Allegato B
Seduta n. 675 del 21/9/2005


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INTERNO

Interrogazioni a risposta orale:

TARDITI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
nella notte del 18 settembre 2005 un gruppo di teppisti si è introdotto nell'Istituto Alberghiero Ravizza a Vignale, provincia di Novara, devastando e saccheggiando le 26 aule provocando danni per centinaia di migliaia di euro;
il raid, effettuato notte tempo, ha determinato gravi danni come l'allagamento del bar il cui bancone è stato reso inutilizzabile, le porte blindate sono state rese inefficienti colpite da punteruoli, gli idranti strappati e abbandonati nei corridoi, gli armadi gettati per le scale, le lavagne distrutte e le cucine rese inutilizzabili -:
quali iniziative urgenti si intendano adottare per rafforzare la vigilanza ed il controllo degli edifici scolastici, anche alla luce degli episodi di teppismo accaduti di recente in altri istituti scolastici del nord Italia.
(3-05032)

ONNIS. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
una documentata inchiesta giornalistica, pubblicata di recente (Il Sole-24 Ore, edizione del 28 agosto 2005, pagina 9), segnala che l'Italia (come altri Paesi europei e gli Stati Uniti) è meta di pericolosi flussi criminali provenienti dall'estero, e soprattutto dalle aree orientali;
in particolare, alcune potenti organizzazioni criminali, di stampo mafioso, da tempo attive in Cina, Russia, Albania e Nigeria, avrebbero scelto ormai di operare stabilmente anche sul territorio italiano;
dagli «ultimi rapporti della DIA, del ROS dei Carabinieri, della Guardia di finanza e di varie Questure» si apprende, più precisamente, che «la mafia cinese è ormai in Italia una realtà radicata, ben collegata, dedita soprattutto al traffico di clandestini, della droga e alla "protezione" duttile, spietata e pericolosa, che opera nelle comunità cinesi ma ha cominciato - questo preoccupa gli inquirenti - a collaborare con la malavita organizzata autoctona. Anche nel ruolo subalterno di esattori per conto della camorra campana...» (fonte citata);
anonime fonti di intelligence avrebbero confermato che la «minaccia della mafia cinese in Italia è alta, in aumento e può diventare molto rischiosa», anche a causa della «globalizzazione e recessione che hanno colpito ... le attività economiche e criminali cinesi sul territorio italiano», favorendo le organizzazioni malavitose e inducendo la criminalità ad assumere «forme molto più aggressive»;
secondo il direttore del SISMI la mafia cinese «ha stabilito connessioni con la camorra in Campania svolgendo una sorta di incarico nel controllare il territorio e riscuotere il pizzo per conto dei clan locali», mentre si ipotizzano anche «accordi con Cosa Nostra»;
le indagini che investono queste attività criminose sono poi rese più complesse dalle difficoltà che gli inquirenti incontrano nel comprendere la lingua dei soggetti stranieri sottoposti alle investigazioni;


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altre «etnie criminali diffuse in Italia» proverrebbero dall'Albania, dalla Russia, dall'Ucraina, dalla Romania e dalla Nigeria;
anche la Sardegna, tradizionalmente immune dal contatto con forme di criminalità organizzata di tipo mafioso o camorristico, risulta essere interessata da questi flussi criminali stranieri, e in particolare - secondo quanto rende noto la citata inchiesta giornalistica - dalla mafia nigeriana -:
quali dati siano a disposizione del Governo a proposito della diffusione, sul territorio nazionale e con particolare riguardo alla Sardegna, di attività e organizzazioni criminali di stampo mafioso, gestite da soggetti stranieri (cinesi, rumeni, ucraini, russi, albanesi, nigeriani, o appartenenti ad altre etnie);
quali iniziative siano state adottate e quali misure si vogliano ulteriormente attivare per contrastare la diffusione di tali organizzazioni criminali.
(3-05037)

Interrogazioni a risposta scritta:

