Allegato B
Seduta n. 717 del 12/12/2005

TESTO AGGIORNATO AL 15 DICEMBRE 2005


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ATTI DI INDIRIZZO

Risoluzioni in Commissione:

La VI Commissione,
considerato il processo di privatizzazione che ha interessato l'intero settore dei generi di monopolio, il quale ha determinato, a seguito della privatizzazione dell'Ente tabacchi italiani e della successiva cessione della società di distribuzione dei tabacchi lavorati Etinera dalla British american tobacco alla società Logista Spa, un complessivo riassetto del settore della distribuzione dei tabacchi lavorati;
sottolineata l'esigenza di assicurare ai titolari di depositi fiscali di generi di monopolio, dismessi a seguito del processo di ristrutturazione in atto, la possibilità di fruire di nuove opportunità lavorative, al fine di dare soluzione alle difficoltà nelle quali si trovano molti di tali soggetti;
considerata l'opportunità di rendere più efficiente e capillare la rete di vendita al dettaglio dei tabacchi lavorati, nonché di garantire l'andamento delle entrate erariali;

impegna il Governo:

ad intervenire, nell'ambito del suo potere di vigilanza, adoperandosi formalmente per l'istituzione di un tavolo istituzionale, con la partecipazione di tutte le parti interessate, che valuti l'attuale assetto della rete distributiva dei prodotti da fumo, come risultante dal processo di privatizzazione e di ristrutturazione;
a promuovere opportune integrazioni alle norme che regolamentano la circolazione nel territorio nazionale dei tabacchi lavorati, prevedendo in particolare che:
a) i soggetti autorizzati ai sensi del decreto ministeriale 22 febbraio 1999, n. 67, all'istituzione e gestione di un deposito fiscale di tabacchi lavorati debbano dimostrare il possesso dei locali adibiti a deposito fiscale per un periodo di almeno 9 anni;
b) per il rispetto del suddetto requisito, nel caso in cui, la gestione del deposito fiscale sia stata delegata ai soggetti i quali detengono il possesso dei locali adibiti a deposito, la delega si intende attribuita, ad ogni eventuale rinnovo, per una durata di almeno 9 anni;
c) l'autorizzazione all'istituzione ed alla gestione dei depositi fiscali di tabacchi lavorati, rilasciata ai sensi del citato decreto ministeriale n. 67 del 1999, sia revocata qualora l'Autorità garante della concorrenza e del mercato, disponga a carico del depositario autorizzato, in conseguenza di infrazioni agli articoli 2 o 3 della legge n. 287 del 1990, sanzioni o diffide alle quali il depositario non abbia ottemperato;
ad assumere le necessarie iniziative normative volte a consentire che i delegati alla gestione di depositi fiscali chiusi a seguito della riorganizzazione della rete distributiva dei tabacchi lavorati, i quali non siano cointeressati nella gestione di altro deposito fiscale, possano ottenere, su domanda, l'assegnazione a trattativa privata di una rivendita di generi di monopolio, nel rispetto delle disposizioni relative alla distanza e ai parametri di reddito previsti per l'istituzione delle rivendite ordinarie, e previo versamento all'Amministrazione autonoma dei monopoli di Stato di una somma forfettariamente determinata.
(7-00729)«Romoli, Lettieri».

La XIII Commissione,
ricordato che:
in data 13 luglio 2005 la Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati ha approvato all'unanimità la risoluzione n. 8-00133 a firma Rava, Zama, Sedioli, Losurdo, Marcora, Vascon, De Laurentiis, Franci, Preda, Rossiello, Borrelli con cui si definiva inaccettabile la


