La seduta comincia alle 10,35.
VITTORIO TARDITI, Segretario, legge il processo verbale della seduta del 13 ottobre 2005.
(È approvato).
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del regolamento, i deputati Armani, Boato, Bonaiuti, Bono, Brancher, Bricolo, Castagnetti, Colucci, Gianfranco Conte, Cusumano, D'Alia, Fiori, Giordano, Giancarlo Giorgetti, Mantovano, Martinelli, Martino, Molgora, Moroni, Pecoraro Scanio, Pisanu, Romani, Paolo Russo, Saponara, Scarpa Bonazza Buora, Sgobio, Tortoli, Viespoli e Violante sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
Pertanto i deputati complessivamente in missione sono ottantadue, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.
Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.
RENZO LUSETTI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
RENZO LUSETTI. Signor Presidente, intervengo per sollecitare la Presidenza, come hanno già fatto, nella seduta di ieri, il presidente Violante ed il collega Ria, ad attivarsi affinché il ministro dell'interno, che ieri si è recato in Calabria, all'indomani del feroce assassinio di Francesco Fortugno, venga rapidamente a riferire in Parlamento su tale episodio.
Affermo ciò con tutta la drammaticità che sta assumendo tale vicenda. Vorrei citare, per tutti, le parole pronunciate dal procuratore antimafia uscente, dottor Vigna, in un'intervista rilasciata ad un quotidiano: egli ha affermato che la 'ndrangheta è più potente della mafia e che ha pochi dubbi sul fatto che l'omicidio di Locri sia un messaggio di intimidazione diretto a politici e ad amministratori locali.
Vorrei segnalare che, questa mattina, è previsto lo svolgimento di un nuovo corteo degli studenti, a Locri, che chiede di finirla con i massacri. Ricordo, altresì, che il collega Loiero, poco prima di diventare presidente della giunta regionale, aveva presentato, proprio in quest'aula, un'interrogazione a risposta immediata, cui rispose il ministro Giovanardi, in cui elencava una serie di intimidazioni e di attentati compiuti contro amministratori locali, imprenditori o semplici lavoratori.
Signor Presidente, desidero sollecitare l'intervento del ministro dell'interno alla Camera, ricordando che Franco Fortugno era un esponente di spicco della Margherita calabrese, nonché membro della direzione nazionale del partito. Tutti quanti noi siamo ancora angosciati per il suo assassinio, e sicuramente siamo ancora attoniti dopo quanto è successo a Locri, durante lo svolgimento di un'importante manifestazione di partecipazione popolare, quale il voto per le primarie dell'Unione.
Mi sono permesso di sollecitare ulteriormente la Presidenza ad attivarsi affinché il ministro dell'interno venga in quest'Assemblea a riferire, proprio perché ritengo importantissimo che il Parlamento sappia cosa sta succedendo. Occorre conoscere, infatti, tutte le informazioni a nostra disposizione per poter valutare la drammaticità del fatto che si è verificato, nonché degli eventi che stanno accadendo in questi giorni in Calabria.
PRESIDENTE. Onorevole Lusetti, le ricordo che già nella seduta di ieri è stata sollevata una questione analoga. La Presidenza si è pertanto messa in contatto con il ministro dell'interno, che riferirà alla Camera nella seduta di giovedì 20 ottobre prossimo.
Detto ciò, rinnoviamo ancora una volta la solidarietà alla famiglia Fortugno per l'atto infame che è stato compiuto. All'interno della questione meridionale, ahimè, vi è anche questa tragedia della criminalità organizzata, che offende la dignità dell'uomo e che non rispetta diritti e valori. Si tratta di un problema che si pone per tutti, ed in particolare per ognuno di noi.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni.
PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri, senatore Ventucci, ha facoltà di
COSIMO VENTUCCI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, la mappa di pericolosità sismica del territorio italiano è il risultato dell'attività di un gruppo di lavoro composto da esperti di comprovata fama accademica, con competenze altamente specialistiche nel campo, che si è conclusa con l'emanazione dell'ordinanza della protezione civile n. 3274 del 20 marzo 2003, recante primi elementi in materia di criteri generali per la classificazione sismica del territorio nazionale e di normative tecniche per le costruzioni in zona sismica, successivamente modificata dall'ordinanza n. 3316 del 2 ottobre 2003.
dei comuni in cui si era verificato il terremoto del 1908. Conseguentemente, ed a partire dagli anni Ottanta, si sono utilizzate tecniche più sofisticate, sulla base delle quali la pericolosità di un terremoto veniva definita dalla frequenza, o verità relativa, dei terremoti, includendo anche quelli verificatisi in epoche remote, nonché la reale dimensione degli eventi tellurici.
PRESIDENTE. L'onorevole Burtone ha facoltà di
GIOVANNI MARIO SALVINO BURTONE. Signor Presidente, non posso che dichiararmi parzialmente soddisfatto della risposta che il sottosegretario ha fornito. La mia è un'interrogazione non recente, essendo stata presentata nel settembre 2004. Essa è motivata da alcune notizie che mi sono state fornite da amministratori locali e dalla preoccupazione da essi manifestata a seguito di uno studio che stava per essere predisposto da parte dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia.
alla scelta che potrebbe essere compiuta di una riclassificazione dell'area del Belice, che è stata pesantemente colpita. Vedremo di intraprendere le nostre iniziative a livello regionale, affinché ciò non avvenga ed affinché l'area del Belice venga considerata ad alto rischio e rientri ancora nella prima categoria, in modo che possano essere adottati criteri di zonizzazione per la costruzione molto rigorosi e puntuali, tali da consentire l'attuazione di una politica di prevenzione. Accompagniamo a questa riflessione anche un forte impegno. Speriamo nella sensibilità del Governo, perché possano essere stanziate risorse congrue per portare a compimento il completamento di un'area che nel passato ha pagato un grande prezzo: infatti, oltre alle vite umane che sono state spezzate, ha pagato anche il prezzo di non vedere realizzate alcune opere fondamentali per il vivere civile.
PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri, onorevole Ventucci, ha facoltà di
COSIMO VENTUCCI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, con riferimento alle domande poste dall'onorevole Marisa Abbondanzieri nel suo atto di sindacato ispettivo, si fa presente che, con il decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 112, ed in particolare con gli articoli 93, comma 1, lettera g), e 94, comma 2, lettera a), sono state specificate le funzioni mantenute dallo Stato in materia di criteri generali per l'individuazione delle zone sismiche e per la formulazione di norme tecniche finalizzate alla costruzione di edifici nelle medesime zone e sono stati stabiliti i compiti delle regioni in materia di individuazione, formazione ed aggiornamento degli elenchi delle zone sismiche.
un concreto passaggio dal sistema attuale all'uso integrale delle norme europee.
per la definitiva entrata in vigore dell'ordinanza del Presidente del Consiglio n. 3274 del 2003.
PRESIDENTE. L'onorevole Abbondanzieri ha facoltà di
MARISA ABBONDANZIERI. Signor Presidente, prima di entrare nel merito della risposta che il sottosegretario ci ha dato vorrei farle notare che egli non ha risposto alla domanda relativa al perché sono esistite o esistono due commissioni speciali che hanno lavorato intorno alla questione della normativa sismica: quella del Ministero delle infrastrutture e quella della Protezione civile. A tale domanda era necessario rispondere anche per dirimere una serie di situazioni verificatesi nel corso dei due anni che ci lasciamo alle spalle. Evidentemente, si è ritenuto di non entrare nel merito di una questione che ha diviso i soggetti che hanno operato: ciò la dice lunga sulla storia dell'ordinanza n. 3274.
Non era così, perché le incongruenze erano tante e quello che è avvenuto in questi due anni ha dimostrato che avevamo ragione quando all'inizio presentammo un'interrogazione sull'ordinanza n. 3274.
PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per la giustizia, onorevole Valentino, ha facoltà di
GIUSEPPE VALENTINO, Sottosegretario di Stato per la giustizia. La comunità psichiatrica protetta di Castiglione delle Stiviere, utilizzata dall'amministrazione per la giustizia minorile sperimentalmente per soli sei mesi, era costituita da una struttura attigua all'ospedale psichiatrico giudiziario, funzionalmente indipendente da quest'ultimo, con spazi autonomi e trattamento specifico e differenziato per l'utenza penale. Il dipartimento per la giustizia minorile è stato indotto ad avviare tale sperimentazione sulla base di alcune considerazioni, quali il progressivo aumento nei servizi minorili della giustizia di adolescenti con gravi disturbi della personalità, la contestuale carenza di strutture disponibili ed adeguate al trattamento di tale tipologia di utenza ed anche l'incostituzionalità della norma che consentiva il ricovero dei minorenni con gravi problemi psichiatrici nell'ospedale psichiatrico giudiziario.
stante il non raggiunto accordo tra le parti sul versante tecnico-amministrativo.
PRESIDENTE. L'onorevole Zanotti, cofirmataria dell'interrogazione, ha facoltà di
KATIA ZANOTTI. Signor Presidente, la presente interrogazione data 16 febbraio 2005 e sappiamo che la convenzione con la comunità psichiatrica è terminata verso la fine del mese di febbraio o agli inizi di marzo. Siamo dunque in ritardo rispetto ai tempi di tale vicenda, ma abbiamo comunque voluto sollevare tale questione, che riguarda la situazione dei minori all'interno del carcere di Castiglione delle Stiviere.
PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per la giustizia, onorevole Valentino, ha facoltà di
GIUSEPPE VALENTINO, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Signor Presidente, con riferimento all'interrogazione presentata dall'onorevole Zanettin, faccio presente preliminarmente che l'organico del personale di magistratura dell'ufficio del giudice di pace di Thiene è composto di due unità e non presenta allo stato vacanze. Risultano in servizio i dottori Giovanni Didonè, con funzioni di coordinatore dell'ufficio, e Maria Teresa Nunez.
PRESIDENTE. L'onorevole Zanettin ha facoltà di
PIERANTONIO ZANETTIN. Signor sottosegretario, la ringrazio per l'esauriente risposta che ha voluto fornirci. Evidentemente, sono destituite di fondamento le ipotesi, apparse sui media locali, riguardo a ventilate richieste della chiusura dell'ufficio giudiziario del giudice di pace di Thiene da parte del Ministero della giustizia.
PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per la giustizia, onorevole Valentino, ha facoltà di
GIUSEPPE VALENTINO, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Signor Presidente, presso il tribunale di Salerno sono attualmente presenti 217 unità di personale amministrativo, compresi i due dipendenti a tempo determinato (ex lavoratori socialmente utili), 12 unità comandate da altre amministrazioni e 12 dipendenti in soprannumero. Inoltre, sono presenti 5 unità distaccate da altri uffici giudiziari che compensano l'assenza dell'unica unità del tribunale, attualmente comandata ad altro ufficio.
e quindi di occupare ulteriori 3000 metri quadri del palazzo, vi è stata una seria opposizione dell'opinione pubblica locale. Pertanto, tali spazi hanno conservato la destinazione a scuola elementare.
