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culturali e della difesa, Buttiglione e Martino, un atto ispettivo nel quale veniva loro chiesto che si desse seguito agli impegni assunti nel 1997 tra i rispettivi ministeri con un protocollo d'intesa che prevedeva la riconsegna al ministero dei beni culturali dei locali di Palazzo Barberini di Roma occupati senza alcun titolo da alcuni decenni dal Circolo Ufficiali dell'Esercito (circa 50 sale per un totale di circa 5 mila metri quadri);
VII Commissione:
mondo il duro trattamento a cui erano sottoposti i condannati nel carcere dello Spielberg;
varie decine di milioni di euro e la gestione di lucrose convenzioni con enti pubblici;
lo scorso 25 maggio l'interrogante rivolgeva ai Ministri dei beni e delle attività
tale protocollo, siglato anche con la Presidenza del Consiglio dei ministri ed integrato dalla presa d'atto del Comune di Roma, era finalizzato alla restituzione di tutti i locali di Palazzo Barberini alla sua destinazione storica di Galleria Nazionale di Arte Antica di Roma;
nessuna risposta è stata ancora fornita alla sopraindicata interrogazione e, ad oggi, resta indefinito l'esito di tale decennale vicenda;
recenti notizie di stampa hanno riportato, e giustamente stigmatizzato, il fatto che i locali attualmente ancora occupati dal Circolo Ufficiali e sottratti alla loro naturale funzione museale continuano ad essere regolarmente affittati per sposalizi, intrattenimenti e per la prosecuzione di una fiorente attività di ricreazione ad uso privato poco appropriata per i locali medesimi;
conseguentemente è facile che accada che i visitatori della Galleria di Arte Antica di Roma si trovino ad imbattersi in feste private a base di pizzette e disco music che si svolgono in locali sottratti all'uso pubblico cui sarebbero destinati mentre la Galleria medesima continua a soffrire di carenza di spazi ove esporre le preziose opere della sua collezione in ragione di questa illegittima menomazione di spazi;
per quanto anche pizzette, olive ascolane e disco music per ricevimenti di alcuni pur rispettabilissimi privati possano essere considerati essi stessi in qualche modo pregiati beni ed attività culturali la cui conoscenza tutelare e promuovere, il loro valore non è sicuramente tale da rappresentare una ragione sufficiente per continuare a tollerare che parte dei locali di Palazzo Barberini continuino a non essere restituiti dal ministero della difesa a quello dei beni culturali per esporre ad un pubblico più ampio quadri ed opere d'arte -:
se non ritengano che vada dato seguito agli impegni assunti nel 1997 e che, conseguentemente, il Circolo Ufficiali, debba essere quanto prima trasferito presso la Palazzina Savorgnan di Brazzà e debba lasciare una volta per tutte i locali di Palazzo Barberini alla loro naturale destinazione di luogo di esposizione e godimento pubblico di beni culturali ben più pregiati di quelli che attualmente il Circolo Ufficiali riserva ed offre ad un selezionato pubblico pagante.
(3-05136)
martedì 7 giugno 2005, su Il Gazzettino, pag. nazionale, è apparsa la notizia proveniente da Praga, nella Repubblica Ceca, secondo cui i dipendenti del Museo, situato nei locali della fortezza dello Spielberg, nella città morava di Brno, hanno firmato una lettera aperta contro l'idea dell'attuale amministrazione comunale di Brno rappresentata dal sindaco Rodoniz Jonas, di trasformarla in albergo di lusso;
il Museo di cui si parla riguarda quello dei Patrioti italiani, e la fortezza dello Spielberg è la leggendaria prigione politica asburgica dove nei secoli XVIII e XIX furono incarcerati i carbonari del Lombardo-Veneto, insieme ad avversari politici di altri paesi europei. Lo scrittore Silvio Pellico, con la sua opera «Le mie prigioni» nel 1832 fece conoscere al
il 25 ottobre 1925 a Brno fu solennemente inaugurato il Museo dei Patrioti italiani. Tale istituzione fu resa possibile inizialmente grazie a una convenzione provvisoria tra l'Amministrazione militare cecoslovacca e il Comitato locale della Società Dante Alighieri, autorizzato dalla Presidenza Generale di Roma. Successivamente il governo nazionale fascista italiano predispose uno schema di convenzione col governo della Repubblica Cecoslovacca, convenzione che fu conclusa nel marzo 1931-IX e pubblicata nella Gazzetta Ufficiale del Regno, il 21 agosto 1931-IX, allo scopo di dare un assetto definitivo e legale al Museo, proprietà italiana in terra straniera;
nella convenzione, assieme all'obbligo reciproco dei due governi di mettere a disposizione perpetuamente i documenti e altro materiale in loro possesso, relativi al soggiorno dei prigionieri politici italiani, catalogandoli in due distinti inventari da aggiornarsi di anno in anno, il Governo cecoslovacco assegna al Governo italiano alcuni locali dell'antica fortezza dello Spielberg per adibirli a Museo, mentre l'arredamento, la manutenzione e la gestione dello stesso sono a carico del Governo italiano e, precisamente, della istituzione designata dal medesimo, cioè la Società nazionale «Dante Alighieri»;
a tale convenzione tra i due governi, ne seguì un'altra nel gennaio 1932-X tra il Regio Ministero degli Affari esteri italiano e della Società nazionale «Dante Alighieri», per riconoscere a quest'ultima la proprietà del Museo, affidandone la conservazione e l'Amministrazione;
