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La seduta, sospesa alle 16,20, è ripresa alle 17.
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto sul complesso del provvedimento.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rotondi. Ne ha facoltà.
GIANFRANCO ROTONDI. Signor Presidente, la Democrazia cristiana voterà a favore del ritorno del sistema elettorale proporzionale, che saluta come la novità di questa legislatura.
Il sistema elettorale proporzionale ha garantito ai cittadini italiani per quarant'anni di votare sapendo per chi votava. C'erano i democristiani, i socialisti, i comunisti, la destra e la sinistra. Oggi abbiamo sigle, nomi botanici, ulivi e margherite e abbiamo assistito per dieci anni a scene che vedevano i socialisti costretti a votare a destra e uomini di destra costretti a votare persone che provenivano dalla sinistra. Il maggioritario ha creato l'orgia delle identità e delle ideologie. Lo salutiamo con entusiasmo.
Il 29 dicembre dello scorso anno è rinata la Democrazia cristiana in questo Parlamento. La sua prima battaglia è stata la richiesta del proporzionale. Confesso che non avrei mai creduto che l'avremmo vinta così velocemente. Grazie, Berlusconi. Grazie, Casa delle libertà. Bentornato, proporzionale! Bentornata, politica! Bentornata, Democrazia cristiana (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Ecologisti democratici e di Forza Italia)!
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Rotondi. Lei è stato anche più breve del consentito.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Brugger. Ne ha facoltà.
SIEGFRIED BRUGGER. Signor Presidente, onorevoli colleghe e colleghi, già nel corso del dibattito generale avevamo espresso la nostra perplessità riguardo a questa legge elettorale. Ciò, anche se il Südtiroler Volkspartei sostiene da sempre un sistema elettorale proporzionale, che meglio riesce a rappresentare, secondo noi, le esigenze di un territorio con più gruppi linguistici. Infatti, in provincia di Bolzano, sia a livello comunale, sia a livello provinciale, si vota in modo proporzionale.
Le nostre perplessità in generale sulla legge elettorale si possono riassumere così. In primo luogo, questa legge non è stata elaborata e rispettivamente concordata tra maggioranza ed opposizione e, dunque, è una legge di parte, di una sola parte della rappresentanza parlamentare.
In secondo luogo, noi siamo per il proporzionale puro con le preferenze, perché solo in questo modo si dà al cittadino la possibilità di scelta e lo si coinvolge realmente. Con la lista bloccata, invece, si trasferisce il potere al partito. Consideriamo in modo negativo questo aspetto.
In terzo luogo, infine, si è sprecata un'ottima occasione di garantire la cosiddetta «quota rosa», che il mio partito ha introdotto già molti anni fa nel proprio statuto.
Venendo alle problematiche relative alle minoranze linguistiche, riteniamo la soluzione adottata per la Camera accettabile, anche se perfezionabile. La deroga alla soglia rispettivamente del 2 e del 4 per cento per le minoranze linguistiche era costituzionalmente dovuta ed è stata conseguentemente introdotta. Una minoranza che a livello nazionale non ha più dello 0,7 per cento non può, ovviamente, arrivare mai al 2 per cento. Semmai, ci rammarichiamo che la possibile scelta di una minoranza linguistica di non allearsi a livello nazionale sia stata penalizzata.
Per quanto riguarda il Senato, possiamo invece dire che la soluzione adottata ci soddisfa pienamente. Viene confermato l'attuale sistema dei collegi uninominali e vengono pertanto rispettati gli accordi internazionali e le relative misure attuative.
Le stesse argomentazioni potrei svolgerle anche a nome degli amici valdostani, la cui rappresentanza parlamentare essi vedono garantita sia alla Camera, sia al Senato, come peraltro previsto dalla Costituzione e dal loro statuto di autonomia.
A nome del Südtiroler Volkspartei e del collega valdostano Collè, dichiaro, pertanto, il voto di astensione su questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Misto-minoranze linguistiche e di deputati del gruppo della Lega Nord Federazione Padana).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Moroni. Ne ha facoltà.
CHIARA MORONI. Il gruppo dei Liberal-democratici, Repubblicani, Nuovo PSI voterà a favore di questa legge elettorale con sistema proporzionale in modo assolutamente convinto.
I socialisti sono sempre stati proporzionalisti ante litteram e sono sempre stati contrari a questo sistema maggioritario, nato in una situazione in cui il paese era assediato dal giustizialismo e dalla piazza, in cui la politica si faceva non nelle aule del Parlamento ma nelle aule dei tribunali. Nei tribunali sono stati sciolti due grandi partiti che hanno fatto il bene di questo paese - la Democrazia cristiana ed il Partito socialista -, sulla scorta di una finta moralizzazione che il sistema maggioritario avrebbe dovuto importare. Quello che ha importato, invece, è stato un deficit democratico e rappresentativo.
Voi, colleghi della sinistra, ci dite che grazie a questa legge il Parlamento sarà costituito nelle segreterie dei partiti. Vorrei sapere che cosa è accaduto, in questi anni di sistema maggioritario, rispetto alla scelta dei collegi e ai Parlamenti costituiti prima delle elezioni. Voi affermate che ritornerà la partitocrazia; io spero che non ritorni ma, certamente, spero che i partiti tornino ad essere forti. In ragione di un meccanismo proporzionale, essi saranno obbligati a recuperare un rapporto con i cittadini sul territorio, un rapporto oggi assente. Proprio questa assenza ha determinato la crisi della politica e delle istituzioni.
Questa maggioranza ha avuto la forza e la compattezza di mettere in discussione un sistema incancrenito ed immobilizzato ed ha avuto il coraggio di mettere in discussione anche se stessa, essendosi fondata sul sistema maggioritario, con una spinta riformista che i socialisti che si sentano tali non possono non sostenere e
non promuovere. Non si può sostenere che il sistema proporzionale non interpreti nel modo più fedele la libera espressione di voto dei cittadini, traducendola in rappresentanza parlamentare. Questa legge garantisce democrazia, rappresentatività e governabilità ed è assai singolare che forze della sinistra, tradizionalmente proporzionaliste, abbiano alzato barricate contro una legge elettorale basata sul sistema proporzionale.
Questo si può spiegare soltanto con la volontà conservatrice di mantenere condizioni ritenute, pro tempore, più favorevoli. È ovvio, infatti, che l'argomento su cui sono state fondate le accuse che ci sono state rivolte nel dibattito di questi giorni - voler cambiare la legge elettorale per cercare di modificare un risultato, a parer vostro, già scontato - vale, certamente, anche al contrario, nel senso, cioè, che voi avete pregiudizialmente cercato, con ogni mezzo, di impedire l'approvazione di questa legge che prevede un sistema proporzionale condiviso da moltissimi di voi perché ritenete di avere maggiori probabilità di successo elettorale con il sistema vigente. Non credo che questa motivazione possa sostenere quel ruolo - che vi siete auto affidati - di nume tutelare degli interessi della democrazia del paese, che ci accusate di calpestare da quattro anni. Ritengo, invece, che l'interesse del paese sia tutelato dalla spinta modernizzatrice e dalla compattezza con cui questa maggioranza, con l'introduzione del nuovo sistema proporzionale, vuole riconsegnare nelle mani dei cittadini la possibilità di scegliere davvero i propri rappresentanti.
Certamente, rimane una amarezza rispetto a questa discussione, cioè che non tutti i socialisti dell'arco parlamentare si sono espressi in favore del sistema proporzionale. Il Nuovo PSI ha fatto della battaglia proporzionale e di una nuova legge elettorale con sistema proporzionale il primo punto programmatico sul quale si è basato l'accordo con la Casa delle libertà. Io credo che i socialisti debbano sempre scegliere di stare dove alberga il più sincero e concreto riformismo (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Liberal-democratici, Repubblicani, Nuovo PSI, di Forza Italia e dell'Unione dei democratici cristiani e dei democratici di centro).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pecoraro Scanio. Ne ha facoltà.
ALFONSO PECORARO SCANIO. È evidente che su questa cosiddetta riforma, o meglio controriforma, della legge elettorale state procedendo a colpi di maggioranza. Noi Verdi abbiamo detto più volte che non ne dubitavamo. Quando avete dovuto approvare la legge Gasparri, per difendere le televisioni di Berlusconi, siete stati estremamente compatti. Quando avete dovuto fare le leggi ad personam, per evitare o ridurre i problemi giudiziari di alcuni vostri colleghi, siete stati compatti. Questa volta, ancora una volta, dopo anni in cui avete litigato su tutto, sui problemi dell'economia, della salute, dell'ambiente, sui prezzi - in un paese che ha sempre più problemi per arrivare alla fine del mese! -, siete straordinariamente presenti in aula e miracolosamente compatti, poiché dovete salvare le vostre poltrone!
Questa è la dimostrazione che siete un'alleanza di interessi, senza nessun valore vero dalla parte della democrazia e dei cittadini. Lo avete confermato, perché l'unico emendamento del Governo che avete bocciato è stato quello sulla presenza delle donne, perché ovviamente esso non era negli interessi di voi colleghi del centrodestra, che siete qui e che volete essere rieletti, e quindi chiaramente vi disturbava dare una parte della rappresentanza in Parlamento al mondo femminile. È una vergogna! Questa legge che fate è un' «arlecchinata»! Essa è utile per giocare all'Enalotto: bisogna giocare il 2, il 4, il 10, il 3, l'8 e il 20!
Avete inventato un sistema unico al mondo, con sei parti di sbarramento e con il premio del primo arrivato ultimo, perché c'è un'esigenza da risolvere! Avete inventato sbarramenti regionali, per bloccare Lombardo in Sicilia o Panto in Veneto - o altre vicende vostre -, senza nessuna attenzione a ciò che serve al
paese: una legge elettorale per selezionare meglio la classe politica e per dare più potere ai cittadini, anziché garantire il seggio, attraverso meccanismi di liste bloccate, a parlamentari che non hanno nemmeno il voto di preferenza della propria famiglia!
La realtà è che le liste bloccate esistono anche in altri paesi, ma in quei paesi, come la Germania o la Spagna, esiste una legge sui partiti. Lì un partito come Forza Italia sarebbe fuori legge, perché è un partito senza regole, in cui tutto si decide a livello aziendale e in cui magari le candidature le farete pagare, come già facevate per i collegi sicuri (com'è notorio). Mi sembra evidente che questo è un elemento di malcostume politico, che non ha niente a che vedere nemmeno con il cosiddetto ritorno al proporzionale. Si tratta di liste bloccate decise innanzitutto dal «partito azienda», tra l'altro senza nemmeno la garanzia - che avete tolto! - della presenza delle donne, e con una procedura che non ha niente a che vedere con una maggiore partecipazione democratica.
Ciò lo fate, peraltro, alla fine della legislatura, perché avete visto che i sondaggi vi danno drammaticamente a terra. È evidente che perderete comunque le elezioni, perché, a meno che non toglierete il diritto di voto agli italiani, gli italiani vi voteranno contro (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Verdi-l'Unione, dei Democratici di sinistra-L'Ulivo, della Margherita, DL-L'Ulivo, Misto-Comunisti italiani e Misto-SDI-Unità Socialista)! Questo perché siete assolutamente incapaci di governare il paese e state qui bloccati! Il Presidente del Consiglio ha disdetto anche gli impegni internazionali. Mai lo ha fatto per la legge finanziaria! Mai lo ha fatto quando si parlava dei problemi del lavoro, della salute, dei cittadini e dei giovani! Lo ha fatto solo adesso perché tentate di salvare le vostre poltrone.
È una vergogna! Noi ovviamente non parteciperemo al voto finale, perché non vogliamo avere nulla a che vedere con una legge approvata con una prova di forza, con un vero e proprio golpe elettorale! È evidente che ci batteremo con tutte le nostre energie, per spiegare agli italiani quello che sta accadendo. La verità è che, mentre l'economia va a rotoli, voi trovate compattezza solo per approvarvi l'ennesima legge a vostro favore e su misura! Vergognatevi! Noi andremo fino in fondo! Perderete le elezioni e vi manderemo all'opposizione (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Verdi-l'Unione, dei Democratici di sinistra-L'Ulivo, della Margherita, DL-L'Ulivo, Misto-Comunisti italiani e Misto-SDI-Unità Socialista)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Diliberto. Ne ha facoltà.
OLIVIERO DILIBERTO. Ci sono dei momenti, signor Presidente, nei quali si avverte come un senso di disgusto e di rabbia. Accade quando si è di fronte ad un atto di prepotenza, quando la prepotenza prende il sopravvento sulla ragionevolezza, sulla libera discussione, sulle regole della democrazia, ma non sapete nemmeno cos'è la democrazia (Commenti dei deputati dei gruppi di Forza Italia e di Alleanza Nazionale)!
È una coalizione, la vostra, ...
PRESIDENTE. Onorevoli colleghi ...
OLIVIERO DILIBERTO. ...che dimostra...
PRESIDENTE. Dimostriamo l'intelligenza di ascoltare!
OLIVIERO DILIBERTO. ...ciò che sto dicendo esattamente anche in questo momento.
ALFREDO BIONDI. Anche le offese non vanno bene!
OLIVIERO DILIBERTO. È una coalizione, la vostra, che fa prevalere le ragioni di parte su quelle generali, cioè di tutti.
Voi fate sempre e solo i vostri interessi! Usate le istituzioni per i vostri obiettivi privati! È una coalizione, d'altro canto, la
vostra, non a caso, formata nella parte preponderante da forze politiche nate a suo tempo contro la Costituzione e la Repubblica o indifferenti alla Costituzione e, comunque, tutte antitetiche ai principi contenuti nella Costituzione.
Questa legge elettorale voluta da una sola parte, ennesimo atto di prepotenza, è frutto di un accordo ignobile, di uno scambio! È un accordo che prevede tre leggi: la legge elettorale, lo stravolgimento, che interessa la Lega, della Costituzione attraverso la devoluzione e l'accentramento gravissimo di tutti i poteri nelle mani del Capo del Governo ed, infine, una legge, ancora una volta ad personam, la cosiddetta «salva Previti».