PRESIDENTE. L'onorevole Perrotta, cofirmatario dell'interrogazione, ha facoltà di
ALDO PERROTTA. Signor Presidente, mi dichiaro soddisfatto per la risposta fornita dal sottosegretario Valentino alla interrogazione Brusco n. 3-04263, di cui sono cofirmatario. Tale risposta mi ha, in particolare, consentito di comprendere che la competenza in ordine all'assegnazione dei locali oggetto dell'interrogazione non è del Governo ma dell'ufficio manutenzione.
PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni all'ordine del giorno.
La seduta, sospesa alle 11,30, è ripresa alle 15,05.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del regolamento, i deputati Biondi, Carrara, Cordoni, Deodato, Gibelli, Giovanardi e Valpiana sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge: Conversione in legge del decreto-legge 9 settembre 2005, n. 182, recante interventi urgenti in agricoltura e per gli organismi pubblici del settore, nonché per contrastare andamenti anomali dei prezzi nelle filiere agroalimentari.
RENZO INNOCENTI. Chi l'ha chiesta, signor Presidente?
ELIO VITO. L'abbiamo chiesta noi.
PRESIDENTE. L'ha chiesta il gruppo di Forza Italia, onorevole Innocenti.
PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta avranno luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del regolamento.
La seduta, sospesa alle 15,10, è ripresa alle 15,30.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo unico del disegno di legge di conversione (vedi l'allegato A - A.C. 6063 sezione 2), nel testo recante le modificazioni apportate dalla Commissione (vedi l'allegato A - A.C. 6063 sezione 3).
ortofrutticolo nazionale; Losurdo 5.05 e Sedioli 5.060, relative all'etichettatura del miele; Losurdo 6.01, relativa agli allevamenti ittici; Bellotti 7.60, volta ad assegnare al Consiglio nazionale delle ricerche un contributo per assicurare la partecipazione alle reti globali di monitoraggio climatico e ambientale nell'ambito del programma promosso dall'Organizzazione delle Nazioni Unite «Atmospheric Brown Cloud» e «SHARE-Asia»; Bellotti 8.61, volta ad autorizzare il Ministero delle politiche agricole e forestali a stipulare contratti di collaborazione coordinata e continuativa; Losurdo 8.01, volta a modificare la definizione di fabbricato rurale, ai fini fiscali; Bellotti 8.07, concernente l'accreditamento dei trasferimenti da parte del Consiglio per la ricerca e sperimentazione in agricoltura (vedi l'allegato A - A.C. 6063 sezione 1).
ROBERTO VILLETTI, Vicepresidente della V Commissione. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ROBERTO VILLETTI, Vicepresidente della V Commissione. Signor Presidente, poiché si pone un problema di copertura, con pareri difformi rilasciati dal Ministero delle politiche agricole e forestali e dal Ministero dell'economia e delle finanze, chiedo di sospendere la seduta fino alle 16,30 per consentire alla V Commissione di esprimere il prescritto parere.
PRESIDENTE. Sospendo la seduta.
La seduta, sospesa alle 15,35, è ripresa alle 16,45.
RENZO INNOCENTI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
RENZO INNOCENTI. Signor Presidente, l'argomento che intendo porre alla sua attenzione riguarda il provvedimento iscritto all'ordine del giorno individuato dall'A.C. 5362, recante norme sul sequestro o la confisca dei beni ad organizzazioni criminali.
PRESIDENTE. Onorevole Innocenti, ho compreso la sottile ironia: noi non vogliamo ridurre i tempi per l'esame dei provvedimenti e neanche per gli adempimenti procedurali ad esso connessi.
ANTONIO BOCCIA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANTONIO BOCCIA. Signor Presidente, intervengo per riprendere l'argomento posto alla sua attenzione dall'onorevole Innocenti e per aggiungere che mi sembra veramente inspiegabile il comportamento della Presidenza relativamente alla fissazione di un termine per la presentazione dei subemendamenti.
PRESIDENTE. Credo che nessuno in questa sede - tanto meno la Presidenza intesa nel suo complesso e nelle sue singolarità - intenda conculcare alcun diritto.
GIACOMO de GHISLANZONI CARDOLI, Presidente della XIII Commissione. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIACOMO de GHISLANZONI CARDOLI, Presidente della XIII Commissione. Presidente, vorrei rappresentarle che, siccome è stata evidenziata un'esigenza della Commissione bilancio, anche la Commissione agricoltura chiede alla Presidenza di concedere cortesemente un quarto d'ora di tempo per convocare il Comitato dei nove e riformulare alcune parti del provvedimento, onde trasmettere quindi il nuovo testo alla Commissione bilancio per acquisirne finalmente - e sottolineo il «finalmente» - il parere.
PRESIDENTE. Mi è difficile, presidente, dire di no ad una persona così cortese come lei, anche per le ragioni «funzionali» che ha rappresentato; quindi, ritengo che si possa accedere alla sua richiesta.
RENZO INNOCENTI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
RENZO INNOCENTI. Signor Presidente, ho appreso, insieme a lei e a tutti i colleghi, che la Commissione agricoltura non è ancora pronta per riferire in Assemblea su un decreto-legge iscritto all'ordine del giorno da tempo.
dalle mie parti si utilizza questo termine molto brutto -; con ciò voglio osservare che maggioranza e Governo non sanno, per così dire, che pesci prendere in quanto, anche nel settore agricolo, si fanno promesse cui poi non si riesce a dare seguito.
PRESIDENTE. Onorevole Innocenti, l'ultima parte delle sue considerazioni la lascio alla sua libera disponibilità argomentativa.
GIACOMO de GHISLANZONI CARDOLI, Presidente della XIII Commissione. Vorrei soltanto precisare che ho chiesto un quarto d'ora di tempo perché il Comitato dei nove possa riunirsi; è evidente che, poi, la Commissione bilancio dovrà esaminare la riformulazione degli articoli. Forse, sarebbe anche il caso di prevedere una modifica dell'ordine dei lavori...
SERGIO SABATTINI. Complimenti!
GIACOMO de GHISLANZONI CARDOLI, Presidente della XIII Commissione. ...per rinviare il seguito dell'esame di questo provvedimento alla seduta di domani (Applausi ironici dei deputati del gruppo dei Democratici di sinistra-L'Ulivo).
ANTONIO LEONE. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANTONIO LEONE. Signor Presidente, ritengo che il collega Innocenti abbia ragione in ordine all'imprevedibilità dei tempi dei nostri lavori, peraltro confermata adesso dal presidente de Ghislanzoni Cardoli. Pertanto, credo che potremmo guadagnare tempo proponendo all'Assemblea di rinviare a domani mattina l'esame del disegno di legge di conversione n. 6063 e di procedere ad un'inversione dell'ordine del giorno, nel senso di passare alla trattazione del punto 4, recante il seguito della discussione del testo unificato concernente l'assicurazione contro gli infortuni domestici.
PRESIDENTE. Constato che, sulla base delle proposte avanzate, vi sarebbero due ordini di impegno: il primo consiste nel rinviare alla seduta di domani il seguito dell'esame del disegno di legge di conversione n. 6063, al fine di consentire un esame più completo ed articolato, anche sulla base dei pareri espressi dalle Commissioni competenti, mentre il secondo riguarda la proposta di inversione dell'ordine del giorno.
ANTONIO BOCCIA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANTONIO BOCCIA. Mi scusi, signor Presidente: il collega Antonio Leone cerca di fare la sintesi di uno stato confusionale; tuttavia, nonostante la sua bravura, la confusione, ovviamente, traspare comunque! L'onorevole Antonio Leone suggerisce di compiere un'operazione articolata: egli, infatti, propone di procedere ad un'inversione dell'ordine dei lavori oggi...
ANTONIO LEONE. No, è il contrario!
PRESIDENTE. Onorevole Boccia, veramente l'onorevole Antonio Leone ha proposto prima il rinvio dell'esame del disegno di legge di conversione n. 6063 e poi l'inversione dell'ordine del giorno.
ANTONIO BOCCIA. L'onorevole Antonio Leone propone di trattare questa sera il punto 4 all'ordine del giorno e di riesaminare il punto 2 all'ordine del giorno della seduta odierna domani mattina. Ciò, signor Presidente, mi sembra un po' fuori dal comune, perché, normalmente, l'Assemblea può stabilire un'inversione dell'ordine del giorno; poi, se questa sera l'esame del provvedimento per il quale si chiede l'inversione non dovesse essere ultimato, sarà rinviato a domani mattina, ed allora, a questo punto, nella parte antimeridiana della seduta di domani dovremmo procedere ad una nuova inversione dell'ordine del giorno.
ELIO VITO. No!
ANTONIO LEONE. Lo stato confusionale è il suo!
ANTONIO BOCCIA. Infatti, signor Presidente, in quest'aula c'è una maggioranza che decide di inserire argomenti all'ordine del giorno, di chiedere un'ora di sospensione della seduta perché i provvedimenti non hanno la copertura finanziaria e, infine, di chiedere una sospensione di 15 minuti perché bisogna riunire il Comitato dei nove...! Se vogliamo continuare in questa maniera, signor Presidente, allora tutto è possibile; tuttavia, mi affido a lei, affinché porti un po' d'ordine a favore di tutta la Camera, oltre che della maggioranza!
PRESIDENTE. Onorevole Boccia, vorrei segnalarle che io ho solo il compito di mettere in chiaro le proposte avanzate. La prima è quella di rinviare a domani l'esame del disegno di legge di conversione n. 6063, al fine di consentire al Comitato dei nove della Commissione agricoltura, nonché alla Commissione bilancio, di esprimersi in modo che la Camera dei deputati sia in grado di affrontare l'esame del provvedimento sulla base di un'istruttoria completa.
ANTONIO BOCCIA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Onorevole Boccia, mi sembrava che fosse tutto chiaro.
ANTONIO BOCCIA. Signor Presidente, lei non ha chiarito una mia osservazione...
PRESIDENTE. Onorevole Boccia, di solito, capisco... Comunque, ha facoltà di parlare.
ANTONIO BOCCIA. La questione del rinvio dell'esame del provvedimento a domani è stata compresa.
ANTONIO LEONE. Si riprende dal decreto-legge!
ANTONIO BOCCIA. Infatti, il semplice rinvio non stabilisce l'ordine del giorno della seduta di domani.
PRESIDENTE. Per ciò che mi riguarda, penso che debba riprendere l'iter del provvedimento il cui esame si interrompe questa sera. Se l'onorevole Antonio Leone ha qualche altra idea in merito, la esponga ed io ascolterò eventuali proposte.
ANTONIO LEONE. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANTONIO LEONE. Signor Presidente, penso che lo «stato confusionale» forse non lo abbia prodotto soltanto la mia proposta.
PRESIDENTE. Onorevole Antonio Leone, mi permetto di esprimere, come si dice in tribunale, una «rispettosa riserva», nel senso che se si comincia l'esame del provvedimento inserito al quarto punto dell'ordine del giorno della seduta odierna, la logica è nel senso della sua prosecuzione; in seguito si porrà un altro argomento all'ordine del giorno, che ora sarebbe differito. Ma ciò potrebbe essere richiesto domani, e «del diman non v'è certezza». Domani constateremo dunque se sarà avanzata una richiesta di inversione dell'ordine del giorno, ma la logica - ripeto - è la prosecuzione; semmai, le relative motivazioni saranno addotte nella giornata di domani.
