazzetta Ufficiale n. 63
del 15 marzo 1991, e successivi aggiornamenti".
ART. 38.
(Modifica all'articolo 40 della legge 24 aprile 1998, n. 128, in materia di
organizzazioni dei produttori nel settore ortofrutticolo).
1. Il comma 4 dell'articolo 40 della legge 24 aprile 1998, n. 128, e' sostituito dal
seguente:
"4. La zona di operativita' al fine di consentire la libera organizzazione
dei produttori e' individuata nell'intero territorio nazionale".
2. Le disposizioni di cui al comma 1 non devono comportare oneri aggiuntivi per la finanza pubblica.
ART. 39.
(Modifiche all'articolo 108 del decreto legislativo 17 marzo 1995, n. 230, nonche'
all'articolo 4 e all'allegato III del decreto legislativo 26 maggio 2000, n. 187, di
attuazione di direttive EURATOM in materia di radiazioni ionizzanti).
1. All'articolo 108 del decreto legislativo 17 marzo 1995, n. 230, sono apportate le
seguenti modificazioni:
a) al comma 1, le parole: "e solo nell'ambito di programmi approvati dal
Ministro della sanita', che puo' stabilire, in relazione ai programmi stessi, specifiche
procedure e vincoli di dose per le persone esposte" sono sostituite dalle seguenti:
"e solo nell'ambito di programmi notificati almeno trenta giorni prima del loro
inizio al Ministero della salute. La documentazione trasmessa deve contenere il parere
vincolante del Comitato etico, acquisito secondo quanto disposto dalle norme
vigenti";
b) il comma 2 e' abrogato.
2. All'articolo 4, comma 4, del decreto legislativo 26 maggio 2000, n. 187, e' soppresso il secondo periodo.
3. All'allegato III del decreto legislativo 26 maggio 2000, n. 187, sono apportate le
seguenti modificazioni:
a) il secondo periodo del primo capoverso del punto 2 e' soppresso;
b) il punto 3 e' sostituito dal seguente:
"3. - Autorizzazione. - Prima di avviare un programma di ricerca medica o
biomedica deve essere acquisito il parere vincolante del Comitato etico, che terra' conto,
nella valutazione, dei principi della pubblicazione 62 dell'ICRP (International
Commission on Radiological Protection) nonche' delle indicazioni della Commissione
europea "Radiation Protection 99 - Guidance on medical exposure in medical and
biomedical research". Il piano della ricerca, con allegato il parere favorevole
del predetto Comitato etico, deve essere notificato al Ministero della salute almeno
trenta giorni prima dell'inizio della ricerca";
c) il secondo periodo del primo capoverso del punto 7 e' soppresso.
ART. 40.
(Modifica al decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 540, in materia di etichettatura
dei medicinali per uso umano).
1. Al decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 540, e successive modificazioni, dopo
l'articolo 5 e' inserito il seguente:
"Art. 5-bis. - (Bollini farmaceutici). - 1. Il Ministro della
salute stabilisce, con proprio decreto, i requisiti tecnici e le modalita' per l'adozione,
entro il 31 marzo 2001, della numerazione progressiva, per singola confezione, dei bollini
autoadesivi a lettura automatica dei medicinali prescrivibili nell'ambito del Servizio
sanitario nazionale di cui al decreto del Ministro della sanita' 29 febbraio 1988,
pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 79 del 5 aprile 1988, e successive
modificazioni. A decorrere dal sesto mese successivo alla data di pubblicazione del
decreto di cui al precedente periodo, le confezioni dei medicinali erogabili dal Servizio
sanitario nazionale devono essere dotate di bollini conformi alle prescrizioni del
predetto decreto. E' istituita, presso il Ministero della salute, una banca dati centrale
che, partendo dai dati di produzione e fornitura dei bollini numerati di cui al primo
periodo del presente comma, raccolga e registri i movimenti delle singole confezioni dei
prodotti medicina li attraverso il rilevamento del codice prodotto e del numero
identificativo delle confezioni apposti sulle stesse. Entro il 30 giugno 2002 il Ministro
della salute con proprio decreto fissa le modalita' ed i tempi di impianto e funzionamento
della banca dati e le modalita' di accesso alla stessa. I produttori sono tenuti ad
archiviare e trasmettere a tale banca dati il codice prodotto ed il numero identificativo
di ciascun pezzo uscito e la relativa destinazione; i depositari, i grossisti, le farmacie
aperte al pubblico ed i centri sanitari autorizzati all'impiego di farmaci sono tenuti ad
archiviare e trasmettere il codice prodotto ed il numero identificativo sia di ciascuno
dei pezzi entrati sia di ciascuno dei pezzi comunque usciti o impiegati e,
rispettivamente, la provenienza o la destinazione nei casi in cui sia diversa dal singolo
consumatore finale; le aziende sanitarie locali sono tenute ad archiviare e trasmettere il
numero di codice prodotto ed il numero identificativo di ciascuno dei pezzi prescritti per
proprio conto; gli smaltitori autorizzati sono tenuti ad archiviare e trasmettere il
codice prodotto ed il numero identificativo di ciascuna confezione farmaceutica avviata
allo smaltimento quale rifiuto farmaceutico. A decorrere dal 1° gennaio 2003 tutte le
confezioni di medicinali immesse in commercio dovranno essere dotate di bollini conformi a
quanto disposto dal presente comma. La mancata o non corretta archiviazione dei dati
ovvero la mancata o non corretta trasmissione degli stessi secondo le disposizioni del
presente comma e del decreto ministeriale previsto dal quarto periodo del presente comma
comporta l'applicazione della sanzione amministrativa pecuniaria da 1.500 euro a 9.000
euro".