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proposta della Commissione Europea sulla OCM zucchero, che «porterebbe ad azzerare in tempi brevissimi il comparto bieticolo-saccarifero nazionale», e si impegnava il Governo ad opporsi al «disegno comunitario volto all'eliminazione delle regioni produttive meno competitive»;
preso atto che:
il 24 novembre scorso il Consiglio dei Ministri dell'agricoltura dell'Unione Europea ha espresso il proprio assenso alla proposta di compromesso sulla riforma della organizzazione comune di mercato zucchero avanzata dal presidente di turno, la britannica signora Margarett Beecket;
tale compromesso, al contrario da quanto stabilito nella risoluzione sopra ricordata, ha riportato l'assenso del Ministro delle politiche agricole forestali italiano onorevole Alemanno, ed è stato raggiunto dopo aver frantumato il blocco degli 11 paesi, tra cui l'Italia, che si erano dichiarati fortemente contrari alla proposta avanzata dalla commissione europea (anche alla prima bozza di compromesso della presidenza di turno), per cui gli unici paesi che non hanno sottoscritto il compromesso sono rimasti Grecia e Polonia;
la bozza di accordo rappresenta una rottura del principio di solidarietà tra le agricoltura dei paesi europei e costituisce un grave precedente per le future OCM privilegiando esclusivamente la competitività rispetto alle condizioni generali delle varie agricolture nazionali;
nella bozza di accordo sottoscritto le regioni non hanno avuto alcun ruolo e né alcun compito viene ad esse demandato;
valutato che:
comunque sul compromesso dovrà pronunciarsi con la procedura di consultazione il Parlamento Europeo entro il prossimo mese di gennaio 2007;
la bozza di compromesso comporterà per l'Italia la riduzione del 50 per cento della produzione di zucchero mediante la chiusura di molti stabilimenti, tanto che si ipotizza la chiusura nell'immediato di 13 impianti su 19 esistenti in Italia, con l'azzeramento da subito del comparto bieticolo-saccarifero del Mezzogiorno d'Italia, e, a causa della forte riduzione del prezzo dello zucchero, -36 per cento in quattro anni, determinerà quasi certamente la scomparsa, al termine del periodo transitorio, del comparto bieticolo-saccarifero dell'intero paese;
le conseguenze dell'accordo sottoscritto appaiono catastrofiche sia sotto il profilo agricolo, dove, a causa della chiusura degli zuccherifici, saranno abbandonati almeno 120.000 ettari di coltura bieticola, sia dal punto di vista sociale ed occupazionale con la perdita di migliaia di posti di lavoro tra attività agricola, agro-industriale ed indotto;
la presenza, nella bozza di compromesso, di un ampio fondo di ristrutturazione, deve essere l'occasione per mettere in campo un progetto complessivo di riorganizzazione e ristrutturazione per consolidare le parti della filiera che rimarranno produttive e tracciare un percorso certo per riconvertire colture e stabilimenti colpiti dalla riforma verso produzioni utili e finora disattese, quali l'alcol per biocombustibili, proteine vegetali per l'alimentazione animale o altre forme che localmente possono apparire più opportune, avendo come finalità quella di salvaguardare l'attività agricola e l'occupazione, evitando che il fondo di ristrutturazione diventi solo una «buona uscita» per gli industriali dello zucchero;
al fine di salvaguardare l'occupazione vada dichiarato lo stato di crisi del settore bieticolo-saccarifero e prevista l'estensione degli ammortizzatori sociali a tutti i lavoratori del comparto;
ritenuto che:
in particolare, la riconversione di quanto dovrà essere dismesso dalla produzione di zucchero trovi nella produzione di bioetanolo una opportunità da non disattendere, ma che per essere perseguita


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con successo, accanto alle risorse finanziarie che si rendono disponibili con la bozza di compromesso sulla riforma della OCM zucchero, occorra mettere in campo strumenti di programmazione ed una nuova politica nazionale in campo energetico ed agricolo;
la necessità di sostenere la produzione di biocarburanti è per altro contenuta nella direttiva comunitaria 2003/30/CE, che ha stabilito le percentuali minime da raggiungere in biocarburanti presenti nel diesel e nelle benzine vendute nei paesi dell'Unione e fissate nel 2 per cento per il 2005, sino a raggiungere progressivamente il 5,75 per cento nel 2010;
la stessa direttiva individui nei biocarburanti la strada per ridurre la dipendenza da petrolio nel campo energetico, e nei trasporti in particolare, sia sotto il profilo ambientale perché tali carbuaranti non emettono gas serra e riducono l'inquinamento da zolfo, piombo e polveri sottili, sia perché diversificano le fonti energetiche riducendo la dipendenza dalle importazioni di petrolio, aprendo nel contempo nuovi mercati per l'agricoltura;
apprezzato che:
in data 16 marzo 2005, con nota n. IP/05/318 l'Italia è stata diffidata dalla Commissione Europea per i ritardi nell'attuazione della normativa europea sui biocarburanti;
il decreto legislativo 30 maggio 2005 n. 128, relativo all'attuazione della direttiva 2003/30/CE, pur introducendo nella legislazione nazionale concetti e definizioni utili, sul piano degli obiettivi e degli strumenti appare rinunciatario e riduttivo in quanto dimezza sostanzialmente le indicazioni contenute nella direttiva 2003/30/CE, e non introduce modalità adeguate di promozione dei biocarburanti e di incentivazione delle produzioni agricole energetiche;
la strada da perseguire è quella della defiscalizzazione dei biocarburanti, della ricerca e della sperimentazione sul miglioramento dei processi di trasformazione industriale, della implementazione delle superfici destinate a coltivazioni alcoligene, analogamente a quanto è stato fatto negli altri paesi, dove, solo per restare nella Unione Europea, la detassazione del biocarburante è al 44 per cento in Inghilterra, circa all'80 per cento in Francia, al 100 per cento in Spagna ed in Germania;
il deficit di energia dell'Italia si aggira tra il 30 ed il 32 per cento ed è destinato ad aumentare, oltre al fatto che il petrolio diventa sempre più caro e più raro, e che occorra quindi adeguare le misure politico-programmatiche ed il budget del nostro paese per attuare gli obiettivi posti dalla direttiva 2003/30/CE,