Passiamo alla votazione della proposta di inversione dell'ordine del giorno; si procederà anche in questo caso con votazione elettronica senza registrazione di nomi.
SERGIO SABATTINI. Si va a casa!
RENZO INNOCENTI. A casa!
PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, vi prego di fare attenzione: ci vuole un po' di serenità!
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del testo unificato dei progetti di legge d'iniziativa dei deputati Lucidi ed altri; Cento; Pistone; Misuraca e Amato; Molinari; Stucchi; Nespoli ed altri; Ascierto e La Russa; Marras e Vitali; Pezzella; d'iniziativa del Governo: Disposizioni in materia di sicurezza sussidiaria.
La seduta, sospesa alle 17, è ripresa alle 17,20.
ANTONIO BOCCIA. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANTONIO BOCCIA. Signor Presidente, so che il collega Michele Ventura ha chiesto la parola: gliela cederei volentieri, perché intendevo sollevare la stessa questione.
PRESIDENTE. Onorevole Boccia, lei è un vero signore...
MICHELE VENTURA. Signor Presidente, mi è sembrato singolare che si svolgessero i lavori in Assemblea, con relative votazioni in concomitanza con i lavori della Commissione bilancio, che non è stata sconvocata. Eravamo riuniti in quella sede per esprimere dei pareri, peraltro in una situazione di grande difficoltà. La scorsa settimana, infatti, abbiamo dovuto lavorare per esprimere i pareri durante i ritagli di tempo, e nella giornata di oggi, con riferimento ad un provvedimento importante quale quello relativo al settore agricolo, ci siamo trovati a constatare l'assenza di copertura finanziaria sul primo articolo e sull'articolo 5-bis che - onorevoli colleghi, vorrei ricordarlo mentre si svolge l'assemblea della FAO - riguarda gli aiuti alimentari ai paesi bisognosi.
PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Michele Ventura. Ho già detto poco fa che tra le programmazioni e le azioni c'è sempre un certo iato, una certa differenza.
DONATO BRUNO, Presidente della I Commissione. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
DONATO BRUNO, Presidente della I Commissione. Signor Presidente, intervengo solo per far presente a lei e all'Assemblea che non siamo in condizione di iniziare l'esame del provvedimento: oggi, infatti, in sede di Comitato dei nove è stato esaminato solo qualche emendamento e ci siamo riservati di concludere l'esame del provvedimento nella giornata di domani. Ciò nella convinzione che, probabilmente, la trattazione degli altri argomenti iscritti all'ordine del giorno avrebbe occupato non solo la giornata odierna, ma anche quella di domani.
ANTONIO BOCCIA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANTONIO BOCCIA. Signor Presidente, non vorrei ripetermi perché, tra l'altro, il collega Antonio Leone mi riprende: debbo, tuttavia, rilevare che lo stato confusionale, a questo punto, è totale.
questa situazione di difficoltà. Se si continua ad andare avanti in questa maniera - ha ragione il collega Innocenti -, vuol dire che c'è un problema di programmazione dei lavori. Siamo in una situazione veramente difficile.
PRESIDENTE. Se lei avanza una richiesta in tal senso, onorevole Boccia, io naturalmente vi darò corso. Tuttavia, desidero ricordarle che, quando nella Conferenza dei presidenti di gruppo vengono indicati gli argomenti da inserire all'ordine del giorno, non si emana un decreto - per così dire - immediatamente attuativo, ma si compie una valutazione prognostica circa la possibilità di esaminarli. Lo dico come se fossi un deputato seduto nell'emiciclo. Questo è ciò che succede. Io partecipo spesso alle riunioni della Conferenza dei presidenti di gruppo: è così che si fa un programma di massima.
DONATO BRUNO, Presidente della I Commissione. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
DONATO BRUNO, Presidente della I Commissione. Signor Presidente, oggi, in Commissione, oltre al rappresentante del Governo, erano presenti anche i rappresentanti dell'opposizione. Insieme abbiamo stabilito e deciso quanto ho riferito poc'anzi: vi era la collega Lucidi, che in questa vicenda è stata molto attiva, e vi erano altri colleghi.
PRESIDENTE. Mi pare che la precisazione del presidente Bruno, nella sua chiarezza e semplicità, non fosse necessaria. In considerazione di quanto ha già affermato il collega Bruno, mi sentirei di prenderne atto e di aggiornare la seduta per doverosità di conoscenza e, addirittura, di approfondimento della materia da portare all'attenzione dell'Assemblea; conseguentemente, di rinviare l'esame del testo unificato in materia di sicurezza sussidiaria a domani.
ANTONIO BOCCIA. Signor Presidente, lei mi mette in difficoltà, perché è chiaro che, se l'opposizione sta facendo ostruzionismo, perché - come lei sa - una legge vergognosa, quella sulla riforma elettorale, è in itinere, noi non dovremmo essere accondiscendenti.
PRESIDENTE. La ringrazio, ma penso che, oltre alla gentilezza, in questo caso vi sia anche il dovere della conoscenza degli elementi che la Camera deve valutare. Quindi, prendo atto di tale gentile espressione di volontà e rinvio il seguito del dibattito sul testo unificato in materia di sicurezza sussidiaria ad altra seduta.
RENZO INNOCENTI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
RENZO INNOCENTI. Signor Presidente, intervengo sull'ordine - lo dico tra virgolette - dei lavori (sui possibili lavori) per chiederle qualche lume. Non è possibile convocare la Camera dei deputati con un ordine del giorno e, dopo due ore e mezzo, essere ancora a discutere di cosa fare.
PRESIDENTE. Ci si avvia verso la notte...
RENZO INNOCENTI. Esatto, e proprio perché ci si avvicina al periodo notturno sarebbe opportuno sospendere i lavori rinviando alla seduta di domani, in modo che il Governo e la maggioranza decidano tra loro cosa vogliono fare, tra i vari temi riguardanti le questioni dell'agricoltura, degli infortuni domestici e dei problemi della sicurezza, che sono, poi, i problemi dei cittadini. Decidano loro, perché mi sembra che lo stato di confusione continui ad albergare in chi sottopone inutilmente all'attenzione dell'Assemblea provvedimenti - siamo già al terzo - che non è possibile esaminare.
PRESIDENTE. Onorevole Innocenti, i casi sono due: o lei avanza una richiesta formale, ed io la metto in votazione, o si tratta di un'esortazione a far sì che l'ordine del giorno venga considerato nella sua articolazione. In questo caso, posso dirle che al primo punto dell'ordine del giorno vi è lo svolgimento di interrogazioni ed al secondo punto la conversione in legge del decreto-legge in materia di agricoltura che, come abbiamo sentito poco fa, onorevole Innocenti, presentava alcuni problemi che la Commissione non era pronta a risolvere. Quindi, l'ordine del giorno ha seguito il suo iter.
ANTONIO LEONE. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANTONIO LEONE. Signor Presidente, desidero associarmi alla richiesta del collega Innocenti, non omettendo però di ricordare che sostanzialmente siamo arrivati a trattare un punto dell'ordine del giorno che era quello per il quale avevamo chiesto l'inversione: il provvedimento sugli infortuni domestici. Ci siamo arrivati naturalmente. Nonostante ciò, a nome del gruppo, ma ritengo anche a nome degli altri colleghi della maggioranza, ci associamo alla richiesta del collega Innocenti finalizzata al rinvio del dibattito alla seduta di domani.
RENZO INNOCENTI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
RENZO INNOCENTI. Signor Presidente, vorrei rispondere positivamente al suo invito a ritirare la proposta da me formulata, così come aveva fatto prima il collega Boccia. Il collega Leone, mi ha però preceduto. Comunque, io accedo alla sua richiesta, Presidente.
PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Innocenti. Lei quindi non insiste nella sua richiesta.
ANTONIO BOCCIA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANTONIO BOCCIA. Signor Presidente, la ringraziamo per la sua pazienza, tuttavia lei dovrebbe risolvere un ultimo problema. L'Assemblea oggi pomeriggio è stata chiamata a votare su un'inversione dell'ordine del giorno, per procedere alla discussione del provvedimento iscritto al punto 4. L'Assemblea ha però respinto tale proposta, stabilendo di non voler accedere a quell'inversione e quindi di non voler passare all'esame del provvedimento iscritto al punto 4 dell'ordine del giorno.
PRESIDENTE. Lo stato confusionale non costituisce, come gli stati emotivi e passionali, un discrimine: è come se non ci fosse! Quello che posso dirle è che l'Assemblea ha respinto con votazione la proposta di inversione dell'ordine del giorno. Abbiamo poi ascoltato il presidente della I Commissione, onorevole Bruno, il quale, facendo il suo dovere, ha detto che la Commissione non era in grado di dare corso all'esame del provvedimento di sua competenza. Quindi il provvedimento iscritto al punto 4 dell'ordine del giorno non è stato bocciato, per così dire, ai fini del suo esame; la sua trattazione rappresenta la conseguenza del fatto che il presidente della I Commissione ha segnalato l'impossibilità di procedere nell'esame del provvedimento precedente (quello iscritto al punto 3 dell'ordine del giorno). Si tratta non di una bocciatura, bensì della prosecutio normale dell'ordine del giorno.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge di iniziativa dei deputati Volontè ed altri; Cordoni ed altri; Gazzara ed altri: Modifiche alla legge 3 dicembre 1999, n. 493, recante norme per la tutela della salute nelle abitazioni e istituzione dell'assicurazione contro gli infortuni domestici.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del testo unificato.
ANGELO SANTORI, Relatore. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANGELO SANTORI, Relatore. Signor Presidente, credo che ci troviamo nelle medesime condizioni dei provvedimenti precedentemente affrontati (Applausi polemici dei deputati dei gruppi dei Democratici di sinistra-L'Ulivo, della Margherita, DL-L'Ulivo e di Rifondazione comunista)... Signor Presidente, se i colleghi hanno un po' di pazienza...!
PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, lasciate parlare il collega relatore! Vedo che suscita non so se entusiasmo o rammarico!
ANGELO SANTORI, Relatore. Signor Presidente, il provvedimento è giunto all'esame dell'Assemblea senza la preventiva acquisizione del parere della Commissione bilancio. Tale parere adesso è pervenuto ed è contrario (Commenti dei deputati dei gruppi dei Democratici di sinistra-L'Ulivo, della Margherita, DL-L'Ulivo e di Rifondazione comunista - Si ride). Vorrei rivolgermi ai colleghi della sinistra...
PRESIDENTE. Colleghi, il senso dell'umorismo aiuta, ma vi è un limite! Io lo pratico largamente e quindi lo comprendo, ma, onorevoli colleghi, lasciate parlare il collega relatore!
ANGELO SANTORI, Relatore. Signor Presidente, le chiedo di sospendere l'esame del provvedimento per consentire al Comitato dei nove di riunirsi e di esprimersi su un emendamento presentato dalla Commissione, sul quale si dovrà acquisire nuovamente il parere della Commissione bilancio. Altrimenti non sì può procedere.
