Resoconto stenografico dell'Assemblea
Seduta n. 648 del 30/6/2005
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(Iniziative per un monitoraggio sull'attuazione della normativa in materia di procreazione medicalmente assistita - n. 2-01603)

PRESIDENTE. L'onorevole Francesca Martini ha facoltà di illustrare l'interpellanza Gibelli n. 2-01603 (vedi l'allegato A - Interpellanze urgenti sezione 5), di cui è cofirmataria.

FRANCESCA MARTINI. Signor Presidente, nonostante il clamoroso insuccesso del referendum abrogativo e del tentativo di abrogare la legge n. 40 del 2004, assistiamo ad una situazione che si è venuta a creare, in particolare a Verona ma che ha degli echi anche a livello nazionale, di alcuni medici e, segnatamente, operatori a vario titolo coinvolti nell'attività di centri di fecondazione assistita, che hanno annunciato l'intenzione di derogare alla legge vigente, invitando le coppie a recarsi all'estero per utilizzare tecniche di fecondazione eterologa vietate nel nostro paese.
Si apprende tale notizia da Il Corriere di Verona, che è un allegato de Il Corriere della sera del 26 giugno 2005, a pagina 5 (stiamo parlando di domenica scorsa), dove si segnala anche l'esistenza di un «documento che invita alla disobbedienza civile», utilizzato a fini strumentali e pubblicitari dai medici contrari alla legge n. 40 del 2004 e che definiscono tale documento «l'unica strada per salvare la


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nostra libertà ed agire secondo il giuramento di Ippocrate». Così, in particolare, si è espresso il dottor Stefano Zaffagnini del centro privato di fecondazione assistita Thesis di Verona.
In particolare, poi vorrei segnalare il caso della dottoressa Gabriella Torregrossa, sempre di Verona, ginecologa direttrice del centro privato di fecondazione assistita Athena, che ha dichiarato di voler ricorrere alla magistratura e alla Corte costituzionale di fronte ai casi che lei giudica «contrari alla deontologia professionale» che le si presenteranno.
Tale atteggiamento di disobbedienza civile adottato dalla dottoressa Torregrossa, e da lei annunciato, ha incontrato la netta opposizione del presidente del comitato di bioetica dell'ordine provinciale dei medici di Verona, il dottor Franco Alberton, che ha sottolineato come il codice deontologico preveda «il rispetto della norma vigente» e, quindi, anche della legge n. 40 del 2004.
Il comportamento dei medici come la ginecologa Torregrossa, a mio avviso, non solo contribuisce a creare incertezza e confusione nei cittadini che, purtroppo, si trovano nelle condizioni di dover affrontare le delicate tecniche della fecondazione assistita, ma si risolve addirittura in una violazione di fatto della volontà popolare emersa dal voto del 12-13 giugno 2005 (mi riferisco al voto referendario).
Chiedo, pertanto, al Ministero della salute se non ritenga di adottare iniziative volte a monitorare l'attuazione della legge sopra richiamata sul territorio nazionale e, in particolare, se non ritenga che le condotte di disobbedienza civile, che sopra sono state annunciate ma che si potranno presentare anche in altri casi sul territorio nazionale, siano rilevanti sul piano disciplinare.

PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per la salute, senatore Cursi, ha facoltà di rispondere.

