DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
(da 124 a 247 ponti, da 74 a 115 ponticelli) il numero di ponti in carico all'ente locale; sul ponte di Villa Potenza transitano circa 7-8 mila veicoli al giorno, fino a 2.600 veicoli l'ora, il 90 per cento leggeri, il 10 per cento pesanti -:
per l'assegnazione di una casa popolare, famiglie con redditi da 0 a 20.000 euro lordi -:
cui disponeva di non acquistare più il centro polifunzionale di protezione civile di Castelnuovo di Porto, come disposto dalla legge n. 226, che aveva previsto anche il relativo finanziamento di circa 270 miliardi di vecchie lire;
individuare un nuovo immobile ove trasferire le attività del Centro polifunzionale; con missiva del 26 maggio 2004 - Prot. n. DPC/AFJ10026524 - il capo del dipartimento Guido Bertolaso chiede all'Agenzia del Demanio di rendere noto se esistano locali demaniali idonei a soddisfare le esigenze del Dipartimento; in data 14 maggio 2004, il Dipartimento, al fine di reperire tali locali, pubblica un avviso sui quotidiani Il Messageero e Il Tempo e sul bisettimanale Porta Portese (note DPC/AFI/0024612, 00224613, 0024614); in data 7 ottobre 2004, il Dipartimento comunica che hanno risposto al citato avviso: Gruppo ABC, ICOGI Spa, Skema Srl, Nuova Casa Immobiliare Srl, Angelo Amici e, successivamente, AIG Lincoln Italia, il cui immobile, sito in Fiano Romano, nella nuova zona industriale distante circa 800-1000 metri dalla Autostrada A1 e della Bretella Fiano-San Cesareo, viene ritenuto idoneo a soddisfare le esigenze del Dipartimento; il fabbricato in oggetto comprende una superficie da adibire a magazzini di circa mq 4.300, più circa 680 mq di uffici o archivi con ingresso autonomo; si specifica inoltre che è possibile avanzare un'opzione, alle stesse condizioni economiche, per un fabbricato di totali mq 36.000, più 3.600 mq di uffici, posizionato di fronte al magazzino interessato e di prossima edificazione (ultimazione prevista fine 2005-primo semestre 2006);
corso alle attività sugli accertamenti istruttori delegati al Vice Procuratore Generale della Corte dei conti, in merito alla vicenda del mancato acquisto e la dismissione del centro Polifunzionale di Castelnuovo di Porto; in tale occasione, è stata richiesta tutta la documentazione relativa all'asta pubblica indetta per l'acquisto del Centro, la conseguente accensione del mutuo e la effettiva destinazione dei fondi, la mancata stipula del contratto d'acquisto, il mancato pagamento del canone di affitto in seguito all'accensione del mutuo, la situazione attuale del Centro e degli Enti attualmente fruitori e l'I.N.A.I.L., oltre a ogni eventuali contenzioso già in corso nei confronti del dipartimento stesso;
martedì 7 giugno 2005 alle ore 14.30 a seguito dell'ordinanza 33 del dirigente del settore viabilità dell'Amministrazione provinciale di Macerata nella quale si evidenziavano rischi per l'incolumità pubblica, il transito sulla strada statale 77 è stato interrotto all'altezza del km 95 e 500, ovvero in corrispondenza del ponte sul fiume Potenza e in prossimità dell'abitato della frazione Villa Potenza della città di Macerata; il ponte collega al capoluogo non solo la SS77 (Adriatico-Appennino) ma anche altre strade di rilievo almeno regionale, come la 361 (San Severino Marche), la 362 (Iesi), la 125 (Cingoli); la chiusura del ponte isola dunque un'intera vallata dal capoluogo di provincia, condiziona traffico e viabilità di tutta l'area nord della regione, sconvolge la vita dell'intera frazione;
nella frazione di Villa Potenza risiedono 2.893 abitanti, una parte significativa dei quali abita nella zona a nord del ponte interrotto;
