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Ministro interrogato per favorire la diffusione delle associazioni no profit sull'intero territorio nazionale.
e anche per la prosecuzione del rapporto di lavoro - la documentazione relativa all'alloggio e il certificato di idoneità abitativa) come possa in 5 giorni avere le carte in regola per assumere il lavoratore e quindi assolvere alle inderogabili disposizioni normative;
come si evince da un articolo pubblicato su Duemila del 24 maggio-1o aprile 2005, in Italia è esplosa la febbre del volontariato;
quanto summenzionato è quello che emerge da un'indagine condotta dalla Fivol - Fondazione italiana per il volontariato;
sono molti i settori in cui i cittadini offrono gratuitamente il loro impegno, il 70,2 per cento dei comuni capoluogo ha inserito nel proprio statuto il riconoscimento delle organizzazioni di volontariato;
la percentuale di cui sopra si riduce drasticamente al 46,3 per cento se si estende l'indagine ai comuni con meno di 10 mila abitanti ed al 51 per cento per le Asl;
solo il 37 per cento dei comuni ha formalizzato il proprio rapporto con le associazioni no profit in appositi regolamenti -:
se quanto summenzionato corrisponda al vero;
quali iniziative, anche di carattere normativo, ritenga di dover adottare il
(2-01647) «Perrotta».
la provincia di Vercelli si estende su un territorio vasto disposto longitudinalmente, tale da far sì che la distanza dal capoluogo di provincia sino all'ultimo paese della Valsesia sia di circa 120 chilometri;
i collegamenti stradali da sud a nord sono costituiti soltanto da strade a lento scorrimento, tanto che il tempo di percorrenza della direttrice Alagna-Vercelli è di due ora circa;
centro amministrativo intermedio della Valsesia è rappresentato dal Comune di Borgosesia, collocato all'inizio della Valsesia e distante comunque 60 chilometri circa dal capoluogo provinciale;
a Borgosesia trovano sede le strutture decentrate dello Stato: INPS, Agenzia delle Entrate, INAIL;
detti uffici servono un bacino di popolazione di circa 60.000 persone, se riferiti al territorio provinciale:
la collocazione geografica rende il Comune di Borgosesia punto di riferimento di un'utenza proveniente dai comuni limitrofi di Novara e di Biella;
l'economia dell'hinterland borgosesiano è caratterizzata dalla presenza di manifatture tessili di livello mondiale, come Loro Piana Ing. & C. S.p.A., Zegna Baruffa Lane Borgosesia S.p.A., Lanificio Luigi Colombo S.p.A. ed altre, nonché di un cospicuo numero di aziende metalmeccaniche di notevoli dimensioni;
INPS ed Agenzia delle Entrate sono dotati di un organico di 20 persone circa, mentre incredibilmente l'INAIL dispone di un solo operatore amministrativo, dislocato presso i locali dell'INPS;
è quasi superfluo sottolineare come la presenza di un solo operatore presso l'Ufficio dell'INAIL causi seri disagi all'utenza in caso di assenze non programmato da parte dell'operatore medesimo;
fra l'altro è doveroso ricordare come la soppressione del servizio di medicina legale dell'INAIL nell'Ufficio di Borgosesia obbliga molti infortunati, anche se residenti nei comuni dell'alta Valsesia, a recarsi a Vercelli per i controlli medici, con aggravio di costi notevole e con la perdita almeno di mezza giornata -:
se il principio del decentramento della Pubblica Amministrazione riguardi solo taluni enti e non altri;
se la presenza sul territorio di un ente come l'INAIL non debba essere comunque ispirata, come nel caso dell'INPS e dell'Agenzia delle Entrate, ai princìpi dell'efficienza ed efficacia dell'azione amministrativa nonché ad un'adeguata risposta alle esigenze della popolazione locale, anche in ragione delle caratteristiche geografiche del territorio della provincia di Vercelli;
se non si ritenga che in effetti l'attuale organico dell'ufficio INAIL di Borgosesia non possa garantire all'utenza né efficienza né efficacia e se dunque non si ritenga necessario ed urgente implementare l'organico dotandolo altresì delle infrastrutture necessarie all'effettivo funzionamento;
se non si ritenga, in particolare, di dover ripristinare un servizio continuativo di medicina legale per ovviare agli inconvenienti di cui in premessa.
(5-04693)
al 28 luglio 2005 risultavano aver versato i 12,91 euro previsti per l'assicurazione Inail per le casalinghe solo 2.695.097 persone;
a fronte delle 4.844 richieste di risarcimento sono state riconosciute solo 146 richieste;
la percentuale di invalidità richiesta dalla legge per l'erogazione dell'indennizzo è del 33 per cento;
la stessa Inail e la Commissione lavoro della Camera rilevano l'opportunità di un abbassamento di codesta percentuale al 26 per cento;
la legge era stata istituita per aiutare le casalinghe che si infortunavano;
invece non solo, ad avviso dell'interrogante, la legge in questione non sta dando frutti, ma addirittura produce un notevole attivo per le casse dell'Istituto che, probabilmente, rimarrà inutilizzato -:
se non ritenga di dover adottare iniziative normative volte a prevedere una riduzione della predetta percentuale di invalidità dal 33 al 26 per cento.
