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con il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 15 febbraio 2006 è stata stabilita in 170.000 la quota massima di lavoratori stranieri non comunitari residenti all'estero da ammettere nel territorio italiano per l'anno 2006;
secondo le stime presentate qualche tempo fa dalla Caritas al ministero dell'interno per rispondere al fabbisogno di manodopera straniera espresso da imprese e famiglie italiane, per l'anno in corso lo stesso ministero avrebbe dovuto emanare un decreto sui flussi migratori per 300.000 nuovi ingressi;
entrando nel merito, sempre secondo la Caritas l'autorizzazione all'ingresso avrebbe dovuto riguardare almeno 200.000 lavoratori non stagionali, e altri 100.000 stagionali: tutte cifre non distanti dai risultati dell'indagine Excelsior 2005, che però escludeva agricoltura e lavoro domestico, secondo la quale quest'anno le sole imprese italiane avrebbero programmato 183.000 assunzioni di lavoratori stranieri;
con la circolare applicativa n. 7 del 2006, «Disposizioni applicative relative al decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 15 febbraio 2006, concernente «Programmazione dei flussi di ingresso dei lavoratori extracomunitari nel territorio dello Stato per l'anno 2006», il ministero del lavoro e delle politiche sociali ha determinato le quote da ripartirsi tra le Regioni e le province autonome;
la suddetta circolare, rispetto a quanto si legge nel decreto flussi, contiene una serie di sorprese prima fra tutte quella che all'interno della quota di 24.000 ingressi generici per lavoro subordinato non stagionale (articolo 2 del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri), il ministero del lavoro ha deciso di riservare 10mila ingressi ai lavoratori edili, mentre agli «altri settori produttivi» saranno destinati i restanti 14.000 ingressi;
le quote d'ingresso destinate alla formazione all'estero, alla pesca marittima, ai cittadini somali e ai lavoratori di origine di italiana non vengono ripartite tra le Regioni, ma saranno gestite a livello centrale. Una parte delle quote, come era già successo lo scorso anno, viene inoltre trattenuta per le «grandi opere», per progetti di collaborazione internazionale, o per far fronte a particolari esigenze che si dovessero manifestare nel corso dell'anno;
tale riparto ha puntualmente disatteso le aspettative degli enti locali interessati che vi ravvisano sostanziali scostamenti rispetto alle reali esigenze del rispettivo tessuto economico e sociale;
centinaia di migliaia di persone, per la maggior parte cittadini stranieri, hanno passato la notte all'addiaccio di fronte ad uno dei 6.240 uffici postali italiani abilitati, scelto per presentare la domanda: secondo la media solo i primi ventisette per ogni sportello riusciranno a regolarizzare la propria assunzione;
in queste ore di fronte a moltissimi uffici postali stanno nascendo delle liste «autogestite»: i primi arrivati scrivono i loro nomi e l'orario di arrivo su un foglio, per poi aggiungervi quelli di chi mano a mano si presenta allo sportello, secondo un sistema già rodato in occasione delle code davanti a Questure o commissariati per rinnovare i permessi di soggiorno. È previsto anche il caso di bagarinaggio del posto in fila e non si esclude che il tutto possa finire con animate discussioni;
il ministero dell'interno ha allertato le Forze dell'Ordine e la Protezione Civile, onde scongiurare la catastrofe, usando le misure che in genere si attivano per le calamità naturali, segnale inequivocabile che la prevedibile degenerazione - dal bagarinaggio alla compravendita per il posto in fila - era stata ampiamente preventivata e calcolata come danno collaterale;
a parere dell'interrogante la legislazione in vigore, la cosiddetta legge Bossi-Fini, con le sue rigidità e l'eccessivo protezionismo ha prodotto le aberrazioni di questo traffico clandestino di speranze e ciò che accadrà in questi giorni è solo un mercato di sogni e di aspirazioni di persone deboli ed indifese, reso possibile da una legge ingiusta ed inefficace, così come le giornate passate a presidiare il proprio nome su una lista sgualcita nel tentativo estremo di mantenere la dignità e il rispetto dell'altro nonostante la normativa in vigore faccia di tutto per scatenare le rivalità e gli istinti di sopravvivenza più bassi -:
quale risposta si intenda dare per favorire nel nostro paese una reale accoglienza ed una piena integrazione per i lavoratori immigrati che diventano regolari solo dopo anni ed anni di esistenza invisibile, e per scongiurare tutte quelle discriminazioni normative e burocratiche nonché tutte le umiliazioni come quelle che sono costretti a subire in questi giorni;
se non ritenga non più rinviabile una revisione radicale della legge Bossi-Fini alla luce del fallimento lampante anche delle stesse norme relative al contrasto dell'immigrazione clandestina, nonché la soppressione del sistema delle quote che, introdotto in tempi di immigrazione ancora esigua, si è rivelato oggi, a parere dell'interrogante, un meccanismo del tutto inadeguato ad un approccio strutturale e maturo della questione.
(4-20028)