Allegato B
Seduta n. 651 del 6/7/2005


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ATTI DI INDIRIZZO

Mozione:

La Camera,
premesso che:
il tema della sicurezza si inscrive in un quadro mondiale che è profondamente mutato. La minaccia più grave per la sicurezza dei cittadini, quanto meno per la qualità della stessa, viene dalla situazione internazionale e, in modo particolare, dal terrorismo internazionale, per contrastare il quale serve davvero una grande unità di tutti gli italiani, oltre che delle forze politiche. Occorre, quindi, mobilitare anche le coscienze degli italiani, e non soltanto fare affidamento sul lavoro delle Forze di polizia per questa difficile opera di contrasto;
il tema della sicurezza oggettiva (i dati, il numero dei reati, il loro aumento o la loro diminuzione) è un dato sicuramente significativo, un indicatore certamente rilevante ma accanto a questo c'è anche un altro tema, altrettanto significativo ed è la percezione che i cittadini hanno di vivere in territori sicuri o insicuri, il tema relativo a quella che viene definita sicurezza soggettiva o sicurezza percepita. In questo senso, è evidente il ruolo dei media, che sono decisivi per costruire la percezione della sicurezza o dell'insicurezza. Su questa percezione di insicurezza sono stati costruiti anche fortunati messaggi politici: «città più sicure», insieme a «meno tasse per tutti». Fu uno dei grandi messaggi lanciati agli italiani dalla coalizione che oggi si trova al Governo. Si creava insicurezza con l'uso spregiudicato dei media e con la propaganda e, nel contempo, si prometteva una ricetta miracolistica per creare sicurezza. Si creava insicurezza e si prometteva sicurezza. Oggi è diffusa la percezione che i cittadini non sono sicuri in vaste aree del paese - e non solo in quelle urbane - e che lo Stato non riesce (comunque non sempre) nel suo compito primario, quello di garantire sicurezza ai cittadini. Per garantire e per dare sicurezza ai cittadini occorre una guida politica sicura, responsabile ed autorevole: ad avviso dei firmatari del presente atto questo Governo, al contrario, è privo delle caratteristiche di credibilità e di autorevolezza indispensabili per dare sicurezza ai cittadini. Per questo motivo sul tema della sicurezza percepita si può registrare il fallimento della politica governativa;
nel celebre «contratto con gli italiani» di Berlusconi, come impegno, si legge: «attuazione del piano per la difesa dei cittadini e per la prevenzione di crimini, che prevede, fra l'altro, l'introduzione dell'istituto del poliziotto, carabiniere o vigile di quartiere nelle città, con il risultato di una forte riduzione del numero dei reati rispetto agli attuali tre milioni». Quel contratto, secondo i presentatori della presente mozione, era falso, perché nel 2000 i reati riguardanti la chiusura dell'anno precedente erano meno di due milioni e mezzo. Nel 2001, anno governato nella prima parte dal centrosinistra e poi dalla nuova coalizione del centrodestra, i reati sono scesi a 2 milioni 163 mila. Nel 2002, essi sono saliti a 2 milioni 231 mila, e nel 2003 sono tornati sostanzialmente al livello del 2000, ossia 2 milioni e mezzo, e sono ulteriormente aumentati nel 2004, nonostante l'impegno e la professionalità degli uomini e delle donne, delle Forze di polizia e delle forze dell'ordine, ai quali va la riconoscenza nostra e degli italiani e il plauso ed il ringraziamento per gli sforzi che quotidianamente vengono compiuti e che portano anche ad importanti risultati. In ogni caso questi dati ci indicano che quelle promesse non sono state mantenute;
per quanto concerne le politiche della sicurezza è necessaria una risposta multilaterale per la quale è di fondamentale importanza l'azione delle forze dell'ordine e delle Forze di polizia, la dotazione di tecnologie avanzate, ma anche la creazione di un clima sociale di sicurezze sociali ed un ruolo fondamentale delle


