Allegato B
Seduta n. 676 del 22/9/2005


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BENI E ATTIVITĄ CULTURALI

Interrogazione a risposta in Commissione:

GIACCO, CARLI e GRIGNAFFINI. - Al Ministro per i beni e le attività culturali. - Per sapere - premesso che:
in località Valdiola al confine fra i comuni di San Severino Marche e Gagliole, provincia di Macerata, è prevista l'apertura di una cava che estrarrà 130.000 metri cubi di calcare all'anno per dieci anni;


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la zona interessata oltre a costituire un sito di importanza naturalistica, documentata anche da recenti studi dell'Università di Camerino, costituisce un luogo di rilevanza storica per essere stata teatro di importanti eventi della guerra di liberazione;
gran parte della resistenza marchigiana trova nell'alto maceratese, quindi nei luoghi oggetto dell'interrogazione, momenti e personaggi di rilevanza nazionale come Enrico Mattei;
all'alba del 24 marzo del 1944 il Gruppo Mario e il Gruppo Roti (afferenti alla 5a Brigata Garibaldi) vennero stretti in una morsa da truppe nazifasciste di circa 1.500-2.000 uomini che circondarono con numerosi reparti il S. Vicino sia ad est, in area settempedana, che ad ovest nelle zone matelicesi. I partigiani di Roti in quei giorni erano scesi e stanziavano a Braccano. L'abbazia di Roti, lasciata ai partigiani dal proprietario collaboratore ingegner Serra, risultava di gran lunga più sicura, per l'impervietà delle strade, l'altezza e la vicinanza alla fitta boscaglia. Roti era considerata inespugnabile e punto di forza di tutto il movimento del S. Vicino, tanto che la sua capitolazione permise ai nazifascisti di raggiungere il cuore nevralgico della zona a Valdiola, uccidendo, dopo un durissimo scontro nei pressi dei prati di Gagliole il capitano Salvatore Valerio. Il gruppo era anche indebolito dall'assenza di alcuni dei suoi uomini partiti prima dell'alba per intercettare, presso il S. Vicino, un lancio alleato di armi. Ai primi colpi di mortai la popolazione e i partigiani allarmati fuggirono verso Vinano, tra essi anche Don Enrico, ma durante la fuga un suo compagno, Paolo Boarelli fu colto da un attacco di epilessia e il sacerdote si fermò a soccorrerlo. Alcune truppe nazifasciste lo raggiunsero, mentre altre iniziarono il rastrellamento fra le case. Il sacerdote catturato, colpito violentemente e coperto di sputi fu costretto a scalzarsi ed ad attendere per ore con i piedi a mollo in un rigagnolo che scendeva dalla fontana alle porte del paese. Gli fu violentemente tolta la corona che stringeva assorto in intensa preghiera, lo costrinsero a cantare l'inno fascista «giovinezza giovinezza», quindi fu spinto in un campo limitrofo e fucilato alle spalle e terminato con un colpo di pistola alla fronte. La scena si svolse davanti ai compaesani terrorizzarti. Poco dopo furono portati nei pressi del cadavere del sacerdote tre partigiani catturati durante il rastrellamento. Separati con la forza furono uccisi. Poi fecero uscire dal gruppo anche il giovanissimo Demade Lucernoni che fu costretto a scavarsi la fossa prima di esservi ucciso. Contemporaneamente, dall'altra parte della collina, a Chigiano nel territorio di San Severino Marche i nazifascisti arrivati vicinissimi a Valdiola uccidono gettandoli dal ponte sul fiume Musone 6 ragazzi dopo averli atrocemente torturati. Seguirono interrogatori, pestaggi e violenze. I gruppi Roti e Mario mortalmente feriti, lentamente ripresero la lotta, si fregiarono di altre valorose iniziative, persero altri ragazzi. Fino a che tra il 1o e il 2 luglio il territorio conquistò la libertà. La coscienza storica politica acquisita spinse alcuni dei combattenti di Valdiola e Roti a risalire l'Italia seguendo il fronte, fra questi Depanhger e Baldini;
l'importante battaglia del 24 marzo del 1944 è ricordata da un cenotafio dedicato al capitano Salvatore Valerio, situato a qualche metro dai luoghi di realizzazione delle cave;
il comune di San Severino, ha fatto richiesta del riconoscimento della medaglia d'oro al valore militare per i fatti nel territorio accaduti durante la guerra;
ogni anno l'ANPI e le Istituzioni commemorano il 1o luglio e il 24 marzo gli eccidi e le vittime della battaglia di Valdiola;
nel dicembre 2003 Legambiente Marche inviò alla Sovrintendenza delle Marche una richiesta di riconoscimento e tutela dell'area interessata dai fatti di Valdiola;
la professoressa Paola Magnarelli, ordinario di storia contemporanea dell'Università di Macerata ha dichiarato a Il Resto del Carlino, cronaca di Macerata del


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21 luglio 2005 di essere «rammaricata che proprio ora che si comincia ad avere sensibilità per la tutela dei luoghi di memoria si proceda alla loro distruzione. Non si tratta di definire esattamente, al millimetro, dove si è verificato un evento, ma di tutelare complessivamente il luogo» e il Presidente della Regione Marche, Gian Mario Spacca, il 23 luglio 2005 è intervenuto sui quotidiani locali esortando gli enti preposti ad intervenire affinché venga tutelato un patrimonio prezioso;
il Consiglio Provinciale di Macerata, vista la rilevanza storica del territorio, nella seduta del 29 luglio 2005, ha approvato un Ordine del Giorno che chiede alla Sovrintendenza delle Marche di apporre il vincolo sull'area interessata dai fatti della resistenza di Valdiola;
il «Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio», approvato con decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42 ai sensi dell'articolo 10 della legge 6 luglio 2002, n. 137, prevede alla Parte Seconda, Beni Culturali, Titolo I, Tutela, Capo I, Oggetto della tutela, all'articolo 10, comma 3, lettera d) «le cose immobili e mobili, a chiunque appartenenti, che rivestono un interesse particolarmente importante a causa del loro riferimento con la storia politica, militare, della letteratura, dell'arte e della cultura in genere, ovvero quali testimonianze dell'identità e della storia delle istituzioni pubbliche, collettive o religiose» -:
quali iniziative urgenti intenda intraprendere affinché il luogo posto nei comuni di Gagliole e San Severino, sul quale si sono verificati i fatti sopradescritti, possa costituire memoria e patrimonio della nostra Nazione anche come monito per le future generazioni.
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