Risposta. - La Difesa pone grande attenzione sulla tematica dell'Uranio impoverito e si è impegnata nella ricerca di verità scientifiche in tutte le direzioni e con la massima determinazione.
Risposta. - La centrale eolica in questione è stata realizzata nel 2000 a seguito di un iter di autorizzazione all'esercizio iniziato prima del 3 giugno 1996. Durante il suddetto iter di autorizzazione non è stata presentata una previsione di impatto acustico, come disposto dall'articolo 8, comma 4, della legge n. 447 del 1995, né il comune di Bisaccia ha richiesto tale documentazione.
per valutare il reale clima acustico esistente, incontrando, però l'opposizione da parte dei cittadini.
e unico in Calabria) consentirebbe la realizzazione di molti altri progetti, primo fra tutti l'istituzione del primo IRCCS per l'odontoiatria in Italia;
Risposta. - Si rappresenta, che non risulta pervenuta al ministero della salute alcuna documentazione relativa al riconoscimento della suddetta struttura quale istituto di ricovero e cura a carattere scientifico (IRCCS).
Risposta. - In riferimento alle problematiche evidenziate con l'atto ispettivo cui si risponde, l'ANAS spa, interessata al riguardo, ha fatto conoscere che il giorno successivo al crollo del ponte sul fiume Sangro, avvenuto il 24 ottobre 2004, è stata istituita una commissione con il compito di accertare i fatti, con riferimento al riscontro di eventuali anomalie o al mancato rispetto di procedure nonché di individuare quanto necessario per ripristinare l'opera d'arte crollata.
Contestualmente, con riferimento alle considerazioni svolte dai suindicati consulenti ed attesa la necessità e l'urgenza,
stante la situazione di emergenza ed il notevole disagio a cui sono sottoposti da tempo le popolazione e gli utenti interessati, di procedere con speditezza all'espletamento delle iniziative per la ricostruzione del viadotto sul fiume Sangro, si è provveduto al necessario conferimento degli incarichi per lo studio geologico e geotecnico, per la progettazione preliminare, definitiva ed esecutiva, la direzione dei lavori, la misura e contabilità dei lavori, l'assistenza al collaudo e liquidazione, il coordinamento della sicurezza nella fase della progettazione e della direzione dei lavori. Ciò in quanto per la complessità delle opere da eseguire è risultato indispensabile far ricorso a figure professionali dotate di competenze attinenti agli interventi da porre in essere per la ricostruzione del ponte sul fiume Sangro.
Da ultimo, la prefettura di Chieti riferisce che il giorno 24 maggio 2005 è stata fissata una riunione con i consulenti e con i progettisti per la presentazione degli elaborati progettuali preliminari.
Risposta. - Il fermo di una troupe televisiva svizzera, di cui alla notizia stampa in riferimento, è avvenuto il 15 febbraio 2005 alle ore 15,50, allorquando i componenti della citata troupe hanno eseguito riprese televisive esternamente al 6o stormo di Ghedi, senza la preventiva autorizzazione.
Risposta. - La legge 14 maggio 2005, n. 80, di conversione, con le modificazioni riportate in allegato alla stessa, del decreto legge 14 marzo 2005, n. 35, recante disposizioni urgenti nell'ambito del piano di azione per lo sviluppo economico, sociale e territoriale, comprende anche gli elementi di merito esposti nell'atto indicato in oggetto.
Risposta. - La richiesta può ritenersi superata alla luce del disposto del comma 265 della legge n. 311 del 30 dicembre 2004 (legge finanziaria 2005) con il quale sono state approvate ope legis, prescindendo dalla procedura prescritta dall'articolo 73, legge n. 289 del 2002 sopra citato, tre nuove aree di intervento: taluni comuni della provincia di Milano, il comune di Marcianise, il distretto di Brindisi aree alle quali potra essere esteso il sistema agevolativo recato dalla legge n. 181 del 1989 per le aree di crisi siderurgica.
che per «distretto» di Brindisi s'intenda inequivocabilmente che, la città di Brindisi e gli altri Comuni sinora esclusi, possano beneficiare degli interventi per la promozione industriale, ex articolo 73 - legge n. 289/2002 (ex legge n. 181/1989).
Risposta. - Come è noto, con tale comma viene prevista la possibilità di estendere i benefìci della legge n. 181 del 1989 al «distretto di Brindisi». L'interrogante chiede, pertanto, che la città di Brindisi ed alcuni comuni sinora esclusi possano essere espressamente citati tra le aree agevolabili.
Risposta. - La società Endesa Spa, con istanza del 28 marzo 2002, ha richiesto, ai sensi della legge 9 aprile 2002, n. 55, l'autorizzazione alla costruzione e all'esercizio di una nuova centrale a ciclo combinato alimentata con gas naturale, della potenza elettrica di circa 780MW, da ubicare nel comune di Termoli, nonché la realizzazione delle opere connesse.
la certezza del giusto accoglimento da parte dell'utenza scolastica del territorio considerato;
specifica istituzione scolastica preesisteva trent'anni or sono, significativamente in collegamento con l'altra importante componente scolastica del territorio qual è l'Istituto tecnico per il turismo che costituisce a tutt'oggi un patrimonio culturale indiscusso -:
Risposta. - In data 24 gennaio 2001, l'allora provveditore agli studi di Napoli aveva presentato a questo Ministero, all'ufficio scolastico regionale di Napoli ed all'amministrazione provinciale di Salerno, con parere favorevole, una richiesta di variazione del dimensionamento della rete scolastica. In tale richiesta era compresa anche quella del dirigente scolastico dell'Istituto tecnico commerciale «Comite» di Amalfi, con già aggregata una sezione professionale per i servizi commerciali e turistici, di istituire una nuova sezione IPSAR (Istituto professionale di Stato per le attività alberghiere e di ristorazione) al fine di colmare il deficit di qualificazione del personale alberghiero occorrente all'autonomia turistica della costiera amalfitana.
regionale compete ogni possibile condivisione e partecipazione alla formulazione della proposta di sottoporre al vaglio della giunta regionale, con il solo diritto di esprimere pareri vincolanti limitatamente alle maggiori spese eventualmente previste dal piano di dimensionamento.
Risposta. - L'articolo 130 del decreto legislativo n. 112 del 1998 stabilisce che in materia di invalidità civile l'INPS ha solo la funzione di erogazione delle pensioni, mentre la funzione di concessione delle stesse è attribuita alle regioni.
preliminari al rilascio delle prestazioni agli invalidi civili, si precisa che l'INPS non è presente nella commissione medica di verifica dell'invalidità civile. Infatti i due medici, cui si fa riferimento nell'interrogazione, pur essendo dipendenti dell'istituto, offrono le loro prestazioni professionali all'interno della succitata commissione come liberi professionisti, al di fuori dell'orario di lavoro, con regolare autorizzazione dell'istituto.
Risposta. - Con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 20 dicembre 2002 e decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 6 giugno 2003, concernenti la «Programmazione dei flussi di ingresso dei lavoratori extracomunitari, nel territorio dello Stato per l'anno 2003», sono state assegnate alla regione Veneto complessivamente n. 10.740 quote di ingresso per lavoro subordinato a carattere stagionale e n. 1110 per lavoro subordinato non stagionale. Le quote assegnate alla regione sono state interamente utilizzate.
quota di 79.500 lavoratori neocomunitari. Quest'ultima quota non viene ripartita a livello regionale ed ai fini del rilascio delle autorizzazioni, gli uffici provinciali del lavoro si avvalgono di un contatore unico nazionale, collocato all'interno dell'applicazione informatica denominata «Sistema informativo lavoratori extracomunitari e neocomunitari» (SILEN).
della Legge finanziaria, prevede che l'insegnamento della Lingua Straniera nella scuola primaria debba essere impartito dai docenti della classe in possesso dei requisiti richiesti e che solo in subordine si possano utilizzare ancora gli insegnanti specialisti;
Risposta. - Si comunica che questo Ministero con i fondi della legge n. 440 del 1997, ripartiti nell'anno 2004 secondo i criteri e gli obiettivi fissati dalla direttiva n. 60 del 26 luglio 2004, ha avviato un progetto sperimentale di formazione per lo sviluppo delle competenze linguistico-comunicative degli insegnanti di scuola primaria.
Risposta. - Si fa presente che nel disegno di legge finanziaria per l'anno 2005, figuravano norme volte a favorire l'uso, in via sperimentale, dei libri di testo scolastici anche nella versione on-line.
di 150 scuole, con la partecipazione di 3.700 alunni e di oltre 300 docenti.
Risposta. - In merito all'interrogazione in esame, Ferrovie dello Stato spa ha riferito che la regione Valle d'Aosta ha in corso uno studio per valutare le modalità di potenziamento della linea Aosta-Pré St. Didier e di riqualificazione del servizio i cui risultati saranno presumibilmente conclusi a breve in sede di commissione consiliare.
che, purtroppo, ad avviso degli interroganti, non trova riscontro nei fatti;
Risposta. - In merito all'interrogazione in esame, Ferrovie dello Stato spa ha inteso preliminarmente far conoscere che né il presidente né l'amministratore delegato di Trenitalia spa hanno emesso comunicazioni ai dipendenti in merito all'incidente di Crevalcore.
sia dal punto di vista della salute della popolazione sia dal punto di vista di una politica di contenimento dei costi sociali collegati alle patologie del lavoro, conoscere le linee di concreto intervento sin qui sviluppate per il raggiungimento dell'obiettivo richiamato -:
Risposta. - Come indicato nell'interrogazione parlamentare in esame, il piano sanitario nazionale 2003-2005, approvato con decreto del Presidente della Repubblica 23 maggio 2003, dedica un intero paragrafo alla «Salute e sicurezza nell'ambiente di lavoro», distinguendo «Gli infortuni» dalle «Malattie professionali».
Risposta. - L'INAIL per quanto riguarda la prevenzione, ha posto in essere iniziative che riguardano diversi settori dell'attività istituzionale.
multimediali, grafico visivi e banche dati, da rendere disponibili per chiunque in forma gratuita o a costo di produzione. Per il finanziamento di tali progetti sono stati espletati nel 2001 e nel 2002 due bandi con i quali sono state esaurite le risorse stanziate (euro 66.106.483,08). I progetti finanziati sono stati 4.789 su un totale di 6.340 presentati.
PAOLONE, LA GRUA, ARRIGHI, PEZZELLA, BELLOTTI e CIRIELLI. - Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
Risposta. - Si ricorda brevemente, che l'assicurazione obbligatoria contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali è nata con la legge 17 marzo 1898, n. 80, che si fondava su di un meccanismo contrattualistico di diritto privato.
con l'articolo 95, della legge finanziaria 2001, che ribadisce il diritto dell'infortunato sul lavoro ad una tutela privilegiata per gli eventi lesivi di origine professionale e impone, per questo, al sistema pubblico di realizzare un'adeguata continuità assistenziale, in termini di prevenzione, di cura, di riabilitazione e di indennizzo.
Risposta. - I farmaci impiegati per la cura dell'osteoartrosi, in fase algica o infiammatoria, non hanno subìto una riclassificazione in classe C (a carico del paziente),
ma sono rimborsati dal Servizio sanitario nazionale, secondo quanto stabilito dalla nota 66 della Determinazione dell'Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) del 29 ottobre 2004.
Risposta. - Alla luce dell'accresciuta rilevanza assunta dalla cooperazione negli ultimi anni e dalla connessa necessità di migliorare la professionalità di quanti operano in un sistema sostanzialmente rinnovato e tuttora in fase di evoluzione, la competente Direzione generale del Ministero delle attività produttive ha ritenuto di avviare, nel corso del 2004, un'indagine conoscitiva complessa sul movimento cooperativo, finalizzata ad accrescere la competenza dei propri revisori cooperativi, ai quali il decreto legislativo n. 220 del 2002 attribuisce prioritariamente il compito di fornire, in sede di attività ispettiva, suggerimenti e consigli per una migliore gestione e crescita delle società cooperative.
delle nuove disposizioni per l'affidamento di servizi di studio e ricerche a società esterne all'Amministrazione, recate dall'articolo 1, comma 9, del decreto-legge n. 168 del 12 luglio 2004, convertito in legge n. 191 del 31 luglio 2004, subentrato in materia di interventi urgenti per il contenimento della spesa pubblica.
Risposta. - La relazione tecnica semestrale, predisposta da Sviluppo Italia, sullo stato di attuazione al 30 giugno 2004 del programma di reindustrializzazione delle aree di crisi siderurgica; di cui all'articolo 8, punto 11, della legge n. 181 del 1989 e del decreto del Presidente della Repubblica n. 373 del 1994, è stata trasmessa, in data 12 aprile 2005, dal Ministro pro-tempore Marzano ai Presidenti della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica.
rimanenti 3 è in corso l'iter per l'attuazione dell'intervento. In 72 delle iniziative attuate le partecipazioni di Sviluppo Italia sono state poi cedute ai soci promotori.
Risposta. - Al riguardo si ritiene opportuno rammentare che a seguito della trasformazione dell'ente Poste italiane in società per azioni, la gestione aziendale rientra nella competenza degli organi statutari della società.
idonei ad ospitare l'ufficio in parola, ricerche che, tuttavia, hanno dato esito negativo.
Risposta. - La circolare 18 febbraio 2002 dispone che le proposte di rimodulazione, presentate dal soggetto responsabile, possono essere formulate entro 48 mesi dalla data di approvazione del patto.
Risposta. - In relazione all'interrogazione in esame concernente i contratti di lavoro a tempo determinato stipulati dall'Istituto nazionale di previdenza sociale, si fa presente che con l'articolo 1, comma 118, della legge n. 311 del 2004 (legge finanziaria 2005), i suddetti contratti sono stati prorogati al 31 dicembre 2005.
Risposta. - In via preliminare si precisa che, secondo le indagini svolte, i velivoli dell'Aeronautica militare non sono coinvolti nella generazione o emissione di scie differenti da quelle normalmente dovute alla condensazione del vapore acqueo.
Risposta. - Il ministero della salute, con il Piano Sanitario Nazionale 2003-2005, ha previsto, nell'ambito dell'obiettivo generale di lotta alle malattie, l'impegno del Servizio sanitario nazionale nei confronti del diabete e delle malattie metaboliche.
Per quanto concerne il diabete di tipo 2, l'aumento di incidenza, registratosi negli ultimi anni, appare correlato all'incremento epidemico dei casi di obesità, che costituisce un determinante fattore di rischio per la comparsa clinica della malattia diabetica.
di progressione verso il diabete del 58 per cento in quattro anni, risultando, quindi, un valido strumento di prevenzione primaria.
Sulla base di tali indicazioni, il ministero della salute sta svolgendo i seguenti interventi:
legislativo 29 aprile 1998, n. 124», come modificato dal decreto ministeriale 21 maggio 2001 n. 296 «Regolamento di aggiornamento del decreto ministeriale 28 maggio 1999, n. 329, (...)» e successive modifiche, che individua la patologia diabetica tra le condizioni di malattia croniche e invalidanti, che danno diritto all'esenzione dalla partecipazione al costo per le prestazioni di assistenza sanitaria correlate;
Per quanto riguarda la ricerca della patologia diabetica, il Governo, ai sensi dell'articolo 12 del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502, integrato dall'articolo 12-bis del decreto legislativo 19 giugno 1999, n. 229, fissa annualmente le quote del Fondo Sanitario Nazionale da destinare all'attività di ricerca, gli obiettivi ritenuti prioritari, i criteri per la selezione delle iniziative progettuali, con le relative modalità di presentazione.
della salute, con pubblicità sui mezzi pubblici, sulle autostrade e stazioni ferroviarie, mediante affissioni e distribuzione di opuscoli informativi, realizzazione di spot televisivi e radiofonici, distribuzione di locandine nelle farmacie.
Le attività intraprese sono rivolte a:
Per quanto riguarda il finanziamento della ricerca scientifica sul diabete, il Governo, in attuazione dell'articolo 12 del decreto legislativo n. 502 del 1992, integrato dall'articolo 12-bis del decreto legislativo n. 229 del 1999, determina annualmente le quote del Fondo Sanitario Nazionale da destinare all'attività di ricerca, individuando gli obiettivi ritenuti prioritari, i criteri per la selezione delle iniziative progettuali, nonché le modalità della loro presentazione.
l'istituto, per circa cinque anni, non ha dato corso ad alcuna azione giudiziaria, omettendo ancor oggi di, inoltrare ricorso cautelare innanzi alla competente magistratura -:
Risposta. - Con contratto di compravendita stipulato il 5 marzo 1996, l'INPDAP acquistava dalla società SITAT un immobile ad uso polifunzionale sito in Messina, via Uberto Bonino.
la proroga per la ultimazione dei lavori finanziati nell'ambito dei Patti Territoriali, si applichi una riduzione del 10 per cento sul contributo concesso;
Risposta. - Ai sensi del decreto ministeriale 31 luglio 2000, n. 320 (Regolamento concernente disciplina per l'erogazione delle agevolazioni relative ai contratti d'area e ai patti territoriali), articolo 12, lettera e), il completamento delle iniziative imprenditoriali finanziate nell'ambito dei Patti Territoriali deve avvenire entro 48 mesi dalla data di avvio dell'istruttoria, salvo che il termine stesso sia prorogato, la proroga può essere concessa una sola volta e per un periodo non superiore a 12 mesi.
Risposta. - Si premette innanzitutto che il mercato dei prodotti petroliferi è stato liberalizzato, con delibera C.I.P.E., sin dal 30 settembre 1993 e che allo stato attuale esso opera in regime di libero mercato.
congiuntura, che ha registrato, negli ultimi mesi, una pesante tensione delle quotazioni internazionali, sia per le preoccupazioni del mondo economico e dell'opinione pubblica in generale, tenuto conto dell'impatto dei prezzi dei carburanti sui processi inflattivi.
Risposta. - Il protocollo di adesione della Repubblica popolare Cinese nell'OMC, sottoscritto nel 2001, prevede, per un processo di globalizzazione più graduale e meno traumatico, un periodo di 12 anni, durante i quali i Paesi membri OMC possono adottare misure di salvaguardia transitorie per la difesa di specifici settori
economici che potrebbero trovarsi in grave crisi a seguito dell'improvvisa apertura alla concorrenza cinese. Già nel 2003 (28 gennaio) il Consiglio dell'unione europea ha approvato lo strumento di salvaguardia verso la Cina, il cosiddetto Transitional product specific safeguard mechanism (TPSSM).
imprese straniere in alcuni settori dei servizi, come banche, TLC e costruzioni, l'adozione di pesanti politiche fiscali per i prodotti importati.
proprio interesse per il progetto Biofata Spa «ritenendo lo stesso coerente con gli obiettivi della politica regionale orientati al sostegno dei sistemi di sviluppo locale»;
Risposta. - Nell'atto di sindacato ispettivo in esame vengono evidenziati forti elementi di preoccupazione in ordine all'effettiva volontà della società Biofata, di porre in essere, nei termini previsti, l'attività agevolata.
di 34.508.910,00 euro, da erogare in tre quote negli anni 2003-2004-2005.
Risposta. - Per quanto riguarda l'anno scolastico 2003-2004, non risulta che si siano create situazioni di conflittualità tra la Dirigente scolastica e le altre componenti scolastiche, gli studenti ed i genitori.
nel prossimo anno scolastico, la formazione di 10 prime classi (attualmente 9) e di 9 seconde (attualmente 7) per un totale di 40 classi a fronte delle 37 al momento funzionanti: tali dati rilevano un evidente andamento positivo delle attività didattiche che si svolgono con regolarità e con l'accordo delle diverse componenti scolastiche.
Risposta. - In merito all'interrogazione in esame, Ferrovie dello Stato spa nel premettere che per la vendita e l'affitto di beni, tra cui il materiale rotabile, non sussiste obbligo per Trenitalia s.p.a. di applicare la disciplina pubblicistica alla quale è invece assoggettata in materia di appalti, ha riferito che le fattispecie in questione rientrano nella tipologia dei contratti attivi e sono comunque disciplinate nell'ambito del Gruppo Ferrovie dello Stato dal «regolamento per le attività negoziali» emanato con DgD delle Ferrovie dello Stato n. 23/AD del 3 agosto 2004.
Risposta. - L'INPS fa presente che per sopperire alla grave carenza di personale nella sede di Foggia, con decorrenza 1o settembre 2004, ha trasferito, presso la citata sede, il legale della sede di Rossano.
Ministro del lavoro e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
Risposta. - La Società Golfo Tour srl subentrata, da tre anni, ad altra preesistente nello svolgimento del servizio, non è l'unica ad esercitare il trasporto passeggeri tra il porto di Scario e le spiagge vicine, essendovi un'altra Società (Masseta) impegnata nella medesima attività.
4 del citato decreto del Presidente della Repubblica relativo ai divieti in zona 1, vieta la circolazione dei natanti a motore esclusivamente lungo le aste fluviali.
Risposta. - La trasparenza e la stabilità dei prezzi sono costantemente al centro dell'azione del Governo ed in particolare, il Ministero delle attiità produttive nella sua attività istituzionale pone una costante attenzione al processo di formazione dei prezzi e ad un corretto funzionamento del mercato. Proprio a tal fine è stato istituito, con decreto 2 gennaio 2003 presso la Direzione Generale per l'armonizzazione del mercato e la tutela dei consumatori, il «Comitato tecnico per il monitoraggio dei prezzi dei beni e servizi di largo e generale consumo», presieduto dal Ministro, dove sono presenti, oltre alle componenti istituzionali nazionali e territoriali, i rappresentanti delle associazioni dei consumatori e delle principali categorie produttive (Confagricoltura, Confindustria, Confcommercio, Confesercenti, Confartigianato, CONFAPI, Conf. Italiana Agricoltori-CIA, Conf. Naz. Artigianato e Piccola e Media Impresa-CNA e Comitato di Filiera Ortofrutticolo).
dei prezzi dei prodotti ortofrutticoli praticati dai produttori agricoli, si precisa, altresì, che non è consentito al Ministero delle attività produttive alcun intervento sulle dinamiche di formazione dei medesimi in quanto non in linea con un mercato fondato sulla corretta dinamica concorrenziale e inevitabilmente correlato ai rapporti intercorrenti sul mercato e al meccanismo della domanda e della offerta.
Risposta. - Si precisa che, con l'entrata in vigore del Regolamento 178/02 CE, sono stati stabiliti i criteri generali del principio della rintracciabilità in tutta la filiera produttiva degli alimenti.
Risposta. - Per quanto concerne le linee Milano-Bologna - direttissima e lenta fino a Codogno - e Codogno-Cremona-Mantova il numero dei ritardi dei treni attribuibili all'infrastruttura si è ridotto nel corso degli anni dal 2001 al 2003 con un deciso miglioramento in particolare nel 2002 e nel 2003.
2. Andamento dei costi di manutenzione straordinaria livello Direzione compartimentale infrastrutture:
I principali interventi di manutenzione straordinaria/investimenti in corso linea Milano-Codogno-Mantova hanno riguardato:
2. interconnessione linea A.V. di Tavazzano:
3. potenziamento della stazione di Milano Rogoredo:
In ordine al servizio ferroviario regionale, allo scopo di ridurre considerevolmente la quota di disservizi attribuibile ai guasti del materiale rotabile Trenitalia s.p..a. ha recentemente investito in Lombardia
65 milioni di euro per l'ammodernamento e la climatizzazione di 45 treni completi di cui 3 sono già in servizio sulla Milano-Mantova. Nel periodo 2005/2006 inoltre, per sostituire le vecchie locomotive E 646, Trenitalia s.p.a. e Regione Lombardia finanzieranno congiuntamente l'acquisto di 37 nuove locomotive E 464 destinate anche a questa direttrice.
Risposta. - In merito all'interrogazione indicata in esame, Ferrovie dello Stato spa ha riferito che l'incendio del 15 febbraio 2005 citato dagli interroganti ha interessato una vasta area alle spalle della zona a ponente di Genova. Il treno 6170 Genova-Acqui Terme è stato il primo convoglio ad oltrepassare il tratto di linea interessato dall'incendio. Lo stesso personale di macchina all'uscita di una galleria, visto quanto stava accadendo, ha provveduto ad avvisare sia il personale del treno proveniente in senso inverso sia la sala operativa affinché intervenisse immediatamente fermando la circolazione in attesa del sopralluogo di Rete ferroviaria italiana.
che ha effettuato frequenti visite mediante carrello al tratto compreso tra Genova-Granara e Genova-Acquasanta per tenere sotto controllo l'evolversi dell'incendio.
dati pubblici sulle effettive concentrazioni di diossina. Né si conoscono i risultati delle analisi, se mai sono state effettuate, sui prodotti ortofrutticoli: è difficile immaginare, infatti, che la diossina possa depositarsi solo sul foraggio;
Risposta. - In ordine alla problematica dello smaltimento illecito di rifiuti e successivo incenerimento illegale degli stessi nel territorio Domizio Flegreo ed Agro Aversano, con conseguente contaminazione da diossina del terreno, si fa presente che con l'articolo 2, comma 4, del decretro-legge n. 192 del 14 luglio 2003, convertito nella legge n. 268 del 2003, venivano stanziati 10 milioni di euro a favore dell'APAT per interventi e attività specialistiche di supporto,
da effettuarsi previa Convenzione tra il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e l'APAT stessa; veniva stabilito, altresì, che una quota pari a 4 milioni di euro, da utilizzarsi sulla base di determinazioni stabilite a seguito di apposita Conferenza di servizi, venisse trasferita alla regione Campania.
inquinati e ripristino ambientale del litorale Domizio Flegreo».
Risposta. - In merito alle problematiche evidenziate con l'atto ispettivo in esame relativo all'articolo pubblicato dal quotidiano la Repubblica, riguardante l'indagine in corso da parte della Procura di Roma a seguito di una denuncia di Legambiente concernente ipotesi di falso in atto pubblico e abuso d'ufficio nelle procedure di valutazione dello Studio di impatto ambiente del ponte sullo Stretto di Messina, la società Stretto di Messina, concessionaria per la realizzazione dell'opera, precisa che il titolo tra virgolette «Stretto, falsi studi sull'ambiente» lascia intendere erroneamente un giudizio già espresso e un diretto coinvolgimento della società stessa, che non risulta agli atti. Inoltre introduce confusione sull'oggetto dell'indagine in corso che riguarda le procedure di valutazione e non ipotesi di falsità dello Studio di impatto ambientale.
misure di mitigazione ambientale determinando, laddove possibile, una riqualificazione a tutto vantaggio della fruibilità della zona per la popolazione interessata.
Risposta. - In ordine all'interrogazione in esame con la quale si chiede di conoscere quali impegni urgenti il Governo intenda adottare per evitare la chiusura della Ferriera di Servola, si riferisce che sono da tempo in corso, su iniziativa del Ministero delle attività produttive, azioni per la definizione di un accordo di programma volto all'organico riassetto dell'area industriale in questione. Tali azioni sono svolte nell'ambito del Protocollo di intesa «Sviluppo dell'area industriale di Servola (Trieste)» del 20 gennaio 2003 che prevede la dismissione delle attività siderurgiche nell'area di Servola entro il 2009.
Risposta. - Con delibera n. 6 del 28 settembre 2004, il Consiglio di amministrazione dell'INAIL ha provveduto ad autorizzare la proroga del termine di pagamento dell'addizionale sui premi assicurativi, dovuta per gli anni 2000-2001-2002, dal 18 ottobre 2004 al 16 dicembre 2004.
di istituti e casse previdenziali succedutisi negli anni, vede oggi un concorso di competenze tra INPDAP e amministrazioni statali, con il verificarsi di situazioni a volte problematiche dal punto di vista del ricongiungimento dei diversi periodi contributivi;
Risposta. - Per rappresentare con maggiore chiarezza le questioni sorte in merito alla ricongiunzione, presso il citato Istituto, del servizio reso dal signor Franchin, con iscrizione previdenziale all'Inpdai (ora Inps), si ritiene utile riepilogare la posizione previdenziale dell'interessato.
Risposta. - In merito all'interrogazione in esame, Ferrovie dello Stato S.p.a. ha riferito che in sede di esame delle offerte pervenute per la gara relativa ai lavori da effettuare sulla tratta ferroviaria San Felice sul Panaro-Poggio Rusco, il responsabile del procedimento, avvalendosi della facoltà prevista dalla normativa, ha disposto la verifica di congruità del maggior ribasso pervenuto.
Risposta. - Al riguardo si precisa quanto segue: la Essellesse S.p.a. con verbale di assemblea straordinaria del 21 dicembre 2004 ha modificato la denominazione sociale da Essellesse S.p.a. a Sysdata Italia S.p.a. con sede legale nel comune di Bologna Via M. L. King n. 38/2; la società esercita l'attività di elaborazione dati per conto terzi e, prevalentemente, la realizzazione di programmi per elaboratori elettronici; in data 14 ottobre 2004 la Essellesse S.p.a., a causa di difficoltà aziendale, ha avviato una procedura di mobilità, che prevedeva la chiusura di 5 filiali (Milano, Padova, Roma, Napoli e Bologna) per un esubero di 127 unità lavorative; il 25 novembre 2004 l'azienda e le organizzazioni sindacali si sono incontrate e la società ha dichiarato che, a seguito della modifica degli assetti azionari, sono intervenute variazioni in merito al numero delle unità in esubero riducendole a 21, concentrate nelle sedi di Bologna, Roma e Napoli. Nel corso di tale incontro le organizzazioni sindacali hanno richiesto all'azienda di recedere dalla procedura di mobilità, per attuare il ricorso alla CIGS, nel presupposto che gli esuberi avessero carattere transitorio e non strutturale; con verbale di accordo del 10 gennaio 2005 tra la sociètà e le organizzazioni sindacali è stato definito il ricorso alla CIGS per crisi aziendale a partire dal 17 gennaio 2005 per un periodo di un anno; il provvedimento interesserà complessivamente 30 unità con la sospensione a 0 ore a carattere individuale. I criteri di individuazione dei lavoratori da sospendere in CIGS saranno: esigenze tecnico/organizzative e produttive del settore di appartenenza
e professionalità/livello di specializzazione; nella filiale di Bologna sono state individuate 9 unità che non hanno la possibilità di lavorare presso i clienti per mancanza di commesse; in particolare trattasi di 6 programmatori, due segretari e un amministrativo (5 donne e 4 uomini).
Risposta. - La società Huntsman Tioxide è il terzo gruppo industriale più importante del mondo e primo in Europa nella produzione di biossido di titanio utilizzato essenzialmente nella lavorazione di
vernici, materie plastiche, carta, inchiostri da stampa, industria tessile, alimentare, eccetera.
Risposta. - La legge 14 maggio 2005, n. 80, di conversione, con le modificazioni riportate in allegato alla stessa, del decreto-legge 14 marzo 2005, n. 35, recante disposizioni urgenti nell'ambito del Piano di azione per lo sviluppo economico, sociale e territoriale, è diretta a risolvere anche i problemi esposti nell'atto in oggetto.
Risposta. - La legge 14 maggio 2005, n. 80, di conversione, con le modificazioni riportate in allegato alla stessa, del decreto-legge 14 marzo 2005, n. 35, recante disposizioni urgenti nell'ambito del Piano di azione per lo sviluppo economico, sociale e territoriale, comprende anche gli elementi di merito esposti nell'atto indicato in oggetto.
Risposta. - Nell'anno 2000, la direzione protezione della natura di questo Dicastero ha invitato l'Ente parco ad assumere idonee iniziative ed atti finalizzati all'adempimento del disposto dell'articolo 9, comma 1, della legge n. 394 del 1991, a norma del quale la sede degli Enti parco nazionali deve essere ubicata all'interno del perimetro dell'area protetta.
Piano regolatore portuale del Porto di Venezia per la sezione di Porto Marghera, adottato dal Comitato Portuale il 17 febbraio 2000, da cui si evince la presenza di sostanze infiammabili, esplosive o tossiche di seguito elencate:
corresponsabili dell'angoscia, della paura ed eventualmente dei danni inflitti a un'intera comunità.
Risposta. - In ordine ai contenuti dell'atto di sindacato ispettivo, si ritiene opportuno operare talune precisazioni muovendo dal contesto ordinamentale in cui, per i diversi profili, sono inquadrabili i temi, ovvero le materie, trattate nell'atto parlamentare.
nel corso del 2004, hanno riguardato una dozzina di province, tra le quali Venezia.
Stabilimenti soggetti alla direttiva Seveso II.
Ad ogni conto si allegano alla presente delle tabelle riepilogative in cui è evidenziato lo stato delle verifiche ispettive e quello delle istruttorie per la valutazione dei rapporti di sicurezza. Inoltre, relativamente ai singoli stabilimenti, si evidenzia che: l'Enichem ha ceduto alcuni impianti alle ditte Dow Poliuretani Italia e Polimeri Europa; lo stabilimento Marghera Butadiene e stato acquisito da Polimeri Europa; lo stabilimento Pyros ha cessato l'attivita; lo stabilimento Agip Gas spa ha cessato l'attivita; la ditta Elf Atochem è stata volturata in Atofma Italia.
Verifiche ispettive previste dall'articolo 25 del decreto legislativo 334/1999.
Istruttorie tecniche sui Rapporti di sicurezza.
Piani di emergenza esterna previsti dall'articolo 20 del decreto legislativo n. 334/1999.
di sintesi, dato in accordo con i precedenti dati della letteratura medica -:
Risposta. - In riferimento all'interrogazione parlamentare in esame, si fa presente che è stato pubblicato recentemente sull'International Journal of Cancer l'articolo «Breast cancer risk in relation to different types of hormone replacement therapy in the E3N-EPIC cohort» di A. Fournier, F. Berrino e altri. Lo studio, prospettico di corte iniziato nel 1990, è stato condotto su 54.548 donne che non avevano mai usato la terapia ormonale sostitutiva (TOS) nel periodo precedente l'inizio dello studio.
Le Autorità regolatorie nazionali hanno di conseguenza modificato le indicazioni per l'uso dei farmaci, il riassunto delle caratteristiche del prodotto e il foglio illustrativo di tutti i farmaci indicati nella TOS.
dagli organi regolatori competenti, adeguandole ai risultati scientifici raggiunti.
