Resoconto stenografico dell'Assemblea
Seduta n. 676 del 22/9/2005
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(Misure per prevenire il radicamento del fondamentalismo islamico sul territorio italiano - n. 2-01633)

PRESIDENTE. L'onorevole Polledri ha facoltà di illustrare la sua interpellanza n. 2-01633 (vedi l'allegato A - Interpellanze urgenti sezione 2).

MASSIMO POLLEDRI. Signor Presidente, onorevoli colleghe e colleghi, signor sottosegretario, la notizia dei recenti atti compiuti ad opera del terrorismo islamico (e speriamo oramai conclusi) ed il senso di inquietudine che ne è derivato ci hanno spinto qualche tempo fa (l'interpellanza, purtroppo, risale a qualche mese fa) a rivolgerci al Governo per segnalare alcuni episodi rilevanti, in particolare uno verificatosi a Ferrara. Credo, purtroppo, che non sia stato un fatto isolato e per ciò manifestiamo una legittima preoccupazione.
Dobbiamo dire chiaramente al paese, senza allarmismi e senza infingimenti, qual è lo stato del pericolo di una penetrazione islamica, non sempre pacifica e non sempre tranquilla, volta a sostituire l'ordinamento sociale e, a nostro giudizio, anche democratico del nostro paese, che mina la nostra convivenza ed il nostro vivere civile.
In particolare, credo dovremmo spiegare agli italiani ciò che avviene all'interno delle moschee, troppo spesso concepite solamente come un luogo di preghiera: ciò non è vero. Esse sono sedi di attività politica e militare, come ha affermato anche lo stesso procuratore Dambruoso.
È necessario che i cittadini sappiano che le numerose comunità musulmane installate in Europa sono, di fatto, una riserva di caccia - cito sempre le parole del magistrato - attraverso le quali viene mantenuto attivo un sistema di controllo, di raccolta di informazioni e di propaganda.
In particolare, l'Arabia Saudita finanzia queste moschee organizzate e federate in un consiglio europeo, che funziona sotto l'autorità diretta dello Stato saudita. All'interno delle moschee vengono prescritti momenti di odio nei confronti della nostra civiltà e di non accettazione (come dimostra il caso di via Quaranta) delle regole di questo Stato, che è laico e, al tempo stesso, civile, e deve basarsi su regole condivise.


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Signor Presidente, signor sottosegretario, ci siamo rivolti al Governo per segnalare un fatto estremamente grave. All'indomani degli attentati di Londra, in data 8 luglio 2005, nel comune di Cento, in provincia di Ferrara, sembra (dico «sembra», ma purtroppo vi sono elementi che lo dimostrano) che un gruppuscolo di immigrati abbia improvvisato una macabra festa in onore dell'attacco kamikaze di Londra. Questa notizia è stata addirittura confermata dall'onorevole Franceschini (che è di Ferrara) in un'intervista pubblicata da Il Corriere della sera. Egli ha affermato: giovedì sera ho visto in un comune della mia provincia, Ferrara, un gruppetto di immigrati che festeggiava le bombe di Londra.
È possibile che non si possa prendere alcun provvedimento?
A seguito di questa notizia, confermata, vi fu una manifestazione da parte della Lega nord. Riguardo a tale manifestazione vi è un articolo su Il Corriere della sera da parte di una buona penna. Devo dire che alcuni articoli scritti da questo autore contro alcuni dei nostri esponenti sono gustosi e anche ben fatti. Ma in tale caso, egli ha dimostrato di essere estremamente disinformato, perché ha negato un fatto realmente accaduto. Egli, volendo muovere delle critiche, è riuscito solo a ridicolizzare e, soprattutto, a mettere in piazza nominativi di testimoni, esponendoli a possibili rappresaglie. Credo che questo comportamento sia censurabile.
Troppo spesso nominativi di persone legate ad una giusta critica della presenza islamica nel nostro paese compaiono sui siti Internet. È notizia di oggi che il maggior quotidiano dell'Arabia Saudita ha citato nomi e cognomi, addirittura travisando le parole pronunciate nell'ultima manifestazione di Venezia, esponendo l'onorevole Borghezio ed il ministro Castelli a possibili rappresaglie da parte del fondamentalismo islamico.
Quindi, chiediamo quale opinione si sia fatto il Governo e quali siano le reazioni che una civiltà ordinata, ma anche ferma, debba esprimere su questi fatti. Gente che viene accolta nel nostro paese, trovando lavoro e assistenza, festeggia - lo ripeto - in modo indegno un attentato terroristico che è costato la vita di povere persone poco lontano da noi, in un paese amico.

PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per l'interno, onorevole Saponara, ha facoltà di rispondere.

MICHELE SAPONARA, Sottosegretario di Stato per l'interno. Signor Presidente, onorevoli deputati, per motivi che esulano dalla volontà del Governo, la risposta all'atto di sindacato ispettivo proposto dagli onorevoli Polledri e Gibelli interviene oggi, dopo la pausa estiva, e, soprattutto, dopo l'adozione delle misure urgenti per il contrasto al terrorismo internazionale contenute nel decreto-legge n. 144 del 27 luglio 2005, convertito, con grande rapidità dal Parlamento, nella legge n. 155 del 31 luglio 2005.
Il provvedimento d'urgenza e le misure in esso contenute sono proprio rivolte a realizzare una maggiore chiusura del nostro sistema di sicurezza rispetto ai violenti e agli intolleranti. Tra le nuove disposizioni, ricordo, in particolare, quella che consente espulsioni più rapide da parte del ministro dell'interno e dei prefetti nei confronti degli stranieri che rappresentino un pericolo per la sicurezza nazionale o che, in qualsiasi modo, possano agevolare organizzazioni terroristiche o la loro attività.
In tale ambito, a seguito dell'entrata in vigore delle nuove norme antiterrorismo, sono stati adottati, il 29 agosto e il 6 e 7 settembre scorsi, tre mirati decreti di espulsione, con accompagnamento coattivo alla frontiera, di altrettanti cittadini extracomunitari per i quali sono stati ravvisati i presupposti di legge per il loro allontanamento.
Sul fronte dell'attività di contrasto, segnalo la grande importanza che ha rivestito il fermo operato il 29 luglio scorso a Roma di Issac Adus Hamdi, gravemente indiziato del reato di cui all'articolo 270-bis del codice penale (associazione con finalità di terrorismo e di eversione dell'ordine democratico), e, contestualmente,