impegna il Governo

stante la forte penalizzazione per l'Italia derivante dall'accordo sottoscritto in sede di consiglio dei Ministri agricoli dell'UE anche dal nostro Governo, ad adottare tutte le iniziative possibili in particolare, al fine di:
a) finalizzare il fondo di ristrutturazione esclusivamente alla effettiva riconversione delle strutture produttive da dismettere, impedendo che il contributo previsto dall'accordo si riduca solo ad un premio per l'abbandono della produzione di zucchero;
b) dichiarare lo stato di crisi del comparto bieticolo-saccarifero ed attivare gli ammortizzatori sociali per tutti i lavoratori del comparto, sia fissi che stagionali;
c) introdurre una normativa che preveda una integrazione nazionale alle risorse comunitarie di 65,8 milioni di euro per sostenere la produzione nazionale nel periodo transitorio, come previsto al punto 13.2 del compromesso finale;
d) trattare con l'U.E. la deroga per la sovrapproduzione verificatasi nella campagna 2005 e l'allungamento congruo del periodo transitorio per consentire un adeguato sviluppo della competitività delle


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produzioni di barbabietole da zucchero che il compromesso consente all'Italia di mantenere;
e) convocare in sede nazionale le regioni per chiarire gli aspetti controversi dell'accordo, ed attribuire ad esse un ruolo primario nel processo di applicazione della O.C.M;
f) predisporre, d'intesa con le regioni, un piano di riconversione industriale orientato principalmente verso le produzioni di biocarburanti recuperando tutti gli zuccherifici da dismettere, valorizzando, dove localmente esistono le possibilità e potenzialità, anche le opportunità derivanti dalle produzioni alimentari;
g) predisporre, d'intesa con le regioni, un piano energetico nazionale basato sulla implementazione del biocombustibile (bioetanolo e biodiesel), sia per sostenere la lotta ai cambiamenti climatici e per convergere sugli obiettivi di Kyoto, sia per aprire nuovi mercati all'agricoltura favorendo l'opzione strategica legata a filiere agricole a destinazione non alimentare;
h) dare attuazione piena alla direttiva 2003/30/CE correggendo il decreto legislativo 30 maggio 2005 n. 128 sia per quanto concerne gli obiettivi da raggiungere in quanto a presenza di biocarburanti sul totale del carburante fossile commercializzato in Italia, sia per le misure di incentivazione dell'uso del biocombustibile;
i) garantire la defiscalizzazione del biocombustibile a livelli analoghi a quanto avviene nei maggiori paesi europei e per contingenti adeguati agli obiettivi posti dalla direttiva 2003/30/CE;
j) predisporre, d'intesa con le regioni, un piano agricolo nazionale che disciplini le produzioni al fine di evitare che le migliaia di ettari non più coltivate a barbabietole da zucchero creino problemi in altri comparti produttivi, che sia orientato alla incentivazione della produzione di proteine vegetali per sostenere e qualificare la zootecnia italiana e, principalmente, delle coltivazioni alcoligene ed energetiche e per la costituzione, con il più ampio coinvolgimento di tutte le parti interessate, di una filiera delle produzioni destinate alla trasformazione energetica;
k) avviare un piano di ricerca per l'implementazione della stessa e per la sperimentazione in materia di produzione ed uso di biocombustibile.
(7-00730)
«Borrelli, Preda, Sedioli, Rava, Rossiello, Franci, Gerardo Oliverio, Stramaccioni, Guerzoni, Albonetti, Paola Mariani, Ottone, Sandri, Lolli, Cialente, Mariotti, Crisci, Bielli, Ranieri, Coluccini, Calzolaio, Lulli, Sandi, Trupia, Benvenuto».