tra gli abitanti della frazione residenti nelle zone situate a nord del ponte interrotto si riscontrano alcune situazioni di non autosufficienza e incapacità motoria dovuta all'avanzata età e/o a malattia; nella frazione di Villa Potenza operano 43 esercizi commerciali, 25 attività artigianali e industriali, sono situate strutture preposte all'erogazione di servizi pubblici essenziali, alcune di rilievo comunale, altre di rilievo provinciale e regionale quali: il servizio di trasporto pubblico urbano dell'Azienda Pluriservizi di Macerata, l'Agenzia di protezione dell'ambiente della regione Marche (sede provinciale), il Mattatoio consortile che è al servizio di vari comuni della provincia di Macerata, la centrale di sollevamento del servizio idrico dell'Azienda Pluriservizi di Macerata; nella frazione di Villa Potenza è situato un importante centro fiere che ospita manifestazioni di rilievo regionale e nazionale; nella frazione di Villa Potenza, proprio nelle immediate vicinanze del ponte interrotto, è situata una zona archeologica di grande rilievo;
il provvedimento di chiusura al traffico della strada statale 77 ha interrotto la principale via di comunicazione verso il capoluogo di provincia e quindi verso le vallate situate a sud della città;
i soli percorsi alternativi possibili comportano un importante allungamento dei tempi di percorrenza, provocando (nei comuni Treia e Montecassiano) significative congestioni del traffico veicolare e inoltre risultano (in particolare per ciò che riguarda il percorso che transita nel comune di Montecassiano verso la città di Macerata) inadatti al transito di veicoli pesanti;
l'ordinanza di chiusura al traffico ha comportato l'interruzione, nella zona a nord del ponte interrotto, del servizio di trasporto pubblico urbano;
l'amministrazione provinciale e il comune hanno già attivato una serie di misure d'emergenza per limitare i danni alla viabilità provinciale;
il ponte fu realizzato circa 80 anni fa ad arco in muratura su 5 campate ognuna di 15 metri di luce per una lunghezza di 87 metri e mezzo, con un piano viabilità di 7 metri affiancato da due banchine pedonali; fino all'ottobre 2001 è stato gestito dall'ANAS e tutti gli studi segnalano come le cause dell'attuale situazione risalgono molto indietro nel tempo;
con il trasferimento alla provincia di una serie di strade statali è raddoppiato
se non ritenga opportuna e urgente la dichiarazione di stato di calamità ai sensi della legge 225/92 e del decreto legislativo 112/98;
se non ritenga necessario e urgente che un ponte di emergenza sia gratuitamente messo a disposizione dalle forze armate;
se il trasferimento di competenze dall'ANAS alle province di strade e ponti è stato accompagnato dal trasferimento di adeguate risorse per la messa in sicurezza e la manutenzione, di adeguate informazioni sulla storia e stato di conservazione e di sicurezza dei vari manufatti, della documentazione relativa a drenaggi, opere di scolo e regimentazione delle acque, ai progetti di miglioramento della sicurezza, alle varianti e ai lavori eseguiti, alle pratiche di autorizzazione e/o necessarie e/o nulla osta, alle opere d'arte presenti nella rete trasferita, in particolare ai fini della classificazione ai sensi del DM LLPP 4 maggio 1990;
a che punto è la ricognizione dello stato di sicurezza degli edifici ed opere strategiche e rilevanti individuate dal Dipartimento della protezione civile per la provincia di Macerata con ordinanza 3274 del 20 marzo 2003, in particolare rispetto alle classificazioni sismiche e se non ritiene che gli eventi sismici che hanno interessato Marche e Umbria nel 1997 non avrebbero dovuto suggerire un immediato intervento di messa in sicurezza da parte dell'ANAS per il ponte sul Potenza oggi chiuso;
quanti fondi intendano stanziare per alleviare danni e disagi attuali e per ripristinare al più presto condizioni ordinarie di viabilità nella vallata del Potenza;
se individuino negligenze, errori, colpe, responsabilità nell'attività di amministrazioni centrali dello Stato;
se esistano condizioni e termini per azioni di risarcimento danni;
come intenda, comunque, collaborare con regione, provincia e comune per l'emergenza, il ripristino, il risanamento e il pieno reinserimento della comunità locale nella vita sociale ed economica del territorio.
(2-01586) «Calzolaio».
