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Lecco e ai sindaci delle medesime province una nota con la quale precisava che la regione Lombardia aveva approvato nel 2000 il progetto per la realizzazione nazionale per l'edilizia scolastica e che per la conseguente attuazione dello stesso aveva disposto con propria legge che le attività programmatorie in materia scolastica venissero effettuate sulla base dei dati definiti dall'Anagrafe Nazionale dell'edilizia scolastica articolata per regioni così come disciplinata dall'articolo 7 della legge n. 23 dell'11 gennaio 1996, chiedendo agli enti destinatari la massima collaborazione per la definizione dell'Anagrafe, considerando che a partire dal 2006 l'accesso ai finanziamenti regionali e statali sarà consentito solo per le strutture censite;
il comune di Colico da alcuni anni ha avviato le procedure amministrative per l'acquisto dell'ex Collegio «Sacro Cuore» al fine di trasferirvi tutte le scuole dell'obbligo attualmente dislocate in piú plessi distribuiti nelle varie frazioni del territorio comunale;
come risulta dalla nota del 17 dicembre 2004 prot. 18839 a firma del dirigente del centro Servizi Amministrativi di Lecco, Ufficio regionale per la Lombardia del Ministero dell'istruzione, il comune di Colico ha avviato le procedure di accorpamento delle scuole dell'obbligo presso l'ex collegio Sacro Cuore senza informare l'amministrazione scolastica;
con la stessa nota del 17 dicembre 2004 il dirigente del CSA di Lecco chiedeva al sindaco di Colico e al dirigente scolastico dell'istituto comprensivo di Colico di far conoscere entro il 10 gennaio 2005 se tale accorpamento sarebbe stato effettivamente operativo al fine di aggiornare l'anagrafe degli istituti della provincia di Lecco;
in data 20 dicembre 2004 il dirigente scolastico dell'istituto comprensivo statale di Colico comunicava al dirigente del CSA di Lecco, al sindaco di Colico e all'assessore all'amministrazione provinciale di Lecco che «esattamente la Signoria Vostra è venuta a conoscenza tramite stampa locale del probabile accorpamento dei plessi di scuola primaria che fanno capo al proprio istituto», precisando che «sebbene siano state sollecitate a più riprese informazioni ufficiali relative al progetto riguardante la riorganizzazione scolastica ipotizzata dal comune di Colico, nessun documento è stato fatto pervenire al Dirigente Scolastico, così come non è stato richiesto alcun parere in materia al Consiglio di Istituto», rimarcando che «è mancato nel modo piú assoluto il necessario e doveroso coinvolgimento dei principali interlocutori del sistema scolastico territoriale e l'iter previsto per le riorganizzazioni scolastiche, non è stato attivato nei tempi utili»;
il consiglio di istituto con nota prot. n. 3983 del 23 dicembre 2004 nell'ottica di una più efficace comunicazione fra tutti «ritiene opportuno sollecitare una dettagliata relazione legata al «Progetto di riorganizzazione scolastica che l'Amministrazione comunale intendeva realizzare, in considerazione della totale mancanza di documentazioni ufficiali su tempi spazi e conformitá delle strutture prescelte per lo spostamento dei plessi scolastici;
in data 27 dicembre 2004 l'assessore alla pubblica istruzione del comune di Colico inviava una nota al dirigente CSA di Lecco asserendo che «essendosi in data 13 dicembre 2004 concluso l'iter amministrativo per l'acquisizione dell'ex collegio Sacro Cuore, questa amministrazione intende ribadire la propria ferma volontà di accorpare presso detta struttura le classi della scuola Elementare del territorio comunale»;
in data 30 dicembre 2004 l'ufficio scolastico regionale per la Lombardia inviava ai dirigenti scolastici delle scuole ubicate nelle province di Brescia, Como e
in data 25 febbraio 2004 l'ufficio scolastico per la Lombardia informava i dirigenti dei CSA di Brescia, Como, Lecco, Milano, Pavia e Varese e gli assessori provinciali che la Regione Lombardia aveva approvato con proprio decreto le modifiche al piano di dimensionamento regionale;