2. Il comma 14 dell'articolo 85 della legge 23 dicembre 2000, n. 388, e' abrogato.
3. All'onere derivante dall'attuazione del presente articolo, valutato in 1 milione di euro per l'anno 2002 e in 500.000 euro a decorrere dall'anno 2003, si provvede mediante corrispondente riduzione dello stanziamento iscritto, ai fini del bilancio triennale 2002-2004, nell'ambito dell'unita' previsionale di base di parte corrente "Fondo speciale" dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze, allo scopo parzialmente utilizzando l'accantonamento relativo al Ministero della salute.
4. Il Ministro dell'economia e delle finanze e' autorizzato ad apportare, con propri decreti, le occorrenti variazioni di bilancio.
ART. 41.
(Delega al Governo per l'attuazione integrale della direttiva 96/61/CE sulla
prevenzione e riduzione integrate dell'inquinamento).
1. Il Governo e' delegato ad emanare, entro dodici mesi dalla data di entrata in vigore
della presente legge, un decreto legislativo per l'integrale attuazione della direttiva
96/61/CE del Consiglio, del 24 settembre 1996, sulla prevenzione e la riduzione integrate
dell'inquinamento, mediante modifiche al decreto legislativo 4 agosto 1999, n. 372, in
base ai seguenti principi e criteri direttivi:
a) estensione delle disposizioni del citato decreto legislativo n. 372 del 1999,
limitate agli impianti industriali esistenti,anche ai nuovi impianti e a quelli
sostanzialmente modificati;
b) indicazione esemplificativa delle autorizzazioni gia' in atto, da considerare
assorbite nell'autorizzazione integrata.
ART. 42.
(Delega al Governo per l'attuazione della direttiva 1999/31/CE, relativa alle
discariche di rifiuti, e criteri specifici di delega).
1. Il Governo e' delegato ad emanare, entro il termine di un anno dalla data di entrata in vigore della presente legge, un decreto legislativo recante le norme occorrenti per dare attuazione alla direttiva 1999/31/CE del Consiglio, del 26 aprile 1999, relativa alle discariche di rifiuti.
2. Il decreto legislativo e' emanato con le modalita' di cui ai commi 2 e 3 dell'articolo 1 e nel rispetto dei criteri stabiliti nell'articolo 2, ad eccezione del comma 1, lettera d), del medesimo articolo 2.
3. Agli oneri derivanti dall'attuazione della citata direttiva 1999/31/CE del Consiglio, del 26 aprile 1999, dovra' provvedersi nei limiti delle risorse finanziarie del fondo indicato all'articolo 2, comma 1, lettera d).
ART. 43.
(Delega al Governo per il recepimento della direttiva 2001/77/CE sulla promozione
dell'energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili).
1. Il Governo e' delegato ad emanare, entro diciotto mesi dalla data di entrata in
vigore della presente legge, con le modalita' di cui ai commi 2 e 3 dell'articolo 1, uno o
piu' decreti legislativi per il recepimento della direttiva 2001/77/CE del Parlamento
europeo e del Consiglio, del 27 settembre 2001, sulla promozione dell'energia elettrica
prodotta da fonti energetiche rinnovabili nel mercato interno dell'elettricita',nel
rispetto dei seguenti principi e criteri direttivi:
a) individuare gli obiettivi indicativi di consumo futuro di elettricita' da
fonti rinnovabili di energia sulla base di previsioni realistiche, economicamente
compatibili con lo sviluppo del Paese;
b) prevedere che gli obiettivi di cui alla lettera a) siano conseguiti
mediante produzione di elettricita' da impianti ubicati sul territorio nazionale, ovvero
importazione di elettricita' da fonti rinnovabili esclusivamente da Paesi che adottino
strumenti di promozione ed incentivazione delle fonti rinnovabili analoghi a quelli
vigenti in Italia e riconoscano la stessa possibilita' ad impianti ubicati sul territorio
italiano;
c) assicurare che i regimi di sostegno siano compatibili con i principi di
mercato dell'elettricita' e basati su meccanismi che favoriscano la competizione e la
riduzione dei costi;
d) attuare una semplificazione delle procedure amministrative per la
realizzazione degli impianti, nel rispetto delle competenze di Stato, regioni ed enti
locali;
e) includere, tra le fonti energetiche ammesse a beneficiare del regime riservato
alle fonti rinnovabili, i rifiuti, ivi compresa la frazione non biodegradabile;
f) prevedere che dall'applicazione delle disposizioni del presente articolo non
derivino nuovi o maggiori oneri, ne' minori entrate a carico del bilancio dello Stato.
ART. 44.
(Installazione di generatori di calore).
1. L'ultimo periodo del comma 10 dell'articolo 5, del regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 26 agosto 1993, n. 412, come sostituito dall'articolo 3 del decreto del Presidente della Repubblica 21 dicembre 1999, n. 551, e' soppresso.
ART. 45.
(Modifica al decreto legislativo 4 febbraio 2000, n. 45, recante attuazione della
direttiva 98/18/CE relativa alle disposizioni e alle norme di sicurezza per le navi da
passeggeri adibite a viaggi nazionali).
1. All'articolo 1, comma 1, lettera g), del decreto legislativo 4 febbraio 2000, n. 45, le parole: "di emanazione del presente decreto o successivamente" sono sostituite dalle seguenti: "del 1° luglio 1998 o successivamente".
ART. 46.
(Modifica all'articolo 3 della legge 8 agosto 1991, n. 264, recante disciplina
dell'attivita' di consulenza per la circolazione dei mezzi di trasporto).
1. All'articolo 3 della legge 8 agosto 1991, n. 264, e successive modificazioni, e'
aggiunto il seguente comma:
"4-bis. L'autorizzazione non e' richiesta per l'esercente attivita' di
servizi tecnico amministrativi di altro Stato membro dell'Unione europea secondo le
disposizioni di quest'ultimo, che fornisca occasionalmente in Italia, per conto della
propria clientela, le prestazioni di consulenza di cui alla presente legge".
ART. 47.
(Adeguamento alla normativa europea di disposizioni del codice della navigazione
concernenti le licenze di volo).