martedì 7 giugno 2005 il Presidente del Consiglio dei Ministri, On. Silvio Berlusconi, è intervenuto all'Assemblea dell'Associazione nazionale costruttori edili (ANCE), in quell'occasione ha affermato che era intenzione del Governo procedere alla vendita dell'intero patrimonio delle case popolari gestite dagli ATER/IACP consistente in circa 750.000 alloggi;
in seguito alla modifica del titolo V della Costituzione, si è disposto che la proprietà delle case popolari, costruite o recuperate nell'ambito dell'edilizia sovvenzionata, passasse alle Regioni e che in alcuni casi, come in Toscana ed Emilia Romagna, la titolarità degli alloggi popolari è passata ai Comuni;
la quasi totalità delle case popolari è stata costruita o recuperata con il solo contributo dei lavoratori dipendenti attraverso il prelievo della ex Gescal e che il fine di tale patrimonio è quello di dare una casa ai soggetti più deboli economicamente e di fungere da calmiere del mercato;
all'interpellante appare, in ogni caso, quantomeno improponibile ed imbarazzante che il debito dello Stato debba essere ripianato con vendite di alloggi occupati da assegnatari con redditi da 0 a circa 35.000 euro lordi;
in Italia oltre 600.000 famiglie sono collocate utilmente nelle graduatorie comunali
se non ritenga più utile e maggiormente rispondente alle necessità dei cittadini (siano essi sotto sfratto o in condizioni di disagio economico), ai quali è negato il diritto alla casa, visti i livelli raggiunti dal mercato immobiliare (sia quello offerto in locazione che quello in vendita), operare al fine di varare un piano nazionale per la costruzione e il recupero di almeno 600.000 case popolari, in modo da dare risposta concreta alle famiglie in attesa di una casa popolare ad un canone sociale sostenibile.
(2-01590) «Folena».
il 26 gennaio 2005 a seguito di una forte nevicata, l'Anas ha chiuso al traffico l'autostrada A3 Salerno-Reggio Calabria, nel tratto da Battipaglia allo svincolo di Sibari;
per oltre 48 ore, centinaia di automobilisti sono rimasti bloccati sull'autostrada, costretti ad accendere i motori delle loro autovetture per scaldarsi;
tra le molte centinaia di automobilisti intrappolati, vi erano numerosi anziani e bambini. Otto persone con principio di assideramento sono state soccorse dai militari e trasportati nell'ospedale di Lagonegro (Potenza), e fra loro, una bambina siciliana di 10 anni cui era stato trapiantato un rene, anche lei bloccata in macchina insieme ai genitori;
è stato soprattutto grazie all'iniziativa volontari della Caritas della diocesi di Teggiano Policastro che, particolarmente nelle prime ore, è stato possibile distribuire cibo e bibite calde ai camionisti e agli automobilisti bloccati;
l'Anas si è fatta trovare ancora una volta impreparata, secondo l'interrogante colpevolmente, ad un evento atmosferico annunciato già una settimana prima dalla Protezione Civile, tanto che nel Vallo di Diano, l'assenza di mezzi e uomini dell'Anas ha di fatto provocato l'isolamento di un territorio di 70 mila abitanti;
lo stesso Capo della Protezione civile Guido Bertolaso, come riportato dagli organi di stampa, ha sottolineato: «eravamo pronti ad intervenire anche in questa emergenza, ma non ci è stato chiesto e abbiamo fatto un passo indietro»;
il 27 gennaio 2005 il ministro Lunardi, a margine di un convegno dell'Enac, ha dichiarato a commento dell'odissea sulla autostrada A3 «Esiste una regola: quando nevica bisogna avere le catene a bordo. Non dico altro»;
anche da questo drammatico episodio, si manifesta in pieno il ritardo infrastrutturale del sud del nostro Paese. È infatti inaccettabile che la principale arteria sud/nord si blocchi per una nevicata imprigionando per giorni gli automobilisti -:
chi siano i responsabili del gravissimo disagio e delle palesi inadempienze che hanno paralizzato per due interi giorni centinaia di macchine sulla Salerno-Reggio Calabria;
se non si ritenga indispensabile intervenire per la messa in sicurezza delle strade esistenti, e in particolare quelle del sud del Paese, ed investire sulla rete ferroviaria anche per ridurre il traffico stradale, attivando a tal fine anche quelle ingenti risorse finanziarie destinate alla realizzazione del Ponte sullo stretto di Messina;
se sia stato costituito il Centro di coordinamento nazionale per fronteggiare le emergenze, che il Ministro Lunardi aveva promesso un anno fa.