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tratto in arresto ai fini estradizionali a seguito della relativa richiesta formulata dalle autorità britanniche, che lo ritengono uno degli autori dei falliti attentati avvenuti a Londra lo scorso 21 luglio.
Inoltre, sottolineo che prosegue l'attuazione delle misure operative decise a seguito della strage di Londra del 7 luglio. Con tali misure sono state rinforzati i dispositivi di prevenzione dell'intelligence realizzati a suo tempo, dopo l'11 settembre 2001, e aggiornati all'indomani dell'attacco di Nassiriya. Negli ultimi mesi, tali dispositivi sono stati potenziati per il profilarsi di minacce terroristiche contro obiettivi europei.
Oggi il nostro sistema opera su tre direttrici principali: la difesa degli obiettivi che il Comitato nazionale per l'ordine e la sicurezza pubblica ha ritenuto più esposti; il controllo degli ambienti dove può prendere consistenza la minaccia terroristica; il monitoraggio stretto dei cittadini extracomunitari, già interessati da inchieste giudiziarie, e, naturalmente, l'intensificazione delle indagini.
Presso il Ministero dell'interno, continua a lavorare, in seduta permanente, il Comitato di analisi strategica, ossia un tavolo di raccordo tra Polizia di Stato, Arma dei carabinieri, Guardia di finanza, SISDE e SISMI.
Il Comitato, voluto dal ministro Pisanu, analizza tutte le informazioni finalizzate a prevenire progettualità eversive e terroristiche, anche di matrice islamica, e fornisce indicazioni alle forze antiterrorismo che operano sul campo.
In questo quadro, le forze di polizia svolgono costantemente attività investigative nei confronti di possibili infiltrazioni di elementi dell'integralismo radicale nei luoghi di culto e nei centri di aggregazione delle comunità di fede islamica.
Evidenzio, inoltre, che, nell'ambito della consueta attività di controllo del territorio da parte delle forze dell'ordine, sono stati predisposti anche mirati servizi presso altri luoghi di aggregazione delle comunità islamiche, tra i quali i call center, gli Internet point e le macellerie islamiche.
Dallo scorso mese di agosto, questa attività di monitoraggio è stata ulteriormente ampliata con il concorso della Guardia di finanza che effettua controlli presso esercizi commerciali abilitati al trasferimento di denaro (cosiddetti money transfer).
In particolare, il 12 e il 13 agosto scorsi sono stati svolti controlli di questo genere su 7.318 obiettivi, identificando 32.703 persone, arrestandone 341 e denunciandone, per vari reati, 426, oltre all'avvio di 701 procedure, per così dire, ordinarie di espulsione e alle 325 contravvenzioni inflitte nei confronti di altrettanti gestori di call center, Internet point e money transfer per irregolarità amministrative.
I successivi 30 e 31 agosto scorsi, sono stati controllati 6.665 obiettivi, identificate 27.714 persone, arrestate 272 e denunciate, per vari reati, 523, nonché avviate 748 procedure di espulsione ed inflitte 261 contravvenzioni nei confronti di altrettanti gestori di call center, Internet point e money transfer per irregolarità amministrative.
Segnalo che le attività investigative poste in essere fino ad ora hanno sempre interessato singoli individui, operanti molto spesso in associazione tra loro, senza tuttavia coinvolgere, nel loro complesso, le strutture religiose da essi frequentate.
Concludo assicurando che, in presenza di concreti elementi di pericolo per l'ordine e la sicurezza pubblica, continueranno ad essere adottati mirati provvedimenti di espulsione dal territorio nazionale, nella piena consapevolezza che esiste una linea di confine netta tra l'esercizio della libertà religiosa e l'attività terroristica o di favoreggiamento del terrorismo.

PRESIDENTE. L'onorevole Polledri ha facoltà di replicare.

MASSIMO POLLEDRI. Signor Presidente, ringrazio il sottosegretario Saponara che ha ribadito l'atteggiamento di estrema prudenza con cui questo Governo guarda ad un pericolo. Mi riferisco all'elevata presenza di cittadini provenienti soprattutto