Si tratta di un patto iniquo per calpestare le regole, violare il principio di eguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla legge, colpire il fondamento della Repubblica, che è appunto la Costituzione.
Siamo alla fine della legislatura e volgere lo sguardo indietro è istruttivo! Avete per quattro anni sistematicamente calpestati i diritti, in nome degli interessi di pochi. Forti con i deboli e deboli, anzi debolissimi, con i forti!
Vogliamo provare a ricostruire questi quattro anni in una rapidissima carrellata? Ci avete portato in guerra; avete precarizzato tutti i rapporti di lavoro con la legge cosiddetta Biagi; avete riportato la scuola ad una scuola di classe con l'orrenda riforma della Moratti; avete varato la Bossi-Fini sugli immigrati; avete abbassato le tasse ai ricchi; avete approvato la controriforma pensionistica!
MARIO VALDUCCI, Sottosegretario di Stato per le attività produttive. Ne siamo orgogliosi!
OLIVIERO DILIBERTO. Vi sono poi tutte le leggi sulla giustizia; il falso in bilancio, i capitali illegalmente esportati all'estero, la Cirami, il lodo Schifani; avete varato la legge sull'informazione per cristallizzare il servizio, così come è adesso, determinando un sostanziale monopolio del premier; per non parlare della legge Gasparri e poi ancora del condono edilizio fiscale ed ambientale, della cartolarizzazione (parola difficile)! Al riguardo, state svendendo il patrimonio collettivo che viene acquistato, non a caso, dai soliti noti, cioè dagli amici vostri. E, ancora, il drastico abbassamento della laicità dello Stato e dei diritti delle donne ed una crisi economica spaventosa con un impoverimento delle famiglie italiane!
Insomma, l'Italia, dopo quattro anni, si risveglia più povera, più fragile e più insicura e la legge finanziaria in discussione colpirà ulteriormente - se ne accorgeranno anche i vostri elettori - la spesa sociale, cioè le condizioni materiali di vita di milioni di persone.
Bene, dovremo ricostruire noi e non sarà semplice (Commenti dei deputati dei gruppi di Forza Italia e di Alleanza Nazionale)! Non sarà semplice!
PRESIDENTE. Onorevoli colleghi!
OLIVIERO DILIBERTO. Intanto ...
PRESIDENTE. Si fermi, onorevole Diliberto,...
OLIVIERO DILIBERTO. Prego, Presidente!
PRESIDENTE... così perdiamo un po' di tempo in più! Fermi il tempo!
OLIVIERO DILIBERTO. Le proteste della destra non mi spaventano!
NITTO FRANCESCO PALMA. Lo so, lei è un duro!
PRESIDENTE. Lo so che non la spaventano, lei è un uomo che affronta le intemperie!
OLIVIERO DILIBERTO. Non ho problemi!
NINO STRANO. È maschio! Che uomo!
OLIVIERO DILIBERTO. Anzi, è un segno...
PRESIDENTE. Onorevole Strano, la richiamo all'ordine per la prima volta.
OLIVIERO DILIBERTO. ... che vado nella direzione giusta!
Lo ripeto: dovremo ricostruire noi, ma intanto, nonostante la vostra legge elettorale su misura, sarete sconfitti!
Non vi dovete fare illusioni e, a tale proposito, vorrei ricordare una cosa a tutti i colleghi: pochi mesi fa si è votato in Italia, in quasi tutte le regioni d'Italia e lo si è fatto con il sistema proporzionale, cioè quello che state reintroducendo.
ANTONINO LO PRESTI. Ricordati di Catania!
OLIVIERO DILIBERTO. Bene, siete stati sconfitti in tutte le regioni o quasi e, dunque, sarete sconfitti anche l'anno prossimo alle elezioni politiche (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Comunisti italiani e dei Democratici di sinistra-L'Ulivo)!
Si dice che il sonno della ragione genera mostri. Bene, il sonno della ragione ha generato tanti mostri in questi anni e sono quelli che ho elencato nei pochi minuti a disposizione, quelli che hanno impoverito gli italiani e che hanno distrutto la reputazione di questo paese all'estero.
Ebbene, le italiane e gli italiani si sono svegliati da quel disastroso sonno della ragione e anche questo odierno atto di prepotenza - state pur certi - si ritorcerà contro di voi, perché noi vi manderemo tutti a casa (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Comunisti italiani, dei Democratici di sinistra-L'Ulivo, della Margherita, DL-L'Ulivo e Misto-Verdi-l'Unione)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Intini. Ne ha facoltà.
UGO INTINI. Signor presidente, ho appena ascoltato lezioni sui valori del proporzionale; sono valori che apprezzo, come tutti i deputati dello SDI. Ma, in questo caso, non vi è stato uno scontro tra i sostenitori del proporzionale e i sostenitori del maggioritario: vi è stato uno scontro tra i sostenitori di un colpo di mano e i sostenitori delle regole democratiche.
Non vi è neppure bisogno di ricordare i danni pratici di questa legge elettorale. Si consegna all'Italia un Parlamento con una maggioranza ristretta, esposta ai ricatti particolaristici di chiunque; il Parlamento morente ha piazzato una bomba ad orologeria nel Parlamento nascente e la bomba ad orologeria si chiama instabilità. Si crea un Parlamento non di eletti, ma di nominati, che non sono scelti da partiti forti e democratici al loro interno, ma da partiti sempre più oligarchici, addirittura partiti-azienda come quello del Presidente Berlusconi. Si creano le premesse per un possibile risultato elettorale beffa, con due maggioranze diverse alla Camera e al Senato.
I danni pratici, dunque, ci sono, ma il danno più grave sta nel colpo che avete inferto alla credibilità delle istituzioni. In questi giorni, in quest'aula, non abbiamo visto padri costituenti, padri saggi, sereni ed equilibrati; le tavole della democrazia, le sue regole fondamentali sono state riscritte nella confusione e anche nel ridicolo. Non siete stati in sintonia con il paese, che si preoccupa della crisi economica, mentre voi vi siete chiusi nel piccolo mondo della nomenclatura politica e del suo futuro personale.
Cambiare le regole elettorali è un atto solenne. Grandi democrazie, come quella americana, non lo fanno sui punti essenziali da secoli; la stessa Italia repubblicana lo ha fatto soltanto due volte nella sua storia, voi avete ridotto questo atto solenne ad espediente furbesco e a mercanteggiamento. Espediente furbesco per tentare di vincere, cambiando le regole, una partita che stavate perdendo, e mercanteggiamento per di più tutto interno alla vostra maggioranza di Governo. Infatti, non avete cercato un vasto consenso, come richiesto dal Capo dello Stato, ma avete mercanteggiato per far quadrare i conti e gli interessi di potere esclusivamente all'interno della vostra maggioranza blindata. Avete trasformato il Parlamento in un
supermarket istituzionale dove, prima dell'ora di chiusura, ciascuna fazione della maggioranza ha arraffato dagli scaffali quanto le serviva.
Il Presidente del Consiglio ha arraffato una manciata di seggi in più, la Lega arrafferà presto la devolution, ovvero lo spezzettamento dell'Italia in 20 ridicole repubbliche, che ci consegnerà conflittualità permanente tra Stato e regioni e tra regioni e comuni, moltiplicazioni delle spese burocratiche, paralisi decisionale.
La maggioranza di Governo ha fatto bene i sui conti, ma li ha fatti con freddezza e logica aziendale - com'è nel suo stile - senza tener conto della psicologia e del sentimento dei cittadini. Cambiando le regole del gioco i tecnici dicono che recupererete alcune decine di seggi a parità di voti, ma la parità di voti non ci sarà. Per questa prepotenza, per questo imbroglio pagherete un prezzo, perderete voti.
Non abbiamo bisogno di sondaggi. Secondo voi, quanti cittadini italiani possono credere seriamente che avete cambiato la legge elettorale non nel vostro interesse di parte, ma nell'interesse del paese? Pochi, neppure i vostri militanti, che non nascondono l'entusiasmo per il gioco di prestigio che vi è riuscito e che sperano di salvarsi grazie all'ultima fantasiosa furbata del loro capo, il Presidente del Consiglio, il quale non a caso ama dire spesso che ha molti conigli nel cappello. Si sbagliano; il vostro leader, il grande venditore, è un grande venditore senza prodotto. I giochi di prestigio sono finiti e nessuna bacchetta magica potrà trasformare in seggi parlamentari i voti che non ci sono. Quest'ultima furbata è quella che pagherete di più.
Ci avete abituato all'interesse privato nel cambiare le leggi; questa volta siete andati troppo in là e siete arrivati all'interesse privato nel cambiare la Costituzione, nel cambiare le regole istituzionali, nel cambiare le basi su cui si regge la credibilità della democrazia. Siete andati troppo in là e non sarete perdonati dagli elettori. Perderete più voti perché avete voluto truccare le carte di una partita che era ed è già persa. La partita è per voi persa perché nessuna campagna pubblicitaria, nessuna propaganda, può impedire ai cittadini di mettersi le mani in tasca e di fare i conti.
La partita è per voi persa anche per una ragione più profonda. Tutte le grandi nazioni hanno le loro radici, un cemento che le tiene insieme, celebrato magari qualche volta con eccesso di retorica. Anche l'Italia: il Risorgimento e il tricolore, l'antifascismo e la Resistenza, il valore del mondo del lavoro e il sindacato, l'europeismo. Ebbene, non uno solo di questi valori costituzionali sfugge al piccone di questo o quel partito della maggioranza.
Noi vinceremo le elezioni anche perché i cittadini vogliono fermare il vostro piccone che disgrega le radici della nazione. Vogliono riportare in maggioranza le forze che come il mio partito, i Socialisti democratici italiani, hanno contribuito a creare la Costituzione e credono nei valori della Costituzione (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-SDI-Unità Socialista, dei Democratici di sinistra-L'Ulivo, della Margherita, DL-L'Ulivo, di Rifondazione comunista, Misto-Comunisti italiani, Misto-Verdi-l'Unione, Misto-Popolari-UDEUR e Misto-Ecologisti democratici).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pisicchio. Ne ha facoltà.
PINO PISICCHIO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, in questi giorni andrebbe suggerita una lettura per tutti i colleghi deputati, oppure una rilettura per quel numero, forse ristretto, di appassionati del genere, ovvero gli atti dell'Assemblea costituente.
Anche i padri della patria si misurarono sulle leggi elettorali, all'indomani della lunga stagione in cui la democrazia parlamentare era stata sospesa dal fascismo. Lo fecero con una grande sapienza e con una passione straordinaria; lo fecero con grande rispetto reciproco e con grande rispetto nei confronti del paese. Fu un dibattito intenso, a volte aspro, ma autentico e fortemente partecipato da parte della pubblica opinione.
Lo stesso avvenne nel 1953, quando il Governo De Gasperi portò in Parlamento quella riforma così inopportunamente evocata in questi giorni, ovvero la legge Scelba. A parte l'incomparabilità - sia detto in senso autocritico - dei protagonisti di quelle Assemblee parlamentari con quelli di oggi, qual è la grande differenza tra quei dibattiti e le nostre sbrigative giornate di discussione? Allora si coinvolgeva il paese, vivendo la legge elettorale come regola fondamentale della democrazia. Oggi abbiamo consumato in tre giorni, come se fosse un provvedimento di ordinaria amministrazione, la discussione di una legge che sembra riguardare solo un ristretto numero di burocrati della politica. Abbiamo liquidato con una velocità sorprendente, in modo quasi clandestino, una legge che estromette una volta per tutte i cittadini dalla scelta della rappresentanza parlamentare.
Noi dell'UDEUR, in quest'aula, abbiamo dichiarato in più occasioni la nostra adesione al principio proporzionalistico. In proposito, abbiamo anche presentato una proposta di legge all'inizio della legislatura, facendo riferimento alla formula delle elezioni regionali, e non abbiamo rinunciato a proporre quel meccanismo anche in questo dibattito, con un emendamento che introduceva il voto di preferenza all'interno di circoscrizioni provinciali e che ha visto la vostra bocciatura.
Siamo proporzionalisti e lo ribadiamo senza pentimenti anche oggi. Ma abbiamo criticato il maggioritario cosiddetto «all'italiana» per qualche deficit di partecipazione che portava con sé, mettendo nelle mani dei capi e sottraendo ai cittadini la scelta delle candidature. Qual è dunque il rimedio che proponete con il sistema proporzionale? Mettere tutto interamente nelle mani degli oligarchi: non la designazione dei candidati, ma l'elenco degli eletti! Con l'approvazione di questa legge i cittadini andranno a votare i simboli di partito. I candidati, inclusi in un elenco di nominati, non compariranno neppure sulla scheda elettorale. Nominati, dunque, non candidati. Un fatto del genere si è verificato soltanto con i parlamenti mussoliniani: un elenco di nomi, prendere o lasciare; ma almeno con la legge Acerbo si poteva cancellare il nome indesiderato.
È stato detto, dagli amici centristi della Casa delle libertà: è almeno un passo verso un cambiamento del sistema, come ai tempi dei grandi partiti di massa. Ma il voto di preferenza, la libertà di scelta che rendeva autonomo ogni parlamentare era un elemento costitutivo del proporzionale italiano: senza quell'elemento, avremo un Parlamento di docili sudditi dei capi, in spregio all'articolo 67 della Costituzione, che fa divieto di vincolo di mandato.
In questa vicenda, colleghi, si sono verificati comportamenti politici strani e spesso incomprensibili. Vi sono state repentine conversioni di «maggioritaristi» militanti del centrodestra, divenuti in un amen cantori delle delizie del proporzionale, a cominciare dal capo del Governo, che può definirsi legittimamente il figlio più fortunato del sistema maggioritario, senza di cui Forza Italia probabilmente non sarebbe neppure esistita. Ma non si comprende neppure l'entusiasmo proporzionalistico di AN, che pure dovrebbe sapere che in ogni sistema proporzionale è insita una forte energia centripeta, che rischia di schiacciarla e di isolarla a destra, nella destra estrema, visto che al centro tutti i posti a sedere sono esauriti. Discorso analogo vale per la Lega, e forse anche nel centrosinistra qualcuno può aver commesso qualche errore nell'approccio a questo dibattito, quando ha lasciato che si immaginasse possibile una rimonta, facendo leva sui franchi tiratori della destra. È sempre un errore pensare di vincere in modo obliquo, santificando i franchi tiratori.
