Allegato B
Seduta n. 639 del 16/6/2005


Pag. 20067


...

GIUSTIZIA

Interrogazioni a risposta orale:

BUEMI. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
il carcere minorile «Ferrante Aporti», sito nella città di Torino, è stato nel corso degli anni, un luogo dove si è cercato di sperimentare un processo reale di reinserimento sociale dei giovani detenuti;
per proseguire questa opera, visto il prevalere, negli ultimi tempi, di una concezione più basata sulla vendetta e sull'autoritarismo che sul recupero del detenuto, il comune di Torino, con l'aiuto di una commissione, presieduta da Pietro Vercellone, noto esperto di diritto minorile, aveva presentato un progetto di riqualificazione del carcere minorile che puntava su inserimento ed inclusione sociale;
tale progetto è stato, per il momento, affossato per mancanza di volontà politica da parte del Ministero;
ad avviso dell'interrogante sembra negativo e controproducente concepire l'espiazione della pena esclusivamente come vendetta, elemento questo che rischia solamente di alimentare la criminalità, e, di conseguenza, come si intenda agire per togliere il detenuto da quel contesto sociale e da quelle condizioni di vita in cui, spesso, maturano isolamento sociale e tendenza al crimine -:
se si ritenga valido il progetto presentato dal comune di Torino, teso al recupero dei giovani detenuti, e per quale motivo, visto oltretutto le dichiarazioni più volte fatte dal Ministro sulla volontà di


Pag. 20068

ristrutturare e rendere più efficiente le carceri italiane, non si è ancora provveduto a finanziare tale opera.
(3-04751)

BUEMI. - Al Ministro della giustizia, al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
nel luglio 2003 fu costituita la società «Dike Aedifica SPA.», controllata dalla «Patrimonio SPA» del Ministero dell'economia, avente per oggetto l'esercizio in forma di impresa dell'attività da eseguirsi anche in regime di concessione, di realizzazione totale o parziale di interventi di edilizia giudiziaria e penitenziaria, ivi compresi i carceri minorili, sia in sede di nuova costruzione che di rifacimento e/o ristrutturazione di immobili esistenti;
in pratica, come ha avuto modo di specificare il Ministro Castelli all'inaugurazione dell'anno giudiziario 2005, alla Dike Aedifica saranno attribuite le risorse derivanti dalla vendita dei penitenziari dismessi, che saranno utilizzate per le ristrutturazioni, le acquisizioni, da effettuare, in forma privilegiata, attraverso la locazione finanziaria, con procedure, quali il leasing immobiliare e il project financing, implicanti l'affidamento e la gestione a privati della costruzione di edifici penitenziari;
in materia, è utile ricordare la vicenda del carcere di Pordenone, previsto dal Ministro nel piano straordinario, che inizialmente era stato pensato con il finanziamento ordinario ed il costo stimato di circa 20 miliardi di lire, nel 2003 c'è un ripensamento e si inaugura la stagione del leasing con una stima prevista di 32,5 milioni di euro, con un aumento quasi triplicato dei costi;
in questo modo, anche il carcere, diventa terreno di sperimentazione della finanza creativa, ad avviso dell'interrogante, a tutto danno delle finanze dello Stato, che vende il proprio patrimonio immobiliare (compresi i relativi terreni edificabili) per affittare, con diritto di acquisizione a lungo termine, nuovi istituti penitenziari;
non a caso, lo stesso Presidente del Consiglio, durante un incontro con il Presidente cileno Lagos, ha affermato «noi guardiamo alle tante cose positive realizzate in Cile. Ad esempio la privatizzazione del sistema carcerario»;
un'operazione complessiva che tarda a realizzarsi viste le pochissime ristrutturazioni delle strutture carcerarie sin qua realizzate o progettate, che tende, però, a determinare una pericolosa inversione di tendenza, quella di considerare le carceri come luogo di profitto e non di recupero e reinserimento sociale;
a tutto ciò, si accompagna quanto avvenuto il 23 marzo 2005 con l'inchiesta portata avanti dal pubblico ministero romano, Pietro Giordano, che ha iscritto, tra gli altri, sul registro degli indagati anche Giuseppe Magni, consulente dimissionario, dal mese di febbraio del corrente anno, del Ministro della giustizia per l'edilizia carceraria, su presunte irregolarità ed episodi di corruzione legati agli appalti per la edificazione o ristrutturazione di alcuni istituti penitenziari;
tale situazione, a fronte di una sostanziale assenza di controlli sulle scelte operate dalla «Dike Aedifica SPA», pone inquietanti interrogativi sia per quanto riguarda le scelte politiche, che quelle di carattere finanziario ed economico;
a ciò va aggiunto che tali scelte, probabilmente dettate da interessi, ad avviso dell'interrogante, più di carattere elettorale, considerato il fallimento della politica di repressione della criminalità, nonostante l'impegno profuso dalle forze dell'ordine, che da un attento esame su come sia possibile prevenire e perseguire il crimine, rischiano di rendere più esplosiva la situazione nelle carceri italiane che stanno diventando, sempre più, luoghi di contenimento più che strutture atte al recupero;