(4-16336)
il Regolamento di attuazione della legge n. 189 del 2002 (legge Bossi-Fini) (decreto del Presidente della Repubblica 18 ottobre 2004, n. 334 - «Regolamento recante modifiche ed integrazioni, al decreto del Presidente della Repubblica 31 agosto 1999, n. 394, in materia di immigrazione») prevede per il datore di lavoro l'obbligo della sottoscrizione del contratto di soggiorno per lavoro necessaria per:
1. l'instaurazione del rapporto di lavoro nei confronti di cittadino extracomunitario già munito di regolare permesso di soggiorno;
2. il rinnovo del permesso di soggiorno al momento della scadenza;
la normativa prevede l'istituzione dello Sportello Unico per l'immigrazione presso le Prefetture UTG;
i contratti di soggiorno stipulati devono essere spediti (entro 5 giorni dalla stipula) dal datore di lavoro presso gli Sportelli Unici per l'immigrazione tramite raccomandata A/R e copia del contratto (nonché copia della ricevuta della spedizione della raccomandata) deve essere consegnata al lavoratore;
il contratto di soggiorno attualmente è rappresentato da due diversi modelli;
inizialmente i modelli erano gli allegati 25) e 23) della circolare n. 9 del 2005 del Ministero del lavoro e delle politiche sociali. Successivamente sono stati modificati in allegati Q) ed R) da utilizzarsi:
il primo in caso di nuova assunzione;
il secondo in caso di prosecuzione del rapporto di lavoro e in caso di rinnovo del permesso di soggiorno;
con la sottoscrizione del contratto di soggiorno il datore di lavoro garantisce:
a) la disponibilità di un alloggio per il lavoratore extracomunitario conforme ai parametri previsti dalla legislazione regionale in materia di edilizia residenziale pubblica (ERP);
b) il pagamento delle spese di rimpatrio del lavoratore extracomunitario in caso di necessità;
non solo lo stesso datore di lavoro, nell'ambito di questa dichiarazione, s'impegna a produrre, a richiesta dell'Ufficio Territoriale del Governo (UTG), la documentazione relativa al certificato di idoneità abitativa;
per quanto concerne l'attendibilità dei parametri di idoneità abitativa stabiliti dalla legislazione regionale ERP, ogni amministrazione ha stabilito i suoi criteri;
il certificato di idoneità abitativa che il datore di lavoro ha l'obbligo di esibire in caso di controlli da parte delle Prefetture U.T.G. viene normalmente rilasciato dal comune;
i tempi per il rilascio di questo certificato in alcuni comuni spesso sono a dir poco elefantiaci;
addirittura alcuni comuni non lo rilasciano (es. Firenze), altri comuni hanno passato la competenza alle ASL locali, le quali - hanno pensato bene - di lucrarci sopra. Di conseguenza un certificato di idoneità abitativa può costare anche 50,00 euro circa (ASL di Novara), 70,00 euro o addirittura 100,00 euro circa (comune di Torino) tra bollettini postali e bolli;
gli italiani possono lavorare in Italia anche se vivono in case che non rispettano i parametri ERP o sotto un ponte, mentre gli stranieri, notoriamente fascia povera della società, dovrebbero vivere in case più confortevoli rispetto alla media della popolazione italiana;
per quanto riguarda la creazione di questi Sportelli Unici Istituiti presso le Prefetture, a tutt'oggi alcune province non li hanno ancora istituiti, altre (e sono la maggior parte) li hanno istituiti ma sono vuoti (nel vero senso della parola: di fatto molti di questi non sono dotati né di risorse umane né di strutture aggiuntive... C'è solo la stanza con la targhetta sulla porta);
ci si chiede chi verifichi la correttezza della documentazione, quali controlli si facciano o si vorrebbero fare su queste persone, addirittura alcune prefetture (Como) a domanda hanno risposto: inviate pure i contratti di soggiorno presso questi uffici, ma noi cestiniamo tutto perché non sappiamo cosa farne... Interessante e appagante per un datore di lavoro che sostiene dei costi per assolvere a questi adempimenti;
in merito alle conseguenze sul mercato del lavoro, un datore di lavoro normale (intendendo per normale l'azienda medio-piccola italiana che rappresenta un importante segmento del nostro tessuto economico) di fronte ad adempimenti di questa portata (stipula del contratto di soggiorno, verifica della disponibilità non solo di un alloggio, ma addirittura di un alloggio idoneo, eventuali spese per il rimpatrio) rifiuta di assumere un lavoratore extracomunitario o di rinnovargli il contratto. Addirittura ci sono datori di lavoro che - spaventati - hanno proceduto con sospensioni e licenziamenti nei confronti di quei lavoratori extracomunitari che erano già alle loro dipendenze ma che avevano condizioni alloggiative ambigue (ospiti presso un qualcuno che però non rilascia dichiarazioni di ospitalità, ospiti di un ostello, eccetera);