Risposta. - Malgrado i divieti sanciti dalla normativa vigente, il fenomeno del bracconaggio è ampiamente diffuso in gran parte del territorio italiano e, in particolare, nelle zone umide ove viene praticata la caccia agli uccelli acquatici giorno e notte, anche mediante l'uso di richiami acustici con amplificazione del suono.
il comandante italiano della base militare di Camp Darby, Ilio Venuti, ha dichiarato che la quantità di armamenti all'uranio impoverito presenti in base sono diminuite da febbraio 2003, quando gran parte è stata trasferita in altri siti;
l'interrogante dalla scorsa legislatura presenta interrogazioni parlamentari chiedendo di conoscere la verità circa la presenza di tali armamenti in Italia;
le rare volte che nella passata legislatura si è ottenuta risposta alle interrogazioni è sempre stata negata l'esistenza di armamenti all'uranio impoverito;
sempre l'interrogante dalla passata legislatura ha iniziato a porre quesiti ai Ministri competenti circa i possibili danni alla salute e all'ambiente provocati dall'uso di armi all'uranio impoverito;
il passato Governo ha sempre negato l'esistenza di pericoli;
esistono studi, evidentemente mai presi in considerazione, come quello effettuato dalla dottoressa Gatti dell'università di Modena - ed effettuato per conto dell'osservatorio militare -, che evidenziano chiaramente i rischi, molto spesso mortali provocati dall'uranio impoverito;
un recente congresso negli Stati Uniti ha messo in risalto i rischi dell'uranio impoverito;
il comandante Venuti ha dichiarato che «eventuali pericoli, peraltro da dimostrare, si hanno solo dopo che i proiettili vengono sparati»;
è molto probabile, ad avviso dell'interrogante, che l'armamentario trasferito da Camp Darby sia stato impiegato nella guerra in Iraq;
in Iraq hanno iniziato ad affluire i primi contingenti militari italiani -:
se non si ritengano sufficienti oltre 20 militari morti e 257 ammalati, tra i reduci dalle missioni nei Balcani (dove l'uranio impoverito è stato impiegato) per dimostrare gli «eventuali pericoli» o per lo meno per prendere in considerazione l'idea di effettuare degli studi seri circa il problema;
quale tipo di precauzioni siano state prese per i nostri militari inviati in Iraq e quali sono le differenze di equipaggiamento con le truppe inviate in passato nei Balcani;
se, atteso che il protocollo della sanità militare prevede una profilassi vacinale che dura almeno otto mesi e considerato che la missione è stata decisa ed attivata solo in un mese, sia stato seguito tale protocollo.
(4-06663)
Sino ad ora le indagini effettuate e gli studi condotti, sia in ambito nazionale che internazionale, non hanno dimostrato scientificamente l'esistenza di un nesso di causalità tra l'utilizzo di munizionamento contenente uranio impoverito - peraltro mai usato dalle Forze Armate italiane - e le patologie riscontrate nei militari.
A tal riguardo è utile precisare che, come comunicato in precedenti atti di sindacato ispettivo, nei poligoni italiani non è previsto, né autorizzato, l'impiego di munizionamento «speciale», nel cui ambito è compreso quello all'uranio impoverito.
Ciò premesso, con riferimento all'indagine cui fa riferimento l'interrogante, la dottoressa Gatti dell'università di Modena ha esaminato un numero imprecisato di campioni bioptici di alcuni militari italiani affetti da patologia emolinfoproliferative, reduci da aree operative balcaniche, mediante un'innovativa metodica di microscopia elettronica a scansione ambientale.
L'esame ha evidenziato la presenza di nanoparticelle di elementi, anche metallici (fra i quali, alluminio, rame, mercurio, magnesio), normalmente non presenti. Il deposito di tali nanoparticelle, alla luce di un'ipotesi formulata dalla Gatti, sarebbe dovuto o all'inalazione e/o all'ingestione di esse; l'assenza di nanoparticele di uranio Depleto nei campioni esaminati.
Dal punto di vista scientifico, la presenza di tali nanoparticelle nelle cellule tumorali non viene, di per sé sola, considerata causa delle neoplasie.
A tal proposito, viene richiamato che per le patologie ad eziologia monofattoriale o tendenzialmente monofattoriale, per le quali, cioè, sia possibile delineare un nesso di causalità piuttosto che un nesso di probabilità, il processo di individuazione di un agente causale dovrebbe soddisfare i cosiddetti «postulati di Evans», che prevedono: incidenza/prevalenza della patologia più alta negli esposti che nei non esposti; esposizione più comune negli ammalati che nei sani; esposizione antecedente l'insorgenza della patologia; spettro di possibili risposte, misurabili, nell'ospite nei confronti dell'agente causale; riduzione della frequenza della malattia conseguente ad eliminazione della presunta causa; espressione di malattia ridotta o eliminata dopo adozione di adeguate misure preventive o integrative della risposta d'ospite; riproducibilità sperimentale della malattia; inequivoca dimostrazione statistica dell'associazione fra presunto fattore causale e malattia.
Ciò posto, si ritiene che i risultati dello studio della dottoressa Gatti costituiscano, al momento, un ulteriore importante contributo al quadro complessivo delle ipotesi.
In tale contesto, la dottoressa Gatti potrà essere coinvolta nelle attività di studio e di ricerca condotte dalla Difesa.
Naturalmente i risultati sperimentali conseguiti potranno avere maggiori riscontri con approfondimenti degli studi e possibili pubblicazioni scientifiche recensite a livello nazionale o internazionale.
In particolare, il lavoro dovrà venire corredato della metodologia statistica di supporto indispensabile per l'attendibilità scientifica.
Inoltre, dovrà prevedere un idoneo gruppo di controllo, costituito, ad esempio, da campioni bioptici di neoplasie provenienti da pazienti con anamnesi negative per esposizioni in aree balcaniche, oppure da cellule di soggetti sani.
Si potranno così accertare ed, eventualmente, scartare o, meglio ancora, precisare possibili fattispecie di rischio espositivo che, allo stato, possono essere solo oggetto di ipotesi.
È in atto, inoltre, un monitoraggio sanitario da parte del Gruppo operativo interforze, le cui risultanze, afferenti a tutta la popolazione militare, vengono acquisite per la successiva sorveglianza epidemiologica.
Per di più, nel 2004, il comitato scientifico interministeriale di cui all'accordo Stato-regioni del 30 maggio 2002 ha sviluppato un progetto - i cui aspetti attuativi sono in fase di definizione - per l'istituzione di un registro tumori sia nella popolazione militare impegnata nei teatri operativi all'estero, che in quella impegnata sul territorio nazionale, da realizzarsi congiuntamente a cura dei Ministeri della salute e della difesa.
Per quanto concerne la presenza di armi presso le basi date in uso agli Stati Uniti, si sottolinea che si tratta di materiali stoccati in assoluta sicurezza, in osservanza di una specifica e rigida normativa.
Per quanto riguarda, invece, le misure adottate a tutela della salute dei militari italiani in territorio iracheno, si precisa che l'immissione del personale nel teatro operativo è subordinata al completamento degli accertamenti previsti prima dell'invio in missione (preimpiego), nonché all'effettuazione delle misure di profilassi e di vaccinazione disciplinate dalla competente direzione generale per la sanità militare.
Tutto il personale, peraltro, è opportunamente addestrato in patria sulle misure cautelative da adottare nelle zone ipotizzate a rischio. Tali misure si concretizzano in una serie di norme comportamentali riportate, peraltro, anche in due manuali pieghevoli in distribuzione ed oggetto di apposite lezioni.
Lo stesso, inoltre, ha come dotazione individuale l'indumento protettivo permeabile completo di maschera anti-NBC e di dosimetro per il rilevamento dell'eventuale esposizione a radiazioni presenti in teatro.
Nell'ambito delle misure di protezione nucleare, batteriologica e chimica (NBC), va sottolineato che la citata Compagnia NBC ha il compito di verificare l'assenza di aggressivi chimici e/o di anomali livelli di radioattività nelle aree di responsabilità, nonché di delimitare eventuali aree contaminate e di effettuare la decontaminazione di emergenza di persone, mezzi e materiali interessati da aggressivi chimici e radiologici.
È di tutta evidenza che la Difesa è fortemente impegnata nella ricerca di verità scientifiche e a questo scopo ha avviato uno studio teso a superare l'iniziale focalizzazione al solo uranio impoverito, ed in grado di fornire una risposta esaustiva ai molti dubbi in materia.
Lo studio, riprendendo anche le raccomandazioni contenute nella relazione finale della citata commissione tecnico-scientifica, sviluppa un'indagine prospettica seriale sulle unità militari attualmente operanti nel teatro iracheno.
Il protocollo di una simile ricerca - la prima a livello mondiale - è il risultato di un ponderato lavoro di revisione scientifica promosso dal professor Mandelli, congiuntamente alla Sanità militare e vede la partecipazione di istituzioni nazionali di rilievo internazionale.
Con questo studio, denominato Signum (studio sull'impatto genotossico nelle unità militari), potranno essere identificati eventuali nessi di causalità o concausalità esistenti fra fattori genotossici eventualmente presenti nelle aree di operazioni e patologie degenerative.
Si deve, infine, rimarcare come tale studio prenda in esame non solo l'eventuale impatto genotossico dell'uranio impoverito, ma anche molti fattori di pericolo, capaci di lasciare un segno anche indiretto della loro esistenza ed azione, mediante campionamento ed analisi incrociate su diverse matrici biologiche (urina, sangue e capelli).
In buona sostanza, nulla si sta tralasciando per acquisire ulteriori elementi di certezza sulla questione e si intende fermamente procedere a tutto campo sino alla determinazione di conoscenze scientifiche che consentano di comprendere il fenomeno nei suoi aspetti eziologici, diagnostici e profilattici.
Infine, anche l'attività che verrà svolta dalla Commissione parlamentare d'inchiesta a base monocamerale (Senato), istituita il 17 novembre 2004, potrà contribuire a fornire elementi nuovi per fare ulteriore chiarezza su questa questione che attiene alla sicurezza e alla salute dei nostri militari.
Il Ministro della difesa: Antonio Martino.
nel 2000 è stata costruita la centrale eolica della ditta IVPC/4 S.r.l., nella contrada Petrulli-Serroni-Oscata, nel comune di Bisaccia (Avellino), autorizzata con concessione edilizia n. 23 del 7 luglio 1999, rilasciata dal comune di Bisaccia;
tale centrale è stata autorizzata in mancanza della documentazione di previsione di impatto acustico, nonostante la legge 26 ottobre 1995, n. 447, legge quadro sull'inquinamento acustico, all'articolo 8, comma 4, impone la presentazione di una documentazione di previsione di impatto acustico, in allegato alla istanza di concessione edilizia relativamente a tutti i nuovi impianti ed infrastrutture adibiti ad attività produttive;
la centrale medesima è stata realizzata in difformità del Decreto del Ministro dell'ambiente 11 dicembre 1996 che, ai fini della regolamentazione dei limiti massimi di esposizione al rumore, ha imposto il rispetto del criterio differenziale (differenza tra il livello equivalente del rumore ambientale e quello del rumore residuo) di 5 dB (A) per il periodo diurno e di 3 dB (A) per il periodo notturno, quale condizione necessaria per il rilascio della concessione per tutti gli impianti a ciclo produttivo continuo ubicati in zone diverse da quelle esclusivamente industriali;
il 17 febbraio 2004, con nota dell'Area generale di Coordinamento economia e tutela dell'ambiente della Regione Campania è stata confermata l'inesistenza di una richiesta di valutazione di impatto Ambientale da parte della Società IVPG per la centrale di Bisaccia;
rilievi acustici effettuati dall'ARPAC di Avellino nell'agosto 2003 che vanno ad aggiungersi a quelle dell'ARPAC regionale del maggio 2002, presso le abitazioni ubicate nelle vicinanze di alcuni aerogeneratori dell'impianto eolico, hanno evidenziato il superamento sia del limite assoluto di zona sia del limite del criterio differenziale;
tali aerogeneratori risultano ubicati a 238 metri dalle abitazioni, in contrasto alla deliberazione n. 6148 del 15 novembre 2001 della Giunta della Regione Campania che, all'articolo 3, comma 2, impone il rispetto della distanza minima di 500 metri tra ciascun aerogeneratore e la più vicina unità abitativa;
gli abitanti danneggiati dal rumore continuo della centrale eolica hanno esposto l'irregolarità della situazione al comune, alla provincia, alla regione, al Prefetto, al ministero dell'ambiente, alla procura della Repubblica locale di Sant'Angelo dei Lombardi chiedendo il fermo immediato della centrale, senza tuttavia ricevere alcun riscontro significativo;
il 19 marzo 2003 il ministero dell'ambiente e della tutela del territorio, a seguito all'esposto pervenuto da parte dei cittadini residenti nelle vicinanze della centrale, preso atto del problema di inquinamento acustico, ha chiesto al comune di Bisaccia e alla regione Campania di informare il ministero dell'ambiente circa i provvedimenti che si intendono prendere al fine del raggiungimento dei livelli di rumore al di sotto dei limiti di legge;
il 26 settembre 2003, il Dipartimento di prevenzione, servizio igiene e sanità pubblica, di Grottaminarda (Avellino) ha, inviato una nota al sindaco del Comune di Bisaccia, alla Procura della Repubblica di Sant'Angelo dei Lombardi, alla provincia di Avellino, alla regione Campania e al Ministro dell'ambiente nella quale propone la sospensione dell'attività della centrale eolica di Bisaccia così come previsto dall'articolo 9 della legge n. 447 del 1995, fino all'approvazione del piano di risanamento da parte delle Autorità preposte, ai sensi dell'articolo 7 della medesima legge n. 447 del 1995, al fine del contenimento e abbattimento delle emissioni sonore;
l'articolo 9 della legge n. 447 del 1995 prevede la possibilità per il sindaco, il presidente della provincia, il presidente della giunta regionale, il prefetto, il Ministro dell'ambiente, secondo quanto previsto dall'articolo 8 della legge 3 marzo 1987, n. 59, e il Presidente del Consiglio dei ministri, di ordinare, con provvedimento motivato, il ricorso temporaneo a speciali forme di contenimento o di abbattimento delle emissioni sonore, inclusa l'inibitoria parziale o totale di determinate attività, qualora sia richiesto da eccezionali ed urgenti necessità di tutela della salute pubblica o dell'ambiente;
l'incontestabile superamento dei limiti di inquinamento acustico reca irreparabili danni alla salute e alla psiche dei cittadini residenti nella contrada Petrulli-Serroni-Oscata, con particolare riferimento alla presenza di bambini in tenera età, e richiede l'immediata sospensione almeno della parte degli aerogeneratori della centrale posizionati nelle più immediate vicinanze delle abitazioni -:
quali azioni intende intraprendere il Ministro dell'ambiente, nell'ambito delle proprie competenze, e anche secondo quanto previsto dal citato articolo 9 della legge n. 447 del 1995, in ordine al contenimento dell'inquinamento acustico provocato dagli aerogeneratori della centrale eolica dell'IVPC/4, nel comune di Bisaccia, ai fini della tutela della salute dei cittadini della contrada Petrulli-Serroni-Oscata, residenti nelle vicinanze della centrale medesima.
(4-10032)
La centrale eolica è un impianto a ciclo produttivo continuo ed è considerata come impianto «esistente» all'entrata in vigore del decreto ministeriale 11 dicembre 1996 e, quindi, non è soggetto al rispetto del criterio differenziale, ai sensi dell'articolo 2 e dell'articolo 3, comma 1, dello stesso decreto ministeriale. Pertanto, ai fini della valutazione dell'impatto acustico prodotto dalla centrale, è necessario verificare il rispetto dei limiti di emissione e di immissione previsti dalla zonizzazione acustica del comune di Bisaccia. Il superamento di almeno uno di questi valori è condizione necessaria per determinare l'obbligo da parte della società IVPC di presentare un piano di risanamento acustico ai sensi dell'articolo 4 del decreto ministeriale 11 dicembre 1996.
In seguito alle proteste e alle denunce di alcuni cittadini del comune di Bisaccia, il tribunale di Sant'Angelo dei Lombardi ha emesso in via cautelare, in data 19 marzo 2003 ordinanza di sospensione del funzionamento di quattro aereogeneratori, situati nelle vicinanze delle abitazioni. Tale ordinanza è stata parzialmente modificata da analogo provvedimento dello stesso tribunale in data 20 maggio 2003, con il quale è stato revocato il blocco della attività per due aereogeneratori, confermando, invece, la sospensione dell'attività per i restanti due. Nelle due ordinanze, il tribunale ha motivato il provvedimento adottato in termini esclusivamente cautelativi a tutela della cittadinanza esposta al rumore, in quanto le misurazioni effettuate dalle parti intervenute non hanno acclarato in modo univoco la rispondenza delle sorgenti sonore ai requisiti di legge.
Nella zona, a partire dall'agosto 2002, anche su richiesta di questa amministrazione, sono state effettuate diverse campagne di misurazioni fonometriche. Queste misurazioni sono state seguite, in diversi periodi, da gruppi eterogenei di tecnici competenti in acustica quali: CRIA dell'ARPA Campania; ARPA Campania - dipartimento provinciale di Avellino; CTU dell'A.G. (tribunale di Sant'Angelo dei Lombardi), CTP sia dei privati cittadini sia della Soc. IVPC.
I risultati delle analisi effettuate non sempre si sono rilevati tra loro concordi, principalmente a causa delle difficoltà di misura derivanti dalla velocità del vento, normalmente superiore a 5m/s per il funzionamento delle pale. Alcuni rilievi, poi, sono stati eseguiti all'interno degli ambienti abitativi, altri all'esterno, in prossimità delle pale, evidenziando chiaramente gli scenari acustici differenti.
Per tale situazione ed a fronte di una specifica richiesta del dipartimento provinciale di Avellino, questo Ministero ha provveduto a chiarire gli aspetti legati all'interpretazione della normativa in merito all'applicabilità del criterio differenziale ed alle tecniche di rilevamento da utilizzarsi.
A seguito di ciò, il dipartimento provinciale di Avellino ha ritenuto opportuno programmare una nuova campagna fonometrica,
Risulta pertanto che tutte le autorità territorialmente competenti cerchino una risoluzione definitiva del problema.
Si è inoltre a conoscenza che, in seguito alla perizia del C.T.U. nominato dal giudice, è stata emessa una prima ordinanza cautelare di sospensione dell'attività degli aerogeneratori BS35, BS34, BS33 e BS32, modificata in seguito per i soli BS35 e BS34, più vicini al ricettore più disturbato. Ad oggi risulta che questi ultimi siano ancora sotto sequestro.
Si ritiene opportuno precisare che la distanza minima di 500 metri indicata nella deliberazione di giunta regionale della Campania n. 6148/2001 è obbligatoria per tutti gli impianti realizzati successivamente alla data della suddetta delibera o il cui progetto, a tale data, non avesse ancora completato l'iter di approvazione. Nel caso specifico, l'impianto in questione, almeno per quanto attiene il suo iter autorizzativo è antecedente alla delibera sopra richiamata e, pertanto, non in violazione della stessa.
È evidente che la tutela dell'ambiente e della salute dei cittadini è la finalità primaria dell'azione del Ministero interrogato e nel caso in cui dalla nuova campagna di misure effettuata nel rispetto della normativa vigente si riscontrasse un superamento dei limiti di legge, sarà necessario intervenire con un'azione di bonifica da parte dell'ente gestore della centrale eolica, mirante al ripristino del corretto clima acustico della zona. Laddove nessun altro intervento di risanamento risultasse praticabile, sarà necessario, un eventuale dislocamento dell'aerogeneratore in altra zona.
Il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio: Altero Matteoli.
nel mese di novembre 2003 è stato inaugurato in Calabria il Polo odontoiatrico «Zeusi», la più grande struttura privata esistente in Italia dedicata all'odontoiatria, all'interno della quale coesistono tutti gli aspetti indispensabili a trattare il problema «odontoiatrico» sotto il profilo della cura, della riabilitazione e della ricerca, con conseguente possibilità di diffusione dei risultati sotto il profilo della divulgazione e della formazione;
in particolare, in circa 9.000 metri quadrati di superficie attrezzata si distribuiscono: 1) un centro odontoiatrico con 22 riuniti, un blocco operatorio e 6 posti letto; 2) un centro di alta formazione odontoiatrica con settore editoria scientifica; 3) un centro di produzione di protesi dentarie; un centro di ricerca biomedico in fase di costruzione e completamento;
la struttura gode di un acclamato consenso non solo da parte di molteplici pazienti provenienti anche al di fuori della Calabria, ma anche di illustri esponenti scientifici nazionali ed internazionali;
dopo circa diciotto mesi dalla ultimazione del blocco operatorio e reparto degenza e dopo un ingente investimento finanziario, il polo Odontoiatrico non ha ancora ottenuto l'autorizzazione regionale all'esercizio di ricovero, né all'esercizio ad operare un regime privato, producendo un grave danno all'azienda che, oltre a dover pagare un mutuo per far fronte alle spese di realizzazione, si vede costretta a non poter utilizzare la struttura e le attrezzature acquistate come tecnologicamente avanzate, che rischiano di diventare presto obsolete;
una cospicua lista di pazienti odontoiatrici sono in attesa di sottoporsi ad interventi clinici programmati, da effettuarsi in regime di day surgery e, se tali interventi non potranno essere effettuati presso il Polo Odontoiatrico, non essendoci altra struttura regionale attrezzata a svolgere tale servizio, saranno costretti ad emigrare fuori dalla regione Calabria, con aggravio di spese per il sistema sanitario (circa il 70 per cento di questi pazienti sono infatti portatori di handicap);
l'autorizzazione all'attivazione del servizio di day surgery odontoiatrico (primo
gli Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico sono strutture sanitarie di eccellenza che perseguono finalità di ricerca nel campo biomedico e in quello dell'organizzazione e gestione dei servizi sanitari, e la regione Calabria finora non possiede nemmeno un IRCCS, mentre ad esempio la regione Lombardia ne ha addirittura nove;
per tale progetto è gia stata effettuata una prima verifica presso gli uffici competenti di Roma al fine di valutare se i requisiti posseduti dalla struttura fossero idonei a quanto richiesto dalla nuova normativa sugli IRCCS e gli interlocutori interpellati avrebbero mostrato grande interesse verso tale iniziativa;
la struttura è in grado di offrire tanti altri servizi necessari al territorio, quali il Pronto Soccorso Odontoiatrico o il Servizio di diagnosi precoce dei tumori del cavo orale, a cui si aggiunge la realizzazione ormai prossima di un Centro tecnologico per la ricerca in campo sanitario, specifico per aspetti inerenti l'odontoiatria, che suggellerà il completamento della più grande struttura privata esistente in Italia dedicata all'odontoiatria e una tra le più complete strutture scientifiche in Europa -:
quali iniziative intenda adottare affinché il Polo Oodontoiatrico Zeusi rientri nell'ambito degli istituti di ricovero e cura a carattere scientifico.
(4-11929)
Si precisa, inoltre, che, in base al decreto legislativo 16 ottobre 2003, n. 288 di riordino della disciplina degli IRCCS, la domanda di riconoscimento, unitamente alla documentazione che comprovi il possesso dei requisiti previsti dal suddetto decreto, deve essere inviata dalla struttura interessata alla regione competente per territorio.
La regione, che deve esprimersi sulla conformità del riconoscimento richiesto alla propria programmazione sanitaria, inoltra al ministero della salute detta documentazione per l'ulteriore iter procedurale.
Il Ministro della salute: Francesco Storace.
il 24 ottobre 2004 il ponte sul fiume Sangro in comune di Torino di Sangro (Chieti) veniva travolto;
il crollo del ponte ha interrotto la strada statale 16, creando enormi difficoltà sia al traffico locale che a quello di attraversamento Nord Sud;
secondo le indicazioni dell'ANAS, i lavori per la ricostruzione potevano già essere iniziati essendo terminata da tempo la fase di esperimento delle procedure tecniche;
è noto che comunque per realizzare i lavori occorreranno ben 250 giorni ed è ormai imminente la stagione estiva che aggraverà i problemi di mobilità nella zona per la presenza dei villeggianti, essendo la struttura crollata prossima al mare;
i sindaci dei comuni interessati, facendosi portavoce delle preoccupazioni dei cittadini e degli operatori economici hanno messo in evidenza le problematiche notevoli che si sono determinate con il crollo del ponte e l'aggravarsi della situazione che si determinerà con la stagione estiva ormai alle porte, segnalando altresì lo stato di esasperazione di tutti coloro che sono costretti a compiere deviazioni -:
quali siano stati i motivi che hanno ritardato l'inizio dei lavori e quando gli stessi potranno avere inizio e termine.
(4-13470)
Detta commissione ha iniziato i sopralluoghi per le necessarie verifiche al fine di valutare le attività tecniche prioritarie da svolgere e di procedere allo studio delle soluzioni da adottare per ripristinare la viabilità lungo la strada statale n. 16.
In ordine a quest'ultimo obiettivo la commissione ha proposto come soluzione la costruzione di un ponte in acciaio corten, a cassone continuo, della lunghezza di metri 119,21, sulla parte d'opera esistente e recuperata.
Il consiglio di amministrazione della società stradale, nella seduta del 16 novembre 2004, ha deliberato di procedere al ripristino della viabilità lungo la statale 16 «Adriatica», tra Fossacesia e Torino di Sangro, mediante la realizzazione del suddetto ponte.
Con la medesima delibera è stata riconosciuta la sussistenza degli estremi di «imperiosa urgenza», di cui all'articolo 24 della legge quadro sui lavori pubblici, il che potrà consentire il ripristino della viabilità in tempi rapidi.
La società stradale informa inoltre, che in data 4 marzo 2005, con ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri, è stato nominato commissario delegato per il superamento dello stato di emergenza derivante dal parziale crollo del ponte sul fiume Sangro il prefetto di Chieti.
In relazione a quanto sopra la prefettura di Chieti ha fatto conoscere che il commissario delegato, al fine di valutare il percorso più celere ed idoneo per l'attuazione degli interventi urgenti di cui alla suddetta ordinanza, ha richiesto in data 21 marzo 2005 all'ANAS Spa ed al compartimento dell'Abruzzo della predetta società, la trasmissione di tutta la documentazione riguardante il crollo del ponte sul fiume Sangro; ha incaricato, successivamente, con proprio decreto n. 1 del 13 aprile 2005, ai sensi dell'ulteriore ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri n. 3417 del 24 marzo 2005, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale del 29 marzo 2005, due ingegneri dell'esame della stessa al fine della individuazione dello stato della relativa pratica.
In data 18 aprile 2005 i menzionati tecnici, a seguito dell'avvenuto esame degli atti in parola, hanno rimesso al commissario delegato una relazione con la quale gli stessi, ritenendo che «... attualmente non sia disponibile per il commissario delegato alcun progetto utilizzabile per la ricostruzione del ponte in esame e si consiglia pertanto di dar luogo ad una reale progettazione che sia adeguata a definire con chiarezza ed analiticità sia gli aspetti tecnici che quelli economico-normativi da porre a base dei futuri rapporti contrattuali volti alla realizzazione dell'opera», hanno espresso parere «... che occorra provvedere all'affidamento di nuovo incarico per la progettazione della ricostruzione del ponte sul Sangro nonché per il ripristino della viabilità sulla strada statale 16 "Adriatica"».
Il commissario delegato, pertanto, con decreto n. 2 in data 22 aprile 2005, ha provveduto a nominare i soggetti attuatori, ai sensi dell'articolo 1, comma 2 dell'ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri n. 3411 del 4 marzo 2005, per l'espletamento delle iniziative di cui alla citata ordinanza individuandoli come segue:
a) il commissario delegato quale soggetto attuatore per la fase della progettazione preliminare, definitiva ed esecutiva (sino alla Conferenza dei servizi ed al conseguimento di tutte le autorizzazioni per la cantierabilità dell'opera) e della nomina della commissione di collaudo;
b) il compartimento ANAS dell'Abruzzo, quale soggetto attuatore della fase dell'appalto fino alla conclusione dei lavori.
Alla luce di tutto questo, avvalendosi delle deroghe di cui all'articolo 4 dell'ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri n. 3411 del 2005, stante il perdurare della situazione emergenziale e l'urgenza di provvedere ad alleviare il notevole disagio cui, da tempo (24 ottobre 2004), sono sottoposte le popolazioni interessate nonché la necessità di ripristinare la viabilità su un'arteria importante per la viabilità nazionale, il commissario delegato ha affidato gli incarichi succitati al Centro ricerche e studi sperimentali per le geotecnologie (CeRS-Geo) dell'università degli studi di Chieti, per quanto riguarda lo studio geologico e geotecnico indispensabile per l'effettiva ricostruzione del nuovo ponte della strada statale 16 «Adriatica» sul fiume Sangro, ed al professor Marco Petrangeli, professore associato di tecnica della costruzioni presso la facoltà di architettura dell'università «G. D'Annunzio» di Chieti, per quanto attiene la progettazione preliminare, definitiva ed esecutiva, la direzione dei lavori, la misura e contabilità dei lavori, l'assistenza al collaudo e liquidazione nonché il coordinamento della sicurezza nella fase della progettazione e della direzione lavori delle opere di ricostruzione del nuovo ponte.
Con i menzionati professionisti, quindi, in data 28 aprile 2005 sono state sottoscritte le relative convenzioni nelle quali sono stati inoltre definiti, in particolare, i tempi di compimento delle operazioni e di progettazione come di seguito indicati:
a) entro 30 giorni dalla data della sottoscrizione delle convenzioni dovranno essere consegnati tutti gli elaborati progettuali, completi e firmati, del livello preliminare;
b) entro 30 giorni dalla consegna del progetto del livello preliminare dovranno essere consegnati i progetti del livello definitivo per consentire al commissario delegato l'effettuazione della conferenza dei servizi;
c) entro 20 giorni dalla data di notifica del verbale della conferenza dei servizi dovranno essere consegnate le progettazioni esecutive.
Il Viceministro delle infrastrutture e dei trasporti: Ugo Martinat.
secondo quanto riportato dagli organi di stampa una troupe televisiva svizzera che stava filmando all'esterno del perimetro della base militare di Ghedi Torre, in provincia di Brescia, è stata fermata dai carabinieri e trattenuta per oltre quattro ore nella caserma della base;
la troupe stava filmando, accompagnata da alcuni militanti del Brescia Social Forum, i reticolati che circondano la base, riprendendo, come è stato chiarito da uno dei giornalisti fermati, solo «ciò che è comunque visibile dalla strada» -:
quali siano i motivi che hanno indotto al fermo dei giornalisti svizzeri e se risponda al vero che sia stato sequestrato il materiale girato.
(4-13090)
I predetti componenti della troupe, dopo essere stati identificati da una pattuglia di carabinieri in forza allo stormo citato, intervenuta sul luogo delle riprese, hanno consegnato spontaneamente agli stessi le videocassette registrate.
Il materiale registrato, dopo la redazione di uno specifico verbale, è stato posto sotto sequestro su disposizione dell'autorità giudiziaria competente (Procura della Repubblica di Brescia).
Il Ministro della difesa: Antonio Martino.
l'Italia sta rischiando di dover rinunciare alla disponibilità dei prodotti di base dell'alluminio, largamente usato in un vasto processo produttivo;
l'Alco multinazionale statunitense proprietaria degli ex stabilimenti Efim, potrebbe chiudere le catene di produzione di Fusina e trasferirle in Russia. Il pericolo è emerso dall'evolversi della crisi in atto nel nodo produttivo veneziano che si è aperta per la mancata prospettiva del rinnovo delle tariffe agevolate per le forniture Enel. Nel momento in cui il gruppo di Pittsburgh acquistò gli stabilimenti dell'Efim, fu sottoscritto un accordo della durata di 10 anni con il quale l'Enel, s'impegna a fornire energia elettrica a basso costo. Questa convenzione scadrà tra un mese. Mentre per il polo produttivo in Sardegna il provvedimento è stato prorogato al 2007, per quello veneziano non si sono finora aperti spiragli, di qui la ragione dell'irrigidimento da parte della direzione aziendale. L'impiego dell'energia nel processo lavorativo dell'alluminio ha costi primari, dal momento che raggiungono il 40 per cento del totale. Di fronte al pagamento di una bolletta non scontata, il prodotto di Fusina verrebbe posto fuori mercato a causa degli alti costi;
con il raggiungimento di un accordo tra Alco, Governo ed Enel si salvaguarderebbero i quasi 600 posti di lavoro, ma anche la già ridottissima quota di produzione dell'alluminio, ridotta al 10 per cento del consumo nazionale. In caso di trasferimento dell'unità produttiva, l'Italia oltre a perdere un prodotto strategico, sarebbe paradossalmente costretta ad acquistare l'alluminio uscito dall'impianto di Fusina, trasferito in Russia -:
quale iniziativa intenda adottare per rinegoziare l'accordo tra l'Enel e l'Alco ed ottenere da parte dell'azienda un piano industriale capace di garantire il proseguimento dell'attività produttiva a Fusina.
(4-12705)
L'articolo 11, comma 11, della citata legge dispone, infatti, che l'applicazione di condizioni tariffarie favorevoli per le forniture di energia elettrica di cui all'articolo 1, comma 1, lettera c), del decreto-legge 18 febbraio 2003, n. 25, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 aprile 2003, n. 83, è prorogata a tutto l'anno 2010 alle condizioni tariffarie di cui al 31 dicembre 2004.
Con riferimento al campo di applicazione, si fa presente che tra i soggetti beneficiari del provvedimento sono comprese le industrie operanti nel settore della produzione di alluminio primario su tutto il territorio nazionale.
Il Sottosegretario di Stato per le attività produttive: Mario Valducci.
le deliberazioni del Comitato CIPE n. 129 - n. 130 del 23 dicembre 2003, per la individuazione delle Aree oggetto di estensione degli interventi di promozione Industriale di cui all'articolo 73 della legge n. 289/2002 (ex legge n. 181/1989) riferite ad alcune provincie del territorio nazionale, vedono esclusa ancora la città di Brindisi ed alcuni comuni della provincia medesima;
il territorio brindisino è incluso nel progetto Obiettivo 1 e la regione Puglia ha avanzato al Comitato CIPE formale richiesta affinché venga riconosciuto lo stato di crisi di alcuni settori industriali e conseguente riconoscimento della crisi delle aziende operanti in tale area ed in quei settori di rilevanza nazionale;
è noto peraltro, che il territorio brindisino è da tempo afflitto da una grave crisi occupazionale e da una precarietà socio-economica che la rendono tra le provincie più penalizzate della regione Puglia;
tale situazione inoltre, l'interrogante ha avuto modo di rappresentare al ministero per le attività produttive con missive datate rispettivamente 17 giugno 2004 e 30 giugno 2004 -:
se il Ministro non ritenga opportuno, poiché l'I.P.I. ha in corso la elaborazione di una nuova individuazione di aree di crisi inserire la città di Bnndisi ed i comuni ancora esclusi tra le aree oggetto degli interventi di promozione industriale.