(4-15094)
i territori di Guidonia Montecelio e Tivoli comprendono in gran parte zone di coltivazione del travertino, la cui estrazione è praticata fin dall'epoca romana;
il progresso delle tecnologie consente escavazioni a livelli molto più profondi che negli anni passati;
nel sottosuolo è altresì presente il più vasto giacimento di acqua termale d'Italia (acqua sulfurea) e parte dell'economia della zona si fonda anche sulle locali terme «Acque Albume»;
per poter estrarre il travertino ai livelli più bassi le imprese di estrazione sono costrette a tenere attive giorno e notte per 365 giorni all'anno potenti pompe di captazione dell'acqua termale al fine di mantenere asciutto il piano di lavoro;
le migliaia e migliaia di metri cubi di acqua termale così captata vengono incanalate in canalizzazioni artificiali e disperse nel fiume Aniene, affluente del Tevere;
tale sistema comporta un evidente depauperamento della preziosa risorsa termale, tant'è che le locali sorgenti di acqua sulfurea «Regina» e «Colonnelle» hanno subito un pericoloso abbassamento tale da impedire in alcune giornate estive l'apertura delle locali terme;
da due o tre anni peraltro nella zona vengono registrati boati sotterranei, violente scosse registrate come sinkhole e recentemente gravissime lesioni su edifici di Villalba di Guidonia e Tivoli Terme e hanno obbligato i proprietari a sgombrare gli immobili;
molti cittadini fanno risalire le cause di tali eventi all'attività estrattiva e soprattutto all'emungimento indiscriminato dell'acqua sulfurea ed al conseguente abbassamento della relativa falda -:
sia a conoscenza della situazione descritta;
se per la situazione descritta sia stata allertata la Protezione Civile e, in caso affermativo, quali urgenti interventi si ritenga di adottare.
(4-15118)
l'articolo di Riccardo Bocca, pubblicato sull'ultimo numero de l'Espresso dal titolo «Parla un boss - Così lo Stato pagava la 'ndrangheta per smaltire i rifiuti tossici», rileva fatti inquietanti e pone interrogativi altrettanto inquietanti;
secondo l'interrogante urge una puntuale verifica di quanto affermato dal boss;
non soltanto la Magistratura deve con sollecitudine completare l'indagine, ma anche il Governo è tenuto ad accertare se realmente sul territorio lucano e calabrese siano stati interrati bidoni di rifiuti tossici e se vi sia stato l'affondamento di una «carretta del mare» avente lo stesso carico di materiale radioattivo;
ciò lo esigono le popolazioni;
occorre accertare la verità per dare serenità e anche per non danneggiare le attività economiche delle aree interessate e soprattutto per accertare gli eventuali rischi per la salute dei cittadini;
naturalmente anche il trasporto di rifiuti nocivi in Somalia e le conseguenti implicazioni, fino all'uccisione della giornalista Ilaria Alpi, vanno verificati con urgenza e senza riguardo verso chicchessia -:
quali urgenti iniziative il Governo intenda adottare in merito.
(4-15162)
in data 30 ottobre 2002, il Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del capo del dipartimento della protezione civile, ha emesso l'ordinanza n. 3247 con
il 18 novembre 2004 la regione Lazio vaglia definitivamente il progetto «Bretella Salaria Sud» che prevede, tra i numerosi interventi, l'arginamento del fiume Tevere in tutta la zona esondabile, nella quale ricade il centro polifunzionale e lo svincolo sul raccordo autostradale G.R.A. che si diparte proprio dal centro stesso;
nel frattempo, il dipartimento della protezione civile, ormai determinato al rilascio definitivo del centro polifunzionale di Castelnuovo di Porto, comunica la sua decisione all'ente proprietario, l'I.N.A.I.L. - con raccomandata con ricevuta di ritorno, Prot. n. DPC/AFI/0046376, in data 14 ottobre 2004 -, chiedendo che le operazioni di riconsegna dell'immobile avvengano inderogabilmente entro il 30 novembre 2004; parallelamente, il Dipartimento della protezione civile - con raccomandata con ricevuta di ritorno, prot. DPC/AFI/52859, in data 20 novembre 2004 - intima a tutti gli enti presenti, a titolo di convenzione, presso il centro - tra i quali il ministero delle politiche agricole e forestali, il ministero dell'economia e delle finanze, il ministero del lavoro e delle politiche sociali, il ministero dell'interno, il Tribunale amministrativo del Lazio, l'Ufficio garante per la protezione dei dati personali, la Croce rossa italiana, il Registro italiano dighe - di liberare i locali occupati entro e non oltre il 1o febbraio 2005, pena lo spostamento dei rispettivi beni presso locali autorizzati, con oneri a carico delle Amministrazioni proprietarie; d'altra parte, l'I.N.A.I.L. comunica - con raccomandata A.R. n. 5505, in data 4 novembre 2004 - di essere disponibile a riprendere l'immobile, a patto che esso sia riconsegnato in uno stato conforme a quello in cui si trovava all'atto della stipula del primo contratto di locazione, ovverosia completamente sgombero da persone e cose, ferma restando la liquidazione di tutti i danni arrecati alle strutture dell'immobile nel corso degli anni e il saldo di tutte le mensilità arretrate per le quali il Dipartimento della protezione civile, a tutt'oggi, è ancora moroso;