1. Dopo il quarto comma dell'articolo 731 del codice della navigazione, e' aggiunto il
seguente:
"Per il conseguimento delle licenze di cui ai commi primo, secondo, terzo e quarto
non e' richiesto il possesso di un titolo di studio".
2. Al regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 18 novembre 1988,
n. 566, sono apportate le seguenti modificazioni:
a) ambedue le lettere a) di cui al comma 2 dell'articolo 51 sono
abrogate;
b) ambedue le lettere a) di cui al comma 2 dell'articolo 52 sono
abrogate;
c) la lettera a) del comma 2 dell'articolo 55 e' abrogata;
d) la lettera a) del comma 2 dell'articolo 56 e' abrogata;
e) la lettera a) del comma 2 dell'articolo 57 e' abrogata;
f) la lettera a) del comma 2 dell'articolo 58 e' abrogata;
g) all'articolo 60, comma 2, lettera b), le parole: "e del diploma
di scuola media superiore" sono soppresse;
h) la lettera c) del comma 2 dell'articolo 74 e' abrogata.
ART. 48.
(Modifica all'articolo 788 del codice della navigazione).
1. Dopo il primo comma dell'articolo 788 del codice della navigazione e' inserito il
seguente:
"I servizi di lavoro aereo possono essere effettuati anche da operatori di altro
Stato membro dell'Unione europea, non stabiliti sul territorio italiano, previa
autorizzazione temporanea rilasciata dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti.
Gli stessi dovranno essere preventivamente accreditati dalle competenti autorita' dello
Stato di appartenenza e comunque essere in possesso dei requisiti tecnico-operativi
necessari a garantire un adeguato livello di sicurezza nell'espletamento del
servizio".
ART. 49.
(Attuazione della direttiva 2000/26/CE, concernente il ravvicinamento delle
legislazioni degli Stati membri in materia di assicurazione della responsabilita' civile
risultante dalla circolazione dei veicoli).
1. L'attuazione della direttiva 2000/26/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del
16 maggio 2000, concernente il ravvicinamento delle legislazioni degli Stati membri in
materia di assicurazione della responsabilita' civile risultante dalla circolazione di
autoveicoli e che modifica le direttive 73/239/CEE del Consiglio, del 24 luglio 1973, e
88/357/CEE del Consiglio, del 22 giugno 1988, e' informata ai seguenti principi e criteri
direttivi:
a) istituire presso l'Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni private e di
interesse collettivo (ISVAP) un centro di informazioni avente la finalita' di consentire
alle persone lese di chiedere un indennizzo;
b) riconoscere alla concessionaria di servizi assicurativi pubblici, CONSAP spa,
la funzione di organismo di indennizzo incaricato di risarcire le persone lese;
c) attribuire al risarcimento ad opera dell'organismo di indennizzo il carattere
di sussidiarieta';
d) prevedere che la comunicazione del nome e dell'indirizzo del mandatario sia
una condizione da aggiungere a quelle gia' previste per il rilascio dell'autorizzazione
all'esercizio dell'attivita' assicurativa;
e) prevedere che, nel caso in cui l'impresa di assicurazione non abbia nominato
un rappresentante, ai sensi dell'articolo 12-bis, paragrafo 4, della citata
direttiva 88/357/CEE, il mandatario assuma la funzione attribuita a tale rappresentante.
ART. 50.
(Delega al Governo per l'adeguamento della normativa nazionale alle disposizioni
comunitarie e agli accordi internazionali in materia di prodotti e tecnologie a duplice
uso).
1. Il Governo e' delegato ad emanare, entro il termine di un anno dalla data di entrata
in vigore della presente legge, su proposta del Presidente del Consiglio dei ministri o
del Ministro per le politiche comunitarie, e del Ministro delle attivita' produttive, con
le modalita' di cui ai commi 2 e 3 dell'articolo 1, un decreto legislativo ai fini del
riordino e della semplificazione delle procedure di autorizzazione all'esportazione di
prodotti e tecnologie a duplice uso, nel rispetto dei principi e delle disposizioni
comunitarie in materia, nonche' dei seguenti principi e criteri direttivi:
a) adeguamento al regolamento (CE) n. 1334/2000 del Consiglio, del 22 giugno
2000, e alle altre disposizioni comunitarie, nonche' agli accordi internazionali gia'
adottati o che saranno adottati entro il termine di esercizio della delega stessa;
b) disciplina unitaria della materia dei prodotti a duplice uso, coordinando le
norme legislative vigenti e apportando le integrazioni, modificazioni ed abrogazioni
necessarie a garantire la semplificazione e la coerenza logica, sistematica e lessicale
della normativa;
c) razionalizzazione e semplificazione delle procedure autorizzative;
d) previsione delle procedure eventualmente adottabili nei casi di divieto di
esportazione per motivi di sicurezza pubblica o di rispetto per i diritti dell'uomo, dei
prodotti a duplice uso non compresi nell'elenco di cui all'allegato I del citato
regolamento (CE) n. 1334/2000, e successive modificazioni;
e) previsione di misure sanzionatorie effettive, proporzionate e dissuasive nei
confronti delle violazioni.
2. Entro un anno dalla data di entrata in vigore del decreto legislativo di cui al comma 1, il Governo, nel rispetto dei principi e criteri direttivi di cui al comma 1 e con la stessa procedura, puo' emanare disposizioni correttive e integrative del medesimo decreto legislativo.
ART. 51.
(Disposizioni in materia di trasmissioni transfrontaliere).
1. Dopo l'articolo 3 della legge 31 luglio 1997, n. 249, e successive modificazioni, e'
inserito il seguente:
"Art. 3-bis. - (Principi generali sulle trasmissioni transfrontaliere).
- 1. Le emittenti televisive appartenenti a Stati membri dell'Unione europea
sottoposte alla giurisdizione italiana ai sensi dell'articolo 2 della direttiva 89/552/CEE
del Consiglio, del 3 ottobre 1989, come modificata dalla direttiva 97/36/CE del Consiglio,
del 30 giugno 1997, sono tenute al rispetto delle norme dell'ordinamento giuridico
italiano applicabili al contenuto delle trasmissioni televisive destinate al pubblico in
territorio italiano.