l'attività della società «Dante Alighieri» mediante il Comitato cecoslovacco, proseguì con fervore di iniziative fino al 1945, dopo di che esso si sciolse, per venire ricostituito nel 1990 su interessamento di Libor Mateska, divenuto poi presidente. Le ultime notizie, sulla presenza del Comitato, a Brno risalgono al 1998, allorché il 5 giugno furono inaugurati dall'Ambasciatore d'Italia a Praga Maurizio Moreno i lavori di restauro del Monumento ai morti per la redenzione d'Italia dello Spielberg;
tra i primi ospiti italiani in questo carcere, condannati con sentenza del 22 dicembre 1821, furono: Antonio Solera, pretore di Milano, i carbonari del Polesine, il pretore Felice Foresti e Giovanni Bachiega di Crespino, l'avvocato Costantino Munari di Calto, Don Marco Fortini, il conte Fortunato Oroboni, l'avvocato Antonio Villa, tutti di Fratta Polesine (i due ultimi per le sofferenze subìte morirono e furono qui sepolti). Seguiranno successivamente, dopo il febbraio 1822, i carbonari Silvio Pellico, Pietro Maroncelli, Federico Confalonieri ed altri;
da quanto sopra descritto, è assodata l'importanza che riveste la conservazione del Museo nella sua integrità originale per la memoria storica italiana. Pertanto una nuova destinazione d'uso della fortezza-carcere o interventi e manomissioni troppo invasivi potrebbero snaturare a tal punto il manufatto da comprometterne la connotazione museale finora mantenuta -:
se sia informato della situazione illustrata in premessa e se intenda attivarsi, nell'ambito delle proprie competenze e di concerto con le altre amministrazioni competenti, per favorire la conservazione del Museo dei patrioti italiani situato nella fortezza di Spielberg.
(5-04900)
la Società italiana degli autori ed editori (Siae), per espressa previsione di legge è un ente pubblico sottoposto alla vigilanza governativa;
la Siae gode di particolari benefici quali, ad esempio, il monopolio nell'attività di intermediazione nel diritto d'autore, la gestione della copia privata per
la Siae deve prestare ossequio, oltre che agli ovvii principi costituzionali di buon andamento e di imparzialità della pubblica amministrazione, agli articoli 7 e 13 del decreto legislativo n. 419 del 1999 e al suo Statuto;
a quanto risulta agli interroganti, i componenti del consiglio di amministrazione della Siae, nonostante i continui richiami dell'Autorità vigilante continuerebbero a percepire compensi autoassegnati in violazione dell'articolo 13 del decreto legislativo n. 419 del 1999, che pesano sul bilancio della Siae, e quindi sui diritti degli autori, per milioni di euro;
la Siae, come anche recentemente segnalato dall'Autorità garante della concorrenza e del mercato, non adotta procedure concorsuali per l'individuazione dei fornitori;
il Tar del Lazio, con ordinanza del 29 settembre 2005, ha sospeso l'efficacia di tutte le decisioni assunte dal Consiglio di amministrazione della Siae il 30 luglio 2005, riguardanti «l'adozione di delibere di particolare rilevanza per l'Ente (revoca e nomina del Direttore generale), con conseguenze potenzialmente pregiudizievoli per il corretto svolgimento dell'attività istituzionale dell'Ente stesso»;
il Consiglio di amministrazione della Siae, in relazione a tale ordinanza, si sarebbe limitato a riproporre sic et simpliciter le delibere sospese dal Tar senza prima ripristinare, come ad avviso degli interroganti sarebbe stato necessario in considerazione del valore retroattivo della pronuncia giurisdizionale, l'assetto gestionale precedente, anche con la reintegrazione del precedente Direttore generale;
il Collegio dei revisori della Siae, in occasione della riunione del 30 luglio 2005 che presentava vari elementi di criticità, tanto da imporre anche un intervento dell'Autorità vigilante, indusse comunque i consiglieri a tenere la riunione stessa, dichiarando a verbale che: «il consiglio di amministrazione odierno, a parere del Collegio, è validamente costituito»;
non si comprende, inoltre, in base a quale parametro il consiglio di amministrazione della Siae abbia determinato l'ammontare del proprio contributo al pagamento del premio relativo alla polizza sanitaria integrativa per il personale di ruolo, contributo fissato a 650 mila euro all'anno;
eventuali provvedimenti illegittimi adottati dalla Siae possono essere fonte di responsabilità amministrativa, civile e - ove ne sussistano i presupposti - anche penale -:
se e con quali misure il Governo intenda intervenire nell'ambito dei propri poteri di vigilanza per garantire il legittimo funzionamento della Siae.
(5-04901)
il 16 novembre 2004 la Sopraintendenza ai beni culturali di Catania e l'amministrazione comunale di San Michele di Ganzaria (Catania) hanno presentato i risultati della campagna di scavi archeologici, condotta in contrada Cutuminello e finanziata dai fondi strutturali di Agenda 2000, il più importante dei quali è dato dalla scoperta di un sito bizantino risalente a un periodo compreso tra il XII e il XIII secolo;
la rilevanza dell'evento fu tale da spingere i rappresentanti della Sopraintendenza ai beni culturali di Catania e dell'amministrazione comunale di San Michele di Ganzaria a suggerire l'ipotesi di creare un parco archeologico, in collaborazione con la regione siciliana, al fine di garantire tutela, valorizzazione e custodia del sito -:
se il Ministro interrogato sia a conoscenza di quanto sopra e quali siano le Sue valutazioni in merito.
(4-17512)