Resoconto stenografico dell'Assemblea
Seduta n. 747 dell'8/2/2006
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La seduta, sospesa alle 13,55, è ripresa alle 15.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MARIO CLEMENTE MASTELLA

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno il ministro per lo sviluppo e la coesione territoriale, il ministro per i rapporti con il Parlamento ed il ministro dell'interno.
Ricordo ai colleghi che la seduta è trasmessa in diretta televisiva: il paese ci guarda!

(Riduzione, prevista dall'ultima legge finanziaria, degli stanziamenti destinati alle aree sottoutilizzate - n. 3-05342)

PRESIDENTE. L'onorevole D'Antoni ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-05342 (vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 1).

SERGIO ANTONIO D'ANTONI. Signor Presidente, signori ministri, la preoccupazione che mi ha spinto a presentare questa interrogazione nasce dal fatto che, con la finanziaria per il 2006, i fondi per le aree sottoutilizzate continuano a diminuire, sia rispetto al 2005 sia rispetto al 2004. Da una previsione, nel bilancio pluriennale, di 14 miliardi di euro, siamo passati, nel 2006, ad una previsione di spesa di 10 miliardi 400 milioni di euro, il che significa una diminuzione netta di 4 miliardi di euro. Ma peggio ancora è che vi è una diminuzione netta, rispetto al 2005, di un miliardo 200 milioni e, rispetto al 2004, di 2 miliardi.

PRESIDENTE. Concluda, onorevole D'Antoni!

SERGIO ANTONIO D'ANTONI. Continua questo stillicidio per effetto del quale diminuiscono le risorse stanziate per lo sviluppo delle aree meridionali sottosviluppate, a fronte, peraltro, di una situazione


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che nel Mezzogiorno è pesante sia sul versante del reddito sia su quello dell'occupazione. Mi chiedo come sia possibile continuare a seguire questa politica.

PRESIDENTE. Faccio presente ai colleghi ed al Governo che dobbiamo rispettare tempi «televisivi»; raccomando quindi di attenersi a tali tempi.
Il ministro per lo sviluppo e la coesione territoriale, onorevole Miccichè, ha facoltà di rispondere.

GIANFRANCO MICCICHÈ, Ministro per lo sviluppo e la coesione territoriale. Signor Presidente, desidero anzitutto ringraziare l'onorevole D'Antoni per l'interrogazione presentata. Il meccanismo relativo alle aree sottoutilizzate - non sottosviluppate, onorevole D'Antoni! - è molto semplice. Ogni anno, la legge finanziaria assegna al fondo unico per le aree sottoutilizzate un ammontare di risorse che dal 2002 è praticamente lo stesso e che fu concordato nel 2002 con il Patto per l'Italia siglato con sindacati, Confindustria ed altre categorie. Tale somma è di circa 8 miliardi di euro l'anno; la diminuzione che lei nota è relativa al residuo che, anno per anno, ci si «trascina» e che quindi deve aggiungersi nella valutazione dell'ammontare di risorse complessivamente esistenti. Ebbene, tale diminuzione è dovuta soltanto al fatto che, finalmente, i soldi si stanno spendendo. Quindi, in un primo tempo, agli 8 miliardi stanziati, si aggiungevano gli 8 miliardi che residuavano dagli anni precedenti; poi, è avvenuto che agli 8 miliardi previsti dalla successiva finanziaria si sono aggiunti solo 5 miliardi rimasti dagli anni passati; successivamente, l'ammontare residuo si è ridotto a 3 miliardi. Ancora oggi, purtroppo, rimane una somma non spesa; quindi, ciò significa che ancora non tutte le risorse per il sud vengono totalmente utilizzate.
Approfitto del pochissimo tempo, purtroppo, a disposizione - ma sono sempre disponibile in un'altro consesso a chiarire in maniera più dettagliata il meccanismo - per precisare che, oggi, noi abbiamo una programmazione che si svolge attraverso il fondo unico e che comprende tutta una serie di regole. Si prevede infatti che, entro il primo anno successivo a quello di distribuzione delle risorse, regioni e amministrazioni centrali siano tenute obbligatoriamente a programmare le risorse assegnate; entro l'anno successivo, esse sono poi tenute obbligatoriamente ad impegnare le somme distribuite e, entro il terzo, a spenderle.
Non si riesce ancora a spenderle entro il terzo anno perché, avendo spostato molto le spese verso gli investimenti fissi, in infrastrutture materiali e immateriali - che hanno ovviamente tempi più lunghi di realizzazione rispetto alla spesa che può avvenire con gli incentivi -, tali risorse vengono poi dilazionate nel tempo in funzione della lunghezza dei tempi necessari per la realizzazione di un'opera.