Ribadiamo dunque la nostra contrarietà alla proposta di riforma della maggioranza, così incoerente, così priva di una logica di insieme, così condizionata dai capricci e dalle sollecitazioni dei tanti che ci hanno messo mano, per tutelare gli interessi di bottega. L'UDEUR dice no, e lo dice con la convinzione di proporzionalisti convinti e non pentiti (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Popolari-UDEUR, dei
Democratici di sinistra-L'Ulivo, della Margherita, DL-L'Ulivo, Misto-SDI-Unità socialista - Congratulazioni)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Giordano. Ne ha facoltà.
FRANCESCO GIORDANO. Signor Presidente, questa coalizione di Governo è riuscita a determinare un altro primato, un primato triste: è la prima volta nella storia repubblicana che viene cambiata una legge elettorale da una maggioranza contro metà del Parlamento e metà del paese. Ve la voterete da soli!
È un precedente che introduce una cultura autoritaria e nega in radice esattamente il principio di centralità del Parlamento, che qui qualcuno ha tentato impropriamente e improvvidamente di rivendicare per sostenere questa legge. Ci sarà tanto da lavorare nel futuro, per ricostruire una cultura istituzionale e democratica, nel Parlamento e nel paese.
Il proporzionale con questo testo non c'entra proprio nulla, così come non c'entra nulla il tema evocato del rapporto più stringente tra forme della rappresentanza e consenso elettorale. Perché scatta nelle vostre file oggi, repentinamente, questo impellente ed insopprimibile bisogno di una rappresentanza più diretta? Perché oggi questa improvvisa conversione proporzionalista di convintissimi maggioritari di ieri? Perché così pensate di ridurre i danni. C'è una strumentalità cinica per fini del tutto privati. Niente di nuovo, dunque. Oggi vi conviene questo falso proporzionale, domani chissà, «del doman non v'è certezza». Finora abbiamo conosciuto varie forme di democrazia: quella diretta, quella delegata, quella partecipata, quella dell'alternanza.
Voi siete gli inventori della democrazia della convenienza!
Quello che vi apprestate a votare è un maggioritario a collegio unico nazionale. Ma che proporzionale è un sistema a doppio livello di sbarramento, premio di maggioranza e, addirittura, con un paracadute di minoranza? Quale centralità del Parlamento si evoca, di quale cultura democratica si è interpreti, anche storicamente, quando gli equilibri di poteri vengono alterati con una riforma costituzionale che accentra poteri e altera i rapporti in favore dell'esecutivo?
Cambiate il sistema della rappresentanza e, contemporaneamente - sì, contemporaneamente -, svuotate di poteri i luoghi istituzionalmente preposti a garantire le decisioni collettive, fino a trasformarli in una sorta di consiglio d'amministrazione in cui conta solo l'amministratore delegato. È questa la cultura democratica di cui parla l'onorevole Follini, di cui parla l'onorevole Tabacci?
La logica dello scambio è un po' di falso proporzionale in cambio della devolution; e tutte e due in cambio della legge Cirielli! Siamo alla crisi di un sistema politico e voi chiedete un mutamento del sistema elettorale. Benissimo! Vorrei rivolgermi al presidente Berlusconi. In quel sistema politico il presidente Berlusconi è stato uno degli indiscussi protagonisti, forse il principale. Per noi, ovviamente, in negativo. Ma non è questo che adesso vogliamo mettere in evidenza. Questa crisi, dunque, parla di lei, signor presidente Berlusconi, e delle sue politiche; prende atto del fallimento sociale e politico di queste esperienze. In caso contrario, non avreste proposto un radicale mutamento di sistema. Solo che, a quella crisi, cercate di porre rimedio con un pannicello caldo.
E guardi, presidente Berlusconi, questa legge è così legata alla contingenza politica, che si intravede nelle confuse norme di questo testo un disegno peraltro molto chiaro: la costruzione di una soggettività politica di centro. Nulla a che vedere con le vecchie esperienze storiche, contro le quali abbiamo lealmente combattuto: la Democrazia cristiana mediava interclassisticamente interessi diversi; aveva una proposta di governo della società, che noi non abbiamo storicamente condiviso.
Oggi, si tenta di definire un luogo centrale della politica italiana, che, per consenso sociale e per cultura politica, è distante anni luce da quella esperienza storica. In questo luogo si collocherà un
personale politico che troverà fonte di legittimazione dai poteri forti della società.
Non vedete che succede così sin d'ora? Non siate molto contenti della condivisione da parte della Confindustria della vostra proposta. E riflettete sulle insistite ingerenze delle gerarchie ecclesiastiche nella vita politica italiana, fino a mettere a rischio la laicità dello Stato. Per non parlare delle lobby finanziarie che hanno accompagnato le cronache di questa estate.
Sarà questo luogo delle compatibilità a schierarsi, volta per volta, con una parte o con l'altra dello schieramento politico epurato da tutte le critiche di sistema e da tutte - dico: tutte! - quelle che verranno considerate delle anomalie.
Si tenta dunque di costruire le condizioni, dopo un lungo periodo di transizione, per l'immodificabilità della società italiana: cambiare tutto, affinché nulla cambi. Questi sono stati anni di straordinaria partecipazione democratica. Il movimento dei movimenti, il movimento pacifista, le tante esperienze di conflitto sociale hanno fatto irruzione nella politica e anche nelle scelte dei governi. Non ce la farete a fermare questo protagonismo sociale!
Oggi, provate a costruire le condizioni di impermeabilità di un sistema politico alle dinamiche sociali. Noi lavoreremo nella prossima legislatura per allargare le maglie della democrazia con una legge sulla rappresentanza sindacale. La democrazia non si ferma sulle soglie o sull'uscio di una fabbrica o di un ufficio. Noi, la prossima legislatura, sosterremo forme di democrazia partecipata.
In uno splendido libro di una scrittrice sudamericana, Marcela Serrano, dal titolo Antigua, vita mia, tre donne riflettono amaramente, dopo le passioni forti della resistenza alla dittatura cilena, sulla perdita di un'anima della politica. Siete stati gretti e conservatori a respingere la piena parità di presenza delle donne in questa istituzione.
Voi ritenete che il nostro parlare di diritti sia utopia o demagogia. Onorevole Bondi, onorevole Garnero Santanchè, ministro Prestigiacomo, non nascondetevi dietro banalità! Altro che demagogia o utopia! È solo questione di cultura politica e di volontà conseguente! Vedete, il nostro gruppo - Rifondazione comunista - ha anticipato la norma per cui si batte: siamo sei donne e sei uomini.
Credo che l'anima della politica sia la prima forma di ogni rottura di autoreferenzialità, di ogni forma di dipendenza dal primato del mercato, e rappresenti la ricostruzione di un rapporto vitale tra movimenti, società e istituzioni. È la ricostruzione di un rapporto tra politica e vita. Senza quell'anima, la politica, sia essa politica di governo o di opposizione, è morta. Noi la manterremo viva (Applausi dei deputati dei gruppi di Rifondazione comunista, dei Democratici di sinistra-L'Ulivo e Misto-SDI-Unità Socialista)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Luciano Dussin. Ne ha facoltà.
LUCIANO DUSSIN. Signor Presidente, onorevoli colleghi, inizio il mio intervento rifacendomi a quanto detto ieri dal collega Gibelli.
Al centrosinistra serve un nemico per scaricare e nascondere il loro vero problema, che non è rappresentato dal sistema di voto proporzionale che stiamo proponendo noi, ma è l'obbligo, insito in questo provvedimento, di presentare un programma comune all'atto del deposito delle liste. È questo che a voi fa paura, ed è questo che cercherò di dimostrare a chi ci sta ascoltando.
Il vostro sarà un programma da morire dal ridere perché in politica estera, come sappiamo tutti, voi avete visioni diametralmente opposte. I due partiti comunisti che vi ritrovate all'interno della vostra coalizione si interesseranno di lavoro, del sociale e delle pensioni; però, non bisogna dimenticare che si tratta di partiti comunisti ispirati a logiche che hanno affamato mezzo mondo, come testimoniano le condizioni in cui vivono i paesi dell'ex Unione Sovietica e quelli dell'Est europeo. Ogni volta che il segretario di Rifondazione
comunista, l'onorevole Bertinotti, si appresta a sostenere le sue tesi, giunge persino a mettere in discussione la proprietà privata e non si sprecano le proposte con le quali vorrebbe far tassare i buoni del tesoro delle povere famiglie. A causa dei Verdi, poi, si bloccheranno i cantieri che finalmente sono stati aperti nel paese grazie alla nostra legge sulle grandi opere infrastrutturali.
Mi viene da ridere al solo pensare di cosa scriverete nel vostro programma relativamente al tema dell'immigrazione. A tale riguardo, ricordo che mentre i due soliti partiti comunisti inneggiano alla chiusura dei centri di permanenza temporanea, questi stessi partiti sono clamorosamente smentiti dagli onorevoli Turco e Napolitano, coloro che hanno predisposto quell'infame legge che porta il loro nome (la legge Turco-Napolitano, appunto), i quali cercano di spiegare che chiudendo i centri di permanenza temporanea si vanificherebbe il lavoro svolto dalle forze di polizia e dalla magistratura e si rimetterebbero in strada personaggi che creerebbero sicuramente problemi di sicurezza per le nostre famiglie.
Parlando di famiglie, mi preoccupo - e in questo caso non mi viene da ridere - di quello che a questo riguardo scriverete e proporrete nel vostro programma, che finora avete sempre tenuto nascosto. Ritengo che ci sarà sicuramente qualcuno che inneggerà, come fanno i vostri europarlamentari, al matrimonio tra uomo e uomo, per non parlare poi dell'infamia dell'adozione dei bambini da parte di coppie omosessuali (Applausi dei deputati dei gruppi della Lega Nord Federazione Padana, di Forza Italia e di Alleanza Nazionale). È questo che voi dovete dire ai cittadini! Altro che andare a criticare la riforma della scuola adottata dal ministro Moratti! È questa la cultura che voi avete in mente! Ed è questa la domanda che giro all'onorevole Castagnetti, al quale chiedo anche, se ha in sé ancora qualcosa di cattolico, come fa a stare assieme a gente come voi (Applausi dei deputati dei gruppi della Lega Nord Federazione Padana, di Forza Italia e di Alleanza Nazionale)! È di queste cose che si deve parlare! Questi sono insulti che vanno contro natura! Noi, su queste cose abbiamo assunto delle precise posizioni, le vostre, invece, non si conoscono perché sono sempre sistematicamente nascoste.
Questo, quindi, il vostro problema, questa la vostra paura: presentare un programma che non sarà tale, che non sarà un programma di tutti e che distruggerà qualsiasi forma di Governo dell'Ulivo o dell'Unione (non so neanche più come vi chiamate, perché ogni settimana, per nascondervi, cambiate anche nome alla vostra coalizione). Altro che problemi di proporzionale, e via dicendo!
Ma veniamo alla legge elettorale, visto che vi fa paura sentire altre cose. Questa riforma della legge elettorale - sia chiaro! - cancella le distorsioni dell'attuale sistema: non può più esistere che, come avvenne nel 1996, un polo prenda più voti, ma governi l'altro polo! È una necessità quella di mettere mano a queste distorsioni (Commenti del deputato Violante)!
Non può più succedere quello che avvenne nel 1994, quando sono stati scorporati 11 milioni di voti di cittadini: buttati nel cestino per consentire un diritto di tribuna a partiti che non erano stati votati! Nel 1996, poi, abbiamo scorporato e, di conseguenza, gettato al vento la volontà di ben 14 milioni di cittadini italiani! Questa è una cosa che non sta né in cielo né in terra! Gran parte di questi voti, magari espressi per il partito di Berlusconi, di Bossi o di Fini, sono potuti finire, forse, ai due partiti comunisti di cui dicevo prima. Allora, è logico che bisogna riequilibrare il sistema.
Cosa proponiamo noi? Una legge che preveda che chi prende un voto in più vince, punto! Non c'è più l'imbroglio dello scorporo; non si imbrogliano decine di milioni di cittadini italiani (Applausi dei deputati del gruppo della Lega Nord Federazione Padana)! Noi vogliamo il rispetto assoluto delle scelte di ogni singolo cittadino! Il premio di maggioranza serve per garantire la governabilità del paese a chi prende un voto di più, non a chi prende un voto di meno. Quindi, non abbiamo
nulla da nascondere per quanto concerne la nostra proposta, che fra poco approveremo.
Respingiamo anche le accuse, ovviamente strumentali, che abbiamo sentito rivolgerci in questi giorni e le lezioni di democrazia che ci arrivano dalla sinistra. L'ho detto ieri l'altro e lo ripeto oggi: prendere lezioni di democrazia da chi è riuscito a cambiare la Costituzione con i voti di una maggioranza abusiva è il massimo, è il colmo (Applausi dei deputati dei gruppi della Lega Nord Federazione Padana, di Forza Italia e di Alleanza Nazionale)!
Non possiamo permettervi di offenderci senza rispondere. Non è elegante farlo, ma va ricordato che le «truppe» dell'onorevole Mastella sono arrivate in «soccorso rosso» dopo aver preso i voti dall'altra parte ed hanno cambiato la Costituzione! Ciò va ricordato sistematicamente perché a bugie vostre corrispondono verità nostre, cari signori (Applausi dei deputati dei gruppi della Lega Nord Federazione Padana, di Forza Italia e di Alleanza Nazionale)!
Respingiamo anche le accuse di non aver fatto nulla in questi cinque anni.
MAURA COSSUTTA. Troppi!