PRESIDENTE. Onorevole relatore, credo che la sua proposta di sospendere l'esame del provvedimento per consentire al Comitato dei nove di riunirsi sia più che legittima.
SERGIO SABATTINI. No, Presidente!
PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, se permettete, ho il potere di decidere sulla richiesta di sospendere i nostri lavori!
TEODORO BUONTEMPO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. A che titolo ?
TEODORO BUONTEMPO. Sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
TEODORO BUONTEMPO. Signor Presidente, considerata la situazione, credo sia opportuno che si riunisca la Conferenza dei presidenti di gruppo per decidere in che modo procedere nei nostri lavori, se è il caso, o di aggiornare la seduta a domani con un nuovo ordine del giorno.
ELENA EMMA CORDONI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ELENA EMMA CORDONI. Signor Presidente, il relatore ha proposto la sospensione dei lavori (lei ha preannunciato di voler accedere a tale proposta) per consentire al Comitato dei nove di valutare un emendamento.
PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, vorrei proseguire nell'esame...
GAETANO PECORELLA, Presidente della II Commissione. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GAETANO PECORELLA, Presidente della II Commissione. Signor Presidente, se può essere utile per i lavori dell'Assemblea, vorrei segnalarle che il provvedimento di competenza della Commissione giustizia, iscritto al punto 5 dell'ordine del giorno, che reca la delega al Governo per il riordino della disciplina in materia di gestione e destinazione delle attività e dei beni sequestrati o confiscati ad organizzazioni criminali, è pronto per essere esaminato dall'Assemblea.
RENZO INNOCENTI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
RENZO INNOCENTI. Signor Presidente, in questa sede non si può seguire una logica, per così dire, da supermercato, del tipo: scegliete la migliore offerta che c'è in giornata! Tutti abbiamo rispetto di questa istituzione e quindi, signor Presidente, le chiedo di valutare con serietà l'opportunità di concludere definitivamente i nostri lavori odierni. Infatti, siamo di fronte ad una situazione di indecisione completa ed all'ennesima prova che anche su un altro provvedimento il Governo e la maggioranza non sono in grado di procedere.
18, utilizziamo la restante parte del pomeriggio per istruire meglio i provvedimenti da esaminare nella giornata di domani.
LUCA VOLONTÈ. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
LUCA VOLONTÈ. Signor Presidente, come precedentemente affermato dall'onorevole Antonio Leone, prendo atto con rammarico dell'impossibilità di procedere nei nostri lavori. Ritengo che questo tempo possa essere utile alle Commissioni di merito per preparare nel migliore dei modi i provvedimenti da esaminare nella giornata di domani, affinché sia più proficua di quella odierna.
PRESIDENTE. Ritengo che le circostanze non consentano di adottare una soluzione diversa da quella sollecitata da più parti. Riferirò comunque al Presidente della Camera quanto accaduto oggi e, se egli riterrà di convocare la Conferenza dei presidenti di gruppo, lo farà secondo le proprie valutazioni.
PRESIDENTE. Il Presidente del Consiglio dei ministri ha presentato alla Presidenza il seguente disegno di legge, che è assegnato, ai sensi dell'articolo 96-bis, comma 1, del regolamento, in sede referente, alle Commissioni riunite V (Bilancio) e IX (Trasporti):
Il suddetto disegno di legge, ai fini dell'espressione del parere previsto dal comma 1 del predetto articolo 96-bis, è altresì assegnato al Comitato per la legislazione.
PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.
Mercoledì 19 ottobre 2005, alle 10:
(ore 10 e ore 17)
1. - Seguito della discussione del disegno di legge:
2. - Seguito della discussione del testo unificato dei progetti di legge:
3. - Seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge:
norme per la tutela della salute nelle abitazioni e istituzione dell'assicurazione contro gli infortuni domestici (3011-3192-4668-A).
4. - Seguito della discussione del disegno di legge:
5. - Seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge:
6. - Seguito della discussione della mozione Lucidi ed altri n. 1-00486 concernente misure a sostegno del personale addetto agli istituti penitenziari.
(ore 15)
7. - Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.
La seduta termina alle 17,50.
Con il decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 112 - ed, in particolare, con gli articoli 93, comma 1, lettera g), e 94, comma 2, lettera a) -, sono state specificate le funzioni mantenute dallo Stato in materia di criteri generali per l'individuazione delle zone sismiche e per la formulazione di norme tecniche finalizzate alla costruzione di edifici nelle medesime zone. Contestualmente, sono stati individuati i compiti delle regioni in materia di individuazione, formazione ed aggiornamento degli elenchi delle zone sismiche. La mappa relativa alla pericolosità sismica di cui all'ordinanza n. 3274 citata, non è tuttavia una mappa del rischio terremoti, poiché la mappa di pericolosità sismica valuta l'attitudine di un territorio a provocare sismi con una determinata frequenza e con determinate caratteristiche di scuotimento, mentre in una mappa di rischio terremoti si prendono in esame anche le caratteristiche delle costruzioni presenti sul territorio.
Per quanto riguarda il Belice, la nuova mappa di pericolosità indica valori di scuotimento massimo atteso, PGA (Peak Ground Acceleration), tale per cui molti tra i comuni originariamente classificati di prima zona potrebbero essere inseriti nella seconda o terza zona.
Le ragioni per le quali la classificazione del Belice sarebbe stata ridimensionata sono dovute alla circostanza che, fin dall'inizio degli anni Ottanta, la classificazione del territorio seguiva un iter molto semplice, per cui venivano semplicemente classificati i comuni che avevano subito alcuni danni rilevanti in conseguenza di un sisma recente, tanto che la prima tassonometria si è basata soltanto sull'elencazione
Il Belice è stato colpito soltanto dal terremoto del 1968 e da eventi sismici minori, mentre - per citare un altro territorio della regione siciliana - l'area iblea è stata colpita da immani e ripetute catastrofi sismiche nel 1169, nel 1542, nel 1693 e nel 1818, per citare solo le principali.
Le nuove tecniche, quindi, si propongono di rappresentare in maniera corretta le differenze tra le varie aree del territorio nazionale, tenendo conto della probabilità di accadimento di futuri forti terremoti. Tuttavia, come è noto, a decidere è la regione Sicilia, poiché le indicazioni fornite con l'ordinanza n. 3274 del 2003 costituiscono criteri ai quali le regioni possono attenersi o meno.
Il sottosegretario Ventucci ha voluto confermare in questa sede che l'orientamento è quello di tenere conto delle nuove e più recenti tecniche.
Secondo questi studi, l'area del Belice dovrebbe essere declassata dalla prima alla terza categoria nella scala di rischio. Credo che ciò sia molto pericoloso perché, pur rispettando le indicazioni di natura scientifica, per noi rimane ancora molto forte il ricordo di ciò che è accaduto il 15 gennaio 1968, quando morirono circa 300 persone, vi furono 80 mila sfollati e paesi totalmente distrutti. Vorrei ricordare Gibellina, che venne totalmente distrutta dal terremoto.
Signor sottosegretario, le confermo tutte le nostre preoccupazioni. Mi rassicura il fatto che, su questa materia, l'ultima parola la dovrà dire la regione siciliana, che dovrà riprendere i criteri elaborati dall'Istituto nazionale e, poi, definire la propria mappa di rischio sismico.
Vorrei, però, utilizzare questo tempo anche per ribadire un'esigenza: quella di completare la ricostruzione del Belice. Lo ripeto: si parla di un terremoto che si è verificato nel 1968 e, ancora oggi, ci sono comuni non completati.
Quando parliamo di ricostruzione del Belice bisogna superare un luogo comune, ossia che quest'area non è stata ricostruita perché vi sono stati sperperi e negligenze. Basta leggere, invece, il documento dell'apposita Commissione parlamentare redatto nella precedente legislatura, che conferma, dopo un'attenta analisi sulle risorse assegnate a quel territorio, che il Belice ha avuto molto meno rispetto alle altre aree. Ad esempio, possiamo dire che al Belice è stato dato un terzo rispetto a quanto è stato destinato al Friuli. Quindi, nella precedente legislatura, tale Commissione ha rilevato che l'intero paese ha questo debito morale nei confronti del Belice. Ed è questa un'occasione per anticipare la nostra battaglia.
Nel corso dell'esame della legge finanziaria di quest'anno presenteremo alcuni emendamenti al riguardo. Sappiamo che il Governo lo scorso anno è stato ampiamente disattento e che non è stata stanziata alcuna risorsa per il completamento, nel Belice, sia delle infrastrutture pubbliche sia, soprattutto, della ricostruzione del patrimonio edilizio abitativo.
Porteremo avanti questo nostro impegno. Abbiamo voluto cogliere questa occasione per esprimere preoccupazione rispetto
Chiedo scusa all'onorevole Abbondanzieri, ma sto ripetendo un concetto che ho espresso qualche minuto fa su analoga interrogazione.
Al fine, quindi, di fornire alle regioni i criteri generali sulla classificazione sismica e di predisporre un assetto normativo in materia, nelle more dell'espletamento degli adempimenti previsti dal predetto decreto legislativo n. 112 del 1998, con decreto del sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri n. 4485 del 4 dicembre 2002, è stato nominato un gruppo di lavoro composto da esperti ed illustri rappresentanti della comunità scientifica.
Sulla base dei risultati ottenuti dall'attività di studio del predetto gruppo di lavoro, in data 20 marzo 2003 è stata emanata l'ordinanza di protezione civile n. 3274, recante «primi elementi in materia di criteri generali per la classificazione sismica del territorio nazionale e di normative tecniche per le costruzioni in zona sismica», successivamente modificata dall'ordinanza n. 3316 del 2 ottobre 2003.
Lo strumento dell'ordinanza, dichiaratamente connesso a situazioni di necessità e di urgenza, è stato scelto proprio per porre rimedio, senza ulteriori indugi, ad una situazione di carenza di sicurezza per la popolazione per il rischio sismico della nostra nazione.
L'importanza primaria della prevenzione, anche attraverso costruzioni idonee che proteggano i cittadini dalle conseguenze distruttive dei fenomeni sismici, è un primario obiettivo per evitare situazioni come quelle tristemente note alla nostra memoria.
Non si può negare, infatti, che sia la normativa tecnica sia la classificazione sismica vigente prima dell'emanazione dell'ordinanza n. 3274 risultavano ormai pericolosamente datate e necessitavano di un tempestivo aggiornamento.
Infatti, l'ordinanza n. 3274 è frutto di un lavoro estremamente complesso, in quanto non si tratta di una mera traduzione del codice europeo, ma di una semplificazione e di un adeguamento alla specifica situazione italiana, per favorire
La sperimentazione e l'applicazione delle norme ha fornito un ulteriore contributo per il perfezionamento del quadro normativo, che, sulla base delle osservazioni pervenute dalle competenti amministrazioni regionali e dal Ministero dei beni e delle attività culturali, è stato ulteriormente modificato con l'emanazione dell'ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri n. 3431 del 3 maggio 2005.