2. Salvi i casi previsti dal comma 3, e' assicurata la liberta' di ricezione e
non viene ostacolata la ritrasmissione di trasmissioni televisive provenienti da Stati
dell'Unione europea per ragioni attinenti ai settori coordinati dalla medesima direttiva
89/552/CEE, come modificata dalla direttiva 97/36/CE.
3. L'Autorita' per le garanzie nelle comunicazioni puo' disporre la sospensione
provvisoria di ricezione o ritrasmissione di trasmissioni televisive provenienti da Stati
dell'Unione europea nei seguenti casi di violazioni, gia' commesse per almeno due volte
nel corso dei dodici mesi precedenti:
a) violazione manifesta, seria e grave del divieto di trasmissione di programmi
che possano nuocere gravemente allo sviluppo fisico, mentale o morale dei minorenni, in
particolare di programmi che contengano scene pornografiche o di violenza gratuita;
b) violazione manifesta, seria e grave del divieto di trasmissione di programmi
che possano nuocere allo sviluppo fisico, mentale o morale dei minorenni, a meno che la
scelta dell'ora di trasmissione o qualsiasi altro accorgimento tecnico escludano che i
minorenni che si trovano nell'area di diffusione assistano normalmente a tali programmi;
c) violazione manifesta, seria e grave del divieto di trasmissione di programmi
che contengano incitamento all'odio basato su differenza di razza, sesso, religione o
nazionalita'.
4. I provvedimenti di cui al comma 3 vengono adottati e notificati alla
Commissione delle Comunita' europee da parte dell'Autorita' per le garanzie nelle
comunicazioni nel termine non inferiore a quindici giorni dalla notifica per iscritto
all'emittente televisiva e alla stessa Commissione delle violazioni rilevate e dei
provvedimenti che la stessa Autorita' intende adottare.
5. Le emittenti sottoposte alla giurisdizione italiana non possono esercitare i
diritti esclusivi di trasmissione televisiva da esse acquisiti dopo il 30 luglio 1997 su
eventi che, nel rispetto del diritto comunitario vigente, siano stati dichiarati di
particolare importanza per la societa' da uno Stato membro dell'Unione europea, in modo da
privare una parte importante del pubblico residente in tale Stato della possibilita' di
seguire tali eventi su di un canale liberamente accessibile in diretta integrale o
parziale o, a causa di ragioni di pubblico interesse, in differita integrale o parziale,
secondo le modalita' previste per ogni singolo evento dalla normativa di tale Stato, quale
risultante dalla Gazzetta Ufficiale delle Comunita' europee".
ART. 52.
(Disposizioni in materia di televendita).
1. Dopo l'articolo 3 della legge 30 aprile 1998, n. 122, e successive modificazioni, e'
inserito il seguente:
"Art. 3-bis. - (Televendita). - 1. E' vietata la
televendita che vilipenda la dignita' umana, comporti discriminazioni di razza, sesso o
nazionalita', offenda convinzioni religiose e politiche, induca a comportamenti
pregiudizievoli per la salute o la sicurezza o la protezione dell'ambiente. E' vietata la
televendita di sigarette o di altri prodotti a base di tabacco.
2. La televendita non deve esortare i minorenni a stipulare contratti di
compravendita o di locazione di prodotti e di servizi. La televendita non deve arrecare
pregiudizio morale o fisico ai minorenni e deve rispettare i seguenti criteri a loro
tutela:
a) non esortare direttamente i minorenni ad acquistare un prodotto o un servizio,
sfruttandone l'inesperienza o la credulita';
b) non esortare direttamente i minorenni a persuadere genitori o altri ad
acquistare tali prodotti o servizi;
c) non sfruttare la particolare fiducia che i minorenni ripongono nei genitori,
negli insegnanti o in altri;
d) non mostrare, senza motivo, minorenni in situazioni pericolose".
ART. 53.
(Modifica all'articolo 23 del decreto legislativo 17 marzo 1995, n. 157, di attuazione
della direttiva 92/50/CEE in materia di appalti pubblici di servizi e abrogazione del
decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 27 febbraio 1997, n. 116).
1. All'articolo 23 del decreto legislativo 17 marzo 1995, n. 157, il comma 6 e'
sostituito dal seguente:
"6. I parametri di valutazione e di ponderazione degli elementi di cui al
comma 1, lettera b), volti a garantire il corretto rapporto prezzo-qualita' in
relazione al servizio da affidare, sono stabiliti dalle singole amministrazioni
aggiudicatrici in sede di bando o di lettera di invito".
2. Il regolamento di cui al decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 27 febbraio 1997, n. 116, e' abrogato.
ART. 54.
(Misure relative all'attuazione della programmazione cofinanziata dall'Unione europea
per il periodo 2000-2006).
1. Il fondo di rotazione di cui all'articolo 5 della legge 16 aprile 1987, n. 183, e' autorizzato a destinare, a valere sulle proprie disponibilita' finanziarie, un importo non superiore a 5.164.569 euro annui, per l'attivazione ed il potenziamento del sistema di monitoraggio, di pagamento e di controllo degli interventi cofinanziati dall'Unione europea, nonche' per lo studio di particolari problematiche connesse con il finanziamento del bilancio comunitario, anche attraverso collaborazioni esterne, fatte salve le competenze delle amministrazioni interessate in relazione ai loro interventi.
2. Al fine di assicurare l'integrale utilizzo delle risorse comunitarie relative al Programma scuola 2000-2006 - obiettivo 1, il fondo di rotazione di cui al comma 1 e' autorizzato ad anticipare, nei limiti delle risorse disponibili, su richiesta del Ministero dell'istruzione, dell'universita' e della ricerca, le quote dei contributi comunitari e statali previste per il biennio 2000-2001. Per le annualita' successive, il fondo procede alle relative anticipazioni sulla base dello stato di avanzamento del programma.
