Resoconto stenografico dell'Assemblea
Seduta n. 728 dell'11/1/2006
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(Iniziative volte ad un riconoscimento alla memoria di Fabrizio Quattrocchi - n. 3-05267)

PRESIDENTE. L'onorevole Gallo ha facoltà di illustrare l'interrogazione La Russa n. 3-05267 (vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 7), di cui è cofirmatario.

GIUSEPPE GALLO. Signor Presidente, signor ministro, le atroci immagini trasmesse l'altro ieri della brutale esecuzione di Fabrizio Quattrocchi, in ginocchio su un terreno sabbioso, con i piedi legati e bendato con una kefia che gli copre completamente la testa, difficilmente potremmo dimenticarle.
Di fronte ad una sequenza così agghiacciante, il comportamento e le parole di Fabrizio Quattrocchi - «Vi faccio vedere come muore un italiano» - esaltano l'eroismo di un uomo che, consapevole della sua imminente barbara esecuzione, con serietà e fermezza, non rinuncia alla sua identità e ai suoi principi e riafferma nel momento supremo la sua italianità.
Signor ministro, l'Italia deve essere orgogliosa di Fabrizio Quattrocchi e testimoniare gratitudine al suo eroico esempio, anche per cancellare il ricordo delle vergognose insinuazioni propalate dopo il suo assassinio.
Con questa interrogazione il gruppo di Alleanza Nazionale chiede al Governo quali iniziative si intendano adottare per tributare il riconoscimento dovuto all'eroica memoria di Fabrizio Quattrocchi e per rendere, quanto prima, giustizia a lui e agli altri coraggiosi italiani sopravvissuti, Maurizio Agliana, Umberto Cupertino e Salvatore Stefio, quali vittime del terrorismo internazionale.

PRESIDENTE. Il ministro per i rapporti con il Parlamento, onorevole Giovanardi, ha facoltà di rispondere.

CARLO GIOVANARDI, Ministro per i rapporti con il Parlamento. Signor Presidente, in relazione alla presente interrogazione si rappresenta che alla memoria


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del signor Fabrizio Quattrocchi è in corso di definizione una proposta di riconoscimento al valor civile avanzata dal capogruppo di Alleanza Nazionale nella III municipalità di Catania. La proposta in questione, al termine di una prima istruttoria, è stata esaminata dalla commissione competente istituita ai sensi dell'articolo 7 della legge 2 gennaio 1958, n. 13, la quale ha deliberato di richiedere un supplemento istruttorio teso ad ottenere ulteriori elementi conoscitivi, tuttora in corso di acquisizione. Non appena i predetti adempimenti saranno portati a termine, la pratica sarà nuovamente sottoposta all'attenzione del citato consesso per la definizione.
Si informa, inoltre, che il dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione del Ministero dell'interno ha avviato nel febbraio del 2005, appena pervenuta l'istanza della madre di Quattrocchi, l'istruttoria necessaria per la concessione dei benefici spettanti ai sensi della legge in favore delle vittime del terrorismo. A completamento dell'istruttoria, il prefetto di Genova, con nota del dicembre 2005, ha trasmesso un'informativa della procura della Repubblica presso il tribunale di Roma che ha definitivamente confermato la matrice terroristica dell'evento delittuoso.
Alla luce di quanto sopra, il predetto dipartimento provvederà all'attuazione dei decreti di concessione dei benefici spettanti non appena verranno completati gli adempimenti relativi all'apertura dell'esercizio finanziario 2006. Si precisa al riguardo che alla madre del signor Quattrocchi competono, ai sensi della legge n. 206 del 2004, una speciale elargizione di 200 mila euro, nonché l'assegno vitalizio di cui alla legge n. 207 del 1998.
Tuttavia, al di là di questi aspetti dolorosi, ma burocratici, credo non sfugga ad alcuno che le immagini che abbiamo visto trasmettere hanno suscitato un momento di commozione e di pietà cristiana, ma anche di ammirazione: il Governo si inchina davanti al coraggio di un uomo, di un lavoratore, di una persona che era in Iraq per lavorare, che, davanti ad un'esecuzione che sapeva essere imminente, ha avuto un momento di lucida, sobria rivendicazione di ciò che era, di ciò che sapeva di essere, un italiano che, in quel caso, voleva dimostrare ai suoi esecutori, ai suoi carnefici, il coraggio con cui affrontava anche il sacrificio della perdita della vita.
Quindi, al di là di tutte le considerazioni relative alle trafile burocratiche, credo che tutti gli italiani siano rimasti particolarmente colpiti da quel gesto, da quelle parole e dal modo in cui Fabrizio Quattrocchi ha saputo affrontare con dignità la sua terribile condizione.

PRESIDENTE. L'onorevole Gallo ha facoltà di replicare.

GIUSEPPE GALLO. Signor ministro, la ringrazio e mi dichiaro pienamente soddisfatto poiché il Governo, per il suo tramite, ha assunto l'impegno ad onorare la memoria di un uomo coraggioso, il quale ci ha resi orgogliosi di essere italiani.
Signor ministro, concordo con lei pienamente: quell'atroce filmato non soltanto ristabilisce la verità ma, soprattutto, fa comprendere a quei pochi nostri connazionali i quali definirono Fabrizio Quattrocchi, in maniera dispregiativa, un mercenario che non doveva essere onorato, che si trattava, invece, di un uomo che era in Iraq per lavorare e che il suo lavoro consisteva nel vigilare sull'incolumità di altri uomini che operavano per assicurare la vita e la libertà di un popolo.
Signor ministro, in questa società del terzo millennio in cui i giovani rincorrono falsi miti, effimeri idoli e modelli stereotipati, rivendicando e riaffermando con fermezza e con pacatezza la sua identità di italiano, Fabrizio Quattrocchi testimonia, nel momento supremo del passaggio dalla vita alla morte, qualcosa di molto prezioso. Il suo esempio deve essere ricordato ed onorato. Adesso vi mostro come muore un italiano: queste sette parole, pacatamente scandite, sono il testamento che Fabrizio Quattrocchi lascia ai giovani.
Siamo convinti - e concludo - che il coraggio, la dignità, l'onestà, la lealtà e l'amore


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per la patria siano esempi da perseguire nella quotidianità. Ecco perché vorremmo che Fabrizio fosse riconosciuto vittima del terrorismo e che fosse ricordato ai giovani, e non solo a costoro, come eroe della pace, a prescindere da qualsiasi credo politico e religioso.

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