(4-10542)
Per gli interventi agevolativi nelle tre nuove aree di crisi è stato destinato un contributo straordinario di 32 milioni di euro per il 2005; 52 milioni di euro per il 2006; 72 milioni di euro per il 2007.
Il Sottosegretario di Stato per le attività produttive: Giuseppe Galati.
con legge finanziaria 2005, l'articolo 1, al comma 265, ripropone gli interventi di reindustrializzazione e di promozione industriale, di cui al decreto-legge 1 aprile 1989, n. 120, convertito in legge del 15 maggio 1989, n. 181 e successive modificazioni;
nel suddetto comma, i suddetti interventi, vengono estesi anche al Comune di Marcianise (Caserta) ed al distretto di Brindisi non meglio identificato;
l'interrogante, si è già rivolto all'onorevole Ministro, stigmatizzando l'esclusione da alcune delibere del Cipe, nel dicembre 2003, della città di Brindisi e di alcuni Comuni della provincia, già inclusi nell'obiettivo n. 1;
la stessa regione Puglia, aveva indicato i territori di cui sopra, in una deliberazione inviata al Cipe, da inserire tra le aree per gli interventi di promozione industriale, ex articolo 73 - legge n. 289/2002, (ex legge n. 181/1989);
pertanto, l'identificazione delle aree agevolabili comprese nell'ambito del distretto di Brindisi, dovrà essere inequivocabilmente oggetto d'intesa, tra il suo ministro, la regione Puglia e la Società Sviluppo Italia -:
se non ritenga opportuno adottare iniziative normative volte ad esplicitare
(4-12762)
Nell'ambito dell'ordinamento esiste già una normativa per la definizione e la localizzazione degli stessi (legge n. 317 del 1991, articolo 36 - legge n. 266 del 1997 - legge n. 140 del 1999). Attualmente non tutte le amministrazioni regionali hanno provveduto all'individuazione dei distretti industriali di competenza. Si provvederà, pertanto, visto soprattutto quanto previsto dalla finanziaria 2005 a sollecitare la regione Puglia e la società Sviluppo Italia alla definizione dei distretti in parola.
Il Sottosegretario di Stato per le attività produttive: Mario Valducci.
secondo quanto riportato dal quotidiano di Legambiente La Nuova Ecologia del 14 gennaio 2004, sono già iniziati a Termoli (Campobasso) i lavori per la realizzazione di una centrale turbogas alla quale sarebbe gia stato dato dal Governo parere positivo riguardo alla compatibilità ambientale del progetto;
si tratterebbe di una centrale termoelettrica a ciclo combinato da circa 760 Mw, la prima a sorgere sul suolo nazionale dopo il decreto sbloccacentrali e dovrebbe emettere grandi quantità di polveri finissime e gas inquinanti con notevoli problemi per la salute dei cittadini e l'ambiente circostante;
molte sono state fino ad oggi le manifestazioni dei cittadini, di enti e associazioni ambientaliste non di varie forze politiche per protestare contro detta centrale, la cui costruzione impatterebbe negativamente su un sito fin troppo industrializzato, deturpando l'ambiente e precludendo ogni possibilità di incrementare il settore turistico nel Basso Molise;
a contrastare la positiva valutazione di impatto ambientale vi è anche e soprattutto la Federazione Provinciale di Campobasso dei Verdi del Molise, la quale sostiene che il parere positivo dato dal Governo per la sopraccitata costruzione non terrebbe conto dei risultati di un previsto studio preliminare di qualità dell'aria ambiente (articolo 5 del decreto legislativo 351 del 1999);
secondo la Federazione detto studio però non vi sarebbe stato, e neanche, in conformità al decreto ministeriale 60/2002, quelli relativi all'inquinamento da benzene, piombo, PM2,5, PM10 nel Molise;
a detta della Federazione quindi non risulterebbe la valutazione della inevitabile interferenza tra le emissioni che deriverebbero dalla costruenda centrale e quelle attuali derivanti dalle 65 aziende già presenti nell'area del Consorzio Industriale nonché da altre sorgenti -:
quali siano le valide motivazioni per le quali viene autorizzata la costruzione della Centrale da 760 Mw di cui in premessa, in contrasto con le Linee guida regionali in materia di produzione di energia elettrica che prevedono un taglio massimo per tali impianti non superiore a 400 Mw;
se esista per il Molise, lo studio preliminare di qualità dell'aria ambiente previsto dal decreto legislativo 351 del 1999 articolo 5 e se il parere della valutazione di impatto ambientale relativa alla centrale di Termoli ne abbia tenuto conto;
se non ritengano opportuno, ognuno per la propria competenza, adottare iniziative volte a sospendere la realizzazione della predetta centrale almeno fino a quando non sarà reso noto lo studio preliminare in materia di stato di qualità dell'aria ambiente e far rispettare così le leggi emanate in materia, a tutela della salute dei cittadini e dell'ambiente in cui vivono.
(4-09395)
Il Ministero delle attività produttive, a seguito dell'espletamento della procedura autorizzativa prevista dalla citata legge n. 55 del 2002, conclusasi positivamente con l'acquisizione della favorevole pronuncia di compatibilità ambientale, con prescrizioni, da parte dei Ministri dell'ambiente e della tutela del territorio e per i beni e le attività culturali, nonché con la formalizzazione dell'intesa favorevole al progetto in questione da parte della regione Molise, ha emanato il decreto di autorizzazione in favore della società Endesa Spa.
Nell'ambito del procedimento unico, previsto dalla citata norma, sono state considerate tutte le posizioni contrarie o ostative avanzate dai soggetti coinvolti dall'iniziativa, in primis gli Enti locali i quali hanno potuto evidenziare tutte le problematiche legate a situazioni locali, come quelle relative alla qualità dell'aria e al complessivo impatto ambientale dell'iniziativa proposta.
Con riguardo alla circostanza evidenziata dall'interrogante se esista per il Molise lo studio preliminare di qualità dell'aria previsto dal decreto legislativo n. 351 del 1999 e se in sede di valutazione di impatto ambientale questo studio sia stato considerato, il Ministero delle attività produttive fa presente che la procedura VIA, la cui istruttoria è svolta da un'apposita Commissione presso il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio, prevede l'ottemperanza di puntuali prescrizioni volte alla salvaguardia dell'ambiente, della qualità dell'aria e della salute dei cittadini interessati dal nuovo impianto; vengono, inoltre, considerate le possibili interferenze tra le nuove emissioni e quelle preesistenti che, nel caso in questione sarebbero rappresentate dalla presenza delle aziende dell'area del consorzio industriale.
L'esistenza o meno, quindi, di uno studio sulla qualità dell'aria non appare rilevante ai fini della realizzazione dell'impianto vista la verifica, attraverso il complesso procedimento amministrativo espletato, di tutte le condizioni fissate dalla legge per il rilascio dell'autorizzazione.
La richiesta, quindi, di sospensione della realizzazione della centrale fino a quando non sarà reso noto lo studio preliminare in materia di stato di qualità dell'aria, non appare accoglibile sia per le motivazioni sopra evidenziate, sia per il contrasto che ne deriverebbe con quanto prescritto dalla legge n. 55 del 2002, legge appositamente emanata per fronteggiare una situazione di criticità strutturale che i dati ufficiali del settore elettrico dimostrano ampiamente.
Il Sottosegretario di Stato per le attività produttive: Mario Valducci.
due anni or sono il consiglio di istituto e la presidenza dell'ITC «Comite» di Amalfi, avviava l'iter per l'istituzione di una sezione per i servizi alberghieri e della ristorazione presso il predetto ITC, che otteneva l'approvazione da parte della provincia di Salerno, con apposita delibera n. 1364 del 21 dicembre 2000. Obiettivo perseguito con il convincimento della grande importanza che questo tipo di istituzione scolastica poteva riscontrare sul territorio a forte vocazione turistica e con
hanno aderito ottanta alunni (ottanta famiglie), in un periodo molto contenuto di tempo, a testimonianza della bontà dell'iniziativa intrapresa dagli operatori scolastici locali;
il 20 luglio del 2001 perveniva, all'istituto «Comite» di Amalfi, comunicazione della circolare ministeriale n. 318 che recitava testualmente: «Adempimenti preordinati all'avvio dell'anno scolastico 2001-2002 - Organico del personale docente - Come è noto l'articolo 3 del decreto-legge 3 luglio 2001, n. 255 dispone che l'organico di diritto previsto non può essere modificato sia per quanto riguarda il numero delle classi che per il numero dei posti nonché la loro composizione, anche se costituiti tra più scuole»; a seguito e per conseguenza di tale circolare il Provveditore agli studi di Salerno, ancora legittimato per qualsiasi intervento fino al 31 agosto nelle proprie competenze, invia al Provveditore di Napoli la documentazione per il visto finale di legittimità della istituenda sezione IPSAR (Istituto professionale servizi alberghieri e ristorazione), atteso che l'iter dell'apertura della sezione di alberghiero era ormai avviata e quasi definita e quindi non rientrante nei casi previsti dalla predetta circolare;
tuttavia, in data 2 agosto 2001 il dirigente responsabile provinciale inviava al dirigente scolastico (Preside) dell'ITC «Comite» di Amalfi una nota via fax che recita testualmente: «Con riferimento alla richiesta di istituzione della sezione di Istituto professionale alberghiero presso codesto Istituto, si comunica che il decreto-legge 3 luglio 2001, n. 255, dispone che l'organico revisionale per l'anno scolastico 2001-2002, non può essere modificato e che un'eventuale istituzione di nuovi indirizzi comporterebbe un aumento dei posti»;
il Provveditore di Napoli assume, in questa fase di transizione, responsabilità e competenze a livello scolastico su tutto il territorio regionale, nell'attesa che si realizzi l'Ufficio Regionale Scolastico cui spetteranno di qui in seguito l'organizzazione, la legiferazione di atti e di iniziative scolastiche, nonché il controllo sul territorio regionale;
in ogni caso la richiesta di istituire la Sezione dell'IPSAR ha seguito l'iter previsto dalla normativa vigente fino all'atto conclusivo, che è stato quello del 31 dicembre 2000 con cui la provincia ha assunto formale impegno degli oneri di gestione;
esiste una aspettativa di fatto di ottanta famiglie che hanno scelto per i loro figli, minori sottoposti ad obbligo scolastico, un tipo di istruzione ben determinato;
c'è l'esigenza del rispetto del diritto di scelta dell'istruzione scolastica per i minori, vincolato dall'obbligo scolastico di frequenza (elevato a 18 anni) che viene disatteso;
questa spettanza di diritto è sancito dalla costituzione e dalle vigenti leggi in materia scolastica;
siamo in una fase storica improntata al decentramento di tutte le attribuzioni amministrative dal centro verso enti territoriali locali;
la legislazione vigente prevede l'attuazione delle autonomie scolastiche e dell'adeguamento delle iniziative istituzionali alle esigenze e necessità peculiari del territorio;
esiste una specificità del territorio a livello morfologico, ambientale e di sviluppo socio-economico che dovrebbe consentire il superamento di qualsiasi vincolo burocratico;
c'è l'opportunità sacrosanta di dotare questo territorio di uno strumento scolastico (IPSAR) particolarmente importante ed efficace ai fini della riduzione della dispersione scolastica, della formazione professionale dei giovani e del loro inserimento nel mondo del lavoro tout-court; a tal proposito si ricorda che questa
quali iniziative intendano adottare per impedire che sia bloccata una sacrosanta iniziativa per la formazione e lo sviluppo socio-culturale dei nostri giovani, alludendo al rispetto di una circolare ministeriale che ad avviso degli interroganti non ha riferimento alcuno con questa situazione di fatto che è antecedente alla emanazione della stessa e senza correlazione logica con essa; infatti, ammesso che l'interpretazione di questa circolare sia rivolta al contenimento del costo di gestione e più indirettamente alla spesa corrente per la nuova istituzione scolastica, tutto ciò viene superato dal fatto che la provincia di Salerno si è fatta carico degli eventuali oneri in eccesso, considerato che tale istituenda Sezione farà parte integrante dell'ITC «Comite» di Amalfi e che i docenti eventualmente coinvolti o da coinvolgere, saranno da considerare come trasferiti da altri istituti;
perché, non sussistendo altre motivazioni rilevabili, questa ipotesi di istituzionalizzare un servizio scolastico obbligatorio, richiesto dai cittadini (ottanta famiglie) senza ulteriori oneri per la collettività, non possa realizzarsi.
(4-00664)
Nel frattempo, a seguito della suddetta proposta, all'istituto «Comite» era pervenuto un tale numero di iscrizioni all'istituenda sezione I.P.S.A.R., da rendere necessaria la formazione di ulteriori 3 classi.
L'amministrazione provinciale, in data 12 marzo 2001, ha risposto al provveditore agli studi che «sarebbe rimasto in vigore il piano di razionalizzazione e dimensionamento della rete scolastica già adottato e che le richieste dei sindaci del territorio provinciale, riguardando l'istituzione di nuovi indirizzi scolastici presso autonomie già funzionanti, erano state recepite con delibera della giunta provinciale esclusivamente, però, come presa d'atto e di dichiarazione di intenti».
Il 3 luglio, è stato emanato il decreto legislativo n. 255 del 2001, che stabiliva, all'articolo 3, che la variazione del numero degli alunni non comportava modifiche al numero delle classi autorizzate nell'organico di diritto ed in tal senso il provveditore agli studi pro tempore aveva risposto al dirigente scolastico chiedendo nello stesso tempo al medesimo di comunicare, con la massima urgenza, agli studenti ed alle rispettive famiglie, che avevano già presentato domanda di iscrizione per la sezione I.P.S.A.R., di optare per un altro indirizzo presente nell'istituto, o di iscriversi ad altra scuola.
Per quanto riguarda la mancata attivazione del corso in parola anche negli anni successivi, si fa presente che proprio durante l'anno scolastico 2001-2002, sono state istituite le direzioni generali regionali con la conseguente trasformazione dei provveditorati agli studi in centri servizi amministrativi: in tale contesto ed in relazione anche all'autonomia delle istituzioni scolastiche i rapporti con gli enti locali sono stati modificati.
A questi ultimi, infatti, compete il dimensionamento delle istituzioni scolastiche e quindi la valutazione della complessiva offerta formativa e soprattutto all'ente regione per quanto riguarda la distribuzione sul territorio dell'offerta formativa, mentre al direttore generale dell'ufficio scolastico
Per quanto sopra esposto ogni richiesta riguardante il dimensionamento e la diversificazione dell'offerta formativa deve essere presentata all'Ente locale competente per territorio il quale, a sua volta, dovrà far pervenire all'Ente regione il proprio motivato parere in merito alla accoglibilità o meno della richiesta medesima.
Il Sottosegretario di Stato per l'istruzione, per l'università e per la ricerca: Valentina Aprea.
gli uffici giudiziari della provincia di Potenza, da tempo, accusano notevoli ritardi nella definizione dei processi civili, in particolare quelli aventi ad oggetto controversie di lavoro;
soltanto l'Inps ha un carico di circa 20 mila processi pendenti, con conseguenti diversi miliardi di compensi corrisposti annualmente ai legali delle controparti a seguito di numerose soccombenze;
tale situazione è ulteriormente aggravata dal crescente contenzioso per prestazioni agli invalidi civili, la cui commissione di verifica, composta in parte dagli stessi sanitari dell'Inps, spesso modificherebbe, a quanto risulta all'interrogante, le conclusioni delle Commissioni mediche delle Asl, costringendo gli interessati a fare ricorso all'autorità giudiziaria;
la non chiara individuazione legislativa della legittimazione passiva in materia di invalidità civile genera, altresì, inutili e formali gravi con allungamento dei tempi di definizione dei processi riferiti a soggetti socialmente ed economicamente deboli -:
se ritengano necessario disporre un'inchiesta amministrativa per verificare la corrispondenza al vero dei fatti esposti in premessi e, in caso affermativo, quali provvedimenti urgenti intendano adottare per porre fine a questa grave situazione.
(4-07886)
L'articolo 80 della legge n. 388 del 2000 ha stabilito, altresì, che le regioni possono stipulare specifici accordi con l'Istituto, così da consentire l'esercizio della potestà concessoria dei trattamenti di invalidità civile, di cui al suindicato articolo, all'INPS.
Al riguardo si fa presente che la regione Basilicata in data 22 marzo 2002 ha stipulato con l'Istituto la convenzione di cui alla suindicata legge n. 388 del 2000.
In merito alla situazione dell'ufficio legale di Potenza, cui si fa riferimento nell'interrogazione in esame, si specifica che la giacenza di giudizi pendenti al 31 dicembre 2003 è pari a circa 18.000 pratiche. Di queste circa 1.400, pari al 7,7 per cento, sono riferite ad invalidità civile.
Nel totale dei suindicati giudizi pendenti bisogna distinguere i giudizi per invalidità civile, da quelli relativi alle altre prestazioni pensionistiche di competenza dell'INPS. Per queste ultime c'è stata una riduzione del contenzioso, infatti, nel periodo 1998-2003 si è registrata una diminuzione delle visite peritali pari al 60 per cento, i giudizi sfavorevoli sono passati dall'8 al 4,8 per cento.
Invece i giudizi pendenti di invalidità civile presso il suddetto ufficio risultano in aumento soprattutto per il fatto che l'istituto, a seguito della convenzione con la regione Basilicata, ha preso in carico le pratiche di invalidità civile che risultavano pendenti, presso altri uffici, dal 1o aprile 2002.
In merito alla commissione sanitaria, competente per gli accertamenti sanitari
Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali: Roberto Maroni.
gli imprenditori del Nord-Est, bisognosi di manodopera straniera, necessitano di informazioni e garanzie inerenti l'emanazione e i criteri procedurali contenuti nel prossimo decreto flussi per poter meglio programmare e organizzare le richieste per ottenere il visto d'ingresso dei lavoratori e per poter meglio preparare l'accoglienza necessaria -:
come intenda procedere, con quali modalità e con che tempistica, per la determinazione del decreto flussi per l'anno 2003, in modo da poter assicurare una migliore organizzazione per gli imprenditori che volessero assumere personale straniero;
quale quota di ingresso verrà destinata alla regione Veneto, importante realtà produttiva del paese, il cui apparato produttivo è strettamente condizionato dalla necessità di reperire manodopera straniera.
(4-06302)
Per quanto attiene, poi, alla programmazione relativa all'anno 2004, con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 19 dicembre 2003 sono state assegnate alla regione Veneto n. 8.000 quote per lavoro stagionale e n. 3.128 quote per lavoro subordinato non stagionale.
A fronte delle quote assegnate, secondo i dati disponibili, riferiti al 30 settembre 2004, le domande complessivamente presentate sono state n. 7.596 per lavoro stagionale e n. 8.437 per lavoro non stagionale.
Inoltre, con decreto del Presidente del Consigli dei ministri 20 aprile 2004 è stato autorizzato l'ingresso in Italia di 20.000 lavoratori subordinati, anche stagionali, provenienti dagli Stati membri di nuova adesione alla Unione europea (Repubbliche: Ceca, Estonia, Lettonia, Lituania, Polonia, Slovacca, Ungheria). Le autorizzazioni al lavoro rilasciate dalle direzioni provinciali del lavoro del Veneto sono state 1.175 a carattere subordinato e 783 a carattere stagionale.
Con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 8 ottobre 2004, poi, sono stati stabiliti, per l'anno 2004, ulteriori 16.000 ingressi ai cittadini neocomunitari, per lavoro stagionale. Su tale quota, nella regione Veneto risultano, al momento, registrate ed inserite in graduatoria, complessivamente n. 2.060 richieste, su un totale nazionale pari a n. 5.468.
Si fa presente, inoltre, che con circolare n. 43 del 2004, questo Ministero ha diramato le disposizioni applicative e chiarito che tale intervento è stato effettuato per soddisfare il fabbisogno di lavoro stagionale ed è stato accordato particolare rilievo all'esigenza di manodopera stagionale proveniente dal settore agricolo.
Per quanto concerne, infine, la programmazione transitoria dei flussi di ingresso dei lavoratori stranieri per l'anno 2005, si fa presente che con due distinti decreti del Presidente del Consiglio dei ministri del 17 dicembre 2004 sono state fissate: una quota di 79.500 lavoratori extracomunitari e una
Per quanto attiene, invece, ai cittadini extracomunitari, la quota viene ripartita tra ingressi per lavoro subordinato, anche, a carattere stagionale ed ingressi per lavoro autonomo. Per consentire l'immediata attuazione del decreto del Presidente del Consigli dei ministri 17 dicembre 2004, con circolare n. 1 del 25 gennaio 2005, questo Ministero ha provveduto alla distribuzione della suddetta quota tra le regioni e le province autonome, secondo i fabbisogni segnalati dalle stesse.
In particolare, si fa presente che alla regione Veneto è stata assegnata una quota totale di 10.370 unità così ripartita: n. 4.500 quote per lavoro stagionale; n. 3.450 quote per lavoro subordinato non stagionale (di cui 2.000 per lavoro domestico e assistenza alla persona, n. 450 per il settore edile, n. 1.000 per altri settori produttivi); n. 1.820 quote per lavoro subordinato non stagionale, riservata ai cittadini di Paesi che hanno sottoscritto o stanno per sottoscrivere accordi per materia migratoria (albanesi, tunisini, marocchini, egiziani, filippini, nigeriani, moldavi, srilankesi, bengalesi, pakistani); 100 quote per dirigenti e personale altamente qualificato ed, infine, 200 quote per conversione dei permessi di soggiorno per motivi di studio e formazione professionale.
Da ultimo, si precisa che la direzione regionale del lavoro del Veneto ha provveduto a distribuire le relative quote, tenendo conto dei fabbisogni segnalati dalle singole direzioni provinciali del lavoro.
Pertanto, la quota per lavoro subordinato a carattere stagionale (articolo 6, del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 17 dicembre 2004) è stata ripartita in 150 unità a Belluno 190 unità a Padova, 250 unità a Rovigo, 100 unità a Treviso, 730 unità a Venezia, 2.800 unità a Verona, n. 50 unità a Vicenza.
La quota, poi, per lavoro subordinato a carattere non stagionale (articolo 2, del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 17 dicembre 2004), destinata a cittadini stranieri di nazionalità non predeterminata (articolata per settori del lavoro domestico e assistenza alla persona, settore edile ed altri settori produttivi), è stata ripartita in 245 unità a Belluno, 712 unità a Padova, 191 unità a Rovigo, 483 unità a Treviso, 520 unità a Venezia, 550 unità a Verona e 442 unità a Vicenza.
La quota per lavoro subordinato a carattere non stagionale, riservata a singole nazionalità (articolo 5, del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 17 dicembre 2004) e stata ripartita in 48 unita a Belluno, 321 unità a Padova, 118 unità a Rovigo, 189 unità a Treviso, 578 unità a Venezia, 388 unità a Verona e 88 unità a Vicenza.
La quota per dirigenti e personale altamente qualificato (articolo 5 del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 17 dicembre 2004) è stata ripartita in 5 unità a Belluno, 30 unità a Padova, 5 unità a Rovigo, 15 unità a Treviso, 20 unità a Venezia, 5 unità a Verona e 5 unità a Vicenza.
La quota, infine, per conversioni da studio a lavoro autonomo (articolo 3 del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 17 dicembre 2004) è stata ripartita in 10 unità a Belluno, 95 unità a Padova, n. 5 unità a Rovigo, 15 unità a Treviso, 15 unità a Venezia, 15 unità a Verona e 15 unità a Vicenza.
Si segnala, che per ogni categoria sopra indicata, la direzione regionale del lavoro ha trattenuto una minima riserva per soddisfare eventuali ricorsi e future necessità.
Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali: Roberto Maroni.
l'articolo 16, comma 3 - Disposizioni in materia di organizzazione scolastica,
quanto previsto dal comma 3 succitato comporta, secondo l'interrogante, uno dei più gravi sprechi di competenze professionali specifiche faticosamente create nel corso di questi ultimi anni e tradisce di fatto uno dei tanto conclamati obiettivi del programma governativo;
alla mancata utilizzazione dei docenti specialisti di lingua straniera consegue la necessità di poter dare agli stessi la sicurezza in termini di possibilità di scelta di eventuale trasferimento -:
come intenda procedere, in che tempi, e con quali risorse, alla formazione di personale docente che talvolta, o spesso, può non aver studiato la lingua che dovrebbe insegnare, e quante ore di formazione ritenga necessarie per rendere idonei tali docenti all'insegnamento stesso.
(4-13255)
Tale progetto, al momento in via di realizzazione da parte degli uffici scolastici regionali, si basa sull'attività di studio e di progettazione curata dal gruppo di lavoro costituito dall'Indire (Istituto nazionale di documentazione per l'innovazione e la ricerca educativa) e coordinato dal professor Maurizio Gotti dell'università degli studi di Bergamo.
Il progetto, per i docenti senza alcuna competenza linguistica, prevede un percorso di formazione della durata di 380 ore per lo sviluppo delle competenze linguistico-comunicative e attività formative sugli aspetti metodologico-didattici al fine della certificazione del livello di competenza B1 del Quadro comune europeo di riferimento (QCER). Trattandosi di formazione in servizio, senza esonero dall'insegnamento, si ritiene che il percorso debba necessariamente avere carattere pluriennale e graduale in relazione alle modalità di svolgimento ed agli esiti dell'apprendimento.
La sua realizzazione garantirà l'erogazione di circa 12.000 ore di formazione a disposizione degli insegnanti di scuola primaria che, volontariamente e secondo i criteri definiti in sede di contrattazione regionale, desiderino implementare o sviluppare le proprie competenze linguistico-comunicative.
Il monitoraggio e la verifica dell'esperienza sperimentale, da realizzare in collaborazione con gli uffici scolastici regionali, associazioni disciplinari, centri linguistici interateneo ed enti certificatori, consentiranno di verificare il modello di formazione ed assumerlo, con i necessari adattamenti, in vista della messa a regime di un'azione finalizzata all'obiettivo della finanziaria 2005. Tale legge, come menziona anche l'interrogante, ha previsto l'attivazione di corsi di formazione per l'insegnamento della lingua straniera nella scuola primaria che dovrà essere garantito, a regime, dai docenti della classe in possesso dei requisiti richiesti o da altro docente facente parte dell'organico di istituto, in possesso dei medesimi requisiti, coerentemente con gli obiettivi specifici di apprendimento previsti dalla legge di riforma degli ordinamenti scolastici.
Le risorse economiche per il raggiungimento di tale obiettivo sono costituite da una quota parte dello stanziamento previsto nella legge finanziaria 2005 per iniziative di formazione iniziale e continua del personale docente. L'ammontare complessivo di tali risorse è in corso di definizione essendo subordinato alla rilevazione delle competenze professionali dei docenti in servizio e agli esiti delle contrattazioni che verranno avviate in materia di riconoscimento delle competenze ai fini professionali, le quali costituiscono il presupposto per poter definire i tempi e le modalità di raggiungimento dell'obiettivo.
Questo processo, la cui complessità è evidente, non potrà, tuttavia, concretizzarsi senza tenere conto della risorsa professionale dei richiamati «docenti specialisti», le cui competenze professionali dovranno essere messe a disposizione delle scuole autonome nell'ottica della valorizzazione delle esperienze.
Il Sottosegretario di Stato per l'istruzione, per l'università e per la ricerca: Valentina Aprea.
l'articolo 16, comma 4 - Disposizioni in materia di organizzazione scolastica, della Legge finanziaria, prevede pur come «possibilità», che i libri di testo scolastici per tutti gli ordini di scuola, possano essere prodotti a stampa e on-line scaricabile da internet;
suscita perplessità nell'interrogante il fatto che si possa realizzare un risparmio per le famiglie e per le istituzioni quando, come facilmente si può constatare, tutte le pagine dei testi presentano sì una parte scritta, ma anche una parte rilevante composta da immagini di diversa natura e complessità (grafici, foto a colori, cartine geografiche e quant'altro);
è infatti notevole il costo di una cartuccia d'inchiostro da stampante a colori e in bianco e nero;
nel caso poi dovesse provvedere alla duplicazione direttamente la struttura scolastica, i tempi richiesti per tale operazione sarebbero, presumibilmente, piuttosto lunghi;
né è dato sapere chi dovrebbe provvedere all'effettuazione di simili operazioni e secondo quale compenso aggiuntivo, vista la riduzione dell'organico del personale A.T.A. -:
se alla luce di quanto sopra, il ministro interrogato ritenga di dover adottare iniziative normative volte a modificare l'articolo 16, comma 4, della legge finanziaria 2005-03-01.
(4-13257)
Le ragioni che hanno ispirato tali disposizioni sono quelle di garantire attraverso i nuovi strumenti informatici un significativo supporto all'insegnamento assicurando un arricchimento del materiale didattico a disposizione degli alunni e dei docenti che, affiancandosi ai libri di testo tradizionali, consenta altresì la diffusione delle potenzialità positive intrinseche alle innovazioni tecnologiche.
Ciò nella considerazione che la diffusione nelle scuole di nuovi strumenti informatici rappresenta un valido supporto all'apprendimento didattico e può contribuire all'innalzamento del livello qualitativo della scuola italiana, ad integrazione, e non in sostituzione, dei libri di testo tradizionali che assolvono un essenziale ruolo educativo e formativo.
Nel corso dell'esame del disegno di legge citato le norme predette sono state stralciate e sono state recepite in un atto parlamentare a sé stante: «Disposizioni in materia di testi scolastici e norme per la conservazione dei beni culturali. Contributo al Museo della Shoah» (C.5310-ter-Governo).
A seguito del dibattito in Commissione cultura del citato disegno di legge è maturata la condivisa opinione che un intervento legislativo in tale ambito possa considerarsi sostanzialmente superfluo considerato che la finalità di favorire la diffusione di nuovi strumenti informatici può essere efficacemente perseguita in via amministrativa.
In linea con le indicazioni emerse nel dibattito parlamentare, il comitato interministeriale per la società e l'informazione ha approvato un progetto sperimentale per l'uso del libro elettronico accanto a quello tradizionale, che prevede il coinvolgimento
Allo stato, una commissione tecnica sta esaminando e valutando, anche sotto il profilo economico e finanziario, le principali esperienze editoriali nel settore.
Una volta completato tale studio di fattibilità, verrà indetta una gara, alla quale potranno partecipare tutte le aziende interessate.
Il Sottosegretario di Stato per l'istruzione, per l'università e per la ricerca: Valentina Aprea.
esiste uno studio di fattibilità, redatto su incarico della regione autonoma Valle d'Aosta, che prevede la trasformazione e la modernizzazione della ferrovia Aosta/Pré-St-Didier in «Métro du Mont Blanc» un servizio di tipo «metropolitano» nella piana di Aosta e che prevede il prolungamento della linea sino a Courmayeur (Aosta);
il previsto spostamento, in località Entrèves del comune di Courmayeur, della stazione di partenza della nuova funivia per Punta Helbronner, renderebbe possibile e necessario il raggiungimento di tale stazione con un servizio ferroviario -:
se e quali interventi il Ministro in indirizzo intenda porre in essere affinché si giunga in tempi brevi alla trasformazione e modernizzazione della linea ferroviaria Aosta-Pré-St-Didier.
(4-12933)
Sotto il profilo infrastrutturale, il tratto di linea in questione è correntemente soggetto ad attività di manutenzione ordinaria per il mantenimento in efficienza della linea medesima, dell'armamento ferroviario e degli impianti tecnologici segnalamento passaggi a livello eccetera.
Allo stato attuale non sono programmati nuovi interventi di potenziamento infrastrutturale.
Le valutazioni conclusive della regione saranno oggetto di incontri sia con Trenitalia s.p.a. che, ha finora fornito informazione e collaborazione, sia con Rete Ferroviaria Italiana spa.
Il Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e per i trasporti: Nino Sospiri.
il gravissimo incidente ferroviario di Cravalcore, l'ultimo di una lunga serie di incidenti, ha scosso i ferrovieri e l'opinione pubblica;
in particolare appare a tutti sconcertante che molti malfunzionamenti fossero stati denunciati dai lavoratori, senza che questo abbia comportato interventi tesi a garantire la sicurezza;
anzi, nei mesi addietro, 4 ferrovieri sono stati licenziati ed altri sospesi per aver denunciato pubblicamente insicurezze e disservizi o aver consentito ai mezzi di comunicazione di informare i cittadini sullo stato delle ferrovie;
secondo gli interroganti, questi comportamenti avvengono proprio perché la comunicazione interna dei disservizi e delle problematiche si è scontrata con un muro di gomma con l'assenza di risposte e con l'ignorare le osservazioni che provengono da chi sui treni lavora tutti i giorni;
il presidente e amministratore delegato di trenitalia, dopo l'incidente di Cravalcore, ha inviato una lettera a tutti i ferrovieri che enfatizza l'impegno dell'azienda in merito alla sicurezza, cosa
quello che, tuttavia, preoccupa della lettera non è tanto la difesa burocratica dell'agire aziendale quanto, secondo gli interroganti, il riferimento sottile, ma sostanzialmente minaccioso a lavorare in silenzio;
agli interroganti sembra questo un riferimento grave. La democrazia e la libertà non si ferma sulla porta dei luoghi di lavoro, tanto più quando questo avviene in azienda; si s.p.a., ma pubblica e che svolge un servizio per i cittadini;
i ferrovieri sono una risorsa per l'azienda ma anche per i cittadini, e per i cittadini che lavorano; le informazioni che i lavoratori acquisiscono nel loro lavoro in merito alle problematiche del servizio ed ancor più in materia di sicurezza non possono essere secretate -:
se non ritenga opportuno intervenire presso l'amministratore delegato di trenitalia affinché cessi questo atteggiamento repressivo che ha impatti negativi sulla stessa missione ed immagine dell'azienda;
se non ritenga opportuno chiedere il reintegro dei 4 ferrovieri licenziati per la trasmissione Report e l'annullamento delle sospensioni per casi analoghi al fine di inaugurare un diverso e più proficuo rapporto fra ferrovieri, azienda e cittadini.
