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il 30 giugno 1963 in località Ciaculli, alle porte di Palermo, la mafia predisponeva un'autovettura carica di tritolo per attentare alla vita del pregiudicato Salvatore Greco. In fase di ricognizione da parte delle forze dell'ordine, il mezzo esplodeva causando una vera e propria strage di uomini dello Stato;
nell'attentato perdevano la vita il tenente dei Carabinieri Mario Malausa, il maresciallo dei Carabinieri Calogero Vaccaro, il sottufficiale dei Carabinieri Eugenio Altomare, il carabiniere Mario Fardelli, il maresciallo della Polizia di Stato Silvio Corrao, gli appartenenti all'Esercito Giorgio Ciacci e l'artificiere Pasquale Nuccio;
a tutt'oggi la prevista «speciale elargizione» è stata corrisposta solo ai familiari delle cinque vittime appartenenti alle Forze di Polizia mentre i parenti superstiti del maresciallo Nuccio e del soldato Ciacci ne sono rimasti esclusi;
in particolare, i familiari del personale dell'Esercito coinvolto sono i quattro figli del maresciallo Nuccio, i quali non percepiscono alcun trattamento in quanto la corresponsione della pensione privilegiata ordinaria è cessata con il decesso della loro madre, e il padre ultranovantenne del soldato Ciacci, il quale percepisce solo la pensione privilegiata ordinaria;
in base alla legge n. 466 del 1980 la speciale elargizione alle famiglie delle vittime del dovere o di azioni terroristiche avviene solo per gli eredi appartenenti alle Forze di Polizia e non per i familiari del personale dell'Esercito. L'attuale legislazione non estende al personale estraneo alle Forze di Polizia, quindi, l'applicazione retroattiva del beneficio, disposto con la legge Finanziaria del 2001 -:
quali iniziative intenda adottare per sanare tale evidente disparità di trattamento economico per i familiari delle vittime della strage di Ciaculli e per favorire una doverosa equiparazione nelle speciali elargizioni tra appartenenti alle Forze di Polizia e appartenenti all'Esercito.
(4-16633)