Allegato B
Seduta n. 648 del 30/6/2005


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INTERNO

Interrogazioni a risposta scritta:

CATANOSO. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
a seguito dell'emanazione del decreto Presidente Repubblica 2 novembre 2000,


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n. 362 Regolamento recante norme sul reclutamento, avanzamento ed impiego del personale volontario del Corpo nazionale dei vigili del fuoco sono state ammesse da parte del Ministero dell'interno numerose domande personali per l'acquisizione della qualifica di «Funzionari Tecnici Antincendi Volontari»;
gli aspiranti a tale qualifica dovevano partecipare a un corso di formazione a carattere teorico-pratico al termine del quale sarebbero stati utilizzati dai rispettivi Comandi Provinciali presso i Distaccamenti di appartenenza;
i corsi sono iniziati regolarmente, ma nonostante gli innumerevoli solleciti, non sono mai stati portati a termine lasciando gli aspiranti FTAV in una situazione di attesa che perdura ancora oggi;
nel frattempo i vari comandi Provinciali hanno assunto comportamenti differenti nei confronti del personale suddetto, creando sul territorio nazionale delle enormi disparità di trattamento;
l'emanazione del decreto del Presidente della Repubblica n. 76 del 2004, che ha abrogato il n. 362 del 2000, ha fissato le modalità di reclutamento degli FTAV riguardo alle domande posteriori al 76/2004 stesso, ma non ha disposto nulla circa le vecchie domande, creando una lacuna normativa per il personale che non era ancora stato reso operativo;
le carenze di organico e le esigenze di servizio impongono l'utilizzo «di fatto» del personale in questione in mansioni proprie degli FTAV -:
se non ritenga necessario ed urgente riconoscere al personale che ha presentato domanda tra il 2000 ed il 2004 la qualifica di «Funzionari Tecnici Antincendi Volontari», al fine di regolarizzare la posizione del personale suddetto e ripristinare a livello nazionale un trattamento omogeneo della categoria.
(4-15597)

POLLEDRI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
in data 25-26 giugno 2005 nel Comune di Bologna si è svolta, in concomitanza con la giornata mondiale della lotta alle droghe, una manifestazione denominata Street Rave Party che risulterebbe autorizzata dalla Questura e dal Prefetto, così come sarebbe stato riferito dal Sindaco della Città in sede di Consiglio comunale;
la manifestazione in oggetto avrebbe un evidente carattere politico constatato il fatto che gli organizzatori avrebbero provveduto unicamente a dare semplice comunicazione e non già a produrre regolare richiesta di svolgimento;
i promotori dell'iniziativa sarebbero stati convocati in Questura per concordarne il percorso che terminava nell'area «parco nord» di proprietà comunale;
durante il suo svolgimento, che ha visto coinvolti in servizio decine di operatori di sicurezza, sanitari della locale azienda multiservizi, si sarebbero verificati diversi episodi di danneggiamento di proprietà private nonché di spaccio di stupefacenti e vendita non autorizzata di prodotti alimentari -:
se quanto esposto corrisponda a verità, quali iniziative si intenda adottare rispetto al caso in premessa e più in generale rispetto al ripetersi di eventi autorizzati che regolarmente finiscono per causare danni ai cittadini e turbamento dell'ordine pubblico.
(4-15598)

PEZZELLA. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
in data 28 giugno 2005, la IV Sezione della Corte di Appello di Napoli ha assolto, per non aver commesso il fatto, l'ex dirigente della Squadra Mobile di Napoli, Sossio Costanzo, arrestato nel lontano 1997, unitamente a 19 agenti del commissariato Portici-Ercolano perché coinvolto in un'inchiesta della Dda di Napoli, la cosiddetta «poliziopoli», relativa a presunti accordi tra forze di polizia e famiglie camorristiche dell'area vesuviana. Otto