PRESIDENTE. Onorevole Miccichè...

GIANFRANCO MICCICHÈ, Ministro per lo sviluppo e la coesione territoriale. Quanto sta avvenendo con il fondo unico è stato recentemente fatto oggetto di apprezzamento da parte del Fondo monetario internazionale in una recentissima relazione di fine 2005.
Noi crediamo che si tratti del sistema giusto per continuare ad investire risorse finanziarie nel sud e per iniziare, finalmente, a spenderle.
È questo il motivo del «calo» che lei avrebbe notato, onorevole D'Antoni. Non vi è stata quindi una riduzione di risorse; si tratta soltanto del fatto che si stanno spendendo soldi precedentemente stanziati.

PRESIDENTE. L'onorevole D'Antoni ha facoltà di replicare, per due minuti.

SERGIO ANTONIO D'ANTONI. Signor Presidente, innanzitutto mi dichiaro assolutamente insoddisfatto della risposta fornita dal ministro, perché la giustificazione addotta è assolutamente risibile. Infatti, si afferma che, se vi è un'incapacità di spendere, la si fa pagare stanziando ogni anno minori risorse. Vorrei francamente dire


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che dovrebbe esserci un Governo impegnato ad utilizzare le risorse e, quindi, ad aumentare gli stanziamenti, e non dovrebbe accadere il contrario, al fine di avere la giustificazione per diminuire le somme da destinare.
Dal punto di vista delle conseguenze, ciò risulta visibile nella condizione del Mezzogiorno, signor ministro. Negli ultimi anni, infatti (nel 2002, nel 2003, nel 2004 e nel 2005), il Meridione è cresciuto meno rispetto al resto del paese; l'occupazione, inoltre, è calata in maniera impressionante, determinando una situazione veramente pesante.
È vero che la disoccupazione è diminuita, ma ciò è accaduto a causa di due fenomeni che voi, in maniera clamorosa, sottovalutate. Il primo luogo, infatti, le persone sono «scoraggiate» e non vanno più ad iscriversi nelle liste di collocamento, soprattutto i giovani e le donne; il secondo fenomeno, invece, è rappresentato da una vasta ripresa dell'emigrazione, dell'ordine di 100 mila persone all'anno.
Vi sono infatti giovani, diplomati e laureati, che lasciano le aree meridionali per andare a trovare lavoro nelle zone forti del paese, con una perdita di ricchezza secca! Ci troviamo di fronte ad una sorta di Robin Hood al contrario: le zone deboli del paese stanno finanziando quelle forti!
Si tratta di un'emorragia che deve finire, ma penso che la vostra politica la stia incoraggiando e stia finendo per determinare un aumento delle distanze che questo paese...

PRESIDENTE. Onorevole D'Antoni, si avvii a concludere!

SERGIO ANTONIO D'ANTONI. ... non potrà sopportare!
Ecco il motivo per cui occorre una nuova politica, in grado di rilanciare l'intero paese e di fare in modo che si sviluppi in maniera forte. Cambiando politica, si potrà ottenere questo. Crediamo che, alle prossime elezioni, ciò avverrà, e si potranno finalmente cambiare sia il Governo...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole D'Antoni...

SERGIO ANTONIO D'ANTONI. ... sia la politica per il Mezzogiorno (Applausi dei deputati del gruppo della Margherita, DL-L'Ulivo - Congratulazioni - Applausi polemici del ministro Miccichè)!

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