In particolare, la regione Abruzzo ha assicurato il coordinamento delle regioni in materia, trasmettendo al Dipartimento della protezione civile il documento di osservazioni e proposte elaborate dal gruppo di lavoro tecnico interregionale costituito allo scopo.
Del resto, il rilevante grado di complessità tecnico-scientifica della materia e la natura fortemente innovativa del nuovo assetto normativo costituiscono un impulso non indifferente alle necessarie attività di sperimentazione della materia per assicurare linearità e correttezza dei percorsi attuativi della normativa, favorendone, così, la più corretta e proficua applicazione.
Inoltre, sia le regioni sia le categorie professionali interessate hanno sollecitato il Dipartimento della protezione civile per un'ulteriore estensione del periodo di applicazione sperimentale del quadro normativo.
Con l'ordinanza n. 3431 il periodo di cui all'articolo 2, comma 3, dell'ordinanza n. 3274 del 2003 (già prorogato dall'articolo 6, comma 1, dell'ordinanza n. 3379 del 2004) è stato prolungato di ulteriori tre mesi, fino all'agosto 2005.
Per quanto attiene al testo unico concernente le norme tecniche per le costruzioni, esso fornisce i principi generali in materia sismica ed un quadro di riferimento normativo che risulta essere coerente con le specifiche disposizioni tecniche di cui all'ordinanza n. 3274 del 2003.
Infatti, nel capitolo 5.7, recante particolari prescrizioni per la progettazione in presenza di azioni sismiche, è previsto che, nel rispetto dei livelli di sicurezza, si possa fare riferimento anche alle indicazioni tecniche contenute negli allegati 2 e 3 dell'ordinanza n. 3274.
Nel documento di voto del Consiglio superiore dei lavori pubblici (adunanza straordinaria del 30 marzo 2005) si ribadisce che, per quanto riguarda l'analisi e la progettazione in presenza di azioni sismiche, «nel testo si indicano i criteri da seguire per tener conto della peculiarità della risposta ad azioni sismiche, tralasciando tutte le indicazioni di dettaglio relative a particolari soluzioni» che «dovrebbero trovare una più logica collocazione in apposite istruzioni e commentari da aggiornare periodicamente».
Pertanto, il testo unico delle norme tecniche e gli allegati dell'ordinanza n. 3274 del 2003 sono tra loro coerenti poiché forniscono una specifica tecnica utile ai progettisti per la concreta applicazione delle norme tecniche.
Infatti, entrambi i documenti fanno riferimento all'Eurocodice 8, del quale costituiscono sia una sintesi che un adattamento alle peculiari caratteristiche della realtà italiana.
In data 14 settembre 2005 (con pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale del 23 settembre 2005) il ministro delle infrastrutture e dei trasporti, di concerto con il ministro dell'interno ed il capo dipartimento della Protezione civile, ha emesso il decreto ministeriale di approvazione delle norme tecniche per le costruzioni, di cui alla legge 5 novembre 1971, n. 1086, alla legge 2 febbraio 1974, n. 64, al decreto del Presidente della Repubblica 6 giugno 2001, n. 380, ed alla legge 17 luglio 2004, n. 186, di conversione del decreto-legge 28 maggio 2004, n. 136. Le chiedo scusa di tutte queste citazioni, ma rimangono agli atti e potrebbero essere utili ai tecnici che volessero esaminare tale normativa.
Le suddette norme tecniche entreranno in vigore 30 giorni dopo la pubblicazione del suddetto decreto in Gazzetta Ufficiale (ossia il 22 ottobre prossimo venturo).
Il giorno 8 ottobre ultimo scorso è terminato il periodo transitorio previsto
Tuttavia, l'entrata in vigore delle norme tecniche rende facoltativo l'uso delle norme antisismiche dettate dall'ordinanza n. 3274 del 2003, anzi, a partire da tale data, avranno inizio ulteriori 18 mesi di «allineamento tecnico», periodo durante il quale gli operatori del settore potranno fare riferimento anche alla vecchia normativa in materia antisismica.
Nel predetto decreto ministeriale di approvazione delle norme tecniche all'articolo 2 è, inoltre, prevista l'istituzione di una commissione consultiva per il monitoraggio della normativa suddetta anche al fine, previa intesa con la Conferenza unificata, della revisione periodica biennale della stessa norma.
A questo punto credo non abbia importanza dichiararsi soddisfatti o insoddisfatti della risposta. L'interrogazione era di un anno fa: solo per averla trasformata da interrogazione in Commissione, su richiesta della Protezione civile, ad interrogazione in Assemblea ho potuto avere tale risposta dopo un anno. La risposta, per così dire, si è costruita nel corso di questi mesi e, quindi, mi dite oggi quello che vi ho chiesto un anno fa, mettendo insieme una serie di questioni. Sarà pur vero - speriamo - che almeno la risposta servirà da manuale per quanti operano nel settore.
Infatti, l'incongruenza e a volte la complessità dei passaggi, per i vari soggetti che hanno operato intorno all'ordinanza, rendevano per i professionisti e per i cittadini italiani difficile capire quali fossero le norme che dovevano essere utilizzate. Lei infatti ha detto nella sua risposta, signor sottosegretario, che i provvedimenti precedenti all'ordinanza n. 3274 del 2003 erano pericolosamente datati. Noi dobbiamo dire che se quelli erano pericolosamente datati, ciò che è avvenuto dopo è stato pericolosissimo, per tutti coloro che dovevano servirsi delle norme tecniche per costruire. Infatti, prima è stata enfatizzata l'ordinanza ministeriale n. 3274, poi, quando si è andati al contenuto, l'entrata in vigore dell'ordinanza è stata differita di volta in volta, non ultimo ad agosto con il differimento all'8 ottobre, mentre adesso siamo addirittura in un periodo di doppio regime, perché l'ordinanza entra in vigore con la pubblicazione del decreto ministeriale, però sulla base del decreto-legge convertito in legge dalla Camera alla fine di luglio vi è un differimento ulteriore di 18 mesi. Ciò a dimostrazione del fatto che sull'intera partita dell'ordinanza n. 3274 è stata fatta una grande confusione; forse, dico io, è stato fatto anche il mercato dei libri che si sono venduti sull'interpretazione degli allegati e delle norme tecniche (un mercato che probabilmente rispondeva a ben altri interessi!).
Comunque oggi ci auguriamo che i provvedimenti presi nel mese di settembre, di cui lei prima ci ha parlato, portino un po' di chiarezza nel campo dell'utilizzo degli strumenti per le progettazioni, tenendo conto che siamo ancora in presenza di un differimento dell'entrata in vigore definitiva di tutte le disposizioni normative in questione. Credo che la confusione sia derivata dal fatto che, quando si è approvata l'ordinanza n. 3274, si è voluto improvvisare e si è voluto dire che da quel momento cominciava una stagione diversa.
Inoltre, il decreto del Presidente della Repubblica n. 448 del 1988, il decreto legislativo n. 272 del 1989 e l'articolo 275 del decreto del Presidente della Repubblica n. 447 del 1988 prevedono che i minorenni autori di reato possano essere sottoposti anche a misure cautelari non detentive, tra cui quella del collocamento in comunità, disciplinata dall'articolo 22 del decreto del Presidente della Repubblica n. 448 del 1988 e, qualora ne ricorrano le condizioni, a misure di sicurezza, ipotizzate dagli articoli 36 e 37 del medesimo decreto del Presidente della Repubblica n. 448 del 1988. Ambedue le misure - ovvero quelle previste dagli articoli citati - devono essere eseguite presso strutture comunitarie gestite dal privato sociale o direttamente dall'amministrazione della giustizia, anche in collaborazione con gli enti locali.
Oltre a ciò, nell'ordinamento penitenziario e nel relativo regolamento di esecuzione è prevista la possibilità di ricorrere, a norma dell'articolo 11 della legge n. 354 del 1975 e dell'articolo 112 del decreto del Presidente della Repubblica n. 230 del 2000, al ricovero dei detenuti presso strutture specializzate per accertamento delle cure e svolgimento degli accertamenti diagnostici.
La struttura di Castiglione delle Stiviere, pertanto, assolveva alla funzione di polo clinico ove poter valutare da un punto di vista psicodiagnostico una tipologia di utenza caratterizzata da gravi e eclatanti disturbi psicopatologici e nella gestione della quale nessuna risposta territoriale era stata in grado di dare risposte soddisfacenti, sia sul piano della sicurezza sia su quello terapeutico.
Nei confronti di tali casi la struttura era deputata ad effettuare una valutazione diagnostica e ad impostare un trattamento terapeutico riabilitativo da proseguire sul territorio di provenienza dei minorenni ospitati.
La presenza di personale specializzato sanitario ed educativo, inoltre, ha sempre garantito un livello di prestazioni professionalmente qualificato.
Nel semestre di convenzione la comunità ha ospitato complessivamente otto minori, i cui tempi di permanenza si sono diversificati secondo la durata dei provvedimenti emessi nei loro confronti.
Infine, il Dipartimento per la giustizia minorile, al termine del periodo di sperimentazione, non ha proceduto a rinnovare la convenzione con la comunità psichiatrica,
Accogliamo con soddisfazione la chiusura di questa convenzione, perché riteniamo che i minori, anche in presenza di gravi disturbi della personalità, non debbano essere rinchiusi in una struttura caratterizzata da un carattere repressivo e di chiusura, ma debbano essere aiutati a recuperare tali disagi. Pensiamo, infatti, che, in linea di principio, un minore non possa mai essere collocato in un reparto psichiatrico, ma che la risposta a tali disturbi possa essere fornita solo attraverso interventi che prevedano una collocazione in comunità più idonee a garantirne il recupero.
Siamo dunque soddisfatti della fine dell'esperienza di Castiglione delle Stiviere, consapevoli della necessità di interventi terapeutici e diagnostici all'interno del sistema carcerario, nel quale si registra un notevole aumento di situazioni di disagio mentale tra i detenuti.
Adesso, stante la chiusura del reparto psichiatrico, occorrerà verificare cosa accadrà a questi minori e se vi siano le condizioni per la loro accoglienza all'interno di comunità di recupero.
A proposito di reparti psichiatrici, vorrei cogliere l'occasione fornitami da questa interrogazione per segnalare che è preoccupante quello che sta avvenendo, alla luce di una circolare ministeriale, con l'apertura di piccoli ospedali psichiatrici all'interno delle case circondariali. Faccio riferimento anche all'esperienza di Bologna, dove si stanno riproducendo in piccolo, per strutture fino a dieci posti, piccoli ospedali psichiatrici giudiziari diffusi sul territorio, con tutte le caratteristiche repressive e contenitive che certo non sono di aiuto né di recupero per il disagio mentale dei detenuti, ivi costretti.
Per queste ragioni, mentre esprimiamo soddisfazione per la chiusura dell'esperimento di Castiglione delle Stiviere, rimaniamo sconcertati dalla mancata risposta del sottosegretario, perché non abbiamo idea di come i ragazzi vengano aiutati ad uscire dalla loro situazione di disagio. Esprimiamo, altresì, forte preoccupazione per la diffusione di piccoli ospedali psichiatrici giudiziari nelle carceri del nostro paese.
