Allegato B
Seduta n. 675 del 21/9/2005

TESTO AGGIORNATO AL 6 OTTOBRE 2005


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AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO

Interrogazioni a risposta scritta:

ANNUNZIATA. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
l'Area Marina Protetta «Punta Campanella» è stata istituita il 12 dicembre 1997 dal Ministero dell'Ambiente allo scopo di preservare uno dei tratti della costa italiana più belli e rigogliosi dal punto di vista naturalistico, sia per l'ambiente terrestre che per quello subacqueo. I circa 40 chilometri di fascia costiera della Penisola Sorrentina e parte della Costa d'Amalfi sono un susseguirsi di verdi promontori e accoglienti insenature che offrono un paesaggio unico nella sua bellezza;
in seguito a precisa segnalazione, l'interrogante è stato testimone di un fatto gravemente compromissivo delle finalità di protezione ambientale dell'area;
nel tratto di costa tra punta Taschiero e la Marina di Crapolla, sede di un'antichissima Abbazia, in comune di Massa Lubrense, a qualche centinaio di metri dall'isolotto di Isca, da una scanalatura della roccia, in pieno giorno, una fogna maleodorante scaricava a mare le acque reflue dei soprastanti abitati di Torca e Monticelli, frazioni del comune di Massa Lubrense;
il copioso e nauseabondo scarico fognario determinava in mare una zona di intensa schiuma che si estendeva fino ai famosi scogli de' «Li Galli», davanti Positano e oltre;
alcuni pescatori del luogo, che nella circostanza accompagnavano l'interrogante, riferivano che a causa del gravissimo inquinamento determinato dal suddetto scarico fognario, non fosse più possibile pescare sulla secca situata al di fuori dell'area protetta in quanto il pescato puzzava di fogna ed era impossibile riutilizzare le reti perché imbrattate dai fanghi putridi depositati dalla fogna per il gioco delle correnti;
intanto, nello stesso frangente, si notava un grosso peschereccio pescare a strascico in piena area protetta;
è da sottolineare in proposito la paradossale circostanza che ha visto pochi mesi prima, la stessa città di Massa Lubrense ospitare, in occasione della Giornata Mondiale degli Oceani, patrocinata dall'UNESCO, una importante conferenza internazionale, intitolata «Navigazione virtuale nell'area marina protetta di Punta Campanella con barche a basso impatto» -:
se e quali provvedimenti, i Ministri in indirizzo, ciascuno per le rispettive competenze, intendano adottare per impedire nell'area marina protetta «Punta Campanella» il perpetuarsi della gravissima situazione d'inquinamento sopra esposta;
se, per le rispettive competenze, gli stessi Ministri, non ritengano disporre opportune ispezioni e verifiche al fine di accertare, nel caso riferito, responsabilità ed omissioni che possono aver determinato danni e alterazioni, anche irreversibili, al patrimonio naturale dell'area marina protetta «Punta Campanella»;


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se, in particolare, il Ministro dell'ambiente e tutela del territorio non ritenga di verificare nell'area marina protetta «Punta Campanella», lo stato di attuazione della convenzione ministeriale con l'Ente gestore e la rispondenza delle attività poste in essere in base alle finalità previste dalle leggi 31 dicembre 1982, n. 979, 6 dicembre 1991, n. 394, nonché dal decreto istitutivo dell'area protetta, con specifico riferimento allo stato di conservazione degli ambienti naturali protetti ed al grado di salvaguardia raggiunto.
(4-16765)