LUCIANO DUSSIN. Guardate che, per noi, è già motivo di orgoglio e vanto avere risparmiato al paese cinque anni di vostro Governo! Perché li abbiamo già visti cinque anni di vostro Governo (Applausi dei deputati dei gruppi della Lega Nord Federazione Padana, di Forza Italia, di Alleanza Nazionale e dell'Unione dei democratici cristiani e dei democratici di centro)!
Ricordiamo anche gli slogan che avete fatto circolare quando vi siete proposti in campagna elettorale, nel 1996, per cambiare il paese: se cambierà la maggioranza - questo diceva Prodi - si andrà al voto. La maggioranza è cambiata; noi ed i cittadini abbiamo assistito ad un Governo guidato da Prodi, da D'Alema («D'Alema 1»), ancora da D'Alema («D'Alema 2»), da Amato (Applausi dei deputati dei gruppi della Lega Nord Federazione Padana, di Forza Italia e di Alleanza Nazionale)!
Quindi, vi conosciamo bene, cari signori, anche troppo, purtroppo! Forse, la Casa delle libertà pecca quando non parla chiaro - in questo modo - allorquando ha la possibilità di farlo (Applausi dei deputati dei gruppi della Lega Nord Federazione Padana, di Forza Italia e di Alleanza Nazionale): ad essere troppo buoni, certe volte, si rischia anche di essere mandati a casa dai cittadini! Allora, nelle poche occasioni in cui è consentito, almeno permetteteci questi sfoghi, poco eleganti, ma sicuramente indirizzati a colpire dov'è giusto farlo.
Non si nasconde alcun imbroglio nella proposta in esame, perché non abbiamo bisogno di imbrogliare i cittadini: mettiamo a loro disposizione uno strumento serio, senza sotterfugi; il loro voto sarà rispettato; chi prenderà un voto in più avrà il premio di maggioranza per governare questo paese (il proporzionale, negli anni scorsi, non assicurava la governabilità proprio perché mancava il premio di maggioranza).
Se sento qualcun altro di voi affermare che il premio di maggioranza è un ulteriore imbroglio, va a finire che mi arrabbio davvero (Applausi dei deputati dei gruppi della Lega Nord Federazione Padana, di Forza Italia, di Alleanza Nazionale e dell'Unione dei democratici cristiani e dei democratici di centro - Commenti dei deputati dei Democratici di sinistra-L'Ulivo)...! È così, cari signori!
Il premio di maggioranza lo avete fatto per ore ed ore in questi giorni, raccontando menzogne a chi vi ascolta da casa. Il premio di maggioranza garantisce al polo, alla coalizione che prenderà un voto di più, di governare questo paese. Speriamo che il governo di questo paese non sia affidato a voi, perché vi conosciamo anche troppo bene, per nostra sfortuna (Applausi dei deputati dei gruppi della Lega Nord Federazione Padana, di Forza Italia, di Alleanza Nazionale e dell'Unione dei democratici cristiani e dei democratici di centro - Congratulazioni)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Volontè. Ne ha facoltà.
LUCA VOLONTÈ. Signor Presidente, in questi giorni, in aula e sui quotidiani, da parte dell'opposizione siamo stati dipinti con gli scenari apocalittici in cui avremmo gettato il paese con l'approvazione della riforma elettorale. Possiamo accettare tutto, ma partiamo dalla constatazione dei fatti e dalla memoria storica di quanto è avvenuto in questo paese dopo tre esperienze di maggioritario, un sistema che era già di per sé un ibrido, che aveva sommato i difetti del maggioritario e quelli di un proporzionale parziale: la famosa stabilità più volte richiamata, unitamente al bipolarismo, è stata solo una falsa parola. Non si può infatti confutare l'evidenza di quanto accaduto nel 1996, quando, dopo il Governo Prodi, D'Alema riuscì a formare il suo esecutivo con l'arruolamento di deputati eletti con il centrodestra; ed anche questo non gli bastò per governare quattro anni: ma di quale stabilità stiamo parlando? In cinque anni avete formato quattro Governi diversi: ma quale semplificazione! Il maggioritario ha determinato un incremento della frantumazione politica, con un notevole aumento del numero dei partiti e dei gruppi parlamentari dal 1994 ad oggi (Applausi dei deputati dei gruppi dell'Unione dei democratici cristiani e dei democratici di centro e di Forza Italia).
Tale sistema, che avrebbe dovuto consentire il superamento dei mali della prima Repubblica, ha invece determinato il verificarsi di ribaltoni e di mutamenti di maggioranze in corso di legislatura: fatti mai avvenuti nel corso della prima Repubblica con il sistema proporzionale. Pur di vincere nei singoli collegi, ciascun candidato è indotto a creare piccole aggregazioni o corpuscoli, di cui la coalizione di riferimento si assicura l'appoggio grazie alla promessa di collegi sicuri o di incarichi. Difficile appare ancora oggi porre un argine tra la coerenza della coalizione e la spregiudicatezza di alcuni portatori di interessi particolari. Cari amici, ne siete l'esempio con l'attacco di tutti contro Berlusconi che state mettendo in atto anche in vista delle elezioni politiche (Applausi dei deputati dei gruppi dell'Unione dei democratici cristiani e dei democratici di centro e di Forza Italia). Il sistema uninominale, inoltre, ha prodotto due paradossi successivi: il primo nel 1996, quando l'allora coalizione di centrodestra, nonostante 350 mila voti in più rispetto a quella di centrosinistra, perse le elezioni; il secondo nel 2001, quando, con soli 450 mila voti di scarto, la Casa delle libertà ottenne ben 100 seggi in più rispetto al centrosinistra.
Credo che dopo il famoso 61 a 0, l'elettore di centrosinistra siciliano non sia stato molto contento di non vedere alcun eletto tra i suoi rappresentanti, nonostante una percentuale considerevole di voti ottenuti dalla vostra coalizione. Si è tirato in ballo più volte il famoso referendum del 1993, eretto a totem nel nostro paese. Ma, cari colleghi, sapete fin troppo bene che quello fu l'atto consequenziale di un'ondata emotiva e si sa che le scelte fondate solo sull'emozione e sugli istinti spesso non sono foriere di buoni risultati; né può essere considerata immutabile una decisione presa dodici anni fa. Il fine di quella scelta referendaria, inoltre, fu quello di favorire un diverso ruolo del cittadino elettore e questa scelta è stata tradita dall'evidenza. Si è detto che il nuovo sistema rimette il pallino in mano ai partiti e l'elettore non può più liberamente scegliere i propri rappresentanti. Sono andato a vedere le candidature in alcuni collegi nelle ultime elezioni. Sarei curioso di sapere dall'elettore toscano, umbro, emiliano o romagnolo se i loro ideali candidati fossero veramente quelli che furono obbligati a votare. Ad esempio, vorrei chiedere agli elettori di Scandiano, di Guastalla, di San Giovanni in Persiceto - solo per ricordare l'Emilia-Romagna - se il loro candidato ideale fosse un sardo, un pugliese, un romano o se avrebbero preferito votare un politico di espressione della loro area geografica (Applausi dei deputati dei gruppi dell'Unione dei democratici cristiani e dei democratici di centro e di Forza Italia).
Potrei continuare anche con altri esempi, ma vorrei chiudere qui il fenomeno
e il paradosso della catapulta dei candidati, inaugurato dal sistema vigente.
Chi decideva questi catapultamenti? I cittadini? Erano gli stessi partiti che, grazie alla riforma, voi oggi accusate di monopolizzare e di indirizzare le scelte degli elettori.
È evidente che la nostra predilezione era ed è tuttora per un sistema elettorale proporzionale che consenta all'elettore di esprimere anche una preferenza. Al riguardo, si è molto discusso sull'assunto che le preferenze siano l'origine e la causa del declino del sistema previgente e dell'ascesa del clientelismo. Fatemi tuttavia i nomi dei parlamentari europei eletti con la preferenza e condannati in questi ultimi dieci anni per corruzione, concussione e reati connessi alla violazione delle leggi elettorali: sono qui ad aspettare.
Siamo seri: il proporzionale è un sistema che riconosce più libertà di scelta all'elettore e con la preferenza questa libertà è una libertà piena. La verità è questa: chi è contro questo principio proporzionale è contrario alla libertà di scelta dei cittadini (Commenti del deputato Maura Cossutta).
Parlate dei partiti come se fossero un'entità maligna: ne parlano male soprattutto, e questo è il paradosso, coloro che possono ancora contare su apparati di partito, per niente o stranamente poco coinvolti o scalfiti dall'ondata giustizialista di Tangentopoli. Il problema - è inutile che ve lo nascondiate - è costituito dal fatto che il vostro leader non ha un partito. Questo è il problema: un Don Chisciotte senza truppe che deve chiedere ospitalità altrui, deve cioè mettere in moto un nuovo sistema di partiti (Applausi dei deputati dei gruppi dell'Unione dei democratici cristiani e dei democratici di centro e di Forza Italia).
Non vi fa onore dimenticare comunque quanto scrivevano i creatori del sistema democratico moderno, i famosi federalisti americani; non vi fa onore dimenticare lo stesso de Tocqueville sulla fondamentale importanza delle associazioni, dei club e dei partiti per una democrazia moderna.
In questi giorni, nel corso di questo dibattito, avete usato gli argomenti più disparati, a volte anche contraddicendovi; ci avete rivolto accuse infamanti, financo di attentare alla democrazia in Italia. Oggi siamo giunti in aula con un testo che ha superato le critiche ed i rilievi di costituzionalità che erano stati sollevati.
Avete persino usato - devo dire con scarsi risultati - la piazza per tentare di sovvertire la prima regola di ogni democrazia: vale a dire che le leggi si fanno in Parlamento e che la maggioranza ha il diritto di governare. Voi avete invece mostrato il vero volto, piuttosto il vostro modello, che è quello di alcuni vostri associati: gli incappucciati delle primarie, i no global, i girotondi. Abbiamo cercato e chiesto che queste regole elettorali si potessero scrivere assieme; ma Prodi, che non conosce il significato della parola insieme, ve lo ha impedito, come già nella riforma costituzionale vi ha impedito di essere partecipi e compartecipi di questo lavoro. Ci avete lasciati soli in questa battaglia di libertà.
Il modello proposto dalla maggioranza è volto a radicare il sistema bipolare e a favorire l'alternanza; quanto ai tempi scelti per procedere al mutamento della legge elettorale, che coincidono con l'avvicinarsi della fine della legislatura, occorre precisare una prassi in tal senso, sempre verificatasi dal 1993 ad oggi, allorché si è assistito ad una modifica della legge elettorale per le elezioni dei sindaci, dei presidenti delle province e dei consigli regionali.
È necessario sottolineare inoltre che se una legge elettorale fosse adottata all'inizio della legislatura verrebbe compromessa la stessa legittimazione del Parlamento in carica eletto con regole diverse.
È difficile, credetemi, accettare lezioni da parte di chi, in prossimità della scadenza della legislatura, e con solo quattro voti di scarto, modificò la Carta costituzionale. Mi rattrista che dopo avere sbagliato si continui ancora imperterriti nell'errore, negando in radice la possibilità di scrivere le regole insieme. Il vostro perseverare è maligno perché non tende e non
tiene conto di un sistema bloccato in una sorta di guerra civile della politica italiana.
C'è il pieno sostegno dell'Unione dei democratici di centro sul testo oggi al nostro esame: la nostra passione di libertà nasce con don Luigi Sturzo nel 1919. È ovvio che, se noi dell'Unione dei democratici di centro avessimo avuto la maggioranza assoluta, probabilmente avremmo fatto qualcosa in più rispetto al testo di oggi: ma siamo in una coalizione e che si sia fatto un grosso passo avanti verso il proporzionale è una evidenza che non possiamo negare e della quale siamo pienamente soddisfatti.
È ovvio che avremmo preferito scrivere questa pagina con voi dell'opposizione.
MAURA COSSUTTA. Piantala, Volontè, sei patetico!
LUCA VOLONTÈ. Voi però siete stati sordi in Parlamento, ma chiassosi nella piazza. Dal milione di persone di Cofferati sull'articolo 18, siete passati ai 10 mila di Prodi. Forse anche su questo c'è da riflettere, cari amici (Applausi dei deputati dei gruppi dell'Unione dei democratici cristiani e dei democratici di centro e di Forza Italia).
Per noi è un successo questa legge elettorale: un'aria nuova, una brezza di libertà per l'Italia. Un inizio di discontinuità rispetto a quei passi che mancano e che porta con sé un grande entusiasmo di oggi, ma anche la temperanza per l'avvenire.
Vogliamo costruire un paese dove ognuno potrà respirare a pieni polmoni; dove chiunque di noi possa vivere liberamente e liberamente scegliere la propria partecipazione politica senza sottostare al terrore di un Robespierre e senza essere succube della deificazione di un qualche premier del domani.
Oggi, celebriamo questo sistema politico nuovo; il primo fondamentale passo che rende migliore il paese. Purtroppo, voi, oggi, ci lasciati soli, per salvare Prodi.
Un sistema di regole, una legge elettorale, non sono di per sé una somma di virtù o la soluzione di tutti problemi; però, le leggi possono - e devono forse anche - favorire le virtù e sviluppare libertà personali e responsabilità.
LUCA VOLONTÈ. Questa legge è orientata in tale direzione, verso una strada che voi oggi non avete percorso; da domani, al Senato, potrete farlo, finendo la vostra guerra civile e personale e aiutando anche voi la nascita di un bipolarismo mite di cui il paese e tutti noi sentiamo il bisogno (Applausi dei deputati dei gruppi dell'Unione dei democratici cristiani e dei democratici di centro, di Forza Italia e di Alleanza Nazionale - Congratulazioni).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mattarella. Ne ha facoltà.
SERGIO MATTARELLA. Signor Presidente, la questione di cui ci occupiamo oggi, non riguarda soltanto il cosiddetto mondo politico; riguarda anzitutto e direttamente i cittadini, perché le regole elettorali sono quelle che aumentano o diminuiscono la loro influenza sulla politica, il potere che su di essa possono esercitare.
