Allegato B
Seduta n. 701 dell'8/11/2005


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INTERNO

Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento):

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'interno, il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, per sapere - premesso che:
da oltre una settimana sono in atto manifestazioni di protesta contro la realizzazione delle opere per l'alta velocità Torino-Lione;
a seguito delle proteste le autorità di polizia hanno avviato procedimenti nei confronti di molti partecipanti alle manifestazioni, compresi alcuni sindaci della Valle di Susa e di altri rappresentanti istituzionali;
le proteste sono motivate da comprensibili preoccupazioni da parte degli abitanti della Val di Susa, consapevoli dell'enorme impatto ambientale dell'opera e dei pericoli per la salute derivanti dalla notevole presenza nel sottosuolo di amianto;
senza tenere nella debita considerazione i pericoli sanitari e ambientali degli interventi previsti è stata dichiarata da più parti la necessità - entro il 2005 - di avviare i sondaggi e di far partire lo scavo della galleria di Venaus, per non correre il rischi di vedere declassata l'opera infrastrutturale a livello europeo e di perdere i fondi comunitari;
è necessario chiarire che la scadenza per la presentazione sullo stato di avanzamento del progetto è il 31 gennaio 2006 e che questa scadenza è un obbligo annuale necessario alla Commissione per capire come e se sono stati utilizzati i fondi stanziati;
è inesatto sostenere che sulla base di tale relazione si deciderà se la Torino-Lione resterà o meno nell'elenco delle opere prioritarie, atteso che tutti e 30 i progetti contenuti nell'allegato II della decisione 884/2004/CE (del Parlamento europeo e del Consiglio) hanno allo stato il medesimo livello di priorità;
non è chiaro per quale ragione il Governo, pur avendo avuto tutto il tempo - fino al 31 ottobre 2005 - di chiedere legittimamente una proroga del finanziamento destinato agli studi di fattibilità, abbia preferito la strada dello scontro con una popolazione comprensibilmente preoccupata per il proprio futuro e per quello del proprio territorio, senza considerare che la militarizzazione della Val di Susa non gioverà certo alla riduzione delle tensioni;
va ricordato che l'opera - di interesse comunitario - non solo presenta enormi dubbi sulla sua realizzabilità, sia per la forte contestazione della popolazione locale, sia per gli oggettivi pericoli per la salute e per l'ambiente, ma non sembra neppure godere di una particolare attenzione da parte del suo principale beneficiario - ossia la Francia - che è ben lontana dall'aver avviato le opere di connessione dell'intera tratta sul proprio territorio;
è inoltre da considerarsi che la militarizzazione del territorio comporta un disagio enorme per i cittadini e che, in nome di una presunta sicurezza pubblica, si stanno adottando disposizioni in aperta violazione dell'articolo 16 del dettato costituzionale, relativo alla libera circolazione


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dei cittadini nel territorio nazionale e in assenza delle motivazioni di sanità o sicurezza -:
se il ministro dell'interno non ritenga di dover rendere noti i costi di questa imponente operazione di controllo del territorio e se non reputi che le forze e le risorse impegnate in Val di Susa sarebbero di gran lunga più utili in quelle regioni e in quelle realtà controllate di fatto dalla criminalità organizzata;
se il ministro dell'interno non ritenga che sia stato fatto eccessivo allarmismo sui pericoli per la sicurezza pubblica delle manifestazioni in corso in Val di Susa, alimentando inutilmente le tensioni;
quali iniziative intenda adottare il ministro dell'interno per garantire che la manifestazione di sciopero indetta in Val di Susa per il 16 novembre avvenga in un clima disteso e pacifico;
se il ministro delle infrastrutture non intenda accogliere la richiesta degli abitanti della Val di Susa di una «tregua olimpica» per i lavori dell'alta velocità, attivandosi affinché vengano sospesi i lavori per almeno sei mesi, in attesa di maggiori approfondimenti e riflessioni, sia sui rischi ambientali e sanitari (e considerando che una delle ragioni per cui non sono stati realizzati impianti nella valle è la presenza nel sottosuolo di sostanze tossiche e nocive), sia sull'opportunità «strategica» nell'ambito del piano nazionale dei trasporti e della logistica della tratta ferroviaria ad alta velocità Torino-Lione;
se il ministro delle infrastrutture non ritenga opportuno scusarsi con la popolazione della Val di Susa, inopportunamente definita come «gente che non sa come passare il tempo», che si stava legittimamente avvalendo del proprio diritto di manifestare.
(2-01711)
«Cima, Zanella, Lion, Pecoraro Scanio, Bulgarelli, Cento, Boato».