Per quanto riguarda invece il personale amministrativo, la dotazione organica è di cinque unità. Tutte le figure professionali sono presenti, ad eccezione del posto vacante di cancelliere C2.
Per quanto concerne infine il quesito posto, allo stato non sono assolutamente all'esame ipotesi di soppressione dell'ufficio del giudice di pace di Thiene.
La sua risposta è assolutamente rassicurante e credo che l'opinione pubblica locale troverà conforto in merito all'esclusione di questa eventualità. Ricordo, a beneficio delle cronache, che l'area interessata dall'ufficio in questione comprende un elevato numero di abitanti, circa 60 mila, ed è comparabile con altre aree del nostro paese dove, in comprensori simili, sono insediati addirittura tribunali o sezioni distaccate di essi.
Quindi, è congruo e naturale che il contenzioso che può nascere in quest'area, che ha visto anche un notevole sviluppo economico ed imprenditoriale, trovi adeguata compensazione e soluzione con la presenza di un giudice di pace come quello di Thiene, molto apprezzato dalla comunità locale. Quindi, non posso che dichiararmi soddisfatto della risposta, ringraziando nuovamente il sottosegretario per l'attenzione che ha voluto prestare a tale questione.
Per quanto riguarda la situazione dell'edilizia giudiziaria di Salerno, si fa presente che gli uffici giudiziari sono distribuiti in 12 diverse sedi e che tale situazione di frammentazione, di per sé negativa, viene aggravata dallo stato di manutenzione, oltremodo carente.
Va comunque precisato che, ai sensi della legge n. 392 del 1941, rientra nelle competenze del comune reperire locali idonei e rispondenti alla normativa vigente per l'esercizio dell'attività giudiziaria.
Il Ministero della giustizia ha più volte sollecitato il comune a predisporre un piano unitario di tutte le esigenze strutturali degli uffici giudiziari, per fissare le priorità ed evitare il dispendio di risorse economiche.
La competente direzione generale ha peraltro destinato molte risorse economiche - solo per la costruzione della nuova cittadella della giustizia (in corso di realizzazione) sono stati stanziati 140 miliardi e 700 milioni di vecchie lire (per un controvalore in euro di 72,665 milioni), mentre per l'edificio sito in via Rafasia sono stati stanziati 14 miliardi e 280 milioni di vecchie lire (per un controvalore in euro pari a 7,375 milioni) - per la costruzione, ristrutturazione e manutenzione delle varie sedi e per l'adeguamento delle stesse alla legge n. 626 del 1994, con finanziamenti previsti dalla legge n. 119 del 1981 e successive modificazioni.
In merito alla situazione dell'edificio denominato Vicinanza, ubicato in corso Garibaldi, si precisa che detto immobile è di proprietà comunale ed è adiacente al Palazzo di giustizia ed in esso sono ubicati gli uffici del tribunale civile e una scuola elementare.
Di fronte alla necessità di reperire ulteriori locali da destinare all'attività giudiziaria
Il comune ha deliberato per l'immobile Vicinanza diversi interventi di ristrutturazione straordinaria.
A seguito delle prove di carico strutturale effettuate dagli uffici tecnici del comune di Salerno nell'edificio Vicinanza, è stata riscontrata una situazione «preoccupante» che ha reso necessarie ulteriori indagini per decidere gli interventi necessari, al fine di rendere sicuri i due piani di calpestio.
Sono state eseguite due relazioni sullo stato dei materiali, a seguito delle quali la commissione di manutenzione ha deliberato l'istituzione di un'apposita commissione di valutazione tecnica, composta da due tecnici dell'università di Salerno (professori Ciro Faella e Vincenzo Piluso), da un tecnico rappresentante del comune (professor Brigante) e dall'architetto Scarcella, del Ministero della Giustizia, per la verifica dei solai.
La commissione di valutazione, il 12 febbraio 2005, ha depositato una relazione, con la quale ha concluso (cito testualmente) «di poter rimuovere ogni riserva in ordine alla agibilità ed utilizzabilità dei locali dell'edificio Vicinanza, per la parte ispezionata e verificata attinente le zone occupate degli uffici giudiziari».
La Corte di appello di Salerno, con nota del 22 aprile 2005, ha riferito che i lavori di ristrutturazione straordinaria dell'istituto Vicinanza, nella parte occupata dal tribunale, sarebbero iniziati nel luglio 2005.
La commissione di manutenzione ha chiesto al comune di Salerno l'assegnazione di altri spazi che consentissero di procedere alla predetta ristrutturazione mediante un trasloco temporaneo, individuando come soluzione ottimale l'acquisizione della parte dell'edificio Vicinanza destinata alla struttura scolastica. Tale soluzione è stata però ritenuta non praticabile dal comune di Salerno, che si è impegnato ad effettuare un'indagine per individuare altri spazi, possibilmente nelle vicinanze del Palazzo di giustizia.
Il Ministero della giustizia, in relazione ai lavori di ristrutturazione straordinaria dell'edificio Vicinanza (previsti per l'inizio di luglio 2005), con nota del 1o luglio 2005, ha sollecitato il comune di Salerno a fornire notizie sulle soluzioni da adottare per reperire gli spazi e assicurare lo svolgimento delle attività di giustizia e, in particolare, circa la possibilità di mettere a disposizione un compendio immobiliare, denominato Gallotta, indicato dall'amministrazione comunale stessa come possibile sede di alcuni uffici.
Il predetto comune, con nota del 1o settembre 2005, ha comunicato che l'intervento di valutazione straordinaria dell'edificio Vicinanza è iniziato il 4 luglio 2005 e che sono stati completati i lavori riguardanti l'intero piano terra, mentre sono ancora in corso quelli relativi al primo piano, ed ha assicurato che la normale attività giudiziaria non ha subito interruzioni in quanto non è stato necessario trasferire alcun ufficio.
Con la stessa nota, il sindaco ha informato di aver sollecitato la soluzione che prevede l'utilizzazione del complesso Gallotta, interessando direttamente il presidente della regione Campania, il quale, con nota del 20 luglio 2005, «ha assicurato piena disponibilità per una positiva soluzione del problema posto».
Per quanto riguarda la distribuzione dei locali tra i diversi uffici giudiziari, si precisa che l'amministrazione centrale non può disporre in merito all'assegnazione dei locali esistenti a livello periferico, in quanto la gestione degli spazi e la razionale utilizzazione delle risorse strumentali è delegata alla competente commissione di manutenzione, composta da personale di magistratura, di cancelleria e dal rappresentante del Foro.
La ripartizione del personale amministrativo, invece, rientra nelle competenze del capo dell'ufficio, il quale dispone, con ordine di servizio, l'assegnazione del personale nelle varie sezioni dell'ufficio giudiziario.
Per quanto concerne, infine, la situazione logistica e strutturale delle sezioni del tribunale di Salerno, la competente direzione generale ha avviato un'indagine conoscitiva atta ad individuare se sussistano i margini per l'eventuale soluzione ai problemi esposti dagli onorevoli interroganti.
L'interrogazione in esame ha posto in evidenza alcuni aspetti. In primo luogo, l'ufficio di manutenzione, in contrapposizione con ciò che la camera degli avvocati civili di Salerno ha richiesto, assegna sistematicamente i locali alla procura della Repubblica, ultimamente anche il locale, citato poc'anzi dal sottosegretario Valentino, ubicato in via Rafasia. In secondo luogo, l'interrogazione ha posto in rilievo che il comune è inadempiente in quanto per legge spetterebbe allo stesso destinare i locali.
Desidero fare una piccola contestazione a quanto dichiarato dal sottosegretario Valentino. A mio avviso, non è vero che gli uffici giudiziari hanno funzionato pienamente perché il tribunale civile, che si è visto assegnare locali solo per il 10 per cento dei metri quadrati disponibili, è stato costretto a tenere le proprie udienze in due stanzette, con l'evidente conseguenza di trovarsi spesso nella condizione di dover interrompere lo svolgimento delle proprie attività.
Non è possibile che a Salerno il 90 per cento degli spazi esistenti vada alla procura della Repubblica e il rimanente 10 per cento al tribunale civile. Ciò è certamente responsabilità dell'ufficio di manutenzione. Ho attentamente ascoltato gli impegni assunti dal Governo e quanto si è fatto finora a tale riguardo. Mi auguro che questo «benedetto» ufficio di manutenzione la smetta di porsi in posizione subordinata rispetto alla procura e assegni alla parte civile, non dico quello che gli spetterebbe perché sarebbe un sogno, ma almeno qualche migliaio di metri quadrati in più in termini di locali.
Sospendo la seduta, che riprenderà alle 15.
Pertanto i deputati complessivamente in missione sono ottantanove, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.
Ricordo che nella seduta di ieri si è conclusa la discussione sulle linee generali.
Avverto che prima dell'inizio della seduta sono stati ritirati gli emendamenti 1-ter.100, 2.100, 7.100 e 8.100 e l'articolo aggiuntivo 1-ter.0100 del Governo.
Poiché è stata chiesta la votazione nominale mediante procedimento elettronico, darò ora i venti minuti ...
Per consentire il decorso del termine regolamentare di preavviso, sospendo la seduta, che riprenderà alle 15,30.
Avverto che le proposte emendative presentate sono riferite agli articoli del decreto-legge, nel testo recante le modificazioni apportate dalla Commissione (vedi l'allegato A - A.C. 6063 sezione 4).
Avverto, altresì, che non sono state presentate proposte emendative riferite all'articolo unico del disegno di legge di conversione.
Avverto che la Presidenza, ai sensi dell'articolo 86, comma 1 e 96-bis, comma 7, del regolamento non ritiene ammissibile la seguente proposta emendativa, già dichiarata inammissibile in Commissione: Zanella 8.2, concernente l'incremento del Fondo unico di amministrazione del Ministero delle politiche agricole e forestali. Devono, altresì, ritenersi inammissibili gli articoli aggiuntivi Rava 3.01 e Borrelli 3.02, di contenuto analogo, non previamente presentati in Commissione.