3. Per il reintegro delle somme anticipate dal fondo ai sensi del comma 2, si provvede, per la parte comunitaria, con imputazione agli accrediti disposti dall'Unione europea a titolo di rimborso delle spese effettivamente sostenute e, per la parte statale, con imputazione agli stanziamenti autorizzati in favore dei medesimi programmi nell'ambito delle procedure previste dalla citata legge n. 183 del 1987.
ART. 55.
(Istituti di moneta elettronica).
1. Ai fini dell'attuazione delle direttive 2000/46/CE e 2000/28/CE del Parlamento
europeo e del Consiglio, entrambe del 18 settembre 2000, in materia di istituti di moneta
elettronica, al testo unico delle leggi in materia bancaria e creditizia di cui al decreto
legislativo 1° settembre 1993, n. 385, e successive modificazioni, sono apportate le
seguenti modificazioni:
a) all'articolo 1, comma 2, sono aggiunte le seguenti lettere:
"h-bis) "istituti di moneta elettronica": le imprese, diverse
dalle banche, che emettono moneta elettronica;
h-ter) "moneta elettronica": un valore monetario rappresentato da un
credito nei confronti dell'emittente che sia memorizzato su un dispositivo elettronico,
emesso previa ricezione di fondi di valore non inferiore al valore monetario emesso e
accettato come mezzo di pagamento da soggetti diversi dall'emittente";
b) all'articolo 11, dopo il comma 2, e' inserito il seguente:
"2-bis. Non costituisce raccolta del risparmio tra il pubblico la ricezione
di fondi connessa all'emissione di moneta elettronica";
c) dopo il Titolo V e' inserito il seguente:
"Titolo V-bis. Istituti di moneta elettronica.
Art. 114-bis. - (Emissione di moneta elettronica). - 1.
L'emissione di moneta elettronica e' riservata alle banche e agli istituti di moneta
elettronica. Gli istituti possono svolgere esclusivamente l'attivita' di emissione di
moneta elettronica, mediante trasformazione immediata dei fondi ricevuti. Nei limiti
stabiliti dalla Banca d'Italia, gli istituti possono svolgere altresi' attivita' connesse
e strumentali, nonche' prestare servizi di pagamento; e' comunque preclusa la concessione
di crediti in qualunque forma.
2. La Banca d'Italia iscrive in un apposito albo gli istituti di moneta
elettronica italiani e le succursali in Italia di quelli con sede legale in uno Stato
comunitario o extracomunitario.
3. Il detentore di moneta elettronica ha diritto di richiedere all'emittente,
secondo le modalita' indicate nel contratto, il rimborso al valore nominale della moneta
elettronica in moneta legale ovvero mediante versamento su un conto corrente,
corrispondendo all'emittente le spese strettamente necessarie per l'effettuazione
dell'operazione. Il contratto puo' prevedere un limite minimo di rimborso non superiore
all'importo stabilito dalla Banca d'Italia in conformita' alla disciplina comunitaria.
Art. 114-ter. - (Autorizzazione all'attivita' e operativita'
transfrontaliera). - 1. La Banca d'Italia autorizza gli istituti di moneta
elettronica all'esercizio dell'attivita' quando ricorrono le condizioni previste
dall'articolo 14, comma 1, fatta eccezione per quanto previsto dall'articolo 19, commi 6 e
7. Agli istituti di moneta elettronica si applicano altresi' i commi 2, 2-bis e 3
dell'articolo 14.
2. Gli istituti di moneta elettronica italiani possono operare:
a) in uno Stato comunitario, anche senza stabilirvi succursali, nel rispetto
delle procedure fissate dalla Banca d'Italia;
b) in uno Stato extracomunitario, anche senza stabilirvi succursali, previa
autorizzazione della Banca d'Italia.
3. Agli istituti di moneta elettronica con sede legale in un altro Stato
comunitario, che intendono operare in Italia, si applicano gli articoli 15, comma 3, e 16,
comma 3. Agli istituti di moneta elettronica con sede legale in uno Stato extracomunitario
che intendono operare in Italia, si applicano gli articoli 14, comma 4, 15, comma 4, e 16,
comma 4.
Art. 114-quater. - (Vigilanza). - 1. Agli istituti di moneta
elettronica si applicano, in quanto compatibili, le disposizioni contenute nel Titolo II,
Capi III, fatta eccezione per l'articolo 19, commi 6 e 7, e IV; nel Titolo III, fatta
eccezione per l'articolo 56; nel Titolo IV, Capo I, fatta eccezione per la Sezione IV; nel
Titolo VI, Capi I e III; nel Titolo VIII, articoli 134, 139 e 140.
2. Ai fini dell'applicazione del Titolo III, Capo II, gli istituti di moneta
elettronica sono assimilati alle societa' finanziarie previste dall'articolo 59, comma 1,
lettera b). La Banca d'Italia puo' emanare disposizioni per sottoporre a
vigilanza su base consolidata gli istituti e i soggetti che svolgono attivita' connesse o
strumentali o altre attivita' finanziarie, non sottoposti a vigilanza su base consolidata
ai sensi del Titolo III, Capo II, Sezione II.
3. La Banca d'ltalia puo' stabilire, a fini prudenziali, un limite massimo al
valore nominale della moneta elettronica. La Banca d'Italia, ai sensi dell'articolo 146,
emana disposizioni volte a favorire lo sviluppo della moneta elettronica, ad assicurarne
l'affidabilita' e a promuovere il regolare funzionamento del relativo circuito.
