a riferire in Parlamento se fosse a conoscenza del tipo di armi utilizzate dagli americani durante gli attacchi militari in Iraq e sulle eventuali azioni intraprese nei confronti del governo USA per dissuaderli dall'uso di armi chimiche non convenzionali e in contrasto non solo con le convenzioni internazionali, ma anche con quei principi umanitari a cui molti sostenitori della necessità dell'intervento armato dichiarano di ispirarsi;
premesso che:
lo speciale di Rai News 24 «Fallujah: la strage nascosta» ha messo in luce che le truppe statunitensi hanno fatto uso di fosforo bianco come arma diretta sulle persone, causando conseguenze gravissime sulla popolazione civile;
il fosforo bianco s'incendia spontaneamente all'aria, e si appiccica alla pelle, bruciando la carne fino all'osso; il suo vapore, se inalato, brucia i polmoni dall'interno, e danneggia irreversibilmente gli occhi;
la Convenzione ONU del 1980 su «talune armi convenzionali» vieta l'uso di sostanze come il fosforo e il napalm su obiettivi civili;
il Pentagono ha ammesso di aver usato bombe al fosforo contro i nidi di presunti terroristi a Falluja;
oltre che col fosforo, il Pentagono ha autorizzato l'uso del napalm - in una nuova formulazione, chiamata Mark77, ancora più devastante - per azioni militari su Falluja;
la terribile vicenda dell'uso del fosforo non è che l'ultimo atto di una guerra sanguinosa e devastante, iniziata a seguito della decisione unilaterale degli Stati Uniti di dare il via ad un attacco militare all'Iraq, con l'obiettivo dichiarato di smantellare le armi di distruzione di massa in possesso dell'allora governo iracheno - armi mai trovate - e di portare la democrazia in Iraq;
a causa dell'intervento occidentale nel territorio iracheno, lo Stato mediorientale vive da quattro anni una situazione drammatica, con una popolazione sfibrata dalla paura e dalle privazioni che uno stato di guerra permanente inevitabilmente comporta;
nonostante il Presidente statunitense George W. Bush abbia dichiarato formalmente la fine della guerra (1o maggio 2003), i combattimenti tra le truppe d'occupazione americane e la resistenza irachena non hanno mai avuto fine;
attualmente il Paese è guidato da un governo di transizione, eletto dagli iracheni il 30 gennaio 2005, e permane in uno stato di terrore, con continui attentati e stragi di civili e di militari;
il coinvolgimento sempre più diretto delle truppe italiane nella guerra e la crescente instabilità del paese, hanno costretto per la prima volta dopo 13 anni le nostre ONG ad abbandonare l'Iraq;
diversi paesi che hanno partecipato alle operazioni militari, tra cui la Spagna, hanno deciso di ritirare il proprio contingente dai territori iracheni, proprio per la consapevolezza di quanto sia stata inopportuna e controproducente la soluzione militare;
a disporre, alla luce anche degli ultimi eventi, il rientro delle truppe italiane militari dall'Iraq.
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«Pecoraro Scanio, Cento, Bulgarelli, Cima, Lion, Zanella, Boato».