il piano di dimensionamento regionale per quanto concerne il Comune di Colico non subiva variazioni rispetto alla situazione preesistente, in quanto, nonostante il contenuto della nota ufficiale del comune di Colico del 17 dicembre 2004, l'acquisto dell'ex collegio Sacro Cuore non era affatto concluso;
al fine di definire la tempistica e organizzare i vari trasferimenti nel collegio ex Sacro Cuore si sono tenuti all'inizio del 2005 alcune riunioni tra amministrazione comunale, dirigenza scolastica e rappresentanti del consiglio di istituto nel corso delle quali cominciarono ad emergere incongruenze tra gli impegni assunti del comune e l'effettiva attuazione degli stessi;
sono poi seguite nel mese di marzo 2005 altre riunioni indette direttamente dal comune a cui hanno partecipato i genitori degli alunni interessati ai trasferimenti con l'esclusione dell'Istituto scolastico che non veniva nemmeno informato dell'iniziativa;
in tali riunioni, nonostante l'amministrazione comunale sapesse perfettamente dell'impossibilità di addivenire in tempi certi all'acquisto dell'ex collegio Sacro Cuore e conseguentemente eseguire in tempi utili gli ingenti lavori di ristrutturazione, ai genitori veniva assicurato il trasferimento delle scuole primarie presso il suddetto ex collegio entro settembre 2005 e a tal proposito il comune distribuiva alle famiglie i modelli di richiesta per ottenere il trasporto pubblico ed il servizio di refezione presso il nuovo polo scolastico;
nella tarda primavera del 2005 l'amministrazione comunale di Colico «confessava» ufficialmente di non aver ancora acquistato l'ex Collegio Sacro Cuore, smentendo clamorosamente tutte le precedenti affermazioni ufficiali e vanificando tutte le precedenti iniziative programmatorie e in accordo con l'amministrazione provinciale di Lecco decideva di spostare tutte le scuole elementari presso il complesso di Colico nei locali nel frattempo lasciati liberi dalla scuola professionale superiore;
questo ulteriore cambio di programmazione scolastica risultava in evidente contrasto con il piano di dimensionamento scolastico approvato pochi mesi prima dalla regione sulla scorta dell'anagrafe compilata con i dati forniti proprio dalla stessa amministrazione comunale ed avveniva senza consultare il dirigente di Istituto e il Consiglio di Istituto;
improvvisamente, senza fornire alcuna spiegazione e senza informare il dirigente scolastico dell'Istituto comprensivo di Colico, l'amministrazione comunale con la delibera di Giunta n. 85 del 13 giugno 2005 dava mandato agli uffici comunali affinché si provvedesse anche allo spostamento in via provvisoria delle scuole materne della frazione di Curcio presso l'immobile della scuola elementare della frazione di Villatico, precisando che tale spostamento si rendeva necessario per poter realizzare presso lo stabile di Curcio un asilo privato aziendale;
il Consiglio di Istituto della scuola dell'Infanzia, primaria e secondaria di primo grado di Colico pochi giorni dopo scriveva una vibrata lettera di protesta contro il modo di operare dell'amministrazione comunale;
il docente RLS inviava una nota ufficiale al sindaco di Colico, al dirigente CSA di Lecco e alle organizzazioni sindacali di Lecco denunciando tutti i pericoli gravi a cui sarebbero stati esposti i bambini a seguito della decisione del comune di Colico di spostare la scuola dell'Infanzia di Curcio;
in data 11 luglio 2005 e in data 21 luglio 2005 il dirigente scolastico di Colico inviava due note al dirigente CSA provinciale, al comune di Colico, all'amministrazione provinciale e all'ASL con le quali lamentava in ordine cronologico i continui e repentini cambi di programmazione scolastica, tutti avvenuti senza il minimo coinvolgimento dell'Istituzione scolastica, dichiarava la propria disponibilità a un confronto franco e costruttivo a condizione che venisse riconosciuta pari dignità fra le parti e che gli impegni assunti venissero effettivamente concretizzati ed infine elencava ai sensi del decreto legislativo 626/94 tutti i fattori di rischio generati dalle scelte unilaterali dell'amministrazione comunale;
