Allegato B
Seduta n. 676 del 22/9/2005


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GIUSTIZIA

Interpellanza:

Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro della giustizia, per sapere - premesso che:
sembrerebbe che Oreste Scalzone, ex capo leader di Potere Operaio latitante dal 1981, rifugiatosi per anni a Parigi per sfuggire alla giustizia italiana, sia stato tra i partecipanti, anche se in videoconferenza, alla manifestazione denominata «Adunata sediziosa», tenutasi al Maschio Angioino;
la decisione di far partecipare la persona di cui sopra ha sollevato diverse polemiche -:
se la manifestazione sia stata autorizzata dalla competente questura, e in


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caso affermativo, se si fosse a conoscenza della partecipazione in videoconferenza di Oreste Scalzone.
(2-01661)«Perrotta».

Interrogazione a risposta orale:

PERROTTA. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
come si evince da un comunicato Ansa del 14 settembre 2005, il Csm ha trasferito d'ufficio, per incompatibilità ambientale e funzionale, Alfredo Notari presidente della sezione lavoro al tribunale di Salerno;
secondo il Csm avrebbe compromesso credibilità e prestigio delle sue funzioni per essersi autoassegnato un elevato numero di cause in base a criteri non predeterminati e non trasparenti;
il magistrato avrebbe stabilito rapporti preferenziali con un gruppo di avvocati, uno dei quali avrebbe addirittura redatto le sentenze utilizzando modelli prestampati;
Notari, a seguito di quanto summenzionato, dovrà lasciare la città di Salerno e l'incarico di presidente di sezione del tribunale -:
di quali informazioni disponga in relazione al caso sopra segnalato, in particolare, se siano stati individuati altri eventuali responsabili e, in caso affermativo, quali iniziative siano state adottate nei confronti degli stessi.
(3-05043)

Interrogazioni a risposta scritta:

DI GIOIA. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
basta ormai anche un semplice acquazzone per mettere in ginocchio la vetusta struttura che ospita i locali giudiziari del tribunale di Lucera dove, da tempo ormai, si è costretti a ricorrere a secchi e cestini per raccogliere l'acqua che cade dal sottotetto del palazzo andando a inzuppare le stanze e i corridoi;
è in particolar modo la sezione lavoro (ubicata nei locali del secondo piano) a risentire di queste gravi deficienze strutturali che allo stato dei fatti, vista l'impossibilità di sapere la quantità d'acqua infiltratasi nella sottocopertura, rendendola pericolante, è stata sgomberata e dichiarata inagibile a titolo precauzionale;
la cancelleria della stessa è stata così trasferita, almeno per il momento, presso l'Aula di Corte d'Assise dove, contestualmente, si terranno tutte le relative udienze con gli immaginabili disagi cui andranno incontro dipendenti e utenti del servizio giustizia;
più in generale, umidità e infiltrazioni di acqua piovana riguardano l'intera struttura del vecchio palazzo di giustizia come denunciato oltre che dal personale del ministero e dai giudici, costretti a lavorare ai limiti della vivibilità, anche dall'ingegnere Raffaele Calabrese (responsabile del servizio di prevenzione e protezione del Palazzo di Giustizia), il quale denuncia la necessità di un intervento organico per ripristinare l'isolamento della copertura;
nella vicenda gioca un ruolo anche il Comune di Lucera che, in qualità di proprietario dell'immobile, percepisce dal ministero di giustizia un contributo annuo di 250.000 euro per la verità sufficienti a malapena a coprire le spese correnti (acqua, luce, riscaldamento, pulizia locali) -:
se il Ministro interrogato sia a conoscenza della grave situazione appena descritta e cosa a tal riguardo intenda fare per risolverla, dal momento che non si tratta soltanto della denuncia di disservizi (già di per se stessi gravi avuto riguardo all'importanza dell'ufficio prestato) ma anche e soprattutto di condizioni lavorative ai limiti della vivibilità;
se, in tal senso, non si ritenga indispensabile aumentare il contributo annuo versato al Comune di Lucera, affinché


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questo possa provvedere alla rimessa in uso e manutenzione dello stabile in questione visti anche gli importanti risvolti, in termini occupazionali e di immagine, dell'essere un ente territoriale sede di tribunale.
(4-16820)

BUEMI. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
nei primi mesi del 2003 fu bandito dal Dipartimento dell'Amministrazione penitenziaria un concorso pubblico per l'assegnazione di 271 posti (260 destinati agli uomini e 11 alle donne) di Vice commissario in prova del Corpo di Polizia penitenziaria;
alle successive prove pre-selettive, tenutesi nel febbraio 2004, alle quali parteciparono oltre 9.000 concorrenti, risultarono idonei alla partecipazione alle successive prove scritte ed orali previste, solo 273 partecipanti;
tali risultati generarono numerosissimi ricorsi al TAR, dei quali i primi in ordine di tempo furono accolti in sede cautelare mediante sospensiva, ed in altri casi direttamente impugnati al Consiglio di Stato;
nel frattempo, l'Amministrazione penitenziaria ha sottoposto sia gli idonei alle pre-selezioni sia i ricorrenti non idonei per i quali era stata emessa dal TAR del Lazio ordinanza di sospensiva, ai previsti accertamenti fisio-psico-attitudinali;
alla data odierna, non è stata ancora fissata la data delle successive prove scritte ed orali, con il risultato che:
a) dopo quasi tre anni la Polizia penitenziaria si trova in estremo ritardo nelle procedure necessarie all'acquisizione di 271 nuovi Ispettori, benché la loro assunzione sia stata debitamente autorizzata dal Governo, in ragione delle complessive condizioni di gestione e d'organizzazione del personale;
b) i tempi tecnici per l'effettuazione delle prescritte prove scritte ed orali non sarebbero inferiori ad un anno, al quale andrebbero aggiunti i diciotto mesi del previsto corso di formazione, con il risultato che se tutto filasse liscio e si procedesse immediatamente le assunzioni non potrebbero avvenire prima del 2007;
c) sia i 273 idonei, sia gli altri ammessi in virtù della sospensiva del TAR, stanno da due anni in attesa di conoscere il loro futuro, senza che da parte del Dipartimento sia stata fornita loro alcuna garanzia o notizia -:
se non si ritenga necessario assumere iniziative affinché il Dipartimento interessato dia celere avvio alle successive fasi del concorso citato, prevedendo, per coloro che sono stati ammessi in virtù di una sentenza del TAR un'eventuale ammissione con riserva, dando così la possibilità a tutti quelli che erano stati considerati idonei di vedere pienamente riconosciuto il loro diritto a proseguire l'iter concorsuale;
quali iniziative si intendano adottare in un settore così delicato e già investito da numerose problematiche, affinché siano ripristinate regole e tempi certi che consentano, agli operatori del settore, di poter continuare nel loro lavoro con la necessaria serenità, ponendo così fine ad un modo di gestire le problematiche inerenti il personale di polizia, che all'interrogante, appare del tutto inadeguato.
(4-16842)