(4-12883)
La società ferroviaria ha quindi reso noto che i provvedimenti disciplinari adottati nei confronti dei quattro dipendenti che hanno partecipato alla trasmissione televisiva Report si sono resi assolutamente necessari in considerazione dell'effettiva entità delle violazioni commesse dagli stessi in materia di security aziendale, sicurezza dell'esercizio e regolarità della circolazione.
Trenitalia spa si sarebbe limitata ad assumere tali provvedimenti soltanto nei confronti di quei lavoratori che hanno messo in pericolo la sicurezza della circolazione e quindi compromesso l'obiettivo di garantire alla clientela del trasporto ferroviario un servizio sicuro oltre che efficiente e regolare. A conferma di ciò nessun provvedimento è stato adottato nei confronti degli altri dipendenti che pure hanno partecipato al programma di informazione su indicato.
Il Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e per i trasporti: Nino Sospiri.
il problema delle malattie professionali e delle patologie genericamente correlate al lavoro costituisce uno degli argomenti di maggiore rilevanza contenuti nel Piano Sanitario Nazionale (PSN);
sono state identificate azioni particolari per la riduzione delle malattie professionali, riassumibili come segue: a) potenziamento e razionalizzazione delle attività di formazione degli addetti alla vigilanza ed al controllo; b) realizzazione di un'informazione continua e completa nei confronti dei lavoratori; c) monitoraggio di parametri indicativi e realizzazione di una funzionale rete di epidemiologia occupazionale; d) perseguimento della piena realizzazione dell'adeguamento alle esigenze di prevenzione e sicurezza sanitaria sancite dalla rete normativa di settore; e) perseguimento sanzionatorio e giudiziario delle inadempienze di legge; f) interventi volti a migliorare la qualità e la completezza delle rilevazioni sulle malattie professionali e a sviluppare indagini sulle patologie correlate con il lavoro;
è decisamente necessario, al fine di poter giudicare complessivamente l'azione del Governo su un versante così significativo
in quali iniziative si sia sin qui concretata la strategia contenuta nel Piano Sanitario Nazionale di contenimento delle malattie professionali e delle patologie correlate al lavoro e quali dati siano ad oggi disponibili per misurarne l'efficacia, nonché per sapere quali organi dello Stato siano stati attivati per il perseguimento dell'obiettivo.
(4-08439)
Dopo aver evidenziato come le attuali profonde trasformazioni delle condizioni di lavoro comportino una modifica della distribuzione e della diffusione dei rischi, il documento pone l'accento sul «ruolo di promozione, regolazione, verifica e controllo» riconosciuto al «sistema pubblico».
Viene rivolta attenzione, inoltre, al fenomeno infortunistico, sia in termini di numero di eventi sia di gravità degli effetti conseguenti, con una maggiore incidenza degli infortuni nell'industria e nel settore dei servizi.
Per quanto riguarda le malattie professionali, è stato sottolineato il rilievo crescente delle patologie da rischi emergenti, rispetto alle patologie legate a rischi noti; tra le prime, vengono segnalate «le patologie dell'arto superiore da sovraccarico meccanico, le patologie da fattori psico-sociali associate a stress e la cancerogenesi professionale».
Vengono infine individuati gli «obiettivi» da perseguire, tra i quali, sono da segnalare il riordino del testo unico delle norme vigenti in materia di igiene e sicurezza del lavoro, la promozione di linee guida, l'attuazione di programmi per il contrasto del lavoro sommerso, le azioni per l'inserimento lavorativo di particolari tipologie di lavoratori, l'integrazione dei sistemi informativi, la programmazione delle priorità d'intervento nei settori più a rischio in funzione degli studi epidemiologici e dei dati provenienti da un adeguato sistema informativo.
Va segnalato che il citato schema di decreto legislativo recante il testo unico è attualmente in fase di verifica ed approfondimento presso il competente ministero del lavoro e delle politiche sociali.
Relativamente al rischio specifico di esposizione dei lavoratori a sostanze cancerogene, per il quale è stimata una potenziale esposizione pari al 24 per cento degli occupati, sono stati promossi e finanziati specifici studi epidemiologici.
Con decreto ministeriale 1o luglio 2004 è stato istituito il Centro nazionale per la
prevenzione e il controllo delle malattie (CCM), con compiti di analisi di rischio per la salute; è stato disposto un impegno di spesa di euro 800.000, sulla disponibilità del pertinente capitolo di spesa per l'anno 2004, per la realizzazione, in convenzione con l'istituto superiore per la prevenzione e la sicurezza del lavoro (ISPESL), dell'Osservatorio nazionale sui tumori da lavoro.
Sono stati, inoltre, resi disponibili i fondi per istituire, in convenzione con ISPESL e regioni, un sistema nazionale di sorveglianza nei luoghi di lavoro.
Relativamente alle iniziative per la formazione in materia di sicurezza e salute, il ministero della salute partecipa, in attuazione degli accordi di programma a suo tempo stipulati con altre amministrazioni ed enti, e attraverso l'operatività del gruppo integrato di coordinamento (GIC), alla realizzazione concreta di azioni ed interventi, nonché di programmi a contenuto informativo-formativo.
Allo scopo di migliorare l'accertamento e l'individuazione delle malattie professionali, con decreto 27 aprile 2004 è stato aggiornato ed ampliato l'elenco delle malattie per le quali è prevista da parte dei medici la denuncia obbligatoria.
Le informazioni epidemiologiche che saranno così rilevate potranno costituire uno strumento dinamico utile, non solo per gli orientamenti di prevenzione, ma anche come misura di maggiore equità sociale, per un tempestivo aggiornamento delle malattie professionali tabellate ed indennizzate.
Il Ministro della salute: Francesco Storace.
il numero degli infortuni sul lavoro continua a costituire un elemento di grave patologia nel sistema produttivo del nostro Paese;
fra l'altro, come è noto, l'infortunistica del lavoro, quand'anche si dovesse prescindere da valutazioni etiche e solidaristiche, ha un costo stratosferico ed assorbe dunque impressionanti risorse finanziarie;
è ragionevole prevedere forme di incentivi per il miglioramento delle condizioni di lavoro -:
se non ritenga di adottare iniziative per avviare un meccanismo di incentivi per la prevenzione che riconosca e premii l'impegno effettivo e concreto delle imprese nel miglioramento delle condizioni di lavoro, prevedente significative riduzioni dei premi assicurativi.
(4-11319)
Innanzitutto, tenuto conto di quanto enunciato dall'articolo 24 del decreto legislativo n. 626 del 1994 e successive modifiche, l'INAIL: svolge compiti di informazione, assistenza e consulenza in materia di sicurezza e salute nei luoghi di lavoro, in particolare nei confronti delle aziende agricole, delle imprese piccole, medie e artigiane, delle rispettive associazioni sindacali e di categoria; garantisce, tramite le strutture territoriali e con l'apporto delle consulenze tecniche, l'attuazione dei compiti assegnatigli dal suddetto decreto legislativo; assicura la formazione, l'informazione e l'assistenza in materia di prevenzione; cura i rapporti con gli organismi nazionali ed internazionali operanti nello specifico settore.
Inoltre, l'articolo 23 del decreto legislativo n. 38 del 2000 ha previsto ulteriori interventi da parte dell'INAIL per il miglioramento delle misure di prevenzione. In particolare il primo comma di tale articolo ha istituito, in via sperimentale, in seno alla contabilità generale dell'istituto, interventi di sostegno di programmi di adeguamento delle strutture e dell'organizzazione alle normative di sicurezza e igiene del lavoro delle piccole e medie imprese e dei settori agricolo e artigianale in attuazione del decreto legislativo n. 626 del 1994 e successive modificazioni.
Tali interventi si articolano in due tipologie di finanziamento: finanziamento in conto interessi a tasso zero. Tale meccanismo prevede il sostegno economico attraverso finanziamenti erogati dal sistema bancario con copertura totale dei relativi interessi da parte dell'INAIL.
Con il bando del 2002 vi sono stati 4588 programmi ammessi per un importo finanziabile di oltre 400 milioni di euro; finanziamenti in conto capitale. Sono ammessi a tale tipo di sostegno solo i programmi che presentano caratteristiche di particolare valenza e qualità ai fini previdenziali e di estensibilità ad altre realtà produttive. Sono in corso di approvazione le 1512 domande presentate per tale tipologia di finanziamento.
Le risorse residue hanno permesso l'emanazione di un secondo bando nel giugno del 2004 (le domande di adesione pervenute sono 6970); progetti per favorire l'applicazione degli articolo 21 e 22 del decreto legislativo n. 626 del 1994 e successive modifiche, anche tramite la produzione di strumenti e prodotti informatici,
È proprio con l'obiettivo di elevare ulteriormente la sicurezza nei luoghi di lavoro attraverso lo strumento dell'informazione e della formazione, sia dei lavoratori che delle altre figure all'interno dell'azienda, che l'Inail sta siglando protocolli d'intesa, come quello del 21 giugno 2004 tra l'Inail e Confindustria del Veneto, per far entrare la sicurezza nella strategia dell'impresa, alla pari con la produzione. Tale protocollo ha previsto la costituzione di un gruppo di lavoro-osservatorio che dovrà monitorare nel tempo i risultati ottenuti ed individuare le azioni comuni da portare avanti, anche nell'ottica di costituire un «modello» riproducibile in altri settori.
Inoltre l'attenzione dell'assicurazione pubblica verso il fenomeno infortunistico trova la sua tradizionale espressione nell'ambito del «sistema di oscillazione dei tassi», che consente di ridurre o aumentare il costo assicurativo delle aziende in relazione a parametri predeterminati e sostanzialmente finalizzati a riconoscere un trattamento più favorevole all'azienda a minore rischio infortunistico.
Il sistema, in particolare, distingue tra le aziende di nuova istituzione e quelle che, invece, operano da oltre un biennio.
In relazione alla prima categoria viene considerata soltanto la situazione della singola impresa circa il rispetto delle norme di prevenzione infortuni e di igiene del lavoro ed è prevista la possibilità di ridurre (a domanda) o aumentare (d'ufficio) il tasso medio di tariffa in caso, rispettivamente, di adempimento o di violazione degli obblighi di legge.
In relazione alla seconda categoria di aziende, invece, si tiene conto dell'andamento infortunistico aziendale, ossia della concreta incidenza di infortuni, i dati registrati in un determinato periodo di osservazione vengono raffrontati con la media delle omologhe imprese nazionali, espressa dal tasso medio di tariffa, e i risultati del raffronto possono determinare la riduzione o l'aumento del tasso medio di tariffa, a seconda che l'andamento aziendale sia migliore o peggiore rispetto alla media.
Sempre in relazione a questa categoria di aziende va segnalata la recente introduzione - nell'ambito del sistema tariffario varato dopo la riforma del 2000 - di un nuovo strumento di oscillazione, mirato a stimolare gli investimenti nel campo della prevenzione.
Esso in particolare riconosce la possibilità di ottenere una riduzione di tasso alle aziende che, oltre al rispetto degli obblighi minimi sanciti dalla legislazione vigente, comprovino di avere effettuato interventi migliorativi nel campo della prevenzione (oscillazione per prevenzione).
Le modalità e le condizioni di accesso alla riduzione, per la quale è necessario presentare apposita domanda all'Inail entro il 31 gennaio di ogni anno, sono state recentemente semplificate ed aggiornate dall'Inail con l'obiettivo di stimolare un maggiore numero di investimenti da parte delle aziende.
Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali: Roberto Maroni.
(4-11321)
appare necessario provvedere al perfezionamento della tutela riservata ai lavoratori vittime di infortunio sul lavoro;
le associazioni hanno formulato proposte di buon senso che appaiono meritevoli di considerazione e di accoglimento -:
se non intenda adottare iniziative normative tese a disciplinare la garanzia di continuità assistenziale attraverso forme di sostegno, anche economico, per il "riaccompagnamento» al lavoro dopo la guarigione clinica.
(4-11322)
Il regio decreto del 17 agosto 1935, n. 1765, il cui impianto è stato essenzialmente riprodotto dal successivo decreto del Presidente della Repubblica 30 giugno 1965, n. 1124, ha segnato il definitivo abbandono di questa logica assicurativa di tipo privatistico, attraverso la generalizzata introduzione del principio di automaticità della tutela, affidata in via esclusiva all'Istituto nazionale per l'assicurazione contro gli infortuni sul lavoro (INAIL) e dell'obbligo per quest'ultimo di erogare anche prestazioni sanitarie di cura e riabilitazione. La tutela si è spostata quindi dal campo privatistico a quello pubblicistico ed ha assunto un carattere sociale, che è ancor più accentuato dalla Costituzione, segnatamente dall'articolo 38.
In questo generale contesto si è poi, inserito il decreto legislativo n. 38 del 2000, con una serie di disposizioni che, pur relative ad aspetti diversi, sono coerentemente orientate all'unico obiettivo di un ulteriore avanzamento del processo evolutivo della tutela pubblica.
In questo senso va letto l'articolo 23 del decreto legislativo su indicato, che prevede forme di finanziamento, da parte dell'Inail di programmi e progetti in materia di sicurezza ed igiene del lavoro.
Analoga valenza va attribuita all'articolo 24, che affida all'Inail compiti in materia di formazione e riqualificazione professionale degli invalidi del lavoro e di abbattimento di barriere architettoniche.
Tutti i contenuti e le novità introdotte dal decreto legislativo n. 38 del 2000, che si sostanziano in un nuovo sistema di indennizzo e di sostegno sociale inteso come insieme di servizi, volti alla riabilitazione ed al reinserimento sociale ed occupazionale del soggetto, sono stati recepiti dall'Inail attraverso l'adozione di un apposito regolamento, approvato con delibera del consiglio d'amministrazione n. 295 del 1o giugno 2000.
In particolare, il suddetto regolamento ha ridefinito le disposizioni interne sulla base del mutato quadro normativa venutosi a delineare nella specifica materia a seguito dell'entrata in vigore del decreto del Ministro della salute n. 332 del 27 agosto 1999, disciplinando tra l'altro, i nuovi livelli di assistenza protesica, i soggetto destinatari, le diverse tipologie di intervento e le modalità di fornitura.
Le prestazioni di carattere sanitario hanno assunto quindi una notevole importanza, in conseguenza del graduale affermarsi del principio che la tutela infortunistica deve mirare non solo al risarcimento del danno, ma anche alla guarigione clinica delle lesioni ed al massimo recupero della capacità lavorativa.
Pertanto, fanno capo all'istituto gli oneri per le prime cure ambulatoriali, necessari in caso di infortunio sul lavoro e di malattia professionale, inclusi gli accertamenti diagnostici. Nell'ambito delle prestazioni sanitarie, riabilitative, finalizzate cioè al recupero della capacità lavorativa ed al reinserimento nella vita sociale e familiare, sono ricomprese la fornitura di protesi e presidi idonei in base alla specificità delle lesioni, mentre tra le prestazioni sanitarie aventi finalità terapeutiche (curative e riabilitative) sono ricomprese le cure idrofangotermali ed i soggiorni climatici.
Le innovazioni introdotte dal decreto legislativo n. 38 del 2000, sono da coniugare
Tale norma, infatti, per garantire agli infortunati sul lavoro il compiuto recupero dell'integrità psico-fisica, comprensiva degli aspetti dinamico-relazionali, dispone, che «... le regioni possono definire con l'Inail convenzioni per disciplinare la tempestiva erogazione delle cure sanitarie necessarie ed utili, nel rispetto del principio di continuità assistenziale previsto dalla normativa del Servizio sanitario nazionale».
Da ultimo, per quanto attiene alle misure di supporto e di sostegno finalizzate alla ricollocazione del soggetto infortunato nel mondo del lavoro, si evidenzia l'articolo 24, del decreto legislativo n. 38 del 2000, concernente progetti formativi di riqualificazione professionale e di abbattimento delle barriere architettoniche nelle piccole e medie imprese. Il suddetto articolo dimostra il chiaro intento del legislatore di assegnare la priorità assoluta alle funzioni di reintegro delle potenzialità lavorative rispetto ad interventi di carattere puramente monetario.
A tale riguardo, l'Istituto nazionale per l'assicurazione contro gli infortuni sul lavoro ha fatto presente che sono stati realizzati, a partire dal 2001, n. 163 progetti individuali per la riqualificazione professionale dei disabili, con disabilità superiore al 33 per cento e n. 37 progetti per l'abbattimento delle barriere architettoniche.
Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali: Roberto Maroni.
l'osteoartrosi è una malattia cronica degenerativa che può colpire anche tutto l'apparato osseo, provocando dolore, incapacità funzionale e, in ultima analisi, invalidità;
attualmente sembrano non esistere cure in grado di guarire o comunque di bloccare i processi degenerativi derivanti da tale patologia;
è peraltro possibile ricorrere a farmaci antinfiammatori che, svolgendo un'azione analgesica per il dolore continuo associato a flogosi, consentono al paziente di continuare una vita più o meno normale e comunque dignitosa, anche dal punto di vista lavorativo;
tra le nuove note CUF dell'AIFA, pubblicate il 4 novembre 2004 sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica, questi farmaci antinfiammatori sono trattati alla Nota 66;
nelle motivazioni si ammette «un'incidenza di effetti gastrointestinali sfavorevoli» per i fans non selettivi, ma nello stesso tempo si impedisce di prescrivere i Coxib, «che hanno dimostrato una minore tossicità»;
a seguito di tale impostazione, i pazienti che da anni sono in terapia con i Coxib sono necessariamente posti di fronte ad una scelta: a) continuare la terapia a proprio totale carico, con tutte le ovvie considerazioni sociali che si pongono; b) passare ad una terapia prescrivibile (fans) finché si sarà sviluppata, pressoché inevitabilmente, un'ulcera o un'emorragia gastrica, per poter tornare dunque alla terapia che aveva dato buoni risultati -:
se non ritenga di dover intervenire al fine di assicurare tranquillità e coerenza terapeutica a tutti i cittadini affetti da osteoartrosi, con particolare riferimento alla somministrazione di farmaci antinfiammatori che costituiscono, attualmente, l'unica possibilità di offrire sollievo per i pazienti.
(4-12199)
La nota prevede anche il rimborso dei farmaci COXIB, limitatamente al trattamento dei sintomi algici e infiammatori in pazienti affetti da osteoartrosi o artrite reumatoide, ad alto rischio per complicanze gravi del tratto gastrointestinale superiore (emorragie, perforazioni, ostruzione pilorica) ove trattati cronicamente con FANS non selettivi.
Le limitazioni all'uso, approvate dall'AIFA, trovano riscontro nel recente ritiro dal mercato mondiale di uno dei farmaci appartenenti a questa classe (Rofecoxib), che ha mostrato, pur in presenza di una minore incidenza di effetti indesiderati gastroduodenali, un significativo aumento del rischio di eventi trombotici cardiovascolari, nei pazienti trattati con il suddetto farmaco.
Il Ministro della salute: Francesco Storace.
l'articolo 16 della legge 59/1992 prevede l'obbligo, per il Ministro delle attività produttive, di trasmettere al Parlamento, ala data del 31 dicembre di ogni anno, la relazione sull'attività svolta a favore della cooperazione e sullo stato della cooperazione in Italia;
la scadenza del 31 dicembre 2004 non è stata osservata;
il sistema della cooperazione, nel nostro Paese, ha assunto, negli ultimi lustri, una rilevanza sempre maggiore, anche se spesso è stato contrassegnato da attività svolte con molto entusiasmo e con poca professionalità da cittadini che poi hanno anche personalmente dovuto pagare le conseguenze delle proprie lacune;
è importante promuovere una crescita culturale e professionale del mondo della cooperazione, che può rappresentare, in momenti economici difficili come quelli che stiamo vivendo, una grande possibilità di lavoro e di responsabilizzazione dei lavoratori -:
quali siano le ragioni del ritardo nella trasmissione della relazione al Parlamento, così come previsto dall'articolo 16 della legge n. 59 del 1992.
(4-13053)
Le risultanze dell'indagine conoscitiva di cui sopra costituiranno elemento utile e indispensabile per la stesura della relazione triennale al Parlamento riferita al periodo 2001-2003, difficilmente elaborabile sulla base delle sole risorse interne al Ministero delle attività produttive e in assenza di un osservatorio della cooperazione volto a monitorare a livello nazionale e comunitario il fenomeno cooperativo.
Per poter avviare la procedura amministrativa per la realizzazione della citata indagine conoscitiva ai sensi del Regolamento di semplificazione delle spese in economia - decreto del Presidente della Repubblica n. 384 del 20 agosto 2001 - si è dovuto attendere l'assegnazione delle necessarie disponibilità finanziarie sul capitolo di competenza, alimentato dal flusso periodico dei contributi biennali versati dalle società cooperative secondo quanto disposto dalla legge.
La procedura amministrativa in argomento ha però subìto un arresto a seguito
Ottenuta la prescritta autorizzazione, l'affidamento per la realizzazione dell'indagine conoscitiva, è formalmente avvenuto in data 3 dicembre 2004, con incarico all'Istituto italiano di studi cooperativi «Luigi Luzzatti».
L'11 gennaio 2005 è stata avviata l'attività in argomento, che dovrà essere completata entro e non oltre quattro mesi a decorrere dalla medesima data.
In data 16 marzo c.a., l'istituto «Luigi Luzzatti», a seguito di quanto formalmente richiesto circa lo stato di avanzamento dell'esecuzione dell'indagine di cui sopra, ha confermato l'osservanza del termine contrattuale previsto per il completamento delle attività.
Sulla base degli esiti dell'indagine, che saranno opportunamente vagliati dalla competente Direzione generale del ministero, sarà poi possibile redigere, in tempi brevi, la dovuta relazione al Parlamento.
Il Sottosegretario di Stato per le attività produttive: Giuseppe Galati.
l'articolo 2, comma 2, lettera h), del decreto del Presidente della Repubblica n. 373 del 1994 prevede l'obbligo, per il Ministro delle attività produttive, di trasmettere al Parlamento, alla data del 31 dicembre di ogni anno, la relazione sullo stato di attuazione degli interventi di deindustrializzazione delle aree di crisi siderurgica;
la scadenza del 31 dicembre 2004 non è stata osservata;
è importante poter verificare l'efficienza e l'efficacia degli interventi anche per i profili occupazionali che la crisi del settore siderurgico produce in aree che debbono trovare un deciso intervento delle istituzioni per evitare che le associazioni criminali possano approfittare, come spesso accade, del disagio sociale derivante dalla disoccupazione e dalla sottoccupazione -:
quali siano le ragioni del ritardo nella trasmissione delle relazione al Parlamento, così come previsto dall'articolo 2, comma 2, lettera h), del decreto del Presidente della Repubblica n. 373 del 1994.
(4-13054)
Dal predetto documento emerge, in particolare, quanto segue.
I fondi complessivamente attribuiti alle varie aree di crisi siderurgica, con l'approvazione dei piani parametrici predisposti alla data del 30 giugno 2004, sono pari a 613 milioni di euro e gli obiettivi occupazionali fissati prevedono la realizzazione di 8992 nuovi posti di lavoro.
I progetti imprenditoriali deliberati al 30 giugno 2004, che impegnano complessivamente fondi ex lege 181 del 1989 per 518 milioni di euro, svilupperanno a regime nuova occupazione per 7053 unità ed investimenti per 907 milioni di euro.
Il Ministero delle attività produttive, fino al 30 giugno 2004, di tali progetti ne ha approvati 108 che hanno già realizzato nuova occupazione per 6250 unità e investimenti per 807 milioni di euro. A favore degli stessi sono già stati erogati fondi di legge per complessivi 429 milioni di euro.
Sviluppo Italia ha assunto una quota di capitale sociale in 105 iniziative, per le
Le risorse finanziarie erogate a Sviluppo Italia al 30 giugno 2004 per l'attuazione del programma di promozione industriale ammontano a 322 milioni di euro.
Le erogazioni disposte da Sviluppo Italia, alla stessa data, sono pari a 429 milioni di euro che, al netto dei rientri, pari a 119 milioni di euro, si riducono a 310 milioni di euro.
Il Sottosegretario di Stato per le attività produttive: Giuseppe Galati.
l'ufficio postale di Ficarazzi, frazione del comune di Aci Castello (Catania) realizzato diversi decenni fa per rispondere alle esigenze di una popolazione nettamente inferiore rispetto all'attuale utenza, offre uno spazio fisico del tutto insufficiente per garantire il corretto svolgimento delle operazioni richieste dalla clientela: dodici metri quadrati circa;
la struttura può infatti ospitare al massimo sei persone e non è fornito di adeguate attrezzature per l'accoglimento di portatori di handicap o di persone in età avanzata;
anche la tutela della privacy risulta del tutto violabile durante lo svolgimento delle operazioni effettuate davanti allo sportello;
nell'attesa di effettuare tali operazioni, gli utenti sono costretti a disporsi in colonna in strada all'esterno dell'ufficio, lungo via Tripoli, arteria ad altissima densità di traffico automobilistico e di inquinamento atmosferico, con conseguente esposizione a evidenti pericoli;
la presenza degli utenti stessi in via Tripoli è spesso causa di rallentamenti al traffico;
a conferma dei sentimenti di disagio infusi nella cittadinanza, è stata presentata all'Amministrazione comunale di Aci Castello una petizione popolare sottoscritta da 457 firmatari;
nel territorio di Ficarazzi risulta che diversi locali, idonei ad ospitare un ufficio postale nuovo e funzionale, non siano locati -:
quali iniziative il Ministro interrogato ritenga opportuno adottare al fine di sollecitare alla direzione delle Poste Italiane spa interventi urgenti tesi alla realizzazione di un nuovo ufficio postale a Ficarazzi.
(4-12504)
Il Ministero delle comunicazioni - quale Autorità nazionale di regolamentazione del settore postale - ha tra i propri compiti quello di verificare il corretto espletamento del servizio universale erogato da Poste Italiane.
Tale attività è volta ad accertare che la qualità del servizio svolto su tutto il territorio nazionale risponda ai parametri fissati dalla normativa comunitaria e nazionale, peraltro recepiti nel contratto di programma, e ad adottare idonei strumenti sanzionatori nel caso in cui si dovesse verificare il mancato rispetto degli standard qualitativi fissati.
Ciò premesso, allo scopo di poter disporre di elementi di valutazione in merito a quanto rappresentato dall'interrogante, non si è mancato di interessare la società Poste la quale ha comunicato che la questione della collocazione dell'ufficio postale di Ficarazzi, frazione di Aci Castello, è ben nota ai competenti organi locali che hanno esperito numerose ricerche nel territorio interessato al fine di individuare locali
Pertanto, per venire incontro alle esigenze della clientela, ha concluso Poste italiane, si è ritenuto opportuno procedere ad interventi di ristrutturazione dei locali occupati e di tale scelta aziendale è stata data notizia al sindaco del Comune di Aci Castello nel corso di un incontro - avvenuto il 9 febbraio 2005 - con il direttore della filiale di Catania 1.
Il Ministro delle comunicazioni: Mario Landolfi.
la direzione generale per il coordinamento degli incentivi alle imprese ha la competenza a rilasciare l'autorizzazione alla rimodulazione delle risorse finanziarie dei patti territoriali derivanti da eventuali rinunce, revoche o economie conseguite in sede di attuazione;
secondo la Circolare del Ministero delle attività produttive del 18 febbraio 2002 le proposte di rimodulazione presentate dal soggetto responsabile possono essere formulate entro 48 mesi dalla data di approvazione del patto;
alle imprese aderenti ai patti territoriali è consentito chiudere gli investimenti entro 66 mesi dalla data del decreto in quanto - ai 48 mesi previsti - è possibile chiedere una proroga di 12 mesi nonché una ulteriore proroga di 6 mesi con la perdita del 10 per cento di contributo;
è impossibile sapere le reali risorse disponibili prima di 66 mesi dalla data di approvazione del patto -:
se non ritenga opportuno emanare una nuova circolare che, modificando le precedenti, consenta la rimodulazione delle risorse resesi disponibili entro 72 mesi dalla data del decreto.
(4-11154)
Tale disposizione non è in contrasto con la necessità di dover quantificare le risorse entro quella data in quanto si ritiene che le iniziative non ultimate nei 48 mesi, per le quali è stata riconosciuta una proroga di 12 mesi, proprio in virtù della concessione ottenuta, debbano considerarsi iniziative per le quali è garantito il loro completamento.
In altre parole, la concessione della proroga, da parte del soggetto responsabile, deve essere fatta sulla base di una effettiva valutazione delle motivazioni a sostegno della richiesta stessa ed, in particolare, della sussistenza delle condizioni per il completamento degli investimenti nei termini prorogati.
Premesso quanto sopra il Ministero delle attività produttive ha già dato la propria disponibilità ad un Tavolo tecnico Stato-regioni, stante la regionalizzazione della materia, per la valutazione di opportune modifiche normative per questo ed altri problemi.
Il Sottosegretario di Stato per le attività produttive: Giuseppe Galati.
la sede regionale dell'INPS della Puglia, con lettera indirizzata al Presidente ed al Direttore Generale dell'INPS nazionale, ha posto gravi problemi in merito al funzionamento della sede regionale pugliese, in riferimento alla impossibilità di trasformazione del rapporto di lavoro a tempo indeterminato per 117 unità lavorative;
tali giovani lavoratori assunti con CFL, e come evidenziato dalla stessa missiva, hanno superato una durissima selezione ed hanno consentito agli uffici dell'Inps pugliese di raggiungere significativi obiettivi produttivi;
la stessa INPS della Puglia denuncia che la mancata trasformazione del contratto a tempo indeterminato di tali impiegati comprometterebbero i positivi risultati ottenuti -:
quali iniziative intenda assumere al fine di verificare tale situazione, e perché si addivenga alla trasformazione a tempo indeterminato di tali contratti, onde garantire i livelli occupazionali e le capacità produttive delle sedi locali dell'INPS.
(4-12213)
Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali: Roberto Maroni.
da almeno 5 anni lo spazio aereo italiano è solcato da aviogetti militari che rilasciano scie chimiche molto diverse dalle normali scie di condensazione liberate dagli aerei civili. Queste, infatti, permangono a lungo in atmosfera e, anziché disperdersi, tendono ad allargarsi in una massa gelatinosa, tanto da trasformare ampie sezioni di cielo limpido in un uniforme ammasso nuvoloso e stratiforme di colore lattiginoso;
tali scie vengono rilasciate, in genere, da 2 o più aviogetti che seguono rotte non consuete a basse quote e che, incrociandosi, formano figure geometriche, in genere delle ics, dei triangoli o vere e proprie griglie;
sono inoltre pervenute numerose segnalazioni da parte di singoli cittadini i quali, avendo fatto ingrandimenti dei filmati e delle foto scattate, affermano che gli aerei in questione sarebbero privi di contrassegni e che le scie verrebbero emesse da uno o due erogatori posti, di volta in volta, in punti diversi del veivolo;
la stessa Associazione piloti civili ha notato il fenomeno delle scie anomale e chiesto informazioni in merito;
sembrerebbe che le scie contengano anche cristalli di bario e forse di alluminio -:
se tali fenomeni siano stati presi in considerazione dal Governo;
se gli aviogetti siano di nazionalità italiana o straniera;
se sia accertato quali elementi chimici contengano realmente tali scie, e se siano dannose per la salute.
(4-12711)
In particolare, il fenomeno delle scie si riferisce alla condensazione di vapore acqueo che normalmente viene rilasciato dai motori a combustione interna.
Ciò si manifesta generalmente a basse temperature e a quote normalmente superiori ai ventimila piedi.
Il combustibile usato dai velivoli militari è analogo a quello usato dai vettori civili e l'impatto ambientale, in relazione alla concentrazione di idrocarburi, è risultato molto minore di quello normalmente rilevabile nelle comuni aree urbane.
Per quanto concerne la permanenza delle citate scie, si precisa che a temperature appena superiori allo zero, il vapore acqueo contenuto nell'atmosfera, all'impatto con una superficie quale ad esempio la fusoliera di un aereo, può congelarsi all'istante per effetto dell'improvvisa variazione di pressione e dare quindi, quell'impressione gelatinosa alla quale si fa riferimento nell'atto in esame.
Inoltre, in assenza di vento, la permanenza delle scie così prodotte, può protrarsi anche per diverse ore.
In tal caso, l'incrocio delle rotte di più velivoli che, in contemporanea o successivamente, vengono ad intersecarsi, possono dare origine a figure geometriche.
Inoltre i velivoli in dotazione alla Pattuglia acrobatica nazionale (Frecce Tricolori), durante le manifestazioni aeree, producono «fumi» (e non scie), derivanti da prodotti a norma CEE, non tossici e che non arrecano alcun danno alla salute pubblica.
In ultimo, non è emerso alcun elemento relativamente alla presenza di velivoli in volo senza contrassegni di nazionalità.
Il Ministro della difesa: Antonio Martino.
il 14 dicembre 2004 è stata la giornata mondiale del diabete con inizio della campagna di prevenzione di questa malattia che, va sottolineato, è di due tipi:
a) diabete di tipo uno, insulinodipendente che riconosce una eziologia immunitaria;
b) diabete di tipo due, non insulinodipendente che invece ha una causa metabolica;
è evidente che il diabete di tipo due dipende dalle abitudini alimentari e può essere prevenuto modificando le abitudini di vita; questa malattia è in aumento in tutto il mondo occidentale con grandi costi non soltanto economici ma anche biologici;
il diabete di tipo uno ovviamente non può essere prevenuto, in quanto dipende da una componente genetica e dalla distruzione autoimmunitaria delle cellule beta del pancreas; attualmente può essere curato solo con somministrazione di insulina, e probabilmente solo la ricerca molecolare potrà portare in futuro alla sua sconfitta -:
se non intenda promuovere una campagna di informazione che chiarisca la differenza tra i due tipi di diabete e promuova tutta una serie di misure in accordo con le regioni per la prevenzione del diabete di tipo due;
se non intenda attivarsi affinché siano predisposti adeguati finanziamenti per la ricerca basata sulle cellule staminali, al fine di arrivare alla messa a punto di una possibile terapia definitiva del diabete di tipo uno, che è una malattia meno frequente ma a rischio di gravi complicanze.