in data 3 settembre 2005, nell'imminenza dell'avvio delle lezioni e attività didattiche dell'anno scolastico 2005/2006 il dirigente scolastico di Colico scriveva nuovamente all'amministrazione comunale sollecitando gli interventi necessari alla messa in sicurezza degli edifici e la consegna degli stessi per l'inizio imminente delle attività scolastiche (12 settembre);
la docente responsabile RLS dell'istituto comprensivo di Colico in data 6 settembre 2005 chiedeva all'amministrazione comunale di voler fornire tutta la documentazione inerente il collaudo statico dell'edificio della frazione di Villatico presso il quale sarebbero state trasferite le sezioni (tre) della scuola dell'infanzia della frazione di Curcio;
il giorno 7 settembre 2005, stante la completa reticenza dell'amministrazione comunale a fornire risposte alle istanze presentate, il dirigente scolastico di Colico di propria iniziativa richiedeva un sopralluogo dell'ASL, alla presenza di alcuni rappresentanti dei genitori, del Consiglio di Istituto e del sindaco per accertare la salubrità dei locali di Villatico prima dell'inizio delle lezioni previsto per il giorno 12 dello stesso mese;
a seguito del sopralluogo sia i rappresentanti del consiglio di Istituto, sia i rappresentanti dei genitori inviavano formali note di protesta per lo stato dell'edificio, con lavori ancora in corso ed evidenti situazioni di pericolo;
la stessa ASL con proprio verbale del giorno 8 settembre 2005 riconosceva tra l'altro che «i lavori di allestimento del vano destinato a porzionatura dei pasti e dei servizi igienici degli addetti non erano ancora stati completamente allestiti, che l'impermeabilizzazione del locale è inferiore alla misura regolamentare di 2 metri, la lavastoviglie presenta un tasto usurato e segni di ruggine all'interno», e in riferimento alla documentazione richiesta per legge annotava che risultava carente la «dichiarazione di conformità dell'impianto elettrico» e che «l'edificio deve comunque rispettare quanto previsto dalle norme vigenti in materia di sicurezza (decreto legislativo 626/94)»;
lo stesso giorno il dirigente scolatico dell'Istituto di Colico, nella propria autonomia e nell'esplicamento delle funzioni delegate per legge, preso atto della situazione scriveva al sindaco di Colico, al dirigente CSA di Lecco, ai rappresentanti dei docenti e genitori della scuola dell'infanzia di Curcio, informandoli che il lunedì 12 le lezioni sarebbero provvisoriamente iniziate a Curcio in attesa della sistemazione della scuola di Villatico;
il giorno successivo, 9 settembre 2005, si assisteva ad un nuovo colpo di scena, con l'ennesimo intervento arbitrario dell'amministrazione comunale di Colico;
l'assessore ai lavori pubblici di Colico comunicava al dirigente scolastico di Colico che in data odierna l'amministrazione comunale aveva provveduto a consegnare alla ditta aggiudicatrice i lavori inerenti la ristrutturazione dell'edificio di Curcio e che pertanto l'area interessata era da considerarsi cantiere a tutti gli effetti;
la consegna parziale e provvisoria dall'area di cantiere veniva operata senza che sussistesse alcuno dei requisiti di eccezionalità previsti dalla legge e precisati dalla delibera n. 2 del 2 marzo 2005 dell'Autoritá per la Vigilanza sui Lavori Pubblici e pertanto, oltre che illegittima, risultava esclusivamente pretestuosa al fine di ostacolare l'uso previsto per legge dello stabile;
il dirigente scolastico di Colico prendeva atto che l'edificio scolastico di Curcio in attuazione della delibera di giunta municipale n. 86 del 2005 era stato di fatto sottratto illegittimamente all'uso preposto per legge e che l'amministrazione comunale aveva proceduto alla gara d'appalto e alla consegna provvisoria e parziale all'impresa dello stabile, senza che fosse intercorsa alcuna intesa con l'istituzione scolatica;