questo perché la circolare del Ministero del lavoro n. 9 del 2005 prende in considerazione perfino la necessità che sia concluso il contratto di soggiorno, non solo per i nuovi contratti di lavoro, non solo per il rinnovo dei permessi di soggiorno, ma addirittura nei casi in cui si tratti di rapporti di lavoro già in corso, quindi instaurati prima ancora dell'entrata in vigore del nuovo regolamento di attuazione (in pratica per sanare le situazioni preesistenti);
mentre un datore di lavoro anomalo come le Agenzie per il Lavoro - che occupano tutti i giorni migliaia di lavoratori extracomunitari regolari - di fronte ad adempimenti di questo tipo si trova in serie difficoltà;
tutti i giorni (sabato e domenica compresi) un'Agenzia per il Lavoro assume lavoratori e ne fa terminare altri;
le aziende normalmente si rivolgono alle Agenzie per sopperire a loro carenze improvvise di personale: a tal proposito ci si domanda come faccia un'agenzia a garantire l'alloggio a migliaia di persone se non lo garantisce e dunque «trasferisce» l'obbligo sul lavoratore (chiedendo quindi al dipendente - come condizione per l'assunzione
è da considerare inoltre che spesso queste persone non vivono nemmeno in un alloggio ma presso la Caritas o presso gli ostelli cittadini e solo per questo non hanno il diritto di lavorare? Inoltre con lo stesso lavoratore le agenzie nel corso dell'anno stipulano anche più contratti di lavoro (è anche in questo modo che si garantisce occupazione, stipendi regolari, continuativi e sicuri ai lavoratori), ma ci si chiede se sia sensato ogni volta dover stipulare un nuovo contratto di soggiorno, se le condizioni abitative del lavoratore sono immutate;
una realtà particolareggiata come quella delle Agenzie per il Lavoro non è minimamente stata presa in considerazione;
dal punto di vista legale si ricorda che il Testo unico sull'immigrazione (decreto legislativo n. 286 del 1998, articoli 5-bis e 22), così come modificato dalla legge Bossi-Fini (legge n. 189 del 2002), prevede la stipula del contratto di soggiorno per lavoro subordinato (articolo 5-bis) e la garanzia di un alloggio idoneo, nel momento in cui si autorizza l'ingresso in Italia dello straniero dal suo paese d'origine e si rilascia il primo permesso di soggiorno per lavoro;
la legge Bossi-Fini nulla prevede per le fasi successive, ovvero per il cambio di datore di lavoro e per il rinnovo del permesso di soggiorno;
ci si chiede se sia legittimo creare nuove regole, rispetto a quelle contenute nella legge, con un regolamento di attuazione, anziché limitarsi ad attuare semplicemente quelle che sono nella stessa contenute;
visto che la funzione di un decreto di attuazione dovrebbe essere esclusivamente quella di garantire la corretta e completa attuazione di principi, precetti, regole, stabiliti nella legge;
inoltre l'obbligo per i rapporti di lavoro già in corso alla data dell'entrata in vigore del regolamento, di stipulare il contratto di soggiorno, non solo non si ricava dalla legge - Testo Unico sull'immigrazione come modificato dalla legge Bossi-Fini - ma non si ricava nemmeno dal Regolamento di attuazione;
l'articolo 36-bis infatti, si riferisce alla instaurazione di un nuovo rapporto di lavoro. Tale ulteriore obbligo viene stabilito dalla circolare del Ministero del lavoro n. 9 del 2005;
non si capisce perché il Ministero del lavoro, dovrebbe estendere questa sorta di verifica e di adempimento, anche ai vecchi rapporti di lavoro che sono nati da tempo;
ci si domanda inoltre se una circolare ministeriale possa aggiungere nuove regole con particolare riferimento al principio della gerarchia delle fonti alla base del diritto;
ci si chiede inoltre se la normativa che impone queste condizioni discriminatorie per far lavorare uno straniero rispetto ad un italiano o ad un comunitario, sia una normativa che rispetta il «principio di piena parità di trattamento» e di «pari opportunità» tra lavoratori extracomunitari regolarmente soggiornanti e lavoratori nazionali, sancito dalla Convenzione dell'Organizzazione Internazionale del Lavoro n. 143 del 1975;
queste disposizioni del Regolamento di attuazione non sembrano nemmeno rispettose dei principi contenuti nella Costrtuzione;
a giudizio dell'interrogante tutto ciò produrrà conseguenze negative sul mercato del lavoro, scoraggiando i rapporti di lavoro regolari e costringendo i lavoratori nonché i datori di lavoro ad attese sempre più lunghe prima di poter iniziare a lavorare regolarmente -:
quali iniziative anche normative s'intendano assumere per evitare che un comparto così delicato possa entrare in crisi.
(4-16396)