Avverto che la Presidenza, ai sensi dell'articolo 86, comma 1, e 96-bis, comma 7, del regolamento non ritiene ammissibili le seguenti proposte emendative non esaminate in Commissione: Nardini 1.062, relativa alla regolarizzazione degli obblighi previdenziali e contributivi; Masini 1-ter.70, Bellotti 1-ter.64, limitatamente alle lettere a) e b) del capoverso 7-ter, volte a prevedere il coinvolgimento del commissario ad acta anche con riferimento all'UNIRE e dell'ente irrigazione per la Puglia, la Lucania e l'Irpinia; Molinari 1-ter.060, volta a prevedere un contributo straordinario in favore dell'ente irrigazione per la Puglia, la Lucania e l'Irpinia; Bellotti 1-ter.061, trasferimento di patrimonio all'Istituto sviluppo agroalimentare (ISA) ad opera di Sviluppo Italia; Grillo 2.63, relativa all'istituzione di un Osservatorio permanente della cooperazione agricola ed agroalimentare italiana fra le organizzazioni nazionali della cooperazione agricola riconosciute; Marcora 2-bis.060 e 2-bis.061, volte ad apportare modifiche al comma 27 dell'articolo 10 del decreto-legge n. 49 del 2003, convertito con modificazioni dalla legge n. 119 del 2003, in materia di modalità di applicazione delle disposizioni relative al riequilibrio tra quota assegnata e produzione conseguita da ciascun produttore di latte; Losurdo 5.01, Borrelli 5.02 e 5.04, nonché Marcora 5.03, relative alle modalità di adozione del Piano
Abbiamo ricevuto la nota del Servizio Assemblea che ci informa della presentazione di alcuni emendamenti al testo. Come lei e i colleghi sanno, il regolamento prevede la possibilità che gli emendamenti vengano presentati anche durante l'esame in aula del provvedimento cui si riferiscono, ma che di ciò siano portati a conoscenza i singoli deputati, i quali devono poter prendere visione delle ulteriori proposte emendative e valutare se sia il caso di presentare subemendamenti. La comunicazione via fax è giunta alle 16,06 ed il termine per la presentazione dei subemendamenti è stato fissato per le 16,30: 24 minuti sono sinceramente troppi...! La pregherei di ridurli ancora, in modo tale che la prossima volta non vi sia alcuna trasmissione ma una semplice comunicazione! Al di là della battuta (mi creda, lo faccio con amarezza e per creare distensione nel clima), abbiamo raggiunto livelli di insopportabilità.
Qualcuno potrebbe sostenere che di tale situazione si era già a conoscenza in sede di Comitato dei nove, ma questo aspetto riguarda un diverso profilo di rapporti. Ora siamo di fronte ad un'altra esigenza: si deve dare l'opportunità all'Assemblea di subemendare il testo e, per questo, la pregherei di fissare un termine congruo; mi permetto di suggerire alle 18,30, ma valuti lei come regolarsi al riguardo.
Comunque, onorevole Innocenti, mi riservo di fornirle successivamente una risposta sul termine al quale lei ha fatto riferimento.
Lei avrà sicuramente davanti a sé un elenco di colleghi iscritti a parlare sul complesso degli emendamenti e potrà tranquillamente osservare, procedendo ad un computo dei tempi, che saremo impegnati almeno per un paio d'ore, e che quindi le votazioni non inizieranno sicuramente prima. Dunque, non si comprende il motivo di tempi così ristretti! Non ve ne è nemmeno l'esigenza. È proprio una questione di cultura, Presidente: come fare per conculcare i diritti dell'opposizione! Noi su questo dobbiamo in qualche modo protestare e chiedere a lei di rivedere la decisione.
Le osservazioni svolte dal collega Innocenti - che ho acquisito salendo questo «dilettoso monte», che mi fa molto onore - mi trovano consenziente nel senso di ritenere opportuno che vi sia il tempo necessario e sufficiente per la valutazione degli emendamenti presentati e per la eventuale presentazione di subemendamenti. A tale proposito, differisco fino alle 18 il termine precedentemente fissato. Ritengo si tratti di un tempo sufficiente. Non vi è quindi la volontà di conculcare alcunchè.
Anche se la vita parlamentare attraversa un momento difficile - difficile e bello -, nessuno deve considerare taluni più o meno in malafede di altri; la regola è quella della reciprocità!
Ebbene, anche in tal caso mi permetto di sottolineare come, sinceramente, non si comprenda da cosa sia ispirata la programmazione dei lavori dell'Assemblea; infatti, ogni volta, ci troviamo dinanzi ad evenienze tali che, a mio avviso, gettano discredito anche dal punto di vista dell'affidabilità. Come sappiamo, gli ordini del giorno dei nostri lavori sono giustamente pubblici e vengono letti dai destinatari dei provvedimenti, da chi è interessato agli stessi, sicché si pensa comunemente che un provvedimento, una volta concluso l'esame in sede referente da parte della Commissione di merito, giunga in Assemblea istruito in modo compiuto. Invece, in tal caso, mi sembra che, tra obiezioni della Commissione bilancio e la Commissione agricoltura non ancora in grado di riferire, si continua a «traccheggiare» -
Mi è sembrato di capire che la Commissione agricoltura chiede una sospensione della seduta per formulare alcune proposte emendative sulle quali, poi, la Commissione bilancio dovrà avere a sua volta il tempo necessario per potere esprimere il prescritto parere; conseguentemente, quindici minuti di sospensione, sufficienti per la XIII Commissione, non saranno però sufficienti per il completamento dell'intera operazione.
Dunque, Presidente, vorrei invitarla - ma lei è molto attento e conosce benissimo la situazione, sicché è forse superflua la mia sollecitazione - a riflettere sulla circostanza che, forse, la sospensione dei lavori dell'Assemblea andrà disposta per un tempo superiore a quindici minuti. Non vorrei infatti che, tornati in Assemblea tra un quarto d'ora, noi si debba prendere atto della necessità di una ulteriore sospensione per consentire alla Commissione bilancio di riunirsi a sua volta. Cerchiamo almeno di evitare un tale modo di procedere; mi sembra peraltro che la maggioranza ed il Governo, in questa settimana, sui problemi concreti del paese siano alquanto più tentennanti rispetto al recente passato: passatemi questa sottolineatura polemica, fatta però apertamente e volutamente alla luce del sole.
Circa invece il rapporto tra quanto si programma e quanto si può fare, vi è sempre una certa differenza tra le ipotesi programmatorie; vi sono paesi che con la programmazione si sono rovinati la vita. Quindi, ritengo che la programmazione abbia sempre, per così dire, bisogno del beneficio di inventario.
Dunque, prima di dare la parola all'onorevole Antonio Leone - sempre così fervido di suggerimenti -, che ha chiesto di parlare, chiederei al presidente de Ghislanzoni Cardoli se basti un quarto d'ora di sospensione o sia necessario un tempo maggiore; mi pare che la richiesta dell'onorevole Innocenti tenda infatti a assicurare ai nostri lavori un tempo di sospensione non ulteriormente dilatabile.
Prego, presidente de Ghislanzoni Cardoli, ha facoltà di parlare.
Però, in questo momento, dobbiamo sicuramente riunire il Comitato dei nove per mettere così la V Commissione nelle condizioni di esprimere il parere sul testo modificato.
Vorrei evidenziare che, se l'Assemblea deliberasse in tal senso, saremmo tranquilli sotto il profilo dei tempi, dal momento che non sappiamo quando la Commissione bilancio potrà esprimere il proprio parere, una volta che il Comitato dei nove della Commissione agricoltura avrà assunto le proprie determinazioni. Ritengo, dunque, che questo potrebbe essere un modo per guadagnare tempo e far proseguire i lavori dell'Assemblea senza rimanere in attesa dell'espressione del parere da parte della Commissione bilancio, nonché dell'esito della riunione del Comitato dei nove della Commissione agricoltura.
Allora, signor Presidente, sarebbe il caso di procedere secondo le disposizioni regolamentari, vale a dire avanzando richieste nette e chiare, ponendole in votazione, come previsto dal regolamento, e decidendo di volta in volta cosa fare!
L'altra proposta, che è consequenziale, chiede, per poter realizzare ciò, di invertire l'ordine del giorno nel senso di passare all'esame del punto che successivamente verrà indicato. Ricordo che, per garantire l'ordine dei nostri lavori, ho sostenuto che avrebbero avuto luogo due votazioni: la prima sulla proposta di rinvio dell'esame del disegno di legge di conversione n. 6063, in relazione alle motivazioni addotte sia dal presidente de Ghislanzoni Cardoli, sia dall'onorevole Antonio Leone, e la seconda sulla richiesta di inversione dell'ordine del giorno. Questo è ciò che deve fare il Presidente: il resto, come dice Amleto, è silenzio...
Pongo dunque in votazione la proposta...
Le ho rivolto, tuttavia, un'altra domanda: se l'esame del provvedimento cui passeremmo non si esaurisse questa sera, domani riprenderemmo i nostri lavori con quest'ultimo provvedimento, o si riprenderebbe l'esame del disegno di legge di conversione del decreto-legge n. 182 del 2005?
Allora, si rinvierebbe l'esame del disegno di legge di conversione del decreto-legge a domani, ma a quando? A prima o a dopo il provvedimento che si esaminerebbe ora?
Se, infatti, si rinvia l'esame del provvedimento a domani mattina, è chiaro che lo si inserirà al primo punto dell'ordine del giorno della seduta di domani. Se, poi, sarà approvata la seconda proposta che ho avanzato, e si passerà all'esame di un altro provvedimento, è evidente che oggi inizierà l'esame di tale provvedimento. Se lo si concluderà stasera, bene (Commenti dei deputati dei gruppi dei Democratici di sinistra-L'Ulivo e della Margherita, DL-L'Ulivo), altrimenti il suo esame sarà successivo a quello del disegno di legge di conversione del decreto-legge n. 182 del 2005. È chiaro che la mia proposta era da intendersi in questo senso: domani si riprende dall'esame del disegno di legge di conversione del decreto-legge...
Procediamo alla votazione della proposta di rinviare il seguito dell'esame del disegno di legge di conversione n. 6063 alla seduta di domani.
Poiché l'aula è molto affollata, l'Assemblea sarà chiamata a pronunciarsi con votazione elettronica senza registrazione di nomi.
Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico senza registrazione di nomi, la richiesta, formulata dall'onorevole Antonio Leone, di rinviare il seguito dell'esame del disegno di legge di conversione n. 6063 alla seduta di domani.
(È approvata).
Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico senza registrazione di nomi, la proposta di inversione dell'ordine del giorno formulata dall'onorevole Antonio Leone, nel senso di passare immediatamente alla trattazione del punto 4.
(È respinta - Commenti).
Ricordo che nella seduta del 12 settembre 2005 si è conclusa la discussione sulle linee generali.
Per consentire la presenza in aula del relatore sul testo unificato e dei componenti il Comitato dei nove, sospendo la seduta.
Prego, onorevole Ventura, ha facoltà di parlare sull'ordine dei lavori.
Non sarebbe stata sicuramente una figura esemplare per il nostro paese se, durante i lavori di tale conferenza, ci si fosse trovati nella situazione di negare i contributi alla FAO.
Quindi, non stavamo perdendo tempo! Ed abbiamo anche dovuto esprimere i pareri per consentire i lavori dell'Assemblea su un altro provvedimento altrettanto importante, ossia quello concernente la delega al Governo in materia di beni sequestrati ai mafiosi, nel giro di mezz'ora; tale provvedimento è stato incardinato e licenziato.
Approfitto di questa occasione per sollevare il problema relativo al modo in cui la Commissione bilancio possa lavorare con relativa tranquillità ed al fatto che il Governo debba presentarsi alle riunioni della medesima Commissione con i provvedimenti già istruiti.
Se a ciò si aggiunge che, mentre stiamo lavorando, l'Assemblea si riunisce e procede a votazioni, chiaramente, signor Presidente, non possiamo accettarlo. Ciò proprio perché questi provvedimenti rivestono l'importanza che ho ricordato, sia pure sommariamente (Applausi dei deputati del gruppo dei Democratici di sinistra-L'Ulivo).