il 12 settembre, giorno di inizio delle lezioni, i genitori, come disposto dal dirigente di Istituto, hanno accompagnato i loro figli alla scuola dell'Infanzia di Curcio, scoprendo che nel frattempo l'amministrazione comunale di Colico, senza alcuna autorizzazione del dirigente dell'istituto stesso, aveva portato via tutti gli arredi della scuola;
sono seguiti forti momenti di tensione con i genitori e i docenti che si sono adoperati per riportare nella scuola gli arredi arbitrariamente sottratti dall'amministrazione comunale che entrava nella scuola e filmava docenti, genitori e minori, con l'intervento ripetuto delle forze dell'ordine;
da questa situazione di forte tensione scaturivano denunce incrociate tra gli amministratori comunali da un lato, genitori e docenti dall'altro;
il Prefetto di Lecco il giorno successivo, 13 settembre, convocava una riunione tra tutte le parti interessate;
nel corso della suddetta riunione il Comune di Colico dichiarava che l'edificio di Villatico era da considerarsi sicuro e a norma di legge e che tutti i lavori erano conclusi, il presidente del consiglio di Istituto e il dirigente scolastico di Colico ribadivano che vi erano ancora lavori in corso e in conclusione il Prefetto e il dirigente del CSA di Lecco proponevamo di trasferire gli alunni presso la scuola di Villatico previa attestazione ufficiale di idoneità dell'edificio da parte del Comune di Colico e a seguito di specifico decreto del dirigente CSA di Lecco;
il decreto di trasferimento veniva emanato dal dirigente CSA di Lecco il giorno 15 settembre con decorrenza dal 19, ma nello stesso giorno il dirigente scolastico di Colico e il docente responsabile RLS potevano personalmente accertare che presso l'edificio di Villatico nel tardo pomeriggio erano ancora in corso lavori di rifacimento dell'impianto elettrico dimostrando di fatto ancora una volta che le dichiarazioni rese dagli amministratori comunali erano prive di fondamento;
il giorno 19 settembre la scuola dell'infanzia di Curcio veniva abbandonata e le sezioni si tenevano a Villatico;
ad avviso dell'interrogante il comportamento arbitrario dell'amministrazione comunale di Colico, che ha unilateralmente deciso come riorganizzare la rete scolastica, cambiando repentinamente e continuamente i propri programmi, incurante delle legittime richieste di coinvolgimento da parte dei rappresentanti dell'istituzione scolastica locale, ha danneggiato l'istituzione scolastica stessa, vanificando il lavoro di anagrafe scolastica di competenza del ministero della pubblica istruzione e operando al di fuori del piano di dimensionamento scolastico regionale vanificando conseguentemente anche l'attività di programmazione pedagogico-didattica, ignorando le esigenze della scuola;
non si può, infatti, imporre alle Istituzioni scolastiche locali il trasferimento di un intero anno scolastico in un edificio ostile strutturalmente alle primarie necessità psico-fisiche dei bambini dove gli stessi non hanno spazi sufficienti per il movimento e per il gioco, in contrasto oltre che con le leggi sulla sicurezza anche con quelle sugli ordinamenti e programmi scolastici di Riforma;
l'aver proceduto ad una gara di appalto, peraltro con consegna dell'area di cantiere attraverso un istituto avente carattere di eccezionalità quale quello della consegna parziale e provvisoria sottraendo all'uso pubblico una scuola dell'infanzia statale ed una scuola primaria statale per destinarla ad un asilo aziendale privato, può secondo l'interrogante configurarsi come illegittima modifica di destinazione del patrimonio indisponibile dello Stato con conseguente danno erariale, atteso che il comune non ha mai reso la dichiarazione di disuso ai sensi dell'articolo 12 della legge 517 del 1977 -:
se non ritenga di dover sensibilizzare i propri organi periferici regionali e provinciali affinché possano riesaminare la vicenda ed indurre l'amministrazione comunale ad adottare tutte le procedure previste per legge al fine di ristabilire un corretto e paritario rapporto con l'istituzione scolastica locale.