CESARE CURSI, Sottosegretario di Stato per la salute. Signor Presidente, relativamente al quesito sul monitoraggio delle modalità di attuazione della legge 20 febbraio 2004, n. 40, si ricorda che la stessa legge, all'articolo 11, prevede l'istituzione del registro nazionale delle strutture autorizzate all'applicazione delle tecniche di procreazione medicalmente assistita, degli embrioni formati e dei nati a seguito dell'applicazione delle tecniche medesime.
La norma affida all'Istituto superiore di sanità il compito di raccogliere, in collaborazione con gli osservatori epidemiologici regionali, tutte le informazioni necessarie a conoscere i dati sulle tecniche di procreazione medicalmente assistita e, specificatamente, i risultati conseguiti.
Il comma 5 dello stesso articolo prevede inoltre per le strutture autorizzate e, quindi, iscritte al registro nazionale, il dovere di fornire agli enti citati tutte le notizie e informazioni utili sia per la relazione al Parlamento, che il ministro della salute presenta annualmente, sia per lo svolgimento delle indispensabili funzioni di controllo e di ispezione.
Lo schema di decreto, istitutivo del registro, già predisposto dal Ministero della salute, è attualmente alla valutazione del garante per la protezione dei dati personali e per il preventivo parere.
Al termine dell'ormai prossima definizione procedurale del decreto in questione, potrà essere assicurata la piena operatività del sistema di monitoraggio in attuazione della legge n. 40 del 2004.
In merito, inoltre, alle condotte professionali riferite dagli interroganti, le stesse potrebbero avere rilevanza dal punto di vista disciplinare, qualora si accertasse che i sanitari in questione abbiano effettivamente posto in essere comportamenti contrari al codice deontologico dei medici e dei chirurghi.
Comunque, si procederà a richiedere alla regione Veneto non solo la verifica della sussistenza dei requisiti degli standard richiesti per i centri autorizzati ex lege n. 40 del 2004, ma anche la veridicità o meno delle dichiarazioni riportate dalla stampa da parte dei direttori dei predetti centri.
Premesso che, ai sensi dell'articolo 38 del decreto del Presidente della Repubblica


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5 aprile 1950, n. 221, l'autorità competente a richiedere l'attivazione di un procedimento disciplinare, oltre al procuratore della Repubblica competente per territorio, è il ministro della salute, va peraltro precisato che, attualmente, non si dispone di alcuna informazione circa i fatti denunciati, ad eccezione delle notizie riportate nell'interpellanza in esame.
Pertanto, è necessario acquisire ulteriori elementi, tramite la Federazione nazionale degli ordini dei medici e chirurghi odontoiatri, alla quale segnalare l'opportunità di avviare un'indagine preliminare presso gli ordini di riferimento dei sanitari indicati nell'atto parlamentare. Ciò al fine di verificare l'eventuale sussistenza dei presupposti per l'avvio dell'azione disciplinare.
Si fa pertanto riserva di fornire direttamente agli onorevoli interpellanti notizie in merito all'avvio della relativa, preliminare fase istruttoria.

PRESIDENTE. L'onorevole Francesca Martini ha facoltà di replicare.

FRANCESCA MARTINI. Signor Presidente, desidero innanzitutto ringraziare il sottosegretario Cursi. Mi considero pienamente soddisfatta per l'attenzione che il Ministero della salute ha voluto rivolgere a tale tema. Lei comprende che, in questo momento, ci stiamo attivando in tal senso, proprio perché il mandato che abbiamo ricevuto dai cittadini, in occasione della tornata referendaria cui abbiamo recentemente assistito, ci rende ancora più responsabili per quanto riguarda non solo la piena conoscenza di ciò che è stabilito dalla legge, ma anche la sua reale attuazione.
Ciò che più mi preoccupa, e che mi preme sottolineare, è che le coppie che si trovano nell'esigenza di ricorrere a questo tipo di tecniche abbiano interlocutori non soltanto competenti in materia ed in grado di offrire il meglio sul piano delle tecniche di procreazione medicalmente assistita, ma anche capaci di supportare psicologicamente, e sul piano dell'accoglienza, i bisogni di questi aspiranti genitori.
Ritengo molto importante investigare in ordine al reale rispetto, da parte dei due centri sopracitati (i centri Thesis ed Athena di Verona), degli standard e dei requisiti minimi stabiliti dalla normativa, in particolare quelli fissati dai regolamenti regionali in materia. Attendo pertanto, da parte dell'assessore alla sanità della regione Veneto, una piena e repentina attivazione in tal senso. Sono ancora certa che sia possibile realizzare, nel nostro paese, un pieno coordinamento affinché tutti gli aspiranti genitori non siano accolti in centri che facciano mistificazione, cattiva informazione e magari, come in questo caso, istigazione a non rispettare la legge. Auspico, invece, che possano essere applicati i principi ispiratori delle norme in oggetto, che vorrei ricordare essere il rispetto e la piena tutela dei diritti non soltanto degli aspiranti genitori, ma anche di tutti i soggetti coinvolti in questo caso, compreso il concepito.

PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interpellanze urgenti all'ordine del giorno.

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