Pag. 20069


sembra opportuno, ad avviso dell'interrogante, che il Parlamento sia messo al corrente sulle attività della Dike Aedifica Spa con particolare riferimento alla gestione, valorizzazione e eventuale alienazione del patrimonio demaniale;
si ritiene necessario, per sconfiggere la criminalità, accompagnare la necessaria opera di repressione con una politica più attenta al recupero e al reinserimento dei detenuti che, spesso per piccoli reati, affollano le carceri italiane e che a ciò si debba accompagnare un rafforzamento dello stato e delle garanzie sociali come elemento di prevenzione -:
quale attività ha realizzato, a tutt'oggi, la Dike Aedifica SPA, nell'ambito dell'attività sociale di costruzione e ristrutturazione di edifici penitenziari e quali istituti sono stati alla stessa trasferiti nell'ambito delle dismissioni previste;
quali sono i rapporti di lavoro che il signor Giuseppe Magni ha intrattenuto, durante l'incarico di consulenza per l'edilizia penitenziaria, con la Dike Aedifica SPA;
se non ritenga che le scelte, sin qui operate, con la dismissione di patrimoni e relativi terreni edificabili, che puntano a privatizzare il sistema penitenziario, siano dannose non solo da un punto di vista economico, ma anche da un punto di vista sociale visto il rischio concreto, legato alla necessità di realizzare profitti da parte degli imprenditori interessati, che si crei una frattura ancora più profonda tra detenuti e società con il conseguente rischio di un ulteriore aumento della criminalità nel nostro Paese;
come s'intenda, nell'immediato, risolvere la situazione di sovraffollamento delle carceri italiane, in cui malati terminali, piccoli e grandi criminali, vivono in condizioni spesso disumane, come hanno più volte denunciato gli operatori del settore, che hanno portato ad un aumento impressionante del numero di suicidi.
(3-04752)

Interrogazione a risposta scritta:

LA GRUA. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
risulta all'interrogante che le organizzazioni sindacali rappresentative degli agenti di Polizia Penitenziaria in servizio presso la Casa Circondariale di Ragusa avrebbero diffuso un documento con il quale si denuncia la gravità della situazione in cui versa detta casa Circondariale a causa della carenza dell'organico degli agenti, del sovraffollamento della popolazione detenuta e dello stato di degrado di alcuni reparti detentivi per insufficienza di fondi per la manutenzione;
il personale di Polizia del Carcere di Ragusa è notevolmente sottodimensionato e, ciò nonostante, è chiamato a fronteggiare quotidianamente situazioni straordinarie in condizioni minime di sicurezza;
a fronte di una capienza normale di 188 detenuti, in atto, nella Casa Circondariale di Ragusa ve ne sono ospitati ben 220, con conseguenze negative sia per le legittime proteste dei detenuti (ad alcuni dei quali non è possibile assicurare neppure un posto letto), sia per l'impossibilità di attuarne la separazione in adeguati reparti;
lo stato di degrado di alcuni reparti detentivi determina malcontento fra i detenuti e fa sorgere il rischio di clamorose proteste difficili da controllare -:
se non ritenga di valutare l'opportunità di incrementare adeguatamente il personale di Polizia Penitenziaria nella Casa Circondariale di Ragusa, di procedere allo sfollamento dei detenuti e di stanziare somme adeguate per migliorare le strutture detentive.
(4-15223)