GALLO. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
ifenomeni relativi allo sfruttamento della forza lavoro e maltrattamento dei lavoratori stranieri, in particolare polacchi, impegnati nella raccolta dei pomodori in provincia di Foggia, sono tristemente noti;
già nel corso del 2004, numerose inchieste della stampa e delle televisioni italiana e polacca hanno sollevato l'attenzione su questo vero e proprio traffico di esseri umani che, arrivati in Italia con il sogno di un lavoro e un futuro migliore, si sono ritrovati sotto il diretto controllo di vari gruppi criminali;
il 19 agosto 2005, in un campo alla periferia di Ortanova, nel corso di un blitz delle forze dell'ordine, è stato scoperto un vero e proprio lager, in cui erano costretti a vivere, in condizioni disumane, 110 stranieri di cui 95 polacchi senza cibo, senza bagni e luoghi in cui lavarsi, ammassati in tende disseminate per la campagna e costretti a pagare per lavorare;
i cittadini stranieri liberati dalle forze dell'ordine, avevano paura di subire ritorsioni e solo pochi tra questi hanno trovato il coraggio - con il sostegno dei rappresentanti dell'ambasciata e del consolato Polacco - di denunciare le violenze subite alla questura di Bari, alla procura della Repubblica presso il tribunale di Foggia e al comando della guardia di finanza di Putignano. Sembra, infatti, che gli stessi gestori del racket girassero indisturbati nei pressi della caserma dei carabinieri, allo scopo di intimidire coloro che erano stati appena liberati;
anche sulla stampa italiana, nel corso del 2004, erano apparse allarmanti testimonianze di cittadini polacchi che, a rischio della loro vita, erano riusciti a sfuggire al controllo delle guardie armate, che impedivano loro qualunque movimento. Alcuni di loro, però, hanno pagato un prezzo altissimo come, per esempio, «Maria» (articolo Gazzetta del Mezzogiorno) portata in un casolare, minacciata, picchiata e ripetutamente violentata;
altri stranieri, purtroppo, non hanno avuto la possibilità di denunciare gli abusi, perché deceduti in circostanze a dir poco sospette: ad esempio Rokicinski Slawomir - ritrovato carbonizzato in un casolare di campagna nei pressi di Stornara, in provincia di Foggia, nel luglio di quest'anno, e un altro cittadino di nazionalità slovacca di 35 anni, rinvenuto cadavere in una vasca per la raccolta dell'acqua. Secondo quanto stabilito dalle indagini, Rokicinski è deceduto per infarto e solo successivamente il suo corpo sarebbe stato bruciato dal fuoco con cui un contadino aveva incendiato sterpaglie ed erbacce;
all'incirca 30 dei polacchi liberati nel campo di Ortanova sono, ad oggi, ospiti del console onorario di Puglia e Basilicata, Domenico Centrone, e, dalle loro testimonianze si evince chiaramente che il campo di Ortanova rappresenta solo la punta


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dell'iceberg. Nulla si sa, inoltre, di una ventina di ragazze che, poco prima dell'arrivo dei carabinieri, sono state portate via dal campo di Ortanova;
dalle denunce presentate dai cittadini polacchi, presso la stazione dei carabinieri di Castellana Grotte, sembra inoltre che, nei campi di lavoro, presso Ortanova, avrebbero avuto luogo episodi di istigazione alla prostituzione e spaccio di droga;
è certo, secondo quanto dichiarato dagli stessi braccianti polacchi, che nella provincia di Foggia, sono tantissimi i loro connazionali costretti a vivere in condizioni molto peggiori rispetto a quelle del campo in cui le forze dell'ordine hanno fatto irruzione;
queste tristi vicende, oltre ad essere altamente lesive dei diritti umani, mostrano un altro grave aspetto del già preoccupante fenomeno del lavoro nero, che da tempo affligge lo sviluppo dell'agricoltura nel Mezzogiorno e reca pesanti danni all'economia dello Stato -:
se, il Ministro interrogato, sia a conoscenza dei fatti e quali iniziative intenda intraprendere per mettere fine, una volta per tutte, al traffico di esseri umani messo in piedi da gente senza scrupoli e restituire ai lavoratori coinvolti nella vicenda quella dignità per troppo tempo negata.
(4-16757)