(5-04830)
in data 22 novembre 2004 veniva bandito il «corso-concorso selettivo di formazione per il reclutamento di dirigenti scolastici per la scuola primaria e secondaria di primo grado e per la scuola secondaria superiore e per gli istituti educativi»;
il concorso veniva ritualmente reso noto attraverso pubblicazione del D.D.G. pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, serie speciale, n. 94 del 26 novembre 2004;
le graduatorie provvisorie di ammissione venivano pubblicate in data 30 giugno 2005;
solo in data 31 agosto 2005, veniva pubblicato il decreto di approvazione delle graduatorie regionali, e le stesse venivano modificate rispetto alle provvisorie, determinando diverse ed ulteriori non ammissioni rispetto alle precedenti graduatorie del 30 giugno 2005;
alla luce della graduatoria definitiva del 31 agosto sono stati annunciati numerosi ricorsi al T.A.R. in relazione alle esclusioni determinate dalle due diverse tabelle (30 giugno-31 agosto);
conseguentemente, i termini per la presentazione del ricorso amministrativo decorrono, dal 31 agosto, data di pubblicazione della graduatoria definitiva;
il termine per proporre ricorso avverso tale ultimo provvedimento amministrativo è normativamente fissato in sessanta giorni;
le prove scritte del concorso sono state calendarizzate dalla Direzione dell'Ufficio Regionale Scolastico della Campania per il 20 e 21 ottobre 2005;
come si evince da una semplice comparazione cronologica, alla data del 21 ottobre 2005, non è decorso il termine per proporre ricorso;
alla luce della situazione determinatasi, le originarie date fissate per le prove del concorso non si conciliano con la tutela dei diritti di quanti siano ancora in termini per presentare il ricorso al competente T.A.R.;
inevitabilmente, la soluzione più naturale per far fronte a tale «groviglio» di situazioni giuridicamente rilevanti, è rappresentata, a parere dell'interrogante, da un rinvio delle prove scritte dei candidati per la Regione Campania, fissate per i giorni 20 e 21 ottobre;
analoga procedura di rinvio è stata, peraltro, già adottata, in data 28 settembre 2005, per la Regione Sicilia, in considerazione di una ponderata ed opportuna valutazione delle problematiche operata dal competente Direttore Generale;
una delle principali cause della penalizzante situazione determinatasi per il personale e per la struttura pubblica è da ricercarsi nella ritardata elaborazione e pubblicazione della successiva e definitiva graduatoria, avvenuta ad oltre nove mesi dalla pubblicazione del bando relativo al «corso-concorso» -:
se il Ministro interrogato, accertati i fatti in premessa, non ritenga opportuno promuovere una verifica in grado di fare piena luce sui fatti in premessa;
se il Ministro interrogato non ritenga necessario rinviare ad altra data - comunque successiva alla scadenza dei termini di legge previsti per i ricorsi amministrativi - le prove scritte in Campania, al fine di evitare possibili annullamenti o invalidità conseguenti alla proposizione di azioni giudiziarie;
quali correttivi il Ministro ritenga adottabili allo scopo di scongiurare il rischio di una elaborazione di graduatorie definitive per la ammissibilità al concorso cronologicamente troppo distanti dalla data del bando ed al tempo stesso particolarmente ravvicinate rispetto alla fissazione delle prove selettive.
(4-17242)