Resoconto stenografico dell'Assemblea
Seduta n. 629 del 19/5/2005
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La seduta, sospesa alle 10,15, è ripresa alle 10,25.

(Contenuti di un'intervista rilasciata dall'imam di Torino - n. 2-01561)

PRESIDENTE. L'onorevole Ballaman ha facoltà di illustrare l'interpellanza Gibelli n. 2-01561 (vedi l'allegato A - Interpellanze urgenti sezione 2), di cui è cofirmatario.

EDOUARD BALLAMAN. Signor Presidente, l'interpellanza in esame è stata presentata in seguito ad una seria preoccupazione avvertita dagli esponenti del gruppo della Lega Nord Federazione Padana, ma anche dal Ministero dell'interno (nei miei confronti sono state già adottate alcune misure cautelative), nonché alla volontà di far conoscere il più possibile il film girato dal regista Theo Van Gogh, ucciso il 2 novembre del 2004. Non si tratta di un film dai contenuti blasfemi, anche se, sicuramente, vi è una sorta di provocazione al dibattito.
Di qui, l'iniziativa del gruppo della Lega di proiettare il film nelle piazze, dal momento che le televisioni nazionali e locali, per questioni di diritti, non intendono mandare in onda l'intero filmato.
Oltre al film, intendiamo diffondere un libro di Pim Fortuyn, leader olandese ucciso il 6 maggio del 2002, dal titolo: Contro l'islamizzazione della nostra cultura. Non si tratta di un libro contro l'Islam, ma contro quella nostra cultura che rischia di farsi islamizzare, quindi contro un relativismo culturale di cui purtroppo, per molti anni, siamo stati vittime. Pertanto, l'iniziativa di diffondere queste due opere nasce principalmente dalla volontà di non cedere al terrorismo.
Sia il produttore (si trova al momento in località segreta) sia la sceneggiatrice (è sotto scorta) vivono una situazione molto simile a quella dei giornalisti di Liberation o del nostro ostaggio, vittime del fondamentalismo, e pertanto riteniamo che mostrare questo film, con l'espressa contrarietà del produttore, possa consentire di liberare da questa spada di Damocle queste persone. A seguito di tale iniziativa, siamo stati oggetto di ripetute accuse, non tanto da parte di un certo mondo islamico che, comunque, con l'Occidente comunica, ma soprattutto da parte dell'imam di Porta Palazzo di Torino, Bouriqi Bouchta, che, di fatto, ha espresso più volte alcune dichiarazioni estremamente pericolose, anche se talvolta sibilline, del tipo: «Chi offende l'Islam, Allah e Maometto è degno di morire». Egli ha inoltre affermato che, in fin dei conti, l'omicida di Theo Van Gogh ha solo sbagliato perché non ha aspettato la sentenza di un tribunale islamico (si conferma, in qualche modo, la possibilità per un tribunale islamico di determinare la vita o la morte di un qualunque cittadino occidentale che vive in Occidente). Per non parlare delle dichiarazioni rilasciate il 10 maggio e pubblicate, in maniera molto chiara, sul giornale Libero in un articolo dal titolo: «L'imam promette bombe a chi vede Submission»!
Vi è, al riguardo, una certa attenzione da parte del ministero nei confronti di personaggi di questo genere di cui, tuttavia, con questa interpellanza chiediamo conferma.

PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per l'interno, onorevole Saponara, ha facoltà di rispondere.

MICHELE SAPONARA, Sottosegretario di Stato per l'interno. Signor Presidente, onorevoli colleghi, collega Ballaman, premetto che, anche in considerazione delle tensioni verificatesi all'estero a seguito della proiezione del film Submission del regista olandese Theo Van Gogh, assassinato ad Amsterdam il 2 novembre scorso, il Dipartimento della pubblica sicurezza ha seguito con particolare attenzione, fin dallo scorso mese di aprile, le prese di posizione, richiamate anche dagli onorevoli Gibelli e Ballaman, di Bouriqi Bouchta, cosiddetto imam di Torino e di altri