L'Italia, sulla base del referendum popolare del 1993, da dodici anni ha un sistema maggioritario, applicato già tre volte per eleggere il Parlamento; per tre volte, la sera stessa dello scrutinio, gli elettori hanno saputo, subito, chi avrebbe governato: è stata assicurata agli elettori una scelta chiara e diretta.
Nel 2001, la legge attuale ha prodotto un'ampia maggioranza, trasformando il 46 per cento di voti popolari nel 60 per cento di maggioranza parlamentare, senza escludere dal Parlamento forze minori, non coalizzate ma superiori al 4 per cento; peraltro, sono stati soltanto cinque i partiti che hanno superato lo sbarramento.
Si sono formate, in questi anni, due coalizioni, dando vita al bipolarismo, ad ogni livello, nazionale, regionale, provinciale, comunale: due schieramenti politici che si confrontano chiedendo il consenso dei cittadini.
Non sarà più così semplice, non sarà più così chiaro, se viene approvata questa riforma. Le coalizioni saranno più deboli e meno coese: scompare il vero vincolo che le tiene unite, vincolo che risiede nel fatto che senatori e deputati, oggi, sanno di essere eletti nel loro collegio con il voto degli elettori di tutta la coalizione.
Nel nostro paese, dove da tanto tempo esistono forti spinte verso la frammentazione, la legge attuale le ha contenute ed ha fatto complessivamente prevalere nelle coalizioni le ragioni che spingono a stare insieme; con questa nuova disciplina, aumenteranno le divaricazioni, aumenterà la ricerca di ciò che divide.
La vittima di questa riforma è il bipolarismo; introdotto da dieci anni nel nostro paese, diverrà meno chiaro, sarà fortemente indebolito, se non vanificato.
Avremo, Presidente, con questa normativa, Governi meno stabili. Nelle ultime elezioni, nel 2001, la Casa delle libertà ha ottenuto oltre cento seggi di vantaggio alla Camera dei deputati, una maggioranza ampia per sostenere un Governo stabile: in simili condizioni, un Governo che sapesse ben lavorare, potrebbe amministrare con efficacia. Ma, se nel 2001 si fosse votato con la disciplina recata dalla riforma che volete approvare, il vostro schieramento avrebbe avuto 50 seggi di vantaggio, meno della metà, e, al Senato, forse nessuno: una maggioranza assai più limitata per un Governo meno stabile.
Signori del Governo e della maggioranza, voi vi siete giovati di un sistema elettorale che vi ha posto nelle condizioni di governare con stabilità e state cercando di fare in modo che chi governerà dopo di voi debba operare in condizioni meno stabili e più difficili (Applausi dei deputati dei gruppi della Margherita, DL-L'Ulivo, dei Democratici di sinistra-L'Ulivo, Misto-SDI-Unità Socialista e Misto-Verdi-l'Unione). Questo è inammissibile! Questa è la vostra colpa nei confronti degli italiani, perché varate una legge elettorale che vi conviene ma indebolisce le istituzioni: per difendere il vostro interesse di parte, sacrificate l'interesse dell'Italia.
Questa riforma può produrre maggioranze diverse tra Camera e Senato. Per la Camera dei deputati, è prevista l'assegnazione di un limitato premio di maggioranza allo schieramento che ottiene più voti in tutta Italia. Per il Senato della Repubblica, invece, sono previsti tanti diversi premi per ogni singola regione: una coalizione, pertanto, otterrà il premio in Lombardia, l'altra in Piemonte; l'una in Campania, l'altra in Sicilia. Se vi fosse una terza coalizione, oggi o in futuro, otterrebbe il premio, che so, nel Lazio o in Veneto!
Il risultato casuale di questa incredibile varietà - alla moda del vestito di Arlecchino! - di premi di coalizione regionali può facilmente produrre maggioranze diverse tra la Camera ed il Senato. Mi chiedo e vi chiedo se sia possibile approvare una legge elettorale così dissennata e così priva di razionalità, che rende più difficile la governabilità nel nostro paese. Ma forse è questo l'obiettivo che vi prefiggete: consegnare il prossimo Parlamento all'instabilità e all'ingovernabilità!
Signor Presidente, oggi gli elettori scelgono, nel loro collegio locale, il deputato ed il senatore del loro territorio. Non sarà più così: questa riforma, infatti, sopprime i collegi locali e prevede circoscrizioni elettorali molto ampie, con liste bloccate di candidati, vale a dire liste composte da candidati che verranno eletti secondo la graduatoria stabilita dalle segreterie dei partiti. Peggio ancora: i loro nomi non saranno neppure scritti sulla scheda che verrà consegnata agli elettori per esprimere il loro voto.
Gli elettori, in altri termini, non soltanto non potranno scegliere i candidati da eleggere, ma non troveranno neppure i loro nomi sulla scheda: è tutto consegnato nelle mani delle segreterie dei partiti! Gli elettori non sceglieranno più senatori e deputati, ma potranno soltanto contribuire a formare le quote dei vari partiti.
In pieno contrasto con questo, si collocano le primarie del centrosinistra, che si sottopone al voto popolare spontaneamente (Applausi dei deputati dei gruppi
della Margherita, DL-L'Ulivo, dei Democratici di sinistra-L'Ulivo e Misto-SDI-Unità Socialista).
Sarà difficile per gli elettori, signor Presidente e colleghi, orientarsi tra le tante e complicate soglie di sbarramento che questa riforma elettorale prevede. La legge attuale ne fissa una sola, quella del 4 per cento, mentre questa riforma ne prevede sei. Ripeto: prevede sei diverse soglie di sbarramento tra Camera e Senato.
Vi è, per le varie ipotesi, una soglia al 2 per cento, una al 3 per cento, una al 4 per cento, una soglia all'8 per cento, una al 10 per cento e, infine, una al 20 per cento!
Tale sconcertante irrazionalità è, del resto, una delle numerose cause di contrasto con la Costituzione che questa riforma elettorale presenta. Va ricordato che ogni soglia di sbarramento comporta l'irrilevanza dei voti degli elettori. Ciò si può fare, ma soltanto in condizioni di parità di trattamento e secondo ragionevolezza. È quello che manca, in questa riforma: non è così, in questa riforma!
Essa presenta tanti difetti, numerose lacune e tanti vizi, provocati anche dalla fretta convulsa con cui si sta procedendo, senza neppure avere, né consentire ad altri, il tempo per riflettere adeguatamente sul suo contenuto e sulle sue conseguenze, attraverso una procedura assai discutibile. Non si procede così per predisporre ed approvare una legge che deve regolare la vita democratica del paese!
È un errore cambiare spesso legge elettorale. Le grandi democrazie non lo fanno, perché è noto che cambiare sistema elettorale provoca una fase di instabilità, e farlo spesso rende irreversibile l'instabilità. È ancora più sbagliato farlo nel modo improvvisato, affannoso e confuso che il Governo e la maggioranza stanno dimostrando in questi giorni, in un momento che è già di campagna elettorale.
È un errore ancora più grande, infine, cambiare sistema elettorale perché si cerca di avere regole che fanno comodo, come voi, Governo e maggioranza, state facendo! È una colpa, ripeto, nei confronti del nostro paese e dei suoi cittadini, anche perché, così, si stabilisce l'abitudine che ogni maggioranza, ad ogni legislatura, si approva la sua legge elettorale, quella che ritiene gli torni più utile, condannando il nostro paese e le sue istituzioni all'incertezza!
Avete voluto lavorare da soli in questa circostanza, così come per la riforma della Costituzione: lo avete voluto (Applausi dei deputati dei gruppi della Margherita, DL-L'Ulivo, dei Democratici di sinistra-L'Ulivo, di Rifondazione comunista, Misto-SDI-Unità Socialista e Misto-Comunisti italiani)!
Per concludere, signor Presidente, va doverosamente sottolineato che anche voi della maggioranza e del Governo sapete che questa riforma è viziata da numerosi motivi di incostituzionalità, vale a dire da motivi di contrasto, insanabile ed evidente, con la Costituzione.
Si tratta di aspetti che non si possono, colpevolmente, ignorare, come voi state facendo in questi giorni, ed è un macigno che pesa sulla vostra riforma.
Voi del Governo e della maggioranza pensate che questa legge elettorale nuova vi sarà utile, ma questa legge danneggia il nostro paese. Voi pensate al primo aspetto, al vostro interesse di parte. Noi pensiamo al secondo aspetto: pensiamo all'interesse del nostro paese (Applausi dei deputati dei gruppi della Margherita, DL-L'Ulivo, dei Democratici di sinistra-L'Ulivo, di Rifondazione comunista, Misto-Popolari-UDEUR, Misto-Comunisti italiani, Misto-SDI-Unità Socialista, Misto-Verdi-l'Unione, Misto-Ecologisti democratici - Congratulazioni - Commenti dei deputati dei gruppi di Forza Italia, di Alleanza Nazionale e della Lega Nord Federazione Padana)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole La Russa. Ne ha facoltà.
IGNAZIO LA RUSSA. Signor Presidente, nutro molto rispetto per l'onorevole Mattarella, che conosco da quando sono entrato in quest'aula e nella Commissione affari costituzionali, quando, nel 1993, iniziammo a cambiare il sistema elettorale.
L'onorevole Mattarella, da cui il termine «Mattarellum», fu uno tra i protagonisti di quella stagione e pure ricordo, con cortesia - ma debbo comunque farlo, onorevole Mattarella - che in tale occasione la legge che fu votata dal Parlamento provocò - a parte l'eterogenesi dei fini, più volte oggi ricordata in quest'aula - maggioranze diverse: una al Senato ed una alla Camera, dimostrazione lampante che non esiste alcuna legge elettorale, in una situazione quale quella italiana in cui è diverso il corpo elettorale che vota per la Camera dei deputati da quello che vota per il Senato della Repubblica, che possa garantire che vi sia uniformità di maggioranza.
Ricordo anche, onorevole Mattarella, che fu in tale occasione che venne introdotta per la prima volta la lista bloccata, sia pure limitatamente al 25 per cento di proporzionale. Ricordo inoltre, onorevole Mattarella, che fu proprio in tale occasione che iniziò, cosa che non era praticamente mai avvenuta - forse solo in un caso, con l'onorevole De Mita, in Campania, ma era una rarità - il percorso del «turismo politico»; per carità, non ne siamo stati immuni nemmeno noi, ma non alzate, per favore, l'indice accusatore! Ho con me, infatti, un po' di nomi e non parlo di quelli - giustamente - candidabili ovunque, come, ad esempio, il presidente Cossutta, per carità! O come lo stesso Occhetto, candidati in posti lontani; e neanche come Di Pietro, pur candidato al Mugello...
ALFREDO BIONDI. Per l'accento!
IGNAZIO LA RUSSA. Ma come Crucianelli, da Roma a Montecatini; come Pennacchi, da Latina a Livorno; come Visco, da Foggia a Guastalla; Giulietti; Lusetti; Monaco; D'Antona; la figlia di Cossutta; Diliberto, che ha parlato in precedenza, da Cagliari a Scandiano; Villetti, da Roma a Sesto fiorentino (Applausi dei deputati dei gruppi di Alleanza Nazionale, di Forza Italia e della Lega Nord Federazione Padana); Pier Paolo Cento, da Roma a San Giovanni in Persiceto, senza parlare dei senatori. Per cui, un po' di decenza! Non è che la memoria viene completamente annullata, perché siamo davanti alla televisione e pensate che la gente non possa sapere le cose che dite (Applausi dei deputati del gruppo di Alleanza Nazionale)!
Vedete, ci avete rivolto delle critiche. Alcune di esse erano ragionevoli. Avreste potuto continuare a contribuire a migliorare la legge, perché all'inizio il vostro ostruzionismo è stato operoso. Avete detto, per esempio, che era un errore attribuire il premio di maggioranza in base ai seggi e non in base ai voti. Abbiamo convenuto che fosse esatto, anche molti di noi lo pensavano. Questa legge non assegna il premio di maggioranza in base ai seggi, ma in base ai voti e determina una conseguenza semplicissima, la più semplice da capire - lo dico a chi ci guarda attraverso gli schermi -: questa è una legge elettorale, così la finiamo con il «volete vincere» o il «volete perdere», che fa vincere la coalizione che ha anche un solo voto in più e che garantisce la governabilità a tale coalizione (Applausi dei deputati dei gruppi di Alleanza Nazionale e di Forza Italia).
Qual è la critica che volete muovere a una legge così? Se la criticate è perché speravate di avere una legge che consentisse a voi magari di vincere, senza avere più voti di noi. Quella non ve la faremo mai, state pure tranquilli (Applausi dei deputati dei gruppi di Alleanza Nazionale e di Forza Italia)! Così come vi siete lamentati all'inizio, e vi abbiamo ascoltato, perché si ipotizzava il 50 per cento di preferenze. Avete detto: vinceranno i corrotti; vinceranno solo i miliardari! Bene, vi abbiamo ascoltato: non ci sono preferenze. Abbiamo visto che il Parlamento ha votato su due emendamenti che proponevano di inserirle fra cinque o sei anni, e non adesso; ed hanno ottenuto solo 70 voti. Quindi, questa opinione era largamente condivisa. Ho ascoltato da parte vostra alcune critiche: si affermava che mancano le preferenze. Insomma, mettevi d'accordo!
Mettevi d'accordo anche su un altro fatto: qualcuno ci contesta che questa legge è troppo proporzionale ed avrebbe
ucciso il bipolarismo. Ma l'onorevole Russo Spena, che ricordo antico competitore di militanze giovanili a Milano, ha detto che questo è un proporzionale che porta ad un iperbipolarismo. È vero o no che ha detto questo, onorevole Russo Spena? Mettevi d'accordo!
Capisco che non siate d'accordo sulla politica estera, ma almeno mettetevi d'accordo sulla critica alla nostra legge elettorale (Applausi dei deputati dei gruppi di Alleanza Nazionale e di Forza Italia )!
La verità è un'altra. La verità è che noi una raccomandazione l'abbiamo ascoltata: quella del Capo dello Stato. Il Capo dello Stato, all'inizio di questo percorso legislativo, ci ha detto: non fate tornare indietro la storia, non torniamo al passato.