TRANTINO. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio. - Per sapere - premesso che:
da anni nel comprensorio di Gela, viene erogata acqua, per usi civili, che non rispetta i criteri di potabilità stabiliti dalla legge;
l'acqua proviene per la massima parte dal dissalatore di proprietà della Regione Sicilia, gestito dalla Raffineria di Gela, che dissala acqua marina, la remineralizza e in una fase successiva la miscela con piccole dosi di acqua di sorgente;
in realtà l'acqua marina viene estratta in un punto ad alto rischio di contaminazione da idrocarburi perché transitato quotidianamente da petroliere e vicinissimo a zone di scarico industriale;
il dissalatore consta di quattro moduli multiflash e un modulo ad osmosi inversa malfunzionante per mancanza di manutenzione (c'è una sentenza del tribunale di Gela);
la disinfezione viene fatta con ipoclorito di sodio, a temperatura elevata (non esiste un impianto di raffreddamento) e questo comporta rischio di formazione di sostanze altamente cancerogene (trialometani);
nella fase di remineralizzazione, l'acqua viene ricostruita e la durezza dell'acqua viene corretta mediante uso di calce, non alimentare, ma vera e propria calce da muratura, contaminata da ferro;
nella zona di Gela negli ultimi anni sono aumentate le patologie tumorali e le malformazioni neonatali -:
quali urgenti iniziative intenda adottare per verificare la reale situazione e rassicurare una comunità già provata da numerosi e gravosi problemi.
(4-16802)

CIRIELLI. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio, al Ministro della salute, al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
così come si evince dal verbale di seduta del giorno 23 maggio 2005, il consiglio comunale del comune di Nocera Inferiore si riuniva per trattare l'argomento all'ordine del giorno: «Realizzazione sito di trasferenza per i rifiuti solidi urbani» - Approvazione progetto preliminare. Il sindaco, coadiuvato dal dirigente dell'ufficio tecnico, ingegnere Canale, esponeva le motivazioni per cui era stato individuato quale «sito di trasferenza» una ex cava sita al confine tra Nocera Inferiore e Castel San Giorgio, in località Campanile dell'Orco, sulla Statale 266 Nocerina, (particelle n. 35, 34 e 123). Fin dal primo intervento del Sindaco, secondo l'interrogante, non sarebbe apparso affatto chiaro l'utilizzo che dovesse essere fatto di questa cava; infatti, l'avvocato Romano, nella sua introduzione, così avrebbe affermato: «Questo sito consentirà di realizzare questo sito definito "di trasferenza" non deve trarci in inganno, non è un sito dove verranno stoccati i rifiuti, non è un sito destinato all'accantonamento dei cassoni, degli scarrabili, può essere eventualmente destinato anche a questo in caso di emergenza...»; ed ancora, su richiesta di chiarimenti del consigliere Grassi, il Sindaco avrebbe aggiunto: «Il sito, impropriamente denominato "di trasferenza", ma può essere denominato di trasferenza per quello che abbiamo immaginato, non è un sito che avrà come destinazione esclusiva