(4-12218)
Per quanto riguarda il diabete di tipo 1, la cui prognosi è strettamente legata, da parte dei pazienti, ad un corretto stile di vita in generale e, in particolare, di quello alimentare, sono stati individuati:
a) i programmi di prevenzione primaria e secondaria, allo scopo di ridurre i tassi di ospedalizzazione e menomazione permanente (cecità, amputazioni degli arti);
b) le strategie per migliorare la qualità di vita dei pazienti, con azioni di educazione ed informazione sanitaria.
Nello stesso Piano Sanitario viene evidenziato che il counselling individuale, finalizzato a indurre il peso corporeo, a migliorare le scelte alimentari (minor contenuto di grassi totali e di grassi saturi e aumento del contenuto in fibre della dieta), ed a incrementare l'attività fisica, si è dimostrato in grado di ridurre il rischio
Il Piano, oltre a porre l'accento sulla prevenzione primaria, più facilmente attuabile nei confronti del diabete di tipo 2 rispetto a quello di tipo 1, a causa della non ancora completa conoscenza dei fattori di rischio per quest'ultimo, evidenzia la necessità della prevenzione delle complicanze a lungo termine della malattia diabetica (prevenzione terziaria). Tale prevenzione costituisce la fonte prioritaria di riduzione della qualità e durata di vita per i soggetti affetti da tale patologia, oltre a rappresentare un rischio di un aumento incontrollato dei costi per il Servizio sanitario nazionale.
In quest'ottica, il ministero della salute ha ricompreso le complicanze del diabete tra le aree di intervento prioritarie previste dal Piano Nazionale per la Prevenzione 2005-2007, allegato n. 2 all'Intesa tra Stato, regioni e province autonome di Trento e Bolzano del 23 marzo 2005.
Gli ambiti di tale Piano sono quelli già individuati nell'accordo raggiunto a Cernobbio in data 6 aprile 2004 (prevenzione della patologia cardiovascolare e delle complicanze del diabete, diagnosi precoce dei tumori, vaccinazioni), ai quali si è aggiunta la prevenzione degli incidenti.
Per il diabete, è stato previsto che il programma si debba estendere anche ai bambini, in particolare a quelli obesi.
La prevenzione delle complicanze del diabete mellito sarà realizzata tramite l'adozione di programmi di disease management (strategia di gestione delle malattie croniche), che prevede:
a) la partecipazione del paziente nella gestione attiva della malattia, attraverso programmi di educazione e di supporto, svolti a livello della rete primaria di assistenza;
b) l'attivazione di una schedulazione di sistemi, idonei a garantire la regolare esecuzione di un set di controlli periodici da parte del paziente;
c) l'attivazione di un sistema di monitoraggio, su base informatizzata.
d) istituzione della Commissione nazionale sulla malattia diabetica, con l'obiettivo di valutare, insieme alle regioni, le iniziative e i modelli assistenziali adottati nelle diverse realtà locali, confrontando i percorsi diagnostico-terapeutici ed assistenziali, sviluppati sul territorio nazionale, per favorire quelli che garantiscano uniformità di risposte e continuità di tutela al paziente diabetico, in attuazione della normativa vigente. Si dovrà, inoltre, riesaminare l'Atto d'intesa e gli allegati tecnici, allo scopo di un loro eventuale aggiornamento, alla luce dell'evoluzione delle conoscenze scientifiche e tecnologiche, nonché formulare indicazioni sugli interventi operativi a favore del soggetto diabetico e delle fasce di popolazione a rischio;
e) valutazione ed eventuale finanziamento di progetti regionali, mirati a raggiungere gli obiettivi previsti dal Piano di Prevenzione Attiva 2004-2006, la cui finalità, in materia di lotta alle complicanze della malattia diabetica, è quella di identificare i pazienti diabetici mediante l'iscrizione in appositi registri ed implementare programmi di disease management per i pazienti iscritti, attraverso l'integrazione in rete delle strutture territoriali della prevenzione e dell'assistenza primaria e dei centri antidiabete;
f) predisposizione, attraverso il Centro per la Prevenzione ed il Controllo delle Malattie (CCM), e in collaborazione con l'Istituto Superiore di Sanità, di un progetto pilota, per individuare e sperimentare, in alcune realtà territoriali, una strategia di prevenzione delle complicanze del diabete mellito che possa, in un secondo momento, essere proposta come modello di intervento su tutto il territorio nazionale;
g) aggiornamento del decreto ministeriale 28 maggio 1999, n. 329 «Regolamento recante norme di individuazione delle malattie croniche e invalidanti ai sensi dell'articolo 5, comma 1, lettera a) del decreto
h) affidamento del mandato al CCM, nel contesto del Piano Nazionale di Prevenzione previsto dall'Intesa tra Stato, regioni e province autonome di Trento e Bolzano del 23 marzo 2005, dei seguenti obiettivi:
a) prevedere, per i programmi non ancora validati scientificamente sul territorio nazionale, la possibile attuazione dei progetti pilota, per verificarne l'impatto prima della messa a regime;
b) definire un cronoprogramma di sviluppo degli interventi previsti nei programmi specifici, che individui le fasi di attuazione e le modalità di verifica dei singoli programmi;
c) supportare le regioni, nella definizione dei programmi regionali attuativi;
d) dare informazione sulle iniziative e sui progetti, nell'ambito del suddetto Piano, con modalità omogenee sul territorio nazionale, al fine di evitare sovrapposizioni di iniziative e risorse economiche.
Va precisato che i provvedimenti legislativi a livello nazionale (legge 16 marzo 1987, n. 115 «Disposizioni per la prevenzione e la cura del diabete mellito» e l'Atto d'intesa del 1991), garantiscono una efficace tutela alle persone affette da diabete; le linee di attività avviate hanno l'obiettivo di determinare un significativo miglioramento del livello di tutela sanitaria, da attuarsi, a livello locale, con l'adozione di misure organizzative adeguate al tipo di assistenza.
La scelta dei modelli organizzativi più idonei a ottimizzare l'impegno delle risorse economiche appartiene alla competenza istituzionale delle regioni, in particolare dopo l'entrata in vigore della legge costituzionale 18 ottobre 2001, n. 3.
Il ministero della salute ha avviato, nel novembre 2004, una campagna di comunicazione per la prevenzione del diabete, di durata annuale, nel cui ambito è stata indetta, il giorno 14 novembre 2004, la «Giornata nazionale del diabete».
Obiettivo della campagna è la prevenzione del diabete di tipo 2, la cui incidenza può essere ridotta seguendo uno stile di vita salutare.
Nella pianificazione e nella realizzazione delle iniziative di comunicazione, sono state coinvolte le Associazioni di volontariato e di pazienti più rappresentative a livello nazionale, quali la FAND (Associazione Italiana Diabetici), la FDG (Federazione Nazionale Diabete Giovanile), l'ANIAD (Associazione Nazionale Atleti Diabetici) e l'AID (Associazione Italiana per la difesa degli interessi dei diabetici), nonché le maggiori Società scientifiche operanti nel settore, quali la SID (Società Italiana Diabetologia), l'AMD (Associazione Medici Diabetologi) e la JDFR (Juveinle Diabets Research Foundation International).
La modalità operative prevedono che ogni associazione coinvolta realizzi una specifica iniziativa di comunicazione, in nome e per conto di tutte le altre, con il monitoraggio e la vigilanza del ministero della salute.
Tra i mezzi di comunicazione utilizzati, sono previsti la pubblicità dinamica, gli opuscoli informativi, spot televisivi e radiofonici, sito internet ed eventi di sensibilizzazione su tutte il territorio nazionale.
Nel corso di tale campagna, le associazioni hanno dato e daranno vita a tutta una serie di iniziative, finanziate dal ministero
In linea con gli obiettivi dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, la campagna si propone di:
a) ridurre l'incidenza del diabete di tipo 2;
b) ridurre le complicanze derivate dal diabete di tipo 2;
c) prevenire forme di discriminazione.
a) informare la popolazione sull'importanza della prevenzione della malattia e delle complicanze (controlli della glicemia);
b) sottolineare l'importanza di perseguire corretti stili di vita, con una alimentazione equilibrata e l'attività fisica, per evitare la malattia o ridurne la gravità;
c) indicare i fattori di rischio e la mappatura dei centri diabetologici;
d) sensibilizzare la popolazione sulla patologia diabetica e sulle forme di non discriminazione.
In merito all'attività di ricerca sulle cellule staminali finanziata dal ministero della salute, va segnalata la ricerca svolta dall'Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico «San Raffaele del Monte Tabor» di Milano, che da molti anni si occupa, oltre che di trapianto di isole pancreatiche, nell'ambito della medicina molecolare, anche di terapia genica e con cellule staminali relativamente alle malattie metaboliche, quali il diabete.
Il Ministro della salute: Francesco Storace.
l'Inpdap ha acquistato in Messina nell'anno 1996 immobili di nuova costruzione per circa 16.000 mq a fronte del prezzo di circa 25 miliardi di lire;
con il predetto atto di compravendita la società venditrice, Sitat s.r.l., si è obbligata a garantire, mediante la locazione degli immobili, il reddito annuo non inferiore all'8,50 per cento sul prezzo di acquisto;
successivamente alla stipula dell'atto pubblico di trasferimento, la Sitat s.r.l. ha trasmesso all'istituto neoproprietario le proposte locative pervenute da ditte commerciali private e enti pubblici, disposti a locare gli immobili con canone di locazione idoneo a garantire il predetto reddito dell'8 per cento annuo;
l'Inpdap ha di fatto rifiutato le proposte locative ed in particolare quella formulata dal comune di Messina, al quale con nota del 31 ottobre 1997 ha dichiarato di non potere locare gli immobili in quanto destinati ad uso strumentale per la propria sede provinciale;
successivamente, nell'anno 1998, l'Istituto ha stipulato un contratto di locazione con una società a capitale privato, accettando, a quanto risulta all'interrogante, un canone locativo di gran lunga inferiore (ridotto a circa un terzo) a quello proposto dalle ditte private, dagli enti pubblici e dallo stesso comune di Messina;
la predetta società locataria, nonostante nel pieno godimento degli immobili, non ha versato il canone locativo dovuto e
per quali motivi siano stati rifiutati i contratti di locazione e i conseguenti fitti, come proposti dalla venditrice in esecuzione dell'obbligo di garanzia del reddito assunto con l'atto di compravendita;
per quale motivo l'Inpdap abbia comunicato al comune di Messina di non potere affittare i locali dallo stesso richiesti in locazione;
per quale motivo il predetto istituto abbia viceversa, locato gli immobili alla società privata di cui in premessa, consentendo un canone di gran lunga inferiore (circa un terzo) a quelli delle proposte inoltrate dalla società venditrice Sitat s.r.l.;
se gli immobili di che trattasi rientrino nel patrimonio soggetto a cartolarizzazione.
(4-05339)
Nel merito va evidenziato che la società SITAT non ha ottemperato agli obblighi assunti in via contrattuale per ciò che riguarda gli adempimenti connessi alla consegna dell'immobile, in quanto obiettivamente lo stato del manufatto non registrava tutti gli elementi prescritti dal contratto stesso e, inoltre, erano del tutto assenti le certificazioni essenziali comprovanti l'agibilità del complesso in parola.
In relazione alla richiesta avanzata dal comune di Messina circa l'intendimento di locare alcune porzioni immobiliari, si conferma che l'istituto aveva deciso, in un primo tempo, di utilizzare in proprio i predetti locali adibendoli a sede provinciale e che, solo successivamente, avendo accertato l'inadeguatezza dell'immobile ad ospitare la struttura periferica, si è provveduto alla revoca dell'originario provvedimento.
Occorre evidenziare che sui punti essenziali della vicenda è intervenuta di recente una pronuncia da parte del tribunale di Roma che, con sentenza parziale n. 27177 del 5 ottobre 2004, in accoglimento delle domande dell'istituto, ha condannato la SITAT S.r.l. al pagamento, in favore dell'INPDAP, della complessiva somma di euro 5.816.337, oltre gli interessi legali dalla domanda a saldo, nonché al pagamento degli ulteriori ratei trimestrali di reddito garantito a decorrere dal 20 settembre 2001, oltre gli interessi legali dalle singole scadenze.
Inoltre, con separata ordinanza è stata disposta la prosecuzione del giudizio per quanto riguarda gli aspetti del mancato completamento ovvero dei vizi dell'immobile in argomento.
Si fa presente che alle vicende processuali incardinatesi in relazione alla compravendita de qua, va aggiunta l'azione di annullamento ovvero risoluzione del contratto di locazione intervenuto con la Mediterranea Auto S.r.l.
Atteso che, tanto dal punto di vista normativo quanto da quello economico, non sussisteva alcuna possibilità di regolarizzare il contratto di locazione con la stessa Mediterranea auto S.r.l., con determinazione n. 644 del 9 luglio 2002 l'INPDAP ha incaricato uno studio legale di Messina di attivare una distinta azione giudiziale nei confronti della predetta locataria, avente ad oggetto la declaratoria di nullità o l'annullamento del contratto di locazione di che trattasi, e comunque la risoluzione del contratto stesso per il gravissimo inadempimento della locataria alla fondamentale obbligazione di corresponsione del canone, oltre al risarcimento dei danni subìti.
Si fa presente, infine, che l'immobile di che trattasi è stato cartolarizzato il 28 novembre 2002.
Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali: Roberto Maroni.
l'articolo 12 del decreto ministeriale 320/2000 prevede che, nel caso venga richiesta
in Basilicata, a seguito delle ripetute ed eccezionali nevicate nella zona del Vulture Melfese verificatesi soprattutto nei mesi di dicembre e gennaio, vi è stato di fatto il fermo di tutti i cantieri pubblici e privati;
a causa di ciò vi è stato lo slittamento delle operazioni attinenti le costruzioni e la realizzazione dei vari interventi previsti dal Patto territoriale «Sapori Lucani»;
il patto in questione, la cui gestione risulta essere efficiente ed oculata, è assai significativo per la crescita economica dell'area, che ha nello sviluppo agroalimentare e rurale uno dei punti di forza;
non meno di 15 progetti, a partire da quello relativo alla costruzione della cantina della ditta Villa Rotondo (Paternoster) hanno subìto oggettivi ritardi, che hanno determinato la richiesta di proroga di cui al citato decreto -:
se, data la causa di forza maggiore, non ritenga di non applicare la citata riduzione del contributo al fine di non penalizzare gli operatori interessati.
(4-09713)
Lo stesso decreto ministeriale n. 320 del 2000 prevede che, qualora l'iniziativa sia ultimata entro i sei mesi successivi alla scadenza della proroga, si dovrà provvedere alla revoca parziale dell'agevolazione nella misura del 10 per cento.
È altresì noto che la proroga di cui sopra può essere riconosciuta direttamente dal soggetto responsabile, per motivi di carattere straordinario, e comunque secondo le indicazioni impartite dal Ministero delle attività produttive con svariate circolari sull'argomento. A tale proposito, si richiama l'attenzione sull'importanza della verifica, da parte del soggetto responsabile concedente la proroga, della sussistenza delle condizioni per il completamento degli investimenti nei termini prorogati.
Il Ministero delle attività produttive, non potendo comunque riconoscere più di una proroga, per evitare la revoca totale dell'agevolazione con conseguenti ripercussioni negative sullo sviluppo locale in specie per le unità lavorative impiegate, ha ritenuto opportuno concedere, nei casi di reale impedimento alla prosecuzione dei lavori, una sospensiva dei termini, commisurata alla effettiva durata dell'impedimento, ma non superiore a 12 mesi complessivi.
Il Sottosegretario di Stato per le attività produttive: Giuseppe Galati.
sui prodotti petroliferi vi è una scandalosa speculazione e profitti immensi da parte delle compagnie petrolifere, senza che mai vi sia un intervento di riequilibrio praticato dall'ENI -:
se il Governo non ritenga di adottare opportune iniziative volte ad intervenire sull'aumento del prezzo dei carburanti data la grande speculazione che, secondo l'interrogante, viene portata avanti dalle compagnie petrolifere.
(4-12586)
Il Governo, ed in particolare il Ministero delle attività produttive, vigilano costantemente e con particolare attenzione su tale mercato, sia in considerazione dell'attuale
Il Ministero delle attività produttive, per quanto concerne i profili di competenza, svolge una costante azione di monitoraggio sui prezzi dei prodotti petroliferi, che vengono giornalmente pubblicati sul sito web del M.A.P. con l'obiettivo, da un lato, di rendere trasparenti le componenti del prezzo dei prodotti petroliferi e, dall'altro, di fornire una informazione più completa e corretta possibile a beneficio dei cittadini/consumatori. Si provvede, in particolare, alla verifica dell'andamento del prezzo dei carburanti sia in rapporto agli altri paesi europei che in relazione ai cambi valutari ed al costo del greggio, attraverso la raccolta e la diffusione dei dati, a livello nazionale ed internazionale, maggiormente rilevanti per un'analisi puntuale del mercato petrolifero.
Si fa presente che il mercato petrolifero internazionale è soggetto a forti oscillazioni di prezzo (ad esempio nell'anno 2004 il prezzo del greggio ha avuto una oscillazione delle quotazioni pari al 75-80 per cento) e che, dunque, qualsiasi analisi dovrebbe essere riferita, per assumere valore e significatività, ad un lasso di tempo sufficientemente ampio.
Con riguardo alle iniziative dirette ad un raffreddamento dei prezzi al consumo, il Ministro per le attività produttive è intervenuto, più volte, presso le compagnie petrolifere con azioni di moral suasion, l'ultima delle quali con lettera del 29 dicembre 2004. Altre azioni potrebbero essere intraprese di concerto con i partners europei.
Il Sottosegretario di Stato per le attività produttive: Battista Caligiuri.
sui mercati europei si stanno imponendo prodotti di provenienza cinese a bassissimo costo (non sempre conformi ai regolamenti CE) che porteranno allo smantellamento di alcune produzioni comunitarie: tessile, elettronica, giocattoli e soprattutto calzaturiero;
questo settore, ha la produzione localizzata nell'Europa meridionale e realizzata soprattutto da PMI che non possono sostenere il peso di questa competizione;
stime delle associazioni di produttori rivelano che più della metà delle scarpe prodotte nel mondo provengono dalla Cina e che le importazioni dalla Cina verso l'Europa sono cresciute, nei primi due mesi del 2005, in rapporto 1 a 7, con un decremento dei prezzi pari a circa il 28 per cento. Solo in Italia nel calzaturiero operano 103.500 addetti e 7.300 aziende, che rischiano di sparire con conseguenze gravi per l'occupazione e ripercussioni negative sul territorio -:
se nonostante le procedure antidumping e antisovvenzione, ove se ne ravvisassero le condizioni sia possibile l'applicazione dei dazi compensativi;
quale seguito sia stato dato alla proposta di regolamento, che renderebbe esecutive alcune disposizioni previste nel protocollo di adesione della Cina all'OMC e consentirebbe di imporre alle importazioni cinesi misure di salvaguardia, qualora il loro rapido aumento, come rappresentato, dovesse perturbare il mercato per l'industria comunitaria;
quali risultati ha dato il Transitional Review Mechanism (TRM), istituito al momento dell'adesione della Cina all'OMC con il quale l'OMC e l'Ue avrebbero potuto verificare annualmente il rispetto degli obblighi assunti verso l'OMC da parte della Cina.
(4-13313)
Il Regolamento 427 del 2003 (complementare ai reg. 3285/94 e 519/94), che prevede la Salvaguardia verso i paesi membri OMC ed ai paesi non membri e che consente di difendere le imprese comunitarie attraverso l'introduzione di dazi di salvaguardia e quote, ovvero con altri tipi di soluzioni, negoziate con la Cina, ad esempio restrizioni volontarie alle esportazioni.
Nel protocollo di adesione della Cina all'OMC è stata prevista una clausola di salvaguardia specifica, valida fino al 31 dicembre 2008, concernente le importazioni dalla Cina verso un Paese membro OMC di prodotti tessili e capi di abbigliamento disciplinati dall'Accordo sui tessili e l'abbigliamento (ATA). Il regolamento 138 del 2003 introduce per la Comunità questa salvaguardia specifica verso i prodotti tessili dalla Cina, ad integrazione del citato regolamento 427 del 2003 sulla salvaguardia generale verso la Cina e quindi il regolamento 138 può essere invocato in alternativa (e non cumulativamente) al regolamento Tpssm per richiedere misure di salvaguardia specifiche verso importazioni di tessili dalla Cina. Anche questo regolamento settoriale ha validità fino al 31 dicembre 2008; dopo tale data anche il settore tessile cinese sarà regolamentato dal Tpssm (Transitional product-specific safeguard mechanism).
Dalla preoccupazione derivata dall'entrata della Cina nell'OMC e dalle sue ripercussioni sull'economia mondiale, soprattutto da parte dei maggiori partner commerciali (soprattutto US e EU) è nato il Transitional Review Mechanism, meccanismo unico nel suo genere e previsto dal Protocollo di accesso all'OMC, prevede un esame annuale dello stato di applicazione degli impegni cinesi all'OMC, che si protrarrà per un decennio e che prevede una revisione finale alla scadenza del decimo anno. Tale meccanismo è giunto ormai alla terza edizione.
Il Transitional Review Mechanism 002 ha avuto esiti soprattutto interlocutori a causa del limitato lasso di tempo intercorso dal momento dell'accesso. Gli USA e l'Unione europea hanno voluto sottolineare soprattutto l'impegno per adempiere agli obblighi derivanti dall'adesione all'OMC.
Il Transitional Review Mechanism 2003 è stato più preciso, sia dal punto di vista tecnico che politico. Da esso si è rilevato che la Cina ha ridotto la media delle tariffe agricole (16,8) e di quelle industriali (10,3) e che questa maggiore apertura ha portato ad una rilevante crescita delle importazioni. Gli investimenti esteri in Cina sono aumentati, dando credito, secondo il governo cinese, ad una crescente fiducia dei mercati internazionali nella progressiva integrazione della Cina nel sistema economico multilaterale.
Per il Transitional Review Mechanism 2004 sono stati impegnati tutti i gruppi ausiliari dei vari Comitati di Ginevra, fra i quali il Consiglio TRIPS e il Consiglio Commercio Servizi. Sono state rilevate difficoltà in materia di barriere tecniche al commercio, di requisiti fitosanitari, di notifiche sugli aiuti di Stato (ancora non effettuate dopo oltre due anni dall'accesso), di esportazione dalla Cina di materie prime, di normative in campo automobilistico e si significativi problemi nel settore della proprietà intellettuale, in particolare per quanto concerne la contraffazione e la pirateria.
Bisogna riconoscere l'impegno cinese a dare seguito agli impegni presi, ma sono necessari ulteriori sforzi. Sono stati apprezzati i progressi nella gestione delle quote per i prodotti agricoli, la riduzione del tetto di capitalizzazione e l'eliminazione di alcune restrizioni geografiche nel settore assicurativo, la pubblicazione della legge sul finanziamento per l'acquisto di autoveicoli, l'eliminazione del bando sull'importazione di alcuni prodotti agricoli di provenienza comunitaria, l'adesione cinese all'accordo sul commercio di prodotti sull'Information technology (ITA), ma persistono ancora norme discriminatorie nel settore agricolo, l'introduzione di requisiti di capitalizzazione ed altre misure restrittive per le
Grande importanza è stata posta, nelle recenti verifiche, alle misure di attuazione in materia di protezione della proprietà intellettuale, ritenute largamente insufficienti viste le gravi ripercussioni (pirateria, contraffazione) sui mercati internazionali, ma anche su quello domestico.
Il Transitional review mechanism offre una buona opportunità per l'Unione Europea e per gli altri Paesi membri OMC per la identificazione dei problemi derivanti dall'ingresso della Cina nell'OMC e dagli impegni presi dai Cinesi, anche se molti di essi sono già noti ed avviati a soluzione, anche se in via bilaterale.
Il Viceministro delle attività produttive: Adolfo Urso.
in data 24 marzo 2000 è stato sottoscritto dalla Presidenza del Consiglio dei ministri, Comitato per il Coordinamento delle Iniziative per l'Occupazione, ministero del lavoro, regione Calabria, provincia di Catanzaro, comune di Lamezia Terme, Consorzio Industriale di Lamezia Terme, Assindustria di Catanzaro, società consortile per azioni Sviluppo Area ex Sir oggi Lamezia Europa, società Biotecnical/Fata il Protocollo d'Intesa per lo sviluppo dell'area industriale;
in particolare, tale Protocollo prevede: la destinazione plurima dei 420 ettari dell'area industriale ex Sir (industria, agro industria, logistica e servizi); l'acquisizione da parte della Biofata Spa di 160 ettari al prezzo complessivo di 7,7 miliardi di lire per la realizzazione di un progetto integrato di investimenti nel settore agro-industriale con una ricaduta occupazionale diretta di oltre 300 addetti; la destinazione di 260 ettari, riqualificati ed opportunamente infrastrutturati, all'insediamento sull'area di nuove realtà produttive finanziate attraverso il Patto Territoriale, la misura 2.1 del POP Calabria 1994/1999, la legge 488, la legge 44, Contratti di Programma finalizzati alla delocalizzazione nel Mezzogiorno di iniziative esterne a carattere nazionale ed internazionale; la definizione di un Accordo di Programma tra il Governo, la regione Calabria e gli enti locali per la variazione degli strumenti urbanistici dell'area e per l'individuazione delle risorse finanziarie necessarie per la sua valorizzazione produttiva;
in data 12 ottobre 2000 è stato sottoscritto presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, l'Accordo di Programma tra Governo, regione Calabria ed enti locali che ha permesso l'approvazione della Variante al PRG del Nucleo Industriale di Lamezia con la possibilità di insediamento sull'area di PMI e Grande Industria e la connessa previsione di infrastrutturazione dell'area attraverso i finanziamenti (25 miliardi di lire) già stanziati dalla regione Calabria;
lo strumento dell'Accordo di Programma ha reso esplicito l'interesse dei soggetti pubblici nazionali e locali, nonché della parti sociali, al fine di avviare il recupero e il rilancio di una delle aree industriali più estese del Mezzogiorno a lungo rimasta senza prospettive;
l'obiettivo è quello di realizzare un'area industriale infrastrutturata di particolare importanza a livello regionale e di tutto il meridione dotata di requisiti tecnici, logistici ed amministrativi tali da poterla configurare come opportunità in più settori per la realizzazione-localizzazione di investimenti da parte di operatori privati ed istituzionali;
indubbiamente la sottoscrizione dell'Accordo ha assunto una valenza strategica per lo sviluppo non solo di Lamezia Terme ma di tutta la Calabria in quanto permette di puntare sull'asse Gioia Tauro-Lamezia per favorire lo sviluppo regionale;
con deliberazione n. 180 del 5 marzo 2002 la regione Calabria ha confermato il
in data 15 ottobre 2003 il CIPE ha stipulato uno specifico Contratto di Programma con la Biofata Spa che prevede contributi a fondo perduto per il 60 per cento degli investimenti complessivi pari a circa 80 milioni di euro per l'attuazione, su 160 ettari all'interno dell'area industriale, di un articolato piano di investimenti nel comparto agricolo e agroindustriale e con una ricaduta occupazionale a regime di 432 unità;
le aspettative del territorio lametino per questa iniziativa industriale sono elevate essendo ancora viva la memoria del completo fallimento dell'insediamento SIR di Lamezia Terme del Gruppo Rovelli che è costato allo Stato centinaia di miliardi in contributi pubblici;
attualmente, rispetto all'insediamento Biofata Spa, sono forti alcuni elementi di preoccupazione circa l'effettiva volontà dei soci di porre in essere, nei termini previsti, l'attività;
inoltre, si registrano forti ritardi per l'ultimazione degli investimenti ancora non avviati (il termine scade il 31 dicembre 2005), poiché sembra che l'assetto societario presenti incrinature (con conseguente stasi dell'attività operativa) e che vi siano criticità anche per alcuni segmenti di attività previsti nel progetto stesso;
a fronte di questo già delicato quadro, il 27 aprile 2004 non si è potuta svolgere la Conferenza dei Servizi relativa al progetto Biofata Spa in quanto sembra che la società in questione non avrebbe ancora provveduto a regolarizzare la sua posizione economica in relazione al terreno dell'area industriale da utilizzare;
quest'ultima circostanza avvalora ed aggrava ulteriormente le preoccupazioni espresse in precedenza e delle quali sono stati informati, come ampiamente riportato dagli organi di informazione, sia il ministero delle attività produttive che la società Finmeccanica Spa (socio di riferimento al 43 per cento di Fata Group) che, per la sua competenza e prestigio, è stata invitata a svolgere un ruolo importante per indirizzare il progetto su un percorso credibile sia dal punto di vista industriale che per le effettive vocazioni agroindustriali del territorio lametino e calabrese -:
quali iniziative intenda assumere il ministero delle attività produttive, che ha sottoscritto il Contratto di Programma, per evitare che gli investimenti pubblici previsti possano rimanere inutilizzati o possano essere utilizzati in maniera non corretta e senza qualificate ricadute per il territorio;
se Sviluppo Italia, agenzia del Governo a supporto dello sviluppo territoriale e del Mezzogiorno in particolare, che gestisce un settore della sua attività proprio nel comparto agroindustriale ha avuto un ruolo ai fini del finanziamento pubblico del progetto Biofata e della valutazione del piano industriale e quale sia la posizione di Sviluppo Italia per favorire la concreta realizzazione del progetto.
(4-10036)
Rispetto alle problematiche sollevate si ritiene utile fornire dati quanto più possibile aggiornati sul contratto di programma Biofata.
Il Ministero delle attività produttive ha stipulato, in data 15 ottobre 2003, con la società Biofata S.p.a., il contratto di programma riguardante gli investimenti per 76.259.510,00 euro.
In data 15 aprile 2004 è stata acquisita dalla banca convenzionata l'istruttoria del progetto esecutivo propedeutico all'emissione del provvedimento di concessione provvisoria.
In data 17 novembre 2004 è stato emanato il provvedimento di concessione provvisoria n. 001310 che prevede un contributo
A tal proposito, si rileva che a tutt'oggi non è stato emesso alcun ordinativo di pagamento delle quote di contributo mentre, per quanto riguarda l'ultimazione degli investimenti, risulta prematuro parlare di scadenza dei termini previsti; infatti, ai sensi della vigente normativa, il termine previsto in contratto (31 dicembre 2005) non è perentorio e, quindi, non si può escludere a priori la possibilità di una eventuale proroga dei suddetti termini, tanto più che il tempo complessivamente assegnato in sede contrattuale (circa 26 mesi) risulta notevolmente ridotto rispetto ai 48 mesi ordinariamente previsti per le iniziative agevolate a valere sulla legge n. 488 del 1992. Tuttavia, il Ministero delle attività produttive, alla luce delle preoccupazioni segnalate, assicura che presterà la massima attenzione nel riscontrare gli obblighi e gli impegni previsti nel contratto stipulato attraverso un'attenta attività di monitoraggio.
Per quanto riguarda il quesito relativo a Sviluppo Italia, si fa presente che la stessa, interpellata al riguardo, ha precisato di non aver finanziato il progetto Biofata e di non aver avuto alcun ruolo per favorire la realizzazione di tale progetto.
Inoltre, ha precisato che Lamezia Europa, nella quale possiede una partecipazione del 20 per cento proprietaria dell'ex area SIR e costituita allo scopo di attuare la valorizzazione produttiva delle aree dismesse SIR di Lamezia Terme, ha venduto alla società Biofata 160 ettari di terreno agricolo e ne ha affittato ulteriori 30 ettari sulla base di un Protocollo di Intesa siglato presso la Presidenza del Consiglio dei ministri il 24 marzo 2000.
Il Sottosegretario di Stato per le attività produttive: Giuseppe Galati.
nel corrente anno scolastico 2003-2004, la dirigenza del Liceo «Democrito» di Roma è stata affidata alla professoressa Simonetta D'Aleo;
durante il corrente anno scolastico, il comportamento della dirigente ha determinato numerose conflittualità con i genitori degli alunni e anche con i docenti dello stesso Liceo che si sono riversate, a quanto risulta all'interrogante, in senso negativo sul buon andamento dell'attività didattica -:
se non ritenga di dover adottare iniziative in relazione alla situazione descritta in premessa.
(4-10314)
In particolare il Piano dell'offerta formativa ed il progetto «Recupero ed apprendimento» sono stati approvati all'unanimità dal consiglio d'istituto ed hanno trovato il consenso degli studenti; nessun docente ha lamentato ritardi nello svolgimento del programma o un sovraccarico di lavoro ed il Collegio dei docenti, da parte sua, ha rilevato la validità dei progetti che hanno consentito a quasi tutti gli studenti, con debito formativo, di recuperare.
Anche le famiglie, attraverso il Comitato dei genitori, hanno espresso la loro soddisfazione circa l'importanza e la tempestività con la quale il Piano dell'offerta formativa era stato elaborato.
Non si sono verificate pause didattiche, ma soltanto quattro giorni di autogestione.
Dal 1o settembre 2004 l'attuale dirigente scolastico del Liceo in parola, professoressa Maria Rosaria Miotto, riferisce che nell'anno in corso il servizio scolastico è stato svolto regolarmente, con orario pressocché completo, sin dalla prima settimana; il collegio docenti ed il Consiglio d'istituto hanno approvato, in tempi brevi ed a larga maggioranza o all'unanimità, le più importanti delibere tra le quali il programma annuale 2005, connesse al regolare funzionamento dell'istituto.
Il notevole numero delle iscrizioni al momento pervenute, consente di prevedere,
Il Sottosegretario di Stato per l'istruzione, per l'università e per la ricerca: Valentina Aprea.
è ormai prassi consolidata l'enorme disagio a cui sono sottoposti i viaggiatori dei treni a lunga e media percorrenza, soprattutto in termini di scarsa pulizia delle carrozze ferroviarie, ritardi in arrivo e partenza, elevato costo dei biglietti, nonché il ridotto numero di treni in circolazione nelle tratte a più alta densità di traffico -:
se corrisponda al vero, come risulta agli interroganti, che Ferrovie dello Stato attraverso la società controllata Trenitalia vogliano - con licitazione privata, pertanto senza regolare bando di gara pubblico - vendere/affittare carrozze ferroviarie di proprietà e quindi acquistare e ristrutturate con fondi pubblici, privandosi in tal modo di mezzi che potrebbero essere impiegati nella circolazione ordinaria, a società private di nuova costituzione che nulla conoscono dell'esercizio ferroviario e che hanno solo l'interesse a gestirsi in proprio una enorme fetta di traffico passeggeri con il solo scopo di aumentare le tariffe;
quali iniziative si intendano intraprendere nell'interesse dei cittadini/utenti delle ferrovie.