Cosa voleva dire? Ciò che modestamente credo abbiamo realizzato e che Alleanza nazionale ha chiesto sin dall'inizio: che si introducesse, se questa era la volontà del Parlamento, un sistema proporzionale che fotografasse meglio le differenze culturali e le realtà politiche del paese; ma che non si tornasse alla pratica antica che Ciampi condanna (perché se la ricorda, come la ricordo io, che pure sono un filo più giovane), in base alla quale i cittadini prima venivano chiamati a votare, dopodiché, i partiti nelle conventicole decidevano chi era il premier, quale era il programma e quale era la coalizione. Non passerà più una legge di questo genere, finché ci saranno Alleanza nazionale e il centrodestra a garantirlo (Applausi dei deputati dei gruppi di Alleanza Nazionale e di Forza Italia)!
Noi abbiamo chiesto bipolarismo e lo abbiamo ottenuto con l'indicazione del leader, con l'indicazione del programma e la chiara individuazione della coalizione che si presenta agli elettori. Abbiamo chiesto governabilità! Onorevole Mattarella, anche a questo proposito, vorrei domandarle: chi ha introdotto per la prima volta lo sbarramento? Mi sbaglio, o il 4 per cento nella parte proporzionale (che, addirittura, doveva rimanere uguale in tutto il proporzionale) l'ha introdotto lei? Noi, per rispondere alla migliore fotografia possibile dell'Italia, abbiamo previsto sbarramenti diversificati a seconda delle realtà, ma che non mutano - l'ho detto all'inizio e lo ripeto - la realtà della legge. Ciò appartiene all'assegnazione dei seggi. Ma chi vince, chi ottiene il premio di maggioranza alla Camera è la coalizione che ha avuto più voti.
Dopodiché, certo, c'è anche un'altra esigenza e ci sono libri al riguardo che tutti abbiamo contribuito a scrivere: l'esigenza di ridurre la frammentazione, di evitare che ciascuno si faccia il partito «fai da te», il partito familiare, il partito casalingo della bistecca. Abbiamo ritenuto di conservare l'indicazione contenuta nella sua legge, onorevole Mattarella, e di continuare con sagacia ed intelligenza a mettere sbarramenti. Ciò affinché tutti possano partecipare, ma con un minimo di rappresentatività, per non far finta che sia assolutamente incongrua la presenza dei parlamentari qui rispetto alla volontà degli elettori.
Allora, non le capisco queste critiche!
Per quanto riguarda l'altra critica che ci è stata mossa, essa riguarda un punto delicato: il voto delle donne. È un tema delicato, perché doloroso: è l'unico passo falso (la penso così) che ha fatto la maggioranza. Ma non nel senso che dite voi. È l'unico passo falso (Commenti del deputato Bindi)... Ma non dico niente di nuovo. Il presidente del mio partito ha addirittura usato parole più forti. Egli ha detto: è un capolavoro di stupidità...
ALFREDO BIONDI. È vero!
IGNAZIO LA RUSSA. ...ma per essere caduti - questo ha detto Fini - nella trappola del centrosinistra. Vedete, non siamo caduti (Commenti dei deputati dei gruppi dei Democratici di sinistra-L'Ulivo e della Margherita, DL-L'Ulivo)... Lasciatemi spiegare. Per cortesia, non mi sembra di offendere nessuno.
Avete provato a buttarla anche nella provocazione con i manifesti e vi abbiamo battuti anche lì, individuandoli prima e rispondendovi con la frase «Siete patetici» (Applausi dei deputati dei gruppi di Alleanza Nazionale e di Forza Italia).
Non ce l'abbiamo fatta a capire l'altra trappola demagogica. Voi avete votato (Commenti dei deputati dei gruppi dei Democratici di sinistra-L'Ulivo, della Margherita, DL-L'Ulivo, Misto-Comunisti italiani e Misto-Verdi-l'Unione)...
ANNA FINOCCHIARO. Bastava votarla!
PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, non è il caso di interrompere l'onorevole La Russa.
IGNAZIO LA RUSSA. Lo capisco che quando si tocca, la ferita duole. Lo capisco questo. Ma voglio scoperchiarlo, questo piccolo altarino. Voi avete proposto ora, perché siete minoranza - non quando avevate la maggioranza e nessuno vi vietava di votarlo - di riservare il 50 per cento delle candidature alle donne. Lo avete fatto ora che non potevate vincere, non quando potevate (Applausi dei deputati del gruppo di Alleanza Nazionale)!
Poi avete presentato un altro emendamento. Quando finalmente è arrivato un emendamento...
TIZIANA VALPIANA. Un emendamento offensivo!
IGNAZIO LA RUSSA. ... che, colpevolmente, molti settori del centrodestra non hanno votato, insieme a moltissimi vostri (i numeri sono lì!)...
ROSY BINDI. Basta!
IGNAZIO LA RUSSA. Fermati!
Cosa avete fatto? 35 parlamentari hanno teso una trappola affinché le donne non fossero più rappresentate e hanno chiesto il voto segreto. 31 richiedenti sono del vostro schieramento! Neanche uno è di Alleanza nazionale (Applausi dei deputati dei gruppi di Alleanza Nazionale, di Forza Italia e della Lega Nord Federazione Padana - Commenti dei deputati dei gruppi dei Democratici di sinistra-L'Ulivo e della Margherita, DL-L'Ulivo)!
Questa è la verità! Se volevate far crescere le donne, bastava evitare di chiedere il voto segreto. Ricordatelo! Ditelo agli italiani (Applausi dei deputati dei gruppi di Alleanza Nazionale e di Forza Italia)!
LUIGI GIACCO. Vergogna!
LUIGI OLIVIERI. Vergogna!
PRESIDENTE. Onorevole La Russa...
IGNAZIO LA RUSSA. Concludo, signor Presidente.
Ho qui i nomi, se volete ve li leggo. Ma voi li conoscete e il Presidente mi dice che non ho tempo. Li pubblicheranno i giornali, se vogliono.
Avete seguito Prodi. Egli vi ha detto che noi dovevamo essere trattati da nemici per creare un clima di tensione, perché l'unico collante che vi può unire è l'antiberlusconismo, l'anti-Casa delle libertà, l'anti-centrodestra e l'anti-centro. Avete perso l'occasione di far fare a noi, forse, una legge anche migliore. Infatti, quando oggi l'onorevole Violante ha rivolto un appunto ad un ordine del giorno che avevamo presentato, non ho avuto difficoltà a dire: confrontiamoci e presentiamo lo stesso ordine del giorno. Avete rinunciato a migliorare la legge per i vostri sporchi interessi (Commenti del deputato Bindi)!
LUIGI GIACCO. Vergogna!
IGNAZIO LA RUSSA. Dio confonda gli stolti (Applausi dei deputati dei gruppi di Alleanza Nazionale e di Forza Italia - Congratulazioni - Commenti dei deputati dei gruppi dei Democratici di sinistra-L'Ulivo e della Margherita, DL-L'Ulivo)!
LUIGI OLIVIERI. Riferisciti a Dio per cause migliori!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fassino. Ne ha facoltà (Commenti dei deputati del gruppo di Alleanza Nazionale).
Onorevole Fassino, aspetti che si siano calmate le acque e che ci sia tranquillità e serenità. Non abbiamo fretta.
PIERO FASSINO. Signor Presidente, vorrei iniziare da una considerazione molto semplice. In quale paese democratico una maggioranza, alla vigilia di un voto, ridisegna da sola la legge elettorale (Commenti del deputato Coronella - Dai banchi dei deputati del gruppo dei Democratici di sinistra-L'Ulivo si grida: Stai zitto! Fai silenzio!)?
PRESIDENTE. Onorevole Coronella, la richiamo all'ordine.
PIERO FASSINO. Vorrei semplicemente che partissimo da una prima considerazione. Onorevole Fini - mi rivolgo a lei, che certamente mi ascolta un po' di più rispetto ai suoi deputati -, abbiamo mai letto su un giornale che in Austria, in Spagna, in Inghilterra, in Germania, in Danimarca, in Svezia o in Portogallo - prendete qualsiasi paese democratico del nostro continente (Dai banchi dei deputati dei gruppi di Forza Italia e di Alleanza Nazionale: Francia!) - alla vigilia di un voto una maggioranza di governo decida unilateralmente di cambiare le regole elettorali? Non è mai accaduto.
Abbiamo, invece, dei buoni esempi di segno opposto. Basterebbe pensare alla Germania, dove il Cancelliere Schroeder, qualche mese fa, di fronte a dei rovesci elettorali ha pensato che fosse giusto verificare se aveva o meno la fiducia dei tedeschi. Ed è andato alle elezioni senza chiedere di cambiare prima la legge elettorale (Applausi dei deputati del gruppo dei Democratici di sinistra-L'Ulivo).
Nessuno insomma cambia le leggi elettorali a proprio uso e consumo. Nessuno lo fa per una ragione che tutti sappiamo essere fondata, ossia che una legge elettorale deve essere imparziale, riconosciuta da tutti e non può essere piegata alle convenienze e agli interessi di questa o quella maggioranza politica. Tanto è vero - lo ha ricordato bene l'onorevole Mattarella - che nelle grandi democrazie la legge elettorale non la si cambia mai, o la si cambia rarissimamente, proprio perché cambiarla continuamente offre il destro all'instabilità e al sospetto che chi la cambia lo faccia per piegarla alle proprie convenienze.
Seconda considerazione: in ogni caso, quando si cambia la legge elettorale, lo si fa sulla base di un consenso tra tutte le forze politiche principali.
Ci sono addirittura Costituzioni in alcuni paesi europei, che prevedono che la legge elettorale non possa essere cambiata se non da maggioranze qualificate, cioè più ampie di una maggioranza di Governo. Ebbene, voi vi siete mossi contravvenendo esattamente a questi due principi. Avete deciso di cambiare la legge elettorale alla vigilia di una campagna elettorale molto impegnativa e avete deciso di farlo da soli. Eppure non era questo il vostro convincimento. Già Franceschini vi ha fatto, l'altro ieri, alcune citazioni. Permettetemi di aggiungerne alcune altre. Penso all'onorevole Pisanu, che oggi passa per un ministro moderato, particolarmente attento al suo ruolo istituzionale. Era assai meno moderato nel 2000, quando diceva: «Sia chiaro fin da ora che il tentativo di imporre una legge elettorale di parte aprirebbe uno scontro parlamentare senza precedenti e la responsabilità ricadrebbe interamente su chi lo fa. Straparlano» (saremmo stati noi)! Forse adesso straparlate voi, onorevole Pisanu (Applausi dei deputati dei gruppi dei Democratici di sinistra-L'Ulivo, della Margherita, DL-L'Ulivo, Misto-Comunisti italiani e Misto-Verdi-l'Unione)!
Penso all'onorevole Bossi, il quale diceva: «Se il centrosinistra decidesse di andare avanti da solo, sarebbe un altro imbroglio; ho sempre sostenuto che hanno la mentalità nazista, adesso hanno la possibilità di dimostrarlo». Presumo che adesso, comportandovi voi così, sia Berlusconi il destinatario di questo giudizio dell'onorevole Bossi (Applausi dei deputati dei gruppi dei Democratici di sinistra-L'Ulivo, della Margherita, DL-L'Ulivo, Misto-Comunisti italiani e Misto-Verdi-l'Unione)! Penso a un uomo, che anche lui
passava per essere moderato, l'ex ministro Giuliano Urbani, il quale disse: «Nemmeno Milosevic provò a cambiare le regole elettorali a campagna elettorale in corso (Applausi dei deputati dei gruppi dei Democratici di sinistra-L'Ulivo, della Margherita, DL-L'Ulivo, Misto-Comunisti italiani e Misto-Verdi-l'Unione)»! Presumo che oggi - a giudizio di Urbani - l'onorevole Berlusconi sia peggio di Milosevic!
Potrei continuare, ma vi risparmio. Quello che voglio dire è che in realtà anche voi sapete benissimo che cambiare una legge alla vigilia della campagna elettorale e facendolo da soli, sottraendosi a qualsiasi confronto, è un atto di imposizione e di arroganza. E allora perché lo fate? Lo fate per due obiettivi. Il primo: volete evitare una sconfitta elettorale, che sentite incombente. Il secondo: per impedire alla prossima maggioranza di avere quell'ampio margine di voti, di cui avete goduto voi oggi. Voi avete «guidato l'Italia con cento deputati in più in questa Camera e cinquanta senatori in più al Senato. Se non ce l'avete fatta a governare non è per un problema elettorale o istituzionale, perché quando si ha una maggioranza così ampia si è in grado, se si ha la volontà politica, di decidere qualsiasi cosa! Se non lo avete fatto è per le vostre divisioni e per la vostra incapacità (Applausi dei deputati dei gruppi dei Democratici di sinistra-L'Ulivo, della Margherita, DL-L'Ulivo, Misto-Comunisti italiani, Misto-SDI-Unità Socialista e Misto-Verdi-l'Unione)!
Voi, non essendo stati capaci di governare, volete impedire a chi eventualmente dovesse succedervi di avere una maggioranza con la quale poter governare! Questa è la verità! Andiamo infatti al merito della legge. Potevate proporci molte cose: il proporzionale del modello tedesco, di cui avete parlato ampiamente e che addirittura un partito come l'UDC ci ha proposto per anni! Potevate proporci il modello elettorale che è in vigore in Italia per le regioni, che non è quello che proponete oggi, perché nella legge che ci proponete adesso non c'è il listino di coalizione, che è l'elemento coesivo della coalizione. Potevate proporci un maggioritario a doppio turno. O altro ancora.
No! Ci avete proposto un proporzionale, che non esiste in nessun paese al mondo!
DANIELE FRANZ. Il modello Toscana!
PIERO FASSINO. E che è ritagliato unicamente sulle convenienze elettorali di questa maggioranza di Governo. Volete la riprova? Dopo aver messo mille sbarramenti (20, 10, 8, 3, 2 per cento), l'altro giorno avete introdotto lo «sbarramento con lo sconto», perché avete introdotto una norma che dice che se anche c'è lo sbarramento del 2 per cento, in ciascuna coalizione anche un partito che non arriva al 2 per cento può avere dei seggi in Parlamento. Lo avete fatto perché vi sono alcune forze minori, che probabilmente non raggiungeranno il 2 per cento ...
