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per una società moderna e soprattutto per la forte urbanizzazione delle campagne e delle colline sono ormai sorpassate;
sabato 26 novembre 2005 a Valle di Cadore (Belluno) è avvenuto l'ennesimo incidente mortale di un guardiacaccia in pensione di 56 anni, che è stato ucciso da un colpo di carabina con caricatore Wheaterby Trr calibro 2.70 americano, studiato apposta per abbattere prede di grossa taglia, sparato da un cacciatore di cervi di 46 anni, anche lui di Valle;
solo nella stagione venatoria 2003-2004 in Italia si sono verificati ben 130 incidenti di caccia con 89 feriti, di cui 75 cacciatori e 14 civili, e con 51 morti, di cui 50 cacciatori e un civile;
spesso le cause di questi incidenti mortali sono provocate dalla troppa leggerezza usata nella detenzione e nell'uso di queste potenti armi da fuoco;
la LAC Veneto denuncia l'inadeguatezza delle attuali leggi sulla caccia che,
considerato l'altissimo numero di cacciatori che esercita la sua attività violenta e pericolosa in un territorio tra i più densamente popolati al mondo, non deve stupire il numero così alto di morti e di feriti;
secondo il Presidente della LAC Veneto, sarebbe necessario ripetere gli esami a tutti i cacciatori italiani con un addestramento professionale all'uso delle armi, dato che la maggior parte di loro ha ottenuto la licenza di caccia prima che le leggi lo prevedessero e non ha quindi superato neanche un esame in proposito;
l'esame per la licenza che prevede purtroppo solo una grossolana conoscenza delle armi è stato previsto per la prima volta solo nel 1977 con la legge n. 968, e la maggior parte dei cacciatori italiani attualmente in attività ha più di 43 anni, ha perciò cominciato l'attività venatoria prima dell'entrata in vigore di quella norma;
per gli Agenti di Polizia e per i Carabinieri prima di poter usare un'arma passano addirittura dai 7 ai 12 mesi di duro tirocinio e lunghe lezioni pratiche e teoriche;
da uno studio del 2003 condotto dal professore Filippo Schillaci, di Promiseland Italia, dal titolo «Se la caccia fosse un lavoro», emerge che se un'attività lavorativa si svolgesse nelle stesse condizioni di rischio della caccia, questa sarebbe dichiarata illegale. Lo studio arriva alla conclusione che la caccia è incompatibile con i principi che vedono salute e sicurezza del cittadino come valore primario ed irrinunciabile evidenziando che mentre nel lavoro accade 1 incidente mortale su 3.500.000 giornate lavorative, nella caccia si verifica 1 incidente mortale su 550.000 giornate di caccia. Ciò significa che si muore di caccia 6,4 volte più frequentemente che sul lavoro e che nella caccia c'è una probabilità maggiore di 297 volte che un incidente sia mortale;
la Camera ha approvato una norma che consente la caccia agli ungulati (Cervi, Caprioli, eccetera) e dà alle Regioni ampia facoltà discrezionale sulla regolamentazione della caccia nei propri territori;
questa norma potrebbe teoricamente permettere l'attività venatoria a tutte le ore e 12 mesi su 12, portando purtroppo, come conseguenza al verificarsi di gravi incidenti perché liberalizzerà la caccia anche nei mesi dove le montagne sono affollate di turisti e negli orari notturni quando la visibilità è molto ridotta;
numerosi sono gli incidenti che si verificano per scarsa visibilità durante periodi di intense piogge, come è accaduto questa volta per l'uccisione del guardiacaccia in pensione -:
quali iniziative di carattere normativo si intendano adottare:
al fine di ridurre i rischi di incidenti mortali e ferimenti di cacciatori e cittadini, in considerazione della forte urbanizzazione delle campagne e delle colline che il nostro Paese ha subito negli ultimi decenni;
al fine di tutelare la sicurezza dei cittadini vietando le attività di caccia quando le condizioni atmosferiche non consentono un'adeguata visibilità, in considerazione della superficialità con le quali vengono maneggiate le armi;
al fine di introdurre disposizioni volte a prevedere il ritiro delle licenze di caccia rilasciate prima della legge n. 968 del 1977, nonché il rilascio di nuove concessioni soltanto a coloro che sosterranno regolare esame di licenza.
(4-18667)