Allegato B
Seduta n. 624 dell'11/5/2005


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ISTRUZIONE, UNIVERSITÀ E RICERCA

Interrogazione a risposta orale:

DELMASTRO DELLE VEDOVE e GHIGLIA. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
dopo la vicenda di cui è stata vittima e protagonista la professoressa Daniela Ruth Santus, docente ebrea sottoposta a pressioni vergognose da soggetti definibili, ad avviso degli interroganti, come «nazisti rossi» che all'università di Torino esprimono un antisemitismo mascherato da atteggiamento antisraeliano. All'attenzione dei giornali e delle agenzie di stampa (cfr. Agenzia Ansa dell'8 maggio 2005 ore 18,19) è balzata la rivelazione dello studente ebreo Amit Peer, cittadino israeliano iscritto all'Università del capoluogo piemontese, che ha rilasciato al quotidiano Maariv di Tel Aviv una dichiarazione nella quale afferma di conoscere personalmente compagni di studio che preferiscono celare la propria identità, o far credere che il proprio cognome non sia ebreo, proprio al fine di non subire vessazioni dagli antisemiti di sinistra;
la circostanza, se rispondente a verità, sarebbe di una gravità inaudita e dovrebbe indurre il ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca ad accertare se il rettore, fosse informato di questo stato di cose e se abbia sentito il dovere di riferire alle autorità -:
se risulti al Governo che rispondano al vero le dichiarazioni rilasciate dallo studente israeliano Amit Peer al quotidiano di Tel Aviv Maariv circa il clima assolutamente invivibile all'interno dell'Ateneo torinese per gli studenti ebrei;
se il rettore dell'università di Torino, ove si verificano tali ignominie razziste, fosse o meno informato di quel che stava accadendo;
se risultano segnalazioni relative a fatti dalla sconcertante gravità come quelli segnalati da Amit Peer, tra cui la necessità per gli studenti ebrei, di celare la propria identità per evitare le aggressioni di tale sorta di «nazisti rossi».
(3-04491)

Interrogazioni a risposta scritta:

ANGELA NAPOLI. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
già con precedenti atti ispettivi l'interrogante ha chiesto di conoscere l'intendimento del ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca circa l'insegnamento dell'educazione fisica nelle scuole italiane;
le risposte ai citati atti ispettivi, del 4 marzo 2003, recitavano testualmente: «Già con la direttiva generale sull'azione amministrativa del 2002 si è dato impulso alle iniziative ed agli interventi volte a creare le condizioni più propizie per un approccio ed uno sviluppo sempre più ampio e consapevole delle attività motorie e sportive. Ciò attraverso azioni convergenti,