DONATO BRUNO. Anche da voi!
PIERO FASSINO. ...che si stanno interrogando se stare con voi oppure no! Avete quindi ridisegnato un profilo elettorale, unicamente per cercare di conquistare il consenso di queste forze politiche. Alla faccia dell'imparzialità della legge e della capacità di dare una legge che dia stabilità a questo sistema (Applausi dei deputati dei gruppi dei Democratici di sinistra-L'Ulivo, della Margherita, DL-L'Ulivo, di Rifondazione comunista, Misto-Comunisti italiani, Misto-SDI-Unità Socialista e Misto-Verdi-l'Unione)!
La verità è che voi ci proponete una legge che aumenterà la frammentazione politica, perché aumenteranno le liste elettorali, i gruppi parlamentari e probabilmente i partiti politici voi spezzate ogni rapporto di rappresentanza territoriale, perché noi, parlamentari che siamo qui oggi, siamo stati eletti in 475 collegi di 120 mila elettori l'uno e ciascuno di noi con quegli elettori un rapporto l'ha costruito!
Quando da domani ciascuno di noi sarà eletto in una lista bloccata su base regionale di milioni e milioni di elettori, avrà
maggiore difficoltà a rappresentare quegli eletti a cui deve rendere conto. Voi spezzate non solo il rapporto con il territorio, ma anche quello tra elettori ed eletti, con liste bloccate che sopprimono la possibilità per l'elettore di scegliere da chi farsi rappresentare.
Insomma, si tratta di una legge che renderà meno stabile l'attività di questo Parlamento, meno stabili le maggioranze che si formeranno, di qualsiasi segno politico, e dunque, meno governabile il Parlamento e meno governabile la maggioranza che dovrà guidare il paese!
Voi state proponendo una legge che accresce l'instabilità e l'ingovernabilità del paese e lo avete fatto perché non siete in grado di stare insieme con il sistema maggioritario. Questa è la verità!
Lo ha ammesso il Presidente del Consiglio qualche giorno fa: se, dopo tutte le liti che la destra ha conosciuto dopo la sconfitta nelle elezioni regionali, l'attuale maggioranza andasse al voto con il sistema elettorale attuale, non sarebbe in grado in nessun collegio uninominale di fare il pieno dei propri voti! Perché dove verrebbe candidato l'onorevole Follini, è quasi certo che non tutti gli elettori della Lega lo voterebbero e dove viene candidato il ministro Calderoli, è quasi certo che non tutti gli elettori dell'UDC lo voterebbero! Allora, l'unico modo che avete per stare insieme è spezzare la vostra solidarietà, andare distinti, sperando - separati - di tenere quei voti che, uniti, perdereste soltanto (Applausi dei deputati dei gruppi dei Democratici di sinistra-L'Ulivo, della Margherita, DL-L'Ulivo, di Rifondazione comunista, Misto-Comunisti italiani, Misto-SDI-Unità Socialista, Misto-Verdi-l'Unione)!
Insomma, voi ci state proponendo una legge che è unicamente pensata per evitare una sconfitta elettorale. Trovo del tutto legittimo che uno schieramento politico non voglia perdere, ma non è un motivo sufficiente per cambiare la legge elettorale di un sistema democratico (Applausi dei deputati dei gruppi dei Democratici di sinistra-L'Ulivo, della Margherita, DL-L'Ulivo, Misto-Comunisti italiani).
Per tali motivi, noi non consideriamo la partita chiusa qui questa sera. Questa legge dovrà essere esaminata al Senato; di qui ad allora continueremo a batterci, perché non si compia questo strappo e perché questo paese possa avere una legge elettorale più civile e più degna di quella che voi avete proposto questa sera!
Ma il punto sostanziale che voi eludete - mi rivolgo a lei, onorevole Fini, che è il Vicepresidente del Consiglio e che rappresenta in questo momento il Governo - è che la vostra crisi - quella crisi che vi ha portato alla sconfitta clamorosa nelle elezioni regionali di qualche mese fa, quella crisi che vi ha portato negli ultimi quattro anni a subire sconfitte in tutti i passaggi elettorali che, dal 2002 al 2005, l'Italia abbia conosciuto - non è dovuta al sistema elettorale.
Quella crisi si chiama crescita zero dell'economia! Quella crisi si chiama incapacità di governare l'economia, portandola ad un deficit del 5 per cento ed a un debito pubblico del 110 per cento! Quella crisi si chiama insicurezza sociale di molte famiglie italiane! Quella crisi si chiama malessere di tante categorie e di tanti strati della società italiana che, nel 2001, a voi avevano guardato con speranza, pensando che sareste stati capaci di modernizzare il paese. Dopo cinque anni, constatano il fallimento della vostra politica!
Per questo avete perso voti! Per questo rischiate di perdere anche le prossime elezioni! Non perché il sistema elettorale vi penalizza, visto che semmai quello del 2001 vi ha dato un ampio margine di seggi in questa sede. Voi perdete perché avete perso il consenso del paese (Applausi dei deputati dei gruppi dei Democratici di sinistra-L'Ulivo, della Margherita, DL-L'Ulivo, di Rifondazione comunista, Misto-Comunisti italiani, Misto-SDI-Unità Socialista, Misto-Verdi-l'Unione, Misto-Popolari-UDEUR)!
Mi colpisce come in queste settimane si misuri la differenza tra voi e noi. Noi degli italiani non abbiamo paura, tant'è vero che, nel momento in cui stiamo per avviarci in questa lunga campagna elettorale, abbiamo scelto di andare domenica prossima
a chiedere a tutti gli elettori e alle elettrici del centrosinistra di legittimare con il voto il nostro leader (Applausi dei deputati dei gruppi dei Democratici di sinistra-L'Ulivo, della Margherita, DL-L'Ulivo, di Rifondazione comunista, Misto-Comunisti italiani, Misto-SDI-Unità Socialista, Misto-Verdi-l'Unione).
Voi, invece, dei cittadini avete paura. Così come avete paura delle donne (Commenti dei deputati dei gruppi di Forza Italia e di Alleanza Nazionale), con lo strappo che avete consumato ieri negando alle donne quella rappresentanza nelle istituzioni a cui hanno diritto (Applausi dei deputati dei gruppi dei Democratici di sinistra-L'Ulivo e della Margherita, DL-L'Ulivo)!
DONATO BRUNO. Parla per te!
PIERO FASSINO. Voi oggi cambiate la legge elettorale, sperando di mettervi al riparo da una possibile sconfitta! Vi aggrappate come il naufrago all'albero di una nave che affonda! Non vi basterà. Anzi gli italiani saranno ancora più severi. Cambiare le regole del gioco, imporre una legge brutta e faziosa non vi risparmierà la sconfitta severa che gli italiani vi infliggeranno (Vivi applausi dei deputati dei gruppi dei Democratici di sinistra-L'Ulivo, della Margherita, DL-L'Ulivo, di Rifondazione comunista, Misto-Comunisti italiani, Misto-SDI-Unità Socialista, Misto-Verdi-l'Unione, Misto-Popolari-UDEUR - Congratulazioni)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Adornato. Ne ha facoltà (Commenti dei deputati dei gruppi dei Democratici di sinistra-L'Ulivo e della Margherita, DL-L'Ulivo). Onorevole Adornato, non sapevo che lei suscitasse tanti entusiasmi!
Onorevoli colleghi, per cortesia, tutti gli altri colleghi sono stati ascoltati con grande attenzione. L'onorevole Adornato conclude il nostro dibattito in diretta televisiva, poi interverranno tre parlamentari per un minuto a testa e poi si procederà alla votazione finale del provvedimento. Prego, onorevole Adornato.
FERDINANDO ADORNATO. Signor Presidente, preliminarmente: onorevole Fassino, se lei è così sicuro di vincere e non ha paura del giudizio del popolo italiano, perché è così agitato? Perché è così preoccupato (Applausi dei deputati dei gruppi di Forza Italia e di Alleanza Nazionale - Commenti dei deputati dei gruppi dei Democratici di sinistra-L'Ulivo e della Margherita, DL-L'Ulivo)? Perché fa un discorso dai toni così catastrofici? Se lei è sicuro di vincere, questa legge elettorale, che farà vincere chi ha un voto di più, non la dovrebbe preoccupare. Invece lei, con il suo atteggiamento, dimostra di essere assai preoccupato.
Ho paura che la sua preoccupazione, onorevole Fassino, si inserisca nel circuito che in questi giorni avete instaurato nel paese. Ci avete ricoperti di accuse molto gravi, avete parlato di colpo di mano istituzionale, di lesioni alla democrazia e alla Costituzione.
Ma, mentre non vi è alcuna prova dimostrata di forzature da noi poste in essere, perché abbiamo seguito le regole della nostra Costituzione - se ancora vi vanno bene -, vorrei ricordare all'Assemblea e agli italiani che ci ascoltano che il combinato disposto di un radicale ostruzionismo, con tanto di goliardici striscioni da stadio, dell'uso della piazza contro il Parlamento e dell'incomprensibile ed immotivata campagna contro il Presidente della Camera, descrivono piuttosto voi come uno schieramento privo della cultura istituzionale necessaria a governare una grande democrazia come quella italiana (Applausi dei deputati dei gruppi di Forza Italia, di Alleanza Nazionale, dell'Unione dei democratici cristiani e dei democratici di centro e della Lega Nord Federazione Padana)!
Allora, lasciamo stare la Costituzione, che non è affatto offesa, e limitiamoci alle obiezioni politiche. La prima obiezione che avete mosso - lo ha ricordato poco fa l'onorevole Fassino - è che questo tipo di riforme dovrebbero essere condivise e non dovrebbero essere di parte. Ebbene, questa è un'obiezione giusta, la pensiamo così anche noi.
Vorrei comunque rivolgere a questa Assemblea una domanda che considero decisiva: oggi, in Italia, è possibile realizzare riforme condivise? Si potrebbero fare molti esempi, ma mi limiterò a quello relativo al sistema proporzionale (Commenti dei deputati dei gruppi dei Democratici di sinistra-L'Ulivo e della Margherita, DL-L'Ulivo).
EMERENZIO BARBIERI. State zitti!
PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, per cortesia! Insomma, tutti hanno i propri argomenti che devono essere rispettati.
FERDINANDO ADORNATO. Ma questa non è una legge di parte (Commenti)...
PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, vi prego! In questi casi chi sta zitto è sempre dalla parte della ragione. L'onorevole Adornato lo tutelo io, come ho fatto per tutti gli altri oratori.
Prego, onorevole Adornato.
FERDINANDO ADORNATO. Grazie, Presidente, in questo modo dimostrano che avevo ragione io nel pronunciare le parole dette in precedenza!
Dunque, le leggi di parte non devono essere approvate e queste riforme dovrebbero essere condivise. Ma questa è una legge di parte? Risparmio all'Assemblea le possibili citazioni, ma le dichiarazioni degli onorevoli Bertinotti, Cossutta, Boselli, De Mita, Castagnetti e Mastella sostengono il sistema proporzionale.
A giudicare da queste posizioni, questa non è una legge di parte, anzi è una riforma condivisa almeno dalla metà dell'opposizione. Allora, perché questa guerra? La verità è che a voi non è che non stia bene la proposta, non sta bene il proponente! Questo è il punto importante della vicenda (Applausi dei deputati dei gruppi di Forza Italia, di Alleanza Nazionale, dell'Unione dei democratici cristiani e dei democratici di centro e della Lega Nord Federazione Padana)!
Come è possibile realizzare riforme condivise con persone disposte a rinunciare alla propria idea (Commenti dei deputati dei gruppi dei Democratici di sinistra-L'Ulivo e di Rifondazione comunista)...
PRESIDENTE. Ritengo che chi interrompe l'onorevole Adornato faccia una brutta figura, perché egli sta sostenendo tesi legittime che, precedentemente, hanno sostenuto anche gli altri colleghi nel corso del dibattito. Per cortesia!
Ma cosa sta dicendo di speciale? Sta sostenendo le sue tesi, non sta mica offendendo nessuno!
MARGHERITA COLUCCINI. L'ha detto due volte...
FERDINANDO ADORNATO. Signor Presidente, lasci fare, perché gli italiani giudicano più da questo comportamento che da altro.
La verità è che voi non potete siglare, pur condividendolo, alcun patto con noi perché paghereste un prezzo con aree del vostro schieramento che vi rimprovererebbero di collusione con il nemico. Infatti, in questi anni avete diffuso una cultura per la quale noi non siamo interlocutori o avversari, bensì nemici con i quali non si stipulano accordi.
Come disse l'onorevole D'Alema (e sto citando uno dei vostri): questo è l'unico Parlamento in cui non si possono stipulare accordi. Finché non abbandonerete questa cultura non saranno mai possibili riforme condivise per il semplicissimo motivo che ho appena detto.
Un'altra bugia che circola ampiamente sui giornali è quella per cui con questa legge si abbandona il sistema maggioritario e si torna al proporzionale. Non è vero! Semplicemente non è vero.
MARIDA BOLOGNESI. Taci!
FERDINANDO ADORNATO. La Casa delle libertà è nata con il sistema maggioritario e non lo abbandonerà mai. Il sistema maggioritario rimane con il premio di maggioranza, a garantire la governabilità
e l'alternanza. Non torniamo dunque indietro (Applausi dei deputati del gruppo di Forza Italia).
Gli italiani con il referendum volevano il sistema maggioritario - i referendum non sono stati fatti per il «Mattarellum» - per scegliere direttamente il Governo e il sistema maggioritario rimane esattamente per questo scopo. Quel che cambia è che la rappresentanza verrà scelta su base proporzionale.
Le democrazie possono reggersi su diversi tipi di legge elettorale che non dovrebbero provocare guerre di religione perché sono uno strumento per governare. Esistono il sistema uninominale maggioritario e il sistema proporzionale puro maggioritario; quindi, si può scegliere tra i due sistemi. Le mie opinioni in proposito sono note e le mie preferenze vanno al primo.