BRIGUGLIO. - Al Ministro dell'interno, al Ministro delle attività produttive, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. - Per sapere:
quali provvedimenti urgenti di ordine pubblico il Governo intenda adottare a seguito dell'efferato omicidio verificatosi in territorio di Taormina dell'imprenditore Pancrazio Muscolino di Giardini-Naxos;
se, in particolare, intenda assumere iniziative dirette a potenziare la presenza delle forze dell'ordine - che con l'immediata cattura dei responsabili hanno dato prova di grande efficienza - su un territorio che negli ultimi anni appare particolarmente esposto al verificarsi di gravi episodi di criminalità;
quali iniziative intenda altresì promuovere a sostegno della famiglia dell'imprenditore affinché sia possibile consentire la prosecuzione delle attività commerciali gestite dallo stesso anche ai fini della tutela dei lavoratori impegnati nelle medesime attività.
(4-16758)

PERLINI. - Al Ministro dell'interno, al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro per i beni e le attività culturali. - Per sapere - premesso che:
l'interrogante ha appreso che il comune di Ferentino ha venduto a privati lo storico palazzo ex Fracco sottoposto a vincolo storico-culturale e destinato ad ostello della gioventù a seguito di cospicui finanziamenti ottenuti per la sua ristruttarazione;
tale vendita va collegata alla precedente ed altrettanto vendita dello storico palazzo Filetico, operata dallo stesso sindaco e già oggetto di un precedente atto ispettivo n. 4-14554 presentato dall'interrogante;
la combinazione dei due eventi ha provocato gravi reazioni sia da parte dei consiglieri comunali (Giuseppe Patrizi, Franco Martini, Italo Bruni, Alessandra Di Legge, Leonida Zaccari, Paolo Culla) sia da parte della intera comunità che vede la degenerazione del patrimonio storico culturale senza poter reagire -:
ciò premesso, a parere dell'interrogante, occorre verificare la situazione finanziaria del comune di Ferentino al fine di escludere eventuali collegamenti tra la vendita dell'immobile ex Fracco (ostello della Gioventù) e il risanamento delle casse comunali, quali siano i motivi per i quali per quanto risulti ai Ministri interrogati, siano stati messi in vendita i due immobili (ex Fracco e Filetico);
quali iniziative intendano porre in essere in relazione ai vincoli di destinazione


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esistenti sui due palazzi (ex Fracco e Filetico) e se siano state seguite le procedure di leggi previste dal decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, per le dette dismissioni.
(4-16801)

SGOBIO. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
il 18 settembre 2005, a Lesina (Foggia), in piazza Lombardi, regolarmente autorizzata, era prevista la festa unitaria dell'Unione (organizzata dai locali partiti dei Democratici di Sinistra, Rifondazione, Verdi e Comunisti Italiani) con un programma che prevedeva l'esposizione di una mostra fotografica dal titolo «Lesina, ieri e oggi», la proiezione di un film con relativo dibattito e, a conclusione della serata, lo spettacolo musicale dedicato alla memoria del cantautore popolare del Gargano, Matteo Salvatore;
alle ore 15,40 del 18 settembre 2005, vale a dire nel pomeriggio del giorno di festa, il sindaco del Comune di Lesina, con un'ordinanza sindacale, ha revocato l'autorizzazione della manifestazione, con immediato ordine di sgombero della piazza e rimozione del palco e di quanto era stato predisposto dagli organizzatori, senza rendere nota alcuna motivazione;
tempo addietro, la stessa piazza, era stata concessa, per una manifestazione politica, al leader di Forza Nuova Roberto Fiore -:
se vi siano stati motivi di ordine pubblico alla base della decisione di revocare l'autorizzazione e, in caso contrario, quali atti intenda intraprendere per garantire la possibilità di svolgimento della manifestazione suddetta, la cui revoca ha palesemente violato i principi sanciti dalla nostra Carta costituzionale.
(4-16805)