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dal nord Africa, alla presenza di cellule dormienti anche nel nostro paese. Un rapporto recente prevede in Italia la presenza di precise attività di copertura spesso costituite da attività imprenditoriali autonome, società di servizi o di fornitura, di servizi commerciali in genere, aziende di import, call center e quant'altro. Il ruolo delle cellule islamiche in Italia è stato principalmente di supporto logistico a gruppi operanti all'estero. Quindi, ben vengano tutte le attività di controllo effettuate su tale presenza massiccia che doveva portarci, a giudizio della sinistra, ad un radioso futuro. Quando il Presidente Pera parla dei rischi del meticciato si riferisce ai rischi di una presenza massiccia di cittadini islamici, che secondo la sinistra potrebbe essere foriera di una grande novità e di qualcosa di positivo.
Signor sottosegretario, il controllo deve essere stringente. Non dimentichiamoci, che anche un autore musulmano, Samir, in un libro che potrei citare, scrive: in molti paesi musulmani nei giorni di venerdì le moschee vengono sorvegliate dalle forze dell'ordine, ed il motivo è presto detto. Molte decisioni politiche partono dalla moschea. Per questo, quando facciamo questa distinzione tra la libertà religiosa e le istituzioni, facciamo una distinzione secondo la nostra cultura e secondo quello che è l'esito di 400 anni di storia. È dalla guerra dei trent'anni che abbiamo la separazione tra Stato e Chiesa, mentre nella cultura musulmana non c'è nessuna separazione di questo tipo. Quindi, i paesi musulmani controllano loro le moschee. Non solo. Registrano anche i testi delle prediche. Ricordiamoci gli articoli di Magdi Allam, il quale citò le prediche dei cosiddetti imam, i quali ancora oggi vengono e trovano asilo nelle nostre televisioni, in modo surrettizio - perché la politica della menzogna è prevista dalla religione islamica -, e fomentano in qualche modo ciò che non è assolutamente da confondersi con l'integrazione.
Ecco noi viviamo questo pericolo concreto ed ancora oggi, a nostro giudizio, non c'è una posizione da parte degli islamici in Italia che sia inequivocabilmente contro il terrorismo e che condanni fenomeni come questo di cui parliamo. In questa situazione Gian Antonio Stella può prendere in giro alcuni testimoni, parlandone quasi come dello sciocco del paese! Allora si vede che l'onorevole Franceschini è paragonabile a queste persone, delle quali tra l'altro si fa il nome...! Così si mette in dubbio la loro buona fede, oltre a prendersela poi con Telepadania che ha dato alcune visioni cinematografiche prendendo alcune cose di repertorio, ma questo è un fatto inequivocabile. Come è avvenuto a Cento, dove sono andati pubblicamente a manifestare. È accaduto in alcuni posti del Veneto ed anche in altre parti. Ci viene detto che qualcuno ha festeggiato. Ora questo va sradicato, ma non dobbiamo dimenticarci che probabilmente all'interno di questo movimento vi sono degli elementi incompatibili con la civiltà occidentale e che i cosiddetti moderati sono tali nella nostra fantasia.
Noi crediamo ancora che la terra sia piatta e non vogliamo arrenderci di fronte ai fatti che dimostrano che la terra è rotonda e che la cultura islamica quando rimane tale è incompatibile con la civiltà occidentale. Ma questo non lo dico solo io.
Vorrei citare per concludere - chiedo al Presidente ed al sottosegretario di essere pazienti - le parole di Giovanni Sartori, che non mi sembra un pericoloso leghista: «La straordinaria forza del terrorismo islamico deriva da due elementi: dal fatto che è alimentato dal fanatismo religioso ed è protetto da una fede religiosa. La fede islamica è un grande mare, nel quale i terroristi sono gli squali. Pertanto, i terroristi islamici non sono pesci fuor d'acqua o pesci isolabili, come i terroristi di matrice ideologico-nazionalista. Sono pesci in acqua, alimentati e moltiplicati dal mare nel quale nuotano. Il mare islamico li espellerà? Ne dubito fortissimamente. La prospettiva è che li andrà sempre più a sostenere ed a rinforzare. Dunque, dobbiamo dire guerra, perché dobbiamo essere lucidamente consapevoli di dover affrontare un nemico, una guerra nella quale gli Stati Uniti non


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sono l'aggressore, ma l'aggredito. Una guerra santa che può soltanto nascere dalle viscere di una religione e non certo dalle presunte colpe dell'Occidente. È una guerra, la cui componente militare è secondaria. La guerra che ci casca addosso si vince o si perde in casa».
Queste sono le parole di Giovanni Sartori.
L'ultimo monito che vorremmo lanciare al termine dello svolgimento di questa interpellanza è il seguente: vogliamo combattere la guerra di civiltà in questo paese, seguendo le leggi del nostro Stato e del nostro ordinamento.

PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interpellanze urgenti all'ordine del giorno.

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