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anni dopo averlo mandato in carcere, la giustizia italiana ha scoperto che il vicequestore Sossio Costanzo è un funzionario dello Stato innocente. L'ex dirigente della Squadra Mobile, così come si evince dalla sentenza in Appello, non ha mai favorito alcuna organizzazione criminale, ed ha svolto la sua professione di alto funzionario della polizia con impegno ed onestà, assolutamente estraneo ad ogni collusione con la malavita organizzata. Un verdetto che cancella la condanna ad un anno e dieci mesi per favoreggiamento e detenzione di armi, che gli era stata inflitta in primo grado, ma che, soprattutto, spazza via quel sommario processo mediatico cui era stato sottoposto il dirigente Costanzo ed il suo ex pool, frutto di un generale humus da teorema giudiziario in cui sembrava che l'intero corpo di polizia fosse marcio e corrotto. I fatti hanno però smentito tale tesi accusatoria. Ci sono voluti però ben nove anni per dimostrare l'innocenza dell'ex dirigente di polizia. Sono serviti nove lunghi anni di calvario giudiziario e mediatico, con tanto di dignità personali calpestate e carriere professionali distrutte, per accorgersi che è stato tutto un errore, che l'ex vice questore Costanzo è innocente, che è stato un integerrimo servitore dello Stato -:
quali iniziative intenda assumere il Ministro per ridare «dignità» morale e professionale ad un onesto funzionario dello Stato, ingiustamente colpito e delegittimato da una giustizia italiana, malata e deformata.
(4-15600)

CAMPA e ZUIN. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
un gruppo di una trentina di aderenti al Centro sociale di Venezia, guidato da Luca Casarini, ha occupato gli uffici della Presidenza del Magistrato delle Acque nei pressi di Rialto;
l'episodio, descritto da ampi servizi giornalistici e televisivi, si è svolto lunedì 20 giugno 2005, in occasione del sopralluogo compiuto dal Ministro per le infrastrutture e trasporti Pietro Lunardi ai cantieri del progetto Mose;
dalla descrizione delle cronache giornalistiche e da alcune denunce presentate alla questura risulta che il gruppo avrebbe invaso gli uffici della presidenza, utilizzato telefoni e fax e minacciato una testimone dell'intrusione; dalla verifica effettuata risulta, inoltre, che mancherebbero alcuni oggetti;
secondo l'interrogante, l'episodio, gravissimo per le arbitrarie modalità con cui è stata compiuta l'occupazione, pone le autorità e le istituzioni di fronte al dovere di affrontare situazioni di illegalità che provocano tensione e disagio nei cittadini veneziani, preoccupati per il clima che si sta diffondendo nella città;
peraltro, già in occasione della tragedia di Nassyria, mentre il Paese piangeva la morte dei numerosi carabinieri e le scalinate dell'Altare della Patria venivano ricoperte da un tappeto di fiori, rimaneva aperta, sempre nella città di Venezia, l'«Ostaria allo sbirro morto» ubicata nel Centro sociale «Rivolta», vilipendendo in tal modo la memoria dei caduti -:
quali iniziative intenda adottare il ministro interrogato per evitare il ripetersi, a Venezia, di fatti analoghi a quello sopra descritto.
(4-15602)

NESI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
la giunta del comune di Soverato (in provincia di Catanzaro) ha deliberato di togliere, da una piazza della città, il nome di Giacomo Matteotti alla quale la piazza stessa era dedicata;
il ministero interrogato, in analoghe questioni ha fornito risposte antitetiche (si vedano le risposte alle interrogazioni n. 4-4349 e n. 4-2370), in ordine alla vigenza del regio decreto n. 1158 del 1923 (convertito dalla legge n. 473 del 1925) e della legge n. 1188 del 1927 -:


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se ritenga tuttora vigente la richiamata normativa e - in caso affermativo - quali valutazioni il Ministro interrogato esprima e quali iniziative intenda adottare in ordine ad un atto che all'interrogante appare gravemente lesivo della storia del nostro Paese, della quale Giacomo Matteotti - assassinato dalla teppaglia fascista nel 1924 - è uno dei più alti e luminosi rappresentanti.
(4-15605)