(4-11633)
Il suddetto regolamento, nel rispetto dei principi di trasparenza e concorrenza, prevede espressamente che la società possa alternativamente procedere a pubblico incanto, a licitazione privata ovvero alla procedura negoziata precedute da una adeguata pubblicità. In presenza di motivate circostanze è altresì previsto il ricorso alla trattativa privata non preceduta da forme di pubblicità; in tale ipotesi si dovrà comunque procedere ad un previo sondaggio di mercato al fine di individuare i soggetti da invitare alla procedura.
Il regolamento prevede altresì che l'aggiudicazione sia effettuata a favore del concorrente che abbia formulato l'offerta in assoluto più elevata rispetto al prezzo posto a base della procedura di gara.
In linea generale, il materiale rotabile di cui Trenitalia s.p.a. è proprietaria in virtù del contratto di cessione di ramo d'azienda della Ferrovie dello Stato per essere posto in vendita/affitto deve essere preventivamente escluso dal parco operativo di Trenitalia s.p.a. con formale deliberazione del Consiglio di amministrazione in quanto ritenuto, per motivate ragioni, non più idoneo alle proprie esigenze.
Tutto ciò premesso, si precisa che l'affitto a terzi non riguarda le carrozze ferroviarie adibite al trasporto passeggeri sulle lunghe percorrenze ma carrozze automotrici che occasionalmente su alcune percorrenze a carattere locale o regionale vengono noleggiate a società non concorrenti aderenti ad associazione temporanea di impresa.
La vendita di carrozze ferroviarie a società private riguarda invece esclusivamente materiale rotabile escluso dal parco operativo di Trenitalia spa dichiarato «fuori uso» previa autorizzazione del Consiglio di amministrazione spa di Trenitalia spa.
Relativamente infine alle iniziative intraprese da Trenitalia s.p.a. volte a migliorare il confort dei viaggi di media/lunga percorrenza e la qualità del servizio offerto, si fa presente che sono stati programmati investimenti che ammontano complessivamente ad oltre 500 milioni di euro nell'ambito del piano degli investimenti 2005-2008.
In tale ottica è stata prevista la ristrutturazione di 901 carrozze per treni intercity ed in totale la ristrutturazione di 1.440 carrozze (circa l'80 per cento dell'intero parco carrozze) mentre per il servizio notte è previsto un piano di riqualificazione che porterà nel 2008 a disporre di un parco rinnovato per oltre il 50 per cento.
Il Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e per i trasporti: Nino Sospiri.
nella sede sub provinciale Inps di Rossano sono previsti, nella dotazione organica, 3 posti di dirigente legale;
dei tre posti solo uno è occupato;
l'unico legale in servizio è stato trasferito ad altra sede senza tener conto dei pareri negativi espressi dalla direzione della sede di Rossano e di quella regionale;
le disfunzioni dell'ufficio legale, causate da mancanza di organico professionale, stanno provocando grave pregiudizio e danno economico in quanto, lo stesso, soccombe in tutti i contenziosi, poiché impossibilitato a costituirsi in giudizio;
la mancata costituzione in giudizio ripristina il grave fenomeno verificatosi, negli anni scorsi, di pratiche al limite della legalità che penalizzano non solo l'Inps ma la relativa utenza;
le organizzazioni sindacali territoriali nonché la R.S.U. hanno fortemente stigmatizzato tale comportamento della direzione generale senza, ad oggi, avere nessuna risposta adeguata;
sia il comitato provinciale di Cosenza che quello regionale di Catanzaro, si sono occupati della problematica attraverso propri deliberati, senza sortire alcun effetto -:
se, in considerazione di quanto evidenziato, il Ministro competente intenda intervenire perché sia ripristinata una condizione di funzionalità dell'ufficio in questione, onde evitare ulteriori danni economici in un momento di già grave e palese difficoltà dei conti pubblici.
(4-12527)
Conseguentemente, la direzione regionale della Calabria ha avviato le procedure per la sostituzione del su indicato legale, ma è opportuno chiarire che tale procedura prevede una ricerca del personale, attraverso la cosiddetta «mobilità regionale».
Ad ogni modo, per garantire la gestione corrente e la presenza dei legali in udienza, in via transitoria ed in attesa di una soluzione definitiva, gli affari dell'ufficio legale di Rossano, sono trattati da legali di altre sedi.
Nello specifico, è stato incaricato, della gestione dell'ufficio legale di Rossano, l'avvocato Marcello Carnovale, della sede di Cosenza.
Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali: Roberto Maroni.
le associazioni ambientaliste del Cilento ed alcuni comitati turistici locali segnalano che nel porto di Scario (Salerno) ed in alcune spiagge ricadenti nell'area di massima salvaguardia del Parco Nazionale del Cilento e del Vallo di Diano da tre anni si svolgono attività di trasporto passeggeri non corrispondenti alle norme di tutela dell'ambiente, né alle disposizioni per la salvaguardia del Parco; a quanto risulta all'interrogante, tali attività sarebbero imputabili al medesimo gruppo di persone, pur se giuridicamente corrispondenti a soggetti diversi;
in particolare, risulta che la società Golfo tour eserciti, da giugno a settembre, attività di trasporto passeggeri dal porto di Scario alle spiagge della costa denominate Gabbiani. La società in questione non pagherebbe contributi ai propri dipendenti e, inoltre, non sarebbe dotata di regolare concessione per la sosta delle barche; a ciò si aggiunga che i barconi utilizzati per il trasporto (di cui uno addirittura affondato alla fine di luglio 2004) emettono un denso fumo nero, inquinando il litorale;
da parte di talune persone vicine alla Golfo Tour verrebbe inoltre esercitata sulle spiagge «Sciabica» e «Resima» attività di noleggio di lettini ed ombrelloni, nonché di vendita di cibo e bevande, in assenza di concessione balneare, quest'ultima revocata dal Comune di San Giovanni a Piro nel maggio 2004 a causa del mancato riscontro (appartenendo le aree in questione a zona A1 del Parco del Cilento ed essendo le stesse qualificate come «siti di interesse comunitario») della prescritta valutazione di incidenza ambientale;
l'attività di stabilimento balneare, nonostante l'avvenuta revoca della concessione ha continuato, infatti, ad essere abusivamente esercitata nel corso dell'estate 2004, senza che, peraltro, venisse corrispondentemente rilasciata alcuna fattura o altra documentazione di carattere fiscale;
nella denuncia presentata dalle associazioni ambientaliste, si fa cenno, infine, alla possibilità che le citate illegalità siano state favorite grazie a talune connivenze con le Forze dell'ordine locali -:
se non si intenda intervenire in relazione alla situazione sopra descritta, che si risolve in un consistente danno ambientale, nonché nella violazione della normativa fiscale ed in materia di lavoro, individuando gli eventuali responsabili della mancata osservanza di quanto già disposto dalle autorità del luogo.
(4-11365)
Le unità navali impiegate sono regolarmente iscritte nei Registri Navi Minori e Galleggianti dell'Ufficio Locale Marittimo di Scario e sono munite delle prescritte autorizzazioni per l'abilitazione alla navigazione ed all'esercizio dell'attività di trasporto passeggeri.
Non risulta alcun affondamento di unità navali nel luglio 2004, né si sono verificati sinistri marittimi durante il periodo estivo nella zona d'interesse.
Le suddette attività si riferiscono sia alla zona esterna (Porto di Scario), sia alla zona interessata (spiagge della costa denominata Gabbiani) dalla presenza del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano, che dell'Area marina protetta di «Costa degli Infreschi e della Masseta», il cui decreto istitutivo è in corso di pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana, nonché di due siti di importanza comunitaria: il Parco Marino di Punta degli Infreschi e le Rupi costiere della Costa degli Infreschi e della Masseta.
Per quanto riguarda il Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano, si evidenzia che l'esercizio del trasporto passeggeri, da e per le spiagge prospicienti il Porto di Scario non contrasta con le norme di salvaguardia del Parco, atteso che il territorio del Parco riguarda la zona interna della costa e non anche il demanio marittimo e che, l'articolo
Si precisa che, nello svolgimento dell'attività di trasporto, le Società di trasporto sono tenute ad attenersi alle norme del codice della navigazione, nonché alle vigenti ordinanze locali. In particolare, durante la stagione balneare, viene osservato l'obbligo di avvicinarsi alle spiagge unicamente mediante appositi «corridoi di lancio», che sono specificamente regolamentati ed utilizzabili da tutti.
All'interno dei suddetti «corridoi», aventi soprattutto lo scopo di tutelare l'incolumità dei bagnanti, non è possibile per le imbarcazioni sostare, se non per il tempo strettamente necessario a far scendere i passeggeri. Inoltre, è previsto che la navigazione avvenga a lento moto, onde evitare sia il generarsi di onde pericolose per le persone in acqua, sia l'eccessivo rumore, stante l'estrema vicinanza alla spiaggia.
Per quanto concerne l'esercizio di attività di noleggio dei lettini ed ombrelloni, nonché l'attività di vendita di cibi e bevande, le stesse non necessitano di alcuna concessione demaniale marittima poiché quest'ultima, come noto, è obbligatoria solo laddove venga autorizzato un uso esclusivo di un'area.
Nel caso di specie, invece, le attività vengono esercitate in forma ambulante e necessitano, oltre che delle licenze comunali previste, anche di una comunicazione (fatta sempre al comune competente) di inizio dell'attività, ai sensi dell'articolo 68 codice navale, per l'esercizio nell'ambito del demanio marittimo.
In proposito, come precisato nella già citata nota dell'Ufficio Locale Marittimo di Scario, tutte le suddette attività sono state oggetto di controllo periodico da parte dello stesso, anche in collaborazione con altre forze dell'ordine, e sono risultate in regola dal punto di vista amministrativo. Al contrario, laddove siano stati riscontrati illeciti amministrativi o penali nel materiale svolgimento dell'attività, gli stessi sono stati opportunamente segnalati agli enti od all'autorità giudiziaria competente.
Per quanto riguarda l'Area marina protetta di «Costa degli Infreschi e della Masseta», come previsto dall'articolo 7 del decreto istitutivo, nella zona C dell'area marina protetta, è consentita la navigazione alle unità navali adibite al trasporto collettivo e alle visite guidate, a velocità non superiore ai dieci nodi.
Anche in questo caso, si evidenzia che l'esercizio del trasporto passeggeri da e per le spiagge prospicienti il Porto di Scario, non contrasta con le norme di salvaguardia dell'istituenda area marina protetta.
Per quanto riguarda i due siti di importanza comunitaria, Parco Marino di Punta degli Infreschi e Rupi costiere della Costa degli Infreschi e della Masseta, secondo quanto previsto dalla Direttiva del Consiglio 92/43/CEE del 21 maggio 1992, recepita con decreto del Presidente della Repubblica n. 357 del 1997, modificato ed integrato con decreto del Presidente della Repubblica n. 120 del 2003, in tali zone, gli Stati membri sono tenuti ad attuare speciali misure di conservazione e promozione, con la connessa attività di sorveglianza e tutela delle specie animali e vegetali protette.
L'articolo 4 del citato decreto del Presidente della Repubblica n. 357 del 1997, modificato ed integrato con decreto del Presidente della Repubblica n. 120 del 2003, prevede che si applichino le misure di conservazione previste dalla normativa vigente, nel caso in cui le zone speciali di conservazione ricadano all'interno di aree naturali protette; mentre per la porzione ricadente all'esterno del perimetro dell'area naturale protetta, la regione o la provincia autonoma adotta, sentiti anche gli enti locali interessati e il soggetto gestore dell'area protetta, le opportune misure di conservazione e le norme di gestione.
Poiché i due siti ricadono nella perimetrazione del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano e Area marina protetta di «Costa degli Infreschi e della Masseta», trovano applicazione le citate misure di conservazione.
Il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio: Altero Matteoli.
l'Assoconsum napoletana e le altre associazioni consumatori riferiscono che il prodotto ortofrutticolo, rispetto alla vendita al dettaglio, passa spesso per almeno «5 fasi», determinando aumenti finali del 400 per cento;
in seguito ad una legge dello Stato il produttore può vendere nei mercati rurali i propri prodotti, risparmiando quindi cinque fasi di intermediazione;
l'Assoconsum riferisce (cosa che l'interrogante ha personalmente rilevato) che dove questo succede, non c'è diminuzione alla vendita al dettaglio, nei mercati, in quanto il produttore con il suo banco si adegua al prezzo di vendita del mercato (spesso anche di più) -:
se il Ministro non intenda adottare iniziative normative volte a modificare la legge che ha previsto la possibilità per i produttori di vendere al dettaglio nei mercati rionali, obbligando gli stessi a vendere i loro prodotti ad un prezzo non superiore a due volte il prezzo medio del prodotto acquistato e venduto dal primo intermediario.
(4-10735)
Si ricorda, inoltre, che in data 16 settembre 2004 presso il Ministero delle attività produttive è stato sottoscritto un Accordo tra il Governo e le associazioni della media e grande distribuzione italiana finalizzato ad assicurare una stabilità dei prezzi dei prodotti «...a marchio privato o a marchi della catena commerciale e dei prodotti di primo prezzo...».
Per quanto concerne, in particolare, i prodotti agricoli, premesso che i prezzi sono liberi e che gli operatori agiscono in un regime di libero mercato, si segnala che, a decorrere dal 2002, l'attività informativa della competente direzione generale del Ministero delle attività produttive è stata estesa anche al settore ortofrutticolo mediante la raccolta e la relativa pubblicazione, con cadenza settimanale, dei prezzi all'ingrosso dei prodotti ortofrutticoli nei principali mercati (Torino, Milano, Bologna, Firenze, Fondi eccetera). I dati vengono rilevati da Infomercati, un Consorzio obbligatorio tra mercati agroalimentari istituito con legge 8 agosto 1996, n. 421. Tale rilevazione è inserita nell'ambito più generale dell'attività dell'Osservatorio nazionale dei prezzi dei prodotti agroalimentari, istituito presso il Ministero delle politiche agricole e forestali con decreto ministeriale 30 dicembre 2002, con l'obiettivo di migliorare la trasparenza del mercato agroalimentare ed evidenziare comportamenti anomali nelle diverse fasi della sua «filiera».
In merito alle iniziative di carattere normativo concernenti i mercati ortofrutticoli, volte a contenere il notevole aumento dei prezzi dei prodotti ortofrutticoli venduti dal produttore agricolo direttamente nei mercati rionali, come già accennato, si evidenzia che le norme vigenti in materia di esercizio dell'attività commerciale si limitano a prevedere l'assegnazione di posteggi nei mercati riservata ai produttori agricoli (decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 114, articolo 28). Detta disposizione riguarda, ovviamente, le modalità e gli ambiti di esercizio.
Stante quanto sopra, con riguardo alla specifica richiesta di disposizioni sui limiti
Il Sottosegretario di Stato per le attività produttive: Battista Caligiuri.
a seguito di una segnalazione dell'Assoconsum, in riferimento ad un comunicato Asca, datato 14 gennaio 2005, dal 1 gennaio sono entrate in vigore le nuove norme sulla rintracciabilità obbligatoria della carne;
in Italia il consumo giornaliero della carne di pollo è pari ad oltre 300mila tonnellate all'anno per una spesa di circa 1,6 miliardi di euro, con un primato di convenienza rispetto agli altri tipi di carne;
la produzione italiana, secondo l'indagine Coldiretti-Ispo, è giudicata in nove casi su dieci affidabile per la sicurezza alimentare -:
se non sia il caso di completare il quadro normativo con l'emanazione di decreti applicativi per i singoli prodotti;
quali altre iniziative si intendano adottare per far sì che l'Italia continui ad assicurare la sua affidabilità in tema di sicurezza alimentare.
(4-12465)
Il primo provvedimento normativo che ha ridisegnato l'intero quadro giuridico comunitario è stato, appunto, il citato Regolamento, che, nel determinare i «cardini» legislativi e le procedure in materia di sicurezza alimentare, ha previsto l'istituzione dell'Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA).
Nel corso del 2004 è stato approvato un insieme di Regolamenti, comunemente indicati come «pacchetto igiene», che sostituiranno con nuove norme, dal 10 gennaio 2006, le disposizioni comunitarie attualmente vigenti in materia di igiene delle produzioni e commercializzazione degli alimenti, anche per quanto riguarda l'attività di controllo delle autorità competenti.
La recente legislazione comunitaria differenzia le responsabilità di tutti i soggetti coinvolti nella sicurezza alimentare, evidenziando, da un lato, il concetto di «filiera» e di compartecipazione di tutti i soggetti interessati all'importazione, produzione e commercializzazione di un alimento, compreso il consumatore, dall'altro, quello della Autorità sanitaria deputata al controllo ufficiale, con il compito di verificare il rispetto da parte degli operatori degli obblighi previsti legislativamente, attraverso procedure di controllo, audit e ispezione.
Sono attualmente in fase di predisposizione provvedimenti attuativi della normativa comunitaria, con una prevalente funzione esplicativa delle nuove disposizioni.
Tali provvedimenti mirano ad una corretta informazione del consumatore sulle caratteristiche dei prodotti alimentari, ed a consentire alle autorità di controllo la possibilità di acquisire le informazioni necessarie in caso di eventuale rischio sanitario, al fine di provvedere alle procedure di ritiro ed eventualmente il «richiamo» del prodotto alimentare e del mangime, qualora non fossero state già poste in essere dallo stesso operatore.
Il Ministro della salute: Francesco Storace.
da anni ormai il trasporto regionale ferroviario è segnato da una crisi e da un decadimento evidentissimo;
la linea ferroviaria Mantova-Milano, in questo contesto, raggiunge livelli di inefficienza indecenti;
molteplici sono state le interrogazioni, le lettere, le raccolte di firme dei cittadini, le proteste degli utenti, gli incontri presso la sede centrale di FS Spa, tra istituzioni locali, parlamentari e i massimi dirigenti di Trenitalia;
tali incontri hanno avuto esiti penosi e il servizio a Mantova non ha più le caratteristiche di affidabilità e ormai contrasta con qualsiasi elementare obbligo di servizio pubblico;
l'Assessore Regionale alla mobilità della Lombardia ha dichiarato e scritto al Presidente di Ferrovie SpA Ing. Catania: «La situazione delle Ferrovie in Lombardia è ormai insostenibile e fuori controllo. Ho preso nota solo di quello che è successo negli ultimi venti giorni, altrimenti avrei dovuto scrivere una Treccani.»;
sempre l'Assessore della regione Lombardia ricorda che un treno su quattro arriva in ritardo, il 41 per cento a causa di guasti ai treni e il 42 per cento per guasto all'infrastruttura;
nel mese di ottobre 2004 sono stati soppressi 289 treni e nella sola giornata di venerdì 6 novembre i treni soppressi sono stati 51;
la situazione è fuori controllo e non bastano più palliativi, servono invece misure straordinarie, robuste e durature sul nuovo materiale rotabile, sulla infrastruttura, sulla manutenzione;
i locomotori in esercizio sono 216 con un'età media di 27 anni, 51 locomotori hanno 40 anni di età;
si rompono spesso gli scambi e i passaggi a livello, cedono i fili aerei dell'alimentazione elettrica, il confort delle carrozze è inesistente;
in nove mesi i guasti alle motrici sono stati 514;
l'Assessore regionale lombardo alla mobilità ha minacciato di sospendere i pagamenti a Trenitalia a partire dalle tratte colpite da maggiori disservizi e tra queste la Milano-Cremona-Mantova, la Milano-Varese-Porto Ceresio, la Milano-Pavia, la Milano-Bergamo, la Milano-Cremona;
a Mantova è stato colpevolmente soppresso da Trenitalia, ormai da un anno l'unico «Pendolino» che permetteva il collegamento con Roma;
la Mantova-Milano è per i cittadini, il volto indifferente, incapace e ostile di Trenitalia -:
quali urgenti iniziative intenda assumere presso Ferrovie dello Stato affinché i cittadini mantovani e lombardi possano esercitare il loro diritto essenziale alla mobilità attraverso un servizio di trasporto pubblico ferroviario dignitoso ed efficiente per il quale pagano imposte, tasse e tributi e tariffe ferroviarie molto al di sopra del servizio ottenuto.
(4-11875)
I dati del 2004 hanno invece segnato un peggioramento rispetto all'anno precedente. Di conseguenza sono stati effettuati interventi mirati nel corso dello stesso 2004 e nel gennaio di quest'anno è stato avviato un piano di manutenzione specifico descritto nei punti che seguono. A seguito di queste iniziative, già nel primo trimestre dell'anno in corso si è riscontrata una riduzione significativa dei ritardi causati dalla infrastruttura; ritardi che comunque investono il 22 per cento delle tracce effettuate e non il 42 per cento così come riportato nell'interrogazione in esame.
1. Andamento dei costi di gestione ordinaria livello Direzione compartimentale infrastrutture:
per l'anno 2001: 87.338.000;
per l'anno 2002: 88.850.000;
per l'anno 2003: 89.932.000;
per l'anno 2004: 91.888.000.
per l'anno 2001: 65.279.955,96;
per l'anno 2002: 64.892.494,67;
per l'anno 2003: 79.157.930,47;
per l'anno 2004: 86.048.284,30.
1. efficientamento della linea Codogno-Mantova:
velocizzazione degli itinerari tra Codogno e Mantova in corso;
realizzazione dei sottopassi e messa a modulo di alcune stazioni.
linea Milano-Bologna: attivazione dell'interconnessione tra la linea lenta e la nuova linea A.V. a Gavazzano e soppressione di Bivio Sordio maggio 2005.
il progetto prevede il completo rifacimento del piano regolatore di stazione e la realizzazione del nuovo apparato centrale computerizzato in luogo delle attuali cabine. Inoltre gli attuali 4 binari diventeranno 8 specializzati per linea ed in grado di ricevere l'AV/AC Milano-Bologna. I nuovi marciapiedi saranno tutti del tipo H 55 dotati di pensiline e sottopassi anche per il collegamento con MM. Gli impianti di informazione al pubblico saranno a nuovo standard Rete Ferroviaria Italiana s.p.a.. Attualmente sono in corso i lavori per la realizzazione del nuovo apparato centrale computerizzato della stazione ed il completamento del PRG. Sono previste fasi di attivazioni parziali in previsione della fine lavori prevista per il 2007.
In aggiunta agli interventi di manutenzione straordinaria pianificati nel medio periodo sopra indicati si sono realizzati nell'arco del 2004 degli interventi puntuali allo scopo di aumentare l'affidabilità di quegli impianti che si erano rilevati critici ne sono esempio gli interventi al deviatoio 3 di Bivio Sordio.
A partire da gennaio 2005 si è inoltre deciso di concentrare l'attenzione su un piano di manutenzione eccezionale che partendo da situazioni potenzialmente critiche ai fini della regolarità del servizio ferroviario consentisse di ottenere miglioramenti immediatamente tangibili. Tale piano da completarsi nel corso dell'anno prevede una serie di azioni nei vari settori specialistici riassumibili nei seguenti interventi:
completamento della motorizzazione e telecomando selezionatori per ridurre i tempi d'intervento in caso di guasti;
sostituzione fune della catenaria con altre di sezioni maggiori in corso;
revisione completa di alcune tratte di catenaria in corso;
revisione di alcuni schemi delle zone elettriche in corso;
interventi formativi specifici al personale;
rinnovamento di numerosi passaggi a livello in corso;
rinnovo di tratti di binario attualmente armati con traverse in legno con tratti armati con traverse in cemento;
rinnovo e/o revisione dei deviatoi maggiormente utilizzati in corso;
risanamento della massicciata in alcune tratte;
livellamento sistematico del binario.
Infine come segnale di attenzione verso i viaggiatori anche su questa tratta opera la nuova figura dell'assistente di linea istituita da Trenitalia s.p.a. per rafforzare il presidio dei treni e l'assistenza clienti.
Gli assistenti di linea oltre ad avere il compito di ascoltare i clienti e raccogliere le loro osservazioni per rendere più comodo ed efficiente il servizio hanno la possibilità di interagire con il personale di scorta al treno, le stazioni, le sale operative e gli impianti di manutenzione.
Il Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e per i trasporti: Nino Sospiri.
la sera del 15 febbraio 2005 il treno 6170 Genova-Acqui Terme, in partenza da Genova Brignole alle ore 19,11 ha dovuto attraversare un grosso incendio boschivo che infuriava attorno alla linea ferroviaria;
i viaggiatori hanno riferito di avere addirittura sentito il calore del fuoco dalle pareti del treno in corsa;
per fortuna, nonostante il forte incendio, non vi erano ostacoli sulla linea e non si è verificata la dilatazione dei binari e quindi il treno ha potuto, grazie anche alla prontezza di riflessi del personale di bordo, attraversare senza particolari danni la zona interessata dall'incendio;
la vicina autostrada A26 proprio a causa dell'incendio è stata prontamente chiusa al transito di automezzi mentre per la ferrovia non è stato assunto un analogo provvedimento;
questo evento dimostra ancora una volta che lo stato di grave ritardo delle Ferrovie dello Stato relativamente ai sistemi di sicurezza determina situazioni di grave disagio e pericolo per i viaggiatori e per gli stessi lavoratori -:
se non intendano verificare quanto avvenuto la sera del 15 febbraio 2005 al treno 6170 Genova-Acqui Terme delle ore 19,11 in relazione all'incendio sviluppatosi tra le stazioni di Genova Granara e Genova Acquasanta e a quali rischi siano stati esposti i viaggiatori ed i lavoratori; se non intendano, inoltre, garantire la tempestiva installazione di tutti gli strumenti di sicurezza sulla linea in questione, al fine di assicurare l'incolumità dei viaggiatori e dei lavoratori.
(4-13085)
Le fiamme infatti non erano visibili dal personale del treno se non all'uscita dalla galleria che ne precludeva la vista.
A seguito del sopralluogo effettuato dai tecnici di Rete ferroviaria italiana spa, non essendo emerse condizioni di pericolo in quanto l'incendio si allontanava dalla sede ferroviaria, alle ore 21.15 veniva ripristinata la circolazione per il treno merci 53145 precedentemente trattenuto nella stazione di Mele. Nel frattempo i treni 6172 e 6175 venivano soppressi e sostituiti da bus.
La stazione di Acquasanta è stata presidiata tutta la notte dal personale infrastruttura
Si precisa inoltre che il treno 6170 non ha attraversato un incendio boschivo ma ha percorso un breve tratto di linea ai lati della quale le fiamme spinte da un forte vento avevano cambiato direzione raggiungendo ed incendiando alcuni arbusti.
Il personale di macchina del treno 6170 ha adottato il comportamento previsto: proseguire la corsa e segnalare alla stazione di Acquasanta il potenziale pericolo. Immediatamente sono state adottate tutte le cautele che la situazione richiedeva per cui non si è verificato alcun tipo di inconveniente.
Relativamente alla disposizione di chiusura al traffico della vicina autostrada A 26 si deve osservare che le due infrastrutture si snodano con percorsi diversi con le evidenti differenze tra le due tipologie di trasporto.
Ferrovie dello Stato fa infine presente che la linea in questione è dotata di moderni apparati di segnalamento ed è in corso l'installazione del «sistema controllo marcia treno» prevista entro il 2006.
Il Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e per i trasporti: Nino Sospiri.
la «Terra dei Fuochi», è un paesaggio costellato di case abusive, capannoni industriali e anonimi casermoni di cemento caratterizzato dalle colonne di fumo che si alzano sullo sfondo verso il cielo. È un fazzoletto di territorio che congiunge Giuliano e Casa di Principe, Qualiano e Frignano, fra la provincia di Caserta e l'hinterland settentrionale di Napoli e rappresenta la prima linea di battaglia alle ecomafie;
nel 2003, Legambiente aveva denunciato nel suo Rapporto Ecomafia la pratica, diffusa nel triangolo tra Qualiano, Villaricca, e Giugliano, di incenerire, preferibilmente di notte, ingenti quantità di rifiuti, con gravi conseguenze per l'ambiente e serie minacce alla salute dei cittadini;
il 23 gennaio 2004 nel territorio di Frignano, mentre si svolgeva il consiglio comunale di Casal di Principe, aperto ai sindaci, ai parlamentari, ai consiglieri regionali e provinciali, alla cittadinanza e alle associazioni, veniva bruciato illegalmente il carico di rifiuti di un tir, lungo l'asse viario Asi;
il 30 gennaio del 2004 il comune di Frignano emette un'ordinanza in cui si vieta, nella località «cimitero di Frignano», il pascolo, il movimento in entrata e in uscita di greggi provenienti da altri comuni, l'allevamento a terra di animali da cortile, la raccolta di alimenti zootecnici derivanti da produzioni nella zona. Non basta: gli stessi alimenti zootecnici, ovvero il foraggio, raccolto nella stessa zona deve essere incenerito prezzo impianti autorizzati. A «suggerire» l'ordinanza, con una comunicazione del 21 gennaio 2004, è il direttore del Servizio veterinario Igiene degli allevamenti e delle produzioni zootecniche del Dipartimento prevenzione Asl Ce/2;
su tutta la vicenda viene mantenuto un ingiustificabile riserbo, ma la motivazione di questa ordinanza è chiara, secondo quanto ha potuto ricostruire Legambiente: la presenza di concentrazioni elevate di diossina. Un'ordinanza simile, per cinque diverse aree del territorio, viene emessa anche dal Comune di Villa Literno. Ma la comunicazione della Asl, successiva alle notizie trasmesse dall'Apat e dalla società Sogei, che effettuano il monitoraggio sulle concentrazioni di diossina nella zona, è stata inoltrata ad altri cinque comuni (Casal di Principe, Santa Maria la Fossa, Casapesenna, Castelvolturno e Casaluce) nei quali regna l'incertezza: chi deve firmare quelle ordinanze, il Sindaco o il Prefetto;
non è l'unico lato ancora poco chiaro di questa vicenda. Mancano, come accennato,
con gli anni i criminali hanno cambiato tipologia di smaltimento: dalle discariche ai roghi di copertoni usati spesso come base comburente per bruciare anche altre sostanze tossiche. Si fa strada una nuova tecnica di «incenerimento»: scaricare quintali di materiale da smaltire che viene usato come base per la combustione di rifiuti tossico nocivi riversati sopra e poi dati alle fiamme. I rom che vivono nei campi nomadi della zona sono utilizzati per appiccare il fuoco e per una sorta di vigilanza passiva per garantire ai camion il percorso libero da eventuali improbabili controlli. Un traffico che frutta migliaia di euro: in meno di quattro mesi, da novembre 2003 a febbraio 2004, sono stati più di 15 gli interventi da parte dei vigili del fuoco nella zona Asi di Giugliano;
i rifiuti vengono bruciati oltre per impedire di risalire al materiale scaricato e alla distruzione delle sostanze tossiche scaricate in un secondo momento sopra, anche per mettere le mani nella terza fase del nuovo ciclo delle ecomafie: le bonifiche di centinaia di siti con materiale bruciato. Grazie a delle ditte di comodo, questo materiale risulta smaltito in modo corretto ma in verità finisce tra i materiali inerti da triturare e poi collocato in grossi invasi rapidamente coperti da potenti mezzi meccanici. Un dossier dell'ASL Napoli 2 presentato ad aprile del 2003, denuncia che in sei mesi sono stati sequestrati 40 ettari di terreni agricoli trasformati in discariche e 2.000 tonnellate di rifiuti. Un grande discount dello smaltimento illegale, sfruttato da anni;
proprio in queste terre nel febbraio 1991, e precisamente a Villaricca, furono scaricati 571 bidoni di veleni da Mario Tamburino, uno dei primi pusher del rifiuto illegale, che li traghettava da Cuneo. L'uomo colpito dalle esalazioni fuoriuscite da uno dei bidoni, fu ricoverato in grave condizioni all'ospedale di Potenza. A tredici anni di distanza i magistrati hanno accumulato molti documenti, ma più della metà di quei bidoni sono ancora lì. Fusti arrugginiti, mezzi vuoti per il liquido fuoriuscito in questi anni, semidistrutti da incendi appiccati da chi voleva cancellarne le tracce. A distanza di tredici anni sono loro i veri padroni di casa, i contadini sono ridotti a ospiti;
lo scorso 28 gennaio 2004 muore nel campo 7 un neonato rom, di appena 19 giorni. Viveva in una baracca che sorge su una discarica di circa 110 mila metriquadrati con presenza di rifiuti altamente pericolosi, mai bonificata ma presente nei siti inquinati dell'Arpac. La diagnosi parla di bronchite, non curata, aggravatasi dalle condizioni pessime ambientali e di vivibilità all'interno dell'accampamento di fortuna -:
quali iniziative si intendono assumere al fine di:
contrastare in maniera adeguata il perpetrarsi dell'attività di smaltimento illecito di rifiuti e successivo incenerimento illegale degli stessi;
porre in essere una attività di monitoraggio per avviare immediatamente le attività di messa in sicurezza e bonifica dei territori inquinati a tutela dell'ambiente e della salute pubblica dei cittadini;
rendere pubblici, se sono state effettuate, i dati delle analisi effettuate dall'APAT e dalla Sogei sulla concentrazione di diossina nei terreni.
(4-10271)
In data 5 agosto 2003 presso la sede dell'Assessorato alle politiche territoriali e ambiente si teneva una conferenza di servizi, ai sensi della legge n. 241 del 1990, durante la quale veniva decisa: la ratifica delle attività di indagini ed analisi effettuate dall'ARPAC e dall'Assessorato alla sanità; l'intensificazione e l'estensione delle attività investigative e di controlli analitici sulle matrici ambientali, sui concimi, sugli animali, sul latte e sui prodotti derivati, ivi compreso il progetto informativo regionale sul rischio diossina, proposto dall'ARPAC; l'approvazione dell'ipotesi di lavoro, predisposta dalla protezione civile regionale d'intesa con l'Assessore all'Agricoltura, in materia di incremento delle attività di presidio del territorio e di prevenzione degli scarichi abusivi di rifiuti e degli incendi di discariche; l'individuazione di siti inquinati da mettere in sicurezza e da bonificare, sulla base di documenti predisposti dall'ARPAC, in collaborazione con gli Assessorati alla sanità e all'agricoltura, con l'università e con altri soggetti interessati.