Tuttavia, quello che non sta in piedi e che davvero, onorevole Fassino, non esiste in alcuna parte del mondo, è questo mostro a due teste che assomma i difetti dei due sistemi: l'uninominale maggioritario ed insieme il proporzionale. Questo è quello che non va. Dite la verità: non a caso in questi anni nessuno, nemmeno voi, ha mai difeso questa legge. Tutti insieme - politici, politologi, opinionisti - l'hanno contestata e considerata responsabile - non noi della Casa delle libertà - di un sistema bipolare immaturo ed incompiuto che costringe ad alleanze e ad ammucchiate, in cui si devono votare persone che sono tutto e il contrario di tutto per l'elettore. Non devo ricordare all'onorevole Mattarella, firmatario di questa legge, che lui è eletto nel Trentino e non in Sicilia (Applausi dei deputati dei gruppi di Forza Italia, di Alleanza Nazionale, dell'Unione dei democratici cristiani e dei democratici di centro, della Lega Nord Federazione Padana e Misto-Liberal-democratici, Repubblicani, Nuovo PSI)! E gli esempi sono già stati fatti.
Dobbiamo stare tutti insieme, anche coloro che non condividono le idee solo per avere un voto in più. È questa la filosofia che è stata imposta in questi anni. Tutti l'hanno riconosciuto. Voi, invece, oggi diventate improvvisamente tutti Perry Mason del «Mattarellum».
Al contrario, noi vogliamo passare da un bipolarismo coatto, come quello di oggi, ad un bipolarismo trasparente. Dite che lo facciamo perché ci conviene. Tuttavia, cadete in contraddizione da soli. Il dottor Prodi all'inizio ha suggerito ai singoli deputati di questa maggioranza: «Non votatela, fate i franchi tiratori, perché a voi non conviene». Ed effettivamente questa riforma non conviene quasi a nessuno delle persone qui sedute. Ma la nostra compattezza, che vi ha meravigliato, dimostra che non abbiamo votato per la nostra convenienza, ma per l'interesse del paese (Applausi dei deputati dei gruppi di Forza Italia, di Alleanza Nazionale, dell'Unione dei democratici cristiani e dei democratici di centro, della Lega Nord Federazione Padana e Misto-Liberal-democratici, Repubblicani, Nuovo PSI - Applausi polemici dei deputati del gruppo dei Democratici di sinistra-L'Ulivo)!
Per questo vi siete meravigliati, perché pensate che qui vi siano personaggi in cerca d'autore che votano secondo la loro convenienza e che vi siano persone disposte ad essere militarizzate dai loro capi. Non avete capito - e per questo avete perso anche nel 2001 - che qui c'è l'unità di destino di un popolo di ispirazione cristiana, liberale, laica, riformista e repubblicana (Applausi dei deputati dei gruppi di Forza Italia, di Alleanza Nazionale, dell'Unione dei democratici cristiani e dei democratici di centro, della Lega Nord Federazione Padana e Misto-Liberal-democratici, Repubblicani, Nuovo PSI - Commenti dei deputati dei gruppi dei Democratici di sinistra-L'Ulivo e Misto-Comunisti italiani)! C'è unità di destino di persone che hanno la maggioranza dei voti degli italiani.
E lei, onorevole Pecoraro Scanio, non si permetta più di dire che i colleghi di Forza Italia vendono i propri collegi perché noi, a differenza di altri, i nostri valori non li mettiamo in vendita (Applausi dei deputati dei gruppi di Forza Italia, di Alleanza Nazionale, dell'Unione dei democratici cristiani
e dei democratici di centro, della Lega Nord Federazione Padana e Misto-Liberal-democratici, Repubblicani, Nuovo PSI)!
Diciamolo agli italiani, che sono anche poco interessati alle nostre schermaglie: vincerà chi avrà più voti. Anzi, questo sistema avvicinerà il numero dei voti a quello dei seggi. Quindi, ridurrà la forbice che esiste tra chi vince e chi perde (Commenti).
Una voce dai banchi dei deputati del gruppo dei Democratici di sinistra-L'Ulivo: Imbroglioni!
Una voce dai banchi dei deputati del gruppo di Alleanza Nazionale: Intolleranti!
PRESIDENTE. Onorevole Alfano, silenzio...!
FERDINANDO ADORNATO. Quindi, ripeto che questo sistema riduce la forbice di seggi tra chi vince e chi perde, quindi tra voti e seggi.
Allora, si potrebbe dire che è un sistema che conviene a chi perde. Dal momento che siete convinti che perderemo, affermate che questo sistema conviene a noi. Di fronte a questa palla di vetro - non so quale mago Otelma vi abbia già dato il risultato delle elezioni del 2006 - c'è una sola domanda: ma chi ve l'ha detto (Commenti del deputato Cento)? Ma chi vi dà questa sicurezza...
PRESIDENTE. Onorevole Cento...
FERDINANDO ADORNATO. ...di ritenere che questo sistema servirà a noi? Noi siamo dell'opinione che servirà a voi, e allora non contestatelo tanto perché potreste trovarvi in questa eventualità! Ad ogni modo, una riforma che riduce la differenza tra chi vince e chi perde, pur garantendo la governabilità, non è una riforma meno democratica, è una riforma più democratica, a casa mia e, credo, a casa di tutti gli italiani (Applausi dei deputati dei gruppi di Forza Italia, di Alleanza Nazionale, della Lega Nord Federazione Padana e dell'Unione dei democratici cristiani e dei democratici di centro)!
A proposito delle convenienze, vi pregheremmo di dire al dottor Prodi (Commenti dei deputati del gruppo dei Democratici di sinistra-L'Ulivo)...
Una voce dai banchi del gruppo dei Democratici di sinistra-L'Ulivo: Presidente Prodi!
PRESIDENTE. Onorevoli colleghi...
FERDINANDO ADORNATO. ... vi pregheremmo di dire al dottor Prodi, che in noti (Commenti dei deputati del gruppo dei Democratici di sinistra-L'Ulivo)...
Una voce dai banchi del gruppo dei Democratici di sinistra-L'Ulivo: Imbroglione!
PRESIDENTE. Onorevoli colleghi...
FERDINANDO ADORNATO. ...A proposito delle oligarchie che avete citato, vi pregheremmo di dire al dottor Prodi, che in noti ristoranti romani già divide, con alcuni a lui cari, i posti di ministro del prossimo Governo, di avere almeno la creanza di dire prima agli italiani qual è il suo programma. Sarebbe un minimo di rispetto politico per il paese, e anche di rispetto per i suoi interlocutori, perché quei posti di ministro non ci saranno (Commenti dei deputati del gruppo dei Democratici di sinistra-L'Ulivo).
Concludo con un'osservazione sulle «quote rosa». Forza Italia ritiene il voto di ieri un errore, anche perché contraddice ciò che comunque faremo alle elezioni, garantendo la rappresentanza di uomini e di donne (Commenti dei deputati del gruppo dei Democratici di sinistra-L'Ulivo).
KATIA ZANOTTI. Ipocrita!
PRESIDENTE. Onorevoli colleghi...
FERDINANDO ADORNATO. Ma non capiamo l'indignazione della sinistra: 170 dei nostri deputati hanno votato contro quell'emendamento; 260 deputati dell'opposizione hanno votato contro quell'emendamento (Applausi dei deputati dei gruppi di
Forza Italia, di Alleanza Nazionale, della Lega Nord Federazione Padana e dell'Unione dei democratici cristiani e dei democratici di centro - Commenti dei deputati del gruppo dei Democratici di sinistra-L'Ulivo)! Di che cosa vi indignate? Noi siamo perché 200, 300 siano le donne un giorno in questo Parlamento, ma lo diciamo senza dimenticare che questo sarà importante (Commenti del deputato Susini)...
PRESIDENTE. Onorevole Susini, la richiamo all'ordine.
FERDINANDO ADORNATO. ... sarà importante per l'Italia di domani alla condizione che, per occuparci di queste elette, non si dimentichino i 20 milioni di donne che lavorano in famiglia e che sono tutelate dalla nostra politica, non dalla politica della sinistra (Applausi dei deputati dei gruppi di Forza Italia, di Alleanza Nazionale, della Lega Nord Federazione Padana e dell'Unione dei democratici cristiani e dei democratici di centro - Commenti dei deputati del gruppo dei Democratici di sinistra-L'Ulivo).
KATIA ZANOTTI. Vergogna!
PRESIDENTE. Onorevole Adornato, la prego di concludere.
FERDINANDO ADORNATO. Concludo, signor Presidente. Cari amici, dunque, non stiamo ragionando per i nostri interessi. Vedete, forse vi sfugge, ma ve lo voglio ricordare...
MAURA COSSUTTA. La Cirielli!
FERDINANDO ADORNATO. ... noi abbiamo messo in campo tre grandi progetti: la riforma costituzionale, che voteremo la prossima settimana; la nuova legge elettorale; il progetto di un grande partito unitario del centrodestra. Sono tre cardini, se non ve ne siete accorti, non dei nostri interessi, ma di una nuova tappa della modernizzazione italiana, che dal nostro punto di vista dovrà chiudere una transizione che si sta prolungando oltre ogni limite.
PIER PAOLO CENTO. Pentito!
FERDINANDO ADORNATO. Se a ciò aggiungete che i nostri valori, i valori dell'ispirazione cristiana, liberale, dell'umanesimo laico, liberal-socialista e repubblicano, della destra moderna (Commenti dei deputati del gruppo dei Democratici di sinistra-L'Ulivo)...
PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, dovete lasciar concludere l'onorevole Adornato...
FERDINANDO ADORNATO. ...sono gli unici capaci di tenere oggi alte le bandiere etiche dell'Italia, dell'Europa e dell'Occidente, si può capire perché le elezioni le perderete voi: non per la legge elettorale, ma per l'Italia, che non si riconosce nei vostri valori e nei vostri programmi (Vivi applausi dei deputati dei gruppi di Forza Italia, di Alleanza Nazionale, della Lega Nord Federazione Padana e dell'Unione dei democratici cristiani e dei democratici di centro - Congratulazioni - Deputati dei gruppi dei Democratici di sinistra-L'Ulivo, della Margherita, DL-L'Ulivo e Misto-Verdi-L'Unione gridano ritmicamente: «Venduto! Venduto!»)!
PRESIDENTE. No, onorevoli colleghi, mi sembra che non sia proprio il caso...
Onorevoli colleghi, prima che cessi la ripresa televisiva diretta, devo fare una precisazione, riguardante la collega Olga Di Serio D'Antona, che è romana ed è stata eletta in un collegio di Roma. Glielo dovevo, perché è stata detta un'inesattezza.
Passiamo agli interventi a titolo personale, per i quali è previsto un tempo di un minuto ciascuno.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Serena. Ne ha facoltà. Colleghi, lasciate parlare l'onorevole Serena.
ANTONIO SERENA. Signor Presidente, è forse il caso di dire - ancora una volta - che il tempo è stato galantuomo dando ragione a chi già nel 1993 si oppose
decisamente allo sciagurato referendum sul sistema maggioritario, promosso da chi ha voluto imporre a tutti costi al nostro paese un sistema estraneo alla sua cultura e alla sua tradizione politica, alienando il sentire popolare e facendo lievitare il disinteresse degli elettori e il distacco tra rappresentanti e rappresentati.
Rappresentanza proporzionale significa maggiore pluralità e quindi maggiore democrazia e maggiore libertà: chi si ostina a sostenere che il maggioritario dà stabilità di governo inganna se stesso e gli elettori, poiché la stabilità si può garantire con un adeguato premio di maggioranza anche con il proporzionale, lasciando così alle minoranze il diritto di tribuna, di critica, di proposta.
Signor Presidente, chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo integrale della mia dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Onorevole Serena, la Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Nicolosi. Ne ha facoltà.
NICOLÒ NICOLOSI. Signor Presidente, ho accolto con qualche dubbio e perplessità l'avvio dell'esame di questa proposta di legge che stiamo per approvare, essendomi battuto, nel tempo, per la preferenza unica prima, per un sistema maggioritario pieno e completo poi. Mi sono convinto, tuttavia, che la legge che stiamo approvando è una buona legge. È possibile, infatti - e questo auspico -, la rinascita di partiti democratici autorevoli, di partiti alimentati adeguatamente da teste pensanti, dalla cultura, dai mondi vitali della nostra società, dal mondo cattolico, dagli imprenditori, dai sindacati, dai giovani, dalle donne: partiti attenti alle esigenze di aree ancora marginali del paese quali il Mezzogiorno d'Italia e la Sicilia.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Giacomo Angelo Rosario Ventura. Ne ha facoltà.
GIACOMO ANGELO ROSARIO VENTURA. Signor Presidente, l'onorevole Fassino mi ha suggerito un intervento molto rapido. Il centrodestra, onorevole Fassino, fa tesoro dell'esperienza di legislatura e, per correggerne i difetti, la porta responsabilmente fino in fondo, non ricorrendo a quel che ha fatto il centrosinistra, durante due legislature (Commenti).
Signor Presidente, chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo integrale della mia dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Onorevole Giacomo Ventura, la Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Sgarbi. Ne ha facoltà.
VITTORIO SGARBI. Signor Presidente, non vi è altra possibilità se non quella di alcune chiose che facciano riflettere. In queste giornate è stato sconfortante vedere che il momento di massima partecipazione alla politica di questo Parlamento è la legge elettorale. Non è vero che questa legge danneggia il nostro paese, essa rispecchia la legge europea, alcune leggi regionali come la Toscana, e rispecchia qualunque legge compresa quella che prevede una quota proporzionale del 25 per cento con lista bloccata.
Diciamo allora che questa legge è fatta tardi, ma non più tardi di quella che fece Mitterrand in Francia per emarginare Le Pen. Questa legge consentirà ad ognuno di essere quello che è, e non di stare dove la convenienza lo porta!
PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto sul complesso del provvedimento.
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