Interrogazioni a risposta scritta:

DIANA, LUMIA, MINNITI, BOVA, LEONI, SINISI, GAMBALE, BURTONE e CEREMIGNA. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
nei giorni scorsi durante l'udienza dibattimentale del processo per l'omicidio Scarpenti che si sta celebrando presso la terza sezione della Corte d'Assise di S. Maria Capua Vetere, che vede imputati alcuni esponenti del clan di Francesco Schiavone detto «Sandokan», il collaboratore di giustizia Luigi Diana rivelava che un gruppo del clan di «Casalesi» aveva predisposto negli anni '90 un piano per uccidere la giornalista casertana del Il Mattino Rosaria Capacchione;
Luigi Diana, ha riferito in videoconferenza che nel 1990 il boss Vincenzo De Falco gli ordinò di uccidere la giornalista Capacchione perché in un articolo pubblicato all'indomani del blitz di Santa Lucia concluso con numerosi arresti, riferì di una soffiata ai carabinieri proveniente da De Falco;
Francesco Schiavone, nel corso di dichiarazioni spontanee rese nel luglio 2005 si scagliò contro la suddetta giornalista attribuendole la responsabilità di due condanne all'ergastolo in conseguenza della pubblicazione di un suo articolo;
alcuni anni fa un altro pentito, Dario De Simone, aveva riferito di un diverso piano per sopprimere la giornalista casertana; lo stesso, prima con dichiarazioni rese ai pm antimafia e poi in aula, parlò di un odio della famiglia Schiavone verso la cronista de il Mattino che con i suoi articoli dava fastidio al clan;
tra il 1995 e il 2002 la Capacchione riceveva numerose lettere intimidatorie, che venivano regolarmente sottoposte all'attenzione dell'Autorità giudiziaria -:
quali iniziative intenda adottare per tutelare l'incolumità e la sicurezza della giornalista Rosaria Capoccione e la libertà di informazione in una provincia ed in


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una regione fortemente segnate dalla presenza camorristica.
(4-17737)

SINISCALCHI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
episodi di violenza continuano a turbare con preoccupante frequenza le strade del quartiere Vomero a Napoli;
nell'ambito di tale preoccupante fenomeno si inseriscono le numerose risse che scoppiano all'improvviso nelle strade e che hanno evidentemente ad oggetto contenziosi tra bande per il controllo di attività criminose;
in data 23 ottobre 2005 si è verificata a Napoli, nel quartiere Vomero, una gigantesca rissa che si è protratta dal cuore della piazza Vanvitelli fino ai binari della fermata della metropolitana;
alla base del violento scontro sembra esserci un «regolamento di conti» ed un «contenzioso»tra bande per il controllo dello spaccio di droga nella zona collinare di Napoli;
le richiamate condotte violente e criminose, esibite in pubblico, con una preoccupante carica di aggressività sta inevitabilmente penalizzando profondamente anche la gran parte delle attività commerciali dell'area territoriale del Vomero;
proprio in relazione a tali penalizzanti effetti prodotti, in concreto, alle attività ed ai servizi offerti ai cittadini nell'area, il presidente del centro Commerciale Vomero (Enzo Perrotta) ha più volte denunciato la preoccupante situazione di insicurezza avvertita con sempre maggiore insistenza nell'ambito dell'esercizio di tali attività da tutti gli operatori;
come emerso da resoconti di stampa, recentemente, all'indomani di una importante operazione di polizia che aveva portato all'arresto di un elemento di spicco della criminalità organizzata napoletana (Paolo Di Lauro), il Ministro dell'interno si era impegnato, nel corso di una sua visita a Napoli, a rendere operativo, a partire dal mese di ottobre, un piano di videosorveglianza che prevedeva, nella zona del Vomero, l'installazione di ben dieci telecamere;
i ritardi temporali relativi alla concreta attuazione del piano di videosorveglianza, determinano una difficoltà per un sistema di capillare contrasto dei fenomeni criminosi richiamati -:
se il Ministro interrogato, accertati i fatti sopra esposti, non ritenga necessario indicare le cause del ritardo dei tempi di attuazione per la messa a punto del piano di videosorveglianza, nonché per l'attivazione stessa del «pacchetto sicurezza»;
se non ritenga indispensabile procedere al potenziamento dei presidi di sicurezza e delle pattuglie di vigilanza, per contrastare il reiterarsi di episodi di violenza ed i continui disordini.
(4-17739)