Art. 114-quinquies. - (Deroghe). - 1. La Banca d'Italia puo'
esentare gli istituti di moneta elettronica dall'applicazione di disposizioni previste dal
presente titolo, quando ricorrono una o piu' delle seguenti condizioni:
a) l'importo complessivo della moneta elettronica emessa dall'istituto di moneta
elettronica non e' superiore all'ammontare massimo stabilito dalla Banca d'Italia in
conformita' alla disciplina comunitaria;
b) la moneta elettronica emessa dall'istituto di moneta elettronica e' accettata
in pagamento esclusivamente da soggetti controllati dall'istituto, che svolgono funzioni
operative o altre funzioni accessorie connesse con la moneta elettronica emessa o
distribuita dall'istituto, da soggetti controllanti l'istituto emittente e da altri
soggetti controllati dal medesimo controllante;
c) la moneta elettronica emessa dall'istituto di moneta elettronica e' accettata
in pagamento solo da un numero limitato di imprese, individuate in base alla loro
ubicazione o al loro stretto rapporto finanziario o commerciale con l'istituto.
2. Ai fini dell'esenzione prevista dal comma 1, gli accordi contrattuali devono
prevedere un limite massimo al valore nominale della moneta elettronica a disposizione di
ciascun cliente non superiore all'importo stabilito dalla Banca d'Italia in conformita'
alla disciplina comunitaria.
3. Gli istituti di moneta elettronica esentati ai sensi del comma 1 non
beneficiano delle disposizioni per il mutuo riconoscimento";
d) all'articolo 96-bis, comma 4, lettera g), dopo le parole: "gruppo bancario;" sono aggiunte le seguenti: "degli istituti di moneta elettronica";
e) dopo l'articolo 131 e' inserito il seguente:
"Art. 131-bis. - (Abusiva emissione di moneta elettronica). - 1.
Chiunque emette moneta elettronica senza essere iscritto nell'albo previsto dall'articolo
13 o in quello previsto dall'articolo 114-bis, comma 2, e' punito con la
reclusione da sei mesi a quattro anni e con la multa da 2.066 euro a 10.329 euro";
f) l'articolo 132-bis e' sostituito dal seguente:
"Art. 132-bis. - (Denunzia al pubblico ministero) - 1. Se
vi e' fondato sospetto che una societa' svolga attivita' di raccolta del risparmio,
attivita' bancaria, attivita' di emissione di moneta elettronica o attivita' finanziaria
in violazione degli articoli 130, 131, 131-bis e 132, la Banca d'Italia o
l'Ufficio italiano cambi (UIC) possono denunziare i fatti al pubblico ministero ai fini
dell'adozione dei provvedimenti previsti dall'articolo 2409 del codice civile";
g) all'articolo 133:
1) la rubrica e' sostituita dalla seguente: "(Abuso di denominazione)";
2) dopo il comma 1, e' inserito il seguente:
"1-bis. L'uso, nella denominazione o in qualsivoglia segno distintivo o
comunicazione rivolta al pubblico, dell'espressione "moneta elettronica" ovvero
di altre parole o locuzioni, anche in lingua straniera, idonee a trarre in inganno sulla
legittimazione allo svolgimento dell'attivita' di emissione di moneta elettronica e'
vietato a soggetti diversi dagli istituti di moneta elettronica e dalle banche";
3) al comma 2, le parole: "nel comma 1" sono sostituite dalle seguenti:
"nei commi 1 e 1-bis" e dopo la parola: "banche" sono
aggiunte le seguenti: "e dagli istituti di moneta elettronica";
h) all'articolo 144, comma 1, dopo le parole: "109, commi 2 e 3," e' inserita la seguente: "114-quater,".
ART. 56.
(Disposizioni in materia di prevenzione dell'uso del sistema finanziario a scopo di
riciclaggio dei proventi di attivita' illecite).
1. Ai fini dell'attuazione delle direttive 2000/46/CE e 2000/28/CE del Parlamento
europeo e del Consiglio, entrambe del 18 settembre 2000, in materia di istituti di moneta
elettronica:
a) all'articolo 13, comma 1, del decreto-legge 15 dicembre 1979, n. 625,
convertito, con modificazioni, dalla legge 6 febbraio 1980, n. 15, come sostituito
dall'articolo 2, comma 1, del decreto-legge 3 maggio 1991, n. 143, convertito, con
modificazioni, dalla legge 5 luglio 1991, n. 197, e' aggiunta, in fine, la seguente
lettera: "m-bis) istituti di moneta elettronica";
b) all'articolo 13, comma 3, del decreto-legge 15 dicembre 1979, n. 625,
convertito, con modificazioni, dalla legge 6 febbraio 1980, n. 15, come sostituito
dall'articolo 2, comma 1, del decreto-legge 3 maggio 1991, n. 143, convertito, con
modificazioni, dalla legge 5 luglio 1991, n. 197, la parola: "m)" e'
sostituita dalla seguente: "m-bis)";
c) all'articolo 4, comma 1, del decreto-legge 3 maggio 1991, n. 143, convertito,
con modificazioni, dalla legge 5 luglio 1991, n. 197, dopo le parole: "gli enti
creditizi,", sono inserite le seguenti: "gli istituti di moneta
elettronica,".
ALLEGATO A
(Articolo 1, commi 1 e 3)
98/24/CE del Consiglio, del 7 aprile 1998, sulla protezione della salute e della sicurezza dei lavoratori contro i rischi derivanti da agenti chimici durante il lavoro (quattordicesima direttiva particolare ai sensi dell'articolo 16, paragrafo 1, della direttiva 89/391/CEE).
1999/21/CE della Commissione, del 25 marzo 1999, sugli alimenti dietetici destinati a fini medici speciali.
1999/36/CE del Consiglio, del 29 aprile 1999, in materia di attrezzature a pressione trasportabili.
2000/9/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 20 marzo 2000, relativa agli impianti a fune adibiti al trasporto di persone.
2000/14/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, dell'8 maggio 2000, sul ravvicinamento delle legislazioni degli Stati membri concernenti l'emissione acustica ambientale delle macchine ed attrezzature destinate a funzionare all'aperto.
2000/20/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 16 maggio 2000, che modifica la direttiva 64/432/CEE del Consiglio relativa a problemi di polizia sanitaria in materia di scambi intracomunitari di animali delle specie bovina e suina.