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lo stoccaggio dei rifiuti o l'accumulo di cassoni, di scarrabili contenenti rifiuti; tuttavia, non escludiamo che parte di quest'area possa essere destinata a ricevere scarrabili»;
nel corso del dibattito interveniva il consigliere comunale Antonio Battipaglia che pare sia a conoscenza di una situazione di estrema gravità che potrebbe avere rilievo penale, interessanti l'area individuata quale sito di trasferenza della città di Nocera Inferiore, in via statale nocerina 266. Infatti, così come si evince dal verbale di seduta allegato, avrebbe affermato: «...Una cava in disuso e sfido chiunque a far rimanere l'attuale conformazione così come c'è è veramente uno spettacolo indecente. Pure perché oggigiorno quella cava in disuso è ormai una cava utilizzata questa sì come discarica abusiva...è una discarica abusiva, un'ex cava di pozzolana, chiunque conosce la zona, i camion di notte vanno e scaricano cose di tutti i generi e quindi oggigiorno è a deperimento della stessa popolazione che ci vive vicino, perchè non sappiamo che tipo di materiale viene scaricato in questa cava». Il consigliere Battipaglia avrebbe concluso il suo discorso con una raccomandazione: «Quell'area va disinquinata perché quella cava è diventata abusiva...»;
dalla lettura della delibera di Consiglio Comunale del 23 maggio 2005 si rileva che la zona è identificata come «periferica e lontana dai centri abitati e da complessi di case anche sparse»; la rappresentazione della realtà della frazione di Codola sembrerebbe, evidentemente, distorta tenuto conto e della presenza di case sparse e della presenza di centro abitato e, infine, della presenza di notevoli realtà produttive. Si tenga conto che la sezione elettorale n. 46, dove votano i residenti di Codola, del Comune di Nocera Inferiore, ha un numero di iscritti superiore ai 700. La zona di Codola, però, presenta la congiunzione di ben cinque Comuni (Nocera Superiore, Castel San Giorgio, Roccapiemonte, Nocera inferiore, Sarno), dunque se Nocera Inferiore conta oltre 700 votanti per la sezione elettorale n. 46, si dovrebbe tener conto anche dei soggetti iscritti e non nelle altre sezioni elettorali dei diversi Comuni. La situazione così descritta comporta un impatto sul territorio e sulla popolazione di ben cinque diverse realtà;
nella delibera di Consiglio Comunale si fa riferimento ad una relazione di sopralluogo redatta dall'Arpac della Regione Campania rilasciata il giorno 23 giugno 2004, ben un anno prima dell'intervento amministrativo e di oggetto completamente difforme alla delibera di consiglio comunale perché rilasciato ai fini della emergenza rifiuti per un articolo 13 della legge 22/1997. La stessa relazione pare sia stata impropriamente considerata ed adottata come parere favorevole della stessa Arpac e utilizzata ai fini dell'approvazione del progetto preliminare per la realizzazione del sito di trasferenza dei R.S.U. Infatti, la stessa relazione, relativa ad uno stato di emergenza vecchio di un anno, viene utilizzata anche per la Delibera di Giunta n. 302 del 19 luglio 2005 che individua nella area oggetto della variante il sito di stoccaggio provvisorio inerente alla attuale emergenza. L'emergenza in questione, però, pare fosse soltanto potenziale giacché esisteva solo un allarme di chiusura dei CDR, allarme rientrato immediatamente;
la relazione di sopralluogo dell'Arpac, che pare sia stata considerata erroneamente favorevole dalle delibere emesse dall'Amministrazione di Nocera Inferiore, faceva comunque carico alla stessa Amministrazione dell'acquisizione di una serie di documenti necessari e preventivi a qualsivoglia intervento, quali il rilascio del nulla osta dell'Autorità di Bacino del Sarno e del nulla osta della Comunità montana «Penisola Amalfitana»;
come si evince dall'articolo, pubblicato sul quotidiano La Città il giorno 26 agosto 2005, dal titolo «Posti di lavoro con la differenziata» e recante un'intervista all'Assessore Schiavo, nella cava di pozzolana oggetto dell'interrogazione e che il