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coordinate e sinergiche tra i vari livelli istituzionali, uffici e organismi a vario titolo coinvolti e interessati, con il coinvolgimento fattivo delle famiglie e con l'apporto delle varie professionalità dell'amministrazione e della scuola»;
la risposta proseguiva affermando: «il disegno di legge (Atto Senato n. 1306), recante delega in materiali norme generali sull'istruzione e di livelli essenziali delle prestazioni in materia di istruzione e di formazione professionale, approvato dal Senato il 13 novembre 2002 ed attualmente all'esame della Camera, rafforza la valenza formativa e sociale delle discipline sportive, e pone lo sviluppo dell'attività motoria e delle competenze ludico-sportive degli studenti tra le finalità del provvedimento stesso, da sostenere con interventi finanziari»;
nonostante il contenuto delle citate risposte, nel documento di lavoro che accompagna lo «Schema di decreto legislativo concernente le norme generali relative al secondo ciclo del sistema educativo di istruzione e formazione ed i livelli essenziali delle prestazioni in materia di istruzione e formazione professionale a norma dell'articolo 1 della legge 28 marzo 2003, n. 53,» la quota settimanale prevista per l'insegnamento delle scienze motorie e sportive risulta essere ridotta ad una sola ora settimanale;
l'insegnamento dell'educazione fisica è sempre stato di notevole importanza poiché è stato finalizzato alla valorizzazione dell'alunno sotto i profili morfologico-costituzionali, intellettivo-cognitivi, affettivo-morali, in modo da garantire lo sviluppo armonico del corpo e l'equilibrio psico-fisico;
importanti fonti scientifiche hanno dimostrato come l'attività fisica riesce a migliorare la qualità della vita, anche dal punto di vista sanitario;
quanto previsto dal citato schema di decreto legislativo è, peraltro, in contrasto con quanto praticato negli altri Paesi europei, dove, invece, l'insegnamento dell'educazione fisica viene svolto con maggiore intensità;
il progetto di affidare una quota di ore alle attività facoltative scelte dagli alunni, dai genitori e dagli organi collegiali della scuola finisce col disconoscere il diritto a tutti gli alunni di svolgere attività motorie -:
se non ritenga che la riduzione delle ore di insegnamento dell'educazione fisica sia in netto contrasto con i contenuti della risposta agli atti ispettivi dell'interrogante;
se non ritenga necessario ed urgente adottare opportune iniziative volte a ripristinare l'orario delle due ore settimanali previste attualmente per l'insegnamento delle scienze motorie e sportive;
se non ritenga, altresì, di dover adottare iniziative volte a restituire dignità all'insegnamento della disciplina in questione.
(4-14364)

ANGELA NAPOLI. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
a seguito dell'espletamento del corso-concorso riservato a coloro che avevano avuto l'incarico triennale di preside incaricato, sono stati assunti, dal 1 settembre 2004, circa 1.300 Dirigenti Scolastici;
i citati nuovi Dirigenti, però, vengono retribuiti con uno stipendio inferiore ai Dirigenti titolari, e, persino, inferiore rispetto a quanto percepito da un Dirigente incaricato;
infatti, ai nuovi Dirigenti non viene concessa la retribuzione individuale di anzianità di cui dispongono i titolari e non beneficiano dell'indennità di dirigenza, disposta, invece, per quelli incaricati -:
se non ritengano necessario ed urgente adottare le opportune iniziative utili ad eliminare la predetta sperequazione.
(4-14380)


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FATUZZO. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
l'interrogante ha appreso da notizie di stampa che sarebbe intenzione del Ministero ridurre di 274 unità il numero delle cattedre in Sicilia; ciò risulterebbe dai dati resi noti dal direttore regionale della scuola relativi agli organici di diritto per il prossimo anno scolastico;
se questi dati venissero confermati le scuole elementari avrebbero 137 posti in meno rispetto all'organico di diritto dell'anno scorso; una cifra che rappresenta più della metà dei tagli nella scuola primaria operati in tutta Italia (251 posti in meno);
a fronte dei 22.869 posti nell'organico di diritto del 2004-05 (nell'organico di fatto, conteggiato sugli alunni effettivamente seduti in classe a settembre, sono diventati 22.927), per l'anno prossimo sono previsti 22.732 posti;
gli alunni iscritti alla primaria sono complessivamente 2.156 in meno ma è anche vero che il taglio così drastico delle cattedre non è proporzionato al calo demografico e non risulta giustificato;
per quanto riguarda le iscrizioni alle scuole medie - che vedono in base ai dati parziali un calo di seimila iscritti - sembrerebbe che il Ministero sia deciso a tagliare 149 posti in Sicilia;
per le superiori è previsto, un piccolo aumento (appena 12 in più rispetto all'organico di diritto dell'anno scorso) ma, ad avviso dell'interrogante, assolutamente insufficiente a controbilanciare il calo della scuola primaria -:
se non ritenga opportuno riconsiderare con urgenza la possibilità di aumentare il numero delle cattedre in Sicilia tenuto conto che la regione è da considerarsi come sede disagiata e ciò anche al fine di prevenire fenomeni di devianza giovanile.
(4-14383)