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esponenti islamici in ordine alle preannunciate proiezioni del cortometraggio sul territorio nazionale.
Nell'ambito della comunità islamica torinese si sono, tuttavia, registrate anche alcune forme di dissenso rispetto a tale affermazioni, a seguito della pubblicazione, il 10 maggio scorso, dell'articolo di stampa sulla vicenda ricordata dagli onorevoli interpellanti.
Il successivo 14 maggio è stato poi distribuito un volantino a firma «Unione Musulmani di Torino portavoce della maggioranza silenziosa», dal titolo «L'intera comunità islamica è al fianco dell'imam Bouchta», che si associa alle dichiarazioni di quest'ultimo in merito alla protezione della pellicola menzionata.
Tali dichiarazioni sono contenute in una lettera inviata dallo stesso a varie autorità istituzionali e religiose a nome del «Consiglio islamico di Torino», sebbene dagli accertamenti svolti dalla questura torinese, l'iniziativa sia da considerare del tutto personale, in quanto lo stesso non risulta né portavoce, né delegato, né rappresentante dei centri islamici del capoluogo.
Peraltro, non risulta che tale organismo si sia mai costituito né che si sia mai evidenziato in precedenti occasioni.
Risulta anzi che i responsabili dei centri islamici torinesi di corso Giulio Cesare, di via Chivasso, di via Piossasco, di via Saluzzo, di via Botticelli e del comune di Moncalieri si sono espressamente dissociati dall'iniziativa.
La delicata situazione che si è venuta a creare ha indotto ad allertare tutte le questure - in particolare quelle di Torino, Treviso, Padova e Pordenone -, affinché siano intraprese le opportune iniziative investigative e informative per prevenire eventuali atti di violenza contro obiettivi ritenuti a rischio, comprese le emittenti televisive interpellate per proiettare il cortometraggio.
Presso le sedi, a Torino e ad Aosta, ove è già prevista la visione del film-documentario, verranno inoltre predisposti i necessari servizi di ordine pubblico.
La situazione viene seguita anche dall'ufficio centrale interforze per la sicurezza personale per l'eventuale adozione di misure di protezione personale nei confronti degli esponenti della Lega nord oggetto della contestazione e, in particolare, dell'onorevole Ballaman, che in precedenza affermava di usufruire già di tale tutela.
Le vicende connesse alla proiezione del film sono state inoltre oggetto di discussione in un recente comitato di analisi strategica antiterrorismo.
Sul piano generale, sottolineo che prosegue incessante l'impegno delle Forze di polizia nella lotta al terrorismo internazionale - come confermano anche gli arresti operati ieri dalla Polizia di Stato e dall'Arma dei carabinieri, in collaborazione con la procura di Torino e Milano - e che, anche in questi ultimi tempi, le indagini e le attività di prevenzione antiterrorismo non hanno conosciuto soste né attenuazioni.
Assicuro infine che il Ministero dell'interno non mancherà di adottare, in presenza dei presupposti, i provvedimenti di espulsione di cui all'articolo 13, comma 1, del testo unico in materia di immigrazione per motivi di ordine pubblico o di sicurezza dello Stato.

PRESIDENTE. L'onorevole Ballaman ha facoltà di replicare.

EDOUARD BALLAMAN. Signor Presidente, ringrazio il Governo, anche se avrei dovuto ringraziarlo già da venerdì scorso, quando al sottoscritto è stata assicurata una adeguata protezione.
Naturalmente, pur essendo soddisfatto della risposta, mi preme comunque sottolineare alcuni aspetti di particolare rilievo. Innanzitutto, per quanto riguarda la comunità islamica presente in Piemonte, da uno studio è emerso che ben il 25 per cento di tale comunità - dunque, circa 10 mila persone - si augura l'avvento della sharia.
Quindi, si tratta di una situazione sicuramente non serena. D'altronde, una parte del mondo islamico ha rilasciato una serie


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di dichiarazioni sull'opportunità di vedere il film, di discutere e dialogare; infatti, il film e il libro, di fatto, vogliono provocare il dibattito. Sulla tomba di Pym Fortuyn è scritto: «Loquendi libertatem custodiamos», ovvero salvaguardiamo la libertà di parlare perché è l'unica vera arma con cui si possono «combattere» le forme di ideologizzazione che nel secolo scorso hanno prodotto nazismo e comunismo e che al giorno d'oggi rischiano di dar vita all'islamizzazione fondamentalista.
Anche i dati dei servizi segreti olandesi affermano che il 95 per cento della popolazione islamica in quel paese non è pericolosa. Ebbene, tale percentuale sembra confermare che ben cinquantamila islamici nei Paesi Bassi possono essere pericolosi. Quindi, si tratta di cifre realistiche, purtroppo confermate anche dalle indagini in Italia; in proposito voglio rivolgere il mio plauso alle Forze dell'ordine per il lavoro che svolgono ogni giorno ed in particolare per quanto fatto ieri. Purtroppo, di tale situazione dobbiamo tener conto anche perché sabato prossimo il sottoscritto e l'onorevole Borghezio saranno a Torino, in due distinte occasioni, per presentare il film e il libro che ho citati.
Vorrei rendere esplicita un'ulteriore preoccupazione: non possiamo bearci delle dichiarazioni rilasciate da alcuni esponenti del mondo islamico che scrivono sui giornali, quali Adel Smith o persone di questo genere. Infatti, si tratta di persone che non hanno seguito e che comunque parlano all'Occidente. Al contrario, quello di cui dobbiamo davvero preoccuparci è quanto affermato dagli imam all'interno delle loro moschee. È quello il centro nevralgico su cui opera il Ministero dell'interno e su cui lo invito ad operare con sempre maggiore attenzione.

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