L'ordine di sconvocazione della Commissione bilancio era stato impartito tempestivamente dalla Presidenza: lo dico a garanzia di tutti. Tra questo ordine e la sua esecuzione è intercorso del tempo e questo mi dispiace. Al contempo, non si può evitare che ci sia questo lasso - o lasco - di tempo tra una cosa e l'altra.
Prendo atto di ciò e provvederemo in modo che non si ripeta questa fastidiosa differenza tra ciò che si decide nelle Commissioni e gli strumenti necessari ad operare in Assemblea.
La ringrazio per la sua sollecitazione.
Purtroppo, il tempo è tiranno e non possiamo fare diversamente: l'Assemblea deve valutare l'opportunità di procedere all'esame di un altro provvedimento.
Non è possibile andare avanti in questa maniera e costringere il presidente Bruno, che tutti noi conosciamo per la sua serietà, a rappresentare all'Assemblea l'impossibilità di procedere. Prendiamo atto che si iscrivono all'ordine del giorno argomenti che non sono assolutamente in condizione di essere trattati.
Signor Presidente, l'ordine del giorno non si predispone - diciamo così - per caso. Evidentemente, chi formula l'ordine del giorno avrebbe dovuto sapere che c'era
Per fare chiarezza, le chiedo, ai sensi dell'articolo 41 del regolamento, di sottoporre la decisione al voto dell'Assemblea. A mio avviso, è il momento di farla finita e di andare avanti comunque (Applausi dei deputati dei gruppi della Margherita, DL-L'Ulivo e dei Democratici di sinistra-L'Ulivo)!
Può capitare, dunque, che non si riesca a concludere il programma di massima. Il presidente Bruno, con la sua lealtà, ha detto che la Commissione non è in grado di procedere all'esame di questo punto dell'ordine del giorno.
Se lei, onorevole Boccia, ciononostante, chiede che si prosegua ugualmente, mi pare che tale sua richiesta non sia corrispondente al principio einaudiano del «conoscere per deliberare». Se si preferisce deliberare senza conoscere, si corre qualche rischio in Parlamento. Però, dal momento che lei ha avanzato tale richiesta, io, eventualmente, la porrò in votazione.
Poiché il tempo - lo ripeto - non consentiva un esame approfondito degli emendamenti, si è ritenuto tutti insieme di aggiornare la riunione del Comitato dei nove a domani mattina. Mi sento ora rivolgere una richiesta da parte del collega Boccia, che, per carità, non condivido, ma che è lecito che egli faccia, che tuttavia non tiene conto del fatto che siamo nella chiara impossibilità di iniziare l'esame di questo provvedimento, atteso che neppure l'articolo 1 è stato vagliato dal Comitato dei nove. Ciò perché vi è stato un approfondimento da parte dei colleghi dell'opposizione e della maggioranza al fine di migliorare il provvedimento e di convergere su un testo il più possibile condiviso.
Onorevole Boccia, se lei insiste per la votazione, io non posso impedirla. Ma la prego, conoscendo la sua sensibilità, di formulare questa richiesta come fatto da porre all'attenzione dell'Assemblea, non di insistere per la votazione.
Però, lei ha rivolto un richiamo a me personalmente: mi sono consultato con i colleghi dell'opposizione ed è soltanto per corrispondere alla sua gentile richiesta che noi accettiamo di non insistere.
Siamo ormai arrivati al terzo punto dell'ordine del giorno e constatiamo che vi è impraticabilità: non si possono affrontare i vari punti. Quali criteri informano chi decide sull'ordine del giorno? So che la domanda può essere indiscreta, come dice qualcuno. Tuttavia, in questa sede stiamo lavorando pubblicamente: non è pensabile convocare un ramo del Parlamento e non avere conoscenza dello stato in cui i provvedimenti si trovano. Tutti noi possiamo comprenderlo: siamo passati attraverso alcune fasi che hanno visto talune novità intervenire tra il momento in cui si programmano i lavori e quello in cui il provvedimento si esamina. Tuttavia, l'ordine del giorno è stato predisposto venerdì; capisco che l'euforia per aver approvato una legge elettorale possa aver gettato un'ulteriore ombra di disattenzione sui problemi veri del paese. Nessuno si cura di tali problemi: basta aver approvato la legge elettorale, o meglio essere in quella direzione, e tutto è a posto. Mi sembra tuttavia che le cose non vadano come qualcuno vorrebbe perché, fortunatamente, vi sono reazioni dei cittadini, prove di non condivisione di tale strategia.
Ripeto, le chiedo se sia possibile concludere i nostri lavori, rinviare cioè alla seduta di domani e cercare di avere maggiori possibilità di orientamento da parte dei colleghi che seguono i provvedimenti. Non si può cercare di trattare i punti 1, 3, 5, 7 o 8 e tutte le volte trovarsi di fronte alla solita risposta. Sembra davvero di giocare al lotto, ma qui la vittoria, purtroppo, non è di nessuno e la sconfitta è di quelli che stanno dietro a tali provvedimenti: interessi ed anche questioni di grande importanza.
Le chiedo, dunque, anche a nome degli altri colleghi, di prendere in considerazione la possibilità di concludere i nostri lavori odierni e di rinviare il tutto alla seduta di domani (Applausi dei deputati del gruppo dei Democratici di sinistra-L'Ulivo).
Non è giusto quindi dire diversamente, salvo gli argomenti politico-polemici, ai quali da questo banco non do corso; fossi nella mia condizione di parlamentare saprei cosa dire, ma dal banco della Presidenza non le dico nulla! Le dico solo che abbiamo seguito l'ordine del giorno, pur nella difficoltà con cui abbiamo appreso le questioni esposte. Ora si dovrebbe quindi passare all'esame del provvedimento iscritto al punto 4 dell'ordine del giorno della seduta. Se poi lei, onorevole Innocenti, avanza una richiesta di differimento, io la pongo in votazione.
Però mi permetto di dire - al di là dell'impostazione puramente defatigatoria, che è un diritto, ma non connessa all'esame delle esigenze che in Parlamento riguardano tutti i cittadini o quella parte di essi che ha interesse ai singoli provvedimenti - che questo non è corrispondente all'ordine del giorno e all'ordine dei lavori. L'ordine del giorno di seduta è stato rispettato, nelle modalità con le quali ciò era possibile. Se si vuole interrompere la seduta, io pongo in votazione, onorevole Innocenti, la sua richiesta, se è ufficiale. Mi permetto però di dire anche a lei, come ho fatto con l'onorevole Boccia, che secondo me quello che lei doveva dire a buon intenditore è stato capito; l'ipotesi di interrompere i lavori a mio avviso non è il modo migliore per continuare nell'esame dell'ordine del giorno: significa piuttosto «disordine» del giorno!
Proseguiamo quindi i nostri lavori secondo l'ordine del giorno.
Le chiederei la cortesia di precisare anche questo aspetto, al fine di illuminare lo stato confusionale che, come vede, avevo ragione di rinvenire nella maggioranza!
Aggiungo, infine, onorevole Boccia, che lei non mi mette mai in imbarazzo. Io l'ascolto volentieri, anche perché a volte, nel grigiore delle giornate parlamentari, se ogni tanto si accende un qualcosa di polemico, lo accetto sempre volentieri.
Ricordo che nella seduta del 26 settembre scorso si è conclusa la discussione sulle linee generali.
Avverto che le Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) hanno espresso i prescritti pareri (vedi l'allegato A - A.C. 3011 ed abbinate sezioni 1 e 2).
Riterrei pertanto di sospendere la seduta per dieci minuti.
Le chiedo, pertanto, anziché di sospendere la seduta per dieci minuti, di consentire la convocazione della Conferenza dei presidenti di gruppo per ridefinire l'ordine dei nostri lavori.
Le vorrei far notare già da ora che il nuovo emendamento presentato dalla Commissione deve essere sottoposto al vaglio della Commissione bilancio con i tempi regolamentari che tutti conosciamo. Vorrei che lei riflettesse a tale riguardo per decidere come organizzare oggi i nostri lavori.
A questo punto, potrei anche proporre di esaminare le mozioni iscritte al punto 7 dell'ordine del giorno, sulle quali non è necessario acquisire il parere della Commissione bilancio, ma questo non avrebbe senso. Considerato che siamo giunti alle
Pertanto, Presidente, la invito a valutare l'opportunità di concludere a questo punto i nostri lavori.
Quindi, concludiamo qui i nostri lavori.
«Conversione in legge del decreto-legge 17 ottobre 2005, n. 211, recante misure urgenti per il raggiungimento degli obiettivi di finanza pubblica e disposizioni in materia aeroportuale» (6139) - Parere delle Commissioni I, II, III, VI (ex articolo 73, comma 1-bis, del regolamento, per gli aspetti attinenti alla materia tributaria), VII, VIII, X, XI, XII, XIII e XIV.
Conversione in legge del decreto-legge 9 settembre 2005, n. 182, recante interventi urgenti in agricoltura e per gli organismi pubblici del settore, nonché per contrastare andamenti anomali dei prezzi nelle filiere agroalimentari (6063-A).
- Relatore: Misuraca.
LUCIDI ed altri; CENTO; PISTONE; MISURACA e AMATO; MOLINARI; STUCCHI; NESPOLI ed altri; ASCIERTO e LA RUSSA; MARRAS e VITALI; PEZZELLA; D'INIZIATIVA DEL GOVERNO: Disposizioni in materia di sicurezza sussidiaria (301-452-823-868-1172-2188-2303-2393-2508-2880-4209-A).
- Relatore: Nespoli.
VOLONTÈ ed altri; CORDONI ed altri; GAZZARA ed altri: Modifiche alla legge 3 dicembre 1999, n. 493, recante
- Relatore: Santori.
Delega al Governo per il riordino della disciplina in materia di gestione e destinazione delle attività e dei beni sequestrati o confiscati ad organizzazioni criminali (5362-A).
e delle abbinate proposte di legge: ASCIERTO ed altri; LUMIA ed altri; PISAPIA (3470-3578-5623).
- Relatore: Ghedini.
COLA, ANGELA NAPOLI e ROSITANI; ANGELA NAPOLI; ANGELA NAPOLI; CARLI; GRIGNAFFINI ed altri; VOLONTÈ; CALZOLAIO ed altri; ROSITANI; LUSSANA; MAZZONI; CHIAROMONTE ed altri; ROSITANI ed altri; ZANETTA ed altri; GIBELLI; CARLUCCI ed altri; GARAGNANI ed altri; TITTI DE SIMONE e BERTINOTTI; CAPARINI e LUSSANA; CARLI ed altri; PISTONE ed altri; FATUZZO ed altri; PISTONE; ROSITANI ed altri; CARLUCCI ed altri; COLASIO ed altri; DARIO GALLI ed altri; MONTECCHI ed altri; PERROTTA; RICCIOTTI ed altri; PERROTTA; MILANESE; BRIGUGLIO: Nuova disciplina dello spettacolo dal vivo (587-756-757-776-835-1184-1213-2065-2129-2246-2434-2537-2623-2672-2833-2964-3009-3218-3582-4036-4050-4108-4111-4128-4153-4313-4972-5202-5255-5453-5526-5710-5825-A).
- Relatore: Rositani.