dal canto loro, il Ministro dell'agricoltura e delle foreste, il Corpo forestale dello Stato, il dipartimento per le risorse umane e strumentali-ufficio logistica integrata della Presidenza del Consiglio dei ministri, il Registro italiano dighe, comunicano l'assoluta impossibilità di ottemperare, nei termini richiesti, all'ingiunzione di sgombero, facendo presente, altresì, che eventuali azioni non concordate atte allo sgombero dei locali del Centro polifunzionale di Castelnuovo di Porto, si configurerebbero, per particolari e delicate situazioni in essere, come interruzione di pubblico servizio; le varie amministrazioni propongono inoltre un incontro urgente all'I.N.A.I.L., indipendentemente dalle decisioni già assunte dal Dipartimento della protezione civile, volto a trovare soluzioni alternative, tra le quali il versamento di un'indennità di occupazione sine titulo per la superficie impegnata;
preso atto delle risposte negative provenienti dalle singole Amministrazioni degli enti presenti presso il Centro polifunzionale di Castelnuovo di Porto, il Sottosegretario di Stato alla Previdenza del Consiglio dei ministri, in data 21 marzo 2005, invia una nuova missiva - Prot. 144/2005/ss - nella quale, affermando di trovarsi nella necessità di dare concreta attuazione alle disposizioni recate nell'ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri 30 ottobre 2002, n. 3247 (pubblicata nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana n. 259 del 5 novembre 2002), invita le amministrazioni a porre in essere, nel più breve tempo possibile, le più idonee iniziative per ottemperare alla citata disposizione, non essendo ulteriormente dilazionabile il termine di rilascio dell'immobile; le Amministrazioni, tuttavia, rispondono nuovamente in termini negativi;
nel frattempo, il Dipartimento della protezione civile si è da tempo attivato per
tuttavia, in data 16 novembre 2004, la Commissione del Dipartimento della protezione Civile incaricata di valutare le offerte e la relativa documentazione comunica che il consiglio di amministrazione della società AIG Lincoln non ha approvato la proposta formulata dal Dipartimento e che pertanto la relativa offerta può ritenersi annullata; dopo aver comunicato che non è altresì pervenuta risposta da parte dell'Agenzia del Demanio - attivata con nota DPC/AFI/26524 del 26 maggio 2004 - la Commissione valuta infine l'offerta pervenuta in data 10 novembre 2004 dalla società Stesim Immobiliare Srl, riguardante un immobile sito in località Settecamini (Roma), in via Affile (zona industriale di via Tiburtina); l'immobile in oggetto ha una superficie complessiva di mq 13.110 Ca., di cui mq 11.661,66 da adibire a magazzini e mq 1448,40 da adibire a uffici; all'unanimità la commissione ritiene che la proposta in questione soddisfa pienamente le esigenze del Dipartimento;
analizzando le planimetrie della nuova area si evince tuttavia chiaramente come questa sia esageratamente sovradimensionata per la parte del capannone coperto e assolutamente non sufficiente per la parte a cielo aperto dove dovrebbero essere stoccati tutti i container e i materiali di pronto intervento del Dipartimento; persino le particolari antenne ad alta frequenza per il collegamento con la nave San Marco e gli aerei Canadair non possono trovare posto nella nuova area, sia a causa dello spazio insufficiente sia a causa delle forti interferenze elettromagnetiche generate dalla presenza di cavi ad alta tensione; nonostante queste gravissime limitazioni, il Dipartimento della Protezione civile decide che l'immobile di proprietà Stesim di via Staffile sia quello maggiormente idoneo alle esigenze del Dipartimento stesso e, in data 22 novembre 2004, chiede all'Agenzia del demanio il nulla osta alla locazione (prot. DPC/AFI/53083); nella medesima richiesta si precisa che il canone mensile per la locazione è di euro 78.660,00 (Iva esclusa);