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autorità locali delle città. Il clima che si respira nelle città è fondamentale per arginare tali fenomeni. Creare un clima di fiducia spetta alle forze politiche, al Governo, alle forze dell'ordine, ma è anche frutto di un clima complessivo che si respira nel territorio. Naturalmente, tutto ciò deve avvenire all'interno di un quadro di collaborazione sovranazionale: una sfida alla quale anche l'Italia è chiamata. Una risposta multilaterale richiede, anzitutto, risorse, mezzi, personale, che va pagato e valorizzato perché la risorsa umana è la più importante per il contrasto alla delinquenza;
se quindi appare fallimentare la politica sulla sicurezza, lo stesso Governo, con la cosiddetta devolution, ha proposto la creazione di forze regionali di polizia, che sono in realtà forze di polizia locale amministrativa. Questa proposta non è evidentemente una strada che va in controtendenza rispetto alle vere esigenze, che sono quelle di un maggiore coordinamento, di una semplificazione, di una migliore operatività delle forze dell'ordine;
è, infine, molto rilevante la situazione del sud. Al sud è necessario dedicare, per i temi della sicurezza, un'attenzione e una devoluzione di risorse assolutamente prioritarie, perché per il sud del nostro paese la sicurezza non è soltanto sicurezza dei cittadini, ma è anche precondizione di sviluppo. Non si può pensare ad alcun sviluppo di questa parte fondamentale del nostro paese se non garantendo alle imprese che vogliono investire al sud la possibilità di farlo in condizioni di sostanziale sicurezza;

impegna il Governo:

ad assicurare, con il prossimo Documento di Programmazione Economico-Finanziario e con il disegno di legge Finanziaria per il 2006, le necessarie risorse finanziarie per il sistema «Sicurezza», garantendo il recupero di quegli stanziamenti ridotti con le precedenti leggi finanziarie nonché ad attivarsi per garantire le risorse necessarie per finanziare i «Patti per la sicurezza» fondamentali per lo sviluppo del sistema imprenditoriale del Mezzogiorno d'Italia;
ad adottare una iniziativa legislativa per garantire la rilevazione delle impronte fotodattiloscopiche (le cosiddette impronte digitali) a tutti i cittadini, e non soltanto agli immigrati poiché l'efficacia nella lotta al crimine si garantisce anche con misure di questo tipo, perché, in una società nella quale deve essere assicurata la più ampia mobilità delle persone, deve essere garantita altrettanto l'identificazione certa delle stesse;
sul terreno della certezza della pena, ad intervenire con iniziative legislative per esempio sulla formazione dei provvedimenti cautelari, in particolare per i delinquenti recidivi, abbassando da quattro a tre anni il limite massimo di pena che consente l'adozione di provvedimenti cautelari e ritenendo presunta l'esigenza di provvedimento cautelare, salvo prova contraria (invertendo quanto oggi stabilito dal codice di procedura penale), per il caso degli indagati recidivi specifici reiterati, quelli cioè che nell'ultimo quinquennio siano stati più volte condannati per lo stesso reato e che commettano un altro reato della stessa specie;
ad adottare una iniziativa legislativa per modificare la lacunosa normativa per il porto d'armi, per la difesa personale e, soprattutto, per la detenzione di armi da fuoco, in particolare con l'obiettivo di porre un freno al fenomeno della «giustizia fai da te», per modificare il sistema di controllo dei requisiti per il rilascio delle licenze, che spesso sono di tipo cartaceo, formali, e soprattutto per introdurre efficienti controlli successivi sullo stato psicofisico dei soggetti interessati;
a garantire un migliore coordinamento fra le forze dell'ordine con una maggiore unitarietà degli indirizzi operativi.
(1-00468)
«Fistarol, Castagnetti, Bressa, Fanfani, Sinisi».


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Risoluzioni in Commissione:

La I Commissione,
considerato che:
in numerosi comuni si assiste con sempre maggiore frequenza, a seguito di elezioni per il rinnovo delle amministrazioni locali, al grave fenomeno della paralisi operativa dei nuovi Consigli comunali a causa del blocco delle surroghe dei consiglieri di maggioranza operato dai consiglieri di minoranza;
si verifica, infatti, per un difetto nella previsione legislativa vigente, che a seguito delle dimissioni dei consiglieri di maggioranza a norma dell'articolo 38 del TUEL, in quanto nominati assessori della nuova giunta, il nuovo consiglio comunale all'atto della prima convocazione non abbia la maggioranza politica per votare la surroga dei consiglieri decaduti, rendendo lo schieramento di maggioranza ostaggio del comportamento ostruzionistico dei consiglieri comunali di minoranza;
la mancata configurazione della surroga dei consiglieri comunali come atto dovuto da parte del consiglio comunale, di fatto, impedisce l'insediamento degli organi collegiali e la legittima nomina dei consiglieri surroganti secondo la volontà espressa con il voto dai cittadini;
il fenomeno reca sconcerto negli elettori, nonché un grave danno alla collettività per il mancato governo del comune;

impegna il Governo

ad adottare tutte le iniziative normative necessarie a rimuovere gli ostacoli che impediscono il completo insediamento e la piena funzionalità dei consigli comunali, garantendo in tal modo il pieno rispetto delle scelte operate dagli elettori.
(7-00668) «Bressa, Carbonella».