2000/37/CE della Commissione, del 5 giugno 2000, che modifica il capitolo VI-bis - Farmacovigilanza - della direttiva 81/851/CEE del Consiglio per il ravvicinamento delle legislazioni degli Stati membri relative ai medicinali veterinari.
2000/38/CE della Commissione, del 5 giugno 2000, che modifica il capitolo V-bis - Farmacovigilanza - della direttiva 75/319/CEE del Consiglio concernente il ravvicinamento delle disposizioni legislative, regolamentari ed amministrative relative alle specialita' medicinali.
2000/62/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 10 ottobre 2000, che modifica la direttiva 96/49/CE del Consiglio per il ravvicinamento delle legislazioni degli Stati membri relative al trasporto di merci pericolose per ferrovia.
2000/65/CE del Consiglio, del 17 ottobre 2000, che modifica la direttiva 77/388/CEE quanto alla determinazione del debitore dell'imposta sul valore aggiunto.
2000/70/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 16 novembre 2000, che modifica la direttiva 93/42/CE del Consiglio per quanto riguarda i dispositivi medici che incorporano derivati stabili del sangue o del plasma umano.
2001/17/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 19 marzo 2001, in materia di risanamento e liquidazione delle imprese di assicurazione.
2001/20/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 4 aprile 2001, concernente il ravvicinamento delle disposizioni legislative, regolamentari ed amministrative degli Stati membri relative all'applicazione della buona pratica clinica nell'esecuzione della sperimentazione clinica di medicinali ad uso umano.
2001/24/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 4 aprile 2001, in materia di risanamento e di liquidazione degli enti creditizi.
2001/37/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 5 giugno 2001, sul ravvicinamento delle disposizioni legislative, regolamentari e amministrative degli Stati membri relative alla lavorazione, alla presentazione e alla vendita dei prodotti del tabacco.
2001/40/CE del Consiglio, del 28 maggio 2001, relativa al riconoscimento reciproco delle decisioni di allontanamento dei cittadini di paesi terzi.
2001/44/CE del Consiglio, del 15 giugno 2001, che modifica la direttiva 76/308/CEE relativa all'assistenza reciproca in materia di recupero dei crediti risultanti da operazioni che fanno parte del sistema di finanziamento del Fondo europeo agricolo di orientamento e di garanzia, nonche' dei prelievi agricoli, dei dazi doganali, dell'imposta sul valore aggiunto e di talune accise.
2001/51/CE del Consiglio, del 28 giugno 2001, che integra le disposizioni dell'articolo 26 della convenzione di applicazione dell'accordo di Schengen del 14 giugno 1985.
2001/55/CE del Consiglio, del 20 luglio 2001, sulle norme minime per la concessione della protezione temporanea in caso di afflusso massiccio di sfollati e sulla promozione dell'equilibrio degli sforzi tra gli Stati membri che ricevono gli sfollati e subiscono le conseguenze dell'accoglienza degli stessi.
2001/64/CE del Consiglio, del 31 agosto 2001, che modifica la direttiva 66/401/CEE relativa alla commercializzazione delle sementi di piante foraggere e la direttiva 66/402/CEE relativa alla commercializzazione delle sementi di cereali.
2001/78/CE della Commissione, del 13 settembre 2001, che modifica l'allegato IV della direttiva 93/36/CEE del Consiglio, gli allegati IV, V e VI della direttiva 93/37/CEE del Consiglio, gli allegati III e IV della direttiva 92/50/CEE del Consiglio, modificate dalla direttiva 97/52/CE, nonche' gli allegati da XII a XV, XVII e XVIII della direttiva 93/38/CEE del Consiglio, modificata dalla direttiva 98/4/CE (Direttiva sull'impiego di modelli di formulari nella pubblicazione degli avvisi di gare d'appalto pubbliche).
ALLEGATO B
(Articolo 1, commi 1 e 3)
93/104/CE del Consiglio, del 23 novembre 1993, concernente taluni aspetti dell'organizzazione dell'orario di lavoro.
94/45/CE del Consiglio, del 22 settembre 1994, riguardante l'istituzione di un comitato aziendale europeo o di una procedura per l'informazione e la consultazione dei lavoratori nelle imprese e nei gruppi di imprese di dimensioni comunitarie.
96/61/CE del Consiglio, del 24 settembre 1996, sulla prevenzione e la riduzione integrate dell'inquinamento.
1999/31/CE del Consiglio, del 26 aprile 1999, relativa alle discariche di rifiuti.
1999/42/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 7 giugno 1999, che istituisce un meccanismo di riconoscimento delle qualifiche per le attivita' professionali disciplinate dalle direttive di liberalizzazione e dalle direttive recanti misure transitorie e che completa il sistema generale di riconoscimento delle qualifiche.
1999/63/CE del Consiglio, del 21 giugno 1999, relativa all'accordo sull'organizzazione dell'orario di lavoro della gente di mare concluso dall'Associazione armatori della Comunita' europea (ECSA) e dalla Federazione dei sindacati dei trasportatori dell'Unione europea (FST).
1999/64/CE della Commissione, del 23 giugno 1999, che modifica la direttiva 90/388/CEE al fine di garantire che le reti di telecomunicazioni e le reti televisive via cavo appartenenti ad un unico proprietario siano gestite da persone giuridiche distinte.
1999/92/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 16 dicembre 1999, relativa alle prescrizioni minime per il miglioramento della tutela della sicurezza e della salute dei lavoratori che possono essere esposti al rischio di atmosfere esplosive (quindicesima direttiva particolare ai sensi dell'articolo 16, paragrafo 1, della direttiva 89/391/CEE).
2000/13/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 20 marzo 2000, relativa al ravvicinamento delle legislazioni degli Stati membri concernenti l'etichettatura e la presentazione dei prodotti alimentari, nonche' la relativa pubblicita'.