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Comune vorrebbe destinare a sito di stoccaggio, è presente un' alta percentuali diossina. Non è dato comprendere, secondo l'interrogante, la coerenza della scelta del sito di trasferenza di R.S.U. vista la necessità di una preventiva bonifica dell'area;
dall'articolo, redatto dall'ufficio URP del Comune di Castel San Giorgio, dal titolo «Codola non di Castel San Giorgio ma di Nocera Inferiore nell'occhio del ciclone», si evince la preoccupazione per la presenza di falde acquifere che alimentano gli acquedotti di San Marino di Lavorate di Sarno nonché di Foce Sarno, che mal si concilia con la scelta di individuare quale sito di trasferenza per i R.S.U. la zona di Codola. Si paventa, pertanto, la pericolosità della scelta amministrativa tenuto conto della già grave situazione ambientale;
secondo l'interrogante dovrebbero essere oggetto di riesame i seguenti punti:
la correttezza dell'iter amministrativo seguito dall'Amministrazione di Nocera Inferiore nel deliberare una variante al piano regolatore generale attraverso l'approvazione di un progetto preliminare di realizzazione di un sito di trasferenza per R.S.U. ubicato nella strada statale 266 di Nocera Inferiore;
le rilevazioni del consigliere Battipaglia sull'esistenza di una discarica abusiva;
la condotta, posta in essere dall'Arpac, difforme a qualsivoglia regola di tutela del territorio e rispondenza della realtà di quanto descritto e la relazione di sopralluogo impropriamente utilizzata dall'Amministrazione Comunale di Nocera inferiore quale parere favorevole alla realizzazione del sito di trasferenza di R.S.U.;
l'esistenza di diossina nella cava oggetto della presente interrogazione ed ubicata nella zona detta «Passo dell'Orco» al confine tra Nocera Inferiore e Castel San Giorgio in provincia di Salerno;
la responsabilità della condotta omissiva ed inerte dell'intera Amministrazione Comunale che pare non possa essere esente da rilievi; infatti, nel momento in cui assumeva la notizia, l'Amministrazione Comunale pare si trovasse di fronte ad una situazione di pericolo di inquinamento di un'area ricadente nel territorio comunale. Tutto ciò avrebbe dovuto indurre l'Amministrazione ad attivarsi per eliminare tale pericolo che appare concreto ed attuale. Il Sindaco e l'Amministrazione tutta, invece, pare abbiano contribuito, con una condotta inerte ed omissiva, ad aggravare l'eventuale pericolo concreto ed attuale di inquinamento; ed infatti, è nozione di comune esperienza quella secondo la quale, più passa il tempo di deposito diretto sul suolo di rifiuti non inerti (ossia suscettibili di significative trasformazioni fisiche, chimiche o biologiche) più aumenta il pericolo che gli stessi rilascino sostanze inquinanti. In altri termini, mentre l'inerzia non rende responsabile per la discarica abusiva, la sua inerzia avrebbe potuto contribuire ad aggravare lo stato di pericolo concreto ed attuale di inquinamento; in particolare, la situazione di potenziale pericolo avrebbe dovuto indurre il Sindaco ad attivarsi per quanto di competenza ed invece pare sia stata assunta una condotta del tutto inattiva quando avrebbe dovuto, viceversa, «darsi subito da fare, sin dall'elezione, per verificare e rimuovere la fonte di pericolo, nonché informare le Autorità preposte» -:
quali urgenti iniziative, tra quelle di propria competenza, intenda adottare in merito alla problematica delineata in premessa.
(4-16804)

MERLO. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio. - Per sapere - premesso che:
l'alluvione dell'ottobre 2000 provocò danni ingenti per tutto il territorio piemontese. Molti interventi, da allora, sono stati eseguiti con il ripristino, seppur con notevoli difficoltà, della situazione antecedente l'alluvione;


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malgrado l'intervento congiunto di tutti gli enti preposti ed interessati, permane una situazione di preoccupante incertezza inerente l'opera di arginatura sponda sinistra orografica del Torrente Chisone, in località Tabona di Pinerolo. In sostanza, al ripristino della sede stradale non sono seguite le opere di arginatura delle sponde del Torrente Chisone;
sulla base di un massiccio rapporto epistolare tra il Comune di Pinerolo, la Regione Piemonte nei mesi scorsi, l'Anas e l'Aipo, si evince, purtroppo, che le opere sono state oggetto di progettazione definitiva già sin dal 2001 - per un importo di circa 2,8 milioni di euro e ottenendo il parere favorevole dell'Aipo - ma a tutt'oggi non sono ancora state eseguite;
le rassicurazioni fornite sino ad ora si sono arenate contro gli scogli del trasferimento di competenze dell'Anas e alle relative difficoltà di gestione operativa degli interventi su strade non più di sua competenza. Le risorse, tuttavia, erano già stanziate ma non sono mai state utilizzate -:
se non ritenga, alla luce di questa situazione sempre più problematica, che sia urgente conoscere, assumendo informazioni presso l'ANAS e l'Autorità di bacino competente, le motivazioni reali che stanno alla base di questo incredibile ritardo, in modo che sia sciolto un nodo che rischia di provocare ulteriori danni e, soprattutto, non garantisce l'incolumità per i cittadini residenti in quel luogo e la tutela dei territori circostanti.
(4-16806)