La V Commissione,
premesso che:
la legge finanziaria per il 2005 (legge n. 311 del 2004) reca numerose disposizioni in materia di patto di stabilità interno, alcune delle quali appaiono suscettibili di determinare vincoli eccessivi tali da pregiudicare l'operatività delle amministrazioni;
tali disposizioni non saranno in grado di produrre concreti risultati fino a quando le amministrazioni competenti non avranno adottato i relativi provvedimenti attuativi. Esemplari a riguardo appaiono le disposizioni di cui al comma 52 dell'articolo 1 della legge n. 311 del 2004, che prevedono l'istituzione di un fondo specificatamente destinato al rimborso agli enti locali delle minori entrate derivanti dall'abolizione del credito di imposta, con una dotazione, per l'anno 2005, di 10 milioni di euro. Un importo nettamente inferiore al danno subito dagli enti locali a seguito del mancato rimborso del credito di imposta;
in risposta all'interrogazione n. 5-04111 circa l'entità del credito derivante dal mancato rimborso dei crediti d'imposta, il Ministero dell'economia e delle finanze fiscali ha comunicato che, in base ai dati del modello F24 (codice tributo 6739 - credito di imposta relativo ai dividendi distribuiti ai comuni delle aziende ex municipalizzate), l'ammontare di credito di imposta sui dividendi, utilizzato in compensazione da parte dei comuni e destinato a venire meno in seguito alla riforma dell'imposizione sul reddito delle società (decreto legislativo 12 dicembre 2003, n. 344), è stato pari a circa 4,6 milioni di euro nel 2001, 24,7 milioni di euro nel 2002, circa 43 milioni di euro nel 2003 e circa 34 milioni di euro nel 2004;
nella stessa interrogazione si chiedeva di conoscere a quanto ammontava il credito esistente, rendicontato e vantato


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dagli enti locali, a titolo di mancato rimborso delle spese sostenute per la gestione degli uffici giudiziari situati nei relativi territori oltre a quelle relative alla manutenzione degli immobili adibiti a Caserme ed Uffici della Polizia di Stato e dell'Arma dei Carabinieri Forze di polizia e dei Carabinieri;
il Governo nel confermare l'attività di ripianamento del debito, ha comunicato che nel corso del 2002, nonostante le severe misure adottate, l'indebitamento relativo ai crediti vantati ha subito un ulteriore aumento. Nella stessa occasione veniva auspicata dallo stesso Governo la normalizzazione della situazione debitoria nei confronti di tutti i creditori, ivi compresi enti pubblici ed enti territoriali,

impegna il Governo:

ad adottare tutte le iniziativa necessarie tese ad assicurare l'effettiva e tempestiva corresponsione agli enti locali dei crediti vantati in relazione alla sottoscrizione del credito di imposta, in attuazione del comma 52 dell'articolo unico della legge 30 dicembre 2004, n. 311 e per l'integrale soddisfacimento degli oneri sostenuti dagli enti interessati per far fronte alle esigenze derivanti dalla presenza nei rispettivi territori di strutture destinate allo svolgimento dei compiti istituzionali delle Forze di polizia e dei Carabinieri, nonché quelle relative al funzionamento degli Uffici Giudiziari;
a reperire, già in occasione della prossima sessione finanziaria, le risorse necessarie per garantire l'integrale risarcimento del danno subito dagli enti locali, allo scopo di assicurare la piena attuazione della previsione della legge delega n. 80 del 7 aprile 2003, in base alla quale si è disposta l'abolizione del credito di imposta, posto che tale legge prevedeva che la sua attuazione non dovesse comportare maggiori oneri per la finanza pubblica e quindi per gli enti locali.
(7-00667) «Manzini».