A seguito della Convenzione stipulata tra il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e l'APAT in data 25 settembre 2004, in attuazione della legge n. 268 del 2003, l'APAT provvedeva ad avviare, una campagna di indagine avente come obiettivo il monitoraggio dei livelli di PCDD/PCDF e PCBdl (dioxin like) nel territorio della regione Campania.
Successivamente, nel corso del workshop tenutosi a Napoli lo scorso novembre, l'APAT rendeva noto le attività espletate e comunicava alla struttura commissariale che, allo scopo di definire le dimensioni reali dell'emergenza diossina e di individuare le zone a rischio di contaminazioni future, era stata avviata, mediante l'espletamento di una gara europea pubblicata sulla G.U.C.E. il 4 marzo 2004, una campagna d'indagine ambientale, sulle matrici suolo, acqua, sedimenti ed aria.
Il piano prevedeva l'analisi di: 200 campioni di suolo, 340 campioni di sedimenti, 188 campioni di acque superficiali, 25 campioni di particolato (aria) e 25 campioni di fase gassosa (aria).
La strategia d'indagine veniva elaborata prendendo in considerazione campioni compositi corrispondenti a celle di 1 chilometro quadrato, identificate sulla base di criteri statistici a partire dalla classificazione prevista dal Corine Landcover per l'uso del suolo, in modo da assicurare una copertura omogenea di tutto il territorio della regione Campania.
Ad oggi sono stati prelevati tutti i 200 campioni di suolo previsti dal piano operativo e ne sono stati analizzati 195. I risultati disponibili possono essere sintetizzati come segue: 12 campioni presentano il superamento del valore limite stabilito dal decreto ministeriale n. 471 del 1999 per i suoli ad uso residenziale, per la sommatoria dei congeneri PCCDs+PCDFs+PCBdl (dioxin like) riferita al TEF (Toxicity Equivalent Factor), assumendo come limite di legge per il parametro PCBdl il medesimo assunto per PCDDs+PCDFs, ovvero quello riportato nel decreto ministeriale n. 471 del 1999 per i suoli ad uso pubblico/privato e residenziale (allegato 1, tabella 1, colonna A) pari a 10 ng/kg s.s. Per ognuno dei suddetti 12 punti di superamento dei valori limite stabiliti è stata avviata una campagna di verifica nel corso della quale al posto del singolo campione composito se ne effettueranno 5 distinti, per un totale di 60 nuovi campioni.
L'attuale situazione meteorologica ha sinora impedito il campionamento in 3 delle 12 aree soggette a verifica.
La struttura commissariale, al fine di eliminare una fonte di possibile inquinamento, quale appunto la pratica diffusa dell'incendio dei rifiuti, ha attivato una serie di interventi sia con specifiche ordinanze commissariali che prevedono la messa in sicurezza e la bonifica in numerosi Comuni interessati dal fenomeno in parola, sia attraverso una Convenzione con la Jacorossi imprese Spa per la realizzazione del «Piano di bonifica dei siti potenzialmente
In particolare, da notizie assunte dal Comando provinciale dei carabinieri di Napoli, risulta che nell'Agro Giuglianese non sono stati finora riscontrati casi di incenerimento abusivo di rifiuti tossici. L'Arma locale, insieme al Nucleo operativo ecologico CC di Napoli, ha intensificato la già avviata specifica attività di monitoraggio, soprattutto attraverso mirati controlli in prossimità degli assi viari in cui è più intenso il transito di autocarri che trasportano rifiuti.
Risulta, inoltre, che presso il campo rom ubicato nell'Area di sviluppo industriale di Giugliano in Campania, i nomadi sono soliti incendiare materiali di scarto al fine di ricavarne rame - attraverso fusione - da vendere successivamente a peso. Nonostante i numerosi controlli non è stato possibile identificare gli autori.
Il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio: Altero Matteoli.
«...È un progetto bugiardo. È la nuova accusa della procura di Roma che avvia la seconda inchiesta sul ponte sullo Stretto di Messina. L'aggiunto Italo Ormanni, che indaga da mesi su affari in odor di mafia, adesso raccoglie i dubbi di Legambiente sull'impatto nel territorio. Tre indagati: il professor Alberto Fantini, referente del gruppo istruttore della commissione speciale istituita presso il Ministero dell'Ambiente per la valutazione dell'Impatto ambientale, l'architetto Franco Luccichenti e il professore Giuseppe Mandaglio. L'ipotesi è falso in atto pubblico e abuso d'ufficio...» questo è quanto emerge dalla lettura di un articolo, a firma di Elsa Vinci, pubblicato giovedì 6 aprile 2005 dal quotidiano nazionale La Repubblica;
sempre dalla lettura del suddetto articolo emerge che «... nel febbraio dello scorso anno alcuni dirigenti di Legambiente hanno presentato un esposto in procura nel quale denunciavano come lo studio presentato dalla società Stretto di Messina fosse assolutamente carente e privo dei requisiti minimi documentali previsti dalla legge per consentire una completa valutazione dello stesso. E in particolare, la costruzione del ponte provocherebbe danni alle aree faunistiche dei laghetti di Ganzirri e della riserva di Capo Peloro e altererebbe l'ecosistema. Si tratta di milioni di metri cubi di cemento e acciaio per un'opera lunga 3.666 metri e alta 382...»;
in tempi molto brevi si dovrà scegliere il general contractor, ovvero l'impresa che si «aggiudicherà» i lavori gestendo, prevedibilmente, poi anche gli eventuali subappalti. Sempre da notizie di stampa sembrerebbe che in lizza siano rimasti in tre: Impregilo, Astaldi e un consorzio austriaco-canadese, Strabag-Vinci;
si evidenzia che il termine di presentazione delle offerte da parte dei tre concorrenti scade il 20 aprile ed entro giugno è prevista la scelta del general contractor sulla base del progetto preliminare messo ora sotto inchiesta dalla procura di Roma;
si ricorda anche che non più di due mesi fa sono stati emessi cinque ordini di arresto per fermare le mani della mafia sullo Stretto. Anche i clan d'oltreoceano sarebbero pronti a investire sul grande affare. Il primo provvedimento infatti è stato notificato in un penitenziario di Montreal al boss italo-canadese Vito Rizzuto, da sempre legato alle famiglie siciliane di narcotrafficanti Cuntrera e Caruana, l'artefice di un patto con la 'ndrangheta per il controllo delle due sponde -:
se intendano alla luce delle inchieste giudiziarie e in particolare di quella aperta dalla Procura della Repubblica di Roma sospendere la scelta del general contractor per la realizzazione del Ponte sullo stretto di Messina.
(4-13695)
Altrettanto vale per il virgolettato di apertura dell'articolo «... È un progetto bugiardo», che a detta della suddetta società sembrerebbe addirittura attribuire tale affermazione alla Procura della Repubblica mentre naturalmente non risulta agli atti alcuna affermazione del genere.
L'articolo inoltre - sempre secondo la predetta società - omette di ricordare che i ricorsi presentati al TAR del Lazio nel gennaio 2004 da parte della medesima Legambiente e da altre associazioni ambientalistiche, anche con riferimento alla procedure di approvazione del progetto, sono stati respinti sia nella fase cautelare sia in quella di merito. Peraltro le uniche dichiarazioni riportate nell'articolo appartengono al presidente di Legambiente che ha presentato la denuncia e, dunque, si limitano a reiterarne i contenuti.
Tali considerazioni sono state tempestivamente espresse dalla società Stretto di Messina con lettera al direttore del quotidiano inviata nella stessa giornata del 7 aprile 2005.
Per quanto riguarda il paventato impatto dannoso sull'ecosistema dei laghetti di Ganzirri e della Riserva di Capo Peloro, la società Stretto di Messina fa conoscere le soluzioni progettuali individuate; in particolare, la costruzione delle fondazioni della Torre e del viadotto Pantano (lato Sicilia zona Ganzirri) sarà eseguita in assenza di venute d'acqua e quindi con la piena salvaguardia del regime idrogeologico dei laghetti in argomento.
Nello Studio di impatto ambientale, predisposto dalla società Stretto di Messina, sono contenute, tra l'altro, le analisi sullo stato attuale dei siti di interesse comunitario (SIC) e delle zone di protezione speciale (ZPS). Gli elaborati contengono le misure adottate per tutte le aree tutelate da un vincolo naturalistico e paesaggistico. Per ogni sito di interesse comunitario e zone di protezione speciale sono state elaborate apposite schede che tengono conto di tutte le specie animali e vegetali presenti e dei relativi habitat. Per ciascuna specie animale sia stanziale che migratoria è stato studiato l'intero ciclo vitale e le potenziali interferenze determinate dalla costruzione e dall'esercizio delle opere. Gli studi hanno dimostrato che il ponte non ha un'incidenza significativa con l'ecosistema esistente. Il quadro ambientale ha sviluppato la caratterizzazione dello stato attuale di tutte le componenti ambientali previste dalla vigente normativa: ambiente idrico; suolo e sottosuolo; vegetazione, flora fauna e ecosistemi; atmosfera; rumore e vibrazioni; radiazioni ionizzanti e non ionizzanti; salute pubblica; paesaggio.
Per ciascuna di esse è stata determinata l'entità delle trasformazioni individuando le variazioni della qualità ambientale e le relative aree critiche. Per tener conto delle peculiarità dell'area di studio, alcune componenti sono state articolate e poi sintetizzate separatamente in ambiente marino ed ambiente terrestre.
La società Stretto di Messina sottolinea inoltre che prossimamente avvierà la gara per il progetto di monitoraggio ambientale; fondamentale strumento di controllo per le ricadute ambientali e socioeconomiche sul territorio. Tale monitoraggio si articolerà in tre fasi: ante operam, in corso d'opera e post operam al fine di verificare costantemente le condizioni ed i parametri ambientali non solo di Ganzirri ma di tutta l'area interessata dall'opera. Al riguardo verranno inoltre individuate e realizzate adeguate
Per quanto concerne il positivo esito delle indagini condotte dal Centro operativo della DIA di Roma, la suddetta società riferisce che esso conferma la validità delle procedure di prevenzione e controllo poste in essere dal Governo in ordine al monitoraggio ed alla prevenzione nei confronti di possibili aggressioni da parte della criminalità organizzata.
A tal riguardo, le procedure messe in atto dalla società Stretto di Messina, d'intesa con il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, avevano già consentito di non ammettere alla gara per la scelta del general contractor, fin dalla fase di prequalifica, la società oggetto d'indagine da parte della DIA. La società Stretto di Messina è da tempo impegnata ad assicurare la massima collaborazione alle Autorità competenti, impegno che proseguirà in tutto il periodo di realizzazione dell'opera.
In relazione alla richiesta di sospendere la gara per la scelta del general contractor, sulla scorta di quanto sopra illustrato e tendendo conto del quadro normativo vigente, la società Stretto di Messina non ha ritenuto di dover sospendere la gara e attende con fiducia e doveroso rispetto l'esito dell'indagine della Procura di Roma, certa della piena validità degli studi condotti e della correttezza delle procedure seguite.
Il Viceministro delle infrastrutture e dei trasporti: Ugo Martinat.
il 29 settembre 2003 la Ferriera di Servola (Trieste), per ordine del Tribunale di Trieste, è stata posta sotto sequestro, determinando, di fatto, il blocco dell'attività dello stabilimento siderurgico;
presso la Ferriera sono attualmente impiegate circa 1.000 persone;
si calcola che, considerato anche l'indotto, siano circa 1.500 le famiglie esposte al rischio della perdita di lavoro;
l'8 ottobre 2003 il gruppo Lucchini, proprietario della Ferriera, ha depositato al Tribunale del Riesame di Trieste, ricorso contro il sequestro degli impianti;
il 9 ottobre 2003, a Roma, è stato firmato un accordo di massima tra il gruppo Lucchini e il Ministro dell'ambiente contenente un indice di iniziative che saranno approfondite e ampliate con lo stesso Ministero dell'ambiente;
il 14 ottobre 2003, a Trieste, viene sottoscritto un protocollo d'intesa tra il ministero dell'ambiente e tutela del territorio, gruppo Lucchini, regione Friuli-Venezia Giulia e istituzioni locali per giungere al dissequestro della Ferriera di Servola;
il protocollo prevede un percorso «ambientale» per tenere sotto controllo le emissioni diffuse dalla Ferriera e istituisce una Segreteria tecnica per definire le cose più urgenti da fare per il risanamento dell'impianto industriale, coordinata dallo stesso ministero dell'ambiente;
il 16 ottobre 2003, il Tribunale del Riesame, al termine di una camera di Consiglio durata alcune ore, si è riservata la decisione sul ricorso presentato dal gruppo Lucchini contro l'ordinanza di sequestro dello stabilimento triestino, accogliendo però parzialmente il ricorso stesso, riconducendo la competenza in materia al giudice Fabrizio Rigo che guida un procedimento su presunte emissioni inquinanti in corso dal 2002;
il 28 ottobre 2003 il giudice Rigo dispone il dissequestro temporaneo della Ferriera di Servola per consentire lo scarico di 60 mila tonnellate di carbone necessarie per evitare lo spegnimento forzato dell'intero impianto;
il 5 novembre 2003 la Ferriera resta sotto sequestro preventivo con provvedimento del giudice Rigo:
il protocollo sottoscritto dal Ministro dell'ambiente e del territorio e dal gruppo Lucchini prevede un tavolo tecnico che va convocato per l'attivazione di interventi al fine di ridurre l'impatto ambientale dello stabilimento siderurgico;
e considerata l'esigenza, già manifestata dalle organizzazioni sindacali anche al presidente della Camera, di una convocazione da parte del Ministro delle attività produttive di un tavolo di concertazione tra azienda, organizzazioni sindacali, ministero ed enti locali -:
quali impegni urgenti il Governo intenda prendere per evitare la chiusura della Ferriera di Servola.
(4-07978)
Per anticipare la trattazione degli aspetti ambientali del previsto accordo di programma, su iniziativa del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio, è stato firmato il 14 ottobre 2003 il protocollo di intesa «Azioni per il miglioramento delle condizioni ambientali dell'area industriale di Servola».
Il Protocollo di intesa è stato sottoscritto dal Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio, dal Presidente della regione autonoma Friuli-Venezia Giulia, dal Presidente della provincia di Trieste, dal sindaco di Trieste e da rappresentanti del Ministero delle attività produttive, dell'Agenzia regionale per la protezione dell'ambiente, dalla società proprietaria e dall'azienda.
In attuazione di tale Protocollo l'azienda ha elaborato l'analisi ambientale iniziale dello stabilimento e ha avviato interventi per il miglioramento e monitoraggio delle condizioni ambientali dell'area, in stretta collaborazione con una segreteria tecnica, coordinata dal Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio, costituita da 24 esperti designati dai soggetti sottoscrittori nonché dall'APAT, dal CNR, dall'ISS e dall'ASL competente.
Il 22 settembre 2004 la citata segreteria tecnica ha concluso le attività previste dal Protocollo d'intesa con la sottoscrizione, da parte di tutti i componenti, della relazione tecnica finale che, ai sensi del Protocollo stesso, costituirà la base tecnica per la sottoscrizione, da parte di tutti i firmatari del Protocollo, di un accordo volontario.
È in fase di valutazione l'opportunità di prolungare le attività della segreteria tecnica per garantire la vigilanza sul proseguimento degli interventi di miglioramento e monitoraggio ambientale programmati, fino alla definizione dell'accordo volontario ovvero fino al rilascio dell'autorizzazione integrata ambientale all'impianto.
È inoltre in fase di valutazione, l'opportunità di prevedere ulteriori firmatari, in particolare le parti sociale, per quanto riguarda l'accordo volontario.
Il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio: Altero Matteoli.
l'Inail ha spedito in questi giorni le lettere di richiesta dell'addizionale sui premi di assicurazione a copertura degli oneri per danno biologico relativo agli anni 2000-2001-2002, che, secondo quanto afferma l'Inail, a causa di un errore del server, nel prospetto analitico ad esse allegato riportano alla voce «Totale Complessivo» cifre enormemente superiori a quelle effettive;
come riportato dagli organi di informazione, la Confartigianato di Trieste si è vista recapitare una richiesta di pagamento per un totale di 51 milioni di euro, contro i 175 euro previsti;
l'Inail ha inviato un comunicato in cui, limitandosi a chiedere scusa per gli eventuali inconvenienti arrecati, precisa che i datori di lavoro devono tener conto solo dell'importo indicato nella lettera mentre non va considerato l'importo complessivo indicato nel prospetto analitico, aggiungendo che «l'inconveniente non incide sull'esattezza formale e sostanziale della richiesta dell'addizionale», e concludendo che «ha già provveduto a comunicare l'errore alle associazioni di categoria e agli ordini professionali affinché ne diano informazione ai loro associati ed iscritti», facendo ricadere così su di essi l'onere della comunicazione;
nei giorni successivi l'episodio si è riproposto anche in altre realtà, da piccoli negozianti ad associazioni come la sezione provinciale dell'Unione Italiana Ciechi, risultando coinvolte migliaia di aziende e associazioni;
considerato che in caso di errore, anche meramente formale, nello svolgimento delle pratiche burocratiche i dichiaranti sono colpiti da meccanismi sanzionatori spesso di non poco peso, appare necessario che la Pubblica Amministrazione nei confronti dei contribuenti si presenti chiara e che gli eventuali errori commessi come in questo caso vengano formalmente rettificati per un principio di equità e rispetto -:
se intenda fornire indicazioni affinché l'Inail provveda ad un nuovo invio delle comunicazioni degli importi esatti, e se quindi intenda stabilire uno slittamento dei termini di pagamento, onde garantire una corretta informazione ai contribuenti.
(4-10783)
Della decisione è stata data informazione tramite apposito comunicato stampa.
Tale proroga si è resa necessaria in quanto un'anomalia del software ha provocato l'inserimento di cifre erronee nel prospetto analitico di calcolo allegato alla lettera di richiesta dell'addizionale, che, tuttavia, riportava in modo esatto l'importo complessivo che i datori di lavoro dovevano versare.
Peraltro l'istituto, con tempestività, ha informato a mezzo stampa dell'avvenuta anomalia, con comunicato del 31 agosto e del 7 settembre 2004.
Con essi l'INAIL si è scusato con gli utenti per gli inconvenienti arrecati, ha chiarito che l'errore evidenziato non incideva sull'esattezza formale e sostanziale della richiesta dell'addizionale ed ha evidenziato che «i datori di lavoro dovranno tenere conto esclusivamente dell'importo complessivo dell'addizionale indicato nella lettera di richiesta, senza considerare l'analogo dato riportato nel prospetto allegato».
Inoltre sono state inserite su «Punto cliente» (reperibile sull'home page del sito Web dell'INAIL) procedure per la fornitura, in formato elettronico, dei dati per l'addizionale del premio sul danno biologico.
Di ciò, in data 4 ottobre 2004, è stata fornita notizia via e-mail a tutte le associazioni di categoria ed ai consulenti del lavoro registrati nello stesso «Punto cliente».
Infine l'INAIL garantisce, tramite tutte le sedi presenti sul territorio, l'assistenza necessaria all'utenza per lo specifico problema.
Per i motivi suindicati, l'istituto non ha ritenuto opportuno inviare nuove comunicazioni recanti gli importi esatti.
Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali: Roberto Maroni.
il trattamento pensionistico per i dipendenti pubblici, dopo riforme e soppressioni
un caso esemplificativo di questa situazione è rappresentato dal signor Giovanni Franchin, dipendente della Regione Friuli Venezia Giulia con la qualifica di dirigente tecnico;
il signor Franchin ha iniziato la sua attività lavorativa nel 1962, iscritto all'INPS, è stato assunto dalla Regione Friuli Venezia Giulia nel 1976 in qualità di dirigente tecnico, ed è stato inizialmente iscritto dal 1976 al 1982 alla Cassa Previdenza Dipendenti Enti Locali (CPDEL), diventata poi INPDAP, per poi passare retroattivamente dal 1976, come disposto dalla normativa allora vigente e come confermato dal Ministero del tesoro, all'Istituto Nazionale di Previdenza per i Dirigenti delle Aziende Industriali (INPDAI), come dal CCNL offerto dalla Regione;
il periodo contributivo dal 1962 al 1976, d'iscrizione INPS, è stato ricongiunto all'INPDAI nel 1987, seguendo le disposizioni della legge n. 44 del 1973;
nel 1991 è stata emanata la legge n. 274, che all'articolo 4 stabiliva che «l'iscrizione alle casse pensioni degli istituti di previdenza è estesa ai dipendenti a qualunque titolo assunti», comportando l'obbligo di iscrizione alla CPDEL di tutti i dipendenti, motivo per cui a decorrere dal 1 ottobre 1991 il signor Franchin è stato iscritto alla CPDEL;
nel dicembre 2002, l'INPDAI viene soppresso, e nel gennaio 2003 i contributi INPDAI vengono assorbiti dall'INPS;
nel 2003, il signor Franchin con 63 anni di età e quasi 42 di contribuzione, potrebbe chiedere la ricongiunzione non onerosa del periodo INPDAP presso l'INPS, come stabilito dalla legge 27 ottobre 1988, n. 482, che, all'articolo 2, in merito al trattamento di quiescenza e previdenza del personale degli enti, gestioni e servizi interessati a provvedimenti di soppressione, scorporo e riforma, prevede che «per la ricongiunzione di tutti i servizi e periodi assicurativi connessi con il servizio prestato presso le diverse amministrazioni o enti di provenienza con iscrizione a forme obbligatorie diverse da quelle indicate nel comma 1, che non abbiano dato luogo a pensione, si applicano le disposizioni di cui all'articolo 6 della legge 7 febbraio 1979, n. 29», garantendo dunque la possibilità della ricongiunzione gratuita, dal momento che l'iscrizione del 1991 faceva seguito ad una riforma e non alla libera scelta del signor Franchin;
nel marzo 2004, la Direzione Centrale per il personale della regione Friuli Venezia Giulia chiede alla sede nazionale dell'INPDAP la possibilità di applicare l'articolo 6 della legge n. 29 del 1979, in modo da consentire il ricongiungimento a titolo gratuito dei periodi contributivi del signor Franchin;
nell'aprile 2004, in risposta alla richiesta di cui sopra, l'INPDAP di Roma indica la sistemazione contributiva come la possibile soluzione che rimane tuttavia a titolo oneroso per la regione;
la Regione Friuli Venezia Giulia al momento si è espressa verbalmente contraria ad una sistemazione contributiva onerosa, in quanto comporta il pagamento di interessi e contributi già sostenuti -:
se non ritenga legittima l'applicazione dell'articolo 6 della legge n. 29 del 1979 garantendo il ricongiungimento non oneroso dei contributi del signor Franchin.
(4-11143)
La regione autonoma Friuli Venezia Giulia, con deliberazione della giunta regionale n. 2945 del 7 ottobre 1975, ha deliberato l'assunzione di un tecnico specializzato in materia di automazione, ai sensi dell'articolo 3, della legge regionale del 27 aprile 1972, n. 22.
Con successiva deliberazione della giunta regionale n. 1296 dell'11 maggio 1976, l'Ente ha assunto con contratto a tempo indeterminato, in qualità di dirigente del settore dell'automazione, il signor Franchin Giovanni, a decorrere dal 1o settembre 1976. In mancanza di uno speciale contratto nazionale collettivo del settore, al dipendente è stato applicato il trattamento economico normativo previsto dal contratto collettivo nazionale per i dirigenti di aziende industriali, con contestuale iscrizione previdenziale all'Inpdai.
Al momento dell'assunzione in servizio, i presupposti di legge per l'iscrizione all'Inpdai erano contenuti nel combinato disposto degli articoli 3, comma 1, della legge n. 967/53 e 4 della legge n. 44/73. Al predetto Istituto venivano iscritti i dirigenti dipendenti delle imprese, degli enti o delle aziende esercenti esclusivamente attività industriale diretta alla produzione di beni o servizi, ovvero attività di trasporto per terra, per acqua o per aria.
La regione autonoma Friuli Venezia Giulia ha indicato, altresì, che successivamente all'entrata in vigore della legge n. 274/91, il dipendente è stato iscritto alla Cassa di previdenza dipendenti enti locali dell'Inpdap (articolo 4, comma 2 della richiamata legge).
Il 22 marzo 2004, il medesimo Ente ha comunicato all'Inpdap che si poneva, pertanto, il problema di effettuare una ricongiunzione dei servizi mediante applicazione dell'articolo 6, della legge n. 29/79, e dell'articolo 2, comma 3, della legge n. 482/88, per il servizio reso dal dipendente con iscrizione all'Inpdai.
A stretto giro di posta, la suindicata Regione veniva invitata a verificare la sussistenza dei requisiti per l'obbligo di iscrizione all'Inpdap indicando, quali termini per la risoluzione della problematica, una regolarizzazione contributiva presso l'Inpdap in quanto all'atto dell'assunzione in servizio il dipendente era stato iscritto ad una gestione previdenziale diversa da quella prevista per i dipendenti delle amministrazioni regionali.
Per quanto attiene alla normativa invocata, si precisa che la legge n. 482/88 ha previsto norme più estensive di quelle già in vigore; in particolare ha consentito l'applicazione dell'articolo 6, della legge n. 29/79, anche nei confronti del personale proveniente da enti, gestioni e servizi interessati a provvedimenti di soppressione, scorporo o riforma avvenuti con legge regionale, e trasferito o assegnato alle regioni, agli Enti pubblici e alle Amministrazioni dello Stato, e ha dettato disposizioni sulla disciplina del trattamento di quiescenza e di previdenza del personale degli enti soppressi trasferito alle regioni, agli Enti pubblici e alle Amministrazioni dello Stato. Tale normativa richiede tassativamente, affinché possano essere riconosciuti dei periodi assicurativi senza oneri a carico degli iscritti, che il personale sia stato interessato da un processo di trasferimento obbligatorio, disposto da un'apposita norma di legge che abbia soppresso, scorporato o riformato l'ente di provenienza.
Nel caso del signor Franchin si è trattato di una modifica del regime previdenziale d'iscrizione, intervenuta a seguito di un obbligo sancito da specifica norma di legge.
Seppure in mancanza del requisito richiesto dallo schema normativo dell'articolo 6, della legge n. 29/79 (provvedimento di soppressione e di trasferimento), considerato che nella fattispecie trattasi di una modifica del regime previdenziale di iscrizione, del tutto indipendente dalla volontà dell'interessato, l'Inpdap ritiene per motivi di ragionevolezza che possano essere utilizzate le modalità previste dall'articolo 6, della legge in esame, per la ricongiunzione del servizio reso dal signor Franchin presso la regione autonoma Friuli Venezia Giulia con iscrizione all'Inpdai e senza onere a suo carico.
A tal fine è già stata data comunicazione di rettifica alla regione ed alla competente struttura Inpdap di Trieste.
Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali: Roberto Maroni.
in data 16 dicembre 2004 è stata effettuata la seduta pubblica di aggiudicazione provvisoria alla ditta Baldassini-Tognozzi Costruzioni Generali S.P.A. di un bando di gara indetto da ITALFER S.P.A., in nome e per conto di Rete Ferroviaria Italiana S.P.A., per raddoppio della linea Bologna-Verona appalto PA-838, tratta ferroviaria San Felice sul Panaro-Poggio Rusco, per un importo di appalto complessivo di euro 84.707.878;
tale aggiudicazione a licitazione privata è stata aggiudicata alla ditta Baldassini-Tognozzi con un ribasso del 7,89 per cento escludendo l'ATI Cooperativa di Costruzioni, con sede in Modena, che aveva presentato un ribasso del 16,26 per cento e una significativa differenza di costi di circa 7.000.000 di Euro;
l'esclusione della ATI Cooperativa di Costruzioni veniva motivata con la non corretta congruità dei prezzi dell'offerta presentata dalla stessa ATI;
l'ATI cooperativa di Costruzioni già è impegnata nel cantiere limitrofo del viadotto Crocetta a pochi km di distanza per lavorazioni identiche a prezzi inferiori (di un 20 per cento circa) di quelli proposti nella gara in oggetto con piena soddisfazione della ITALFER S.P.A.;
la verifica della congruità dei prezzi da parte dell'Amministrazione aggiudicatrice (ITALFER S.P.A.) è avvenuta, a quanto risulta agli interroganti, in assenza di contraddittorio delle offerte considerate anomale in palese violazione dell'orientamento della Corte di Giustizia Europea, (Art. 30 n. 4);
tale comportamento dell'Amministrazione aggiudicatrice, oltre a causare un grave danno economico alla stessa, ha determinato ricorso davanti al TAR dell'ATI Costruzioni contro ITALFER S.P.A. per annullamento previa sospensiva del provvedimento di aggiudicazione provvisoria della gara d'appalto suddetta;
tale anomalo provvedimento dell'Amministrazione aggiudicatrice innescando un grave contenzioso rischia di ritardare nei fatti la realizzazione del raddoppio ferroviario della linea a binario unico e ad alta densità di traffico Bologna-Verona già oggetto recentemente di un gravissimo incidente che è costato la vita a 17 persone -:
quali iniziative codesti Ministeri vogliano intraprendere in merito al fine di meglio garantire gli interessi economici della parte pubblica non adeguatamente rappresentati da ITALFER S.P.A.;
se non ritengano necessario riconsiderare complessivamente l'operato dell'Amministrazione di ITALFER S.P.A. per valutare se risponde ai criteri di efficacia ed efficienza che dovrebbero improntare l'azione dei suoi responsabili.
(4-13538)
Nel corso di tale verifica è stato esaurientemente instaurato il contraddittorio tra le parti che si è svolto attraverso richieste di chiarimenti formulate per iscritto da parte della stazione appaltante cui ha fatto seguito un incontro con i rappresentanti dell'associazione temporanea d'imprese concorrente.
Gli atti relativi alle varie fasi del contraddittorio sono stati consegnati in copia all'ATI stessa come da richiesta di quest'ultima.
Per quanto concerne il procedimento di verifica di congruità, si conferma che l'esclusione dalla gara dell'ATI CDC è stata motivata dalla incapacità di quest'ultima di giustificare il ribasso offerto.
Sulle motivazioni dell'esclusione è stato avviato un contenzioso che è attualmente all'esame del TAR del Lazio - sezione terza-ter che si pronuncerà nel merito in una prossima udienza.
Il Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e per i trasporti: Nino Sospiri.
l'11 ottobre scorso, i lavoratori, la Rsu e la Fiom-Cgil hanno proclamato otto ore di sciopero per la filiale di Bologna dell'Essellesse Spa, appartenente al Gruppo Datamat, contro la posizione assunta dalle direzioni di gruppo e aziendali;
la Datamat è una delle maggiori realtà del panorama informatico italiano, con circa 2.000 dipendenti, che, ad appena tre anni dall'acquisizione dell'intero pacchetto azionario di Essellesse Spa, ha comunicato a Fiom, Uilm e Rsu la propria decisione unilaterale di chiuderne le filiali di Bologna, Roma e Milano, con annesse le sedi di Padova e Napoli;
dopo una serie di incontri fra le parti, il 6 ottobre scorso, presso la Confindustria di Roma, è stata formalizzata l'apertura della procedura di mobilità per tutto il personale delle sedi interessate dalla chiusura;
secondo fonti sindacali, il provvedimento riguarderebbe 136 lavoratori, essenzialmente tecnici esperti ed altamente professionalizzati, di cui 36 in forza nella filiale di Bologna, che tuttora forniscono servizi informatici rivolti ad aziende private, all'industria, ai settori bancario, telecomunicazioni e assicurativo, nonché ad aeroporti, autostrade e Pubblica amministrazione -:
se non ritengano opportuno intervenire, presso i soggetti interessati, ciascuno per gli ambiti di propria competenza, al fine di tutelare i diritti, la dignità e la professionalità dei lavoratori coinvolti, individuando, insieme alla parti, soluzioni alternative a quelle annunciate dai vertici aziendali, nell'intento di garantire un futuro occupazionale certo ai lavoratori, attraverso l'elaborazione di un piano di rilancio aziendale, che passi e attraverso un progetto industriale, reso possibile dall'elevato profilo tecnico del personale e dalle sue capacità di riconversione, oppure attraverso il riassorbimento dei dipendenti all'interno del gruppo Datamat.
(4-11237)
La società non fa più parte del gruppo Datamat dall'8 novembre 2003.
Il Sottosegretario di Stato per le attività produttive: Mario Valducci.
l'azienda «Huntsman Tioxide» di Scarlino (Grosseto) ha annunciato l'intenzione di voler procedere nei prossimi mesi ad un taglio occupazionale che riguarderà 124 lavoratori dei 320 impiegati nello stabilimento;
tale decisione lascia intravedere dubbi sulla futura permanenza in vita dell'azienda, l'unica nel nostro Paese a produrre il biossido di titanio;
presso l'azienda negli anni si sono formate professionalità ed esperienze che oggi rischiano di essere compromesse dai tagli occupazionali e dalla terziarizzazione dei servizi. Essa, infatti, oltre ai 320 addetti altamente specializzati ed impegnati nel suo ciclo produttivo, coinvolge altri 120 lavoratori impiegati nell'indotto;
un eventuale ridimensionamento della «Huntsman Tioxide» comporterebbe preoccupanti ripercussioni sulla «Nuova Solvine», azienda tra i principali produttori di acido solforico dei quale la Tioxide è principale acquirente;
uno dei problemi della produzione riguarda lo scarto prodotto, infatti, alla fine del ciclo produttivo lo stabilimento di Scarlino a fronte di una produzione media annua di 60.000-80.000 tonnellate di biossido di titanio, che costituisce il 70 per cento di fabbisogno del nostro Paese, genera circa 400.000 tonnellate di rifiuto speciale non pericoloso, denominato «gesso rosso»;
per tutelare l'ecosistema è già in atto un processo di riutilizzo dei gessi rossi. Infatti in base ai princìpi vigenti in ambito comunitario e nazionale che disciplinano l'impatto ambientale dei cicli produttivi, la gestione dei rifiuti deve privilegiare, nell'ordine, la prevenzione delle quantità e della pericolosità dei rifiuti, il riutilizzo, il riciclaggio ed il recupero, così che lo smaltimento in discarica costituisca una fase residuale del ciclo di gestione dei rifiuti medesimi. Il decreto legislativo n. 22 del 1997 prevede che le autorità competenti adottino iniziative dirette a favorire, in via prioritaria, la prevenzione nonché la riduzione dello smaltimento finale dei rifiuti attraverso, tra l'altro, il reimpiego, il riciclaggio, le altre forme di recupero e l'impiego dei materiali recuperati. L'utilizzo dei gessi rossi provenienti dalla lavorazione del biossido di titanio, nel rispetto delle esigenze di tutela ambientale, può ridurre lo smaltimento di tali residui in discarica e favorire il ciclo economico produttivo dal quale i medesimi residui sono prodotti, con evidenti benefici ambientali -:
quali misure intendano adottare per sostenere e rilanciare l'attività produttiva della «Huntsman Tioxide» e mantenere i livelli occupazionali presenti;
quali misure intendano adottare per favorire il riutilizzo dei gessi rossi provenienti dalla lavorazione del biossido di titanio, contribuendo così al recupero ambientale ed al reimpiego dei materiali.