2000/26/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 16 maggio 2000, concernente il ravvicinamento delle legislazioni degli Stati membri in materia di assicurazione della responsabilita' civile risultante dalla circolazione di autoveicoli e che modifica le direttive 73/239/CEE e 88/357/CEE del Consiglio (quarta direttiva assicurazione autoveicoli).
2000/31/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, dell'8 giugno 2000, relativa a taluni aspetti giuridici dei servizi della societa' dell'informazione, in particolare il commercio elettronico, nel mercato interno ("direttiva sul commercio elettronico").
2000/34/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 22 giugno 2000, che modifica la direttiva 93/104/CE del Consiglio concernente taluni aspetti dell'organizzazione dell'orario di lavoro, al fine di comprendere i settori e le attivita' esclusi dalla suddetta direttiva.
2000/35/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 29 giugno 2000, relativa alla lotta contro i ritardi di pagamento nelle transazioni commerciali.
2000/36/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 23 giugno 2000, relativa ai prodotti di cacao e di cioccolato destinati all'alimentazione umana.
2000/43/CE del Consiglio, del 29 giugno 2000, che attua il principio della parita' di trattamento fra le persone indipendentemente dalla razza e dall'origine etnica.
2000/53/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 18 settembre 2000, relativa ai veicoli fuori uso.
2000/59/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 27 novembre 2000, relativa agli impianti portuali di raccolta per i rifiuti prodotti dalle navi e i residui del carico.
2000/75/CE del Consiglio, del 20 novembre 2000, che stabilisce disposizioni specifiche relative alle misure di lotta e di eradicazione della febbre catarrale degli ovini.
2000/77/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 14 dicembre 2000, recante modifica della direttiva 95/53/CE del Consiglio che fissa i principi relativi all'organizzazione dei controlli ufficiali nel settore dell'alimentazione animale.
2000/78/CE del Consiglio, del 27 novembre 2000, che stabilisce un quadro generale per la parita' di trattamento in materia di occupazione e di condizioni di lavoro.
2000/79/CE del Consiglio, del 27 novembre 2000, relativa all'attuazione dell'accordo europeo sull'organizzazione dell'orario di lavoro del personale di volo nell'aviazione civile concluso da Association of European Airlines (AEA), European Transport Workers' Federation (ETF), European Cockpit Association (ECA), European Regions Airline Association (ERA) e International Air Carrier Association (IACA).
2001/12/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 26 febbraio 2001, che modifica la direttiva 91/440/CEE del Consiglio relativa allo sviluppo delle ferrovie comunitarie.
2001/13/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 26 febbraio 2001, che modifica la direttiva 95/18/CE del Consiglio relativa alle licenze delle imprese ferroviarie.
2001/14/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 26 febbraio 2001, relativa alla ripartizione della capacita' di infrastruttura ferroviaria, all'imposizione dei diritti per l'utilizzo dell'infrastruttura ferroviaria e alla certificazione di sicurezza.
2001/15/CE della Commissione, del 15 febbraio 2001, sulle sostanze che possono essere aggiunte a scopi nutrizionali specifici ai prodotti alimentari destinati ad un'alimentazione particolare.
2001/16/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 19 marzo 2001, relativa all'interoperabilita' del sistema ferroviario transeuropeo convenzionale.
2001/18/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 12 marzo 2001, sull'emissione deliberata nell'ambiente di organismi geneticamente modificati e che abroga la direttiva 90/220/CEE del Consiglio.
2001/19/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 14 maggio 2001, che modifica le direttive 89/48/CEE e 92/51/CEE del Consiglio relative al sistema generale di riconoscimento delle qualifiche professionali e le direttive 77/452/CEE, 77/453/CEE, 78/686/CEE, 78/687/CEE, 78/1026/CEE, 78/1027/CEE, 80/154/CEE, 80/155/CEE, 85/384/CEE, 85/432/CEE, 85/433/CEE e 93/16/CEE del Consiglio concernenti le professioni di infermiere responsabile dell'assistenza generale, dentista, veterinario, ostetrica, architetto, farmacista e medico.
2001/23/CE del Consiglio, del 12 marzo 2001, concernente il ravvicinamento delle legislazioni degli Stati membri relative al mantenimento dei diritti dei lavoratori in caso di trasferimenti di imprese, di stabilimenti o di parti di imprese o di stabilimenti.
2001/29/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 22 maggio 2001, sull'armonizzazione di taluni aspetti del diritto d'autore e dei diritti connessi nella societa' dell'informazione.
2001/42/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 27 giugno 2001, concernente la valutazione degli effetti di determinati piani e programmi sull'ambiente.
2001/45/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 27 giugno 2001, che modifica la direttiva 89/655/CEE del Consiglio relativa ai requisiti minimi di sicurezza e di salute per l'uso delle attrezzature di lavoro da parte dei lavoratori durante il lavoro (seconda direttiva particolare ai sensi dell'articolo 16, paragrafo 1, della direttiva 89/391/CEE).
2001/46/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 23 luglio 2001, recante modificazione della direttiva 95/53/CE del Consiglio che fissa i principi relativi all'organizzazione dei controlli ufficiali nel settore dell'alimentazione animale e delle direttive 70/524/CEE, 96/25/CE e 1999/29/CE del Consiglio, relative all'alimentazione animale.
2001/65/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 27 settembre2001, che modifica le direttive 78/660/CEE, 83/349/CEE e 86/635/CEE per quanto riguarda le regole di valutazione per i conti annuali e consolidati di taluni tipi di societa' nonche' di banche e di altre istituzioni finanziarie.
2001/77/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 27 settembre 2001, sulla promozione dell'energia elettrica prodotta da fonti energetiche rinnovabili nel mercato interno dell'elettricita'.
2001/84/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 27 settembre 2001, relativa al diritto dell'autore di un'opera d'arte sulle successive vendite dell'originale.
2001/86/CE del Consiglio, dell'8 ottobre 2001, che completa lo statuto della societa' europea per quanto riguarda il coinvolgimento dei lavoratori.