alla data odierna non risulta ancora pervenuto il nulla osta alla spesa da parte dell'Agenzia del demanio, né l'assenso alla locazione reso dall'Ufficio per Roma Capitale (si veda l'appunto del dottor Marcello Fiori, dell'Ufficio grandi eventi infrastrutture e logistica del Dipartimento della Protezione civile in data 18 maggio 2005 in possesso dell'interrogante); tuttavia il Dipartimento ha già predisposto tutti i lavori da effettuare nell'area, affidandoli alla società Due Esse s.r.l., molti dei quali già ultimati, e ha siglato anche alcuni contatti di affitto;
nel frattempo, il giorno 27 gennaio 2005 la guardia di finanza si è recata presso gli uffici del Dipartimento per dar
il quadro complessivo dell'operazione si presenta nel modo che segue: l'I.N.A.I.L. vanta circa 60 milioni di euro per le mensilità arretrate e gli interessi di mora, come risulta dall'ultima lettera in data 21 aprile 2005 pervenuta al Dipartimento da parte dell'ufficio legale dell'ente; a circa 40 milioni di euro ammonta inoltre la spesa globale per il ripristino dei danni procurati all'immobile nel lungo periodo di permanenza e le successive procedure di smontaggio, trasloco e rimontaggio delle tecnologie e i materiali attualmente residenti e funzionanti presso il Centro, già opportunamente riadeguati agli spazi ridotti stabiliti nell'ultimo ridimensionamento fra il dipartimento e l'I.N.A.I.L.; infine, va considerato il nuovo canone di affitto concordato per l'area di via Staffile, pari a circa 78.000 euro mensili per il solo capannone, ad eccezione, quindi, dell'area circostante e di ulteriori altre aree da individuare per lo stoccaggio della rimanente parte dei container e le antenne HF che non trovano posto all'interno dell'area già contrattata; dunque un Costo almeno doppio di quello pattuibile per le zone del Centro attualmente occupate dal Dipartimento, con tutte le aggravanti di un contratto di nuova stipula che ne possono derivare;
ad avviso dell'interrogante potrebbe anche configurarsi il reato di truffa ai danni dei milioni di cittadini italiani che hanno inteso, con la loro straordinaria solidarietà, supportare la ricostruzione delle aree colpite dal catastrofico evento naturale del 26 dicembre 2004 e non certo finanziare un'operazione - lo spostamento del Centro Polifunzionale - che, a parere
dell'interrogante, non risponde ad alcun criterio di razionalità, necessità e urgenza;
l'intera operazione pare dunque, all'interrogante, priva, ad avviso dell'interrogante, di ogni razionalità economica, senza contare che la nuova sede individuata non assicurerebbe piena funzionalità alle varie strutture che vi dimorerebbero -:
per quale motivo sia stato deciso l'abbandono del Centro polifunzionale di Castelnuovo di Porto;
se non ritenga che tale abbandono comporti un gravissimo pregiudizio a molte importanti amministrazioni che hanno finora dimorato nell'area di Castelnuovo di Porto, tanto che, secondo l'opinione dell'interrogante, è tale da poter configurare il reato di interruzione di servizio pubblico;
in base a quale procedura sia stata individuata la società Stesim Immobiliare Srl, la quale non compare tra le Società che hanno risposto all'avviso pubblicato a cura del Dipartimento della Protezione civile in data 14 maggio 2004 sui quotidiani Il Messaggero e Il tempo e sul periodico Porta Portese, e che ha presentato la propria offerta solo in data 10 novembre 2004;
di chi sia la proprietà dell'area individuata per il trasloco del Centro polifunzionale;
per quale motivo, pur mancando, al 18 maggio 2005, il nulla osta alla spesa da parte del Demanio e l'assenso dell'Ufficio per Roma Capitale, il Dipartimento per la Protezione civile ha già ultimato molti lavori di ristrutturazione dell'area e siglato contratti di affitto e manutenzione con varie società;
se non ritenga che lo spostamento del Centro Polifunzionale in Via Staffile comporti, vista la sua ubicazione, gravi disagi ai dipendenti;
se non ritenga inaccettabile che in virtù dello spostamento del Centro polifunzionale in Via Staffile perdano il loro posto di lavoro numerosi dipendenti di società che prestavano i loro servizi nella sede di Castelnuovo di Porto, a molti dei quali, come ai lavoratori della società Pontina Pulizia Srl - alla quale non è stato rinnovato l'appalto - è già pervenuta comunicazione di licenziamento a decorrere dal 31 maggio 2005;
con quali fondi sarà finanziata tutta l'operazione e se saranno utilizzati i proventi della campagna di solidarietà con le popolazioni vittime del Sud Est asiatico che, come recita l'articolo 1, comma 2 dell'ordinanza n. 3390 del Presidente del Consiglio dei ministri in data 29 dicembre 2004, sono affluiti nel Fondo della Protezione civile.
(4-15180)