(4-11922)
Il biossido di titanio, che si presenta sotto forma di pigmento bianco, ha incomparabili proprietà ottiche, quali la capacità di riflettere le radiazioni luminose ed assorbire le dannose radiazioni ultraviolette ed è un prodotto chimicamente inerte, stabile dal punto di vista termico e non tossico.
Esso è il bianco di base che compare in quasi tutti gli «oggetti bianchi» e si ottiene da una reazione chimica dell'acido solforico con la materia prima e cioé l'ilmenite o le scorie titanifere.
Attualmente la società sta fronteggiando la sfida di una aggressiva competitività conseguente sia alla ridotta crescita della domanda di mercato mondiale sia alla contrazione del prezzo di vendita; di contro, è andato sempre più aumentando il costo delle materie prime, della manodopera e degli interventi finalizzati alla salvaguardia dell'ambiente.
A questa situazione congiunturale deve aggiungersi che la concorrenza ha già in atto una politica di riduzione dei costi di produzione conseguita attraverso l'automazione degli impianti appositamente riorganizzati, la centralizzazione dei servizi e il ridimensionamento dei programmi di produzione.
Pertanto, anche la Huntsman Tioxide, al fine di fronteggiare questo momento di rallentamento economico e recessione industriale, ha predisposto, per il prossimo biennio, un importante piano di interventi in tutti gli stabilimenti del gruppo che dovrà consentire appunto di mantenere le posizioni produttive raggiunte e di essere sempre più competitiva sui mercati europei e mondiali.
Il piano, oltre a consistenti impegni finanziari, individua vari settori con azioni già avviate ed altre da cominciare che, in particolare, puntano: ad investire sull'innovazione tecnologica, per realizzare sistemi di produzione sempre più sofisticati in funzione delle materie prime usate; a revisionare i costi e le strutture organizzative dei diversi stabilimenti; a selezionare i mercati di vendita dei prodotti in rapporto all'entità della domanda.
L'insieme dei vari interventi comporterà, nel prossimo biennio, un riassetto organizzativo con conseguente esubero di personale che l'azienda intende gestire con la massima attenzione in collaborazione con le organizzazioni sindacali, al fine di individuare le soluzioni più idonee alle nuove strategie di produzione e meno traumatiche per il personale coinvolto.
In questo contesto, al termine di un serrato confronto con R.S.U. è stato raggiunto un accordo di programma in data 25 gennaio 2005 che, oltre alla soluzione di altre problematiche tra le quali alcune di revisione di emolumenti vari, prevede una riduzione del personale dalle 329 unità occupate a 280 a fine 2005, a 266 a fine giugno 2006 fino a stabilizzare l'organico della fabbrica entro la fine del 2006. Come è evidente tutta l'operazione determinerà la riduzione di circa 70 unità complessive, numero questo molto più contenuto di quello indicato nell'interrogazione in esame.
Ciò si verificherà attraverso il rilascio di personale occupato con contratti a tempo determinato, assunti in via transitoria in attesa dell'entrata a regime delle automazioni programmate, utilizzando un turn-over naturale e con incentivazione all'esodo volontario. Non sono previsti, al momento, interventi di ammortizzatori sociali.
Inoltre, presso lo stabilimento di Scarlino è operante un laboratorio di analisi, ricerca e sviluppo, a supporto di un analogo centro di ricerca e sviluppo esistente a livello del Gruppo societario, frutto di cospicui investimenti che, con l'ausilio delle più avanzate tecnologie, permette di ottimizzare il prodotto ottenuto, migliorandone sempre più la qualità, e studiare sistemi alternativi d'impiego, con conseguenti nuove opportunità occupazionali.
In ordine al problema relativo allo scarto prodotto, si fa presente che, da sempre, una delle priorità assolute che la fabbrica di Scarlino ha dovuto affrontare e risolvere è stata quella di dover individuare dei siti di stoccaggio e l'eventuale utilizzo dei gessi rossi provenienti dalle lavorazioni.
Per la definitiva soluzione della questione, occorrerà anche un concreto intervento dei Ministeri interessati (ambiente, industria, eccetera) e delle amministrazioni locali (regioni, province, comuni) per assicurare, nel medio-lungo tempo, l'individuazione di siti di stoccaggio sui quali operare interventi di ripristino ambientale con l'utilizzo dei gessi rossi, adatti al recupero di cave esaurite o di altre zone degradate, il cui ripristino paesaggistico sarebbe utile anche a fini turistici. Attualmente, ciò avviene in una cava sita nel comune di Follonica.
Tale intervento dovrà, altresì, tendere a favorire il reimpiego dei gessi in sostituzione di materiali naturali di estrazione e la riduzione dei costi ambientali in generale.
In conclusione, la continuità dell'azienda appare assicurata anche se condizionata alla sua competitività sul mercato che il piano sopra descritto tenterà di migliorare.
La riorganizzazione della società, inoltre, non comporterà riduzione della produzione e, quindi, minor consumo di acido solforico fornito dalla società Nuova Solmine, anch'essa operativa nella stessa zona, ed avrà un impatto graduale e poco traumatico sugli assetti occupazionali.
Il Sottosegretario di Stato per le attività produttive: Mario Valducci.
è in atto un processo di liberalizzazione del mercato energetico nazionale;
la Presidenza del Consiglio dei ministri ha emanato, nel mese di febbraio del 2004, un proprio decreto in cui, relativamente alle «forniture di energia elettrica destinate alle produzioni e lavorazioni di alluminio, piombo, argento e zinco», si prevede che nei territori insulari si applichino tariffe più favorevoli;
le stesse produzioni, gestite dalla medesima proprietà, sono presenti anche in altre località del nostro Paese, come Porto Marghera e Feltre -:
se il Governo non ritenga che tale iniziativa possa favorire la delocalizzazione delle produzioni nelle isole a scapito degli altri territori.
(4-09682)
L'articolo 11, comma 11, della citata legge dispone, infatti, che l'applicazione di condizioni tariffarie favorevoli per le forniture di energia elettrica di cui all'articolo 1, comma 1, lettera c), del decreto-legge 18 febbraio 2003, n. 25, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 aprile 2003, n. 83, è prorogata a tutto l'anno 2010 alle condizioni tariffarie di cui al 31 dicembre 2004.
Con riferimento al campo di applicazione, si fa presente che tra i soggetti beneficiari del provvedimento sono comprese le industrie operanti nel settore della produzione di alluminio primario su tutto il territorio nazionale.
Il Sottosegretario di Stato per le attività produttive: Mario Valducci.
la stampa ha riportato la notizia secondo la quale l'ALCOA, in presenza del provvedimento governativo che esclude lo stabilimento di Fusina (Porto Marghera) dagli incentivi sull'energia (delibera 110/04), sarebbe determinata a delocalizzare le produzioni;
in data 7 aprile 2004 l'interrogante aveva già sollevato la medesima problematica al Ministro interrogato
(4-09682) senza peraltro ricevere alcuna risposta;
secondo la FIOM Nazionale «le ripercussioni di una tale decisione possono essere drammatiche per i 700 dipendenti dello stabilimento di Fusina e per l'indotto collegato» -:
se il Ministro non intenda adottare le opportune iniziative volte a modificare quanto previsto nel decreto presidenziale e, comunque, se non intenda intervenire presso ALCOA per evitare le conseguenze che in termini occupazionali ne deriverebbero.
(4-10573)
L'articolo 11, comma 11, della citata legge dispone, infatti, che l'applicazione di condizioni tariffarie favorevoli per le forniture di energia elettrica di cui all'articolo 1, comma 1, lettera c), del decreto-legge 18 febbraio 2003, n. 25, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 aprile 2003, n. 83, è prorogata a tutto l'anno 2010 alle condizioni tariffarie di cui al 31 dicembre 2004.
Con riferimento al campo di applicazione, si fa presente che tra i soggetti beneficiari del provvedimento sono comprese le industrie operanti nel settore della produzione di alluminio primario su tutto il territorio nazionale.
Il Sottosegretario di Stato per le attività produttive: Mario Valducci.
in passato il sottoscritto, attraverso atti di sindacato ispettivo, ebbe a richiedere delucidazioni in merito alla decisione del Ministero di utilizzare il complesso di «Villa Biraghi» per la sede del Parco Nazionale della Valgrande;
in ogni sede, ed anche nell'interrogazione a risposta scritta qui richiamata, sono state espresse pesanti riserve su quella che appare all'interrogante una cervellotica e insostenibile, decisione sia dal punto di vista del costo complessivo dell'intervento che della localizzazione scelta per la sede (scomoda, decentrata e senza parcheggi);
in particolare, è evidente come essa sia lontana dagli accessi normali del Parco della Valgrande, oltre che essere prossima ad importanti stabilimenti chimici che poco si collegano con l'immagine di un parco nazionale;
in questi mesi, è stata resa pubblica la notizia che la Magistratura di Verbania ha in corso indagini su questa vicenda coinvolgenti alcuni noti esponenti politici regionali -:
se il Ministero sia stato informato degli atti in corso da parte della Magistratura di Verbania e quale atteggiamento intenda conseguentemente assumere;
quali iniziative intenda con urgenza intraprendete il Ministero al fine di valutare la correttezza e l'economicità, la continuità dell'intera operazione;
perché non sia verificata l'ipotesi di mantenere gli uffici della Presidenza e Direzione del parco negli attuali locali di proprietà regionale senza procedere ad un investimento di almeno 3 milioni di euro che potrebbero essere invece convenientemente destinati ad iniziative all'interno del parco e per la pubblicizzazione del Parco nazionale della Valgrande.
(4-12623)
Alla luce delle indicazioni di indirizzo di questo Ministero, l'Ente parco ha individuato nell'edificio storico di villa Biraghi, sito nel comune di Vogogna, l'immobile idoneo per ubicazione, dimensioni e tipologia, ad ospitare la sede dell'Ente, in assenza di altre località idonee allo scopo all'interno del perimetro del Parco.
La scelta assunta dall'Ente al fine di aderire al dettato dalla legge quadro sulle aree protette, è stata, pertanto, incentivata da questa Amministrazione che ha concesso contributi pari ad euro 323.501,89 a valere sui fondi di cui all'articolo 145, comma 51, della legge n. 388 del 2000, annualità 2001, e pari a euro 642.003,66, annualità 2002-2003, da destinare al restauro e/o risanamento conservativo di villa Biraghi.
A seguito della sottoscrizione dell'accordo di programma per l'acquisto e il restauro dell'immobile tra la regione Piemonte e il comune di Vogogna, è stato assicurato al medesimo comune un contributo pari a euro 934.910,42 per l'acquisto e per le opere di restauro conservativo dell'immobile.
In merito alle indagini condotte dall'Autorità giudiziaria, si rappresenta che l'acquisto di Villa Biraghi da parte del comune di Vogogna ed i relativi finanziamenti regionali hanno costituito oggetto, nell'ambito di una vicenda più complessa, di un procedimento penale nel quale sono stati coinvolti imprenditori ed esponenti politici locali con accuse di corruzione; gli imputati sono stati assolti perché il fatto non sussiste con sentenza del GUP di Verbania in data 1o marzo 2005.
Il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio: Altero Matteoli.
l'emergenza internazionale aggravatasi dopo i recenti attentati di Madrid ha riportato all'attenzione generale il problema degli obiettivi potenziali di un terrorismo senza scrupoli e senza remore e con la volontà di infliggere danni anche catastrofici;
questa drammatica eventualità è già stata considerata dalla comunità internazionale e in particolare dall'Unione europea dopo il disastro del 2001 a Tolosa, quando l'esplosione di uno stabilimento chimico collocato nel centro urbano provocò morti, feriti e contaminazioni e spinse il Parlamento europeo ad approvare una risoluzione in favore dell'allontanamento degli impianti «a rischio di incidente rilevante» dai centri abitati, la risoluzione, testualmente: «constata l'impossibilità del rischio-zero nel quadro di una coabitazione tra la popolazione urbana e i complessi industriali petrolchimici e ritiene che l'attuale logica di gestione del rischio, ereditata dall'epoca dell'incidente di Seveso e adottata fino a oggi, sia in pratica superata e che d'ora in avanti sia necessario orientarsi urgentemente verso una logica di allontanamento del rischio. Pertanto si invitano con urgenza gli Stati membri ad avviare una revisione profonda delle politiche di gestione del territorio e d'urbanizzazione nelle vicinanze dei siti a rischio per evitare il ripetersi di catastrofi simili a quella accaduta a Tolosa»;
i rapporti di sicurezza ai sensi dell'articolo 8 del decreto legislativo n. 334 del 1999, che recepisce la direttiva Seveso 2, n. 96 del 1982 e prevede che ogni azienda, oltre alla redazione di documentazione relativa allo stabilimento (notifica), predisponga la redazione di un rapporto di sicurezza da presentare agli organi competenti responsabili delle emergenze esterne, rivelando che nella Provincia di Venezia gli stabilimenti a rischio di incidente rilevante di cui al decreto legislativo n. 334 sono ben 36, di cui 24 nel Comune di Venezia concentrati nella zona industriale di Porto Marghera;
l'autorità portuale ha predisposto il rapporto sulla Sicurezza all'interno del
sostanza anidride arseniosa 12 tonnellate; infiammabili (GPL) 675 tonnellate; infiammabili (benzine) 900.720 tonnellate; infiammabili (benzine) 25.000 tonnellate; infiammabili (benzine) 218.325 tonnellate; infiammabili (greggio) 77.958 tonnellate; infiammabili (esano) 154 tonnellate; C.V.M. 4.492 tonnellate; ossigeno 1.100 tonnellate; ossigeno 0,78 tonnellate; acido fluoridrico 784 tonnellate; cloro 3 tonnellate; ammoniaca 13 tonnellate; anidride solforosa 63 tonnellate; infiammabili (GPL) 50 tonnellate; infiammabili (benzine+GPL) 134.613 tonnellate; ammoniaca 39.317 tonnellate; fosgene 15 tonnellate; cloro 542 tonnellate; infiammabili (benzine) 128.500 tonnellate; acrilonitrile 9.270 tonnellate; infiammabili (benzine) 124.300 tonnellate; infiammabili (benzine) 500 tonnellate;
sia il Rapporto sopra citato, sia il Piano di emergenza esterna relativa ai rischi industriali redatto dalla Prefettura nel febbraio 1998 evidenziano che, in normali condizioni di vento, i centri abitati di Marghera, Mestre, Malcontenta, Oriago, Mira, distanti da 1 a 4 km dall'epicentro della zona a rischio, sarebbero raggiunti in pochi minuti dalla nube di sostanze tossiche sprigionatesi da qualche impianto;
le aziende non sono dotate di sistemi e misure di sicurezze atte a prevenire eventuali incursioni, l'accesso acqueo è facilitato da 8 km di banchina priva di sorveglianza alcuna e i tratti via terra sono altrettanto penetrabili;
la situazione di Marghera appare drammaticamente simile a quella di Tolosa, a causa dello vicinanza degli impianti ad elevatissimo rischio industriale con i centri abitati;
gli impianti produttivi ed i siti di stoccaggio sono del tutto incompatibili con la realtà urbana circostante, in cui si trovano 300 mila abitanti e con il delicato equilibrio ambientale della laguna;
un particolare fattore di rischio è dato dalla vicinanza delle piste di decollo e di atterraggio dell'aeroporto di Tessera, che obbliga i velivoli a sorvolare a bassa quoto raffinerie, siti per lo stoccaggio di prodotti petroliferi, impianti chimici ad altissimo rischio per dimensione e tipologie delle sostanze trattate quali clorosoda, cloruro di vinile monomero e polimero, acrilonitrile ed altre;
la natura di obiettivo del terrorismo di questi siti industriali è confermata anche dal recentissimo attentato suicida nel porto israeliano di Ashdod nel corso del quale i «kamikaze» puntavano ai depositi di sostanze chimiche come bromo e ammoniaca -:
come intenda adoperarsi per garantire, nell'immediato, una effettiva difesa da possibili atti distruttivi;
quali misure intendano adottare a tutela dei lavoratori primariamente esposti al verificarsi di eventi quali esplosioni, incendi, rilasci e dispersioni di sostanze tossiche, e a tutela della popolazione residente nell'area limitrofa agli stabilimenti a rischio;
se non ritengano di supportare e indirizzare l'azione degli Enti Locali che, in base alle direttive Seveso sono tenuti ad informare la popolazione e a strutturare sistemi adeguati per allertare la medesima, in caso di incidenti rilevanti;
come intenda adoperarsi per conseguire, nei tempi più rapidi possibile, l'obiettivo posto dalla stessa risoluzione europea su Tolosa, cioè «l'allontanamento del rischio», che a Marghera significa in primo luogo «via il fosgene subito», come decine di migliaia di cittadini hanno chiesto con una petizione di massa subito dopo il gravissimo incidente alla Dow Chemical del 28 novembre 2002;
come intenda adoperarsi per evitare, per sottovalutazione del rischio, di rendersi
(4-09559)
Le due situazioni fattuali accennate nell'interrogazione, ossia la tutela da azioni illecite internazionali e segnatamente dal terrorismo e la tutela da incidenti legati con l'attività di produzione di sostanze pericolose e stoccaggio, pur essendo entrambe dirette alla tutela di interessi primari strettamente legati al tema della sicurezza, quali l'uomo e l'ambiente, attengono ad oggetti distinti che presuppongono normative differenti, proprio in ragione della peculiarità delle fattispecie causali dell'evento dannoso.
In particolare: la disciplina sul controllo dei pericoli di incidente rilevanti connessi con determinate sostanze pericolose è contenuta nel decreto legislativo 17 agosto 1999, n. 334, con il quale è stata recepita la direttiva 96/82/CE del Consiglio e nel discendente decreto interministeriale 16 maggio 2001, n. 293. Tale ultimo provvedimento regolamentare detta la normativa applicabile ai porti industriali e petroliferi ai fini sia della prevenzione degli incidenti rilevanti connessi con determinate sostanze pericolose, sia della limitazione delle loro conseguenze per l'uomo e per l'ambiente; la disciplina sulla sicurezza dei trasporti marittimi da minacce di azioni illecite internazionali e segnatamente dal terrorismo, quale minaccia più grave ed attuale, è contenuta negli emendamenti alla convenzione internazionale del 1974 per la salvaguardia della vita umana in mare (Solas 74) ed esattamente al capitolo XI-2, nonché nel Codice internazionale per la sicurezza delle navi e degli impianti portuali (codice ISPS), adottati il 12 dicembre 2002 in seno alla conferenza diplomatica dell'Organizzazione marittima internazionale (IMO).
Entrambe le situazioni richiamate sono, quindi, disciplinate da norme di natura cogente intese a migliorare la sicurezza delle navi adibite al commercio internazionale e dei relativi impianti portuali con l'obiettivo di tutelare l'uomo e l'ambiente.
Le citate normative impongono ai soggetti coinvolti nel settore dei traffici marittimi (armatori, terminalisti, organismi di amministrazione dei porti) di innalzare il livello qualitativo delle rispettive condizioni di impermeabilità e di eventuale reazione alla minaccia terroristica attraverso l'adozione di misure atte a garantire le attività commerciali nel porto in condizioni di sicurezza attestate a livello più elevato possibile in dipendenza delle informazioni disponibili e di una regolazione endogena.
In tale ottica, il CISM, Comitato interministeriale per la sicurezza dei trasporti marittimi e dei porti nella riunione del 6 aprile 2004 ha delineato competenze e procedure per l'attuazione delle misure di sicurezza previste dal codice ISPS per gli impianti portuali.
Si informa, inoltre, che il Dipartimento dei vigili del fuoco, del soccorso pubblico e della difesa civile ha diramato alle prefetture il piano nazionale contro gli attacchi terroristici di tipo NBCR applicabile anche alle attività industriali che comportano pericoli di incidenti rilevanti connessi con determinate sostanze pericolose.
Sulla base delle direttive contenute nel piano nazionale, le prefetture hanno predisposto i piani provinciali di difesa civile, nei quali sono previste le procedure di intervento delle componenti del soccorso, in primis i Vigili del fuoco, le Forze dell'ordine e le componenti sanitarie.
I piani provinciali sono oggetto in questo periodo di verifica da parte del predetto Dipartimento, attraverso una serie di seminari pratico-esercitativi effettuati in tutte le regioni, con il coinvolgimento delle prefetture, dei comandi dei vigili del fuoco, dei rappresentanti delle Forze dell'ordine e delle componenti sanitarie, al fine di accertare l'idoneità dei piani stessi agli scenari che vengono di volta in volta proposti, in modo diversificato per ciascuna provincia.
La capacità di risposta del sistema di difesa civile è, inoltre, costantemente «testata» attraverso attività esercitative che,
Per quanto riguarda, poi, le misure adottate per fronteggiare eventuali situazioni di rischio nell'insediamento industriale area «ex Petrolchimico» di Porto Marghera (Venezia), il Corpo nazionale dei Vigili del fuoco è impegnato con tutte le risorse operative disponibili della Direzione interregionale vigili del fuoco del Veneto e del Trentino Alto Adige e del Comando provinciale dei vigili del fuoco di Venezia.
In proposito, si precisa che, fin dal 1996 è stato costituito, presso il predetto Comando, il nucleo operativo chimico, poi divenuto Nucleo regionale NBCR, specializzato per affrontare interventi che coinvolgono sostanze pericolose anche all'interno degli stabilimenti.
Inoltre, il Comitato tecnico regionale di cui all'articolo 19 del decreto legislativo n. 334/1999 ha provveduto, ai sensi dell'articolo 21 dello stesso decreto, alla valutazione di tutti i rapporti di sicurezza presentati dai gestori, istituendo anche apposite commissioni incaricate di verificare lo stato di avanzamento dei lavori eseguiti a seguito delle prescrizioni impartite, ovvero l'attuazione dei progetti di adeguamento presentati.
È opportuno sottolineare che il carattere dinamico dei cicli produttivi della maggioranza degli stabilimenti industriali presenti comporta, soprattutto per le attività di processo e di trasformazione, un continuo aggiornamento con relativo riesame della documentazione tecnica dell'attività, nell'ambito delle procedure espressamente previste dal predetto decreto legislativo e dal decreto interministeriale del 9 agosto 2000, concernente le «linee guida per l'attuazione del sistema di gestione della sicurezza».
Si rappresenta, ancora, che il Comitato tecnico interregionale del Veneto e del Trentino Alto Adige e il Comando provinciale dei vigili del fuoco di Venezia da tempo forniscono agli Enti locali competenti il supporto per l'informazione alla popolazione, nonché gli elementi conoscitivi indispensabili per provvedere all'adeguamento degli strumenti urbanistici, tenendo conto «della presenza delle attività sottoposte alla disciplina del predetto decreto legislativo n. 334/1999», come previsto dal decreto interministeriale del 9 maggio 2001 recante: «Requisiti minimi di sicurezza in materia di pianificazione urbanistica e territoriale per le zone interessate da stabilimenti a rischio di incidente rilevante».
Si indicano, infine, gli elementi informativi disponibili presso il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio relativamente alla situazione aggiornata degli stabilimenti soggetti al decreto legislativo n. 334/1999, nell'area di Porto Marghera.
L'area industriale di Porto Marghera è soggetta ad uno specifico «Accordo di programma per la chimica di Porto Marghera» - decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 12 febbraio 1999 - che prende specificatamente in considerazione anche aspetti connessi alla sicurezza industriale.
In relazione agli stabilimenti soggetti alla disciplina normativa in materia di prevenzione dei rischi di incidente rilevante (decreto legislativo n. 334/1999) si precisa quanto segue: nella provincia di Venezia sono presenti: n. 12 stabilimenti soggetti all'articolo 6 del decreto legislativo 334/1999; n. 20 stabilimenti soggetti all'articolo 8 del decreto legislativo 334/1999;
di cui, nell'area industriale di Porto Marghera: n. 6 stabilimenti soggetti all'articolo 6 del decreto legislativo 334/1999; n. 16 stabilimenti soggetti all'articolo 8 del decreto legislativo 334/1999.
Relativamente agli stabilimenti disciplinati dall'articolo 8 del decreto legislativo 334/1999 (quantitativi di sostanze pericolose presenti superiori al limite di soglia maggiore) alla data odierna le verifiche ispettive sui Sistemi di gestione della Sicurezza sono stati attivati per tutti gli stabilimenti ed il loro status è il seguente:
n. 12 verifiche ispettive concluse; n. 5 attività conclusa ma in attesa del Rapporto Finale.
Si ricorda, inoltre, come in materia di rischi di incidenti rilevanti il decreto legislativo n. 334/1999 prevede che i Comitati tecnici regionali (CTR), competenti per territorio, debbano effettuare l'istruttoria tecnica dei rapporti di sicurezza. Al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio risulta che, alla data del 15 giugno del 2004, le attività in materia svolte dal Comitato tecnico regionale Veneto sono le seguenti:
n. 9 istruttorie tecniche concluse; n. 8 istruttorie tecniche in corso.
Relativamente allo stato di predisposizione dei Piani di emergenza esterna (PEE) agli stabilimenti a rischio di incidente rilevante, la prefettura sta aggiornando il PEE inerente l'area industriale di Porto Marghera.
Il Sottosegretario di Stato per le attività produttive: Mario Valducci.
i risultati di uno studio americano - Women Health Iniziative (WHI) - e di uno studio britannico - Million Women Study (MWS) - avevano già evidenziato negli scorsi anni un aumento del rischio di cancro al seno nelle donne in menopausa sottoposte a terapie ormonali sostitutive (THS) (Le Monde, 3 dicembre 2003);
da quanto riporta il quotidiano Le Monde in data 19 novembre 2004 uno studio realizzato in Francia su 100.000 donne tra i 40 ed i 65 anni sotto l'egida dell'Istituto nazionale della salute e della ricerca medica (Inserm) conferma l'ipotesi di un rischio maggiore di cancro al seno legato alle terapie ormonali sostitutive (THS) comprendente una combinazione di estrogeni e di progestinico di sintesi;
tale studio ha preso in esame donne in trattamento con una combinazione di estrogeni - sotto forma transdermica (patch o gel) o per via orale - e di progestinici (83,3 per cento); per il 20,1 per cento delle utilizzatrici, il progestativo era progesterone micronizzato; nel 58,3 per cento dei casi si trattava di un derivato sintetico del progesterone; nel 9 per cento delle donne il trattamento consisteva in estrogeni somministrati da soli;
lo studio ha determinato la scoperta di 948 casi di cancro invasivo al seno: l'analisi del risultato ha permesso di calcolare un rischio relativo in media di 1,2 (ovvero un aumento del 20 per cento) tra tutti i tipi di trattamento nelle donne che avevano dato avvio al trattamento durante il periodo di studio o nell'anno che l'aveva preceduto; l'intervallo di fiducia a 95 per cento va da 1,1 a 1,4, ovvero ci sono 95 possibilità di rischio su 100 che il pericolo di cancro al seno venga accresciuto dal 10 per cento al 40 per cento nelle donne in THS rispetto a quelle che non assumono alcun trattamento;
nello specifico, lo studio non ha costatato alcun rilevante aumento del rischio di cancro al seno nelle donne che assumono estrogeni soli né nelle donne che assumono progesterone micronizzato mentre l'aumento del rischio - del 40 per cento - è stato rilevato nelle donne che assumono le diverse formulazioni di progestinici
se sia a conoscenza del recente studio sopra indicato e dei suoi allarmanti risultati;
se questi prodotti vengano commercializzati ed utilizzati anche in Italia;
se l'Italia possa avvalersi di studi recenti sul rischio dato da trattamenti ormonali sostitutivi (THS) e, in caso contrario, se non ritenga di dover avviare un'indagine epidemiologica ad hoc.
(4-11852)
I risultati dello studio confermano, nella sostanza, quanto già riportato in precedenti pubblicazioni, aggiungendo alcuni dati relativi alle diverse vie di somministrazione ed ai diversi tipi di progesterone utilizzato. Lo studio, tuttavia, non consente di mettere in evidenza piccole differenze di rischio tra i farmaci utilizzati e, come riconosciuto dagli autori stessi, si dovrà attendere la prosecuzione del follow-up della coorte per raggiungere risultati più consolidati.
Nel corso degli anni 2002 e 2003, la pubblicazione del Women's health iniziative randomized clinical trial (WHI) e del Million women study (MWS) ha portato l'European agency for the evaluation of the medicinal products (EMEA) e le agenzie nazionali, ad una rivalutazione del profilo beneficio/rischio della TOS.
Al riguardo il Committee for proprietary medicinal products (CPMB) ha espresso le seguenti considerazioni:
il rapporto beneficio/rischio della TOS è favorevole nel trattamento dei sintomi della menopausa (climaterio) che influiscono negativamente sulla qualità della vita; deve, comunque, essere utilizzata la più bassa dose efficace per un periodo di tempo il più breve possibile;
per la prevenzione dell'osteoporosi o delle fratture osteoporotiche, nelle donne con fattori di rischio o con osteoporosi conclamata, il rapporto beneficio/rischio della TOS non è favorevole come trattamento di prima scelta;
il rapporto beneficio/rischio della TOS è generalmente non favorevole nelle donne sane che non manifestano i sintomi del climaterio.
La conduzione di grandi studi (sia trial sia di coorte), necessari per ulteriori approfondimenti relativi al profilo beneficio/rischio, è estremamente complessa, richiedendo lunghi periodi di osservazione. In considerazione dell'attuale assetto regolatorio, delle conoscenze già acquisite e di quelle che potranno eventualmente derivare dalla prosecuzione del follow-up degli studi in corso, sembra non essere necessario intraprendere nuove indagini sull'argomento.
Va segnalato, al riguardo, che il Ministero della salute attraverso la rete nazionale di Farmacovigilanza, in collegamento con i referenti europei ed internazionali, segue attentamente tutti gli studi e le segnalazioni di reazione avversa dei farmaci.
Per quanto concerne la terapia ormonale sostitutiva, l'Agenzia italiana del farmaco (AIFA) ha informato gli operatori sanitari relativamente ai risultati dello studio WHI e MWS.
La newsletter n. 1/2003 farmacovigilanza news distribuita in 100.000 copie a tutti i responsabili della Farmacovigilanza nazionale, ed una Dear doctor letter indirizzata a tutti i medici prescrittori hanno riportato un'ampia sintesi dei relativi risultati.
Si segnala, infine, che i prodotti commercializzati in Italia contenenti estroprogenistici, hanno modificato indicazioni e controindicazioni, secondo quanto prescritto
Il Ministro della salute: Francesco Storace.
i ripetuti episodi di bracconaggio nel delta del Po, in particolare in golene e lagune all'interno del Parco regionale, rilevati da attivisti del WWF della sezione di Rovigo, che svolgono fra l'altro il ruolo di guardie volontarie venatorie provinciali, segnalano la pericolosa recrudescenza del fenomeno e la presenza di una diffusa pratica illegale di caccia nei confronti della selvaggina migratoria acquatica (anatre e trampolieri);
il problema del bracconaggio è documentato in molti dei suoi innumerevoli episodi dagli attivisti del WWF che sottolineano come le azioni di sorveglianza abbiano spesso esito positivo: un'azione di sorveglianza nella laguna di Barbamarco nel Comune di Porto Tolle venerdì 21 ottobre 2004, giorno di silenzio venatorio, ha portato al sequestro di 3 fucili, di strumenti per il richiamo acustico ed al sequestro di 228 stampi di anaridi nella laguna portotollese (riportato da Il Gazzettino, 26 ottobre 2004);
l'uso ripetuto e massiccio di richiami elettroacustici vietati dalla legge, seguito da raffiche di colpi, è stato verificato, soprattutto nei fine settimana, negli appostamenti fissi della sacca di Bottoniera e in quelli della palude Boccavecchia, nella golena di Cà Cornera nel Comune di Porto Viro, zona all'interno del Parco, (segnalato da attivisti del WWF nella mattinata del 17 ottobre 2004) e nella laguna di Caleri e Vallona (segnalato dagli attivisti del WWF di Rovigo domenica 31 ottobre 2004, lunedì 1 novembre 2004 ed ancora, recentemente, domenica 9 gennaio 2005);
si tratta di fenomeni criminosi ancora più gravi in quanto avvengono in un ecosistema prezioso per quanto riguarda la presenza di fauna selvatica come il delta del Po stesso, all'interno del Parco, recentemente arricchitosi anche della presenza di fenicotteri rosa -:
se siano a conoscenza della situazione;
come intendano intervenire per contrastare in modo definitivo e con urgenza il fenomeno del bracconaggio del delta del Po e per tutelare la fauna selvatica, patrimonio indisponibile dello Stato e tutelata nell'interesse della comunità nazionale ed internazionale, secondo quanto previsto dalla normativa vigente, nazionale e comunitaria;
se ritenga opportuno definire per via legislativa nuovi strumenti di tutela di aree come quella del delta del Po che vi escludano ogni tipo di attività venatoria al fine di tutelare la fauna ed in particolare quella selvatica migratoria, garantendone presenza e riproduzione.
(4-12439)
Per arginare questo fenomeno, gli agenti di vigilanza di cui agli articoli 27 e 28 della legge 157/92, sono costantemente impegnati per contrastare tutte le azioni di caccia illegale. Nonostante gli sforzi profusi dal citato personale, la caccia di frodo è praticata anche a danno di specie faunistiche protette da direttive comunitarie e convenzioni internazionali.
Tutto ciò premesso, sarebbe auspicabile che le amministrazioni provinciali e nel caso specifico, quella di Rovigo, potenziassero ulteriormente i controlli antibracconaggio, anche con il supporto degli agenti di vigilanza volontaria aderenti alle associazioni venatorie e ambientaliste.
Il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio: Altero Matteoli.